Margherita di Savoia e Deborah Iurato: differenze tra le pagine

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{{Artista musicale
{{nota disambigua}}
|nome = Deborah Iurato
{{Nota disambigua||[[Regina Margherita (disambigua)]]|Regina Margherita}}
|tipo artista = Cantante
{{Monarca
|nazione = ITA
| nome=Margherita di Savoia
|immagine =
| titolo=[[Regno d'Italia (1861-1946)|Regina consorte d'Italia]]
|didascalia = Deborah Iurato durante il ''Sono ancora io tour'' nell'agosto 2016
| stemma= CoA Margherita of Savoy queen of Italy.svg
|genere = Pop
| immagine=Queen Margharitha di Savoia.jpg
|nota genere = <ref name=genere>{{allmusic|artist|0003268439|Deborah Iurato}}</ref>
| legenda=Margherita di Savoia, regina d'Italia
|anno inizio attività = 2014
| regno=9 gennaio [[1878]] - 29 luglio [[1900]]
|anno fine attività = in attività
| nome completo=Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia
|etichetta = [[Columbia Records|Columbia]]
| consortedi=[[Umberto I di Savoia]]
|numero totale album pubblicati = 3
| figli=[[Vittorio Emanuele III di Savoia]]
|numero album studio = 3
| predecessore=[[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]] (come ''Regina di [[Sardegna]]'')
|numero album live =
| successore=[[Elena di Savoia|Elena del Montenegro]]
|numero raccolte =
| consorte di=[[Umberto I di Savoia]]
|casa reale = [[Casa Savoia|Savoia]]
|dinastia = [[Savoia-Genova]]
| padre=[[Ferdinando di Savoia-Genova (1822-1855)|Ferdinando di Savoia-Genova]]
| madre=[[Elisabetta di Sassonia]]
| data di nascita=20 novembre [[1851]]
| luogo di nascita=[[Torino]], [[Italia]]
| data di morte=4 gennaio [[1926]]
| luogo di morte=[[Bordighera]], [[Italia]]
| place of burial=
}}
{{Citazione|Era una vera e seria professionista del trono, e gl'italiani lo sentirono. Essi compresero che, anche se non avessero avuto un gran Re, avrebbero avuto una grande Regina.<ref>Montanelli-Gervaso, ''Storia d'Italia. Volume 2 (1861-1919)'' edita con ''Il Corriere della Sera'', p. 142</ref>|[[Indro Montanelli]]}}
{{Bio
|Nome = Deborah
|Nome = Margherita Maria Teresa Giovanna di
|Cognome = SavoiaIurato
|ForzaOrdinamento = Margherita di Savoia
|Sesso = F
|LuogoNascita = TorinoRagusa
|GiornoMeseNascita = 2021 novembre
|AnnoNascita = 18511991
|LuogoMorte = Bordighera
|GiornoMeseMorte = 4 gennaio
|AnnoMorte = 1926
|Attività = cantante
|FineIncipit = come consorte di [[Umberto I di Savoia]], fu la prima regina d'Italia poiché la moglie di [[Vittorio Emanuele II]], [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena]], era morta nel [[1855]], prima della proclamazione del [[Regno d'Italia]] avvenuta nel [[1861]]
|DidascaliaEpoca = 2000
|Nazionalità = italiana
|Categorie = no
|PostNazionalità = , vincitrice della tredicesima edizione del [[talent show]] ''[[Amici di Maria De Filippi]]''
}}
 
== Biografia ==
Negli anni in cui fu al fianco di Umberto come principessa ereditaria e, dal [[1878]], come regina d'Italia, esercitò una notevole influenza sulle scelte del marito e un grande fascino presso la popolazione, facendo sapiente uso delle proprie apparizioni pubbliche, concepite per attrarre il popolo con un abbigliamento ricercato e una costante affabilità. Secondo [[Ugoberto Alfassio Grimaldi]], fu il personaggio politico dell'Italia unita che suscitò, dopo [[Garibaldi]] e [[Mussolini]], «i maggiori entusiasmi nelle classi elevate e nelle classi umili».<ref>U. A. Grimaldi, ''Prefazione'' a R. Bracalini, ''La regina Margherita'', Milano 1983, p. 8</ref>
=== Amici 13 e ''Deborah Iurato'' (2014) ===
Deborah Iurato ha esordito nel 2014 nel [[talent show]] ''[[Amici di Maria De Filippi]]'', vincendo la tredicesima edizione. Nello stesso periodo ha debuttato con il suo primo EP, intitolato anch'esso ''[[Deborah Iurato (EP)|Deborah Iurato]]'' e che ha raggiunto la seconda posizione della [[Classifica FIMI Album|classifica italiana degli album]], oltre ad essere stato certificato disco di platino dalla [[Federazione Industria Musicale Italiana|FIMI]] per le oltre 50.000 copie vendute.<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.italiancharts.com/showitem.asp?interpret=Deborah+Iurato&titel=Deborah+Iurato&cat=a|titolo = Deborah Iurato|editore = italiancharts.com|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> Questa pubblicazione è stata accompagnata dal singolo ''[[Danzeremo a luci spente]]'', uscito in radio il 2 maggio 2014 e che ha ottenuto la certificazione disco d'oro dalla [[Federazione Industria Musicale Italiana|FIMI]] per aver venduto oltre 25.000 copie,<ref>{{Cita web|url = http://www.earone.it/news/deborah_iurato_danzeremo_a_luci_spente_radio_date_02_05_2014_10543269/|titolo = Deborah Iurato - Danzeremo a luci spente (Radio Date: 02-05-2014)|autore = Eleonora Romanò|editore = EarOne|data = 30 aprile 2014|accesso = 13 aprile 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.allmusicitalia.it/top10/certificazioni-vasco-disco-oro-moda.html|titolo = CERTIFICAZIONI: VASCO Disco D'oro In Una Settimana, I MODA' Conquistano Il Triplo Platino E...|editore = aLLMusicItalia|data = 4 aprile 2016|accesso = 13 aprile 2016}}</ref> dal singolo ''[[Anche se fuori è inverno]]'', scritto da [[Fiorella Mannoia]] e che ha ottenuto un buon successo in Italia, raggiungendo la vetta della classifica dei singoli italiana e venendo certificato anch'esso disco d'oro dalla FIMI,<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.italiancharts.com/showitem.asp?interpret=Deborah+Iurato&titel=Anche+se+fuori+%E8+inverno&cat=s|titolo = Anche se fuori è inverno|editore = italiancharts.com|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> oltre a una candidatura da parte di [[RTL 102.5]] come brano dell'estate 2014 al [[Summer Festival (seconda edizione)|Summer Festival]],<ref>{{Cita web|url = http://realityshow.blogosfere.it/post/541273/coca-cola-summer-festival-deborah-iurato-ricanta-anche-se-fuori-e-inverno-il-video|titolo = Coca Cola Summer Festival, Deborah Iurato ricanta Anche se fuori è inverno: il video|autore = Fabio Traversa|editore = BlogoSfere|data = 19 luglio 2014|accesso = 17 dicembre 2016}}</ref> e da ''[[Piccole cose (Deborah Iurato)|Piccole cose]]'', estratto in radio il 25 luglio.<ref>{{Cita web|url = http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/spettacoli/deborah-iurato-in-radio-piccole-cose-1.1862522|titolo = Deborah Iurato, in radio Piccole cose|editore = Il Giornale di Vicenza|data = 24 luglio 2014|accesso = 5 novembre 2016}}</ref>
 
Durante l'estate 2014 la cantante è stata ospite dei concerti di [[Fiorella Mannoia]] tenuti a [[Taormina]], [[Palermo]] e [[Gela]]<ref>{{cita news|url=https://www.radiotaormina.it/primo-piano/2014/08/18/fiorella-mannoia-ospita-deborah-iurato/|titolo=Fiorella Mannoia ospita Deborah Iurato|data=18 agosto 2014|accesso=11 giugno 2019|editore=radiotaormina.it}}</ref> e di quello di [[Alessandra Amoroso]] svoltosi a [[Catanzaro]].<ref>{{Cita web|url = http://www.optimaitalia.com/blog/2014/07/16/alessandra-amoroso-in-tour-con-sorprese-sul-palco-unaltra-vincitrice-di-amici-di-maria-de-filippi/159379|titolo = Alessandra Amoroso in tour con sorprese: sul palco un'altra vincitrice di Amici di Maria De Filippi|autore = Claudia Gagliardi|editore = Optima Italia|data = 16 luglio 2014|accesso = 17 dicembre 2016}}</ref>
Cattolica, fieramente attaccata a Casa Savoia e profondamente reazionaria, fu una nazionalista convinta e sostenne la politica imperialista di [[Francesco Crispi]]. L'incitamento alla repressione delle rivolte popolari, come avvenne a [[Milano]] nel [[1898]], per quanto controverso non ne compromise l'immagine, forse perché fu la prima donna italiana a sedere sul trono del paese neocostituito.<ref>Così sul risvolto di copertina di R. Bracalini, cit.</ref> A corte, gestì un circolo culturale settimanale che le valse l'ammirazione di poeti e intellettuali e la collocò forse, almeno sotto questo aspetto, più a sinistra di molte altre dame dell'aristocrazia.<ref>C. Casalegno, ''La regina Margherita'', Torino 1956, p. 80</ref> I suoi balli, inoltre, come quelli cui partecipò, celavano spesso un piano diplomatico, e nelle sue intenzioni cercarono in particolare di assicurare una mediazione con l'[[Nobiltà nera|aristocrazia "nera"]], rimasta fedele al [[Vaticano]] dopo la [[presa di Roma]].
 
