Sbarco in Sicilia e David Stockdale: differenze tra le pagine

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{{S|calciatori britannici}}
{{vaglio|arg=Guerra}}
{{Sportivo
{{Infobox conflitto
|Nome = David Stockdale
|Tipo=Battaglia
|Immagine = David Stockdale 1.png
|Nome del conflitto= Sbarco in Sicilia
|Didascalia =
|Parte_di=della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] della [[seconda guerra mondiale]]
|Sesso = M
|Immagine=The British Army in Sicily 1943 NA4306.jpg
|CodiceNazione = {{ENG}}
|Didascalia=Soldati britannici in marcia durante la campagna in Sicilia
|Disciplina = Calcio
|Luogo=[[Sicilia]]
|Ruolo = [[Portiere (calcio)|Portiere]]
|Data=9 luglio [[1943]] - 17 agosto [[1943]]
|Squadra = {{Calcio Birmingham City}}
|Casus=
|TermineCarriera =
|Mutamenti territoriali=Gli Alleati occupano la Sicilia
|Squadre = {{Carriera sportivo
|Esito=vittoria degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]
|2003-2004|{{Calcio York City|G}} |24 (-?)
|Schieramento1={{ITA 1861-1946}}<br />{{DEU 1933-1945}}
|2004-2005|→ {{Calcio Wakefield|G}} |7 (-?)
|Schieramento2={{GBR}}<br />{{USA 1912-1959}}<br />{{CAN 1921-1957}}
|2005-2006|→ {{Calcio Worksop Town|G}} |6 (-?)
|Comandante1={{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Alfredo Guzzoni]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Albert Kesselring]]<br />{{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Hans Hube]]
|2006-2008|{{Calcio Darlington|G}} |46 (-45)<ref>48 (-48) se si comprendono le presenze nei play-off.</ref>
|Comandante2={{Bandiera|GBR}} [[Harold Alexander]]<br />{{Bandiera|GBR}} [[Bernard Montgomery]]<br />{{Bandiera|USA 1912-1959}} [[George Patton]]
|2008-2014|{{Calcio Fulham|G}} |39 (-66)
|Effettivi1=225.000 italiani<ref name="LH627">B. H. Liddell Hart, ''Storia militare della seconda guerra mondiale'', p. 627. Altre fonti riferiscono che i soldati italiani presenti sull'isola erano circa 230.000, compresa la milizia fascista; in: E. Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale'', vo. V., p. 203.</ref><br />60.000 tedeschi<ref name="LH627"/><br />260 carri armati<br />1.400 aerei<ref>{{en}} [http://books.google.it/books?id=ufHTdPpHoi8C&pg=PA1905&lpg=PA1905&dq=world+war+ii+for+dummies&source=bl&ots=Sw2fpnr763&sig=grkhlHF0WDk930fbKKabMckjnu0&hl=it&sa=X&ei=yrm2UtiYL-iC4ATQpICIBw&sqi=2&ved=0CFIQ6AEwBA#v=onepage&q=world%20war%20ii%20for%20dummies&f=false ''World War II For Dummies'']. Keith Dickson. Wiley Publishing, INC. october 2001. ISBN 978-0-7645-5352-3. p. 201</ref>
|2008-2009|→ {{Calcio Rotherham United|G}} |8 (-5)
|Effettivi2=250.000 statunitensi<br />228.000 inglesi<br />14.000 veicoli<br />600 carri armati<br />1.800 cannoni<ref>{{en}} op. cit. Mitcham & von Stauffenberg (2007), p. 63</ref><br />2.590 navi<ref>E. Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale'', vol. V, p. 201.</ref>
|2009|→ {{Calcio Leicester City|G}} |8 (-6)
|Perdite1=173.939 perdite<br />(9.139 morti, 40.370 feriti, 124.430 prigionieri)<ref name="Mitcham3056">{{en}} op.cit.Mitcham & von Stauffenberg (2007), pp. 305-306</ref>:
|2010|→ {{Calcio Plymouth|G}} |21 (-31)
* {{Bandiera|DEU 1933-1945}} Germania:<br />4.561 morti<br />7.870 feriti<ref name="Mitcham305">{{en}} op.cit. Mitcham & von Stauffenberg (2007), p. 305</ref><br />7.569 prigionieri<ref name="LH627"/>
|2011|→ {{Calcio Ipswich Town|G}} |18 (-35)
* {{Bandiera|ITA 1861-1946}} Italia:<br /> 4.578 morti<ref name="MC196">I. Montanelli-M. Cervi, ''Due secoli di guerre'', vol. 9, p. 196.</ref><br /> 32.500feriti<ref name="MC196"/><br />116.861 prigionieri<ref name="MC196"/>
|2012|→ {{Calcio Hull City|G}} |5 (-3)
|Perdite2=25.664 perdite<br />(6.655 morti, 15.683 feriti, 3.326 prigionieri)<ref name="Mitcham3056"/>:
|2013|→ {{Calcio Hull City|G}} |19 (-22)
* {{Bandiera|USA 1912-1959}} USA:<br />2.899 morti e dispersi<br />6.471 feriti<br />598 prigionieri
|2014-2017|{{Calcio Brighton|G}} |133 (-132)<ref>135 (-135) se si comprendono le presenze nei play-off.</ref>
* {{Bandiera|GBR}} Regno Unito:<br />3.194 morti<br />7.548 feriti<br />2.644 prigionieri
|2017-2018|{{Calcio Birmingham City|G}} |
* {{Bandiera|CAN 1921-1957}} Canada:<br />562 morti<br />1.664 feriti<br />84 prigionieri
|2018|→ {{Calcio Southend United|G}} |3 (-5)
|2018|→ {{Calcio Wycombe Wanderers|G}} |2 (-3)
|2018|{{Calcio Birmingham City|G}} |
}}
|Aggiornato = 2 dicembre 2018
}}
{{Bio
|Nome = David Adam
|Cognome = Stockdale
|Sesso = M
|LuogoNascita = Leeds
|GiornoMeseNascita = 20 settembre
|AnnoNascita = 1985
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = inglese
|Categorie = no
|PostNazionalità = , [[portiere (calcio)|portiere]] del [[Birmingham City Football Club]]
}}
{{Campagnabox Campagna d'Italia (Seconda guerra mondiale)}}
{{Campagnabox Invasione della Sicilia 1943}}
Lo '''sbarco in Sicilia''' (denominato in codice '''operazione Husky''') fu un'[[operazione militare]], avvenuta durante la [[seconda guerra mondiale]], messa in atto dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Fu la prima operazione delle truppe alleate sul suolo [[Regno d'Italia (1861-1946)|italiano]] durante il conflitto; e costituì l'inizio della [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]].
 
L'operazione Husky costituì una delle più grandi operazione anfibie della seconda guerra mondiale. Le grandi unità impegnate appartenevano alla [[7ª armata statunitense]], al comando del [[generale]] [[George S. Patton]], e l'[[Ottava armata britannica|8ª Armata britannica]], al comando del generale [[Bernard Law Montgomery]], riunite nel 15º Gruppo di Armate, sotto la responsabilità del generale britannico [[Harold Alexander]].
 
Dal punto di vista strategico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati che non riuscirono ad impedire la ritirata delle effcienti truppe tedesche del generale [[Hans-Valentin Hube]] che erano state impegnate nella difesa nell'isola, ma dal punto di vista politico lo sbarco in Sicilia ebbe decisiva influenza in Italia: favorì la destituzione di [[Benito Mussolini]], la [[caduta del fascismo]] e il successivo [[armistizio di Cassibile]].
 
== Premesse ==
{{vedi anche|Secondo fronte|conferenza di Casablanca}}
Fin dalla fine del 1941, soprattutto sotto la spinta del leader sovietivo [[Iosif Stalin]], il cui esercito era in quel momento fortemente impegnato nel contrastare l'avanzata della [[Wehrmacht]] sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]], gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] tennero una serie di conferenze con l'obiettivo di pianificare l'apertura di un [[secondo fronte]] in [[Europa]] per distrarre forze tedesche da est. In una prima [[Conferenza di Arcadia|conferenza a Washington]] a cui presero parte il [[Primi ministri del Regno Unito|primo ministro britannico]] [[Winston Churchill]] e il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente degli Stati Uniti]] [[Franklin Delano Roosevelt]], con la presenza del [[ministro degli esteri]] sovietico [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjačeslav Molotov]], i leader stabilirono che un attraversamento in forze della [[La Manica|Manica]] sarebbe stato impossibile nel 1942. Solo con una [[Seconda Conferenza di Washington|seconda conferenza]] nel giugno del 1942 i massimi vertici politico-militari alleati decisero di affrontare di petto la questione del "secondo fronte"<ref>{{cita|Rocca|pp. 6-8}}.</ref>. La delegazione britannica si scontrò subito con quella statunitense, che aveva nel suo capo di stato maggiore, generale [[George Marshall]], un convinto assertore della teoria secondo la quale l'attacco all'Europa doveva passare dalla via più breve e diretta, cioè con uno sbarco nelle coste settentrionali francesi. La discussione fu subito aspra, ma alla fine prevalsero i britannici che convinsero Marshall e Roosevelt a dare priorità ad un attacco contro le forze collaborazioniste francesi in [[Operazione Torch|Algeria e Marocco]] per poi collaborare insieme all'esercito britannico in Egitto alla distruzione di tutte le forze dell'Asse schierate in Nord-Africa, tra cui il famoso [[Deutsches Afrikakorps]] del feldmaresciallo [[Erwin Rommel]] <ref>{{cita|Rocca|pp. 8-10}}.</ref>.
 
