Letteratura siciliana e Elsdorf (Bassa Sassonia): differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
La '''letteratura siciliana''' comprende tutti i testi letterari scritti in [[lingua siciliana]] e si è sviluppata in [[Sicilia]] dal [[XIII secolo]] ai giorni nostri. Essa ha una componente popolare importante, poiché per secoli (e spesso tuttora) la produzione orale è stata molto più coltivata di quella scritta. Gli studiosi si trovano così di fronte ad un'imponente tradizione popolare, che è stata codificata solo nel [[XIX secolo]], e ad un minor numero di documenti scritti di alto valore letterario.
|Nome=Elsdorf
|Nome ufficiale=
|Panorama=
|Didascalia=
|Bandiera=
|Voce bandiera=
|Stemma=Wappen Elsdorf.jpg
|Voce stemma=
|Stato=DEU
|Grado amministrativo=4
|Tipo=[[Comuni della Germania|Comune]], apparten. a una ''[[Comunità amministrative della Germania|Samtgemeinde]]''
|Divisione amm grado 1=Bassa Sassonia
|Divisione amm grado 2=no
|Divisione amm grado 3=Rotenburg (Wümme)
|Amministratore locale=
|Partito=
|Data elezione=
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=53
|Latitudine minuti=15
|Latitudine secondi=
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=09
|Longitudine minuti=21
|Longitudine secondi=
|Longitudine EW=E
|Abitanti=2106
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=31-12-2008
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=
|Prefisso=(+49) 04281, 04282, 04286
|Mappa=Elsdorf in ROW.svg
|Didascalia mappa=
}}
 
'''Elsdorf''' è un [[Comuni della Germania|comune]] di 2.106 abitanti della [[Bassa Sassonia]], in [[Germania]].
== La storia ==
=== Le origini: la cultura popolare ===
Uno dei personaggi più conosciuti della letteratura popolare siciliana è [[Giufà]]. Questo nome deriva da Giovanni, prima abbreviato in ''Giovà'' e poi adattato in ''Giufà''. Lo scrittore e studioso della lingua siciliana [[Giuseppe Pitrè]], nel libro ''Racconti Popolari Siciliani'', ha trattato la storia di questo personaggio, reso famoso tramite i racconti di generazione in generazione e tuttora conosciuto dalla maggior parte dei siciliani.
 
Appartiene al [[circondari della Germania|circondario]] (''Landkreis'') di [[Circondario di Rotenburg (Wümme)|Rotenburg (Wümme)]] ([[Targhe d'immatricolazione tedesche|targa]] ROW) ed è parte della [[comunità amministrative della Germania|comunità amministrativa]] (''Samtgemeinde'') di [[Samtgemeinde Zeven|Zeven]].
I primi due testi interamente in siciliano sono due ricette conservate nel [[codice di guardia]] di un [[manoscritto]] francese, una per creare il colore [[azzurro]] e una per placare il desiderio [[sessualità|sessuale]]. Sono state studiate da [[Antonino Pagliaro]].
<!--
 
==Geografia fisica==
===La [[Scuola siciliana]] ===
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[[Immagine:Frederick II and eagle.jpg|thumb|200px|L'imperatore Federico II]]
I primi componimenti poetici in volgare siciliano risalgono al [[XIII secolo]], quando si affermò presso la corte di [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II]] (e si sviluppò ulteriormente sotto il regno del figlio [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]]) la famosa [[scuola siciliana]]. Si trattava di un gruppo di funzionari statali che coltivavano la poesia, seguendo temi prettamente amorosi e riprendendo le liriche dei poeti [[Letteratura occitanica|provenzali]], i [[trovatore|trovatori]].
 
==Storia==
Rimangono solo due componimenti nell'originale volgare siciliano, salvati da [[Giovanni Maria Barbieri]]: ''Pir meu cori alligrari'' di [[Stefano Protonotaro]] da [[Messina]] e ''S'iu truvassi Pietati'' di [[Enzo di Sardegna|Re Enzo]], figlio di Federico. Tutte le altre poesie furono tradotte in fiorentino dai [[amanuense|copisti]] toscani, che le conservarono in alcuni [[manoscritto|manoscritti]], tra cui il [[Canzoniere Vaticano Latino 3793|Vaticano Latino 3793]] e il [[Laurenziano Rediano 9]].
{{...}}
 
