Filippiche (Cicerone) e Provincia di Bergamo: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua|l'omonima provincia del [[Regno Lombardo-Veneto]]|Provincia di Bergamo (Lombardo-Veneto)}}
[[File:M Antonius.jpg|thumb|upright=0.8|Ritratto di [[Marco Antonio]]]]
{{Divisione amministrativa
Le '''Filippiche''' sono orazioni che [[Marco Tullio Cicerone]] pronunciò contro [[Marco Antonio]] dal 2 settembre del 44 a.C. al 21 aprile del 43 a.C., ad eccezione della II Filippica, immaginata come pronunciata in senato, in risposta agli sprezzanti attacchi di Antonio nei suoi riguardi durante l'assemblea del 19 settembre (a cui Cicerone non partecipò). Questa orazione di Cicerone, accuratamente preparata nella sua villa a [[Pozzuoli]], poi inviata all'amico [[Tito Pomponio Attico|Attico]] - che ne apprezzò molto la ''vis'' retorica – e mai pronunciata, venne presumibilmente fatta circolare negli ambienti politici romani prima del 20 dicembre 44, giorno in cui la III e la IV Filippica vennero presentate rispettivamente in senato e davanti al popolo.
| Nome = Provincia di Bergamo
| Panorama = Bergamo Palazzo Provincia.jpg
| Didascalia = ''Palazzo della Provincia'', attuale sede dell'amministrazione provinciale.
| Bandiera = Provincia di Bergamo-Bandiera.png
| Voce bandiera =
| Stemma = Provincia di Bergamo-Stemma.png
| Voce stemma =
| Stato = ITA
| Grado amministrativo = 2
| Divisione amm grado 1 = Lombardia
| Capoluogo = {{simbolo|Bergamo-Stemma.png}} [[Bergamo]]
| Amministratore locale = [[Gianfranco Gafforelli]]
| Partito = [[Civica Popolare|CP]]
| Data elezione = 31/10/2018
| Data istituzione = 1859
| Lingue ufficiali = [[lingua italiana|italiano]], [[dialetto bergamasco]]<ref>riportato nello stemma e previsto dalla legge regionale 25/2016</ref>
|Superficie = 2754.90
| Note superficie = [http://www.istat.it/it/archivio/82599 ISTAT - Superficie dei comuni, province e regioni al Censimento 2011]
| Abitanti = 1113949
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 settembre 2018.
|Aggiornamento abitanti=30-9-2018
| Sottodivisioni = [[provincia di Bergamo#Comuni|243 comuni]]
| Divisioni confinanti = [[Provincia di Brescia|Brescia]], [[Provincia di Cremona|Cremona]], [[Provincia di Lecco|Lecco]], [[Provincia di Milano|Milano]], [[Provincia di Monza e della Brianza|Monza e Brianza]], [[Provincia di Sondrio|Sondrio]]
| Codice postale = 24121-24129 (Bergamo), 24000-24100, (provincia)
| Prefisso = [[02 (prefisso)|02]], [[035 (prefisso)|035]], [[0345]], [[0346]], [[0363]]
| PIL = <!-- [[Milione|mln]] [[Euro|€]] -->
| PIL procapite = <!-- [[Euro|€]] -->
| Immagine localizzazione = Bergamo in Italy.svg
| Mappa =
| Didascalia mappa =
}}
La '''provincia di Bergamo''' è una [[Province d'Italia|provincia italiana]] della [[Lombardia]] di {{formatnum:1113949}}<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> abitanti, con capoluogo [[Bergamo]]. Situata al [[Lombardia|centro della regione]], si estende su una superficie di 2.754,90<ref name=sup>[http://www.istat.it/it/archivio/82599 ISTAT - Superficie dei comuni, province e regioni al Censimento 2011]</ref> [[Chilometro quadro|km²]] e con i suoi 243 [[Comune (Italia)|comuni]] rappresenta la terza provincia d'Italia per numero di suddivisioni comunali, dopo [[Provincia di Torino|Torino]] e [[Provincia di Cuneo|Cuneo]] e l'ottava per popolazione.
 
Confina a [[nord]] con la [[provincia di Sondrio]], a [[ovest]] con la [[provincia di Milano]], con la [[provincia di Lecco]] e per un piccolo tratto con la [[provincia di Monza e della Brianza]], a [[sud]] con la [[provincia di Cremona]] e a [[est]] con la [[provincia di Brescia]].
=== Introduzione ===
La denominazione di “''Philippicae''” venne attribuita dallo stesso Cicerone alle sue orazioni, tra il serio e il faceto, in una lettera a [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]<ref>Ad. Brut. 2,3,4.</ref> con lo scopo di omaggiare il grande oratore greco [[Demostene]], suo grande modello, non solo dal punto di vista oratorio, ma anche morale e patriottico.Difatti, come l’oratore greco si scagliò contro [[Filippo II di Macedonia]], facendosi promotore della difesa e della libertà dello Stato, Cicerone schierandosi contro Antonio, si prefisse di raggiungere nelle Cesarine e nelle Filippiche, l’eloquenza demostenica sotto il profilo retorico e oratorio.<ref>CICERO, Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p.59.</ref>Questo perché Demostene rappresentava per Cicerone il modello ideale dell’oratore politico che si è formato attraverso lo studio dei testi filosofici.<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino,
1978, p.59.</ref>
 
Gli uffici amministrativi si trovano nella sede in via Torquato Tasso nel [[Palazzo della Provincia (Bergamo)|Palazzo della Provincia]].
Inoltre l’intensificato contatto con l’eloquenza di Demostene portò Cicerone all’elaborazione di uno stile oratorio purificato, depurato di parecchia pinguedine ornamentale. Il fraseggio si fa più breve, semplice, più netto che in precedenza.<ref>E. Narducci, “''Introduzione a Cicerone''” Editori Laterza, Roma – Bari, 2010, p. 204</ref>
 
== Geografia fisica ==
La tradizione storiografica<ref>SEN. ''Suas''
{{citazione|Terra che 'l Serio bagna e 'l Brembo inonda,<br />che monti e valli mostri a l'una mano<br />ed a l'altra il tuo verde e largo piano,<br />or ampia ed or sublime ed or profonda [...]|[[Torquato Tasso]], XVI secolo.}}
VI-VII; ''GELL''. I 22,17.</ref>attesta per l’opera ciceroniana anche la denominazione, forse più corretta, di “''Antonianae''”. Si sa anche che un grammatico latino, tale [[Arusiano Messio]], cita alcuni brani dell’orazione XVI e la Filippica XVII.<ref>ARUSIANUS MESSIUS, ''GLK'' VII, 476. Inoltre due scoliasti (''Ad. Cic.'', ''Mil.'' 10 e ''Ad. Iuv''. 7, 199) riportano che Publio
[[File:Alta Bergamasca.JPG|left|thumb|Visuale area della città di Bergamo e delle immediate vicinanze, con indicazione dei principali centri urbani]]
Ventidio era chiamato “mulattiere (''mulio'')
=== Territorio ===
nelle Filippiche”: quasi certamente doveva trattarsi di una Filippica
posteriore alla XIV perché Cicerone dà a Ventidio lo stesso appellativo in una
lettera (''Fam.'' 10, 18, 3) che è del 18
maggio 43.</ref>Secondo altri autorevoli studiosi come [[Gian Biagio Conte]] e Bruno Mosca, in origine le Filippiche dovevano essere probabilmente 18, ma oggi ne sono giunte solo 14.<ref>AA. VV. ''Scriptorium'',
coordinata e diretta da G. B. Conte, Le Monnier, Firenze, 2000 vol. II, p. 857.</ref> Tra le orazioni andate smarrite, una molto conosciuta ai tempi, doveva essere quella pronunciata in senato tra il 26 e il 27 aprile,<ref>M. T. CICERONE, ''Le Filippiche'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I,
p. 62</ref>subito dopo un’altra fondamentale vittoria militare ottenuta dal console [[aulo Irzio|Irzio]] e da [[augusto|Ottaviano]] sulle truppe guidate da Antonio, il 21 aprile del 43.<ref>''Ad Brut''.1, 3, 4; 5, 1; ''Fam''. 10, 21, 4.</ref>
 
La provincia di Bergamo è situata nella parte centro-orientale della Lombardia. Il confine occidentale è segnato dallo [[spartiacque]] tra i bacini dell'[[Adda]] e del [[Lago di Como]] a nord e dal [[Brembo (fiume)|fiume Brembo]] a sud. Il confine settentrionale segue lo spartiacque principale delle [[Alpi Orobie]]. Il confine orientale segue prima lo spartiacque tra la [[Valle di Scalve|Val di Scalve]] e la [[Val Camonica]], quindi il [[Lago d'Iseo]] e il fiume [[Oglio]]. Il confine meridionale è sostanzialmente convenzionale.
Le Filippiche costituiscono un importante documento dell'acceso contrasto tra Cicerone e Antonio, scoppiato durante gli ultimi mesi di vita della Repubblica Romana. In esse, ogni singola fase di quella drammatica crisi che stava attraversando la ''res publica'' sembra stagliarsi su di uno sfondo di alti valori etici e civili, resi ancor più vigorosi dalla meditazione filosofica ciceroniana.
La provincia di Bergamo occupa una superficie di 2.745,94&nbsp;km²<ref name=sup/> e possiede una morfologia variabile da 3.050&nbsp;m sul livello del mare a 82&nbsp;m.
 
La parte settentrionale della provincia è essenzialmente montuosa, occupa il 64% della superficie e qui si trovano le principali valli bergamasche: la [[Val Seriana]] (attraversata dal [[Serio]]), la [[Val Brembana]] ([[Brembo (fiume)|Brembo]]), la [[Valle Imagna]] ([[Imagna]]), la [[Valle di Scalve|Val di Scalve]] ([[Torrente Dezzo|Dezzo]]), la [[Val San Martino]] (condivisa con la [[Provincia di Lecco]]) ([[Adda]]) e la [[Val Cavallina]] ([[Cherio]]). Ognuna di queste valli ha a sua volta diramazioni più piccole, ad esempio le principali diramazioni della [[Val Seriana]] sono la [[Val Gandino]], la [[Val del Riso]] e la [[Val Borlezza]], mentre quelle della [[Val Brembana]] sono la [[Val Brembilla]], la [[Val Serina]] e la [[Val Taleggio]].
Dunque, queste sue ultime orazioni possono essere considerate come un vero e proprio testamento morale che Cicerone lasciò al popolo romano: le sue impetuose parole mantennero per mesi desta l'attenzione del popolo sulla lotta politica e sull'urgenza e il dovere di difendere l'integrità della patria.
Andando verso sud si trova una fascia [[collina]]re con una superficie del 12% che comprende la porzione settentrionale dell'[[Isola bergamasca]], i [[Parco dei Colli di Bergamo|Colli di Bergamo]] e la [[Valcalepio]], zona di [[Vini tipici bergamaschi|produzione dei tipici vini bergamaschi]]. La zona collinare si estende per 70&nbsp;km in larghezza, dall'Adda al lago di Iseo. La parte meridionale della provincia è compresa nella [[Pianura Padana]] di origine alluvionale che occupa una superficie del 24%, passando dall'alta fino alla media pianura che corrisponde alla fascia dei [[risorgiva|fontanili]], questa zona viene comunemente chiamata [[Bassa Bergamasca]].
[[File:PIZZODICOCA.jpg|thumb|upright=0.8|[[Pizzo Coca]]]]
 
=== Rilievi ===
Il contrasto tra Cicerone e Marco Antonio ebbe origine all'indomani dell'uccisione di Cesare: la plebe urbana acclamava ancora il defunto e si schierava apertamente contro i suoi uccisori (non giudicandoli affatto come dei “liberatori”); il partito cesariano manteneva il suo vigore grazie al suo nuovo leader, [[Marco Antonio]].
Le vette più alte della provincia sono situate nelle [[Alpi Orobie]], sul confine con la [[provincia di Sondrio]]. Le principali sono il [[Pizzo Coca]] (3.050&nbsp;m), il [[Pizzo Redorta]] (3.038&nbsp;m), il [[Pizzo del Diavolo della Malgina]] (2.924&nbsp;m), il [[Pizzo del Diavolo di Tenda]] (2.914&nbsp;m), il [[monte Torena]] (2.911&nbsp;m), il massiccio della [[Presolana]], che domina sul comune di [[Castione della Presolana]]. Gran parte delle Orobie è attraversata dal [[Sentiero delle Orobie]].
 
=== Idrografia ===
Così si giunse ben presto a un compromesso tra la fazione senatoria e i cesaricidi, che prevedeva l'amnistia per i congiurati (promossa anche da Cicerone) e la ratifica di tutti gli atti e
==== Fiumi ====
le disposizioni di Cesare. Ma il compromesso ebbe breve durata. Mentre i congiurati, investiti di varie cariche in lontane province romane, abbandonavano la città, Antonio abilmente cercava di trarre a sé tutte le forze tradizionalmente favorevoli a [[Cesare]] (soprattutto i veterani di Cesare e alcuni settori del [[Senato romano|senato]]), rafforzando così la propria posizione politica e militare e palesando l'intenzione di vendicarsi dei presunti “liberatori”.
[[File:Adda3.JPG|thumb|upright=0.8|Fiume [[Adda]]]]
Il territorio della provincia è interamente compreso nel [[bacino idrografico]] del [[fiume]] [[Po]] e vi tributa per mezzo dei suoi [[affluente|affluenti]] [[Adda]] e [[Oglio]].
 
Appartengono al bacino dell'Adda il [[Brembo (fiume)|Brembo]] con i suoi affluenti [[Imagna]] ed [[Enna (torrente)|Enna]] e il [[Serio]] che sfocia nell'Adda in territorio cremasco a differenza del Brembo che confluisce nell'Adda tra i comuni di [[Brembate]] e [[Canonica d'Adda]]. Il lembo di terra compreso tra l'Adda e il Brembo è denominata [[isola bergamasca]] e la presenza dei due fiumi diede origine nell'Ottocento al villaggio industriale di [[Crespi d'Adda]], che sfrutta la sua collocazione all'estremità sud dell'isola tra i due fiumi per generare energia.
L'aggravarsi della situazione indusse Cicerone a tenersi alla larga dai vari giochi delle fazioni politiche, in attesa di tempi migliori (pensava probabilmente che una situazione più favorevole sarebbe giunta con l'entrata in carica dei consoli [[aulo Irzio|Irzio]] e [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], cesariani moderati), e a lasciare [[Roma]] per intraprendere un viaggio in [[Grecia]]. Ma fu costretto a interrompere il suo viaggio e a tornare subito a Roma, dove sempre più tesi si facevano i rapporti tra Antonio e il senato, e il partito cesariano sembrava dividersi fra la fedeltà ad Antonio e quella ad Ottaviano. Questi era il giovanissimo erede di Cesare, entrato da poco nella scena politica dell'Urbe ma già a capo di un consistente esercito, messo in piedi in brevissimo tempo.
 
Al bacino dell'[[Oglio]] tributano il [[Cherio]], il [[Borlezza]] e il [[Torrente Dezzo|Dezzo]] che scorre nella [[Valle di Scalve|Val di Scalve]].
Cicerone, così, giunto in senato, pronunciò la sua prima Filippica (2 settembre 44) dai toni relativamente contenuti, alternando magistralmente moderate critiche a timidi elogi, per cercare ancora di ricondurre l'audace Antonio al rispetto verso l'autorità del senato e di avvicinare a sé le diverse parti dell'opposizione.<ref>E. Narducci, “''Cicerone.''
La parola e la politica''”. Editori''
Laterza, Roma – Bari, 2009, p.418.</ref> Ma la violenta invettiva scagliata da Antonio contro Cicerone il 19 settembre in assemblea segnò la totale rottura tra i due.
 
==== Laghi ====
Infatti nella sua seconda orazione i toni si fanno più accesi: vengono lungamente descritte la corrotta e dissipata giovinezza di Antonio e la sua successiva carriera politica, segnata da un'umiliante e continua ricerca di sostenitori.
[[File:LagoIseo.jpg|thumb|upright=0.8|[[Lago d'Iseo]]]]
Nel territorio della provincia vi sono due [[lago|laghi]] principali:
* il [[Lago d'Iseo]], al confine con la [[provincia di Brescia]], attraversato dal [[fiume]] [[Oglio]] e su cui si affacciano i comuni di [[Costa Volpino]], [[Lovere]], [[Castro (Lombardia)|Castro]], [[Riva di Solto]], [[Tavernola Bergamasca]], [[Predore]] e [[Sarnico]]. Il lago comprende anche la seconda più grande [[isola]] lacustre d'[[Europa]] - dopo l'isola di [[Visingsö]] sul lago [[Vättern]] in [[Svezia]] - [[Monte Isola]], che però fa parte della [[provincia di Brescia]].
* il [[Lago di Endine]], in [[Val Cavallina]], formato dal fiume [[Cherio]] e compreso tra i comuni di [[Endine Gaiano]], [[Monasterolo del Castello]], [[Ranzanico]] e [[Spinone al Lago]].
 
Inoltre vi è il [[lago di Gaiano]] che anticamente formava un tutt'uno con l'attuale [[lago di Endine]] occupando così gran parte dell'attuale [[val Cavallina]].
Anche nelle altre Filippiche Cicerone metterà in evidenza i tratti più turpi di Antonio, gli stessi con cui Demostene dipingeva la figura del tiranno [[Filippo II di Macedonia|Filippo di Macedonia]].
 