Nonostante le proteste sovietiche per la decisione anglo-americana di sbarcare in Africa, rinunciando all'apertura del secondo fronte in Europa, che Churchill cercò di limitare con la promessa di utilizzare l'invasione del Nord Africa come trampolino di lancio per un attacco all'Italia, definito il «ventre molle» dell'Asse, l'8 novembre 1942 si mise in moto l'[[Operazione Torch]] con gli sbarchi alleati in [[Algeria]] e [[Marocco]]. Nel giro di qualche mese le forze alleate cominciarono a capovolgere la situazione sia in Africa che sul fronte orientale, mentre i bombardieri anglo-statunitensi colpivano sempre più duramente i centri industriali della Germania e del nord Italia<ref>{{cita|Rocca|pp. 12-15}}.</ref>.
 
A quel punto Churchill e Roosevelt decisero di incontrarsi di nuov nella città di [[Casablanca]], in Marocco, con l'obiettivo di decidere come continuare il conflitto<ref>{{cita|Rocca|p. 15}}.</ref>. Fin da subito si palesarono le divergenze di opinioni tra i due staff politico-militari; mentre l'[[ammiraglio]] [[Ernest King]] premeva per concentrare gli [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|sforzi statunitensi nel Pacifico]], [[sir]] [[Alan Brooke]], capo dello stato maggiore imperiale, ribatté che la guerra poteva essere vinta solo sconfiggendo prioritariamente Hitler in Europa. Ma mentre gli statunitensi non avevano alcun piano concreto da esporre, se non la proposta di Marshall di spostare le truppe alleate, non appena si fossero vittoriosamente concluse le operazioni in Africa, gli esperti britannici arrivarono alla conferenza portando con sé i piani particolareggiati per l'invasione della Sicilia (nome in codice "Husky") o in alternativa della Sardegna ("Brimstone"), e di questo si cominciò a discutere<ref>{{cita|Rocca|pp. 16-17}}.</ref>. Il generale Marshall, non poté non riconoscere che un attacco in Sicilia - assai meglio che in Sardegna - avrebbe comportato due vantaggi di tutta evidenza: impegnare a fondo per la difesa dell'isola le numerose forze dell'Asse, e con la sua conquista la possibilità di rendere più navigabile il Mediterraneo, accorciando, attraverso Suez, le rotte delle navi fra il Pacifico e l'Atlantico, costrette sin allora al lungo e pericoloso periplo dell'Africa. Il 22 gennaio, nella riunione conclusiva, si giunse all'accordo che avrebbe consentito a Churchill e Roosevelt di impartire l'ordine di invasione della Sicilia nel mese di giugno, con le forze alleate sotto il comando unificato del generale [[Dwight D. Eisenhower]], che godeva della massima stima di Marshall, e che mise bene in luce le sue abilità politiche e "mediatrici" durante l'operazione Torch. I comandi operativi delle tre armi furono assegnate ai soli britannici; l'esercito nelle mani del generale [[Harold Alexander]], la marina in quelle dell'ammiraglio [[Andrew Cunningham]], e l'aeronautica affidata al maresciallo sir [[Arthur Tedder]]; con grande soddisfazione di Alan Brooke, che annotò sul suo diario: «avevamo spinto Eisenhower nella stratosfera e nella rarefatta atmosfera di un comandante supremo», il che avrebbe, secondo il generale, dato enormi libertà ai britannici<ref>{{cita|Rocca|pp. 17-18}}.</ref>.
 
Durante la conferenza vennero però discussi temi anche prettamente politici, soprattutto per lenire la diffidenza di Stalin nei confronti degli Alleati. Il leader sovietico fu rassicurato dalla dichiarazione in base alla quale la guerra sarebbe finita solo con la «resa incondizionata» della [[Germania nazista]] e dell'[[Storia dell'Italia fascista|Italia fascista]], scongiurando il timore di Stalin di accordi separati dell'ultimo momento tra i due alleati e la Germania, in funzione antisovietica<ref>{{cita|Rocca|pp. 18}}.</ref>. Mentre la decisione riguardante la resa incondizionata dell'Italia fu dettata soprattutto dalla volontà politica del gabinetto di guerra britannico, che preferiva avere impegnata la Germania in Italia piuttosto che l'Italia, considerata il punto debole dell'Asse, contro la Germania. Churchill sognava la caduta del fascismo e del suo leader [[Benito Mussolini]], e un riposizionamento della [[Casa Savoia|monarchia sabauda]], e con Roosevelt condivise la considerazione di escludere l'Italia dalla richiesta di resa incondizionata, ma il gabinetto di guerra e il capo dell'opposizione [[Clement Attlee]], diedero il loro netto rifiuto<ref>{{cita|Caruso|pp. 98-99}}.</ref>. Le delegazioni lasciarono Casablanca apprendendo che l'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata]] di [[Bernard Law Montgomery]] era entrata a [[Tripoli]], mentre a [[Battaglia di Stalingrado|Stalingrado]] i tedeschi erano ormai prossimi alla resa, mentre le truppe sovietiche dilagavano in Ucraina orientale. Il 1943 iniziò sotto i migliori auspici, uno dei pochi a non essere soddisfatto dei risultati della conferenza era il generale Marshall, il quale rimase convinto della secondaria importanza di un fronte in Italia a dispetto di quello principale che si sarebbe dovuto aprire in Francia. Non della stessa opinione fu il [[ministro degli esteri]] di Mussolini, [[Galeazzo Ciano]], il quale scrisse sul suo diario: «Giunge notizia della conferenza di Casablanca. Troppo presto per dare un giudizio, ma sembra una cosa seria, molto seria. Non approvo né condivido le facili ironie della nostra stampa»<ref>{{cita|Rocca|pp. 19}}.</ref>.
 
Anche in seno agli alti comandi dell'Asse ci si interrogava sul luogo in cui sarebbe stato attuato il prevedibile sbarco. In linea generale gli italiani - Mussolini per primo - pensavano che lo sbarco sarebbe stato effettuato in Sicilia, come dello stesso parere erano il generale [[Vittorio Ambrosio]], succeduto a [[Ugo Cavallero]] come [[Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano|capo di stato maggiore italiano]], e il generale [[Alfredo Guzzoni]], comandante delle forze in Sicilia. I tedeschi ritenevano invece che gli Alleati avrebbero scelto la Sardegna o la Corsica; questa convinzione non consentì un maggiore afflusso di truppe tedesche nell'isola. Questa decisione fu in parte giustificata dal fatto che i tedeschi erano perfettamente a conoscenza delle precarie difese costiere siciliane, ed erano convinti che sarebbe stato comunque impossibile mantenere l'isola se attaccata da forze potenti, soprattutto considerando l'alto rischio delle divisioni italo-tedesche di rimanere intrappolate sull'isola. Hitler inoltre, già cominciava a diffidare dei suoi alleati italiani e preferì tenere le sue divisioni disposte in modo che, in caso di bisogno, fossero pronte a intervenire dove si presentasse il pericolo maggiore, sia da parte alleata che da parte italiana<ref>{{cita|Petacco|pp. 125-126}}.</ref>.
 
== Pianificazione ==
{{Vedi anche|Operazione Mincemeat}}
I piani d'invasione anglo-statunitensi furono assegnati a un gruppo strategico, la ''HQ Force 141'', insediatasi nell<nowiki>'</nowiki>''Ecole Normale Bouzareah'' nei pressi di [[Algeri]], e il generale statunitense [[Mark Wayne Clark]] fu designato a capo di una nuova armata, la [[United States Army North|5ª]], con il compito di preparare l'invasione di una delle due isole del [[mar Tirreno]], la Sardegna o la Sicilia<ref>{{cita|Caruso|p. 99}}.</ref>. Ma fu solo con il rientro di Roosevelt da Casablanca, e la decisione di puntare alla Sicilia, che l'operazione Husky assunse ritmi pressanti. I capi dello stato maggiore congiunto confidavano in tempi rapidi, e Marshall indicò ad Eisenhower la fine di marzo, o al massimo la prima decade di aprile, come la data limite per gli sbarchi. Diplomaticamente Eisenhower accolse l'invito del comandante in capo e ordinò ai suoi di attivarsi per uno sbarco in primavera, anche se era ben consapevole che le previsioni meteorologiche indicavano quale periodo più adatto, perché illune, dal 28 giugno al 10 luglio 1943<ref>{{cita|Caruso|p. 102}}.</ref>.
 
