Eugenio di Savoia (incrociatore) e Tarapoto: differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati del Perù}}
{{Infobox nave
{{Divisione amministrativa
|Nome=''Eugenio di Savoia''<br><small>Έλλη (Elli)</small>
|Nome = Tarapoto
|Immagine=Incrociatore Eugenio di Savoia.jpg
|Nome ufficiale = Ciudad de las Palmeras
|Categoria=incrociatore
|Panorama =
|Didascalia=Incrociatore ''Eugenio di Savoia''
|Didascalia =
|Bandiera={{insegna navale|ITA (1861-1946)}}
|Bandiera = Flag of Tarapoto.svg
|Bandiera2={{insegna navale|GRC (1863-1924 1935-1973)}}
|Stemma =
|Bandiera3=
|Stato = PER
<!-- Sezione descrizione generale -->
|Grado amministrativo = 4
|Tipo=[[incrociatore leggero]]
|Divisione amm grado 1 = San Martín
|Classe=''[[Classe Condottieri (incrociatore)|Condottieri]]'' tipo ''[[Classe Duca d'Aosta (incrociatore)|Duca d'Aosta]]''
|Divisione amm grado 2 = San Martín
|Costruttori=[[Ansaldo]]
|Divisione amm grado 3 =
|Cantiere=[[Cantiere navale di Sestri Ponente|Ansaldo]] [[Sestri Ponente|Genova]]
|Amministratore locale =
|Identificazione=
|Partito =
|Ordinata=
|Data elezione =
|Impostata=6 luglio [[1933]]
|Data istituzione =
|Varata=16 marzo [[1935]]
|Data soppressione =
|Completata=
|Latitudine decimale = -6.488889
|Entrata_in_servizio=16 gennaio [[1936]]
|Longitudine decimale = -76.361944
|Proprietario={{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}}<br>{{Insegna navale|GRC (1863-1924 1935-1973)|icona}}
|Latitudine gradi =
|Radiata=
|Latitudine minuti =
|Destino_finale=alla Grecia il 26 giugno [[1951]] <br />radiato e demolito nel [[1973]]
|Latitudine secondi =
<!-- Sezione caratteristiche generali -->
|Latitudine NS =
|Dislocamento=10.357 t (standard); 10.843 t (pieno carico)
|Longitudine gradi =
|Stazza_lorda=
|Longitudine minuti =
|Lunghezza=186,9
|Longitudine secondi =
|Larghezza=17,5
|Longitudine EW =
|Altezza=
|Altitudine = 350
|Pescaggio=6,5
|Superficie = 1768.65
|Profondità_operativa=
|Note superficie =
|Ponte_di_volo=
|Abitanti = 108042
|Propulsione=6 caldaie Yarrow, 2 turbine meccaniche Parsons, 2 eliche<br> pot. max 110.000 [[Cavallo vapore|CV]]
|Note abitanti =
|Velocità=36,5
|Aggiornamento abitanti = 2005
|Velocità_km=67,6
|Divisioni confinanti =
|Autonomia=3.900 [[miglio (unità di misura)|mn]] a 14 nodi (7.223 km a 26 km/h)<br>1.680 t di [[Nafta (combustibile)|nafta]]
|Lingue =
|Capacità_di_carico=
|Codice postale =
|Equipaggio=27 ufficiali<br>551 sottufficiali e comuni
|Fuso orario =
|Passeggeri=
|Codice statistico =
<!-- Sezione equipaggiamento -->
|Codice catastale =
|Sensori=
|Targa =
|Sistemi_difensivi=
|Nome abitanti = tarapotino/a
|Armamento=[[Cannone|cannoni]]:
|Festivo =
*8 × [[152/53|152/53 mm Ansaldo 1926]] (4 installazioni binate)
|Mappa =
*6 × [[100/47|100/47 mm OTO 1927]] (3 installazioni binate)
|Didascalia mappa =
*8 × [[37/54]] mm (4 installazioni binate)
}}
*8 × [[Breda Mod. 31|13,2/75,7 mm Breda 1931]] (4 installazioni binate)
'''Tarapoto''' è una città del [[Perù]] centro-orientale ai margini della [[Amazzonia|foresta Amazzonica]]. Cento Commerciale della [[regione di San Martín]] e della [[Provincia di San Martín|provincia omonima]], si trova tra le valli dei fiumi [[Cumbaza]] e [[Shilcayo]].
*2 lanciabombe di profondità
[[Siluro|siluri]]:
*6 tubi [[lanciasiluri]] da 533 mm in due complessi trinati brandeggiabili
|Corazzatura=35 mm (orizzontale), 70 mm (verticale), 90 mm (artiglierie), 100 mm (torre comando)
|Mezzi_aerei=2 × [[IMAM Ro.43]]<br> una catapulta brandeggiabile situate a centro nave
<!-- Sezione note -->
|Motto=''Ubi Sabaudia ibi Victoria''
|Soprannome=
|Note=
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''Eugenio di Savoia''' fu un [[incrociatore leggero]] della [[Regia Marina]] [[Italia|italiana]], appartenente alla classe ''[[Classe Condottieri (incrociatore)|Condottieri]]'' tipo ''[[Classe Duca d'Aosta (incrociatore)|Duca d'Aosta]]''.
 
