Acetato di cromo(II) e Psyllidae: differenze tra le pagine

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|nome=Psille ''sensu stricto''
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|immagine=Aconopsylla sterculiae from CSIRO.jpg
|immagine1_nome = Chromium(II)-acetate-dimer-3D-balls.png
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<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|immagine1_descrizione = Acetato di cromo(II)
|regno=[[Animalia]]
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|dominio=[[Eukaryota]]
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|sottoclasse=[[Pterygota]]{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Coorte (tassonomia)|Coorte]]|nome=[[Exopterygota]]}}{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Coorte (tassonomia)|Subcoorte]]|nome=[[Neoptera]]}}
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|superfamiglia=[[Psylloidea]]
|nome_IUPAC = Acetato di cromo(II) idrato
|famiglia='''Psyllidae'''<br /><span style="font-variant: small-caps">[[Pierre André Latreille|Latreille]]</span>, [[1807]]
|abbreviazioni =
<!-- ALTRO -->
|nomi_alternativi = diacetato di cromo, acetato cromoso
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|formula = C<sub>8</sub>H<sub>16</sub>Cr<sub>2</sub>O<sub>10</sub>
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|massa_molecolare = 376.20
|suddivisione=[[Sottofamiglia|Sottofamiglie]]
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|aspetto = solido rosso
* [[#Sistematica|Vedi testo]]
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|consigliP= --- <ref>Sigma Aldrich; rev. del 23.05.2014, riferita al dimero monoidrato</ref>
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|titolo_proprietà_chimico-fisiche =
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}}
Le '''psille''' propriamente dette ('''Psyllidae''' <span style="font-variant: small-caps">[[Pierre André Latreille|Latreille]]</span>, [[1807]]) sono una [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] cosmopolita di [[Insecta|insetti]] dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[Rhynchota|Rincoti]] [[Homoptera|Omotteri]], superfamiglia [[Psylloidea]]. Costituiscono il raggruppamento più importante e rappresentativo, per diffusione, importanza economica e numero di specie, della superfamiglia.
 
== Descrizione ==
L''''acetato di cromo(II)''', noto anche come '''acetato cromoso''', è il [[composto di coordinazione]] di [[Formula chimica|formula]] [Cr<sub>2</sub>(μ-O<sub>2</sub>CCH<sub>3</sub>)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>], spesso abbreviato come [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>]. Caratteristica di questo composto è di contenere un [[legame quadruplo]] Cr–Cr. Il composto esiste in due forme, [[Idrato|diidrata]] e [[Anidro|anidra]]. È [[diamagnetico]], fortemente [[riducente]] ma stabile all'aria in assenza di umidità. In [[condizioni normali]] ha l'aspetto di una polvere rossa, anche se si possono far crescere cristalli a forma di diamante. In accordo con la sua natura non ionica, [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] è poco solubile in [[acqua]] e [[metanolo]].
Sono insetti di piccole dimensioni, alati, con capo largo quanto il torace. Nell'ambito della famiglia si riscontra una certa eterogeneità, in confronto all'uniformità morfologica che caratterizza le altre famiglie di Psilloidei.
 