=== Il ruolo dei servizi segreti ===
Sebbene un attacco all'Italia fu deciso da americani ed inglesi durante la [[Conferenza di Casablanca]] del 14 gennaio 1943 e la sua pianificazione ed organizzazione vennero affidate al generale [[Dwight Eisenhower]], un "piano Sicilia", (''Italy (Sicily) Project''), presentato al generale Donovan, capo dell<nowiki>'</nowiki>''[[Office of Strategic Services]]'' (OSS) fin dal 9 settembre 1942<ref>[http://casarrubea.wordpress.com/2010/07/13/6652/ ''Parola di Lucky Luciano'', daasarrubea.wordpress.com 13 luglio 2010.</ref>. Il documento, firmato da Earl Brennan, futuro direttore dell'OSS in Italia, riguardava il reclutamento e l'impiego di sei agenti di origine siciliana, il cui compito era lo spionaggio, tramite due radio ricetrasmittenti a onde corte.
 
La trattativa fra servizi segreti dello stato americano ed esponenti di [[cosa nostra]] passò attraverso l'[[Office of Strategic Services]], diretto dal generale [[William Joseph Donovan]]<ref>{{en}}[http://www.thirdworldtraveler.com/Book_Excerpts/Networks_of_Power.html ''Networks of Power: Corporate TV's Threat to Democracy'']. Dennis Mazzocco. South End Press. July 1, 1999. ISBN 0-89608-472-8. pag. 57.</ref>: gerarchicamente, l’OSS in Europa dipendeva da [[Allen Welsh Dulles|Allen Dulles]]<ref>[http://ambrosioe.altervista.org/lo_sbarco_in_sicilia_del_1943.html ''Lo Sbarco alleato in Sicilia del 1943: I Retroscena'']. Altervista. Eduardo Ambrosio.</ref>, che aveva la propria sede in [[Svizzera]]. In Italia l'OSS era diretto da Angleton e il vice direttore era Earl Brennan. Il diretto dipendente di Brennan era l'[[italoamericano]] [[Max Corvo|Biagio Massimo Corvo]], di famiglia antifascista e di origini siciliane, noto come "Max", il quale aveva nome in codice "Marat", numero di matricola 45<ref name=trattativa>[http://www.ogginotizie.it/5058-max-corvo-e-laoss-in-italia/ ''Max Corvo e l´OSS in Italia'']. Oggi notizie. 20 dicembre 2010.</ref>.
 
[[Max Corvo]] aveva presentato un proprio piano strategico per l'invasione della Sicilia e fu incaricato da Earl Brennan di organizzare i propri uomini formando un'unità militare<ref>Roberto Faenza e Marco Fini, ''Gli americani in Italia'', Feltrinelli Editore, 1976. pp. 12-13.</ref> chiamata "Gruppo Earl", ma nota fra le forze armate americane come ''the mafia circle'' (il circolo della mafia)<ref>[http://www.corriere.it/sette/13_luglio_29/2013-31-serri-alleati-sicilia_4d2eda18-f85a-11e2-a59e-96a502746665.shtml ''Gli alleati sbarcano in Sicilia e creano the mafia circle'']. Corriere della sera. Mirella Serri. Sette. 29 luglio 2013.</ref>, come esplicitamente dice un rapporto dell'OSS del 1945 (rapporto 06500/2-245)
<ref name=OSSmafia>[http://legislature.camera.it/_dati/leg09/lavori/stampati/pdf/023_003003.pdf ''Commissione Parlamentare sul Fenomeno della Mafia'']. {{pdf}}. IX legislatura. articolo 32 legge 13 settembre 1982 n° 646. Doc. XIII n° 3 bis. pag.74.</ref>, inframmezzandolo, per non dare nell'occhio, con la partecipazione di elementi insospettabili d'ispirazione socialista. Su indicazione di Allen Dulles, stabilì ulteriori contatti con Victor Anfuso, un avvocato di New York, e Vincent Scamporino, avvocato di Middletown. [[Max Corvo]] disse che altri mafiosi come [[Lucky Luciano]], [[Vito Genovese]], [[Albert Anastasia]] e altre persone delle organizzazioni criminali italoamericane inserite nell'[[operazione Underworld]], un giovane raccomandato dallo stesso Luciano, [[Michele Sindona]], e anche un certo [[Licio Gelli]]<ref name=trattativa />, non furono mai reclutate. In realtà Walter Winchell, un giornalista, ha riferito che Luciano nel 1947 sarebbe stato proposto per la [[Medaglia d'oro del Congresso]] degli Stati Uniti per servigi nello sbarco di Sicilia<ref>{{en}} [http://gangstersinc.ning.com/profiles/blogs/luckys-luck-how-charlie ''Lucky’s Luck: How Charlie Luciano got out of jail and passed go'']. Gangster Inc. 24 novembre 2010.</ref>,<ref>{{en}} [http://books.google.it/books?id=Bed0gQKn-ucC&pg=PA137&lpg=PA137&dq=Walter+Winchell++Luciano+Congressional+Medal+of+Honour&source=bl&ots=kwZ6cv1nAn&sig=qbDrNhNW5S7_EITX13EvUdsmeR4&hl=it&sa=X&ei=OBO4UoTaJ5PxygOOlIGoAg&ved=0CDQQ6AEwAQ#v=onepage&q=Walter%20Winchell%20%20Luciano%20Congressional%20Medal%20of%20Honour&f=false ''The Strength of the Wolf: The Secret History of America's War on Drugs'']. Douglas Valentine. Random House Inc. 1º maggio 2004. pag. 137.</ref>. Vito Genovese era presente fra il personale dell'AMCOT, ufficialmente come interprete di Charles Poletti
<ref name="mafialleati">''Mafia & Alleati''. Ezio Costanzo. Le Nove Muse. 2006. pag. 155, pag. 180.</ref>, Albert Anastasia, era entrato nell'Esercito degli Stati Uniti e fu collaboratore del colonnello [[Charles Poletti]]<ref>[http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/poletti.htm ''Charles Poletti'']. La corsa infinita. Guerra.</ref>, capo degli Affari Civili della VII armata americana, responsabile della Sicilia.
 
[[File:Map operation husky landing.jpg|150px|thumb|left|Piano di sbarco e dislocazione delle forze dell'Asse in Sicilia]]
 
Max Corvo e la sua squadra vennero sbarcati in Nord Africa a maggio 1943. Poi, tre giorni dopo l'attacco, l'unità prese terra a [[Falconara (Butera)|Falconara]], vicino a [[Gela]], e si stabilì nel castello della cittadina. A [[Melilli]] [[Max Corvo]] incontrò padre Fiorilla, parroco di San Sebastiano, e parente di uno dei suoi uomini e poi andò ad [[Augusta (Italia)|Augusta]], sua città natale, per reclutare collaboratori locali. Intanto gli agenti dell'OSS, al comando di [[Max Corvo]] e di Vincent Scamporino, occuparono le isole più piccole intorno alla Sicilia, fra cui [[Isola di Favignana|Favignana]] e liberarono dalla prigione numerosi ''boss'' della mafia<ref name=OSSmafia/>, che furono arruolati nel nascente servizio dell'OSS in Italia, [[Servizio informazioni militare]], circa 850 "uomini d'onore" raccomandati dai capi mafiosi siciliani, che dopo l'occupazione assunsero cariche pubbliche nell'amministrazione militare del colonnello Charles Poletti: in provincia di Palermo ci furono 62 sindaci mafiosi.<ref name=trattativa />.
 
== Le forze in campo ==
=== Asse ===
{{Doppia immagine|right|Alfredo guzzoni.jpg|120|Hans Hube1.jpg|150|Il generale [[Alfredo Guzzoni]] comandante della 6ª Armata italiana in Sicilia|Il generale [[Hans-Valentin Hube]], comandante del 14º Panzerkorps}}
 
La Sicilia era sotto la responsabilità del generale d'armata [[Alfredo Guzzoni]], comandante in capo della 6ª Armata. Essa si componeva della [[206ª Divisione Costiera]], nell'estremo sud-est dell'isola; della [[207ª Divisione Costiera]] a [[Licata]] in località S. Oliva, nelle vicinanze dell'omonima stazione ferroviaria tuttora esistente; della 18ª Brigata costiera a Gela. Nell'entroterra erano schierate la [[4ª Divisione fanteria "Livorno"]] e la [[54ª Divisione fanteria "Napoli"]]. Nel settore occidentale dell'isola, inoltre, si trovavano la [[28ª Divisione fanteria "Aosta"]] e la [[26ª Divisione fanteria "Assietta"]]. In totale, la 6ª Armata contava circa 220.00 effettivi, dei quali 170.000 combattenti; la grande unità, però era afflitta dall'obsolescenza o scarsità di materiale bellico moderno e difettava gravemente di mezzi motorizzati e corazzati, eccezion fatta per un battaglione di semoventi [[M.41 da 90/53]] in dotazione alla "Livorno".
 