=== ''Libere'' (2014-2015) ===
Molti furono gli omaggi popolari e poetici tributati alla nobildonna (dalla [[pizza Margherita]] alla celebre ode [[Giosuè Carducci|carducciana]] ''Alla regina d'Italia'', scritta subito dopo la visita [[Bologna|bolognese]] dei sovrani nel novembre 1878), anche negli anni successivi all'assassinio del marito, quando diventò regina madre.
Il 17 ottobre 2014 la cantante ha pubblicato il singolo ''[[L'amore vero]]'',<ref>{{Cita web|url = http://www.earone.it/news/deborah_iurato_l_amore_vero_radio_date_17_10_2014_12436215/|titolo = Deborah Iurato - L'amore vero (Radio Date: 17-10-2014)|autore = Eleonora Romanò|editore = 15 ottobre 2014|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> che ha anticipato il suo album di debutto ''[[Libere]]'', prodotto da [[Mario Lavezzi]] e che ha raggiunto l'undicesima posizione nella classifica italiana degli album.<ref>{{Cita web|lingua = en|url = http://www.italiancharts.com/showitem.asp?interpret=Deborah+Iurato&titel=Libere&cat=a|titolo = Libere|editore = italiancharts.com|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> L'album è stato promosso dai singoli ''[[Dimmi dov'è il cielo]]'' e l'omonimo ''[[Libere (singolo)|Libere]]'', rispettivamente usciti il 5 dicembre 2014 e il 13 marzo 2015,<ref>{{Cita web|url = http://www.earone.it/news/deborah_iurato_dimmi_dov_e_il_cielo_radio_date_05_12_2014_12970482/|titolo = Deborah Iurato - Dimmi dov'è il cielo (Radio Date: 05-12-2014)|autore = Eleonora Romanò|editore = 2 dicembre 2014|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.earone.it/news/deborah_iurato_libere_radio_date_13_03_2015_13962978/|titolo = Deborah Iurato - Libere (Radio Date: 13-03-2015)|autore = Eleonora Romanò|editore = 10 marzo 2015|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> nonché da un tour promozionale svoltosi tra il 2014 e il 2015.
 
Il 13 febbraio 2015 la cantante ha aperto il concerto di [[Lionel Richie]] tenutosi al [[Mediolanum Forum]] di [[Assago]],<ref>{{Cita web|url = http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2015/02/05/deborah-iurato-apre-live-lionel-richie_771d0884-1a1f-49d5-8d20-9aaebd4b1287.html|titolo = Deborah Iurato apre live Lionel Richie|editore = [[ANSA]]|data = 5 febbraio 2015|accesso = 5 novembre 2016}}</ref> mentre nel concerto tenuto al [[Teatro Dal Verme]] di [[Milano]] il mese seguente hanno partecipato in qualità di ospiti d'eccezione [[Giovanni Caccamo (cantante)|Giovanni Caccamo]], [[Loredana Bertè]] e [[Rocco Hunt]] rispettivamente nei brani ''[[L'amore vero]]'', ''[[E la luna bussò/Folle città|E la luna bussò]]'' e ''Sono molto buona''.<ref>{{Cita web|url = http://www.liveclub.it/evento/deborah-iurato/#.VzCrkZBf3cc|titolo = Domenica, 15 Marzo 2015 - DEBORAH IURATO|editore = Live Music Club|accesso = 9 maggio 2016}}</ref> Nella data del 22 marzo invece è stata ospite [[Fiorella Mannoia]], con la quale ha cantato ''Treni a vapore''.<ref>{{Cita web|url = http://www.radioitalia.it/news/deborah_iurato/tour/9809_libere_tour_deborah_iurato_live_con_mannoia_berte_rocco_hunt_e_caccamo.php|titolo = Libere Tour: Deborah Iurato live con Mannoia, Berté, Rocco Hunt e Caccamo|data = 2 marzo 2015|editore = [[Radio Italia]]|accesso = 9 maggio 2016}}</ref>
==Biografia==
===L'infanzia e l'adolescenza===
Margherita venne alla luce nel [[Palazzo Chiablese]] di Torino alle 0.45 del 20 novembre 1851, figlia di [[Ferdinando di Savoia-Genova (1822-1855)|Ferdinando di Savoia-Genova]], primo duca di Genova, e di [[Elisabetta di Sassonia]], figlia del re [[Giovanni di Sassonia]]. Il battesimo fu celebrato lo stesso giorno in una cappella «all'opportunità allestita e con splendidezza adornata»<ref>Così nell'''Atto autentico della fede di nascita e di battesimo'', citato in appendice a O. Roux, ''La prima regina d'Italia'', Milano 1901</ref>, alla presenza del presidente del Consiglio [[Massimo d'Azeglio]], di [[Alfonso La Marmora]] e del [[Camillo Benso, conte di Cavour|conte di Cavour]], allora ministro della Marina e dell'Agricoltura e Commercio.<ref>C. Casalegno, cit., p. 13. Il sacramento le fu impartito da monsignor Alessandro Riccardi di Netro, che nel 1867 diventerà arcivescovo di Torino e celebrerà l'anno successivo le nozze di Margherita</ref> Rimase orfana di padre all'età di quattro anni, e con la madre e il fratello minore [[Tommaso di Savoia-Genova|Tommaso duca di Genova]] passò l'infanzia e l'adolescenza nel Palazzo Chiablese. Elisabetta era stata confinata da [[Vittorio Emanuele II]] al [[castello di Govone]] prima e nella villa di Stresa poi, come punizione per avere sposato clandestinamente un borghese, Nicola Rapallo (1856). L'intercessione di Giovanni di Sassonia e di [[Carlotta di Prussia|Aleksandra Fëdorovna]], zarina madre, portò alla riabilitazione di Elisabetta e all'accettazione del matrimonio, mentre lo sposo fu creato marchese di Rapallo.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 18-19</ref>
 
=== ''Sono ancora io'' (2015-presente) ===
[[File:Margheritadisavoia.jpg|upright=1.1|left|thumb|Margherita di Savoia in una foto del 1868]]
Il 5 giugno 2015 è uscito il singolo inedito ''[[Da sola]]'', scritto da [[Giovanni Caccamo (cantante)|Giovanni Caccamo]], musicato da Placido Salomone e presentato il giorno precedente ai [[Wind Music Awards 2015]]<ref>{{Cita web|url = http://www.allmusicitalia.it/news/da-sola-e-il-regalo-di-giovanni-caccamo-per-deborah-iurato.html|titolo = "Da Sola" È Il Regalo Di GIOVANNI CACCAMO Per DEBORAH IURATO (VIDEO)|editore = aLLMusicItalia|data = 8 giugno 2015|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> e il 26 dello stesso mese alla seconda serata del [[Summer Festival]],<ref>{{Cita web|url = http://www.optimaitalia.com/blog/2015/07/17/video-di-deborah-iurato-al-coca-cola-summer-festival-in-da-sola-linno-alla-liberta/212784|titolo = Video di Deborah Iurato al Coca-Cola Summer Festival in Da Sola, l'inno alla libertà|autore = Cinzia Del Prete|editore = Optima Italia|data = 17 luglio 2015|accesso = 17 aprile 2016}}</ref> manifestazione alla quale la cantante si è classificata seconda.<ref>{{Cita web|url = http://www.soundsblog.it/post/405075/coca-cola-summer-festival-2015-seconda-puntata-26-giugno-anticipazioni-cantanti-diretta|titolo = Coca Cola Summer Festival 2015: anticipazioni, live e vincitore della seconda puntata|autore = Fabio Morasca|editore = SoundsBlog|data = 16 luglio 2015|accesso = 17 aprile 2016}}</ref>
 
Nell'agosto 2015 è stata rivelata la collaborazione della Iurato con il cantautore milanese Marco Rotelli alla realizzazione del brano ''Fermeremo il tempo'', pubblicato come singolo nel settembre 2015.<ref>{{Cita web|url = http://www.allmusicitalia.it/news/deborah-iurato-e-marco-rotelli-arrivera-a-settembre-il-duetto-in-fermeremo-il-tempo.html|titolo = DEBORAH IURATO E MARCO ROTELLI Arriverà A Settembre Il Duetto In "Fermeremo Il Tempo"|autore = Alessandro Genovese|editore = aLLMusicItalia|data = 21 agosto 2015|accesso = 10 febbraio 2016}}</ref> Nel febbraio 2016 ha esordito al [[Festival di Sanremo 2016|Festival di Sanremo]] insieme a Giovanni Caccamo nella categoria "Campioni" con il singolo ''[[Via da qui (Giovanni Caccamo e Deborah Iurato)|Via da qui]]'', classificatosi terzo alla manifestazione.<ref>{{Cita web|url = http://www.leggo.it/spettacoli/sanremo/sanremo_classifica_completa_altri_premi-1550654.html|titolo = Sanremo 2016, la classifica completa e gli altri premi|editore = [[Leggo]]|data = 14 febbraio 2016|accesso = 14 febbraio 2016}}</ref> Il singolo è stato successivamente inserito nel secondo album in studio ''[[Sono ancora io]]'', uscito il 12 febbraio 2016.<ref>{{Cita web|url = https://sonymusic.it/news/esce-oggi-sono-ancora-io-il-nuovo-album-di-deborah-iurato-include-via-da-qui-il-duetto-con-giovanni-caccamo-gara-sanremo-2016/|titolo = Esce oggi "SONO ANCORA IO", il nuovo album di DEBORAH IURATO. Include "VIA DA QUI", il duetto con GIOVANNI CACCAMO in gara a SANREMO 2016|editore = [[Sony Music]]|data = 12 febbraio 2016|accesso = 17 maggio 2016}}</ref> Il 20 maggio è uscito il terzo singolo estratto dall'album, l'omonimo ''[[Sono ancora io (singolo)|Sono ancora io]]''.<ref>{{Cita web|url = http://www.earone.it/news/deborah_iurato_sono_ancora_io_radio_date_20_05_2016_19075533/|titolo = Deborah Iurato - Sono ancora io (Radio Date: 20-05-2016)|autore = Claudia Attanasi|editore = EarOne|data = 16 maggio 2016|accesso = 17 maggio 2016}}</ref>
Il rapporto con la madre fu piuttosto difficile, dal momento che la bambina mal sopportava le sue confidenze con il nuovo marito. La prima educazione della piccola fu affidata alla contessa Clelia Monticelli di Casalrosso, una donna severa e bigotta, presto sostituita da un'istitutrice che occupò un posto di primo piano nell'infanzia e nell'adolescenza della futura regina d'Italia: la giovane austriaca Rosa Arbesser. Rosa, dolce, raffinata, di buona cultura e notevole intelligenza, diede a Margherita la serenità necessaria, instaurando con lei un legame strettissimo. Quando, in età adulta, la baronessa [[Olimpia Savio]] chiese «come fosse avvenuto che, rimasta sempre nella stretta [...] atmosfera di Corte, [...] fosse cresciuta di gusti, d'istinti, di abitudini così diverse», Margherita assegnò buona parte del merito all'amata istitutrice.<ref>O. Savio, ''Memorie raccolte da Raffaello Ricci'', Milano, Treves, 1911, vol. II, p. 206</ref>
 