Il [[Capo degli insetti|capo]] porta [[antenna degli insetti|antenne]] di 10 articoli, provvisto di [[occhio composto|occhi]] e di tre [[ocelli]]. Nella maggior parte della famiglia, la zona frontale del capo presenta due prolungamenti detti ''coni frontali'' o ''geno-frontali'', assenti però in alcune sottofamiglie ([[Aphalarinae]], [[Euphyllurinae]], [[Liviinae]], [[Togepsyllinae]]). L'[[apparato boccale degli insetti|apparato boccale]] è di tipo [[Apparato boccale degli insetti#Apparato boccale pungente-succhiante|pungente-succhiante]], con [[Glossario entomologico#rostro|rostro]] di tre segmenti.
==Cenni storici==
[[Eugène-Melchior Péligot]] fu il primo a descrivere nel 1844 questo composto, che pareva un dimero [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>].<ref>{{cita pubblicazione |cognome=E. Peligot|nome= |data= |anno=1844 |titolo= |rivista=C. R. Acad. Sci. |volume=19 |pagine=609 }}</ref><ref>{{cita pubblicazione |cognome=E. Peligot|nome= |data= |anno=1844 |titolo= |rivista=Ann. Chim. Phys. |volume=12 |pagine=528 }}</ref> La struttura inusuale, simile a quella dell'[[acetato di rame(II)]], fu determinata solo nel 1953.<ref>{{cita pubblicazione |cognome=, J. N. van Niekerk, F. R. L. Schoening |nome= |data= |anno=1953 |titolo=X-ray evidence for metal-to-metal bonds in cupric and chromous acetate |rivista= Nature|volume=171 |pagine=36-37 |doi=10.1038/171036a0 |accesso= 19 marzo 2011}}</ref>
 
Le [[ala degli insetti|ali]] sono membranose, quelle anteriori leggermente sclerificate. La morfologia della venulazione dell'ala anteriore non presenta particolari dettagli morfologici, in quanto presenta caratteri pressoché ricorrenti in tutte le altre famiglie ad eccezione dei [[Triozidae]]. È presente uno pterostigma, stretto e decorrente lungo il margine costale, mentre la nervatura è ripartita tra due vene principali. La prima decorre lungo il margine costale e si interrompe prima di confluire nello pterostigma (frattura costale); è derivata dalla fusione della [[Glossario entomologico#costa|costa]] e della [[Glossario entomologico#subcosta|subcosta]]. La seconda, detta ''vena basale'', si dirama ben presto in due biforcazioni. Quella anteriore, derivata dalla [[Glossario entomologico#radio|radio]], si divide a sua volta nel ''ramo del radio'', breve e confluente nel pterostigma, e nel ''settore radiale'', più sviluppata e decorrente nella parte anteriore della regione remigante. La diramazione posteriore deriva invece dalla fusione della [[Glossario entomologico#media|media]] e della [[Glossario entomologico#cubito|cubito]]; dopo un breve percorso comune, i due rami si separano in media e cubito che, a loro volta, si biforcano formando nel complesso quattro ramificazioni confluenti nel margine. Di particolare sviluppo in lunghezza è la cellula ''m<sub>1</sub>'', compresa fra la media e la cubito e, nella zona distale, fra le vene M<sub>3-4</sub> e Cu<sub>1a</sub>.
==Struttura==
La molecola [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] contiene due atomi di [[cromo]], due molecole di acqua coordinata e quattro leganti monoanionici acetato. L'intorno di coordinazione di ciascun atomo di cromo consiste in quattro ossigeni (uno da ciascun legante acetato, disposti ai vertici di un quadrato), una molecola di acqua (in posizione assiale), e l'altro atomo di cromo (in posizione opposta alla molecola di acqua). In questo modo ogni cromo è esacoordinato con geometria ottaedrica. Tra i due atomi di cromo esiste un [[legame quadruplo]], e la molecola ha simmetria D<sub>4h</sub> (ignorando la posizione degli atomi di idrogeno). Una struttura molto simile si osserva anche in [[Acetato di rodio(II)|[Rh<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>]]] e [[Acetato di rame(II)|[Cu<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>]]], ma in queste specie non c'è una distanza M–M così corta.<ref>{{cita libro|cognome=F. A. Cotton, R. A. Walton|nome= |titolo=Multiple bonds between metal atoms |anno=1993 |editore=Oxford |città=Oxford|ISBN=0-19-855649-7}}</ref>
 