Sede di università, fu fondata nel [[1782]] da Baltazar Martinez Jimenez de Compañom.
La nave venne così battezzata in onore del [[condottiero]] sabaudo del [[XVII secolo]] [[Eugenio di Savoia]], principe di [[Savoia-Carignano]], noto come Principe Eugenio che durante la [[Guerra austro-turca (1683-1699)|guerra austro-turca]] fu protagonista a fianco del [[Sovrani di Polonia|Re di Polonia]] [[Giovanni III di Polonia|Jan Sobieski]] nella [[Battaglia di Vienna]], nella [[Battaglia di Mohács (1687)|Battaglia di Mohács]] a fianco di [[Carlo V di Lorena]] e nella [[battaglia di Zenta]], dove al comando dell'[[Impero austriaco|esercito imperiale]], sconfisse l'esercito [[Impero ottomano|ottomano]], comandato dal sultano [[Mustafa II]]; successivamente il Principe Eugenio si sarebbe distinto nella [[Guerra di Successione Spagnola]] e nell'[[assedio di Torino del 1706]] in cui sconfisse le truppe del duca [[La Feuillade]] cacciando in pratica i francesi dall'[[Italia]].
 
È un importante centro turistico, nei pressi si trovano le [[cascate di Ahuashiyacu]] e la [[laguna Azul]].
Nello stesso periodo in cui l<nowiki>'</nowiki>''Eugenio di Savoia'' era in servizio nella Regia Marina, nella [[Kriegsmarine]] operava l'[[incrociatore]] [[Prinz Eugen]], intitolato allo stesso personaggio, cui in precedenza era stata dedicata nel corso della [[Prima guerra mondiale]] nella [[k.u.k. Kriegsmarine|Imperial-Regia Marina]] [[Impero austro-ungarico|Austro-Ungarica]] la [[nave da battaglia]] della [[Classe Tegetthoff]] [[SMS Prinz Eugen|Prinz Eugen]].
 
Tarapoto è il centro delle reti terrestri e aeree tra la Sierra, la costa e l'oriente peruviano.
== Servizio ==
 
La località è nota agli appassionati di fumo lento, in quanto vi ha la sede la società Amazon, nota produttrice di sigari, che ha in sito anche il proprio opificio, azienda che sebbene di diritto peruviano, è stata fondata ed è di proprietà di italiani.
L<nowiki>'</nowiki>''Eugenio di Savoia'' venne impostato nel [[1933]] nei cantieri [[Ansaldo]] di [[Cantiere navale di Sestri Ponente|Genova Sestri]], varato nel [[1935]] ed entrò in servizio nel [[1936]]. Partecipò ad azioni nella [[guerra civile spagnola]]. Nel [[1938]] iniziò con il gemello [[Emanuele Filiberto Duca d'Aosta (incrociatore)|Duca d'Aosta]] una circumnavigazione del globo che interruppe alla minaccia dello scoppio della [[seconda guerra mondiale]]. La partenza prevista per il 1º settembre [[1938]] avvenne il 5 novembre dello stesso anno da [[Napoli]], mentre il ritorno che era previsto per il 25 luglio [[1939]] alla fine di gennaio del 1939 venne anticipato con il richiamo delle navi che rientrarono a [[La Spezia]] il 3 marzo 1939.
 