Le forze italiane erano affiancate all'inizio da due divisioni tedesche: la [[1. Fallschirm-Panzer-Division Hermann Göring|Hermann Göring]] e la [[15. Panzergrenadier-Division]], unità costituita con i resti della [[15. Panzer-Division]] ma ancora in formazione e divisa in gruppi tattici sparpagliati sul territorio con meno di sessanta carri complessivi. Il tenente generale [[Frido von Senger und Etterlin]] fungeva da ufficiale di collegamento del comando tedesco con il generale Guzzoni<ref>E. Bauer, ''Storia controversa della seconda guerra mondiale'', vol. V, p. 203.</ref>. In totale, le forze tedesche in Sicilia ammontavano inizialmente a circa 30.000 uomini e potevano contare su equipaggiamenti decisamente superiori ai loro alleati italiani, compresa una decina di carri pesanti [[Panzer VI Tiger I]].
 
Dopo lo sbarco alleato giunsero in Sicilia anche il 3° Reggimento della [[1. Fallschirmjäger-Division]] (12 luglio) e la [[29. Infanterie-Division (mot.)#La 29. Panzergrenadier|29. Panzergrenadier-Division]] (18 luglio); per dirigere tutte le forze tedesche il 16 luglio venne trasferito dalla [[Calabria]] il comando del XIV Panzerkorps comandato dal ''[[Generale di corpo d'armata|General der Panzertruppen]]'' [[Hans-Valentin Hube]] che da quel momento diresse tutte le operazioni dell'Asse sull'isola.
 
La [[Regia Marina]] non fu capace di fornire un adeguato supporto. [[Supermarina]] non si assunse la responsabilità di inviare la flotta a difesa dell'isola e tentò di scaricare la responsabilità sul capo di stato maggiore di prendere tale decisione; si ebbero numerose discussioni che condannarono la flotta all'inoperosità.<ref name="Giorgerini p.119">{{Cita libro|autore=Giorgio Giorgerini|titolo=La guerra italiana sul mare|editore=Mondadori|anno=2001|città=Milano|ISBN=88-04-50150-2}}</ref> Neppure i numerosi [[sommergibile|sommergibili]] in agguato a sud della Sicilia ottennero risultati: nel corso della campagna andarono perduti l'{{nave||Ascianghi|sommergibile|2}}, il {{nave||Bronzo|sommergibile|2}}, il {{nave||Flutto|sommergibile|2}}, il {{nave||Nereide|sommergibile 1934|2}}, l'{{nave||Argento|sommergibile|2}} e l'{{nave||Acciaio|sommergibile|2}} con 152 uomini d'equipaggio; i battelli riuscirono solo a danneggiare gli incrociatori leggeri {{nave|HMS|Cleopatra|33|6}} e {{nave|HMS|Newfoundland|59|6}} e ad affondare la motocannoniera ''MGB 641''<ref>Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. da 360 a 362</ref><ref>[http://www.regiamarina.net/sub_casualties.asp?nid=196&lid=2 ''Caduti'']. Regia Marina.</ref>.
 
=== Alleati ===
{{Doppia immagine|left|Pattonphoto.jpg|140|Bernard Law Montgomery.jpg|140|Il generale Patton comandante della 7ª Armata statunitense|Il generale [[Bernard Montgomery]], comandante dell'8ª Armata britannica}}
 
Per l'operazione Husky, Regno Unito e Stati Uniti avevano radunato una vasta flotta. La [[Royal Navy]] schierò sei navi da battaglia ({{nave|HMS|Nelson|28|6}}, {{nave|HMS|Rodney|29|6}}, {{nave|HMS|Warspite|1913|6}}, {{nave|HMS|Valiant|1914|6}}; di riserva ad Algeri la "Forza Z" con la {{nave|HMS|Howe|1940|6}} e la {{nave|HMS|King George V|1939|6}}), due [[portaerei]] ({{nave|HMS|Formidable|R67|6}}, {{nave|HMS|Indomitable|R92|6}}, nove incrociatori {{nave|HMS|Orion|85|6}}, HMS ''Newfoundland'', {{nave|HMS|Mauritius|C80|6}}, {{nave|HMS|Uganda|C66|6}}, {{nave|HMS|Aurora|12|6}}, {{nave|HMS|Penelope|97|6}}, {{nave|HMS|Euryalus|42|6}}, HMS ''Cleopatra'', {{nave|HMS|Sirius|82|6}}, {{nave|HMS|Dido|37|6}}) e ventisette [[cacciatorpediniere]]. Le forze di appoggio diretto contavano due [[monitore|monitori]], l'incrociatore {{nave|HMS|Delhi|D47|6}}, otto cacciatorpediniere, quattro [[cannoniere]], cinque mezzi da sbarco trasformati in batterie galleggianti e sei mezzi da sbarco con lanciarazzi. La [[United States Navy]] contribuì con i cinque incrociatori leggeri {{nave|USS|Boise|CL-47|6}}, {{nave|USS|Savannah|CL-42|6}}, {{nave|USS|Philadelphia|CL-41|6}}, {{nave|USS|Brooklyn|CL-40|6}} e {{nave|USS|Birmingham|CL-62|6}} e 25 cacciatorpediniere. Tra questi figuravano anche unità appartenenti a paesi occupati: il polacco {{nave|ORP|Krakowiak|L115|6}} e il greco {{nave||Adrias|L67|2}}, che insieme al cacciatorpediniere britannico HMS ''Quantock'' affrontarono tre [[S-Boot]] tedesche nella notte del 20 luglio, affondandone due.
 
Il corpo di spedizione alleato era articolato sulla [[Seventh United States Army|7ª Armata statunitense]] del generale [[George Smith Patton]] ([[1st Infantry Division (United States Army)|1ª]], [[3rd Infantry Division (United States Army)|3ª]] e [[45th Infantry Division (United States Army)|45ª Divisione fanteria]]) e sull'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata britannica]] (XXX Corpo d'armata formato dalla 1ª Divisione canadese, dalla 51ª Divisione e dalla 231ª Brigata "Malta"; XIII Corpo d'armata costituito dalla 5ª e 50ª Divisione). Inoltre furono schierate l'[[82nd Airborne Division|82ª Divisione aviotrasportata]] statunitense, la 1ª Brigata Paracadutisti britannica e la 1ª Brigata Aviotrasportata britannica, distaccate dalla [[1st Airborne Division|1ª Divisione aviotrasportata]]: queste forze erano state incaricate di eseguire lanci notturni dietro le spiagge e scompaginare il dispositivo difensivo degli italo-tedeschi, attaccare posti di comando e facilitare la penetrazione nell'entroterra delle truppe dalle teste di ponte.
 
== Operazioni preparatorie ==
=== L'invasione di Pantelleria e delle Pelagie ===
{{Vedi anche|Operazione Corkscrew|Presa di Lampedusa}}
I primi segnali dell'invasione si ebbero già l'11 giugno [[1943]]), con la presa dell'isola di [[Pantelleria]],<ref>[http://secondoconflitto.altervista.org/operazione_husky.htm ''Lo sbarco alleato in Sicilia'']. Altervista. II conflitto. 6 giugno 1943.</ref> primo lembo di terra italiana a cadere in mano alleata, seguita alla [[presa di Lampedusa]] avvenuta il 13 giugno.
 
A Pantelleria, dopo un violentissimo bombardamento aereo, il comandante italiano chiese e ottenne da [[Benito Mussolini|Mussolini]] il permesso di arrendersi, facendo credere di non avere scorte idriche. In realtà le capaci caverne dell'isola, che già ospitavano degli ''[[hangar]]'' per l'aviazione, erano in grado di offrire un riparo sicuro a tutta la popolazione civile e militare dell'isola, e le scorte idriche e alimentari erano tutt'altro che esaurite. Gli [[alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] fecero circa 11.000 prigionieri tra le forze italiane.{{senza fonte}}
 
== Gli sbarchi ==
 
=== Sbarco statunitense a Gela ===
[[File:US LCVPs at Gela Sicily in July 1943.jpg|thumb|right|Truppe statunitensi sbarcano da degli LCVP messi in mare dalla [[Landing Ship Infantry|nave trasporto d'attacco]] USS Joseph T. Dickman (APA-13) a Gela tra il 10 e il 12 luglio 1943.]]
La città di Gela fu teatro nei primi giorni dello sbarco di avvenimenti di grande importanza fu nel luglio del 1943 che truppe americane qui sbarcate, ne occuparono dopo aspri combattimenti la rada e l’abitato. Gli americani della [[1st Infantry Division (United States Army)|1a divisione di fanteria]] del generale Allen, composta da sette battaglioni con reparti d'appoggio e da due battaglioni di Rangers, sbarcarono su un fronte di 41 chilometri con l’obiettivo primario di occupare Gela e l’aeroporto di Ponte Olivo. Il primo contingente americano sbarcò sulla spiaggia di Gela alle ore 3,03. La città, nonostante la resistenza dei soldati italiani, che lasciarono sul campo 197 morti, fu occupata verso le ore 8.
 