[[File:Psyllidae forewing veins.svg|thumb|Morfologia dell'ala anteriore. '''Pt''': pterostigma; '''spn''': spine apicali; '''r''', '''m''', '''cu''': cellule. Nervature: '''C+Sc''': costa + subcosta; '''R+M+Cu''': vena basale; '''Rs''': settore radiale; '''M''': rami della media; '''Cu''': rami della cubito.]]
Il legame quadruplo tra i due atomi di cromo nasce dalla sovrapposizione di quattro [[Orbitale atomico|orbitali d]] di un atomo con gli stessi orbitali dell'altro atomo: gli orbitali d<sub>z<sup>2</sup></sub> formano un [[legame σ]], gli orbitali d<sub>xz</sub> e d<sub>yz</sub> formano due [[legami π]], e gli orbitali d<sub>xy</sub> formano un [[legame δ]]. La presenza di un legame quadruplo è confermata anche dal [[momento magnetico]] molto basso, attribuito a inevitabili impurezze di Cr(III), e dalla distanza Cr–Cr molto corta, 236,01 [[Picometro|pm]]. La distanza Cr–Cr può essere anche più corta (il record è 184 pm) quando i leganti assiali sono assenti o il carbossilato è sostituito con leganti isoelettronici coordinati tramite l'azoto.<ref>{{cita pubblicazione |cognome= F. A. Cotton, E. A. Hillard, C. A. Murillo, H.-C. Zhou|nome= |data= |anno=2000 |titolo=After 155 years, a crystalline chromium carboxylate with a supershort Cr-Cr bond |rivista=J. Am. Chem. Soc. |volume=122 |numero=2 |pagine=416–417 |doi=10.1021/ja993755i |accesso= 19 marzo 2011}}</ref>
Le [[Zampa degli insetti|zampe]] hanno tarsi biarticolati e le posteriori sono adattate al salto, con femori leggermente ingrossati.
 
L'[[Addome degli insetti#addome|addome]] delle femmine è fornito di un breve [[Apparato riproduttore degli insetti#Ovopositore|ovopositore]], spesso conformato in relazione alla pianta ospite. Quello dei maschi presenta la parte terminale rivolta verso l'alto, con ano e armature genitali disposti in posizione dorsale.
==Sintesi==
La sintesi prevede dapprima la riduzione con [[zinco]] di un composto di Cr(III) in soluzione; la risultante soluzione blu è quindi trattata con [[acetato di sodio]], che provoca la precipitazione dell'acetato di cromo(II) come polvere rossa.<ref>{{cita pubblicazione |cognome=L. R. Ocone, B. P. Block, J. P. Collman, D. A. Buckingham |nome= |data= |anno=1966 |titolo=Anyhdrous chromium(II) acetate, chromium(II) acetate 1-hydrate, and bis(2,4-pentanedionato)chromium(II) |rivista=Inorg. Synth. |volume=8 |pagine=125–129 |doi=10.1002/9780470132395.ch33 |accesso= 21 marzo 2011}}</ref>
 
== Biologia ==
:2Cr<sup>3+</sup> + Zn → 2Cr<sup>2+</sup> + Zn<sup>2+</sup>
Le specie di questa famiglia sono associate a piante appartenenti ad un'ampia gamma tassonomica. In particolare sono frequenti, fra le piante ospiti, gli ordini delle [[Annonales]] e delle [[Asterales]] e le [[Fabaceae|Leguminose]] legnose. Le specie di maggiore importanza in [[Italia]] sono tuttavia associate alle [[Pomoideae]] e, in particolare, al [[pyrus|pero]]. Le [[neanide|neanidi]] sono in genere libere, ma non mancano le specie [[galla (botanica)|galligene]], analogamente a quanto avviene per altri Psilloidei. La produzione di melata può essere particolarmente abbondante, fino ad avere effetti fitotossici.
:2Cr<sup>2+</sup> + 4OAc<sup>–</sup> + 2H<sub>2</sub>O → [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>]
 