=== Attività bellica ===
 
Allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] era inquadrato insieme al gemello Duca d'Aosta al [[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]] e all'[[Muzio Attendolo (incrociatore)|Attendolo]] nella [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VII divisione incrociatori|VIIª Divisione Incrociatori]] nell'ambito della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#II squadra|IIª Squadra]] di base a [[La Spezia]] come nave insegna dell'[[ammiraglio]] Luigi Sansonetti.
 
Nel corso del conflitto svolse principalmente compiti di scorta a convogli e di deposizione di campi minati. Il 9 luglio [[1940]] prese parte alla [[battaglia di Punta Stilo]], primo scontro tra la Regia Marina e la [[Royal Navy]].
 
Insieme al ''Montecuccoli'' e cinque [[cacciatorpediniere]] il 18 dicembre 1940 bombardò le postazioni greche sull'isola di [[Corfù]].
 
Nell'estate del [[1942]], tra il 12 e il 16 giugno prese parte alla [[battaglia di mezzo giugno]], innalzando l'insegna dell'ammiraglio [[Alberto Da Zara|Da Zara]], riuscendo a mettere fuori combattimento, insieme al ''Montecuccoli'' il cacciatorpediniere [[HMS Bedouin (F67)|HMS ''Bedouin'']], affondato poco dopo da un [[aerosilurante]] [[Savoia-Marchetti S.M.79|S.M.79]], e ad incendiare la grossa petroliera ''Kentucky'', che si era fermata dopo essere stata colpita da aerei tedeschi. Nelle stessa estate, due mesi dopo, tra il 10 e il 15 agosto prese alla [[battaglia di mezzo agosto]].
 
Mentre si trovava ormeggiato a [[Napoli]] il 4 dicembre [[1942]], giorno di [[Santa Barbara]], venne colpito durante un bombardamento da un [[Consolidated B-24 Liberator|Liberator]], riportando danni alla parte posteriore dello scafo riparabili in 40 giorni, mentre tra l'equipaggio si ebbero 17 morti e 46 feriti. Gli aerei [[USAF|americani]] partiti dall'[[Egitto]] arrivarono indisturbati sulla città in quanto scambiati per una formazione di [[Junkers Ju 52|Ju 52]] [[Germania nazista|tedeschi]], sganciando le loro bombe da oltre 6000 [[metro|metri]] di altitudine, colpendo anche il ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]]'' che, oltre ad avere avuto 44 morti e 36 feriti ebbe bisogno di ben sette mesi di lavori, e il ''[[Muzio Attendolo (incrociatore)|Muzio Attendolo]]'', che colpito al centro da una o due bombe venne danneggiato sotto la linea di galleggiamento inclinandosi poi semiaffondato, ed il cui scafo venne recuperato e demolito al termine del conflitto.
 
Tornato in servizio, nel gennaio [[1943]] l<nowiki>'</nowiki>''Eugenio di Savoia'' abbatté due bombardieri nemici.
 