Avuta notizia dello sbarco nella zona di Gela, il comando delle truppe dell’Asse dispose un contrattacco avvalendosi delle unità del gruppo mobile E, del battaglione semoventi della divisione Livorno e della divisione Hermann Göring. Nonostante alcuni successi il contrattacco terminò con un fallimento.
 
Gli americani, però, dopo aver conquistata Gela, l’indomani dello sbarco subirono una seconda controffensiva in forze delle truppe dell’Asse. La divisione italiana Livorno della VI armata al comando del generale Guzzoni e la divisione tedesca Hermann Göring copirono duramente le forze Alleate sbarcate al punto tale quasi da ricacciarlie in mare, ma non riuscirono in tale intento per l’arrivo di mezzi corazzati americani di rinforzo da Licata e da Scoglitti, per l'appoggio aereo tattico, per il fuoco dei mortai e, in particolare, per l’azione della marina e dell’aviazione anglo-americane che salvarono le sorti di quella prima fase della battaglia di Sicilia che fu combattuta sulla Piana di Gela.
 
Gli scontri della Battaglia di Gela terminarono nel primo pomeriggio del 12 luglio. Gela così fu la prima
città d’Europa a essere liberata<ref>{{Cita web|autore = Nuccio Mulè|url = http://www.archeoclubgela.it/OPUSCOLO%2070%C2%B0-01.htm|titolo = Lo sbarco alleato in Sicilia|accesso = |editore = |data = }}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Nuccio Mulè|titolo = Sbarco americano a Gela|anno = 2008|editore = Nuccio Mulè|città = Gela}}. Testo fornito di autorizzazione registrata con n. 2015050810010017</ref>.
 
=== Lo sbarco a Licata (settore JOSS) ===
[[File:10_Luglio_1943_Sbarco_in_Sicilia_degli_Alleati_a_Licata_Settore_Joss_Spiaggia_di_Mollarella_e_Poliscia.jpg|thumb]]
[[File:SC180476.jpg|thumb|L'affondamento della nave americana [[Liberty (navi trasporto)|Liberty]] ''Robert Rowan'' colpita da un bombardiere tedesco durante lo sbarco a Gela l'11 luglio.]]
La 7ª Armata americana, comandata dal Generale Patton, sbarcò a Licata la 3ª Divisione Fanteria comandata dal generale Truscott. Alle 2,45 della notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 iniziò lo sbarco di 20.000 uomini a [[Licata]], Spiaggia di [[Mollarella]] e Poliscia ore 2,57. Altri sbarchi avvennero, nei giorni seguenti a Gela, dove tremila paracadutisti furono lanciati nell'entroterra, e a [[Scoglitti]], nel ragusano. In 24 ore furono sbarcati 160.000 uomini. [[Stuka]] italiani affondarono il cacciatorpediniere ''USS Maddox''<ref>{{en}} ''Junkers Ju87 over the Mediterranean'', John A Weal, p. 53, Delprado Publishers/Ediciones de Prado, 1996</ref> e la nave ospedale indiana Talamba<ref>{{en}}''Witness Describes Hospital Ship Loss; Injured Paratrooper Relates How Italian Plane Bombed Fully Lighted Talamba'', ''The New York Times, 19/07/1943''</ref>.
 
La 7ª Armata Statunitense comandata dal generale [[Patton]], nelle prime ore del mattino del 10 luglio, sbarcò la [[3rd Infantry Division (United States Army)|3ª Divisione Fanteria (''3rd Infantry Division'')]]<ref> http://www.storiaxxisecolo.it/secondaguerra/Parte%20Prima.pdf </ref> comandata dal Maggiore Gen. Lucian King Truscott (''Joss Force''), che era composta da 3 Reggimenti di Fanteria: Il 7º Reggimento Fanteria, il 15º Reggimento Fanteria e il 30º Reggimento Fanteria. Lo sbarco dei 3 reggimenti avvenne contemporaneamente, in quattro arenili della costa di [[Licata]].
L'ora "H" ebbe inizio alle ore 2.45 del 10 luglio 1943 e quindi iniziarono le operazioni di sbarco nelle spiagge prestabilite. Alle 2,57 sulla baia o spiaggia di [[Mollarella]] e Poliscia toccarono terra i primi carri armati americani.
La 3ª Divisione Fanteria (''3rd Infantry Division'') sbarcò a ovest della città di [[Licata]] con il gruppo d'attacco Gaffi, comandato dal capitano Sabin, sulla spiaggia di Torre di Gaffe, denominata spiaggia rossa. Il gruppo d'attacco Molla, comandato dal capitano Robert Morris, sbarcò sulla baia o spiaggia di [[Mollarella]] e Poliscia, denominate spiaggia verde 1 e spiaggia verde 2. Recentemente, il 10 luglio 2011 una stele marmorea commemorativa è stata deposta in memoria dell'evento. Ad est di [[Licata]] sbarcò il gruppo d'attacco Salso nell'arenile della Playa e Montagna Grande, denominate spiagge verdi. Il 10 luglio 2013, in ricordo dei 70 anni dello sbarco, è stata deposta una stele commemorativa. Il quarto gruppo d'attacco denominato [[Falconara]], comandato dal Capitano H.E. Nelson, sbarcò nella spiaggia di [[Falconara (Butera)|Falconara]], denominata spiaggia blu, sita nelle immediate vicinanze della [[stazione di Falconara]].
Già la mattina del 10 luglio nel Municipio di [[Licata]] si insediava il Maggiore Frank Toscani, come capo degli affari civili del Governo Militare Alleato [[AMGOT]]. Anche Il [[porto di Licata]] fu conquistato dalla Joss Force la mattina del 10 luglio e aperto alle navi alle ore 13 circa. Nei giorni successivi, gli Alleati proseguirono verso la Sicilia Nord Occidentale verso le città di [[Agrigento]], [[Palermo]] e [[Trapani]]. La 3ª Divisione Fanteria, comandata dal Generale Truscott, il giorno 21 e 22 luglio giunse a Palermo. Nella [[piana di Licata]], piano Romano - Bugiada, gli Alleati realizzarono qualche giorno dopo lo sbarco, una pista di atterraggio per aeroplani.
 
A circa 7 chilometri di Licata, nelle vicinanze della [[stazione Sant'Oliva]] o Santa Oliva, c'era il comando del 139º Reggimento fanteria costiero, facente parte della [[207ª Divisione Costiera]] del [[Regio Esercito]]. Nelle acque della costa di [[Licata]], Tra Torre di Gaffe e Falconara, per un tratto di circa 22 chilometri, diverse navi della ''[[U.S. Navy]]'' furono impegnate: i cacciatorpediniere e {{nave|USS|Roe|DD-418}} nel settore "Gaffi", gli incrociatori ''Brooklyn'', i cacciatorpediniere {{nave|USS|Bristol|DD-453}} e {{nave|USS|Edison|DD-439}} e i dragamine {{nave|USS|Seer|AM-112}} e {{nave|USS|Sentinel|AM-113}}, che insieme alle navi trasporto truppe britanniche ''HMS Princess Charlotte'' e ''HMS Princess Astrid'' costituivano il Task Group 86.3 operante nel settore "Molla". Nel settore Gaffi, nelle prime ore del mattino del 10 luglio 1943, entrarono in collisione i due cacciatorpediniere ''Swanson'' e ''Roe'', che dovettero tornare a Biserta per le riparazioni. Il [[dragamine]] ''Sentinel'', mentre era in pattugliamento antisommergibile nelle prime ore del mattino del 10 luglio, fu attaccato ripetutamente e bombardato aerei tedeschi<ref name = Hazegray-Sentinel>http://www.hazegray.org/danfs/mine/am113.htm</ref>; nonostante alcuni colpi messi a segno col suo armamento antiaereo su alcuni Me. 210 e venendo colpito più volte nello scafo causando anche la perdita della propulsione e dell'elettricità, l'equipaggio venne evacuato sulle SC-580, LCI-33 e PC-550, e alle 10:30 si capovolse, affondando alle 10:45<ref name = Hazegray-Sentinel/>.
 