A fine luglio 2016 è stata rivelata la collaborazione con il rapper [[Moreno (rapper)|Moreno]] per la realizzazione del brano ''Lasciami andare'', contenuto nel album di quest'ultimo, ''[[Slogan (album)|Slogan]]''.<ref>{{Cita web|url = http://www.cubemagazine.it/moreno-in-arrivo-il-nuovo-album-intitolato-slogan-tracklist/|titolo = Moreno: in arrivo il nuovo album intitolato Slogan – tracklist|autore = Lilly Leone|editore = Cube Magazine|data = 30 luglio 2016|accesso = 31 luglio 2016}}</ref> Dal 16 settembre al 4 novembre è stata concorrente della [[Tale e quale show (sesta edizione)|sesta edizione]] del programma televisivo ''[[Tale e quale show]]'',<ref>{{Cita web|url = http://www.sorrisi.com/tv/reality-e-talent/tale-e-quale-show-2016-concorrenti-visti-da-carlo-conti/|titolo = «Tale e quale show 2016», i concorrenti visti da Carlo Conti|editore = [[TV Sorrisi e Canzoni]]|data = 13 settembre 2016|accesso = 14 settembre 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160914160932/http://www.sorrisi.com/tv/reality-e-talent/tale-e-quale-show-2016-concorrenti-visti-da-carlo-conti/|dataarchivio = 14 settembre 2016|urlmorto = sì}}</ref> trionfando nella puntata finale.<ref>{{Cita web|url = http://www.lastampa.it/2016/11/26/spettacoli/tv/tale-e-quale-show-deborah-iurato-vince-il-torneo-speciale-le-pagelle-della-sesta-edizione-ET8UGD86bdTWTrd0vy2E1O/pagina.html|titolo = "Tale e quale show", Deborah Iurato vince il torneo speciale: le pagelle della sesta edizione|autore = Andrea Cominetti|editore = [[La Stampa]]|data = 26 novembre 2016|accesso = 17 dicembre 2016}}</ref> Il 3 dicembre è stata ospite nella semifinale della [[Zecchino d'Oro 2016|59ª edizione]] dello [[Zecchino d'Oro]].<ref>{{Cita web|url = http://primapaginaitaly.com/2016/12/zecchino-doro-2016-deborah-iurato-ospite-della-terza/|titolo = Zecchino d'Oro 2016: Deborah Iurato ospite della terza puntata - anticipazioni|autore = Giuda Pantalone|editore = Prima Pagina Italy|data = 3 dicembre 2016|accesso 0 23 dicembre 2016}}</ref>
Fu posta gran cura nel dotare la principessina di una formazione completa: dopo le prime nozioni di cultura generale impartite da don Cipriano Mottura, sacerdote d'impronta liberale, il professor Andrea Tintori le insegnò la storia e la letteratura italiana ed [[Ernesto Allason]] il disegno, mentre il cavalier Carlo Uria e il maestro [[Stefano Tempia]] si occuparono delle lezioni di pianoforte. Per quanto si trattasse di un piano ambizioso ed esteso a numerose discipline, difettava nelle sue basi. Le lettere a [[Marco Minghetti]] rivelano come la fanciulla leggesse Dante prima di aver studiato la grammatica, e come le si proponesse un programma liceale senza averla dotata di una preparazione sufficiente. Questo spiega perché Margherita sviluppasse conoscenze in molti ambiti, ma sempre superficiali, e spiega altresì i numerosi errori di ortografia e sintassi che costelleranno la sua corrispondenza.<ref>C. Casalegno, cit., p. 23</ref>
 
Nel 2018 è stata scelta per cantare la sigla italiana della serie televisiva ''Heidi Bienvenida''.<ref>{{Cita web|url = https://www.sorrisi.com/tv/news-e-anticipazioni/su-rai-gulp-arriva-heidi-bienvenida-nuova-serie-per-ragazzi/|titolo = Su Rai Gulp arriva «Heidi Bienvenida», nuova serie per ragazzi|autore = Giulia Ausani|editore = [[TV Sorrisi e Canzoni]]|data = 6 aprile 2018|accesso = 11 aprile 2018}}</ref>
Margherita ricevette al contempo un'educazione profondamente cattolica: la sua religiosità non verrà mai meno, né si attenuerà quando, divenuta regina, casa Savoia si scontrerà con il Vaticano e con il Pontefice. Il 10 giugno [[1863]] fece la prima comunione nella cappella di palazzo Chiablese, nel [[1866]] la cresima al [[castello di Agliè]].<ref>R. Bracalini, cit., p. 35</ref>
[[File:Disderi, Adolphe Eugène (1810-1890) - Umberto I di Savoia (1844-1900).jpg|thumb|upright=0.7|Umberto nel 1862 in un ritratto di Disdéri]]
Non era mancato tuttavia, sin dall'infanzia, lo spazio dedicato ai giochi e allo svago. Assieme al fratellino [[Tommaso di Savoia-Genova|Tommaso]] assisteva alle corse dei cavalli in presenza del re e di Cavour, e si ricorda un celebre episodio in cui di sottecchi il conte aveva incoraggiato i fratelli all'indisciplina.<ref>F. Crispolti, ''Corone e porpore'', Milano, Treves, 1936, p. 52</ref> Particolarmente lieti erano i lunghi soggiorni al castello di Agliè e alla villa rosminiana di [[Stresa]], dove, ancora bambina, si dedicava ad attività ludiche con le figlie del generale [[Enrico Morozzo Della Rocca]] e della poetessa Irene Verasis di Castiglione, Natalia ed Elena. Adolescente, sviluppò un amore sincero per la poesia e per l'arte, e quindicenne scrisse un poemetto d'argomento medievale intitolato ''Le Gantelet'', illustrandolo di suo pugno.
 
Il 27 maggio 2019, data anche del suo 5º anniversario dalla vittoria di "Amici", annuncia la collaborazione con i Soul System nel nuovo singolo "Stammi bene (on my mind)" in uscita il 7 giugno, primo estratto dal nuovo album in studio in uscita nel 2019.
C'erano poi le settimanali lezioni di ballo, cui prendeva parte tra gli altri il duca d'Aosta [[Amedeo I di Spagna|Amedeo]], fratello del futuro sposo di Margherita. Molto si è discusso circa un amore adolescenziale maturato in queste occasioni tra i due, e gli studiosi hanno sostanzialmente avallato l'ipotesi, pur nell'assenza di prove concrete. Già il 27 settembre [[1862]], alla festa per le nozze di [[Maria Pia di Savoia]] con il re portoghese [[Luigi I di Portogallo|Luigi I]], pare che Margherita non avesse occhi che per il cugino, nella stessa circostanza in cui vide per la prima volta [[Umberto I d'Italia|Umberto]], «al quale non rivolse nemmeno la parola», nella reciproca convinzione che quell'incontro non avrebbe avuto alcun seguito.<ref>R. Bracalini, cit., p. 37</ref>
 
== Discografia ==
Sicuramente a Margherita piaceva «l'amabile compagnia» del duca<ref>O. Roux, cit, p. 31</ref>, probabilmente, come ha sostenuto Biancotti, una punta di dispiacere colse la giovane quando seppe delle nozze del cugino con la principessa [[Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna]].<ref>A. Biancotti, ''La regina fulgida e bella'', Torino, Superga, 1951, p. 9</ref> Di certo li univa un carattere alquanto simile, portato all'«amore del fasto» e «alla religiosità quasi bigotta», così come Amedeo godeva notoriamente di un ottimo ascendente sulle fanciulle.<ref>C. Casalegno, cit., p. 25</ref>
=== Album in studio ===
* 2014 – ''[[Libere]]''
* 2016 – ''[[Sono ancora io]]''
 
=== EP ===
Bionda e di bel portamento, la giovane Margherita sviluppò un carattere religioso e conservatore, dimostrando eccellenti qualità di comunicatrice, che le guadagneranno una notevole popolarità, soprattutto presso la numerosa massa degli italiani ignari delle sue vere tendenze reazionarie (per esempio approvò vigorosamente le repressioni del 1898 - vedi più sotto - e più tardi, fu una fervente partigiana della presa di potere dei fascisti) supportata dal suo coinvolgimento in numerose opere di beneficenza e filantropiche, affiancato da attività promozionali delle arti, anche minori, e dalle numerose visite e i cospicui lasciti ad ospedali, orfanotrofi e istituti vari.
* 2014 – ''[[Deborah Iurato (EP)|Deborah Iurato]]''
 