Tra i laghi storici dobbiamo citare il [[Lago Gerundo]] formato dalla confluenza di [[Adda]] e [[Brembo (fiume)|Brembo]] e alimentato anche dal [[Tormo]] e dal [[Serio]] e il [[lago di Leffe]] nell'attuale [[val Gandino]].
Cicerone, ormai anziano, si lanciava con tutto il suo ardore in questa sua ultima battaglia, proprio per ritrovare quell'antica gloria di quando aveva salvato la patria dal terribile [[Lucio Sergio Catilina|Catilina]].
 
Tra i laghi alpini invece abbiamo:
A partire dalla seconda, in tutte le 14 orazioni è evidente la fermezza dell'oratore che segue la linea dell'intransigenza nei confronti dell'azione antoniana, e abbandona definitivamente quella politica “conciliante” dei giorni successivi alle Idi di marzo egli, dinanzi ad un senato sempre più debole e titubante, si dichiara sempre un patriota promotore della pace, ma purtroppo sono le circostanze politiche che lo inducono a divenire un fautore della guerra.<ref>E.
{| class="wikitable"
Narducci, “''Cicerone. La parola e la''
|-
politica''”. Editori Laterza, Roma – Bari, 2009, p.420.''</ref>
! Lago
! Superficie
! Altitudine
! Vallata
|-
| [[Lago di Aviasco]]
| 0,07&nbsp;km²
| 2.070&nbsp;m
| [[Val Seriana]]
|-
| [[Lago del Barbellino]]
| 0,0185&nbsp;km²
| 1.862&nbsp;m
| [[Val Seriana]]
|-
| [[Lago del Barbellino Naturale]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.128&nbsp;m
| [[Val Seriana]]
|-
| [[Lago del Becco]]
| 0,037&nbsp;km²
| 1.872&nbsp;m
| [[Val Brembana]]
|-
| [[Lago di Bondione]]
| 0,0015&nbsp;km²
| 2.326&nbsp;m
| [[Val Seriana]]
|-
| [[Lago Branchino]]
| 0,01&nbsp;km²
| 1.784&nbsp;m
| [[Val Brembana]]
|-
| [[Laghi di Caldirolo]]
| 0,005&nbsp;km²
| 2.257&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Campelli]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.036&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Laghi di Cardeto]]
| 0,015&nbsp;km²
| 1.790&nbsp;m
|[[Val Grabiasca]]
|-
| [[Lago Casere]]
| 0,118&nbsp;km²
| 1.841&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Cernello]]
| 0,026&nbsp;km²
| 1.958&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Laghi della Cerviera]]
| 0,011&nbsp;km²
| 2.325&nbsp;m
|[[Valle della Cerviera]]
|-
| [[Lago di Coca]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.108&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Lago Colombo]]
| 0,144&nbsp;km²
| 2.046&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago di Cornalta]]
| 0,013&nbsp;km²
| 2.181&nbsp;m
|[[Valle del Tino]]
|-
| [[Lago dei Frati]]
| 0,025&nbsp;km²
| 1.941&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago di Fregabolgia]]
| 0,15&nbsp;km²
| 1.957&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Gelt]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.562&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Laghi Gemelli]]
| 0,0&nbsp;km²
| 1.952&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago del Diavolo]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.142&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago della Malgina]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.339&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Lago Marcio]]
| 0,0&nbsp;km²
| 1.841&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Moro (Valle Brembana)|Lago Moro]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.235&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Nero (Bergamo)|Lago Nero]]
| 0,16&nbsp;km²
| 2.014&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Laghetti di Ponteranica]]
| 0,4&nbsp;km²
| 2.115&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Rotondo]]
| 0,023&nbsp;km²
| 1.972&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago di Valle Sambuzza]]
| 0,5&nbsp;km²
| 2.085&nbsp;m
|[[Val Sambuzza]]
|-
| [[Lago Sardegnana]]
| 0,115&nbsp;km²
| 1.738&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago Spigorel]]
| 0,0028&nbsp;km²
| 1.821&nbsp;m
|[[Val Sedornia]]
|-
| [[Lago Sucotto]]
| 1,3&nbsp;km²
| 1.854&nbsp;m
|[[Val Seriana]]
|-
| [[Lago delle Trote]]
| 0,0&nbsp;km²
| 2.109&nbsp;m
|[[Val Brembana]]
|-
| [[Lago di Valbona (Bergamo)|Lago di Valbona]]
| 0,017&nbsp;km²
| 2.055&nbsp;m
|[[Valle di Scalve]]
|-
| [[Lago di Varro]]
| 0,034&nbsp;km²
| 2.236&nbsp;m
|[[Valle del Tino]]
|-
| [[Laghi del Venerocolo]]
| 0,04&nbsp;km²
| 2.293&nbsp;m
|[[Valle del Venerocolino]]
|-
|}
 
== Storia ==
Con le sue serrate argomentazioni Cicerone mira principalmente a indebolire e separare il partito antoniano in senato, servendosi per tale scopo dell'antagonista di Antonio, il giovane Ottaviano. Eliminare dalla scena politica Antonio e i suoi seguaci, a suo giudizio personaggi scellerati, criminali e di dubbia moralità, significa sottrargli il forte sostegno del partito cesariano.
[[File:Provincia di Bergamo circondari.svg|thumb|I circondari della provincia di Bergamo]]
La provincia di Bergamo venne istituita nel [[1859]] in seguito al [[decreto Rattazzi]]; succedeva all'[[Provincia di Bergamo (Lombardo-Veneto)|omonima provincia]] del [[Regno Lombardo-Veneto]], rispetto alla quale però veniva privata della [[val Camonica]], ceduta alla [[provincia di Brescia]].
 
Inizialmente era suddivisa nei tre [[Circondario (Regno d'Italia)|circondari]] [[Circondario di Bergamo|di Bergamo]], [[Circondario di Clusone|di Clusone]] e [[Circondario di Treviglio|di Treviglio]], poi soppressi nel [[1926]]-[[1927|27]] come il resto dei circondari italiani.
A tal fine Cicerone giustifica e glorifica l'illegale azione politico-militare di Ottaviano (illegale al pari di quella di Antonio) e di tutte le milizie che si sono schierate dalla sua parte. Inoltre egli non si astiene di certo da aspri giudizi nei confronti dell'assemblea senatoria, troppo debole e indugiante, al fine di indurla a condannare tutte quelle iniziative private che si andavano a sostituire alle sue deliberazioni.
 
I confini provinciali rimasero immutati per lungo tempo: l'unica modifica si ebbe nel [[1992]], quando i comuni di [[Calolziocorte]], [[Carenno]], [[Erve]], [[Monte Marenzo]], [[Torre de' Busi]] e [[Vercurago]] passarono alla nuova [[provincia di Lecco]]. Il 22 dicembre 2017 il comune di [[Torre de' Busi]] è tornato a far parte della provincia orobica.<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/la-provincia-di-bergamo-si-allargatorre-de-busi-e-il-comune-numero-243_1265336_11/|titolo=La provincia di Bergamo si allarga Torre de’ Busi è il comune numero 243|accesso=2017-12-23}}</ref>
Sebbene i suoi discorsi siano pieni di parole elogiative nei riguardi di Ottaviano, probabilmente nel pensiero politico ciceroniano questi non rappresenta nient'altro che il male minore, anche se l'unico davvero all'altezza di contrastare Antonio e di attirare i vecchi cesariani dalla parte della '<nowiki/>''res publica'''''<nowiki/>'<nowiki/>'''; però, secondo tale pensiero, una volta portato a compimento questo suo progetto di servirsi dell'erede di Cesare quale strumento per far fronte comune contro la minaccia antoniana, anche Ottaviano stesso sarebbe infine stato messo da parte. Un progetto, questo, che prevedeva altissimi rischi per la repubblica e di cui Cicerone ne era perfettamente consapevole.<ref>E.
=== Referendum consultivi sulla fusione di comuni ===
Narducci, “Cicerone. La parola e la politica”. Editori Laterza, Roma – Bari,
La tabella riepiloga i [[Referendum#Possibili classificazioni dei referendum|referendum consultivi]] per la [[Fusione di comuni italiani|fusione di comuni]] tenutisi a partire dal 1º dicembre 2013. In grassetto sono indicati i comuni che hanno approvato il quesito.<ref>[http://www.quotidiano.net/file_generali/documenti/PDF/2013/12/def-si-no.pdf Quotidiano.net - Risultati percentuali comune per comune]</ref><ref>[http://ecodibergamo.it/stories/Cronaca/referendum-fusione-comuni-vincono-i-si-tranne-che-a-covo_1035444_11/ EcoDiBergamo.it - Referendum: fusione Comuni. Vincono i sì, tranne che a Covo]</ref><ref>[http://www.larassegna.it/2016/11/21/presolana-al-referendum-vince-il-no-niente-fusione-tra-i-comuni/ La Rassegna.it - Presolana, al referendum vince il “no”. Niente fusione tra i Comuni]</ref>
2009, pp.420-421.</ref>
{| class="wikitable" style="font-size:90%;text-align:center;"
! Data del referendum !! Comuni !! Iscritti !! Percentuale Elettiva !! Favorevoli !! Contrari !! Denominazione<br />nuovo comune !! Data di istituzione<ref>[http://www.ilgiorno.it/bergamo/politica/2014/01/08/1007035-fusione-comuni-lombardia.shtml Fusione Comuni, 9 nuove amministrazioni al voto il 25 maggio]</ref><ref>[http://www.ilgiorno.it/lombardia/cronaca/2014/01/21/1013860-fusione-comuni-regione.shtml Nuovi Comuni in Lombardia, da 22 diventano nove: ecco tutti i nomi]</ref>
|-
| 1º dicembre [[2013]] || {{simbolo|Brembilla-Stemma.png}} '''[[Brembilla]]'''<br />{{simbolo|Gerosa-Stemma.png}} '''[[Gerosa]]''' || 3.785<br />403 || 21,6%<br />45,1% || '''82%'''<br />'''54%''' || 18%<br />46% || [[Val Brembilla (Italia)|Val Brembilla]] || 4 febbraio 2014
|-
| 1º dicembre [[2013]] || {{simbolo|Covo-Stemma.png}} [[Covo]]<br />{{simbolo|Fara Olivana con Sola-Stemma.png}} '''[[Fara Olivana con Sola]]'''<br />{{simbolo|Isso (Italia)-Stemma.png}} '''[[Isso (Italia)|Isso]]''' || n.d.<br />n.d.<br />529 || 53%<br />42%<br />58,6% || 26%<br />'''61%'''<br />'''53%''' || '''74%'''<br />39%<br />47% || Castelcorte<ref>[http://www.quotidiano.net/file_generali/documenti/PDF/2013/12/scelta-nome-nuovo-comune.pdf Quotidiano.net - Nome scelto per i nuovi comuni]</ref> || style="background-color:#F08080;" | ''proposta non accolta<br />da Covo''
|-
| 1º dicembre [[2013]] || {{simbolo|Sant'Omobono Terme-Stemma.png}} '''[[Sant'Omobono Terme]]'''<br />{{simbolo|Valsecca-Stemma.png}} '''[[Valsecca]]''' || 3.136<br />490 || 15%<br />46% || '''90%'''<br />'''73%''' || 10%<br />27% || Sant'Omobono Terme || 4 febbraio 2014
|-
| 20 novembre [[2016]] || {{simbolo|Cerete-Stemma.png}} [[Cerete]]<br />{{simbolo|Fino del Monte-Stemma.png}} [[Fino del Monte]]<br />{{simbolo|Onore (Italia)-Stemma.png}} [[Onore (Italia)|Onore]]<br />{{simbolo|Rovetta-Stemma.png}} [[Rovetta]]<br />{{simbolo|Songavazzo-Stemma.png}} [[Songavazzo]] || n.d.<br />n.d.<br />n.d.<br />n.d.<br />n.d. || n.d.<br />n.d.<br />n.d.<br />55,86%<br />64% || 48,5%<br />34,5%<br />41,5%<br />40%<br />28,3% || '''51,5%'''<br />'''65,5%'''<br />'''58,5%'''<br />'''60%'''<br />'''71,7%''' || Borghi Borlezza / Borghi Presolana / Larna / San Narno / Valborlezza / Valleggia<ref>[http://www.ecodibergamo.it/stories/valle-seriana/presolana-verso-la-fusionei-cinque-consigli-dicono-si_1168454_11/ EcoDiBergamo.it - Presolana verso la fusione. I cinque Consigli dicono sì]</ref> || style="background-color:#F08080;" | ''proposta non accolta<br />dai comuni coinvolti''
|}
 
=== Onorificenze ===
Ottaviano, dopo aver collaborato per qualche tempo con il senato e i cesaricidi, decise di firmare la '<nowiki/>''pax'''''<nowiki/>' <nowiki/>'''con Antonio e con un altro autorevole cesariano, Lepido: tutti e tre si unirono in un [[triumvirato]], sulla base dell’omonimo accordo sottoscritto da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] e [[Marco Licinio Crasso|Crasso]]. Ma a differenza dell’accordo privato del 60 a.C., questo del 43 a.C. venne istituzionalizzato attraverso la ''Lex Titia''<ref>M.
{{Onorificenze
Pani, E. Todisco, ''Storia romana dalle''
|immagine= Merito civile bronze medal BAR.svg
origini alla tarda antichità'', Carocci, Roma, 2008, p. 187.''</ref> con lo scopo di ricostituire la Repubblica (''rei publicae Constituende''); esso consisteva in una magistratura ''cum'' ''imperio c''he consentiva ai triumviri di mantenere gli eserciti, convocare il senato, nominare i magistrati ed emanare editti. Così il progetto ciceroniano
|nome_onorificenza= Medaglia di bronzo al Merito Civile
si rivelò del tutto fallimentare.
|collegamento_onorificenza= Merito_civile
|motivazione = In occasione di gravi eventi alluvionali e franosi che colpivano duramente vaste aree dell'arco prealpino, l'intera Amministrazione Provinciale si adoperava ininterrottamente nella complessa azione di coordinamento dei volontari della Protezione Civile e nel ripristino della viabilità della rete stradale, al fine di alleviare disagi e sofferenze. Chiaro esempio di elevato spirito di abnegazione e di elette virtù civiche.
|luogo = [[Bergamo]], novembre [[2002]]
}}
 
=== Riconoscimenti ===
Uno dei primi provvedimenti presi dai triumviri fu quello di eliminare tutte quelle personalità ostili nei loro confronti; il nome di Cicerone fu il primo della lista redatta da Antonio. Cicerone così fu assassinato a [[Formia]] il 7 dicembre del 43.
La città vanta di aver prestato il maggior numero di abitanti alla [[spedizione dei Mille]] guidata da [[Garibaldi]] e per questo è denominata la "Città dei Mille"
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Fu [[Tito Livio]], che nel descrivere la morte di Cicerone, compose il panegirico più equo; ce lo trasmette [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]]:
=== Laghi e Valli ===
Il lago d'Iseo ospita la seconda isola lacustre più vasta d'[[Europa]], [[Monte Isola]], affiancata dagli isolotti di Loreto e di San Paolo. Offre svariate possibilità di visite ed escursioni: alle terme di [[Trescore Balneario]], ai pregiati vigneti della Val Calepio, alle piste della Valle Seriana e di Scalve e sul lago d'Endine.
<gallery mode="packed">
File:Gleno Dam 02.JPG|<div align="center">[[Diga del Gleno]], [[Val di Scalve]]</div>
File:Tavernola panorama 01.JPG|<div align="center">[[Tavernola Bergamasca]], [[Lago d'Iseo]]</div>
File:Cascatedelserio.JPG|<div align="center">[[Cascate del Serio]], [[Val Seriana]]</div>
File:Roncola san bernardo.jpg|<div align="center">[[Roncola (Italia)|Roncola]], [[Valle Imagna]]</div>
File:Foppolo winter.JPG|<div align="center">[[Foppolo]], [[Val Brembana]]</div>
File:Lago d'Endine dal Colle Gallo.jpg|[[Lago d'Endine]] visto dal [[Colle Gallo]]
</gallery>
 
=== Castelli ===
''«'''''<nowiki/>'''''Vixit tres et sexaginta annos, ut, si vis afuisset, ne immatura quidem mors videri'' ''possit. ingenium et operibus et praemiis operum felix, ipse fortunae diu''
{| class="wikitable" style="font-size:90%;"
''prosperae; sed in longo tenore felicitatis magnis interim ictus vulneribus, exilio, ruina partium, pro quibus steterat, filiae amatae exitu tam tristi atque acerbo, omnium adversorum nihil, ut viro dignum erat, tulit praeter mortem, quae vere aestimanti minus indigna videri potuit, quod a victore inimico (nihil) crudelius passus erat quam quod eiusdem fortunae compos victo fecisset. si quis tamen virtutibus vitia pensarit, vir magnus ac memorabilis fuit, et in cuius laudes (ex)equendas Cicerone laudatore opus fuerit.''»''<ref>SEN, ''Suas'',
|- style="background:#EFEFEF"
6, 18 – 22.</ref>'''''<nowiki/>'''
! Comune
! Castelli
|-
| rowspan="3"| [[Bergamo]]
| [[Rocca di Bergamo]]
|-
| [[Castello di San Vigilio]]
|-
| [[Cittadella viscontea]]
|-
| [[Bianzano]]
| [[Castello di Bianzano]]
|-
| [[Carobbio degli Angeli]]
| [[Castello degli Angeli]]
|-
| [[Castelli Calepio]]
| [[Castello di Calepio]]
|-
| rowspan="2"| [[Cavernago]]
| [[Castello di Cavernago]]
|-
| [[Castello di Malpaga]]
|-
| [[Cologno al Serio]]
| [[Castel Liteggio]]
|-
| [[Costa di Mezzate]]
| [[Castello di Costa di Mezzate]]
|-
| [[Costa Volpino]]
| [[Castello di Ceratello]]
|-
| [[Credaro]]
| [[Castello di Trebecco]]
|-
| [[Gromo]]
| [[Castello Ginami]]
|-
| [[Monasterolo del Castello]]
| [[Castello di Monasterolo]]
|-
| [[Pagazzano]]
| [[Castello di Pagazzano]]
|-
| [[Pumenengo]]
| [[Pumenengo#Castello|Castello Barbò]]
|-
| [[Romano di Lombardia]]
| [[Romano di Lombardia#Architetture militari|Rocca di Romano]]
|-
| [[Treviolo]]
| [[Castello di Albegno]]
|}
 