=== I combattimenti e l'avanzata alleata ===
{{Vedi anche|Battaglia di Gela (1943)|Battaglia del Simeto|Strage di Castiglione|Battaglia di Centuripe|Massacro di Biscari|Bombardamenti di Randazzo|Operazione Ladbroke|Operazione Lehrgang}}
[[File:Gen. Bernard Law Montgomery and Lt. Gen. George S. Patton, Jr.,.jpg|thumb|Il generale Patton a Palermo riceve il 28 luglio 1943 il gen. Montgomery all'aeroporto]]
Tra il 10 e l'11 luglio la divisione tedesca ''Hermann Goering'' e quella italiana ''Livorno'' contrattaccarono nella piana di Gela, dove fu combattuta l'[[Battaglia di Gela (1943)|omonima battaglia]]: i contrattacchi dei "gruppi mobili" italiani, reparti di formazione motocorazzati costituiti ciascuno da circa 1.500-2.000 uomini, una dozzina di carri o semoventi ed una batteria d'artiglieria, misero in difficoltà le posizioni alleate; efficace in tal senso fu la carica di circa 30 carri [[Renault R-35]] (preda bellica francese e ivi utilizzati dal [[131º Reggimento carri]]), che attraversarono quasi tutta la testa di ponte americana mettendo - insieme agli attacchi della ''Livorno'' (l'unica fra le divisioni italiane parzialmente motorizzata) e della ''Hermann Goering'' - a rischio tutto il piano d'invasione della 7ª Armata USA; che però riuscì anche grazie all'appoggio dei bombardamenti navali alleati.{{senza fonte}} Anche gli assalti del 429º battaglione costiero del regio esercito italiano, male armato, poco addestrato e addirittura deficiente nelle dotazioni di base (ad esempio, non tutti avevano scarpe, che si passavano a chi doveva fare i turni di guardia) furono tuttavia in grado di arrestare l'avanzata degli alleati, seppur temporaneamente.{{senza fonte}} L'appoggio diretto delle navi da guerra, con un preciso e puntuale intervento di controbatteria e di bombardamento delle unità italiane e tedesche segnalate dalla ricognizione aerea, furono di grande importanza per la riuscita degli sbarchi ed il consolidamento successivo delle teste di ponte.
 
La notizia dei contrattacchi italiani venne riportata dai principali quotidiani degli Stati Uniti, ad esempio il ''[[New York Times]]'' scrisse: «Con il sostegno di non meno di quarantacinque carri armati, una notevole forza di fanteria della divisione Livorno attaccò le truppe statunitensi nei dintorni di Gela. La divisione americana li ha respinti con gravi perdite. Questa è stata la risposta più forte per l'avanzata degli Alleati»<ref>{{en}} ''Supported by no less than forty-five tanks, a considerable force of infantry of the Livorno Division attacked the American troops around Gela. The American division beat them back with severe casualties. This was the heaviest response to the Allied advance.'' New York Times, 13/07/1943, p. 2.</ref>. Un gruppo di 18 carri Renault R35, comandati dal tenente colonnello [[Massimo d'Andretta]] - della [[54ª Divisione fanteria "Napoli"]] - ruppero inoltre le posizioni detenute dal [[2º Battaglione Reggimento Wiltshire]]<ref>{{en}} ''The Battle for Sicily: Stepping Stone to Victory'', Ian Blackwell p. 116, Pen & Sword Military, 24 luglio 2008.</ref>, il 10 luglio, e vennero fermati dal fuoco anticarro solo dopo aver raggiunto nella periferia di Siracusa Priolo e Floridia<ref>{{en}} ''Sicily'', Hugh Pond, p. 117, Kimber, 1962</ref>.
 
== La battaglia per la Sicilia ==
 
=== Intervento delle riserve tedesche ===
 
[[File:Truppe tedesche; stretto di Messina 1943.jpg|thumb|right|upright=1.1|Postazione antiaerea della 29. Panzergrenadier-Division in azione nello [[stretto di Messina]] nell'estate 1943.]]
 
Le notizie dell'invasione provocarono l'immediata reazione dell'alto comando tedesco che mise in allarme subito la 1. Divisione paracadutisti che si trovava di riserva in Francia ad [[Avignone]]; il comandante della formazione, generale [[Richard Heidrich]], venne convocato a Roma dove conferì con il feldmaresciallo Kesselring che gli comunicò la notizia che la sua divisione sarebbe stata trasferita in Sicilia a partire dalla notte del 12 luglio<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', pp. 285-286.</ref>. Il giorno seguente il feldmaresciallo Kesselring giunse in volo sull'isola per valutare personalmente la situazione; il militare tedesco diede un giudizio negativo dell'andamento della battaglia e ritenne inevitabile abbandonare la parte sud-occidentale dell'isola; inoltre Kesselring, che aveva già fatto intervenire i reparti scelti di paracadutisti, informò Hitler che erano necessari ulteriori rinforzi con urgenza<ref>A. Kesselring, ''Soldato fino all'ultimo giorno'', p. 187.</ref>.
 
Il 14-15 luglio 1943 Hitler e l'alto comando tedesco presero le prime misure operative per rafforzare lo schieramento dell'Asse in Sicilia ed impedire una rapida vittoria alleata; venne predisposto l'invio di numerose batterie anti-aeree per intralciare il predominio aereo del nemico e vennero date le prime disposizioni per il trasferimento nell'isola della eccellente 29. Panzergrenadier-Division che ricevette gli ordini di movimento il 18 luglio<ref name="CD251">C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 251.</ref>. Venne inoltre attivato il quartier generale del XIV Panzerkorps che, al comando dell'energico e determinato generale [[Hans-Valentin Hube]], un veterano della battaglia di Stalingrado, avrebbe dovuto subito assumere il comando di tutte le forze tedesche in Sicilia<ref name="CD251"/>. Il feldmaresciallo Kesselring si incontrò a [[Milazzo]] lo stesso 16 luglio con il generale Hube e gli diede le prime disposizioni operative.
 
[[File:Sicilia 1943.jpg|thumb|left|upright=1.3|Truppe tedesche attraversano su chiatte lo stretto di Messina per prendere parte alla difesa della Sicilia.]]
 
Il comandante del XIV Panzerkorps avrebbe dovuto consolidare, con l'aiuto delle truppe tedesche in arrivo, una linea difensiva davanti al massiccio dell'Etna e bloccare un'ulteriore avanzata alleata; il feldmaresciallo Kesselring riteneva tatticamente opportuno cedere terreno per salvaguardare le linee di comunicazione con il continente<ref name="CD251"/>. Hube avrebbe avuto a disposizione le batterie anti-aeree pesanti. Kesselring era ottimista come sempre ma non condivideva le opinioni di Hitler che addirittura sperava di poter intrappolare in Sicilia le truppe alleate sbarcate tagliando le loro comunicazione via mare; il comandante superiore tedesco promise al generale Hube ulteriori rinforzi ma lo informò che stava prendendo in considerazione piani per una evacuazione generale; il compito del comandante del XIV Panzerkorps sarebbe stato quello di "rimandare il più a lungo possibile" la ritirata<ref name="CD251"/>.
 
Nel frattempo la sera del 12 luglio erano già atterrati a sud di Catania i paracadutisti tedeschi del 3° Reggimento del esperto tenente colonnello [[Ludwig Heilmann]]; questi reparti, partiti d'urgenza dalla Francia, vennero lanciati con notevole precisione e si misero subito in movimento per rafforzare il fronte italo-tedesco<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Il fronte meridionale'', pp. 68-69.</ref>. Due battaglioni si unirono con il ''Kampfgruppe'' del colonnello [[Wilhelm Schmalz]] che sbarrava insieme ai resti della divisione Napoli le alture a nord-est di Augusta, mentre un altro battaglione di paracadutisti si schierò sulla destra di Schmalz in collegamento con i reparti della "Hermann Göring". Il 13 luglio arrivò direttamente sull'aeroporto di Catania ancora un altro battaglione di paracadutisti tedeschi che si affrettò lungo la strada costiera in direzione del fiume Simeto<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Il fronte meridionale'', p. 69.</ref>; il reparto del capitano Laum schierò i suoi uomini due chilometri a sud dell'importante ponte di Primosole. Nel frattempo Heilmann aveva già incontrato il colonnello Schmalz con cui aveva concordato di cooperare per difendere [[Leontini]] che venne attaccata in forze il 13 luglio dai britannici della 50ª Divisione del generale Kirkman che tuttavia non riuscì a guadagnare terreno; anche l'attacco della 5ª Divisione britannica da sud-est venne fortemente contrastato da un reggimento di Panzergenadier e da due battaglioni di paracadutisti<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', pp. 289-291.</ref>.
 