===Il matrimonioSingoli ===
* 2014 – ''[[Danzeremo a luci spente]]''
[[File:Nozze di Umberto e Margherita.jpg|thumb|left|upright=1.1|La celebrazione delle nozze di Margherita e Umberto nel duomo torinese di San Giovanni]]
* 2014 – ''[[Anche se fuori è inverno]]''
Nel [[1864]] [[Filippo Antonio Gualterio (senatore)|Filippo Gualterio]] fu il primo a suggerire al re il matrimonio tra il figlio [[Umberto I d'Italia|Umberto]] e la nipote. Tuttavia Margherita aveva solo tredici anni e il progetto cadde per qualche anno nel dimenticatoio. Dopo il [[1866]] e dopo la fugace alleanza dei Savoia con la [[Prussia]], Vittorio Emanuele preferiva legare il primogenito agli [[Asburgo]], per rinsaldare i legami tra le due case. Fu quindi stabilito che a sposare Umberto fosse [[Matilde d'Asburgo-Teschen]], ma il 6 giugno [[1867]] la tragica morte della diciottenne, arsa viva in un incidente domestico quando in abito da ballo era pronta a recarsi ad una serata mondana, fece saltare le nozze ormai imminenti.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 28-29</ref>
* 2014 – ''[[Piccole cose (Deborah Iurato)|Piccole cose]]''
* 2014 – ''[[L'amore vero]]''
* 2014 – ''[[Dimmi dov'è il cielo]]''
* 2015 – ''[[Libere (singolo)|Libere]]''
* 2015 – ''[[Da sola]]''
* 2015 – ''Fermeremo il tempo'' (con Marco Rotelli)
* 2016 – ''[[Via da qui (Giovanni Caccamo e Deborah Iurato)|Via da qui]]'' (con [[Giovanni Caccamo (cantante)|Giovanni Caccamo]])
* 2016 – ''[[Sono ancora io (singolo)|Sono ancora io]]''
*2019 - ''[[Stammi bene (on my mind)]]'' (con Soul System)
 
=== Collaborazioni ===
Il generale [[Luigi Federico Menabrea|Menabrea]], presidente del Consiglio, ripropose allora al re il matrimonio tra consanguinei, e, nonostante le iniziali reticenze del sovrano, il fidanzamento diventò presto ufficiale: Umberto incontrò la principessa per la domanda di rito il 28 gennaio [[1868]]. Legata alla terra d'origine, Margherita era contenta di sposare un italiano, dopo aver rifiutato le nozze con il principe [[Carlo I di Romania|Carlo di Romania]].
* 2016 – ''Lasciami andare'' (con [[Moreno (rapper)|Moreno]], in ''[[Slogan (album)|Slogan]]'')
* 2019 – ''Stammi bene (on my mind)'' (con Soul System)
 
=== Apparizioni in raccolte ===
Il matrimonio fu celebrato a Torino nell'aprile 1868: il 21 nella sala da ballo del [[Palazzo Reale di Torino|Palazzo Reale]] venne sottoscritto l'atto nuziale, il giorno seguente i principi ereditari si univano in matrimonio nel [[Duomo di San Giovanni di Torino|duomo di San Giovanni]], in una funzione presieduta dall'[[Arcidiocesi di Torino|arcivescovo]] [[Alessandro Riccardi di Netro]], assistito da [[Luigi Nazari di Calabiana]] e [[Andrea Casasola]], arcivescovi di [[Arcidiocesi di Milano|Milano]] e [[arcidiocesi di Udine|Udine]], e da Giovanni Conti e Giovanni Battista Cerruti vescovi di [[Diocesi di Mantova|Mantova]] e [[Diocesi di Savona-Noli|Savona e Noli]].<ref>C. Casalegno, cit., pp. 31-32, R. Bracalini, cit., pp. 40-41</ref> Casa Savoia volle che fossero presenti, accanto a nobili e personalità di spicco della politica nazionale, anche le delegazioni operaie e semplici popolani. Dopo il sontuoso ballo che la sera vide protagonisti aristocratici di tutta Europa, il 23 i novelli sposi si recarono alla festa organizzata in loro onore presso la Società Filodrammatica torinese. Ascoltarono poesie declamate in loro onore e assistettero a ''La festa della colomba'', commedia-operetta con parole di [[Vittorio Bersezio]] e musica di [[Gualfardo Bercanovich|Bercanovich]].<ref>C. Casalegno, cit., p. 33</ref> Margherita ebbe in dono un saggio di [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], ''Sull'Unità della lingua italiana e sui mezzi di diffonderla'', con un autografo del romanziere milanese.<ref>R. Bracalini, cit., p. 41</ref>
* 2014 – ''Radio Italia Donne in musica'', con ''Anche se fuori è inverno''
* 2015 – ''Radio Italia - Love 2015'', con ''L'amore vero''
* 2015 – ''Ciao Italia!'', con ''Anche se fuori è inverno''
* 2016 – ''San Valentino: compilation d'amore'', con ''Fermeremo il tempo''
 
== Tournée ==
La festa continuava: al ballo offerto dall'Accademia Filarmonica ci fu il famoso episodio che vide protagonisti la sposa e il principe Federico di Prussia (futuro [[Federico III di Germania]]), il quale tagliò un lembo del vestito di Margherita, lacerato da un ballerino durante la quadriglia. Il nobile se lo appuntò al petto in ricordo della lieta giornata, sollevando i presenti dall'imbarazzo che l'incidente aveva creato. In piazza Carlo Emanuele si svolse un torneo in memoria del ritorno in città di [[Emanuele Filiberto I di Savoia|Emanuele Filiberto]], avvenuto nel [[1559]]. I nobili ebbero modo di dimostrare le loro doti equestri, dando prova di destrezza e precisione. Ogni volta che con la lancia facevano ruotare un meccanismo costruito per l'occasione, centinaia di uccelli si libravano in volo, in mezzo alla folla acclamante.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 33-34</ref>
* 2015 – ''Libere Tour''
[[File:Margheritaqueen.jpg|thumb|upright|La regina Margherita in un ritratto di [[Michele Gordigiani]]]]
* 2016/2017 – ''Sono ancora io Tour''
Il viaggio di nozze rispose a precise esigenze politiche. Il tragitto prevedeva di scendere lungo tutta la penisola per far conoscere alla neonata Italia i futuri sovrani, nell'intento di creare un'unità di sentimenti, dopo il raggiungimento di quella politica (per quanto mancasse l'ultima conquista, quella di [[Roma]]). Gli sposi si diressero quindi verso la capitale, [[Firenze]]. Il 27 lasciarono Torino, raggiungendo la prima importante tappa del viaggio tre giorni più tardi, dopo aver toccato [[Alessandria]], [[Piacenza]], [[Parma]], [[Modena]] e [[Bologna]].<ref>C. Casalegno, cit., pp. 34-35</ref>
* 2018 – ''Piccole cose Tour''
 
== Premi e riconoscimenti ==
La mattina del 30 fecero ingresso nella capitale, accolti dall'entusiasmo della folla, ricevendo in dono dal sindaco [[Lorenzo Ginori Lisci]] «un giglio costellato di rubini con una margherita dalle foglie di brillanti», omaggio alla principessa anche nella scelta del fiore chiamato ad ornare il simbolo della città. La sera, a [[Palazzo Pitti]], la sontuosa festa si svolse all'insegna del fasto, mentre Margherita non lesinava sorrisi e, come già durante il giorno, manifestazioni anche plateali di gioia o di affetto per il fratello più piccolo. In seguito, il viaggio proseguì per [[Genova]] e [[Venezia]], e, dopo l'estate a [[Monza]] presso la [[Villa Reale di Monza|villa]] di Casa Savoia, si estese nell'inverno a [[Napoli]] e alla [[Sicilia]].<ref>C. Casalegno, cit., pp. 35-36</ref>
* 2014 - Prima classificata della [[Amici (tredicesima edizione, fase serale)|tredicesima edizione]] di ''[[Amici di Maria De Filippi]]''
 
* 2015 – [[Wind Music Awards]] - Premio CD Platino per l'EP ''[[Deborah Iurato (EP)|Deborah Iurato]]''
=== Gli anni napoletani e la nascita di Vittorio Emanuele III ===
 
Occorreva continuare a veicolare un messaggio unitario. In questo senso, le ragioni politiche dettarono anche la scelta della nuova residenza: Napoli. La città, ancora divisa tra la popolazione filoborbonica e quella favorevole ai nuovi sovrani, doveva sapere come i Savoia avevano esteso i loro interessi, non limitandoli più al solo Piemonte. Il 28 giugno [[1869]] fu dato l'annuncio della gravidanza di Margherita. Dopo l'ormai già tradizionale estate monzese (cui si univa spesso un soggiorno presso la villa della madre [[Elisabetta di Sassonia|Elisabetta]] a [[Stresa]]), l'11 ottobre i coniugi tornarono a Napoli. Il parto si avvicinava quando giunse la notizia che il re era gravemente ammalato a [[San Rossore]]. [[Alessandro Riberi]], medico reale, non nascondeva il proprio pessimismo, tanto che accorse anche don Giuseppe Renai per impartire a [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele]] l'estrema unzione. Tutti aspettavano la notizia del decesso, ma il re si riprese.<ref>R. Bracalini, cit., p. 58</ref>
 
I preparativi per la nascita fervevano: si trattava del primo parto in seno alla monarchia sabauda dopo l'Unità d'Italia. Il Consiglio municipale della città si occupò di istituire una commissione di artisti, presieduta da [[Domenico Morelli (pittore)|Domenico Morelli]], per forgiare la culla del nascituro. Maria Maisto, popolana di [[Grumo Nevano]], era già stata scelta come balia in estate. Nel periodo precedente la nascita del bambino Margherita passeggiava regolarmente lungo la [[Riviera di Chiaia]], mostrandosi al popolo. Il pomeriggio del 9 apparve al passeggio per l'ultima volta: due giorni dopo, verso sera, cominciarono le doglie del parto.<ref>C. Casalegno, cit., p. 41</ref>
 
Nella stanza di Margherita ci fu un simbolico affollamento: la presenza dei generali [[Roberto de Sauget]] e [[Enrico Cialdini]], voluta dal re, indicava come il nascituro appartenesse a una stirpe di soldati, mentre il principe [[Eugenio Emanuele di Savoia-Villafranca|Eugenio di Carignano]] (in rappresentanza del re ancora convalescente), il presidente del Senato [[Gabrio Casati]] e il [[Sindaco di Napoli|sindaco partenopeo]] [[Guglielmo Capitelli]] dimostravano la rilevanza politica del momento. Alle dieci e tre quarti nacque un maschio, cui fu subito amministrata l'acqua lustrale. Era venuto alla luce [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro]].
 