All'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]] dell'8 settembre la nave si trovava a [[La Spezia]], da dove, insieme alle altre due unità che in quel momento costituivano la [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VII divisione incrociatori|VII Divisione]], il [[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Montecuccoli]] e l'[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]], alle [[corazzata|corazzate]] [[Roma (nave da battaglia 1940)|Roma]], [[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]] e [[Italia (nave da battaglia 1943)|Italia]] della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#IX Divisione Corazzate|IX Divisione]], i [[cacciatorpediniere]] [[Mitragliere (cacciatorpediniere)|Mitragliere]], [[Fuciliere (cacciatorpediniere 1937)|Fuciliere]], [[Carabiniere (cacciatorpediniere 1938)|Carabiniere]] e [[Velite (cacciatorpediniere)|Velite]] della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#XII squadriglia cacciatorpediniere|XII Squadriglia]], i cacciatorpediniere [[Legionario (cacciatorpediniere)|Legionario]], [[Alfredo Oriani (cacciatorpediniere)|Oriani]], [[Artigliere (cacciatorpediniere 1943)|Artigliere]] e [[Grecale (cacciatorpediniere)|Grecale]] della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#XIV squadriglia cacciatorpediniere|XIV Squadriglia]] ed una [[Regia Marina#Classificazione e organizzazione della flotta|Squadriglia]] di [[torpediniera|torpediniere]] formata da [[Pegaso (torpediniera)|Pegaso]], [[Orsa (F 558)|Orsa]], [[Orione (F 559)|Orione]], [[Ardimentoso (torpediniera)|Ardimentoso]] e [[Impetuoso (torpediniera)|Impetuoso]], salpò per congiungersi con il gruppo navale proveniente da [[Genova]], formato dalle unità della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VIII Divisione incrociatori|VIII Divisione]], costituita da [[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Garibaldi]], [[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Duca degli Abruzzi]] e [[Emanuele Filiberto Duca d'Aosta (incrociatore)|Duca d'Aosta]] e dalla [[torpediniera]] [[Libra (torpediniera)|Libra]], per poi consegnarsi agli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] a [[Malta]] assieme alle altre unità navali italiane provenienti da Taranto. Il gruppo, dopo essersi riunito con le unità provenienti da Genova, per ottenere una omogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori, il ''Duca d'Aosta'' passò dalla [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VIII Divisione incrociatori|VIII]] alla [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VII divisione incrociatori|VII Divisione]], sostituendo l'[[Attilio Regolo (incrociatore)|Attilio Regolo]] che entrò a far parte della [[Imbarcazioni militari italiane della seconda guerra mondiale#VIII Divisione incrociatori|VIII Divisione]], con l<nowiki>'</nowiki>''Eugenio di Savoia'' che innalzava l'insegna dell'[[ammiraglio]] Romeo Oliva. Durante il trasferimento, la [[corazzata Roma]], [[nave ammiraglia]] dell'[[Carlo Bergamini|Ammiraglio Bergamini]], affondò tragicamente nel pomeriggio del 9 settembre al [[Asinara|largo dell'Asinara]] centrata da una [[Bomba (aeronautica)|bomba]] [[Ruhrstahl SD 1400|Fritz X]] sganciata da un [[Dornier Do 217]] della [[Germania nazista|tedesca]] [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]. A prendere il comando della flotta diretta a Malta, dopo l'affondamento dalla ''Roma'', fu proprio l'ammiraglio Oliva, che adempì ad una delle clausole armistiziali, quello di innalzare il pennello nero del lutto sui pennoni ed i dischi neri disegnati sulle tolde,<ref>{{cita|Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli|pag. 309}}</ref> mentre l'ammiraglio Bergamini, che avvertito telefonicamente da [[Raffaele De Courten|De Courten]] dell'armistizio ormai imminente, e delle relative clausole che riguardavano la flotta, era andato su tutte le furie<ref>{{cita|Gianni Rocca - Fucilate gli ammiragli|pag. 305}}</ref> per poi formalmente accettare con riluttanza gli ordini, aveva lasciato gli ormeggi innalzando però il [[gran pavese]] e non adempiendo così a tale clausola.
 