=== La battaglia nella piana di Catania ===
Il brillante successo degli sbarchi britannici aveva convinto il generale Montgomery che la situazione era molto favorevole e che sarebbe stato possibile avanzare audacemente in profondità; egli prevedeva un attacco principale verso Catania con il XIII Corpo d'armata del generale Dempsey, mentre una manovra secondaria sarebbe stata effettuata all'interno dalla ''Harpoon Force'' del generale Leese in direzione di [[Caltagirone]], [[Enna]] e [[Leonforte]]; Montgomery era ottimista, il 12 luglio scrisse al generale Alexander che sperava "di catturare Catania intorno al 14 luglio"<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 284.</ref>.
 
Il generale Hans Hube era un generale aggressivo e non molto dotato di qualità diplomatiche; appena giunto sull'isola aveva subito chiarito in un incontro con il generale Guzzoni che egli era responsabile solo di fronte al feldmaresciallo Kesselring e che in pratica avrebbe diretto tutte le operazioni dell'Asse in Sicilia<ref name="EM107">E. Morris, ''La guerra inutile'', p. 107.</ref>. Il comandante della 6ª Armata italiana<ref>Il generale Guzzoni nel suo primo incontro con il generale Hube ebbe l'impressione di trovarsi di fronte ad una specie di "guerriero teutonico che ha messo da parte la corazza, l'elmo e la spada"; in C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 542.</ref>non era in condizione di contestare le brusche affermazioni di Hube e dovette ben presto limitarsi ad emanare solo disposizioni amministrative senza poter interferire nella condotta tattica della battaglia<ref name="EM107"/>. Sul campo si verificarono ben presto contrasti tra truppe tedesche e italiane; i reparti della 29. Panzergrenadier-Division per migliorare la loro mobilità si impadronirono con la forza, secondo gli ordini ricevuti, dei mezzi motorizzati di formazioni italiane non combattenti e vi furono scontri a fuoco tra i soldati delle due potenze dell'Asse<ref name="EM107"/>.
 
Come parte degli sbarchi via mare a sud di Agnone, circa 400 uomini della [[3 Commando Brigade]], sotto il comando del tenente colonnello John Durnford-Slater, catturarono il Ponte Malati il 13 luglio, il cui possesso venne perso poco dopo, a causa di un contrattacco da parte del IV Battaglione Artiglieria semoventi, sotto il comando del tenente Colonnello Francesco Tropea, e della 53ª Compagnia Motociclisti.<ref>{{en}} ''Sicily'', Hugh Pond, p. 128, Kimber, 1962</ref><ref>{{en}} ''Operation Husky : The Canadian Invasion of Sicily'', July 10 – August 7, 1943, Mark Zuehlke, p. 183, Douglas & McIntyre.</ref> Il 16 luglio fu combattuta la [[battaglia del Simeto]], che impegnò gli inglesi dell'[[VIII armata britannica]], bloccando la loro avanzata verso [[Catania]].
 
Tra il 2 e il 5 agosto la [[battaglia di Centuripe]] portò gli alleati presso valle del [[Simeto]], e nella [[piana di Catania]], ci furono gli ultimi scontri con la [[15. Panzergrenadier-Division]] tedesca e la [[28ª Divisione fanteria "Aosta"]] che contrattaccarono per 24 volte,<ref>[http://ilvaloredellepiccolecose.it/?p=1090 Storia. Lo sbarco alleato in Sicilia, di Pasquale Hamel » Il Valore delle Piccole Cose<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ma che tuttavia non riuscirono ad impedire l'ingresso a Catania da parte degli alleati il 5 agosto.
 
=== Avanzata americana su Palermo ===
Il generale Patton, aggressivo e determinato, aveva raggiunto tutti gli obiettivi iniziali previsti dal piano di operazioni alleato; il 16 luglio la fanteria americana e i ''Rangers'' del colonnello William Darby conquistarono anche [[Agrigento]] e [[Porto Empedocle]] catturando circa 6.000 prigionieri italiani<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 333.</ref>. Molto irritato per il compito secondario affidatogli dal generale Alexander, Patton era deciso ad assumere un ruolo molto più attivo. Il generale riteneva possibile marciare subito con la sua fanteria attraverso le montagne della Sicilia centrale e poi lanciare i mezzi meccanizzati della [[2nd Armored Division|2ª Divisione corazzata]] in una audace avanzata direttamente su Palermo<ref>E. Morris, ''La guerra inutile'', p. 108.</ref>. Patton illustrò il piano al generale Truscott, comandante della [[3rd Infantry Division (United States Army)|3ª Divisione fanteria]] e quindi lo propose al generale Alexander che tuttavia il 16 luglio confermò gli ordini; la 7ª Armata doveva rimanere ferma per proteggere il fianco sinistro di Montgomery impegnato nella battaglia nella piana di Catania<ref>E. Morris, ''La guerra inutile'', pp. 108-109.</ref>. Durante un incontro diretto con Alexander a Tunisi il 17 luglio, il generale Patton fece forti pressioni ma non riuscì inizialmente ad ottenere il suo consenso all'avanzata su Palermo.
 
Il generale Alexander tuttavia comprendeva che un'avanzata americana verso Enna sarebbe stata tatticamente utile, avrebbe allegerito la pressione nemica su Montgomery, avrebbe isolato la parte occidentale della Sicilia e con la conquista di Palermo, avrebbe reso disponibile un grande porto per migliorare il sostegno logistico alle sue truppe. Egli ritenne anche che fosse preferibile concedere libertà d'azione al brusco generale americano e quindi finì per autorizzare un'avanzata della 7ª Armata al centro dell'isola<ref>E. Morris, ''La guerra inutile'', pp. 109-110.</ref>.
 
Il 16 luglio l'incrociatore britannico HMS ''Cleopatra'' fu silurato e messo fuori combattimento per il resto del conflitto europeo dal sommergibile italiano ''Dandolo''<ref>{{en}} ''Submarines of World War II'', John Ward, p. 50, Zenith Imprint, 01/10/2001</ref>. La presa di Palermo avvenne il 22 luglio con la resa firmata dal [[Giuseppe Molinero|gen. Molinero]].
 
=== La linea di San Fratello e l'evacuazione tedesca ===
 
Il 27 luglio, due giorni dopo la caduta del Fascismo, il generale Hans Hube ricevette per la prima volta l'ordine dell'alto comando tedesco di iniziare i preparativi per una ritirata generale delle sue truppe attraverso lo stretto di Messina<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Il fronte meridionale'', p. 78.</ref>; il generale Guzzoni si era affrettato a garantire la sua collaborazione e la fedeltà all'Asse delle sue truppe ma in realtà il generale italiano era favorevole alla destituzione di Mussolini e in pratica non dirigeva più la difesa della Sicilia<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 368.</ref>. Hube aveva il pieno controllo della situazione e prendeva in totale autonomia le decisioni tattico-operative. Le truppe tedesche continuavano ad opporre forte resistenza lungo tutto il fronte e il comandante del XIV Panzerkorps riuscì nell'ultima settimana di luglio a consolidare la sua linea difensiva che dalla piana di Catania e [[Adrano]] raggiungeva [[Troina]] e quindi continuava con la cosiddetta [[Linea di San Fratello]] fino alla costa settentrionale dell'isola<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', pp. 368-369.</ref>. Il generale Hube fece intervenire la veterana 29. Panzergrenadier-Division del generale [[Walter Fries]] per difendere la linea di San Fratello, mentre l'impervio settore di Troina era sbarrato dalla 15. Panzergrenadier-Division<ref>AA.VV., ''Il Terzo Reich. Il fronte meridionale'', pp. 78-79.</ref>. A sud-est di Troina fino alla piana di Catania era in combattimento la Panzer-Division "Hermann Göring" che, rafforzata dalle unità di paracadutisti, continuava ad opporre forte resistenza; la situazione complessiva del fronte dell'Asse a causa della netta inferiorità di uomini e mezzi e della mancanza di supporto aereo rimaneva difficile e poteva sembrare anche disperata, ma i reparti tedeschi erano esperti e agguerriti; non ci furono segni di cedimento o disgregazione tra le truppe del Reich<ref>C. D'Este, ''1943 Lo sbarco in Sicilia'', p. 369.</ref>.
 