==Società==
Tra gli altri poeti i più famosi sono [[Giacomo da Lentini]], considerato il caposcuola e anche l'inventore del [[sonetto]] e l'alcamese [[Cielo d'Alcamo]], autore del famoso contrasto ''Rosa fresca aulentissima'' del [[1231]] <ref>Carlo Salinari, Carlo Ricci, Storia della letteratura italiana, Laterza, Roma-Bari, 1991, pagg. 197-198</ref>. Vi sono inoltre i messinesi [[Guido delle Colonne]], [[Mazzeo di Ricco]], [[Odo delle Colonne]], [[Ruggieri d'Amici]] e [[Tommaso di Sasso]], i campani [[Rinaldo d'Aquino]] e [[Pier della Vigna]], il lentinese [[Arrigo Testa]], il pisano [[Jacopo Mostacci]], il genovese [[Percivalle Doria]], il toscano [[Compagnetto da Prato]], il pugliese [[Giacomino Pugliese]], il francese [[Giovanni di Brienne]] e il piemontese [[Paganino da Serzana]].
===Evoluzione demografica===
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==Economia==
[[Dante Alighieri]], nel dodicesimo capitolo del primo libro del trattato del ''[[De vulgari eloquentia]]'', ricorda il [[volgare siciliano]] come uno tra i più illustri volgari italiani del suo periodo:
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===Turismo===
{{quote|Il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli Italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell'isola hanno cantato con solennità.}}
{{...}}
 
==Cultura==
Subito dopo, però, il poeta spiega che non sta scrivendo del volgare del popolo, ma degli intellettuali:
{{...}}
 
==Suddivisione amministrativa==
{{quote|Il volgare siciliano, a volerlo prendere come suona in bocca ai nativi dell'isola di estrazione media (ed è evidentemente da loro che bisogna ricavare il giudizio), non merita assolutamente l'onore di essere preferito agli altri, perché non si può pronunciarlo senza una certa lentezza… Se invece lo vogliamo assumere nella forma in cui sgorga dalle labbra dei siciliani più insigni… non differisce in nulla dal volgare più degno di lode.}}
{{...}}
 
==Infrastrutture e trasporti==
La citazione di Dante è senza dubbio la prova più evidente della fama che ottennero i poeti della [[Scuola siciliana]] presso i contemporanei.<br/>
{{...}}
In verità, Dante fu con tutta probabilità tradito dalla traduzione toscana delle poesie siciliane, avvenuta di poco posteriormente alla quasi totale distruzione degli archivi siculi per opera francese. Le poche originali copie di cui siamo oggi in possesso furono infatti oggetto di ritrovamento solo intorno al 1500.
 
=== Trecento =Amministrazione==
===Gemellaggi===
Alla scuola siciliana segue un periodo di stagnazione culturale, che non viene aiutata dai governanti: gli [[angioini]] non hanno lo stesso interesse di Federico II per l'isola e la cultura non viene promossa. Nel [[XIV secolo]] la produzione letteraria si concentra prevalentemente nei testi devozionali, tra cui spicca la traduzione del [[Vangelo secondo Matteo]].
{{...}}
 
-->
Questi alcuni dei testi letterari composti in questo secolo: le traduzioni dal [[lingua latina|latino]] effettuate dal [[Giovanni Campolo|frate Johanni Campulu]] (i dialoghi di [[Gregorio di Nissa|San Gregorio]]), [[Accurso di Cremona]] (un libro dello storico [[Valerio Massimo]]) e [[Angelo di Capua]] (l'''[[Eneide]]'').
 
La traduzione degli [[exempla]] del ''[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]'' di Valerio Massimo, realizzata intorno al [[1320]], è stata dedicata a [[Pietro II di Sicilia]]. Si tratta di una delle poche opere medievali a possedere un [[proemio]]. L'autore è un ''mastru in li arti'', proveniente da [[Cremona]] e facente parte della corte siciliana. Il titolo originale è ''[[Libru di Valeriu Maximu]], translatatu in vulgar messinisi per Accursu di Cremona''. Per quanto riguarda l'''Eneide'', [[Angelo di Capua]] si ispirò ad una traduzione toscana nel trasporre in volgare l'opera di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]. L'edizione moderna è curata da Gianfranco Folena.
 
La produzione di [[trattato (opera)|trattati]] scientifici è invece rappresentata da otto testi, tra cui il ''[[Thesaurus pauperum]]'' di [[Arnaldo da Villanova]] e l'''[[Antidotarium Nicolari]]''.
 
=== Quattrocento ===
La ripresa si ha grazie all'opera di [[Francesco Petrarca]], che con il suo ''[[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]]'' influenza ampiamente la produzione letteraria siciliana, dando vita ad un cosiddetto ''[[petrarchismo]] dialettale''. I primi esponenti di questo movimento sono [[Vilardo Di Rocco]], [[Matteo Torello]] e [[Rocco Corbera]].
 