Nemmeno la scelta dei nomi era casuale: se ''Vittorio'' ed ''Emanuele'' si inserivano naturalmente nella tradizione sabauda, ''Ferdinando'' costituiva un omaggio al nonno materno (ma non è escluso potesse voler accontentare anche i nostalgici della monarchia borbonica, come sostenuto da alcuni storici ma poi recisamente negato da Romano Bracalini<ref>R. Bracalini, cit., p. 59</ref>) mentre il nome ''Gennaro'' voleva esprimere la vicinanza alla città, come il titolo di principe di Napoli che fu assegnato al bambino. ''Maria'', infine, era il nome cristiano per eccellenza. Margherita era una credente convinta, e, in tempi di scontro con il pontefice e con la Chiesa, bisognava anche ribadire la propria appartenenza cattolica.
 
A mezzanotte, centouno colpi sparati dal forte di sant'Elmo annunciarono che era nato un maschio. Il parto, tuttavia, era stato molto doloroso. Si dovette ricorrere al [[taglio cesareo]], e la principessa seppe presto di non poter avere altri figli. Il notevole sforzo la costrinse a letto per oltre due settimane. I poeti e gli intellettuali, intanto, non lesinavano energie per celebrare l'evento. I versi [[Giovanni Prati|prateschi]], dedicati a Margherita, si aggiungevano a una pagina di [[Luigi Settembrini]] in lode della culla.<ref>L. Settembrini, ''La culla del principe di Napoli'', in ''Giornale di Napoli'', ottobre 1869</ref> Non tutti gli artisti della penna, però, si dimostrarono entusiasti; [[Felice Cavallotti]] compose ''Il Parto e l'Amnistia'', trentotto ottave in cui si scagliava contro la monarchia.<ref>Il componimento fu pubblicato su ''Il Democratico'' e valse l'arresto del suo autore</ref> Il titolo fa riferimento all'amnistia concessa il 14 novembre per i reati politici che «non siano commessi o accompagnati a crimini o delitti contro la persona, la proprietà, le leggi militari, o a reati di associazione di malfattori o di complicità nei medesimi».<ref>Riportato in R. Bracalini, cit., p. 62</ref> Umberto aveva inoltre erogato un sussidio di 100.000 lire per i poveri.
[[File:Breccia di Porta Pia.jpg|thumb|left|upright=0.9|Le mura abbattute dopo la presa di Roma]]
Se buona parte della popolazione aveva manifestato il proprio calore per l'evento, assecondata dalle autorità civili, i rapporti con la Chiesa erano tesi – e doveva ancora esserci la [[Breccia di Porta Pia]] –, come testimoniò l'atteggiamento dell'[[arcivescovo di Napoli]] [[Sisto Riario Sforza]], che rifiutò di benedire il neonato e di presenziare al solenne ''Te Deum'' che si tenne nella [[Basilica di San Lorenzo (Napoli)|Basilica di San Lorenzo]].
 
All'inizio del [[1870]] il [[Duomo di San Gennaro]] fu teatro di una cerimonia ufficiale di ringraziamento e il 20 febbraio Margherita poté mostrare per la prima volta il piccolo al re, quando questi, completamente ristabilito, guadagnò la città partenopea. Divenuta madre, la principessa manifestava la propria gioia pubblicamente – come quando alla stazione, dov'era venuta ad accogliere il suocero, esibì il figlioletto alle donne del mercato<ref>R. Bracalini, cit., p. 65</ref> – e privatamente, nelle missive alle amiche più intime. Parlando del bambino, cui era stata assegnata la governante cattolica irlandese Elizabeth Lee e la succitata balia Maria Maisto, così si rivolgeva il 16 marzo a Natalia della Rocca: «Il mio ometto comincia a divertirmi: è così grazioso e vuole acchiappare la luce con le sue zampine. Naturalmente io lo trovo bello perché sono sua madre».<ref>La lettera si trova nell'Archivio Centrale dello Stato di Torino</ref>
 
La villeggiatura monzese cominciò prima del solito: in aprile i principi erano già nella località in cui Umberto verrà ucciso trent'anni più tardi. Margherita inaugurò una serie di incontri con letterati illustri che la porteranno, in futuro, a stringere amicizia con [[Edmondo de Amicis]] e con [[Giosuè Carducci]]. Prima di loro conobbe [[Alessandro Manzoni]], che fu accolto con molte attenzioni e parlò brevemente con la nobildonna.<ref>R. Bracalini, cit., pp. 66-67</ref>
 
Il 20 settembre determinò un'ulteriore complicazione nel confronto con la Chiesa e con il Papa, rafforzando anche all'interno dell'aristocrazia la spaccatura tra "bianchi" (fedeli alla monarchia) e "neri" (schierati con il pontefice). La cattolica principessa dovette quindi mediare tra l'appartenenza politica e la fede religiosa.
 
=== Il trasferimento a Roma ===
[[File:Litografia ballagny, fine XIX sec. carlo antonelli.JPG|thumb|upright=0.7|Il cardinale Giacomo Antonelli]]
Intanto, esauriti i motivi per risiedere a Napoli, i futuri sovrani dovettero trasferirsi laddove si giocava ormai l'equilibrio politico del paese. Il pomeriggio del 23 gennaio [[1871]] fecero quindi il loro ingresso a Roma, dopo che la mattina Vittorio Emanuele era giunto «quasi clandestinamente». L'accoglienza fu migliore di quanto paventato e più calorosa di quella riservata al re: la pioggia battente non aveva impedito a una folla numerosa di riunirsi per salutare i principi ereditari, né Margherita si risparmiò un gesto per accattivarsi le simpatie della popolazione. Dette ordine di scoprire la carrozza per essere visibile e «le acclamazioni – dicono i contemporanei – salirono al cielo».<ref>C. Casalegno, cit., pp. 45-46</ref>
 
Cominciò una serie di scaramucce più o meno significative con il Vaticano, destinate a diventare un vero e proprio ''leitmotiv''. Già il giorno dell'insediamento al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] il cardinale [[Giacomo Antonelli|Antonelli]] sminuì, in una circolare, la portata dell'entusiasmo popolare, che aveva invece incitato più volte i principi a comparire sul balcone tra gli applausi generali. Al tempo stesso si fraintendevano volentieri le omelie dei sacerdoti, come quando il padre gesuita [[Carlo Maria Curci|Curci]] infierì «contro i giovani che perdevano la testa dietro a sgualdrine». Alcuni, «o malvagi, o stolti», «lo accusarono di aver alluso ai gentiluomini aspiranti ad appartenere alla Corte della principessa Margherita». Curci, naturalmente, protestò contro l'accusa gratuita.<ref>F. Crispolti, cit., p. 46</ref>
 
La maggioranza delle famiglie aristocratiche della città rimaneva (nella quasi totalità dei suoi componenti) filopapale. Qualcuno accettò tuttavia di partecipare alla vita civile: [[Francesco Rospigliosi Pallavicini]] fu [[sindaco di Roma]], e [[Filippo Andrea V Doria Pamphili|Filippo Doria Pamphili]] accettò dal re la carica di prefetto di palazzo. Anche il duca Lante della Rovere e [[Michelangelo Caetani]] (che però in punto di morte si riconciliò con il Vaticano) appoggiavano la monarchia sabauda. Quando arrivò la prima domenica capitolina, si determinò un nuovo problema da risolvere: dove andare a [[Messa]]. Il confessore del re, [[Valerio Anzino]], non poteva celebrarla in Quirinale a causa dell'interdetto. Così, Margherita si recò con il coniuge a [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]], dove i canonici più sensibili mostrarono per loro una certa premura, dotandoli di cuscini e di un inginocchiatoio, subendo immediatamente il rimbrotto dalla corte papalina. I Savoia, comunque, inaugurarono così una tradizione che manterranno per un certo periodo: a Santa Maria Maggiore, dove celebrava monsignor Anzino, la folla accorreva numerosa, «attratta dall'inconsueto spettacolo e curiosa di controllare il fervore dei Savoia nella preghiera». L'anno successivo, con la consacrazione della chiesa del Sudario, di proprietà dei Savoia, la questione si risolse e si allontanò dalle luci della ribalta.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 47-49</ref>
 
A corte, Margherita aveva un ascendente notevole sulle scelte del marito, ma ufficialmente si occupava dei ricevimenti e ben presto acquisirono grande fama i suoi incontri del giovedì, giorno in cui convenivano intellettuali di spicco, sedotti dalla conversazione della padrona di casa, interessata ad affrontare tematiche che di solito rimanevano lontane dai palazzi reali, più inclini a serate frivole. Anche la scelta degli ospiti, in cui il rango non aveva un ruolo decisivo, rappresentò un elemento nuovo che concorse a dare notorietà alle serate della principessa, alimentandone il mito presso i poeti e, quindi, presso l'immaginario comune.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 92 e ss.</ref>
[[File:Riccio G. - ritratto di Marco Minghetti.jpg|thumb|left|upright=0.7|Marco Minghetti]]
Il giovedì si riunivano quindi al Quirinale nomi quali [[Ruggero Bonghi]], il colto ministro [[Marco Minghetti]] (amico intimo di Margherita e successivamente Presidente del Consiglio per la seconda volta, dopo il primo governo degli anni Sessanta), l'illustre storico [[Ferdinand Gregorovius]], [[Emilio Broglio]], il marchese [[Francesco Nobili Vitelleschi]] e il barone archeologo [[Giovanni Barracco]], per citare i più significativi. Le donne entravano nel cenacolo solo in quanto consorti di politici vicini alla principessa: fra loro vi erano [[Laura Minghetti]], [[Antonietta Farini]] (moglie di [[Domenico Farini|Domenico]]), [[Bice Tittoni]] (sposata con il senatore [[Tommaso Tittoni|Tommaso]]) e [[Carolina Rattazzi]], nuora del noto [[Urbano Rattazzi|Urbano]].<ref>R. Bracalini, cit., pp. 80-81</ref>
 