<div align="center"><gallery mode="packed">
<nowiki/>''«Visse'' ''sessantatré anni, tanto che la sua morte non parrebbe nemmeno immatura se non'' ''fosse stata violenta. Intelligenza feconda di opere e di successi, ebbe anche la sorte lungamente prospera, ma nella sua lunga e continua fortuna fu colpito talvolta da profende ferite – l’esilio, la rovina del suo partito, la morte della figlia, la fine così triste e crudele – e nessuna di queste avversità seppe sopportare da uomo, tranne la morte; che del resto, a un giudizio sereno, potrebbe sembrare meno indegna, pensando ch’egli non fu trattato dal suo avversario vittorioso per nulla più crudelmente di quel che avrebbe fatto lui se avesse vinto. Ma chi ne bilancerà i vizi con le virtù lo troverà grande e degno di memoria: un uomo il cui elogio soltanto l’eloquenza di Cicerone potrebbe degnamente celebrare.»''<ref>P. Fedeli, ''Storia''
File:RoccadiBergamo.jpg|Rocca di Bergamo
letteraria di Roma: con brani antologici'', Ferraro Editori, Napoli, 2004, p.''
File:CastelliCalepio castello conti 02.jpg|Castello di Calepio
193.</ref>'''<nowiki/>'''
File:Malpaga4.jpg|Castello di Malpaga
File:Castello pagazzano.jpg|Castello di Pagazzano
File:GiorcesRomanolbd10.JPG|Rocca di Romano
File:Credaro castello Trebecco 03.jpg|Castello di Trebecco
</gallery></div>
 
=== ContenutoAttrattive delle orazioniprincipali ===
* [[Bergamo]]
'''<nowiki/>'''Di seguito, una dettagliata esposizione e analisi delle singole orazioni.
* ''[[I borghi più belli d'Italia]]'': [[Cornello dei Tasso]], [[Gromo]] e [[Lovere]]
* ''[[Bandiera arancione]]'': [[Almenno San Bartolomeo]], [[Clusone]] e [[Gromo]]
* ''[[Lista dei patrimoni dell'umanità in Italia|Patrimoni dell'umanità]]'': villaggio operaio di [[Crespi d'Adda]] e [[Mura venete di Bergamo]]
* [[Minitalia Leolandia]] a [[Capriate San Gervasio]]
* Complesso turistico ''Eurovil'' a [[Predore]]
* [[Parco faunistico Le Cornelle]] a [[Valbrembo]]
* Casa natale di [[Papa Giovanni XXIII]] a [[Sotto il Monte Giovanni XXIII|Sotto il Monte]]
 
<div align="center"><gallery mode="packed">
==== Filippica I ====
File:Tomè16.JPG|<div align="center">Rotonda di San Tomè ad [[Almenno San Bartolomeo]]</div>
'''''<nowiki/>'''''<nowiki/>All’indomani della morte di Cesare ad opera dei cosiddetti cesaricidi ([[Marco Giunio Bruto|Bruto]], [[Gaio Cassio Longino|Cassio]], [[Trebonio]], [[Lucio Tillio Cimbro|Cimbro]], etc) Cicerone ripercorre la situazione politica precedente e conseguente alla morte del dittatore. Egli, fiducioso inizialmente dei buoni propositi del console [[Marco Antonio]] di risollevare le sorti della ''res publica'' scossa da questi eventi, il 2 settembre del 44 a.C. scriverà e pronuncerà in Senato (nel tempio della Concordia) la sua prima Filippica.
File:BG-Lovere-259-Galleria-Tadini-prospetto-sul-lagojpg.jpg|<div align="center">[[Accademia Tadini]] a [[Lovere]]</div>
File:Sotto il Monte panorama.jpg|Chiesa di San Giovanni Battista a [[Sotto il Monte Giovanni XXIII]]
File:Clusone piazza raddrizzato.jpg|Piazza dell'Orologio a [[Clusone]]
File:Castello Ginami e chiesa di S Gregorio - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|Castello Ginami e [[Chiesa di San Gregorio Magno (Gromo)|chiesa di San Gregorio]] a [[Gromo]]
</gallery></div>
 
=== Siti patrimonio dell'umanità ===
Cesare per ottenere il pieno controllo dell’ assemblea senatoria, si era fatto circondare da uomini a lui devoti; dopo il suo assassinio erano, dunque, ancora molti i senatori che sia per opportunismo sia per convinzione erano rimasti di fede cesariana. Si arrivò ad una vera e propria “amnistia” tra il console Antonio e il Senato riguardo alla questione dell’approvazione degli atti o leggi di Cesare. Il 17 marzo del 44 a.C., Cicerone è convocato nella Curia da Antonio il quale si dimostra concorde e con una buona disposizione d’animo circa i provvedimenti e le leggi del defunto Cesare fatte approvare. Inoltre il console, in virtù di uno spirito di pacificazione generale, si riavvicinò anche al suo collega console [[Publio Cornelio Dolabella]] in precedenza allontanato per privata inimicizia e ostacolato nella sua nomina consolare durante i comizi (50-49 a.C.). Cicerone ha la sensazione di trovarsi di fronte a un nuovo paladino della repubblica e, infatti, di lì a poco M. Antonio sarà artefice di un importante e straordinario atto: la radicale e definitiva eliminazione della costituzione della dittatura.
Il 5 dicembre [[1995]] il [[Crespi d'Adda|Villaggio operaio di Crespi]] è entrato a far parte della Lista del [[Patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]]. È uno degli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale che esistano al mondo. Contrariamente a siti analoghi, lo stabilimento è stato funzionante fino al dicembre [[2003]] e le case sono tuttora abitate.
 
=== Aree naturali ===
''“Lascio da parte molti altri
[[File:Traghetto di Leonardo - Il traghetto.jpg|thumb|Il [[Traghetto di Leonardo]] all'interno del Parco Adda Nord collega [[Villa d'Adda]] a [[Imbersago]] ([[Provincia di Lecco|LC]])]]
''particolari provvedimenti di M.Antonio pur essi degni di nota, ma ho fretta di''
[[File:079 Val Sedornia e Spigorel.JPG|thumb|La [[Val Sedornia]] all'interno del Parco delle Orobie Bergamasche]]
''parlare di uno davvero straordinario: la radicale eliminazione della nostra''
;Bergamo:
''costituzione della dittatura''.''»''<ref>CICERO, Marcus Tullius,
* [[Parco dei Colli di Bergamo]]
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
* {{cita web|http://lombardiadasalvare.it/area_09|Riserve naturali dei boschi di Astino e della Allegrezza}}
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978,  pp.186-187.</ref>
* Parco locale di interesse sovracomunale (P.L.I.S.) [[Bergamo]] - [[Stezzano]]
;Pianura:
* [[Parco agricolo del Rio Morla e delle rogge]]
* [[Parco dell'Adda Nord]]
* {{cita web|http://www.parcobassobrembo.it/|Parco del Basso Brembo}}
* [[Riserva naturale Fontanile Brancaleone]]
* [[Parco della Gera d'Adda]]
* [[Bosco della Lanca]]
* [[Parco del Serio]]
;Valli:
* [[Monumento naturale della valle Brunone]]
* [[Riserva naturale Oasi WWF di Valpredina]]
* [[Parco paleontologico di Cene]]
;Montagna:
* [[Parco delle Orobie Bergamasche]]
* {{cita web|http://www.valseriana.eu/index.php/it/natura/le-oasi-di-scalve/i-boschi-del-giovetto|Riserva naturale boschi del Giovetto di Palline}}
;Lago:
* [[Parco dell'Oglio Nord]]
* [[Riserva naturale Boschetto della Cascina Campagna]]
* [[Riserva naturale Bosco de l'Isola]]
* [[Riserva naturale Valle del Freddo]]
* {{cita web|http://www.parcolagoendine.valcavallina.bg.it/default_ita.htm|Parco locale di interesse sovracomunale del lago di Endine}}
;Collina:
* [[Parco locale di interesse sovracomunale dei Fontanili e dei Boschi]]
* {{cita web|http://www.comitatomontecanto.it/|Parco locale di interesse sovracomunale del Monte Canto e del Bedesco}}
 
== Società ==
Il Senato stesso era libero e svincolato da pressioni forti prima troppo evidenti; i cesaricidi non furono processati come nemici della patria o condannati a morte bensì venivano acclamati dal popolo come dei liberatori. Tuttavia, dopo quel giorno Antonio manifestò chiaramente la sua ambizione e la sua volontà di acquisire sempre più potere e controllo della situazione. Il 1º giugno del 44 a.C. Antonio convoca il Senato e ormai “''tutto era cambiato''”,''<ref>CICERO, Marcus Tullius,
=== Evoluzione demografica ===
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
{{Demografia/Provincia di Bergamo}}
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p.189.</ref>'' Cicerone testimonia come nell’aria si stava diffondendo una pericolosa e malsana inquietudine; la fazione senatoria era debole e facilmente manovrabile da alcune personalità (Antonio e Dolabella) e la stessa assemblea popolare era di fatto usata come strumento per far passare importanti decisioni politiche.Difatti il popolo, che vedeva in Antonio l’erede di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], scosso dal suo discorso mise in piedi un incendio utilizzando le panche e le porte della Curia dove arse il corpo del defunto dittatore simbolo di sacrificio verso la
divinità. Per quanto riguarda i cesaricidi, dapprima elogiati e glorificati,
adesso  venivano minacciati e allontanati
dalla città di Roma; il console Antonio non si fermò qui. Infatti, egli valendosi degli atti di Cesare li falsificò per i suoi biechi piani di prestigio e ricchezza personale. [[Roma]] era diventata schiava della volontà di Antonio e Cicerone, inorridito dall’agire di costui, decise di mantenersi lontano dall’Urbe (atteggiamento moderato e conservatore) impegnandosi in una missione onoraria legalmente riconosciuta (''legatio libera'') con la speranza di ritornare il 1º gennaio del 43 a.C. data di convocazione della nuova sessione del Senato (l’elezione dei consoli designati [[Aulo Irzio|Irzio]] e [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]]). Spiegato, dunque, il motivo della sua partenza da Roma ora l’oratore espone all’assemblea riunita il perché del suo ritorno. Mentre si trovava nei pressi di [[Reggio nell'Emilia|Reggio]] a causa delle condizioni atmosferiche sfavorevoli, Cicerone fu informato di numerosi avvenimenti successi durante la sua assenza dalla città: ad esempio il discorso di Antonio tenuto davanti al popolo, l’Editto di [[Cassio]] e [[Marco Giunio Bruto|Bruto]] pieno di spirito di giustizia e il discorso tenuto in Senato dal console [[L. Pisone]].Tutto ciò motiva e sprona Cicerone a far rientro a Roma visti tali movimenti e situazioni alquanto favorevoli per la causa della ''libertas'' delle istituzioni repubblicane.
 
=== Etnie ===
Il 1º settembre del 44 a.C. Antonio avrebbe convocato il Senato e si sarebbe dimostrato vicino alle posizioni dei molti, in un clima di assoluta comunione e rispetto per il raggiungimento di un bene comune, oltre che di riconoscere le gesta di Cesare in segno d’omaggio. Cicerone, ciò nonostante, è assente alla seduta convocata a causa della stanchezza del viaggio (ritorna a fine Agosto); più verosimilmente, alcuni dei suoi amici lo ammonirono di fare attenzione perché la sua era in pericolo. Antonio lo riprende con parole molto dure nei suoi confronti, un atteggiamento commenta l’Arpinate fin troppo “collerico” e privo di ogni senso di misura; il console arriva a dire di distruggere la sua casa sul colle [[Palatino]], un luogo della politica ed emblema per Cicerone di ''auctoritas'' e ''dignitas'' a Roma.
Gli stranieri residenti in provincia di Bergamo al 31 dicembre 2017 sono {{formatnum:120263}} e rappresentano il 10,8% della popolazione residente.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2017/index.html|titolo=Popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017|accesso=20 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170806142909/http://www.demo.istat.it/bil2016/index.html|dataarchivio=6 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
La provincia di Bergamo è la terza in Lombardia per numero di stranieri (dopo Milano e Brescia) e la sesta in Italia (dopo Milano, Roma, Brescia, Torino e Firenze) secondo il '''Rapporto Immigrazione di Caritas-Migrantes'''<ref>{{Cita news|url=http://www.ilpopulista.it/news/26-Giugno-2017/15824/immigrati-bergamo-fra-le-province-piu-affollate.html|titolo=Immigrati, Bergamo fra le province più "affollate"|accesso=2017-11-28}}</ref>'''.'''
Innanzitutto il senatore Cicerone ammette di fronte al Senato, nella sua prima Filippica, comunque la validità degli atti di Cesare dato che le leggi sono i ''remedia'' utili alla rifondazione dello Stato. I provvedimenti del defunto dittatore devono essere sempre validi e riconosciuti universalmente da tutti ( rif. alla ''Lex Iulia de maiestate'' e alla Legge sull’accesso dei giudici nei collegi).<ref>G. ROTONDI, ''Leges
publicae populi Romani: elenco cronologico con una introduzione sull’attività
legislativa dei comizi romani'', Società Editrice Libraria, Milano, 1962, pp.
202-203.</ref>
 
I gruppi più numerosi sono quelli di:
Cicerone teme che sia Antonio che Dolabella si siano concentrati sul potere personale o sul “''regnum''” anziché sulla vera strada che porta alla vera gloria confondendo l’essere amato con l’essere temuto. Il popolo romano ha affidato a uomini che godevano delle più alte cariche magistratuali il compito di amministrare e di decidere della ''res publica''. Cicerone si limita, qui, ad accusare Antonio di svolgere un’attività in contrasto con le disposizioni portate avanti da Cesare ma ne loda la moderazione e l’iniziativa.
* {{MAR}} {{formatnum:17620}}
* {{ROU}} {{formatnum:16900}}
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<small>''fonte ISTAT''</small><ref>{{Cita web |url=http://demo.istat.it/str2017/index.html |titolo=Popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017 per sesso e cittadinanza |accesso=20 giugno 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170806142909/http://www.demo.istat.it/bil2016/index.html |dataarchivio=6 agosto 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
 
=== Parlate locali ===
In questa prima Filippica domina l’arte della diplomazia nelle parole che l’oratore rivolge al Senato e ad Antonio assente. Infatti, ad ogni invettiva dell’avversario Cicerone fa corrispondere un elogio della sua vita e del suo passato: ad esempio egli cita l’episodio di Dolabella che qualche tempo prima riuscì a sventare un colpo di stato di un personaggio che si fingeva essere l’erede di [[Gaio Mario|Mario]], fu per questo ammirato e acclamato da ogni cittadino romano; anche lo stesso Antonio (in data 17 marzo 44 a.C.)  dopo aver abrogato il termine “dittatore” e aver reso tanti preziosi servizi allo stato in nome della pace e dell’interesse della repubblica, fu applaudito calorosamente.
Le principali parlate locali sono correlate al raggruppamento del [[dialetto bergamasco]], che fa parte del [[dialetto lombardo orientale]].
 
=== Religione ===
Cicerone, in conclusione dell’orazione, ringrazia di aver potuto ancora una volta prendere la parola in Senato e di essere stato ascoltato con attenzione e stima ripromettendosi in futuro di esprimere liberamente il proprio pensiero ogni qual volta ne avesse la possibilità. In cuor suo l’Arpinate non desidera rompere i ponti ; ma con tale orazione egli ha presentato il suo orientamento politico, che è di netta opposizione alla politica dispotica dei due consoli Antonio e Dolabella chiamando intorno a sé tutte le forze dell’ordine e della
Nella giurisdizione ecclesiastica della [[Chiesa cattolica]], gran parte del territorio della provincia coincide con l'area della [[diocesi di Bergamo]]. Essa è suddivisa in 25 vicariati, e segue il [[rito romano]]. Le parrocchie di [[Caprino Bergamasco]] e [[Cisano Bergamasco]], che appartengono al vicariato di [[Calolziocorte|Calolzio]]-[[Caprino Bergamasco|Caprino]], così come alcune parrocchie dei vicariati di [[Branzi]]-[[Santa Brigida (Italia)|Santa Brigida]] e di [[San Giovanni Bianco]]-Sottochiesa, a motivo della loro storia seguono il [[rito ambrosiano]], [[rito liturgico]] caratteristico dell'[[arcidiocesi di Milano]]. Il decanato di [[Treviglio]], che comprende oltre al capoluogo [[Castel Rozzone]], [[Fara Gera d'Adda]], [[Canonica d'Adda]] e [[Pontirolo Nuovo]], pur di rito romano fa parte dell'arcidiocesi di Milano. Alcuni comuni dell'alto [[Lago d'Iseo|Sebino]] ([[Lovere]], [[Bossico]], [[Costa Volpino]] e [[Rogno]]) nonché il comune di [[Palosco]], appartengono alla [[diocesi di Brescia]]. Molti dei comuni più meridionali della provincia, tra cui [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]], fanno parte invece della [[diocesi di Cremona]].
libertà.
 