Del [[1477]] è un [[ricettario]] attribuito a [[Luca di Silo]], che mise insieme un gran numero di testi antichi riguardanti i più svariati argomenti, con formule quasi magiche. Si tratta di retaggi di una [[sapienza]] antica, più che della [[folclore|cultura popolare]]. Il testo era destinato prevalentemente ai dottori.
 
=== Cinquecento ===
Durante il secolo successivo, questa corrente si amplia ulteriormente. Ne sono protagonisti [[Girolamo d'Avila]], [[Filippo Paruta]], [[Argisto Giuffredi]], [[Tobiolo Benfari]], [[Mariano Bonincontro]] e soprattutto [[Antonio Veneziano]] e [[Bartolomeo Asmundo]].
 
Il monrealese Antonio Veneziano ha testimoniato con la sua vita avventurosa e le opere anticonformiste il suo animo inquieto. È famoso, oltre che per l'elogio a ''Celia'' che lo inquadra tra i petrarchisti, anche per molte [[satira|satire]].
 
Il riformatore dello studio di Catania Bartolomeo Asmundo, invece, scrisse un centinaio di [[Canzone (metrica)|canzoni]] di tema sacro e profano che furono lette e tradotte da [[Pietro Bembo]].
 
Parallelamente al petrarchismo, si sviluppa l'opera di [[Vincenzo Belando]], conosciuto come l'autore di ''Lettera faceta e chiribizzosa a la Gratiana'', una raccolta di testi e poesie poco decenti, e di alcune commedie.
 
=== Seicento ===
Il movimento dei petrarchisti si conclude con [[Francesco Balducci]] (autore di una ventina di canzoni) e l'allievo [[Simone Rau e Requesens]], poeti attivi nel XVII secolo. Le poesie di questo movimento sono raccolte in un centinaio di [[canzoniere|canzonieri]]. Tra di essi, il più famoso è ''Le Muse Siciliane'', composto da [[Giuseppe Galeano]] e pubblicato nel [[1645]], raccoglie un gran numero di liriche appartenenti a 21 autori differenti.
 
Altri personaggi di spicco del [[Seicento]] siciliano furono il poliedrico [[Tommaso Aversa]], che si fece conoscere soprattutto per la [[commedia]] ''La notti di Palermu'' e che scrisse anche moltissime poesie e una traduzione dell'''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone]], e il poeta menenino [[Paolo Maura]], autore del poemetto autobiografico ''La Pigghiata'' (''La cattura''). Da segnalare anche [[Pietro Fullone]], eclettico autore di testi satirici e di ispirazione religiosa.
 
=== La poesia del Settecento ===
Il secondo periodo d'oro della poesia siciliana si ha tra il [[XVIII secolo|Settecento]] e l'[[XIX secolo|Ottocento]]. A [[Palermo]], si affermò la figura del medico-professore [[Giovanni Meli]], che fu il massimo esponente dell'[[Accademia dell'Arcadia|Arcadia]] in Sicilia e uno degli autori più prolifici.
 
Nello stesso periodo, a [[Catania]] operava [[Domenico Tempio]], autore di alcuni poemetti e di molte poesie [[satira|satiriche]] e [[letteratura erotica|licenziose]]. Tra gli altri poeti del periodo si ricordino [[Giuseppe Marraffino]] e [[Vincenzo Cardile]].
 
=== Il teatro dialettale ===
[[Immagine:Luigi Capuana.jpg|left|thumb|150px|Luigi Capuana]]
Nel XIX secolo, il catanese [[Giovanni Verga]] portò in Italia il [[verismo (letteratura)|verismo]], versione italiana del [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] proveniente dalla [[Francia]] in voga in quegli anni in [[Europa]]. Fu però [[Luigi Capuana]] a svilupparlo in siciliano attraverso alcune sue opere teatrali. La più importante, ''[[s:Malìa|Malìa]]'', fu messa in scena da [[Giovanni Grasso]] e musicata da [[Francesco Paolo Frontini]]. Le sue [[commedia|commedie]] sono state incluse nel volume ''Teatro dialettale siciliano'', del [[1910]]-[[1921]].
 
[[Immagine:Luigi Pirandello.jpg|thumb|150px|Luigi Pirandello]]
L'inizio del [[XX secolo|Novecento]] è dominato dalla figura di [[Luigi Pirandello]]. Oltre ad essere una pietra miliare della letteratura italiana, l'agrigentino ha anche scritto molte opere teatrali in siciliano. Tra queste si ricordano ''[[Liolà (Pirandello)|Liolà]]'' e ''[[Pensaci, Giacomino!]]'', messe in scena da [[Angelo Musco]].
 