I balli, che si tenevano l'ultimo mercoledì del mese, rappresentavano un momento più diplomatico che mondano: servivano da un lato a rafforzare i legami con l'aristocrazia rimasta in contatto con la casa reale, dall'altro a far risaltare il fascino della principessa attraverso una grande cura dell'abbigliamento e delle maniere. Talvolta venivano invitati anche esponenti di colore politico avverso, come quando nel [[1875]] il repubblicano [[Giovanni Nicotera]] si esibì con la nobildonna in una quadriglia. Nel carnevale del [[1872]], inoltre Margherita si recò ai balli organizzati dai [[Doria]], dai [[Pallavicino|Pallavicini]], dagli [[Sforza|Sforza Cesarini]] e dai [[Caetani]].<ref>C. Casalegno, cit. p. 52</ref>
 
Furono anche anni di viaggi. Già nel 1872 Margherita fu invitata a [[Berlino]] per fare da madrina al battesimo della figlia dell'intimo amico Federico di Prussia, principe ereditario e futuro [[Federico III di Germania|Federico III]]. A testimonianza della riconoscenza e dell'affetto che li legava, la bambina fu chiamata Margherita. Dal soggiorno in terra teutonica ricavò una buona impressione che le fece formulare la famosa frase: «In Italia tutti comandano, in Germania tutti obbediscono». Prima di diventare regina, compì ancora una trasferta significativa che la portò a [[Pietroburgo]] e [[Vienna]] nel [[1876]].<ref>R. Bracalini, cit., pp. 82-83</ref>
 
=== Regina d'Italia ===
 
Il 3 gennaio [[1878]] [[Vittorio Emanuele II]] avvertì una febbre che lo costrinse a letto due giorni più tardi. Si trattava di febbre malarica trasformatasi in pneumo-polmonite. Ormai conscio del trapasso imminente, il re ricevette, secondo la tradizione, le persone più intime al proprio capezzale. Così, anche Margherita si trattenne per qualche istante nella stanza del sovrano morente. Le condizioni del malato peggiorarono rapidamente; le 14.35 del 9 gennaio segnarono l'ora del decesso e l'ascesa al trono della principessa di Piemonte. Margherita diventava la prima regina d'Italia, dato che [[Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide]] era morta prima del [[1861]]. Tra i monarchici il dolore fu grande, ma il racconto di [[Filippo Crispolti]], che quella sera stessa si trovava al Circolo di San Pietro, certifica come neppure i «papalini» festeggiassero, e come l'atmosfera fosse improntata a un sincero rispetto per quanto capitato nel pomeriggio.<ref>F. Crispolti, cit., p. 5</ref>
 
Scaduti sei mesi di [[lutto]], durante i quali era morto [[Pio IX]] e il conclave aveva eletto [[Leone XIII]] al soglio pontificio, la coppia reale, sulla falsariga dell'itinerario di dieci anni prima, intraprese un viaggio attraverso l'Italia per promuoversi quale simbolo dell'unità del paese. In agosto i nuovi sovrani cominciarono a risalire la penisola. A [[La Spezia]] assistettero al varo della nave ''Dandolo'', e pochi giorni riguadagnarono la loro città d'origine. Dopo [[Torino]] furono a [[Milano]], [[Venezia]], [[Brescia]], [[Mantova]] e [[Verona]], prima di concedersi una pausa con la tradizionale villeggiatura monzese, preludio alla visita bolognese, che avvenne in novembre.<ref>C. Casalegno, cit., pp. 58-59</ref>
[[File:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|left|upright|Giosuè Carducci]]
Si aprì così il mese più intenso: la città felsinea preoccupava i reali, che temevano un'accoglienza fredda nella culla dei repubblicani e delle società operaie. Non fu così: il 4 la loro apparizione in stazione fu accompagnata dallo sventolìo festoso di quaranta bandiere di società operaie, e l'accoglienza superò le più rosee aspettative, attraversando il bagno festante della folla.<ref>R. Bracalini, cit., p. 93</ref> «Il successo che ha la Regina qui a Bologna, come donna e come Sovrana, è indescrivibile», annotò [[Alessandro Guiccioli]] due giorni dopo. Era una giornata di «fango in terra e fango in cielo»<ref>G. Carducci, ''Eterno feminino regale'', in ''Prose di Giosue Carducci'', Bologna, Zanichelli, 1938, p. 871</ref> quella che vide il corteo passare per la centrale via Galliera, laddove d'improvviso il [[Carducci]] vide Margherita: «In quella confusione la figura della Regina mi passò avanti come un che bianco e biondo, come una imagine romantica in mezzo una descrizione verista, potente se volete, ma che non finisce mai ed annoia»<ref>G. Carducci, ''Eterno feminino regale'', cit., p. 872</ref>. La giornata trionfale culminò nella serata al [[teatro Brunetti]] in mezzo agli operai acclamanti Umberto.<ref>C. Casalegno, cit., p. 59</ref>
 
Il giorno successivo Carducci fu ricevuto dai reali e poté parlare personalmente con Margherita, avviando un'amicizia che si tradurrà nella celebre ode ''Alla regina d'Italia'', scritta pochi giorni dopo, in altre dediche poetiche e in incontri frequenti nel periodo estivo, quando entrambi sceglievano le montagne della [[Valle d'Aosta]].
 
{{Citazione|Ella stava diritta e ferma in mezzo la sala; [...] troneggiava ella da vero in mezzo la sala. Tra quelli abiti neri a coda, come si dice, di rondine, e quelle cravatte bianche, ridicole insegne d'eguaglianza sotto cui l'invidia cinica del terzo stato accomunò l'eroe al cameriere, ella sorgeva con una rara purezza di linee e di pòse nell'atteggiamento e con una eleganza semplice e veramente superiore {{Sic|sí}} dell'adornamento gemmato {{Sic|sí}} del vestito (color tortora, parmi) largamente cadente. In tutti gli atti [...] mostrava una bontà dignitosa; ma non rideva né sorrideva mai [...] e tra ciglio e ciglio un corusco fulgore di aquiletta balenava su quella pietà di colomba.<ref>G. Carducci, ''Eterno feminino regale'', cit., pp. 877-878</ref>}}
 
In generale la giovane regina, dotata di fascino, seppe accattivarsi le folle, anche parte di quelle contrarie alla monarchia. Tuttavia non era tutto oro quello che riluceva, e le folle entusiaste non rappresentavano che una parte dell'umore popolare e politico. I contrasti con la Chiesa rimanevano evidenti, ma anche i repubblicani e gli anarchici avversavano il potere regio. Le punte più estreme del dissenso presero forma nel prosieguo del viaggio. Se a [[Firenze]] ci fu un'accoglienza meno trionfale, è a [[Foggia]] che accadde un episodio che può essere visto come prodromo dell'attentato napoletano. Il 16 novembre, alla stazione, un certo Alberigo Altieri tentò di lanciarsi contro il re, fermato in tempo dalla sicurezza. La stampa non ne parlò, ma un documento del 23 novembre fa riferimento all'avvenimento nell'ambito di un complotto volto a uccidere il sovrano.<ref>Lettera del ministro dell'interno Zanardelli al prefetto di Foggia, 23 novembre 1878, ora nell'Archivio della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Ferrovieri a Milano</ref>
 
Il 17, a [[Napoli]], l'anarchico [[Giovanni Passannante]] tentò di accoltellare Umberto. La regina, nonostante cercasse di mostrarsi calma e sorridente fino alla fine della parata, si sentì male al ritorno nella reggia. Accolta e consolata dal sindaco di Napoli, Guglielmo Capitelli, la regina gli mormorò: «Si è rotto l'incantesimo di Casa Savoia!».<ref>U. A. Grimaldi, ''Il re "buono"'', Milano 1980, p. 152</ref>
 
Era nota soltanto ad una strettissima cerchia di Corte la realtà del fallito matrimonio tra Umberto e Margherita. Umberto infatti era legato dal 1864 alla duchessa [[Eugenia Attendolo Bolognini Litta]], di sette anni maggiore di lui, che amerà tutta la vita. All'inizio del matrimonio, infatti, Margherita, mal sopportando la situazione nella quale si era venuta a trovare, avrebbe voluto separarsi: ma poi decise di resistere e alimentò tutta la vita la finzione del suo felice matrimonio. In quest'ottica il 22 aprile [[1893]] furono celebrate con sfarzo le nozze d'argento. La mattina dei festeggiamenti a Roma furono sparati 101 colpi di cannone. Per tale occasione era prevista l'emissione di un francobollo speciale detto appunto [[Nozze d'argento di Umberto I]], che però non fu emesso.
 
La sua figura fu esaltata dal poeta [[Giosuè Carducci]] negli ultimi anni della sua vita, nonostante il suo passato repubblicano e il suo dispregio verso tutti i monarchi, tanto da guadagnarsi critiche da diversi repubblicani.
 