==== FilippicaIstituzioni, IIenti e associazioni ====
==== Sanità ====
'''<nowiki/><nowiki/>'''Conclusa la prima Filippica, Antonio facendosi aiutare da un retore di nome [[Sesto Clodio]] preparò una implacabile e violenta invettiva contro il senatore Marco Tullio Cicerone. Tale accusa fu pronunciata in Senato da Antonio il 19 settembre del 44 a.C., Cicerone preferì non presentarsi di fronte al suo “accusatore”: Antonio rimproverò l’oratore di essere una persona sleale, immorale e, addirittura, di essere stato colui il quale avrebbe pianificato la morte di Cesare. Ancora, il console si permise di leggere pubblicamente davanti ai senatori una lettera privata inviata da Cicerone a lui nella quale sarebbe emerso il nefasto operato politico e morale dell’Arpinate.
Il più importante centro sanitario della provincia di Bergamo resta il polo ospedaliero di Bergamo. Questi i principali presidi ospedalieri provinciali:
[[File:Vista notturna.jpg|thumb|Rendering dell'ospedale ''Papa Giovanni XXIII'' di Bergamo]]
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Papa Giovanni XXIII" di [[Bergamo]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Humanitas Gavazzeni" di [[Bergamo]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Pesenti Fenaroli" di [[Alzano Lombardo]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "F.M. Passi" di [[Calcinate]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Briolini" di [[Gazzaniga]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Santi Capitanio e Gerosa" di [[Lovere]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Policlinico "San Marco" di [[Osio Sotto]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "M.O. A. Locatelli" di [[Piario]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Policlinico "San Pietro" di [[Ponte San Pietro]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "SS. Trinità" di [[Romano di Lombardia]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale Civile di [[San Giovanni Bianco]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Faccanoni" di [[Sarnico]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Bolognini" di [[Seriate]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "San Isidoro" di [[Trescore Balneario]];
* {{simbolo|Italian traffic signs - icona ospedale.svg}} Ospedale "Treviglio-Caravaggio" di [[Treviglio]].
 
== Geografia antropica ==
A questo punto, dopo il pesante attacco di Antonio, Cicerone decide di rispondere. Tra il settembre e il novembre (forse pubblicata il 12 novembre) del 44 a.C. Cicerone pubblica la sua seconda Filippica, anzi, la cosiddetta “''divina Filippica''”'' ''usando le parole di Giovenale. <nowiki/>L’orazione è un esempio di straordinaria capacità di eloquenza e assume la forma di un vero e proprio testamento politico di Cicerone. L’oratore prima si difenderà dalle ingiurie, in seguito partirà al contrattacco nei confronti dell’avversario Antonio.
[[File:Provincia di Bergamo-Gonfalone.png|thumb|upright=0.6|Gonfalone provinciale]]
=== Comunità montane e territoriali ===
Il territorio della provincia è composto da [[Comunità Montane]] e Zone Omogenee.
Le [[Comunità montane]] o territoriali sono le seguenti :
*[[Hinterland bergamasco]];
*[[Comunità montana della Valle Seriana]];
*[[Comunità montana della Valle Brembana]];
*[[Comunità montana Valle Imagna|Comunità montana della Valle Imagna]];
*[[Comunità montana di Scalve]];
*[[Comunità montana dei Laghi Bergamaschi]];
*[[Comunità montana Lario Orientale - Valle San Martino|Comunità montana del Lario Orientale e della Valle San Martino]];
*[[Isola bergamasca|Comunità territoriale dell'Isola Bergamasca]];
*[[Bassa Bergamasca|Comunità territoriale della Bassa Bergamasca]];
*''Zona della Bassa Val Calepio'' (nome utilizzato per indicare i comuni di [[Castelli Calepio]], [[Chiuduno]], [[Gorlago]], [[Carobbio degli Angeli]] e [[Grumello del Monte]], che non appartengono a nessuna [[Comunità montana|Comunità]]).
 
=== Zone Omogenee ===
Cicerone comincia con il paragonare l’ira di Antonio con quella espressa tempo fa da Catilina e da Clodio, quest’ultimi usciti sconfitti dalla “battaglia” contro Cicerone e la Patria.“''Non teme Antonio di fare la loro stessa fine?''” si domanda ironicamente Cicerone, Antonio ha avuto il coraggio di accusare le azioni politiche durante il suo brillante consolato nel 63 a.C.
Zone omogenee:
Con [[D.lgs.]] [[24 marzo]] [[2016]], n. 48, il '''''territorio bergamasco''''' è stato suddiviso in undici [[zona omogenea|zone omogenee]]:<ref>{{Cita web | titolo = Provincia di Bergamo - Zone omogenee | data = 26 settembre 2017 | url = http://www.provincia.bergamo.it/ProvBgSettori/provBgSettoriHomePageProcess.jsp?myAction=&page=&folderID=171602}}</ref>
[[File:Province of Bergamo SRTM.png|thumb|Mappa topografica della Provincia di Bergamo]]
 
{| class="wikitable sortable"
L’Arpinate ribadisce di non aver mai tradito l’amicizia con Antonio e si addolorerà quando privo di discrezione e
|-
tatto mostrerà al Senato quella famosa lettera privata sopra citata.
! Denominazione
! Popolazione<br />(ab)
! Superficie<br />(km²)
! Densità<br />(ab/km²)
! N° comuni
! Capoluogo
! Mappa
|-
| '''Zona 1 - [[Hinterland bergamasco|Area Urbana di Bergamo]]'''
| {{formatnum:282419}}
| 177,03
| {{#expr:282419/177.03 round 0}}
| 23
| align=center|{{simbolo|Bergamo-Stemma.png|25}}
[[Bergamo]]
|
|-
| '''Zona 2 - [[Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi|Laghi Bergamaschi]]'''
| {{formatnum:117616}}
| 336,81
| {{#expr:117616/336.81 round 0}}
| 42
| align=center|{{simbolo|Lovere-Stemma.png|25}}
[[Lovere]]
|[[File:Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi.svg|100px]]
|-
| '''Zona 3 - [[Comunità Montana della Valle Seriana|Valle Seriana]]'''
| {{formatnum:95601}}
| 612,12
| {{#expr:95601/612.12 round 0}}
| 33
| align=center|{{simbolo|Clusone-Stemma.png|25}}
[[Clusone]]
|[[File:Comunità Montana Valle Seriana.svg|100px]]
|-
| '''Zona 4 - [[Comunità Montana di Scalve|Val di Scalve]]'''
| {{formatnum:4277}}
| 140,89
| {{#expr:4277/140.89 round 0}}
| 4
| align=center|{{simbolo|Vilminore di Scalve-Stemma.png|25}}
[[Vilminore di Scalve]]
|[[File:Comunità Montana di Scalve.svg|100px]]
|-
| '''Zona 5 - [[Comunità Montana della Valle Brembana|Valle Brembana]]'''
| {{formatnum:42530}}
| 646,78
| {{#expr:42530/646.78 round 0}}
| 37
| align=center|{{simbolo|Piazza Brembana-Stemma.png|25}}
[[Piazza Brembana]]
|[[File:Comunità Montana Valle Brembana.svg|100px]]
|-
| '''Zona 6 - [[Comunità Montana Valle Imagna|Valle Imagna]]'''
| {{formatnum:32237}}
| 102,74
| {{#expr:32237/102.74 round 0}}
| 16
| align=center|{{simbolo|Sant'Omobono Terme-Stemma.png|25}}
[[Sant'Omobono Terme]]
|[[File:Comunità Montana Valle Imagna.svg|100px]]
|-
| '''Zona 7 - [[Isola bergamasca|Isola Bergamasca]]-[[Valle San Martino|Val San Martino]]'''
| {{formatnum:133172}}
| 131,29
| {{#expr:133172/131.29 round 0}}
| 24
| align=center|{{simbolo|Ponte San Pietro-Stemma.png|25}}
[[Ponte San Pietro]]
|[[File:Comunità dell'Isola Bergamasca.svg|100px]]
|-
| '''Zona 8 - [[Dalmine|Hinterland Sud]]'''
| {{formatnum:94818}}
| 86,96
| {{#expr:94818/86.96 round 0}}
| 11
| align=center|{{simbolo|Dalmine-Stemma.png|25}}
[[Dalmine]]
|
|-
| '''Zona 9 - [[Romano di Lombardia|Pianura Est]]'''
| {{formatnum:84392}}
| 199,21
| {{#expr:84392/199.21 round 0}}
| 17
| align=center|{{simbolo|Romano di Lombardia-Stemma.png|25}}
[[Romano di Lombardia]]
|
|-
| '''Zona 10 - [[Treviglio|Pianura Ovest]]'''
| {{formatnum:110894}}
| 179,87
| {{#expr:110894/179.87 round 0}}
| 18
| align=center|{{simbolo|Treviglio-Stemma.png|25}}
[[Treviglio]]
|
|-
| '''Zona 11 - [[Seriate]]se-[[Grumello del Monte|Grumellese]]'''
| {{formatnum:110897}}
| 132,22
| {{#expr:110897/132.22 round 0}}
| 17
| align=center|{{simbolo|Seriate-Stemma.png|25}}
[[Seriate]]
|
|}
 
=== Comuni ===
Ciò nonostante, le accuse e le battute tra i due uomini di Roma non si arrestano ma anzi diventano sempre più pungenti e diffamanti. Ormai la diplomazia utilizzata da Cicerone nella prima Filippica, cede il posto alla denuncia nei confronti di Antonio e dei suoi costumi privati dissoluti e viziosi. Cicerone, dialetticamente, risponde a ogni accusa del suo avversario riducendo il discorso di Antonio a un cumulo di falsità e millanteria: dalla presunta ingratitudine di Cicerone durante gli eventi di Brindisi alle gravi accuse di aver lui stesso provocato la discordia tra [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] originando la [[Guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile]] e di aver preso parte alla [[cesaricidio|congiura dei cesaricidi]].
Appartengono alla provincia di Bergamo i seguenti 243 comuni:
{{Div col|cols=3}}
* [[Adrara San Martino]]
* [[Adrara San Rocco]]
* [[Albano Sant'Alessandro]]
* [[Albino (Italia)|Albino]]
* [[Algua]]
* [[Almenno San Bartolomeo]]
* [[Almenno San Salvatore]]
* [[Almè]]
* [[Alzano Lombardo]]
* [[Ambivere]]
* [[Antegnate]]
* [[Arcene]]
* [[Ardesio]]
* [[Arzago d'Adda]]
* [[Averara]]
* [[Aviatico]]
* [[Azzano San Paolo]]
* [[Azzone]]
* [[Bagnatica]]
* [[Barbata]]
* [[Bariano]]
* [[Barzana]]
* [[Bedulita]]
* [[Berbenno]]
* [[Bergamo]]
* [[Berzo San Fermo]]
* [[Bianzano]]
* [[Blello]]
* [[Bolgare]]
* [[Boltiere]]
* [[Bonate Sopra]]
* [[Bonate Sotto]]
* [[Borgo di Terzo]]
* [[Bossico]]
* [[Bottanuco]]
* [[Bracca]]
* [[Branzi]]
* [[Brembate]]
* [[Brembate di Sopra]]
* [[Brignano Gera d'Adda]]
* [[Brumano]]
* [[Brusaporto]]
* [[Calcinate]]
* [[Calcio (Italia)|Calcio]]
* [[Calusco d'Adda]]
* [[Calvenzano]]
* [[Camerata Cornello]]
* [[Canonica d'Adda]]
* [[Capizzone]]
* [[Capriate San Gervasio]]
* [[Caprino Bergamasco]]
* [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]]
* [[Carobbio degli Angeli]]
* [[Carona]]
* [[Carvico]]
* [[Casazza]]
* [[Casirate d'Adda]]
* [[Casnigo]]
* [[Cassiglio]]
* [[Castel Rozzone]]
* [[Castelli Calepio]]
* [[Castione della Presolana]]
* [[Castro (Lombardia)|Castro]]
* [[Cavernago]]
* [[Cazzano Sant'Andrea]]
* [[Cenate Sopra]]
* [[Cenate Sotto]]
* [[Cene]]
* [[Cerete]]
* [[Chignolo d'Isola]]
* [[Chiuduno]]
* [[Cisano Bergamasco]]
* [[Ciserano]]
* [[Cividate al Piano]]
* [[Clusone]]
* [[Colere]]
* [[Cologno al Serio]]
* [[Colzate]]
* [[Comun Nuovo]]
* [[Corna Imagna]]
* [[Cornalba]]
* [[Cortenuova]]
* [[Costa Valle Imagna]]
* [[Costa Volpino]]
* [[Costa di Mezzate]]
* [[Costa Serina]]
* [[Covo]]
* [[Credaro]]
* [[Curno]]
* [[Cusio (Italia)|Cusio]]
* [[Dalmine]]
* [[Dossena]]
* [[Endine Gaiano]]
* [[Entratico]]
* [[Fara Gera d'Adda]]
* [[Fara Olivana con Sola]]
* [[Filago (Italia)|Filago]]
* [[Fino del Monte]]
* [[Fiorano al Serio]]
* [[Fontanella (Italia)|Fontanella]]
* [[Fonteno]]
* [[Foppolo]]
* [[Foresto Sparso]]
* [[Fornovo San Giovanni]]
* [[Fuipiano Valle Imagna]]
* [[Gandellino]]
* [[Gandino]]
* [[Gandosso]]
* [[Gaverina Terme]]
* [[Gazzaniga]]
* [[Ghisalba]]
* [[Gorlago]]
* [[Gorle]]
* [[Gorno]]
* [[Grassobbio]]
* [[Gromo]]
* [[Grone]]
* [[Grumello del Monte]]
* [[Isola di Fondra]]
* [[Isso (Italia)|Isso]]
* [[Lallio]]
* [[Leffe]]
* [[Lenna]]
* [[Levate]]
* [[Locatello]]
* [[Lovere]]
* [[Lurano]]
* [[Luzzana]]
* [[Madone]]
* [[Mapello]]
* [[Martinengo]]
* [[Medolago]]
* [[Mezzoldo]]
* [[Misano di Gera d'Adda]]
* [[Moio de' Calvi]]
* [[Monasterolo del Castello]]
* [[Montello (Italia)|Montello]]
* [[Morengo]]
* [[Mornico al Serio]]
* [[Mozzanica]]
* [[Mozzo (Italia)|Mozzo]]
* [[Nembro]]
* [[Olmo al Brembo]]
* [[Oltre il Colle]]
* [[Oltressenda Alta]]
* [[Oneta]]
* [[Onore (Italia)|Onore]]
* [[Orio al Serio]]
* [[Ornica]]
* [[Osio Sopra]]
* [[Osio Sotto]]
* [[Pagazzano]]
* [[Paladina]]
* [[Palazzago]]
* [[Palosco]]
* [[Parre]]
* [[Parzanica]]
* [[Pedrengo]]
* [[Peia]]
* [[Pianico]]
* [[Piario]]
* [[Piazza Brembana]]
* [[Piazzatorre]]
* [[Piazzolo]]
* [[Pognano]]
* [[Ponte Nossa]]
* [[Ponte San Pietro]]
* [[Ponteranica]]
* [[Pontida]]
* [[Pontirolo Nuovo]]
* [[Pradalunga]]
* [[Predore]]
* [[Premolo]]
* [[Presezzo]]
* [[Pumenengo]]
* [[Ranica]]
* [[Ranzanico]]
* [[Riva di Solto]]
* [[Rogno]]
* [[Romano di Lombardia]]
* [[Roncobello]]
* [[Roncola (Italia)|Roncola]]
* [[Rota d'Imagna]]
* [[Rovetta]]
* [[San Giovanni Bianco]]
* [[San Paolo d'Argon]]
* [[San Pellegrino Terme]]
* [[Sant'Omobono Terme]]
* [[Santa Brigida (Italia)|Santa Brigida]]
* [[Sarnico]]
* [[Scanzorosciate]]
* [[Schilpario]]
* [[Sedrina]]
* [[Selvino]]
* [[Seriate]]
* [[Serina (Italia)|Serina]]
* [[Solto Collina]]
* [[Solza]]
* [[Songavazzo]]
* [[Sorisole]]
* [[Sotto il Monte Giovanni XXIII]]
* [[Sovere]]
* [[Spinone al Lago]]
* [[Spirano]]
* [[Stezzano]]
* [[Strozza]]
* [[Suisio]]
* [[Taleggio (Italia)|Taleggio]]
* [[Tavernola Bergamasca]]
* [[Telgate]]
* [[Terno d'Isola]]
* [[Torre Boldone]]
* [[Torre de' Busi]]
* [[Torre Pallavicina]]
* [[Torre de' Roveri]]
* [[Trescore Balneario]]
* [[Treviglio]]
* [[Treviolo]]
* [[Ubiale Clanezzo]]
* [[Urgnano]]
* [[Valbondione]]
* [[Val Brembilla (Italia)|Val Brembilla]]
* [[Valbrembo]]
* [[Valgoglio]]
* [[Valleve]]
* [[Valnegra]]
* [[Valtorta]]
* [[Vedeseta]]
* [[Verdellino]]
* [[Verdello]]
* [[Vertova]]
* [[Viadanica]]
* [[Vigano San Martino]]
* [[Vigolo]]
* [[Villa d'Adda]]
* [[Villa d'Almè]]
* [[Villa d'Ogna]]
* [[Villa di Serio]]
* [[Villongo]]
* [[Vilminore di Scalve]]
* [[Zandobbio]]
* [[Zanica]]
* [[Zogno]]
{{Div col end}}
 