I tedeschi si convinsero della fragilità della loro situazione e iniziarono ad approntare i piani per il definitivo abbandono dell'isola. L'[[operazione Lehrgang]], cioè l'evacuazione della Sicilia da parte delle truppe dell'Asse, ebbe infatti inizio il 10 agosto. Il generale Hube riuscì a trasferire in [[Calabria]], per mezzo di imbarcazioni, la gran parte delle truppe tedesche e dei loro mezzi, e anche parte delle truppe italiane, mentre le truppe alleate entrarono a [[Messina]] il 17 agosto. L'intera Sicilia fu occupata in 39 giorni,
 
[[File:Bundesarchiv N 1603 Bild-213, Palermo, zerstörte Häuser.jpg|thumb|Palazzo distrutto dai bombardamenti Alleati a Palermo. Fotografia di [[Horst Grund]], luglio 1943]]
 
== Bilancio e conseguenze ==
 
=== L'occupazione alleata e l'AMGOT ===
{{Vedi anche|Allied Military Government of Occupied Territories}}
Occupata la Sicilia, il problema che si poneva, dopo averne tolto il governo ai fascisti, era quello di non lasciarlo in mano ai comunisti e quindi restavano a disposizione i poteri tradizionali della Sicilia, la Chiesa, la mafia<ref>[[Nando Dalla Chiesa]], ''Il potere mafioso'' (Milano, Mazzotta, 1976), [[passim]]</ref> e l'aristocrazia. Per far fronte alle esigenze più impellenti, fu istituito un Governo Militare Alleato dei Territori Occupati (AMGOT, ''Allied Military Government of Occupied Territories''). A capo di questo fu indicato il generale inglese [[Francis Rennell Rodd]], mentre gli affari civili vennero affidati al colonnello USA [[Charles Poletti]].
 
L'AMGOT diede incarichi di ogni tipo e cariche istituzionali a piccoli e grandi mafiosi: la nomina dei sindaci era sotto la giurisdizione del colonnello Charles Poletti, che si era stabilito all'Hotel Delle Palme, a Palermo. Don Calogero Vizzini fu sindaco di Villalba, Salvatore Malta di Vallelunga, Genco Russo divenne sovraintendente agli affari civili di [[Mussomeli]], Damiano Lumia interprete di fiducia presso il ''Civil Affairs Office'' di Palermo, Max Mugnani, uno dei più attivi trafficanti di droga, divenne depositario dei prodotti farmaceutici americani a [[Cerda]], al boss mafioso Vincenzo De Carlo venne affidato il controllo degli ammassi di grano.<ref name="mafialleati"/> Solamente il 3 settembre ebbe inizio lo sbarco a Reggio Calabria e quindi l'invasione alleata nella penisola italiana con l'[[Operazione Baytown]], in concomitanza con la firma dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], che ebbe luogo a [[Cassibile]], in provincia di Siracusa, quello stesso giorno. La Sicilia rimase sotto l'amministrazione alleata fino al febbraio [[1944]].
 
== Galleria fotografica ==
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File:HMS Warspite Sicily 1943.jpg|La nave da battaglia HMS ''Warspite'' bombarda la costa
File:The Invasion of Sicily July 1943 NA4184.jpg|Truppe britanniche sbarcano nell'isola
File:A Universal Carrier is towed to the beach by a bulldozer during the Allied invasion of Sicily, 10 July 1943. A17918.jpg|Una spiaggia siciliana il 10 luglio
File:British wounded being treated, and Italian prisoners waiting to be evacuated from the beach on the first day of the invasion of Sicily, 10 July 1943. A17912.jpg|Militari italiani fatti prigionieri il primo giorno dell'invasione
File:Two Savoia-Marchetti S.M.79 over Sciacca.jpg|Due Savoia Marchetti SM 79 decollati dalla base della Regia Aeronautica di Sciacca
File:Canadians Sicily1.jpg|Truppe canadesi entrano a Modica
File:The British Army in Sicily 1943 NA4614.jpg|Fanti britannici parlano con un paracadutista statunitense ad Avola l'11 luglio
File:British Sherman tank in the streets of Francofonte.jpg|Un carro armato inglese Sherman attraversa Francofonte
File:Royal Air Force- Italy, the Balkans and South-east Europe, 1942-1945. CNA1029.jpg|L'aeroporto di Comiso dopo l'arrivo degli Alleati
File:The British Army in Sicily 1943 NA4666.jpg|Gli alleati il 12 luglio marciano verso Catania
File:The British Army in Sicily 1943 NA4940.jpg|La popolazione di Militello assiste all'ingresso degli alleati
File:Bundesarchiv N 1603 Bild-226, Italien, Am Ätna, Vierlingsflak auf LKW.jpg|Batteria della Flak tedesca sull'Etna
File:The Campaign in Sicily 1943 NA5141.jpg|Ufficiali a rapporto dal generale Montgomery il 25 luglio a Lentini
File:Bundesarchiv Bild 183-J14917, Sizilien, Fla - MG sichert Kolonne bei der Rast.jpg|MG tedesca nascosta in un vigneto
File:Bundesarchiv Bild 183-J14953, Sizilien, Panzer VI (Tiger I).jpg|Panzer Tiger tedesco in Sicilia nell'agosto 1943
File:Bundesarchiv N 1603 Bild-228, Messina, Bildberichter auf Flakturm.jpg|Militari tedeschi a Messina nell'agosto 1943
File:Troops from 2nd Battalion, The Northamptonshire Regiment wait to board landing craft at Catania, Sicily, for the invasion of Italy, 2 September 1943. NA6283.jpg|Fanti britannici in attesa di salire sui mezzi da sbarco nel porto di Catania il 2 settembre
File:The Allied Military Government in Sicily, 1943 TR1422.jpg|Lord Rennell of Rodd, capo dell'[[AMGOT]] in Sicilia
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== Nel cinema e nella TV ==
L'Operazione Husky è stata oggetto, parziale o totale, di alcuni film del dopoguerra, tra i quali:
* ''[[Paisà]] '', film italiano del [[1946]] in sei episodi, diretto da [[Roberto Rossellini]], I episodio
* ''[[Patton, generale d'acciaio]]'', film [[Stati Uniti d'America|statunitense]] del [[1970]], diretto da [[Franklin J. Schaffner]]
* ''[[Liberation (serie TV)|Liberation]]'', [[serie televisiva]] 1970/71, coproduzione russo-polacca-tedesca (DDR)-italiana-yugoslava per la regia di [[Yuri Ozerov]], II film
* ''[[L'uomo che non è mai esistito]]'', film inglese del [[1954]], diretto da [[Ronald Neame]] (operazione di depistaggio spionistico in preparazione dello sbarco)
* ''[[Battle Force (film 2012)|Battle Force]]'', film statunitense del 2012 diretto da [[Scott Martin (regista)|Scott Martin]] (operazione di ''commando'' per recuperare uno degli ideatori del piano caduto in mani tedesche)
 
== Note ==
<references />
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== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Rick Atkinson|wkautore=|titolo=Il giorno della battaglia. Gli Alleati in Italia 1943-1945|editore=Mondadori|collana=|annooriginale=2007|anno=2008|città=Milano|edizione=|id=ISBN 978-88-04-58396-7|cid=Atkinson}}
*{{cita libro|autore=Alfio Caruso|wkautore=Alfio Caruso|titolo=Arrivano i nostri. 10 luglio 1943: gli Alleati sbarcano in Sicilia|editore=Tea|città=Milano|annooriginale=2004|anno=2006|edizione=|id=ISBN 88-502-1100-7|cid=Caruso}}
*{{cita libro|autore=Arrigo Petacco|wkautore=Arrigo Petacco|titolo=La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2001|annooriginale=1995|id=ISBN 88-04-42675-6|cid=Petacco}}
*{{cita libro|autore=Gianni Rocca|wkautore=Gianni Rocca|titolo=L'Italia invasa 1943-1945|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1998|edizione=I edizione|id=ISBN 88-04-42125-8|cid=Rocca}}
 
== Voci correlate ==
* [[Sbarco di Anzio]]
* [[Sbarco a Salerno]]
* [[Operazione Dragoon]]
* [[Sbarco in Normandia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Operation Husky}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.provincia.catania.it/il_territorio/musei/museo_dello_sbarco_in_sicilia/ Sezione dedicata allo sbarco in Sicilia presso il museo storico della provincia di Catania]
* {{en}} [http://www.history.army.mil/brochures/72-16/72-16.htm ''Sicily: 9 July - 17 August 1943'']
* [http://www.storiaxxisecolo.it/secondaguerra/Parte%20Prima.pdf ''Lo sbarco in Sicilia'']. Storia. II Guerra Mondiale. Cap.1
* [http://www.lavedettaonline.it/readarticle.php?article_id=21 ''La Vedettaonline'']
* [http://www.militaryhistoryonline.com/wwii/husky/naval.aspx?p=6/ HUSHY Operation by Thomas E.Nutter'']
* [http://www.american-divisions.com/doc.asp?documentid=108&pagenumber=1 HUSKY Planning]
* [http://books.google.it/books?id=XDqBUqnrFLYC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false/ With Utmost Spirit: Allied Naval Operations in the Mediterranean: 1942 1945]
* [https://archive.org/details/NPC-15678 Sbarco a Gela 03/1943 - 07/1943]
* [http://www.history.navy.mil/research/library/online-reading-room/title-list-alphabetically/s/the-sicilian-campaign-operation-husky.html/ Action Report Western Naval Task Force. The Sicilian Campaign "Operation Husky" July-August 1943]
 
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