== Distribuzione ==
La sintesi di [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] è stata usata tradizionalmente per testare abilità e pazienza degli studenti universitari nei laboratori di chimica inorganica, perché la presenza indesiderata di una piccola quantità di aria nell'apparecchiatura provoca l'immediata decolorazione del prodotto rosso.<ref>{{cita libro|cognome=W. L. Jolly|nome= |titolo=The synthesis and characterization of inorganic compounds |anno=1970 |editore=Prentice Hall |città=|ISBN=0-13-879932-6|pagine=442–445 }}</ref> Essendo così facile da preparare, [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] è spesso usato come materiale di partenza per altri composti di Cr(II). Sono noti molti composti analoghi con altri acidi carbossilici al posto dell'acetato, e con altre basi al posto dell'acqua.
La famiglia è cosmopolita e vanta una larga distribuzione, dalle regioni subartiche alle isole subantartiche.
 
== Sistematica ==
Analoghi carbossilati di Cr(II) si possono preparare anche partendo dal [[cromocene]], con il vantaggio che si ottengono composti anidri:
[[File:Cacopsylla-pulchella-05.jpg|left|thumb|Adulti e stadi giovanili di ''[[Cacopsylla pulchella]]'' su foglia di [[Cercis siliquastrum|albero di Giuda]].]]
L'inquadramento sistematico e la suddivisione interna della famiglia è incerto. In letteratura, le vecchie pubblicazioni si orientano verso due differenti indirizzi: uno tende a comprendere tutti gli Psilloidei nella famiglia dei Psyllidae, differenziandoli al rango di sottofamiglie (es. Psyllinae, Triozinae, Carsidarinae, ecc.); suddivide la superfamiglia in più famiglie, discernendo fra i due raggruppamenti principali, quelli che fanno capo alle famiglie degli Psyllidae e dei Triozidae. Dagli Psyllidae, alcuni Autori separavano alcune sottofamiglie elevandole al rango di famiglie (es. Aphalaridae e Liviidae) caratterizzate per lo più dall'assenza dei coni frontali<ref>{{cita|Tremblay|pp. 89-90}}.</ref>.
 
Gli orientamenti attuali degli studiosi della superfamiglia convergono nel suddividere gli Psilloidei in sei famiglie, di cui due più conosciute per diffusione e numero di specie (Psyllidae, Triozidae) e le altre quattro considerate "minori" per il limitato numero di specie e per la diffusione prevalentemente pantropicale (Calophyidae, Carsidaridae, Homotomidae, Phacopteronidae). In questo schema tassonomico, gli Psillidi sono considerati un raggruppamento comprendente anche le famiglie degli Aphalaridae, dei Liviidae e degli Spondyliaspididae contemplate da diversi Autori, soprattutto in un passato recente. Va tuttavia specificato che la sistematica interna degli Psilloidei è ancora incerta per l'esistenza di un elevato numero di specie, soprattutto tropicali, non ancora determinate, e per l'arbitrarietà dei criteri morfologici presi come elementi di differenziazione. Ne consegue un quadro tassonomico alquanto confuso, variegato e incompleto anche nelle attuali pubblicazioni non strettamente scientifiche, come nelle banche dati tassonomiche e nei manuali tecnici.
:4HO<sub>2</sub>CR + 2Cr(C<sub>5</sub>H<sub>5</sub>)<sub>2</sub> → [Cr<sub>2</sub>(O<sub>2</sub>CR)<sub>4</sub>] + 4[[Ciclopentadiene|C<sub>5</sub>H<sub>6</sub>]]
 