==== Comuni più popolosi ====
Infatti, Cicerone afferma di aver sì più volte consigliato a Pompeo di opporsi a Cesare, ma quando i due si allearono fu proprio Cicerone a sperare che tale alleanza durasse evitando perciò la guerra intestina.
[[File:Bergamo città alta.jpg|thumb|destra|Bergamo]]
[[File:Treviglio View2crop.jpg|thumb|destra|Treviglio]]
[[File:Caravaggio Santuario.jpg|thumb|destra|Santuario di Caravaggio]]
[[File:Stezzano Madonna dei campi.jpg|thumb|destra|Madonna dei Campi, Stezzano]]
[[File:Clusone1.jpg|thumb|destra|Clusone]]
[[File:Abbazia di Pontida.jpeg|thumb|destra|Abbazia di Pontida]]
Di seguito è riportata la lista dei comuni della provincia di Bergamo con popolazione superiore alle {{formatnum:10000}} unità:
{| class="wikitable sortable"
|-
! Pos.
! Stemma
! Comune di
! Popolazione<br />(ab)
! Superficie<br />(km²)
! Densità<br />(ab/km²)
! Altitudine<br />([[Livello del mare|m s.l.m.]])
! Titolo di<br />città
|-
|'''1º'''
|{{simbolo|Bergamo-Stemma.png|30}}
|[[Bergamo]]
|{{formatnum:121472}}
|40,16
|{{#expr:121472/40.16 round 0}}
|249
|[[1815]]
|-
|'''2º'''
|{{simbolo|Treviglio-Stemma.png|25}}
|[[Treviglio]]
|{{formatnum:30118}}
|32,22
|{{#expr:30118/32.22 round 0}}
|125
|[[1960]]<ref>Ratifica del titolo del 1860</ref>
|-
|'''3º'''
|{{simbolo|Seriate-Stemma.png|25}}
|[[Seriate]]
|{{formatnum:25335}}
|12,53
|{{#expr:25335/12.53 round 0}}
|247
|[[1989]]
|-
|'''4º'''
|{{simbolo|Dalmine-Stemma.png|25}}
|[[Dalmine]]
|{{formatnum:23586}}
|11,81
|{{#expr:23586/11.81 round 0}}
|207
|[[1994]]
|-
|'''5º'''
|{{simbolo|Romano di Lombardia-Stemma.png|25}}
|[[Romano di Lombardia]]
|{{formatnum:20582}}
|19,38
|{{#expr:20582/19.38 round 0}}
|120
|[[1962]]
|-
|'''6º'''
|{{simbolo|Albino-Stemma.png|25}}
|[[Albino (Italia)|Albino]]
|{{formatnum:17837}}
|31,81
|{{#expr:17837/31.81 round 0}}
|342
|[[1991]]
|-
|'''7º'''
|{{simbolo|CoA Città di Caravaggio.svg|25}}
|[[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]]
|{{formatnum:16282}}
|33,39
|{{#expr:16282/33.39 round 0}}
|111
|[[1954]]
|-
|'''8º'''
|{{simbolo|Alzano Lombardo-Stemma.png|25}}
|[[Alzano Lombardo]]
|{{formatnum:13633}}
|13,68
|{{#expr:13633/13.68 round 0}}
|304
|[[1991]]
|-
|'''9º'''
|{{simbolo|Stezzano-Stemma.png|25}}
|[[Stezzano]]
|{{formatnum:13169}}
|9,37
|{{#expr:13169/9.37 round 0}}
|211
| –
|-
|'''10º'''
|{{simbolo|Osio Sotto-Stemma.png|25}}
|[[Osio Sotto]]
|{{formatnum:12532}}
|7,59
|{{#expr:12532/7.59 round 0}}
|182
| –
|-
|'''11º'''
|{{simbolo|Ponte San Pietro-Stemma.png|25}}
|[[Ponte San Pietro]]
|{{formatnum:11589}}
|4,59
|{{#expr:11589/4.59 round 0}}
|224
| –
|-
|'''12º'''
|{{simbolo|Nembro-Stemma.png|25}}
|[[Nembro]]
|{{formatnum:11506}}
|15,24
|{{#expr:11506/15.24 round 0}}
|309
| –
|-
|'''13º'''
|{{simbolo|Cologno al Serio-Stemma.png|25}}
|[[Cologno al Serio]]
|{{formatnum:11184}}
|18,52
|{{#expr:11184/18.52 round 0}}
|156
| –
|-
|'''14º'''
|{{simbolo|Treviolo-Stemma.png|25}}
|[[Treviolo]]
|{{formatnum:10881}}
|8,49
|{{#expr:10881/8.49 round 0}}
|225
| –
|-
|'''15º'''
|{{simbolo|Martinengo-Stemma.png|25}}
|[[Martinengo]]
|{{formatnum:10628}}
|22,05
|{{#expr:10628/22.05 round 0}}
|149
|[[2011]]
|-
|'''16º'''
|{{simbolo|Castelli Calepio-Stemma.png|25}}
|[[Castelli Calepio]]
|{{formatnum:10409}}
|10,15
|{{#expr:10409/10.15 round 0}}
|230
| –
|-
|'''17º'''
|{{simbolo|Bonate Sopra-Stemma.png|25}}
|[[Bonate Sopra]]
|{{formatnum:10102}}
|6,15
|{{#expr:10102/6.15 round 0}}
|230
| –
|-
|'''18º'''
|{{simbolo|Scanzorosciate-Stemma.png|25}}
|[[Scanzorosciate]]
|{{formatnum:10021}}
|10,69
|{{#expr:10021/10.69 round 0}}
|279
| –
|-
|}
 
'''Altre [[Città d'Italia|città]]:'''
«''Quanto poi all’altra accusa che hai osato muovermi affermando con abbondanza di parole che la rottura dell’amicizia tra Cesare e Pompeo fu opera mia e che la responsabilità della guerra civile che ne derivò ricade su di me, non ti sei davvero sbagliato del tutto, ma ,ed è qui la cosa più grave, hai commesso un errore di cronologia…Dopo che, però, Pompeo si consegnò tutto nelle mani di Cesare, perché avrei dovuto cercare di staccarlo da lui? Sperarlo sarebbe stata stoltezza, esortarlo improntitudine»<ref>CICERO,
{| class="wikitable sortable"
Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura
|-
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, pp. 236-239.</ref>''
! Stemma
! Comune di
! Popolazione<br />(ab)
! Superficie<br />(km²)
! Densità<br />(ab/km²)
! Altitudine<br />([[Livello del mare|m s.l.m.]])
! Titolo di<br />città
|-
|{{simbolo|Clusone-Stemma.png|25}}
|[[Clusone]]
|{{formatnum:8605}}
|26,19
|{{#expr:8605/26.19 round 0}}
|648
|[[1957]]<ref>Ratifica del titolo del 1801</ref>
|-
|{{simbolo|Capriate San Gervasio-Stemma.png|25}}
|[[Capriate San Gervasio]]
|{{formatnum:8156}}
|5,78
|{{#expr:8156/5.78 round 0}}
|190
|[[2006]]
|-
|{{simbolo|Sotto il Monte Giovanni XXIII-Stemma.png|25}}
|[[Sotto il Monte Giovanni XXIII]]
|{{formatnum:4513}}
|5,02
|{{#expr:4513/5.02 round 0}}
|291
|[[2010]]
|-
|{{simbolo|Pontida-Stemma.png|25}}
|[[Pontida]]
|{{formatnum:3366}}
|10,38
|{{#expr:3366/10.38 round 0}}
|310
|[[2006]]
|-
|{{simbolo|Orio al Serio-Stemma.png|25}}
|[[Orio al Serio]]
|{{formatnum:1739}}
|3,04
|{{#expr:1739/3.04 round 0}}
|241
|[[2013]]<ref>[http://www.comune.orioalserio.bg.it/upload/orioalserio_ecm8/gestionedocumentale/orizzonte%20giugno%202013%20100dpi_784_3402.pdf ''L'Italia è unita da 150 anni, ma i comuni esistono da mille. Orio, che oggi ha assunto il titolo di città, è fra questi fin dall'829!''] «L'Orizzonte», giugno 2013, pp. 15-16</ref>
|}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Quanto all’aver partecipato attivamente al piano dei cesaricidi che avrebbe portato all’uccisione del dittatore, come Antonio ha affermato, è per Cicerone un elogio più che un’accusa dato che la morte di Cesare è stata consensualmente voluta da tutti i cittadini onesti di Roma perché ha liberato la ''res publica'' dalla tirannia. Lo stesso Antonio, in precedenza in data 17 marzo 44 a.C., si era dimostrato benevolo nei confronti degli assassini di Cesare come Bruto e
{{Vedi anche|Trasporti a Bergamo}}
Cassio. Vi è contraddizione, dunque, nel discorso di Antonio: se il cesaricidio è stato un atto giusto, quale sarebbe la colpa di Cicerone se pure vi avesse partecipato? E ancora, se invece è stato un turpe assassino perché Antonio ha premiato i suoi principali artefici? Un console in carica qual è Antonio, secondo l’oratore, non può più avere dubbi o ripensamenti su questioni così importanti e cruciali.
[[File:Tangenziali di Bergamo.png|miniatura|destra|Mappa del sistema viario suburbano e extraurbano di Bergamo con i tratti in esercizio e quelli in progetto]]
=== Strade ===
La provincia di Bergamo dispone di numerose [[Strade statali della provincia di Bergamo|strade statali]] e [[Strade provinciali della provincia di Bergamo|strade provinciali]].
 
Per via della posizione centrale all'interno della provincia, le strade che si allontanano dal capoluogo verso le valli hanno una struttura a raggiera che converge sul capoluogo. Bergamo dispone di una circonvallazione esterna, di un [[Sistema tangenziale di Bergamo#Asse interurbano|asse interurbano]] che passa a sud della città, collegando [[Albano Sant'Alessandro]] a [[Mapello]] e di una tangenziale, la [[Tangenziale Sud di Bergamo]]. Ancora più a sud passa la strada statale "Francesca", che collega [[Calcinate]] a [[Canonica d'Adda]] e infine, ancora più a sud, la [[strada statale 11 Padana Superiore]] attraversa l'abitato di [[Treviglio]].
Terminata l’autodifesa di Cicerone rispetto alla serie di accuse mosse da Antonio verso di lui, nella seconda parte dell’orazione egli parte all’attacco mostrando i vizi e gli inganni di Antonio che hanno caratterizzato tutta la sua vita sia politica sia sociale. Cicerone si dimostra implacabile nei confronti del suo antagonista ripercorrendo la sua libidinosa giovinezza, accolto nella famiglia di Curione; l’intimità con [[Publio Clodio Pulcro|Clodio]], che pure cercò di uccidere e i numerosi debiti che tentò di pagare grazie all’aiuto di Cesare nella sua elezione prima a [[questore (storia romana)|questore]] (52 a.C.) e poi a [[tribuno della plebe]] (50 a.C.) Proprio in quest’ultima veste Antonio utilizzò il potere di veto in Senato contro i provvedimenti di Cesare nel 49 a.C. (Cesare era disposto ad allearsi con Pompeo), la Curia dovette votare un intervento straordinario che annullava lo ''ius intercessionis'' dei tribuni.
 
[[File:Mappa autostrada A4 Italia.svg|thumb|Tratto autostradale dell'[[Autostrada A4 (Italia)|Autostrada A4]]]]
La seconda Filippica, dallo stile vibrante ed energico, continua con taglienti denunce contro Antonio reo di aver proseguito nelle sue turpitudini danneggiando i più illustri cittadini (come [[Lucio Domizio Enobarbo (console 54 a.C.)|Lucio Domizio]] durante la [[battaglia di Farsalo]]) e macchiandosi di grande infamia in occasione dell’acquisizione illegittima dell’eredità di quel grand’uomo quale fu Pompeo. Ma ciò che più offende la morale di Cicerone è il pensiero di Antonio che abita nella casa di Pompeo.
La provincia è attraversata da ovest a est dall'[[autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]] [[Torino]] - [[Trieste]]; le uscite nella provincia di Bergamo sono: [[Capriate San Gervasio|Capriate]], [[Dalmine]], [[Bergamo]], [[Seriate]], [[Grumello del Monte|Grumello]] - [[Telgate]] e [[Pontoglio|Ponte Oglio]].
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|- align="center" style="background:#08842C; color: white; font-size:100%;"
| colspan="6" | '''{{simbolo|Autostrada A4 Italia.svg|30}} TORINO - TRIESTE'''<br />''Serenissima''
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Capriate San Gervasio|Capriate]] || align="right"| 160,3||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-Rast.svg]]|| Area Servizio Bidirezionale "Brembo" || align="right"| 165,7||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Dalmine]] || align="right"| 167,4||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Bergamo]]<br /><small>{{simbolo|Italian traffic signs - icona aeroporto.svg}} [[Aeroporto internazionale Orio al Serio|Orio al Serio]] </small> || align="right"| 172,1||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Seriate]] || align="right"| 178,7||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Grumello del Monte|Grumello]] - [[Telgate]] || align="right"| 187,3||align="right"| || align="center"| BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Pontoglio|Ponte Oglio]] || align="right"| 190,6||align="right"| || align="center"| BG
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[[File:Tracciato Brebemi.svg|thumb|Tratto autostradale dell'[[BreBeMi|Autostrada Brebemi]]]]
Continuando nell’elenco degli “esempi di vita” di Antonio, l’Arpinate ricorda come tale uomo bestiale ostacolò persinol’elezione a console di [[Publio Cornelio Dolabella|Dolabella]]. Quest’ultimo durante gli scontri contro i
Lungo il territorio provinciale è inoltre sita l'[[Autostrade in Italia|autostrada]] [[BreBeMi|A35]] ([[Brescia]]-[[Bergamo]]-[[Milano]]), che attraversa la [[bassa bergamasca]] da ovest a est. Il tratto autostradale in questione costituisce un collegamento diretto tra le città di [[Milano]] e [[Brescia]], via [[Treviglio]]. Gli svincoli presenti in provincia sono quelli di [[Calcio (Italia)|Calcio]], [[Romano di Lombardia]], [[Bariano]], [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]], [[Treviglio]].
figli di Pompeo, i quali rivendicavano i beni ed i diritti da Antonio, rimase ferito al suo posto mentre lui si fermò a Narbona con la scusa delle difficoltà del viaggio. Con le solite lusinghe e piaggerie recuperò l’amicizia di Cesare e, non solo fu eletto console ma approfittò anche della sua carica di augere per falsificare i comizi impedendo a Dolabella di giungere al consolato.
 
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Cicerone ricorda il discorso che Antonio pronunciò durante l’elogio funebre di Cesare (15 marzo del 44 a.C.), nel quale esortò i romani alla pacificazione e abolì la dittatura; ma, successivamente, egli prese a sfruttare il proprio potere personale per altri scopi. Infatti, si impadronì del tesoro (700 milioni di sesterzi)<ref>PARETI, Luigi, “''Storia
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di Roma e del mondo romano''”, Utet, Torino, 1955, vol. IV, p. 355.</ref>che Cesare aveva raccolto per la guerra contro i Parti al fine di estinguere i suoi ingenti debiti e quelli di Dolabella assicurandosi il sostegno delle province e delle colonie.
|- align="center" style="background:#08842C; color: white; font-size:100%;"
| colspan="6" | '''{{simbolo|Autostrada A35 Italia.svg|30}} BRESCIA - MILANO'''<br />''BreBeMi''
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Calcio (Italia)|Calcio]] || align="center"|18,0 || align="center"| || align="center"|BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Romano di Lombardia]] || align="center"|25,0 || align="center"| || align="center"|BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Bariano]] || align="center"|29,3 || align="center"| || align="center"|BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Caravaggio (Italia)|Caravaggio]] || align="center"|35,0 || align="center"| || align="center"|BG
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Treviglio]] || align="center"|39,2 || align="center"| || align="center"|BG
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[[File:Pedemontana lombarda.svg|thumb|Tratto autostradale dell'[[Autostrada Pedemontana Lombarda]]]]
Ormai Antonio, commenta l’Arpinate, è oppresso dal potere e dal prestigio che annebbiano il proprio animo. Antonio difende gli atti o “leggi” di Cesare  ma li modifica e li falsifica a suo piacimento e vantaggio; se non l’onestà almeno la ''prudentia'' dovrebbe esortarlo a rivedere il proprio operato che gli attira contro la condanna dei giusti e l’odio dei concittadini.
Come sviluppo futuro, è prevista l'apertura dell'[[Autostrade in Italia|autostrada]] [[Autostrada Pedemontana Lombarda|A36]] ([[Bergamo]]-[[Malpensa]]), la quale permetterà di percorrere la tratta [[Bergamo]] - [[Malpensa]] in 60 minuti, contro i circa 90 minuti attualmente necessari. L'unico svincolo previsto in provincia è quello di [[Filago]].
 