[[Immagine:La regina Margherita col Principe di Napoli 1877.jpg|thumb|La regina Margherita con il figlio Vittorio Emanuele, 1877.]]
Da regina promosse le arti e la cultura, introdusse la [[musica da camera]] in Italia, fondò il quintetto d'archi di Roma. Una volta alla settimana radunava attorno a sé al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] il meglio della cultura italiana e di quella europea di passaggio nella capitale. Basti pensare a [[Ruggiero Bonghi]], [[Theodor Mommsen]], [[Ferdinand Gregorovius]], [[Giuseppe Martucci]]. Fu grazie ad una borsa distudio da lei concessa che, dal [[1880]] al [[1883]], poté studiare al [[Conservatorio di Milano]] il giovane [[Giacomo Puccini]].
 
Appassionata [[alpinismo|alpinista]], scalò, prima donna, una delle più alte vette delle [[Alpi]]: [[Monte Rosa]], per questo motivo le venne dedicato il [[rifugio Margherita]] costruito in prossimità della cime della montagna.
 
===Morte di Umberto I===
 
Il 29 luglio del [[1900]] re Umberto I e la regina Margherita erano in visita a [[Monza]], invitati dalla società ginnastica monzese ''[[Forti e Liberi]]'' per premiare vari atleti nel quadro di una manifestazione sportiva. Avrebbero dovuto trattenersi solo alcuni giorni per poi trasferirsi a [[Gressoney-Saint-Jean]] per un periodo di riposo.
 
Alle 22:30 quattro colpi sparati da una pistola [[Hamilton and Booth Co.|Hamilton and Booth]], tre dei quali andati a segno, posero fine alla vita del secondo sovrano d'Italia. La regina, che lo attendeva nella [[Villa Reale di Monza|Villa Reale]], si vide riportare indietro un cadavere.
 
Il regicida era [[Gaetano Bresci]], un anarchico emigrato in [[Americhe|America]] nel [[1897]] e tornato in Italia per vendicare i morti dovuti alla repressione dei [[Protesta dello stomaco|moti di Milano]], ad opera del [[generale]] [[Fiorenzo Bava Beccaris|Bava Beccaris]], cui Umberto I aveva conferito un'alta onorificenza per aver domata quella che riteneva una rivolta socialista antimonarchica.
 
Per quanto si sia poi creata una leggenda popolare secondo cui, il giorno dell'attentato, Margherita avrebbe avvertito un tragico presentimento e dissuaso il consorte dal prendere parte all'impegno serale, pochi giorni dopo l'omicidio la regina confidò « a un intimo » di non aver avuto, quella sera, neanche « un'ombra di inquietudine », mentre abitualmente tremava per l'incolumità del marito.<ref>O. Roux, cit., p. 170</ref>
 
Quando Margherita capì che Umberto era morto, si buttò sul cadavere pronunciando parole divenute famose, cui attinse ampiamente la stampa dell'epoca: « Hanno ucciso te, che tanto amavi il tuo popolo! Eri tanto buono, non facesti male a nessuno e ti hanno ucciso! Questo è il più gran delitto del secolo! ».<ref>C. Casalegno, cit., p. 183</ref> La concezione sacrale del trono, cui la regina era sempre rimasta legata, informò le sue azioni successive. Margherita scrisse una preghiera da recitare in favore del sovrano assassinato: il 1° agosto ne chiedeva la pubblicazione in una missiva a [[Geremia Bonomelli]], [[vescovo di Cremona]].
 
Il prelato pubblicò la ''Devozione'' per « non sottrarre al popolo religioso un esempio luminosissimo di fede, di pietà e fortezza cristiana piuttosto singolare che raro ». Presentata sotto forma di rosario, impetrava l'accesso nella « Patria gloriosa » del cielo per un re descritto in termini decisamente agiografici.<ref>C. Casalegno, cit., p. 186</ref>
 
La Chiesa Cattolica non approvò la preghiera, vietandone l'ammissione tra le pratiche di culto. Alla condanna dell'<nowiki></nowiki>''[[Osservatore Romano]]'' si aggiunse quella di [[Antonio Fogazzaro]] il quale, pur rispettando lo scritto di una donna pia, ne delineava il carattere strettamente privato.<ref>A. Fogazzaro, ''Lettere scelte'', Milano, A. Mondadori, 1940, p. 422</ref>
 
L'11 agosto 1900 il trono passò al figlio di Umberto, che divenne re [[Vittorio Emanuele III]].
 
===Regina madre===
[[File:Tomba regina margherita, roma.jpg|350 px|miniatura|left|La tomba della regina Margherita ([[Pantheon (Roma)|Pantheon]])]]
[[File:Regina-margherita.jpg|thumb|La regina Margherita in una foto ufficiale del 1908, come regina madre]]
Dopo la morte del marito, la regina dovette adattarsi al ruolo di regina madre. In tale veste si dedicò ad opere di beneficenza e all'incremento delle arti e della cultura, incoraggiò artisti e letterati e fondò istituzioni culturali. Tutta la sua precedente vita era stata consacrata al ruolo di moglie del re, ora doveva adoperarsi a favore del figlio e della nuora [[Elena del Montenegro|Elena]].
 
Sue sono la preghiera composta per la Campana di [[Rovereto]] che ricorda coi suoi rintocchi i caduti della [[Grande Guerra]] e quella per il defunto re Umberto.
 
La regina, dopo il periodo di lutto si trasferì a Roma a [[Palazzo Margherita (Roma)|Palazzo Margherita]], assieme alla sua corte personale (4 gentiluomini e 8 dame). La regina riceveva regolarmente e continuò ad essere un centro d'attrazione per artisti, letterati, nobili e uomini di mondo.
Nel [[1904]] il vivaio belga Soppelt & Notting dedicò alla regina una rosa molto rara.
 
Poi venne la [[prima guerra mondiale|guerra]] e la regina madre trasformò in ospedale (Ospedale n.2, l'1 era il Quirinale dove operava come crocerossina Elena) la sua residenza romana. Finita la guerra, si rifugiò a [[Bordighera]].
 
In campo politico si mostrò favorevole al [[fascismo]], che vedeva al momento come l'unico movimento che si opponeva contro i disordini dei socialisti e dei bolscevichi durante il [[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]], che minacciavano l'istituzione monarchica stessa. Nell'ottobre del [[1922|'22]] i quadrumviri andarono a Bordighera a renderle omaggio prima della [[marcia su Roma]].
 
Morì a Bordighera il 4 gennaio [[1926]].
 
Margherita ebbe onoranze funebri prima a Bordighera, e poi a [[Roma]], ove fu tumulata nelle tombe reali del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]]. In questa occasione si dimostrò tutto l'affetto popolare, al passaggio del convoglio ferroviario, dove una folla commossa, ostacolava e rallentava l'andamento dello stesso, per potersi avvicinare e gettare fiori.
 
== Il garage della Regina Margherita ==
Margherita di Savoia fu tra le prime utilizzatrici degli [[automobili]] e convinta sostenitrice del nuovo mezzo di locomozione. Intrattenne cordiali e frequenti rapporti con molti pionieri del motorismo, come [[Emanuele Cacherano di Bricherasio|Emanuele Bricherasio]] o [[Carlo Biscaretti di Ruffia (disegnatore tecnico)|Carlo Biscaretti]], ed ebbe tra i suoi ''chaffeur'' anche valenti piloti, come il campione [[Alessandro Cagno]].
Fu soprattutto grande promotrice dell'industria automobilistica italiana, nel primo decennio del [[XX secolo]], compiendo arditi [[Raid (sport)|raid turistici]] sulle sconnesse strade dell'epoca, seguitissimi dalla [[stampa]] di tutta [[Europa]], a cominciare dal lungo viaggio del [[1905]] di quasi 5.000 [[chilometri]], attraverso [[Francia]], [[Olanda]] e [[Germania]], con il suo "Sparviero" su [[autotelaio]] [[Fiat 24/32 HP]].
[[File:Itala 35 45 HP.jpg|thumb|La "Palombella" su [[autotelaio]] [[Itala 35/45 HP]] del [[1909]]]]
Divenne presto celebre il fornitissimo garage della Regina, suddiviso nel "reparto di città" e "reparto di campagna", ove quale erano custodite le vetture per i servizi di corte, ognuna identificata con il nome di un volatile, secondo il tipo di servizio cui era assegnata.
 
Secondo i registri del Grande Scudiere Reale, generale [[Solaro (famiglia)|Alberto Solaro del Borgo]], ad uso esclusivo della Regina madre erano riservati il "Falco", per le brevi gite, e il ''[[landaulet]]'' "Palombella", destinato alle occasioni ufficiali. Per i lunghi viaggi estivi e invernali erano impiegati gli automobili "Aquila", "Rondine", "Sparviero" e "Rondinella", mentre per le piccole passeggiate era a disposizione la [[vetturella]] "Alcione".
Non mancavano gli automezzi pesanti come il "Condor", una grossa [[Torpedo (automobile)|torpedo]] trasformabile per il trasporto dei bagagli e il "Cigno", un [[Omnibus (automezzo)|omnibus]] con camera da letto e da bagno che, probabilmente, rappresentò il primo esempio di [[camper]] ''[[ante litteram]]''.
Gli automobili "Airone", "Allodola" e "Falchetto" erano a disposizione per le visite dei reali Prìncipi, mentre il "Passero" e il "Francolino" erano al servizio della real Corte. Chiudeva la rassegna lo "Stornello", utilizzato dalla Dama di servizio Paola Rigon.
 
Naturalmente le [[case automobilistiche]] e i [[carrozzieri]] facevano a gare per fornire il garage reale, attuando lavori accurati a prezzi particolarmente convenienti, nella speranza di ottenere il decreto di "Fornitore ufficiale della Real Casa". Allestite dai principali carrozzieri dell'epoca, come [[Carrozzeria Alessio|Alessio]], [[Fabbrica Automobili Michele Lanza|Lanza]] o [[Castagna Milano|Castagna]], occupavano il garage di Margherita automobili
[[Züst (azienda)|Züst]], [[Automobili Florentia|Florentia]], [[Società Torinese Automobili Rapid|Rapid]], [[FIAT]] e [[Itala (azienda)|Itala]], quest'ultima rappresentando la marca prediletta dalla Regina.
 