Dopo aver raggiunto [[Malta]] l'11 settembre, la nave venne internata ad [[Alessandria d'Egitto]]. Fino all'armistizio aveva effettuato 25 missioni di guerra per 25.000 miglia di navigazione. Il 13 ottobre con la dichiarazione di guerra del [[Regno del Sud]] alla [[Terzo Reich|Germania]] e l'inizio della cobelligeranza la nave dopo il rientrò in Italia, fu dislocata a Suez dove prese parte ad esercitazioni con gli Alleati per l'addestramento dei piloti agli attacchi aeronavali.
 
Il 29 febbraio [[1944]] la nave,in rientro da Suez con a bordo parte degli equipaggi delle corazzate Italia e Vittorio Veneto, venne gravemente danneggiata dopo avere urtato una [[mina navale|mina]] presso Punta Stilo riuscendo però a raggiunse con i propri mezzi Taranto, dove rimase fino alla fine del conflitto.
 
=== Elli ===
 
Dopo la fine della guerra in base alle clausole del [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di pace]], dopo essere stato rimesso in efficienza, il 26 giugno [[1951]], venne ceduto come riparazione per i danni di guerra alla [[Grecia]].
 
Entrato a far parte della [[Vasilikón Navtikón|Marina ellenica]] venne ribattezzato '''Elli''' (in [[lingua greca|greco]]: Έλλη) in ricordo dell'incrociatore leggero greco affondato dal [[sommergibile]] italiano ''[[Delfino (sommergibile)|Delfino]]'' il 15 agosto [[1940]] nei pressi dell'isola greca di [[Tinos]].
 
Nella nuova marina<ref>[http://www.hellenicnavy.gr/elli_di%20savoia_en.asp Storia dell'unità nel sito della Marina Greca]</ref> di appartenenza ricoprì il ruolo di ammiraglia della flotta e venne usato da [[Re di Grecia#Re di Grecia, Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (1935-1973)|Re]] [[Paolo I di Grecia]] durante le visite di stato a [[Istanbul]] nel giugno del [[1952]], in [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Yugoslavia]] nel settembre [[1955]], a [[Tolone]] in [[Francia]], nel giugno [[1956]] e in [[Libano]] nel maggio [[1958]].
 
Nel [[1959]] venne destinato a [[Suda (Grecia)|Suda]] nell'isola [[Creta]], in qualità di nave comando della flotta dello Ionio.
 
La nave, messa in disarmo nel [[1965]], venne usata, durante la [[dittatura dei colonnelli]], come nave-prigione per i membri della Marina oppositori del regime fino al [[1973]], quando venne avviata alla demolizione.
 
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
*{{cita web|http://www.regiamarinaitaliana.it/Inc%20classe%20Duca%20d'Aosta.html|Incrociatori leggeri Classe Duca D'Aosta|6-12-2007}}
*{{cita web|http://digilander.libero.it/planciacomando/|Regia Marina Italiana e Marina Militare Italiana attraverso la storia|6-12-2007}}
*{{cita pubblicazione
| quotes =
| cognome = De Toro
| nome = Augusto
| linkautore =
| coautori =
| data =
| anno = 1996
| mese = dicembre
| titolo = Napoli, Santabarbara 1942
| rivista = Storia Militare
| volume =
| numero = 39
| pagine =
| doi =
| id = {{ISSN|1122-5289}}
| url =
| accesso =
}}
* M.J. Whitley, Cruisers of World War Two, 1995, Arms and armour Press ISBN 1-86019-874-0
* {{Cita libro|cognome=Rocca | nome=Gianni | wkautore= Gianni Rocca| titolo=Fucilate gli ammiragli. La tragedia della marina italiana nella seconda guerra mondiale| editore=[[Arnoldo Mondadori Editore|A. Mondadori]] | città=[[Milano]] | anno= 1987}} ISBN 978-88-04-43392-7
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.marina.difesa.it/storia/almanacco/parte04/Navi0425-01.asp Scheda sintetica sul sito web della Marina Militare Italiana]
{{Classe Condottieri}}
 
{{Portale|marina}}
 
[[Categoria:IncrociatoriCentri dellaabitati Regiadel MarinaPerù]]
[[Categoria:Imbarcazioni militari della seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Navi costruite dall'Ansaldo]]