{| class="wikitable"
L’oratore ha finito e conclude la sua Filippica: non gli rimane che sperare che il famoso triumviro si riconcili con la repubblica e continui a difendere la libertà della patria anche a costo della vita.  '''<nowiki/>'''
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|- align="center" style="background:#08842C"; color: white; font-size:100%;"
| colspan="6" | '''{{simbolo|Autostrada A36 Italia.svg|30}} BERGAMO - MALPENSA'''<br />''Pedemontana Lombarda''
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| [[File:AB-AS-grün.svg]]|| [[Filago]] || align="center"| || align="center"| || align="center"|BG
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| [[File:AB-Kreuz-grün.svg]] || [[Autostrada A4 (Italia)|A4]] [[Torino]] - [[Trieste]] || align="center"| || align="center"| || align="center"|BG
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La provincia è altresì interessata dal percorso della [[strada statale 42 del Tonale e della Mendola]]; le [[Strade provinciali della provincia di Bergamo]] comprendono le strade ex Statali divenute Provinciali col [[decreto legislativo n. 112 del 1998]] e la ''Legge Regionale n. 1 del 2000''.
==== Filippica III ====
Cicerone pronunciò questa sua Filippica durante la seduta del senato del 20 dicembre 44, presso il [[Tempio della Concordia (Roma)|Tempio della Concordia]].
 
=== Ferrovie e tranvie ===
Dalla data in cui egli immagina di aver pronunciato la II Filippica sono trascorsi tre mesi densi di avvenimenti, in cui la figura di Antonio sembra sempre più accrescersi e configurarsi come una pericolosa minaccia per la repubblica, mentre nella scena politica dell'Urbe fa per la prima volta il suo ingresso un personaggio nuovo: il diciannovenne pronipote di Cesare, [[Augusto|Gaio Giulio Cesare Ottaviano]]. Il contrasto tra i due non tardò a manifestarsi.
Il principale nodo ferroviario è la [[stazione di Bergamo]], posta sulla linea [[Ferrovia Lecco-Brescia|Lecco-Brescia]] e capolinea delle linee [[Ferrovia Milano-Bergamo|per Milano]] e [[Ferrovia Seregno-Bergamo|per Seregno]].
 
La provincia è attraversata anche dalla linea [[Ferrovia Milano-Venezia|Milano-Venezia]], a quattro binari nel tratto che va da [[Milano]] a [[Treviglio]], e per un breve tratto dalla [[Ferrovia Treviglio-Cremona|Treviglio-Cremona]].
I primi giorni di ottobre (44) Antonio diede l'incarico al fratello [[Gaio Antonio Ibrida|Gaio]] di trasportare per mare, fino alle coste dell'Apulia, le cinque legioni macedoniche che gli erano state assegnate nella seduta del senato del 17 marzo (44).
 
In passato il territorio provinciale era capillarmente servito da un'estesa rete di relazioni ferrotranviarie costituita dalle seguenti linee:
In questa circostanza Antonio, ordendo maneggi nei comizi, aveva fatto ratificare una legge che mutava l'assegnazione di quelle province che dovevano essere attribuite ai consoli alla fine del loro mandato: la [[Siria (provincia romana)|Siria]] venne tolta a [[Gaio Cassio Longino|Cassio]] e assegnata al collega di Antonio, il console Dolabella, e la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], invece, da [[Marco Giunio Bruto|Marco Bruto]] passò nelle mani del fratello di Antonio, [[Gaio Antonio Ibrida|Gaio]].
* [[Ferrovia della val Seriana]]
* [[Ferrovia della Valle Brembana|Ferrovia della val Brembana]]
* [[Tranvia Monza-Trezzo-Bergamo]]
* [[Tranvia Bergamo-Albino (1912-1953)|Tranvia Bergamo-Albino]]
* [[Tranvia Bergamo-Trescore-Sarnico]]
* [[Tranvia Trescore-Lovere]]
* [[Tranvia Bergamo-Soncino]]
* [[Tranvia Lodi-Treviglio-Bergamo]]
 
=== Trasporto lacustre ===
Il 9 ottobre Marco Antonio, insieme alla moglie [[Fulvia (moglie di Marco Antonio)|Fulvia]], partì per [[Brindisi]] per raggiungere le sue legioni, che nel frattempo erano passate dalla parte del giovane Ottaviano, figlio adottivo ed erede di Cesare, la cui azione politica era chiaramente tesa ad ostacolare le alte ambizioni di Antonio.
In provincia di Bergamo è possibile praticare la navigazione lacustre, in particolare sul [[lago d'Iseo]], a pochi chilometri da Bergamo, Brescia e dagli aeroporti di Orio al Serio e Milano Linate.
 
Il porto più importante del lago è quello di Lovere, attrezzato come porto commerciale per la vicina fabbrica siderurgica. La navigazione lacustre offre collegamenti di linea e escursioni sul Lago che durante i mesi di luglio e agosto comprendono anche visite guidate.
Quest'ultimo, essendo stato male accolto dalle legioni, decise di vendicarsi e di ristabilire l'ordine con il terrore: fece subito condurre a morte trecento centurioni, tra i più ostili a lui, mentre degli altri furono messi agli arresti, per essere destinati ad una seconda carneficina, avvenuta poco tempo dopo a Sessa, in Campania.
 
=== Trasporto aereo ===
In questa Filippica, Cicerone per la prima volta cita il nome di Ottaviano, giunto a Roma i primi di maggio. La sua parentela con Cesare, la giovane età e la volontà di far fronte ai doveri della ''pietas'' verso il defunto, da una parte suscitarono molte speranze e simpatie nell'ambiente politico dell'Urbe, dall'altra invece allarmarono Marco Antonio, il quale a sua volta aspirava ad essere l'unico vero erede di Cesare.
Nella provincia si trovano gli [[aeroporto|aeroporti]] di [[aeroporto di Bergamo-Orio al Serio|Bergamo-Orio al Serio]], che serve destinazioni [[italia]]ne, [[Europa|europee]] ed [[Africa|extra-europee]] e quello di [[Valbrembo]], da tempo utilizzato come aeroclub volovelistico.
 
==== Aeroporti ====
Così Ottaviano si adoperò subito per avvicinarsi ai repubblicani, disorientati dalla pesante minaccia di una dittatura di Antonio.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, pp.34-35.</ref>
 
L'[[Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio]], sito a 5 chilometri da Bergamo fu costruito nel [[1939]] e utilizzato come aeroporto militare fino al [[1970]]. In quell'anno venne fondata la S.A.C.B.O., l'attuale ente di gestione, e prese avvio l'attività civile, che in poco tempo divenne prevalente; dal [[1978]], dopo lo scioglimento del reparto volo dell'Aeronautica, l'attività civile divenne quella esclusiva.
Egli non mancò, inoltre, di dimostrare la sua ammirazione nei confronti di Cicerone, il quale, a sua volta, sperava di trarlo nella coalizione antiantoniana e di farne il suo principale strumento: proprio la situazione politica, che sembra volgere a favore di Antonio, gli fece accettare come azione necessaria il ''privatum ''consilium'' di Ottaviano, cioè il suo intervento politico militare; il giovane Ottaviano, infatti, pur non essendo magistrato della repubblica e né avendo l'età per esserlo, aveva con ''privata iniziativa'' organizzato un esercito mettendosi alla guida di quelle legioni ribellatesi ad Antonio.
 
Alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] Orio al Serio ha visto un'accelerazione notevole di attività in relazione all'apertura del grande aeroporto di [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Malpensa]]. Ciò ha comportato un'intensa opera di adeguamento delle infrastrutture ai ritmi di crescita.
Nel frattempo Antonio, tornato a Roma, aveva convocato il senato prima per il 24 novembre, e poi, non presentandosi all'assemblea, per il 28 dello stesso mese: in tale occasione probabilmente egli avrebbe fatto dichiarare ufficialmente Ottaviano ''nemico pubblico'', reo di aver assoldato milizie in maniera non legale.
 
A partire dal [[2001]], grazie agli elevati standard di servizio raggiunti negli ultimi anni, l'aeroporto ottiene da parte della TUV la Certificazione di Qualità del settore passeggeri e aumenta il numero di compagnie aeree low cost presenti nello scalo, con un notevole aumento del traffico. La crescita di Orio al Serio dal [[2002]] coinvolge anche le Regional Airlines, più orientate verso il traffico business.
Nelle
terre tra la [[Campania]] e il [[Lazio]], intanto, Ottaviano continuava ad accrescere il suo esercito, giungendo così alla fine a sottrargli la legione Marzia, colpita più delle altre dalla strage dei centurioni.
 
Nel [[2017]] l'aeroporto di Orio al Serio ha raggiunto il record storico assoluto di {{formatnum:12336137}} passeggeri e {{formatnum:125948}} tonnellate di merce trasportata. Queste cifre posizionano lo scalo al 3º posto della classifica degli aeroporti italiani per traffico passeggeri e merci. La forte crescita degli ultimi anni è dovuta principalmente all'utilizzo dello scalo orobico come base di molte [[Compagnia aerea a basso costo|compagnie di voli low cost]].
Proprio al principio della seduta del 28 novembre giunse ad Antonio la notizia che anche la Quarta legione era passata sotto il comando di Ottaviano; perciò egli, vedendo che la situazione nelle province stava ormai degenerando, decise di partire immediatamente per la [[Gallia Cisalpina]].
 
== Ecologia ==
Cicerone sottolinea in questa orazione come Antonio, in sembianze di fuggiasco e senza fare i solenni sacrifici nel tempio di Giove Capitolino, partì per la lontana Gallia. Questi, inoltre, aveva ordinato al fratello Lucio di condurre per lui a [[Rimini]] le tre legioni sbarcate a [[Brindisi]], con il chiaro intento di costringere [[Decimo Giunio Bruto Albino|Decimo Bruto]] a cedergli la [[Gallia Cisalpina|Cisalpina]] il più presto possibile, prima che potesse ricevere aiuti da parte di Ottaviano.
=== Raccolta differenziata ===
Dati sulla percentuale di raccolta differenziata:
 
{| class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;text-align:center;"
Ma la risposta di D. Bruto non si fece attendere: egli ordinò prontamente nuove leve per accrescere le sue milizie e con un editto dichiarò solennemente che avrebbe difeso con le armi la sua provincia, con il fine di conservarla nell'obbedienza del senato e del popolo romano.
|- style="background: #90EE90; color:#000080;"
| valign="left" |[[File:Recycling symbol.svg|50px]]
! 2000
! 2001
! 2002
! 2003
! 2004
! 2005
! 2006
! 2007
! 2008
! 2009
! 2010
! 2011
! 2012
! 2013
|- style="background: #00FA9A; color:#000080;"
! Provincia di Bergamo<ref>[http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/RELAZIONE_2011(2).pdf ''Rapporto annuale dell'Osservatorio rifiuti sulla produzione di rifiuti solidi urbani e andamento delle raccolte differenziate della provincia di Bergamo - Anno 2011'', p. 13. ]</ref>
! 45,74%
! 47,37%
! 48,33%
! 48,01%
! 49,8%
! 49,59%
! 50,09%
! 52,79%
! 53,7%
! 53,93%
! 54,54%
! 55,72%
! 57,72%
! 58,74%
|}
 
== Amministrazioni ==
Di conseguenza, diventava necessaria la convocazione del senato per esaminare la nuova situazione venutasi a creare, e per prendere con urgenza decisioni atte a salvaguardare la repubblica.
La provincia di Bergamo, come molte province lombarde, è caratterizzata da un numero elevatissimo di comuni (243) e di conseguenza da un alto frazionamento amministrativo. Nel [[1992]] sei suoi comuni ([[Valle San Martino]]) sono passati alla nuova [[provincia di Lecco]] ([[Calolziocorte]], [[Carenno]], [[Erve]], [[Monte Marenzo]], [[Torre de' Busi]], [[Vercurago]]).Nel [[2017]], il comune di [[Torre de' Busi]] torna nella Provincia Orobica.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo|cariche=Presidente}}
L'urgenza di tale convocazione era data dal fatto che il 1º gennaio (43) sarebbero entrati in carica i nuovi consoli [[aulo Irzio|Irzio]] e [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], mentre sarebbe decaduto dalla carica di console e di comandante supremo dell'esercito Antonio, la cui azione, non approvata dal senato, diveniva automaticamente illegale.
{{ProvinciaAmminPrec
|8 maggio [[1995]]
|28 giugno [[1999]]
|[[Giovanni Cappelluzzo]]
|[[Lega Nord]]
|[[Presidente della Provincia|Presidente]]
|
}}
{{ProvinciaAmminPrec
|28 giugno [[1999]]
|8 giugno [[2009]]
|[[Valerio Bettoni]]
|[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]
|[[Presidente della Provincia|Presidente]]
|
}}
{{ProvinciaAmminPrec
|8 giugno [[2009]]
|29 settembre [[2014]]
|[[Ettore Pietro Pirovano]]
|[[Lega Nord]]
|[[Presidente della Provincia|Presidente]]
|
}}
{{ProvinciaAmminPrec
|29 settembre [[2014]]
|31 ottobre [[2018]]
|[[Matteo Rossi (politico)|Matteo Rossi]]
|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|[[Presidente della Provincia|Presidente]]
|
}}
{{ProvinciaAmminPrec
|31 ottobre [[2018]]
|''in carica''
|[[Gianfranco Gafforelli]]
|[[Civica Popolare]]
|[[Presidente della Provincia|Presidente]]
|
}}
 
{{ComuniAmminPrecFine}}
In seguito a questi avvenimenti e in assenza dei consoli e dei pretori, i nuovi tribuni della plebe (eletti ai primi di dicembre) convocarono il senato il 20 dicembre per sottoporgli la proposta che ai nuovi consoli – entrati in carica pochi giorni dopo – fosse concesso un presidio armato, a tutela del senato e
della repubblica.
 
== Amministrazione ==
Il veloce stravolgimento della situazione politica spinse Cicerone a partecipare alla seduta e a pronunciare questa sua orazione, in veste di difensore e salvatore della patria: si profilava all'orizzonte una nuova guerra civile, rappresentata dalla minacciosa marcia di Antonio contro D. Bruto.
=== Gemellaggi ===
La provincia di Bergamo è gemellata con:
 
* {{Gemellaggio|Italia|Lioni|1980}}<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.lioni.av.it/home/gemellaggi.html |titolo=Comune di Lioni - Gemellaggi |accesso=12 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110319173431/http://www.comune.lioni.av.it/home/gemellaggi.html |dataarchivio=19 marzo 2011 |urlmorto=sì }}</ref>
Proprio per questo motivo Cicerone ribadiva con forza che il senato non poteva aspettare fino alla data del 1º gennaio per deliberare che l'azione intrapresa da D. Bruto e da Ottaviano – sebbene con iniziativa personale – fosse legale.
* {{Gemellaggio|Cina|Bengbu|1988}}<ref>[http://www.bengbu.gov.cn/bbszf_yw/twins/ Città-prefettura di Bengbu - Gemellaggi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120118031529/http://www.bengbu.gov.cn/bbszf_yw/twins/ |data=18 gennaio 2012 }}</ref>
 
Mentre Cicerone propone all'assemblea di elogiare e premiare tutti coloro che si erano consacrati al bene della repubblica, cioè i veterani arruolati da Ottaviano e le legioni Marzia e Quarta (anch'esse passate dalla parte antiantoniana), si scaglia invece con veemenza contro Antonio, rammentando tutte le nefandezze da lui commesse dopo la morte di Cesare:
 
Antonio, dopo la vergognosa offerta a Cesare del diadema reale, non dovrebbe più essere considerato un console, ma ritenuto più scellerato di [[Tarquinio il Superbo]], cacciato da Roma da [[Lucio Giunio Bruto|Lucio Bruto]], glorioso antenato di Decimo Bruto. Antonio era di  gran lunga peggiore di Tarquinio, in quanto egli, dopo la carneficina di centurioni compiuta a Sessa e a Brindisi, stava conducendo una guerra non nell'interesse del popolo romano, bensì contro di esso.<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978, pp. 36-37.</ref>
 
D.
Bruto, degno del suo antenato, vi si è opposto fermamente, impedendogli l'entrata in Gallia e non riconoscendone più l'autorità di console, poiché la sua azione derivava da un ''privatum consilium''.
 
Cicerone propone di sanzionare con una delibera ufficiale del senato (''auctoritate publica'')''<nowiki/>'' questa iniziativa privata di Antonio, elogiando invece la provincia della Gallia che si è impegnata nella difesa del senato e dello stato romano.
 
Queste richieste Cicerone le raggruppa nella perorazione finale, che in seguito vennero accolte e approvate dal senato e annullarono i precedenti provvedimenti di Antonio.
 
Cicerone si sofferma a lungo sul comportamento da ''hostis'' di Antonio, volendo indurre il senato a dichiararlo ''hostis publicus'', cioè nemico della patria, e utilizza ogni argomento per rendere visibile a tutti l' enorme distanza che divide lo scellerato Antonio dall'audace Ottaviano, ed inoltre per legare quest'ultimo alla nuova politica di difesa della repubblica.
 
«''Ecco dunque compresa in questa mia
''proposta che ha, lo sento, la vostra approvazione, la totalità dell'attuale'' ''situazione: agli eminenti generali confermiamo ufficialmente poteri legali, ai valorosi soldati facciamo balenare la speranza di ricompense e riconosciamo non già con un giudizio verbale ma con la concretezza dei fatti che Antonio, oltre a non essere più console, è pure nemico pubblico.''»''<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino,
1978, pp. 334-335.</ref><nowiki/>''
 
L'oratore sottolinea come in questa seduta del 20 dicembre il senato si trovi di fronte ad una scelta fondamentale, quella tra schiavitù e libertà. Cicerone è consapevole di rivolgersi ad un senato che ormai ha perso la sua forza e autorità, e che ben presto avrebbe ceduto alle sue persuasive argomentazioni, ottenendo da esso l'approvazione e l'applauso.
 