La famiglia comprenderebbe oltre 1800 specie<ref name="AFD">{{Cita|Australian Faunal Directory}}.</ref>, comprendendo circa due terzi degli Psilloidei attualmente conosciuti. Il numero dei generi compresi è altresì incerto per la ricorrenza di numerosi casi di sinonimia e si aggirerebbe fra i 120 e i 150<ref name="AFD"/><ref>{{cita|Gullan & Martin|pp. 1080-1082}}.</ref>. La suddivisione interna contempla la ripartizione in sottofamiglie e tribù, ma anche in questo caso il quadro non può dirsi ben delineato e completo per l'incerta collocazione di diverse specie e generi e per la ricorrenza dei lavori di revisione sistematica. Fra le sottofamiglie in cui si suddividono gli Psyllidae si citano le seguenti:
==Applicazioni==
{{Colonne}}
[Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] è a volte usato nella dealogenazione di composti organici come α-bromochetoni e [[Aloidrina|cloroidrine]].<ref>{{cita libro|cognome=T. Ray |nome= |curatore=L. Paquette |titolo=Encyclopedia of reagents for organic synthesis |anno=2004 |editore=J. Wiley & Sons |città=New York|ISBN=978-0-470-84289-8 |doi=10.1002/047084289X.rc165.pub2 |capitolo=Chromium(II) acetate |url_capitolo=http://onlinelibrary.wiley.com/o/eros/articles/rc165/frame.html }}</ref> Apparentemente le reazioni procedono tramite processi monoelettronici, e a volte si osservano prodotti di riarrangiamento.
* [[Acizziinae]]
* [[Anomoneurinae]]
* [[Aphalarinae]]
* [[Aphalaroidinae]]
* [[Arytaininae]]
* [[Ciriacreminae]]
* [[Diaphorininae]]
* [[Euphalerinae]]
{{Colonne spezza}}
* [[Euphyllurinae]]
* [[Liviinae]]
* [[Paurocephalinae]]
* [[Psyllinae]]
* [[Rhinocolinae]]
* [[Spondyliaspidinae]]
* [[Strophingiinae]]
* [[Togepsyllinae]]
{{Colonne fine}}
 
== Importanza economica ==
[Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] è un buon [[riducente]] perché contiene Cr(II), e si può quindi usare negli [[scrubber]] per rimuovere l'ossigeno presente nell'aria.
Gli Psillidi rappresentano uno dei raggruppamenti di Omotteri di maggiore importanza agraria, a causa della frequenza di specie dannose e di non facile controllo nei confronti di piante d'interesse agrario. I danni causati da questi insetti sono quelli tipici della generalità degli Omotteri:
* riduzione delle risorse nutritive a disposizione della pianta, a causa della sottrazione della [[linfa (botanica)|linfa]], con conseguente riduzione delle rese e progressivo deperimento in caso di forti infestazioni;
* induzione di malformazioni, dovuta all'immissione della saliva
* emissione di [[melata]], che oltre a provocare danni diretti per la fitotossicità in caso di abbondanti emissioni, ostacola l'azione dei nemici naturali e dei trattamenti insetticidi e favorisce l'insediamento degli agenti della [[fumaggine]];
* possibilità di trasmissione di [[virus (biologia)|virus]] e [[fitoplasma|fitoplasmi]] fitopatogeni da parte di alcune specie.
 
Fra le specie di maggiore importanza agraria in [[Italia]] si citano le cosiddette "psille del pero" (''[[Cacopsylla pyri]]'', ''[[Cacopsylla pyricola]]'' e ''[[Cacopsylla pyrisuga]]''), le più temibili, la "psilla del melo" (''[[Cacopsylla mali]]''), poco dannosa ma possibile vettore di fitopatogeni (''scopazzi''), il "cotonello dell'olivo" (''[[Euphyllura olivina]]''), occasionalmente dannoso in oliveti degradati e su piante poco curate.
Applicazioni industriali di [Cr<sub>2</sub>(OAc)<sub>4</sub>(H<sub>2</sub>O)<sub>2</sub>] sono scarse, perché come tutti i composti di Cr(II) si ossida molto facilmente. Un utilizzo è stato proposto nell'industria dei polimeri.<ref>{{cita pubblicazione |cognome=M. Lee, H. Nakamura, Y. Minoura |nome= |data= |anno=1976 |titolo=Graft copolymerization of styrene on rubber containing halogen by chromous acetate |rivista=J. Polym. Sci. |volume= 14|numero=4 |pagine=961–971 |doi=10.1002/pol.1976.170140416 |accesso= 19 marzo 2011}}</ref>
 