Inoltre, le opere teatrali di [[Nino Martoglio]] (poeta, scrittore, giornalista, regista di teatro e cinematografico) hanno anche contribuito al rilancio del cosiddetto ''[[teatro dialettale]]'' siciliano, che verrà portato avanti per tutto il secolo da molti autori. I maggiori esponenti sono [[Giambattista Spampinato]], [[Giovanni Formisano Jr.]] e [[Agata Giardina]]. [[Alfredo Mazzone]] merita una menzione a parte, perché con il suo ''[[teatro di riviviscenza]]'' ha messo in scena le migliori trasposizioni teatrali delle opere di Verga e ha anche scritto delle opere pubblicate solo nel [[2002]].
 
=== Novecento ===
Nel [[1904]], l'ex garibaldino [[Tommaso Cannizzaro]] pubblicò la sua traduzione in siciliano della ''[[Divina Commedia]]'' di Dante. Il suo lavoro titanico è stato intrapreso nuovamente anche da padre [[Domenico Canalella]], che ha inoltre tradotto l<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' e l'''[[Odissea]]'' di [[Omero]].
 
Dopo la [[Prima guerra mondiale]], [[Ignazio Buttitta]] inizia la sua brillante carriera di poeta dialettale, che rende un simbolo della ricerca dei valori perduti della lingua siciliana, che a poco a poco viene sostituita dall'[[lingua italiana|italiano]]. Al suo fianco sorgono decine di poeti minori, tutti dilettanti che fanno il possibile per recuperare le tradizioni. Il [[Ragusa|ragusano]] [[Vann'Antò]] è uno di questi, che si ispira al paesaggio contadino e rurale per la composizione delle sue poesie. Tra gli altri si ricordano [[Vincenzo De Simone]], [[Vanni Pucci]], [[Alessio Di Giovanni]], [[Vito Mercadante]], e il gruppo dei catanesi [[Giovanni Formisano]], [[Alfredo Danese]], [[Salvatore Camilleri]], [[Antonino Magrì]] e [[Maria Sciavarrello]].
 
=== Duemila ===
Sicuramente l'uomo del [[XXI secolo|nuovo millennio]] è [[Andrea Camilleri]], autore di teatro e scrittore che è riuscito a trovare il modo di diffondere il siciliano in Italia e nel mondo. I suoi romanzi sono scritti con un linguaggio molto particolare, con una sintassi decisamente siciliana e un lessico a metà tra italiano e siciliano, in modo tale da poter essere compreso anche da chi parla l'italiano senza aver bisogno di traduzioni. La bravura come narratore gli ha consentito anche un'ampia diffusione all'estero. Nell'immaginario collettivo, Camilleri è associato al personaggio di [[Commissario Montalbano|Salvo Montalbano]], commissario della città immaginaria di Vigata.
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
*[[Scuola siciliana]]
*[[Sicilianità]]
 
== Bibliografia ==
* Nunzio Zago, ''Racconto della letteratura siciliana'', Giuseppe Maimone Editore, Catania 2000
* Antonino Pagliaro, '' I primordi della lirica popolare in Sicilia'', 1956, Firenze
*Antonino Pagliaro, ''La «Barunissa di Carini»: stile e struttura'', Biblioteca del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1ª serie, 12, 1956
* Mirella Maugeri Salerno (a cura di), ''Pirandello e dintorni'', Giuseppe Maimone Editore, Catania 1987
* Sarah Zappulla Muscarà (a cura di), ''Narratori siciliani del secondo dopoguerra'', Giuseppe Maimone Editore, Catania 1990
* Elio Providenti (a cura di), ''Archeologie pirandelliane'', Giuseppe Maimone Editore, Catania, 1990
* Ferlita Salvatore, ''Alla corte di Federico. Studi di letteratura siciliana'', Bonanno editore, 2012
*Di Marco Salvatore, ''Il versante dialettale. Saggi di letteratura siciliana'', Nuova IPSA, 2010
* Enzo Siciliano, '' L'isola. Scritti sulla letteratura siciliana'', Manni, 2003
*Antonino De Stefano, ''La cultura siciliana alla corte di Federico II imperatore, Palermo, 1938
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|bcommons=StoriaCategory:Elsdorf della(Lower letteratura italiana/La lirica sicilianaSaxony)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.sicilyweb.com/arte/letteratura.htm Informazioni su Sicilyweb.com]
 
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Germania}}
 
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