Infatti il ''privatum consilium'' di Ottaviano, non molto lontano da un colpo di stato, venne legalizzato dal senato, e Cicerone, successivamente (V Filippica), riferendosi proprio a quest'ultima assemblea, dichiarerà di essere di nuovo l'arbitro della situazione, alludendo al fatto di aver iniziato un nuovo corso nella vita della repubblica ormai in piena crisi.<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 38.</ref>
 
==== Filippica IV ====
La IV Filippica venne pronunciata probabilmente nel pomeriggio del giorno stesso
in cui avvenne la seduta del senato del 20 dicembre, presso i [[Rostri]] del [[Foro Romano]], pubblica e famosa tribuna da cui si parlava al popolo.
 
Dopo la seduta, il tribuno della plebe Marco Servilio Casca convocò l'assemblea popolare (''[[Contiones|contio]]'') e presentò al pubblico Cicerone, il quale espose le deliberazioni votate in senato, dando sfoggio di tutta la sua magniloquenza.
 
Nella seduta si era decretato che fossero disposti dei mezzi atti a tutelare il libero svolgersi delle future adunanze del senato e che si tributassero sia gli elogi a D. Bruto e alla provincia della Gallia Cisalpina, sia gli encomi a Cesare Ottaviano e ai veterani e ai legionari da lui arruolati.
 
Inoltre il senato, nonostante avesse apertamente disapprovato il comportamento così riprovevole di Marco Antonio, sembrava però ancora indugiare a dichiararlo ufficialmente un ''hostis''.
 
L'oratore era ben consapevole che tutto ciò dovesse essere opportunamente esposto e illustrato al popolo, affinché anch'esso partecipasse alla nuova politica di cui si andavano ponendo le basi.
 
Cicerone, infatti, con grande enfasi e argomentazioni serrate, pone l'accento sulla necessità di considerare e dichiarare Antonio un ''hostis'', giudizio che l'uditorio sembrava confermare con il suo fervido e sincero plauso.
 
È proprio per mezzo della sua abilità oratoria che Cicerone tenta di esercitare sul senato la pressione della piazza: egli celebra l'iniziativa militare di Ottaviano, grazie alla quale Antonio non è riuscito a portare a termine il suo nefasto piano di piegare il popolo romano, ricordando le atrocità da egli perpetrate a Suessa e a Brindisi, e il comportamento, invece, esemplare delle
legioni Marzia e Quarta.
 
Anche gli dei esaudiranno presto le preghiere del popolo romano che ora reclama con
forza la rovina di Antonio e della sua banda di criminali, il cui unico scopo è il bottino, ancora forse non paghi a sufficienza né della distribuzione dei beni e delle terre, né della vendita dei beni pompeiani, fatta proprio dal loro capo.
 
Cicerone abilmente fa leva sui sentimenti patriottici del suo uditorio, esaltando l'intesa tra il popolo e il senato, che non è mai stata così stretta come ora e che gode della protezione degli dei: concordemente essi esaltano l'audacia di D. Bruto e lodano la resistenza della sua provincia, baluardo fierissimo nella lotta ad oltranza contro Marco Antonio. Ciò rende impossibile, dunque, qualunque accordo con Antonio, il quale ormai non ha più né uno stato né un esercito (che, anzi, lo ha abbandonato schierandosi dalla parte della repubblica).
 
«''E così accadrà, ne ho ''fiducia; ché a mio avviso sono ormai soltanto gli uomini, ma pure gli dei'' ''immortali che si sono concordemente uniti per la salvezza della nostra patria. ''Se infatti è con prodigi e portenti che gli dei immortali ci predicono il futuro, questi segni si sono manifestati con tanta evidenza che, se per Antonio è vicina la punizione, per noi è vicina la libertà; se poi un accordo generale così unanime non era realizzabile senza l'intervento divino, come potremmo noi avere dei dubbi sulla volontà del cielo?''»<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 367.</ref>''
 
Cicerone, ponendo l'accento sulla ''virtus'' romana che animò un tempo i gloriosi avi durante le varie guerre e conquiste di regni e popoli, si dimostra convinto del fatto che ben presto verrà debellata quella pericolosa minaccia costituita da Antonio, un brigante al pari di [[Spartaco]], ma anche peggiore del terribile [[Lucio Sergio Catilina|Catilina]].
 
Tutta la perorazione finale sembra volta a rinnovare la sua volontà di porsi quale salvatore della patria, proprio come lo è stato al tempo della congiura di Catilina.
 
==== Filippica V ====
La V Filippica è ufficialmente il discorso pronunciato da Cicerone il 1º gennaio 43, ma in essa, attraverso una successiva rielaborazione in vista della pubblicazione, sono inseriti anche riferimenti alle sedute dei giorni seguenti, fino alle deliberazioni del  4 gennaio, delle quali l'oratore farà l'esposizione in un'assemblea popolare (Filippica VI).<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 40.</ref>
 
La seduta del senato del 1º gennaio 43 venne presieduta dai nuovi consoli [[aulo Irzio|Irzio]] e [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], i quali, dopo aver fatto una relazione sulla situazione politica, proposero di deliberare con un senatoconsulto quegli onori e quelle ricompense compresi nella mozione ciceroniana, accolta nella seduta del 20 dicembre (Filippica III).
 
Durante l'assemblea, per primo intervenne il consolare [[Quinto Fufio Caleno|Q. Fufio Caleno]], fervente sostenitore di Antonio e suocero di Pansa, che propose di inviare un'ambasceria ad Antonio al fine di giungere ad un pacifico accordo.
 
Subito dopo prese la parola Cicerone, il quale, disapprovando energicamente la proposta di Caleno e riferendosi alla relazione dei consoli, promosse invece un intervento più incisivo: la dichiarazione dello stato di guerra. La seduta si prolungò, con vari interventi, fino a sera, per esser poi ripresa l'indomani.
 
La
proposta di Cicerone sembrava aver convinto la maggior parte dei senatori, ma il tribuno Salvio, ponendo il veto, decise infine di far aggiornare  la seduta il giorno dopo.
 
Nella seduta del 3 gennaio un altro senatore autorevole, [[Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (console 58 a.C.)|L. Pisone]], non sostenne la
posizione ciceroniana, in quanto riteneva fortemente ingiusto il fatto che non
si ascoltasse Antonio prima di muovergli guerra, avvicinandosi così alla proposta di Caleno.
 
Nella seduta del 4 gennaio il senato si dimostrò favorevole ad una politica di conciliazione: si arrivò così alla decisione, su proposta di [[Servio Sulpicio Rufo|S. Sulpicio Rufo]], di inviare un'ambasceria ad Antonio, sebbene con mandato imperativo.
 
Tuttavia alla fazione antiantoniana venne concessa l'abrogazione della legge agraria di Antonio, caldeggiata da [[Lucio Giulio Cesare (console 64 a.C.)|Lucio Cesare]], zio dello stesso Antonio ma non suo sostenitore in senato.
 
In questa orazione Cicerone rinnova le sue accuse contro Antonio, reo di aver compiuto alcuni atti incostituzionali: ha fatto approvare delle leggi senza il consenso popolare, mediante il ricorso alla violenza e a dispetto degli auspici (in particolare lo accusa di non aver rispettato l'iter legislativo previsto
dalla ''lex Caecilia-''Didia<ref>G.
ROTONDI, ''Leges publicae populi Romani:''
elenco cronologico con una introduzione sull’attività legislativa dei comizi
romani'', Società Editrice Libraria, Milano, 1962, p. 335.''</ref> e ''<nowiki/>''dalla ''lex Iunia-Licinia de legum'' ''latione''<ref>G.
ROTONDI, ''Leges publicae populi Romani:''
elenco cronologico con una introduzione sull’attività legislativa dei comizi
romani'', Società Editrice Libraria, Milano, 1962, p. 383.''</ref> ''<nowiki/>''e, inoltre, di aver presentato una sua legge sul governo delle province che contrastava apertamente quanto prescritto dalla ''lex Iulia de provincis''<ref>G.
ROTONDI, ''Leges publicae populi Romani:''
elenco cronologico con una introduzione sull’attività legislativa dei comizi
romani'', Società Editrice Libraria, Milano, 1962, p.421.''</ref>)''.''
 
Cicerone ritrae Antonio come uno dei peggiori criminali, che si è impossessato del tesoro di Cesare (700 milioni di sesterzi, accumulati da quest'ultimo per la guerra contro i Parti nel Tempio di Ope) per farne donazioni e concessioni di
benefici al fine di ottenere il favore di numerose città e province.
 
Inoltre Antonio, falsificando di sua mano le carte di Cesare, ha preso provvedimenti riguardo donazioni di regni, diritto di cittadinanza ed esenzioni fiscali proprio per procacciarsi quanti più sostenitori possibili.
 
Un altro abuso commesso da Antonio è stato quello di essersi apertamente circondato di una guardia del corpo: un gesto emblematico, questo, che non era mai stato compiuto in tutta la storia di Roma né da re, né da coloro che aspiravano ad un potere dispotico.
 
Cicerone si sofferma a lungo nel dimostrare l'inutilità dell'invio di un'ambasceria ad Antonio, come proposto da Caleno, e a sottolineare il comportamento fortemente incoerente del senato, il quale, durante la seduta del 20 dicembre (Filippica III), aveva espresso un severo giudizio nei confronti di Antonio, mentre ora sembra invece favorevole ad inviargli un'ambasceria.
 
Secondo la sua opinione, l'ambasceria servirebbe solamente a paralizzare la condotta della guerra, una guerra che va sempre più configurandosi quale [[Guerra civile romana (44-31 a.C.)|guerra civile]]: è inammissibile inviare a un cittadino romano un'ambasceria affinché non attacchi un generale e una colonia romani; è necessario piuttosto proclamare immediatamente lo stato di emergenza (''tumultus'') e procedere all'arruolamento di massa (eccetto la Cisalpina, già devastata dalla guerra).
 
«''É per questo, senatori,'' ''che, a mio avviso, di ambasceria non si deve fare cenno; è mia opinione che si'' ''debba affrontare senza alcun indugio la questione e porre immediatamente in esecuzione le misure necessarie. Affermo che è necessario proclamare lo stato di emergenza, deliberare la sospensione dell'attività giudiziaria, ordinare che tutti corrano alle armi e procedere all'arruolamento in massa, annullando ogni specie di esonero sia a Roma che in Italia, ad eccezione, s'intende, di tutta quanta la Gallia. Se queste misure saranno attuate, l'idea stessa che se ne avrà e il grande parlare che ci sarà della nostra severità, annienterà la folle temerità di quello scellerato furfante. Si renderà conto che ormai è contro la repubblica che ha intrapreso la guerra, sperimenterà l'energia e le forze di un senato unanime.''»<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978pp. 399-401.</ref>
 
Una volta proclamato lo stato di emergenza, Cicerone poi proponeva di conferire ai consoli pieni poteri e di concedere l'amnistia a tutti coloro i quali avrebbero disertato l'esercito di Antonio entro il 1º febbraio.
 
Dopo aver rinnovato la proposta di un elogio ufficiale a Decimo Bruto e alla Gallia Cisalpina, Cicerone passa ad esaltare le doti di Ottaviano, il quale ha il merito di aver sacrificato alla repubblica la sua inimicizia personale verso i cesaricidi.
 
L'oratore chiede infine al senato di conferire ad Ottaviano l'<nowiki/>''imperium'' con il titolo di propretore e l'autorizzazione a porre la candidatura alle cariche pubbliche (come se egli avesse tenuto la questura nel 44). L'''imperium'' costituiva il supremo potere esecutivo in campo civile e militare, di cui erano investiti i magistrati, e Ottaviano, avendo solo diciannove anni, non avrebbe potuto certamente esercitare alcuna carica.
 
Probabilmente queste proposte di Cicerone avevano come loro fine quello di alleviare le tante preoccupazioni che iniziavano a sorgere all'interno del partito conservatore, suscitate proprio dall'eccessivo potere che Ottaviano stava nel frattempo acquisendo.<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Orazioni”'', a cura di G. Bellardi, ed.
UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 42.</ref>
 
==== Filippica VI ====
 
La sesta Filippica venne pronunciata da Cicerone il 4 gennaio del 43 al popolo.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a
cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p.62.</ref>
 
Successivamente alle quattro giornate infuocate che riguardavano il legame di Antonio con la politica di Roma, la folla,che aveva assistito al dibattito, aveva più volte invocato il nome di Cicerone che al termine fu presentato al popolo dal tribuno Publio Apuleio ad esternare le decisioni prese.
 
All’inizio dell’orazione Cicerone rende chiare le sue posizioni a riguardo che per tre giorni sembravano essere condivise dall’intero senato ma che al momento della decisione formale furono ridotte all’invio di un’ambasceria.
 
 
«''Mi accorgo, Romani, che siete contrari a ''questa deliberazione, e non avete torto. A chi è destinata l’ambasceria? Non è ''forse destinata a uno il quale, sperperato il pubblico danaro, imposte allo Stato leggi con la violenza e contro gli auspici, dispersa l’assemblea popolazione, posto l’assedio al senato, ha fatto venire da Brindisi alcune legioni per abbattere la repubblica, e, abbandonato poi da quelle, ha fatto irruzione nella Gallia con la sua banda di briganti, ed ora investe Bruto e tiene Modena sotto assedio? Fra voi è questo gladiatore quale comunanza di patto, di giustizia, di ambasceria; vuol essere piuttosto una minaccia di guerra, se non obbedirà; questo è il vero significato del decreto: è come se si mandassero ambasciatori ad Annibale.''»<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
II, pp. 398-400</ref>
 
L’intenzione di Cicerone era quella di infiammare gli animi del popolo e dei patrioti cosicché questo iniziasse a protestare contro una scelta così poco netta.
 
Principalmente nella VI Filippica, Cicerone tende a riprendere i temi trattati precedentemente nella quarta Filippica rendendoli più diplomatici e dunque a giudicare il modus operandi di Antonio e della sua cerchia più ristretta formata da personalità altrettanto audaci e scellerate. Tra questi personaggi diviene centrale la figura del fratello [[Lucio Antonio|Lucio]] che più volte viene tacciato di violenza ed insolenza sia come consigliere del fratello sia come personalità politica in quanto aveva
avuto l’audacia di autoproclamarsi “patrono” del popolo romano rendendo palesi le sue azioni antidemocratiche.
 
L’oratore chiede, poi, al popolo romano risolutezza e compattezza contro la miopia politica che stava colpendo la società romana nei confronti di un nemico pubblico ed ancora pazienza nell’attendere il ritorno degli ambasciatori per poter riaffermare la libertà e la salvezza dello stato.
 
L’elogio conclusivo misurato e tagliente, infine,  esprime la superiorità del popolo romano che mai dovrà essere destinato
<nowiki> </nowiki>a servire ma sempre destinato ad essere libero.
 
==== Filippica VII ====
La settima Filippica venne pronunciata da Cicerone nel [[Tempio della Concordia (Roma)|Tempio della Concordia]] tra la fine di Gennaio<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
I, p.62.</ref> e l’inizio di Febbraio.
 
Dopo essere passati un buon numero di giorni dalla partenza degli ambasciatori, Cicerone,che manteneva la posizione più tragica all’interno del senato, rompe il silenzio durante una riunione e porta la discussione senatoria sulla situazione politica generale.
 
L’oratore esprime la disapprovazione nei confronti dell’invio dell’ambasceria e della mancata presa di posizione dell’organo senatorio in una situazione pericolosa che aveva permesso ad Antonio di continuare a dare disposizioni vantaggiose per lui ma non per la libertà della repubblica romana.
 
Cicerone incalza, poi, una discussione contro la politica di conciliazione e di quanto sia fondamentale una dichiarazione di guerra a discapito della pace da lui sempre lodata e consigliata.
 
 
«''Ebbene, ''nessun momento, o senatori, fu mai più decisivo di quello attuale. Per questo, ''io che ho sempre consigliato la pace, quella pace specialmente fra cittadini che a tutti i buoni sta a cuore, ma a me in modo particolare (ché la mia carriera è tutto un seguito di fatiche sostenute nel foro e nel senato, per sottrarre i miei amici ai pericoli che li minacciavano; e ciò mi ha procurato i più grandi onori, una moderata agiatezza e una qualche autorità); io dunque che sono allievo, per così dire, della pace, perché quel poco che sono, senza nulla per sumere di me lo devo certamente allo stato di concordia fra i cittadini (so di parlare con mio rischio; e tremo a pensare come voi, senatori, potrete accogliere la mia dichiarazione, ma se è vero, senatori, che in me è stato sempre vivo il desiderio di salvare e di aumentare il vostro prestigio, vi prego e vi scongiuro anzitutto di accogliere senza offendervi quello che dirò, anche se sarà acerbo ad udirsi e vi sembrerà incredibile che sia proprio Marco Cicerone a dirvelo, vi prego poi di non re spingerlo prima ancora che io ve ne abbia spiegato l'intimo significato); ebbene, io che, ripeto ancora, ho sempre lodato e consigliato la pace, proprio io ora non voglio la pace con Marco Antonio.»''<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a
cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, p. 428.</ref>
 
Implora, in seguito,  il senato a mantenere validità morale e politica dichiarando guerra ad Antonio ed avallando la sua posizione con una lunga spiegazione sulla coerenza, l’austerità e l’onore che il senato deve conservare.
 
Le parole di Cicerone si basano anche su espressioni concrete dell’agire antoniano come l’assedio di una delle più fedeli colonie di Roma, [[Modena]].
 