Nei mesi successivi alla morte di Margherita di Savoia, il garage venne dismesso e le automobili vendute o cedute, per essere messe all'asta a fini di beneficenza.
 
== Popolarità ==
A Napoli, nel [[1889]], la regina assaggiò un cosciotto di pollo portandolo alla bocca dopo averlo afferrato direttamente con le mani e ne nacque il detto: «Anche la regina Margherita mangia il pollo con le dita».
 
Alla regina Margherita furono dedicate:
*la [[Pizza Margherita]];
*il parco botanico "Villa Margherita" di Catanzaro, inaugurato il 21 gennaio 1881 dal Re Umberto I e dalla Regina Margherita che si trovavano in visita nel Capoluogo calabrese;
*la [[Capanna Margherita]], costruita sul [[Monte Rosa]], inaugurata il 18 agosto [[1883]], giorno in cui la regina stessa vi salì per pernottarvi, con corteo di [[Guida alpina|guide]], [[alpini]] e gentiluomini. Margherita era infatti una appassionata della montagna ed esperta scalatrice;
*la [[punta Margherita (Grandes Jorasses)|Punta Margherita]] delle [[Grandes Jorasses]], salita per la prima volta nel [[1898]] e battezzata in suo onore dal nipote [[Luigi Amedeo di Savoia-Aosta]];
*il [[Lago Margherita]] in Etiopia, scoperto e battezzato in suo onore dall'esploratore Vittorio Bòttego.
*i [[Giardini Margherita]], il parco pubblico di [[Bologna]];
*il [[Panforte Margherita]], nome che i senesi, nel [[1879]] in occasione della visita dei reali a Siena, diedero alla variante meno speziata del loro dolce più caratteristico;
*le "Margheritine", dolcetti tipici di [[Stresa]], che furono ideate nel [[1857]] per il palato dell'allora principessa Margherita.
*un comune, [[Margherita di Savoia (Italia)|Margherita di Savoia]], in provincia di Barletta-Andria-Trani, (prima si chiamava Saline di Barletta).
*il primo battello a movimentazione meccanica in linea sul Canal Grande a Venezia, il Regina Margherita, 21 ottobre 1881.
*la prima scuola pubblica dell'Italia Unita (chiamata appunto "regina Margherita"). Si trova nel cuore del rione Trastevere a Roma, e venne inaugurata dalla stessa regina nel luglio del [[1888]].
* la Scuola Normale femminile per la formazione dei maestri, aperta a Roma nel 1888/89 fu registrata l'anno successivo col nome di Margherita di Savoia. Un bassorilievo bronzeo collocato all'interno dell'Istituto, a firma Zocchi, ricorda la regina Margherita.
*Bordighera le ha innalzato un monumento in marmo bianco di Carrara che la riproduce assisa sul trono, opera dello scultore Italo Griselli.
* [[Collepardo]] (Frosinone) le ha dedicato le grotte del paese, fino ad allora denominate "Grotte dei Bambocci", in seguito alla visita della sovrana avvenuta nel 1904
*la scuola di [[Chiavari]] nel quartiere di Ri Basso, nominata Scuola Elementare Regina Margherita, fondata nel [[1927]].
* il Ricovero di Mendicità di [[Sassari]], fondato nel [[1869]] e poi dedicato alla regina, della quale ancora porta il nome (Casa di Riposo "Regina Margherita").
* l'ospedale infantile Regina Margherita di [[Torino]]
* il [[Corso Regina Margherita]] a [[Torino]]
*il settimanale "Margherita" descrisse e riprodusse tutte le sue toelette.
*[[Giosuè Carducci]] dedicò alla regina Margherita una delle sue ''Odi barbare'' (''Alla Regina d'Italia''):
''Onde venisti? quali a noi secoli | Sì mite e bella ti tramandarono? | Fra i canti de' sacri poeti | Dove un giorno o regina, ti vidi? | [.....] | O ver ne i brevi dì che Italia | Fu tutta un maggio, che tutto il popolo | Era cavaliere? Il trionfo | D'Amor già tra le case merlate | [......] | Fulgida e bionda ne l'adamàntina | Luce del serto tu passi, e il popolo | Superbo di te si compiace | [.....] |Le braccia porgendo ti dice | Come a suora maggior «Margherita!»''.
*Carducci dedicò alla regina Margherita anche l'ode: ''Il liuto e la lira''.
 
Molti altri scrittori e studiosi si ispirarono alla sua figura: [[Giovanni Pascoli]] le rese omaggio nell'inno ''Pace!'', [[Gabriele D'Annunzio]] nel romanzo ''[[Il fuoco]]''. Fanno parte dell'elenco inoltre [[Antonio Fogazzaro]], [[Riccardo Zanella]], [[Salvator Gotta]], [[Giovanni Prati]], [[Giuseppe Giacosa]], [[Ugo Ojetti]], [[Angiolo Silvio Novaro]] – che le dedicò un'ode – e molti altri. Si parlò anche di forme di "margheritismo" dovute alla sua popolarità.
 
Nel 2011 in occasione del 150° dell'Unità d'Italia e del 160° della nascita della Regina è stata realizzata la prima mostra monografica su Margherita di Savoia presso Palazzo Reale di Napoli e Villa Reale di Monza a cura di [[Elena Fontanella]] sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana.
 
== Albero genealogico ==
<center>
{| class="wikitable" style="text-align:center"
|-
|-
| rowspan="16" | '''Margherita di Savoia-Genova'''
| rowspan="8" | '''Padre:'''<br />[[Ferdinando di Savoia, duca di Genova|Ferdinando di Savoia-Genova]]
| rowspan="4" | '''Nonno paterno:'''<br />[[Carlo Alberto di Savoia]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Carlo Emanuele di Savoia-Carignano]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Vittorio Amedeo II di Savoia-Carignano]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Maria Cristina di Sassonia|Maria Cristina di Sassonia-Curlandia]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Carlo di Sassonia]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />Franziska von Corvin-Krasinska
|-
| rowspan="4" | '''Nonna paterna:'''<br />[[Maria Teresa d'Asburgo-Toscana]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Ferdinando III di Toscana]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Maria Ludovica di Borbone-Napoli]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli]]
| '''Trisavolo paterno:'''<br />[[Ferdinando I di Borbone]]
|-
| '''Trisavola paterna:'''<br />[[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]]
|-
| rowspan="8" | '''Madre:'''<br />[[Elisabetta di Sassonia]]
| rowspan="4" | '''Nonno materno:'''<br />[[Giovanni di Sassonia]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno materno:'''<br />[[Massimiliano di Sassonia]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Federico Cristiano di Sassonia]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Maria Antonia di Baviera]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna materna:'''<br />[[Carolina di Borbone-Parma]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Ferdinando I di Parma]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Maria Amalia d'Asburgo-Lorena]]
|-
| rowspan="4" | '''Nonna materna:'''<br />[[Amalia Augusta di Baviera]]
| rowspan="2" | '''Bisnonno materno:'''<br />[[Massimiliano I Giuseppe di Baviera]]
| '''Trisavolo materno:'''<br />[[Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Maria Francesca del Palatinato-Sulzbach]]
|-
| rowspan="2" | '''Bisnonna materna:'''<br />[[Carolina di Baden]]
| '''Trisavolo materno:'''<br /> [[Carlo Luigi di Baden]]
|-
| '''Trisavola materna:'''<br />[[Amelia Frederica di Assia-Darmstadt]]
|}
</center>
 
==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine=Order of Queen Maria Luisa (Spain) - ribbon bar.png|60px
|nome_onorificenza=Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa
|collegamento_onorificenza=Ordine della regina Maria Luisa
|motivazione=
|luogo=
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*[[AA.VV.]], ''Margherita di Savoia. Il mito della modernità nell'Italia postunitaria'', Catalogo della mostra, Milano, 2011
*[[Romano Bracalini]], '' La regina Margherita'', Rizzoli, Milano, 1983
*[[Carlo Casalegno]], ''La regina Margherita'', Einaudi, Torino, 1956. Ristampato da Il Mulino, 2001. ISBN 8815083553
*[[Carlo M. Fiorentino]], ''La corte dei Savoia (1849-1900)'', Bologna, Il Mulino, 2008
*[[Ugoberto Alfassio Grimaldi]], ''Il re "buono"'', Feltrinelli, Milano, 1970
*[[Manlio Lupinacci]], ''La Regina Margherita'', Le lettere editore, Firenze, 2008. ISBN 8860871743
*[[Indro Montanelli]], ''Storia d'Italia (1861-1919)'', edizione edita con ''Il Corriere della Sera'', Milano, 2003
*[[Onorato Roux]], ''La prima regina d'Italia nella vita privata, nella vita del Paese, nelle arti e nelle lettere'', Milano, 1901
*[[Elena Fontanella]] (a cura di), ''Regina Margherita'', Milano 2011
 
== Voci correlate ==
*[[Capanna Regina Margherita]]
*[[Istituto nazionale per la guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon]]
*[[Monte Stanley]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Margherita of Italy|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://archiviostorico.blogspot.it/2011/06/sm-la-regina-margherita-di-savoia.html Giuseppe Galasso: ''S. M. la Regina Margherita di Savoia'']
*[http://www.pizzeria2002.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=3 Come nasce la pizza Margherita]
*[http://www.altezzareale.com/2011/11/07/realmente-preziose/i-gioielli-delle-regine-ditalia/ I gioielli di Margherita]
*[http://www.ilcastellodiracconigi.it/ita/personaggi/reg_margherita.htm Breve profilo di Margherita]
 
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
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[[Categoria:SepoltiArtisti nelalla Pantheonposizione (Roma)numero 1 della classifica singoli italiana]]
[[Categoria:ConiugiPartecipanti deial reFestival d'Italiadi (1861-1946)Sanremo]]
[[Categoria:Savoia-Genova|Margherita]]