Le lagrime del figliol prodigo: differenze tra le versioni
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'''Le lagrime del figliol prodigo''' (in croato: ''Suze sina razmetnoga'') è il titolo di un [[poema]] religioso dello scrittore raguseo [[Giovanni Gondola]] (
L'autore trae ispirazione dalla [[parabola del figliol prodigo]], narrata nel vangelo secondo Luca.
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Nel Vangelo la parabola è raccontata in una ventina di righe, mentre Gondola compone 1332 versi.
Nell'originale, inoltre, il figlio sperpera tutte le sue ricchezze
Infine, viene tralasciata la parte
== Riassunto ==
=== Il peccato ===▼
Il figlio piange amaramente i propri peccati, invocando le Persone della SS. Trinità. Si rivolge poi a tutti gli uomini, esortandoli a fuggire il peccato. Ripensa ai tempi in cui viveva nella casa paterna e godeva
▲== Il peccato ==
Accecato dalla bellezza di una donna
=== Il ravvedimento ===
▲Il figlio piange amaramente i propri peccati, invocando le Persone della SS. Trinità. Si rivolge poi a tutti gli uomini, esortandoli a fuggire il peccato. Ripensa ai tempi in cui viveva nella casa paterna e godeva nel lusso sfrenato, menando una vita disordinata. Ora, invece, si ritrova solo ed affamato in terra ignota, la montagna è la sua casa, i porci i suoi compagni, e la fredda pietra il suo guanciale.
▲Accecato dalla bellezza di una donna avida e crudele, egli ha sperperato tutti i suoi averi nel vano tentativo di conquistarla, trovando così la rovina materiale e spirituale.
Il figlio spera di morire di fame o di venir divorato dalle fiere, ma neanche le bestie gli si avvicinano, essendo egli impuro. Riflette sulla bellezza, fonte dei suoi mali, e la paragona ad un albero che cresce e si espande senza dar frutti, facendo solo tanta ombra. Si ravvede, prende coscienza della gravità dei suoi errori. I capelli dorati di una volta sono ora serpi che mordono, il volto un tempo ricoperto di rose è ora erbaccia, le labbra di miele sono veleno. Sedotto dalla gioventù, dalla libertà e dalla brama di piaceri carnali, ha abbandonato il paese natio, ha vagato per terre lontane in cerca della felicità, trovandovi invece angoscia e dolore. Con la sua vita, egli è testimone di un mondo fondato su estremità opposte che si alternano; tutto ciò che è bello cela un orrore, tutto ciò che inizia finisce. Nulla dura, tutto è effimero e cade nell'oblio.
Pensa poi alla morte terrena, che però è ben poca cosa rispetto alla morte dell'anima, che priva l'uomo della salvezza eterna.
L'anima del figlio anela alla purezza e teme le pene infernali.
=== Il pentimento ===
È descritta la potenza di Dio, che pur potendo operare ogni genere di miracoli, non viola la libertà dell'uomo. Il figlio ha vissuto da peccatore, ma ora si pente: è avvenuto il più grande miracolo, la conversione di un peccatore.
Egli cade a terra piangendo e confessa le proprie colpe. Riflette sulla bontà di Dio, che per l'uomo creò il mondo, procurandogli da mangiare e da bere, concedendogli autorità sul mondo animale e vegetale, dotandolo di ragione per discernere il bene dal male; eppure l'uomo si dimostra ingrato e indegno di tutto ciò.
Il figlio, poi, purificato, si rialza e torna dal padre, al quale chiede perdono e si offre di lavorare come servitore. Il genitore lo accoglie con gioia, gli dà il bacio del perdono, la bianca tunica della purezza e l'anello in segno di amore, festeggiando e lodando Dio.
== Collegamenti esterni ==
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[[Categoria:Realismo]]
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