La lotta chimica alle psille si basa tradizionalmente sull'impiego di principi attivi ad azione sistemica o translaminare efficaci contro gli insetti ad apparato boccale pungente-succhiante e su trattamenti invernali contro le uova e gli adulti svernanti. La lotta chimica convenzionale, applicata senza rispettare i principi della [[lotta guidata]] o della [[lotta integrata]], tuttavia presenta difficoltà di applicazione in [[agrosistema|agrosistemi]] degradati, a causa della facilità di insorgenza dei fenomeni di resistenza e del mancato supporto degli agenti naturali di controllo e si caratterizza con una spiccata aleatorietà. Una particolare efficacia si è riscontrata da parte degli insetticidi [[chitinoinibitori]] ([[diflubenzuron]], [[teflubenzuron]], ecc.) contro le uova e le neanidi delle generazioni estive e i trattamenti ovicidi a fine inverno.
==Sicurezza==
 
L'acetato di cromo(II) va maneggiato con le usuali precauzioni dovute con i composti chimici, ma non è considerato pericoloso secondo la direttiva 67/548/CEE.
Da diversi anni si è riscontrato che la gestione integrata dei pereti si rivela molto più efficace della lotta chimica convenzionale, in quanto sfrutta la notevole attività degli antagonisti naturali. Le psille sono infatti efficacemente controllate soprattutto da [[Rhynchota|rincoti]] [[predazione|predatori]] che fanno capo alle famiglie degli [[Anthocoridae|Antocoridi]] e dei [[Nabidae|Nabidi]]<ref>{{cita web|url=http://www.fitosanitario.re.it/pubblicazioni.php?idarticolo=105&idlibro=11|titolo=Antocoride, un amico da lanciare|autore=Flavio Rocchi|opera=Notiziario fitopatologico|anno=2006|mese=aprile|editore=Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia|accesso=20 novembre 2008|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore=P. Atger |titolo=Le psylle du poirier est-il un faux probleme? |rivista=La Défense des Végétaux |volume=31 |numero=187 |anno=1977 |pagine=310-316 |url=http://bba.zadi.de/SEARCH/PHYTOMED_DB/DDW?W%3DBIOL_LISTE_PHYTO++%3D+%27Anthocoris%27%26M%3D33%26K%3DU-78-05343%26R%3DY%26U%3D1 |urlmorto=sì }}</ref><ref>Giorgio Nicoli, Luca Marzocchi. ''Anthocoris nemoralis'' in Giorgio Nicoli, Paolo Radeghieri (a cura di), ''Gli ausiliari nell'agricoltura sostenibile''. Bologna, Calderini Edagricole, 2000. pp. 17-28. ISBN 88-206-4504-1.</ref><ref>Osservatorio agroambientale di Cesena. ''Guida al riconoscimento degli organismi utili in agricoltura''. Bologna, Centro Servizi Avanzati per l'Agricoltura (Centrale Ortofrutticola di Cesena) e dell'Osservatorio agroambientale di Cesena. p. 42.</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Antonio Servadei, Sergio Zangheri, Luigi Masutti. ''Entomologia generale ed applicata''. Padova, CEDAM, 1972.
* {{bibliografia|Tremblay|Ermenegildo Tremblay. ''Entomologia applicata''. Volume II Parte I. 1<sup>a</sup> ed. Napoli, Liguori Editore, 1981. ISBN 978-88-207-1025-5.}}
* Aldo Pollini. ''Manuale di entomologia applicata''. Bologna, Edagricole, 2002. ISBN 88-506-3954-6.
* {{Bibliografia|Gullan & Martin|Penny J. Gullan, Jon H. Martin. ''[http://entomology.ucdavis.edu/gullanandcranstonlab/Gullanpdfs/SternoChapter.pdf Sternorrhyncha (Jumping Plant Lice, Whiteflies, Aphid, and Scale Insects)]'' in Vincent H. Resh, Ring T. Cardé (a cura di) ''Enciclopedia of Insects''. Academic Press, 2003. (''in [[Lingua inglese|inglese]]'').}}
* Ângelo Moreira da Costa Lima. ''[http://www.ufrrj.br/institutos/ib/ento/tomo02.pdf XXIII. Homópteros]'' in ''Insetos do Brasil''. Tomo 2. Escola Nacional de Agronomia, 1940. (''in [[Lingua portoghese|portoghese]]'').
* Robert George Brown, Ian David Hodkinson. ''[http://books.google.com/books?id=W9942XjeV44C&pg=PA20&dq=%22Family+Psyllidae%22&ei=raslSb3IJor8lQSbvIWGCg&hl=it#PPA21,M1 Taxonomy and Ecology of the Jumping Plant-Lice of Panama (Homoptera: Psylloidea)]''. E.J. Brill, 1988. ISBN 90-04-08893-8.
* Frej Ossiannilsson. ''[http://books.google.com/books?id=joMip5TD0VAC&pg=PA23&dq=%22Family+Psyllidae%22&ei=raslSb3IJor8lQSbvIWGCg&hl=it#PPA23,M1 The Psylloidea (Homoptera) of Fennoscandia and Denmark]''. E.J. Brill, 1992. ISBN 90-04-09610-8.
* Oppong, C.K., Addo-Bediako, A., Potgieter, M.J. & Wessels, D.C.J. 2009. Distribution of the eggs of the mopane psyllid ''Retroacizzia mopani'' (Hemiptera: Psyllidae) on the mopane tree. ''[[African Invertebrates]]'' '''50''' (1): 185-190.[http://www.africaninvertebrates.org.za/Oppong_etal_2009_50_1_430.aspx]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Chromium(II) acetate}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Portale|Chimica}}
* {{cita web |url=http://www.psyllids.org |titolo=Psyllids home page |autore=Diana M. Percy |lingua={{en}} |accesso=20 novembre 2008}}
* {{cita web |url=http://www.sel.barc.usda.gov/psyllid/psyllidframe.html |titolo=S.E.L.'s Psylloidea Web Page |opera=Systematic Entomology Laboratory |editore=Agricultural Service Research, US Department of Agriculture |lingua={{en}} |accesso=20 novembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080607061518/http://www.sel.barc.usda.gov/psyllid/psyllidframe.html |dataarchivio=7 giugno 2008 }}
* {{Bibliografia|Australian Faunal Directory|{{AFD|taxon=PSYLLIDAE|titolo=Family Psyllidae|accesso=22 marzo 2009}}}}
* {{cita web |url=http://www.inbio.ac.cr/papers/insectoscr/Texto206.html |titolo=Familia Psyllidae |autore=David Hollis |editore=Instituto Nacional de Biodiversidad, Costa Rica |lingua={{es}} |accesso=20 novembre 2008}}
* {{cita web |url=http://www.inra.fr/hyppz/ZGLOSS/3g---181.htm |titolo=Psyllidae, Psylles |opera=HYPP, Hypermédia pour la protection des plantes |editore=INRA, Institut National de la Recherche Agronomique |lingua={{lingue|fr|en}} |accesso=20 novembre 2008}}
* {{Biolib|17163|Psyllidae|20-11-2008}}
* {{Fauna europaea|12492|Psyllidae|20-11-2008}}
* {{ITIS|109187|Psyllidae|20-11-2008}}
{{Rhynchota}}
{{Portale|artropodi}}
 
[[Categoria:Composti del cromoPsylloidea]]
[[Categoria:AcetatiTaxa classificati da Pierre André Latreille]]