La guerra contro Antonio è una battaglia della repubblica contro un nemico pubblico. Dacché contro di lui ci sono anche i cavalieri, i municipi, il popolo, Ottaviano, Decimo Bruto ed il senato non può permettersi di restare cieco dinanzi ad una molteplicità tale né tantomeno perdere una pace duratura a favore di un accordo momentaneo.
 
Per l’oratore non esiste l’ipotesi di un compromesso che porti ad una democrazia falsa al posto di una democrazia basata su principi sani.
 
La pace tanto lodata da Cicerone in altre situazioni, si può, questa volta, riconquistare solo con una necessaria guerra contro un traditore della democrazia.
 
==== Filippica VIII '''''<nowiki/>''''' ====
L’ottava Filippica fu tenuta probabilmente il 3 febbraio<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a
cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p.62.</ref> e sempre nel [[Tempio della Concordia (Roma)|Tempio della Concordia.]]
 
Dopo l’incidere convinto di Cicerone nei confronti di una guerra necessaria si decide di dichiarare il ''tumultus.'' Infatti l’ottava Filippica inizia proprio con un discorso linguistico sull’uso del termine ''tumultus'' al posto del termine ''bellum.''
 
L’oratore giudica, poi, aspramente Gaio Pansa per l’arrendevolezza con la quale ha permesso di sostituire il termine ''bellum'' con ''tumultus'' quale dichiarazione dello stato d’assedio entro i confini dell’Italia per combattere un nemico interno piuttosto che dichiarare guerra.
 
Questa scelta, compiuta per eccesso di mitezza, voleva esulare dall’idea di guerra rendendo più pericolosa la situazione attraverso un significato più estremo, Cicerone dirà infatti: ''<nowiki/>''
 
''«sed etiam verborum; ''potest enim esse bellum, ut tumultus non sit, tumultus esse sine bello non ''potest. Quind est enim aliud tumultus nisi perturbatio tanta, ut maior timor oriatur?»''<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, pag.455.</ref>
 
«''infatti ''si può parlare di guerra senza che ci sia il tumulto, ma non c’è tumulto senza che ci sia guerra. Il tumulto cos’è se non grande scompiglio che dà luogo ad un più grande timore?»''<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, pag.454.</ref>
 
Dopo la spiegazione dei due termini e dei concetti ad essi collegati, fa più volte riferimento alle questioni politiche, civili e storiche, sia precedenti che contemporanee così da rendere palese l’errore che si stava commettendo. Utilizza, in seguito, una metafora secondo la quale Antonio risultasse l’organo infetto del corpo sociale romano e che se questo non fosse stato amputato avrebbe permesso il deperimento dell’intero corpo.
 
Una critica forte verrà mossa anche nei confronti di [[Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (console 58 a.C.)|Lucio Pisone]] e [[Lucio Marcio Filippo (console 56 a.C.)|Lucio Filippo]] per la rassegnazione dinanzi alle controproposte di Antonio e all’essersi posti come semplici portavoce di una figura maligna invece che del popolo tutto. Questo atteggiamento sommesso,infatti,andava contro il popolo che doveva essere assolutamente salvaguardato e non messo in secondo piano.
 
La Filippica si chiude con una proposta di Cicerone: decretare l’impunità ai disertori di Antonio che entro il 15 marzo l’avessero abbandonato e che chiunque si fosse recato da Antonio sarebbe stato giudicato dal senato come nemico dello Stato.
 
==== Filippica<nowiki/> IX ====
'''<nowiki/>'''La nona filippica venne pronunciata da Cicerone nel [[Tempio della Concordia (Roma)|Tempio della Concordia]], forse nella prima metà di febbraio (si pensa il 4 febbraio<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a
cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 62.</ref>) del 43.<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le orazioni''”, a cura di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978,
p. 46.</ref>
 
Cicerone, vuole qui celebrare la persona di [[Servio Sulpicio Rufo|S. Sulpicio Rufo]], morto durante e in qualità di membro dell’ambasceria inviata ad Antonio il 5 gennaio.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le orazioni''”, a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 46.</ref>
 
Tra il 1º e il 4º gennaio, Cicerone nella Filippica V ci dà attestazione di ciò: [[Quinto Fufio Caleno|Q. Fufio Caleno]], acceso sostenitore di Antonio e suocero di Pansa, propose di inviare ad Antonio un’ambasceria per giungere ad un accordo; tale proposta venne appoggiata dal consolare Pisone, suocero di Cesare, che acconsentì all’invio dell’ambasceria, affinché si instaurasse un dialogo con Antonio. La maggioranza si dichiarò favorevole e  il 5 gennaio 43 partì l’ambasceria composta da [[Servio Sulpicio Rufo|S. Sulpicio Rufo]], [[Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (console 58 a.C.)|L. Pisone]] e L. [[Lucio Marcio Filippo (console 56 a.C.)|Marcio Filippo]].<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le orazioni''”, a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 43.</ref> L’ambasceria tornò a Roma il 1º febbraio e il 2 ebbe inizio in senato un acceso dibattito riguardante gli ultimi avvenimenti.
 
È chiaro che Cicerone, fervido conservatore e antiantoniano, non fosse d’accordo con l’invio dell’ambasceria ad Antonio, anzi in questa occasione propose in maniera esplicita e convinta al senato, nella Filippica VIII( il 3 febbraio
43), di dichiarare lo stato di ''bellum'' poiché Antonio fosse ''hostis'' e non un semplice ''adversarius.''<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le orazioni''”, a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 45.</ref>La proposta di Cicerone, però, non fu fatta mettere ai voti dal console [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]].
 
Il 4 febbraio il console Pansa, presiedendo alla seduta, fu il primo a fare l’elogio funebre in onore di S. Sulpicio Rufo e propose di innalzare sui [[Rostri]] una statua in onore del defunto; intervenne [[Publio Servilio Vatia Isaurico (console 48 a.C.)|P. Servilio Isaurico]] (fu console
nel 79 a.C. sotto [[Lucio Cornelio Silla|Silla]]) che avanzò l’idea di erigere un monumento funebre al posto della statua.
 
Cicerone, poi, prese la parola e propose col suo intervento, oltre il ''funus,'' a spese dello stato e un ''sepulcrum publicum,'' anche l’erezione della statua.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le orazioni''”, a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 46.</ref> Nell’orazione, Cicerone fu molto chiaro: espose, dinanzi al senato, con minuziosa gravità l’impegno morale e civile dell’ambasciatore, che nonostante fosse stato colpito da una grave e seria malattia, nonostante non avesse avuto le forze per affrontare il lungo viaggio, egli abbia voluto fino alla fine pensare alla salute della repubblica, piuttosto che alla sua. E Cicerone insistette nella seduta affinché i senatori, i quali loro stessi avevano disposto della partenza di [[Servio Sulpicio Rufo|S. Sulpicio Rufo]], nonostante le sue condizioni di salute, approvassero la sua proposta di innalzargli sui [[Rostri]] una statua, in modo che la sua persona continuasse a vivere e che gli si facessero tutti gli onori:
 
«''Rendetegli, dunque, o senatori, la vita'' ''che gli avete tolta. La vita dei morti è nella memoria che di essi conservano i'' vivi. Fate dunque che colui che involontariamente avete inviato alla morte, riceva ora da voi l’immortalità. Se con un vostro decreto gli innalzerete una statua sui rostri, la sua missione non cadrà più in oscura dimenticanza presso i posteri.''»''<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
II, p. 500.</ref>
 
Cicerone fu convinto che oltre al senato, responsabile morale della morte di S. Sulpicio Rufo, fu Antonio.
 
L’orazione IX è una ''laudatio'' che alterna a momenti un tono greve e severo, a momenti emozionato e coinvolto.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le orazioni'', a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 47.</ref>
 
==== Filippica X '''<nowiki/>''' ====
La decima Filippica fu proclamata da Cicerone tra il 5-6 febbraio e i primi di marzo.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a
cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 62.</ref>
 
Il console [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]] convocò il senato, dopo che aveva ricevuto una lettera da parte di Marco Bruto, uno dei cesaricidi che si trovava in Oriente.
 
M. Bruto comunicò che i territori della [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], dell’[[Illyricum|Illiria]] e della Grecia erano stati posti sotto il suo potere e quindi della repubblica romana. Il console [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], perciò, propose il conferimento a Bruto dell’''imperium'' nelle province occupate.<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le orazioni'', a cura di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978,
p. 48.</ref> Tale proposta fu disapprovata da Fufio Caleno, fervido antoniano, che avanzò l’ipotesi che tali province dovessero essere affidate a Gaio Antonio, fratello di Marco Cicerone<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le orazioni'', a cura di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978,
p. 48.</ref>, allora, con sottile ironia si scagliò contro Caleno sottolineando che grazie al coraggio, all’impegno e alla moralità di  M. Bruto e dei governatori e generali che si misero a sua disposizione, la repubblica romana non aveva perduto i territori d’Oriente, riuscendo a mantenere una serena lucidità contro la scelleratezza degli Antonii.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le orazioni'', a cura
di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978, p. 48.</ref>Questi ultimi avrebbero sicuramente tolto tali possedimenti all’Italia.
 
Cicerone sottolineò ancora una volta che molti dei territori della repubblica romana erano ostili agli Antonii: tutta la Gallia, l’Italia e le vicine coste dalla Grecia fino all’Egitto; Antonio, in realtà, era l’assediato. Invece, Bruto e i suoi fedeli collaboratori erano dei leali cittadini che si preoccupavano esclusivamente del bene della patria. Pertanto l’oratore propose al senato di conferire a M. Bruto l’''imperium maius'' sull’Illiria, sulla Macedonia e sulla Grecia:<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le orazioni'', a cura di Bellardi, ed. Utet, vol. IV, Torino, 1978,
p. 49.</ref>
 
''«Se la repubblica dovesse essa'' ''stessa giudicare, se cioè ogni giurisdizione fosse regolata secondo i decreti'' ''da essa emanati, a chi aggiudicherebbe le legioni del popolo romano? Ad Antonio o a Bruto? Il primo s'era d'un subito avventato a disperdere e rovinare gli alleati, portando, dovunque andasse, devastazioni, saccheggi, estorsioni, e usando l'esercito del popolo romano contro lo stesso popolo romano. L'altro invece s'era fatta questa legge: di apparire, dovunque andasse, luce e speranza di salvezza. Insomma, l'uno cercava truppe per abbattere la repubblica, l'altro per salvarla. Al pari di noi, se ne accorgevano gli stessi soldati, dai quali non ci si sarebbe aspettato tanto intuito nel giudicare.''»<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Filippiche”'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
II, p. 526.</ref>''<nowiki/>''
 
Qui, Cicerone, espresse ciò che già aveva dichiarato nella Filippica III: in quella dimostrò la legalità e il patriottismo di Decimo Bruto, in questa di Marco Bruto. Tale proposta fu accolta dai senatori.
 
La Filippica X è pervasa dai toni dell’invettiva contro gli Antonii e da una tagliente ironia nei riguardi di Caleno.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978 p. 49</ref>Bruto viene qui dipinto come il salvatore della patria e fervido militante della libertà.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978 p. 49</ref>'''''<nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/>'''''
 
==== Filippica XI ====
L’undicesima filippica fu pronunciata da Cicerone il 6 o 7 marzo del 43<ref>CICERO, Marcus Tullius, “''Le Filippiche''”, a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
I, p. 62.</ref>.
 
Nella seconda metà di febbraio giunse a Roma notizia che il cesaricida [[Gaio Trebonio]], proconsole d’Asia, era stato ucciso, dopo che fu seviziato dall’ex console, collega di M. Antonio nel 44, [[Publio Cornelio Dolabella]], il quale stava giungendo in Siria per prendere possesso della provincia.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 49.</ref>
 
Cicerone fa una sorta di parallelismo tra l’atrocità di Antonio, che stava assediando la Gallia contro Decimo Bruto e Dolabella, che senza diritto si muoveva contro Gaio Cassio, il quale era stato designato in Siria.
 
Dopo che si apprese la notizia, il senato si riunì e sotto la proposta di Caleno furono d’accordo nel decidere di dichiarare Dolabella ''hostis,'' cioè nemico pubblico.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978,p. 49.</ref>
 
Il giorno successivo venne ripresa la seduta per decidere quali dovessero essere le misure da adottare contro Dolabella: Cicerone propose che si affidasse il comando a Gaio Cassio contro Dolabella, poiché aveva preso il possesso della Siria come diritto naturale derivante dalla legge divina, cioè con lo stesso diritto con cui Bruto aveva preso il controllo della Macedonia:
 
«''Del resto sono già molte le circostanze ''nelle quali Bruto e Cassio sono stati, per così dire, il senato di se stessi!'' ''Perché, in così profondo capovolgimento di tutte le cose, la necessità esige ''che si dia ascolto più alla voce delle circostanze che alle vecchie consuetudini. Né d'altra parte è questa la prima volta che Bruto e Cassio hanno considerato la salvezza e la libertà della patria come la legge più sacra, come la più rispettabile delle consuetudini. Pertanto, anche se la guerra contro Dolabella non fosse stata portata in discussione qui in senato, io la questione la riterrei già discussa e decisa, nel senso che per quella guerra ci sono bell'e pronti due generali di prim'ordine, per valore, autorità e nobiltà: quale sia l'esercito dell'uno, abbiamo le prove; dell'esercito dell'altro, ci giunge la fama.»<ref>CICERO, Marcus Tullius, “Le ''Filippiche''”, a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II,
pp.  578 – 580.</ref>''
 
In realtà Cicerone intervenne a favore di Cassio, riconoscendolo come proconsole di Siria e attribuendogli un ''imperium ''maius'' anche sulle province limitrofe, per creare un fronte unico in Oriente''<nowiki/>'' intorno ai due cesarici.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978 p. 50.</ref>
 
Non solo gli antoniani, ma anche i cesariani moderati furono contrari alla proposta di Cicerone: anche il console Pansa fu esplicitamente in disaccordo.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 51.</ref>
 
Tuttavia l’oratore persistette nella sua causa e scrisse a Cassio di agire anche senza aver avuto l’autorizzazione del senato.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, “''Le Orazioni''”, a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 51.</ref>
 
==== Filippica XII ====
 
La XII filippica, forse pronunciata verso la metà di marzo<ref>CICERO, Marcus Tullius'', La quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a
cura di L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p. 29.</ref>(o comunque intorno l’otto)<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
I, pag.
62.</ref>si apre con un ripensamento di Cicerone circa la possibilità di inviare una nuova ambasceria ad Antonio; Cicerone stesso, assieme a [[Publio Servilio Vatia Isaurico (console 48 a.C.)|Publio Servili]]<nowiki/>o e altri tre era stato designato come uno dei cinque senatori che avrebbe incontrato Antonio.
 
Questo cambio di idea è dovuto al constatato fallimento della legazione precedentemente inviata; ancora, si ritenne che l’invio di una nuova ambasceria sarebbe stato vano e rischioso per lo stesso Cicerone, oltre che dispendioso per le casse della ''res publica''.
 
«''Ripeto ancora: siamo stati ingannati, o ''senatori! Gli amici di Antonio miravano agli interessi di lui, non a quelli dello Stato.»''<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, p. 602.</ref>
 
Per di più una riconciliazione con Antonio sarebbe stata impossibile, visto il deteriorarsi del loro rapporto, e l’importanza che la figura dell’Arpinate aveva ormai assunto nel preservare la democrazia nella repubblica romana in quel contesto storico. Oltretutto, il viaggio si sarebbe svolto in territori occupati militarmente da Antonio, e nell’eventualità che Cicerone fosse riuscito a raggiungere illeso l’accampamento, su di lui si sarebbero potute riversare eventuali colpe per qualsiasi difficoltà o intralcio al processo di pace.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura
di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 52.</ref>
 
«''E dovrei io far parte di questa ambasceria, ''e mischiare il mio nome in questa commissione con la prospettiva che il popolo ''romano domani resti all’oscuro perfino di eventuali posizioni da me assunte in contrasto con gli altri component? Succederà che, se si molla e si fanno concessioni ad Antonio, sarebbe mia la responsabilità di ogni sua colpa, perché apparirei io come quello che gli avrebbe dato la possibilità di commetterla''.»<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol.
II,
p. 616.</ref>''
 
Essendo un degno rappresentante dell’istituzione romana, Cicerone avrebbe accettato, a prescindere dalla sicurezza della sua persona, il volere del Senato, favorevole o meno alla causa della ''res publica''. Così durante l’assemblea convocata dal console [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], Cicerone pronunciò la sua orazione, un valoroso ''mea culpa''<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino,
1978, p. 52.</ref> per l’errore di valutazione commesso, tanto che riuscì nell’intento di far desistere il senato dall’idea di inviare una seconda ambasceria verso Modena. Cicerone ammette di essere stato persuaso dai pianti di [[Fulvia (moglie di Marco Antonio)|Fulvia]], moglie di Antonio, dai volti cupi che avevano gli antoniani presenti a Roma e dalle affermazioni di [[Quinto Fufio Caleno|Caleno]] che davano Antonio prossimo alla resa.<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura di B. Mosca,
Mondadori, Milano, 1972, vol.
I, p. 56.</ref>
 
In questo modo, Cicerone riuscì nella difficile impresa di rendere nulla una decisione presa in precedenza dal Senato, senza offendere la sensibilità di tutti i senatori e allo stesso tempo, di tutelare gli interessi della repubblica.<ref>CICERO,
Marcus Tullius'', La
quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di
L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p. 29.</ref>
 
In realtà questo ripensamento di Cicerone non fu dovuto al fatto che temesse per la propria incolumità, ma all’allarmante e complicata situazione in cui versava [[Decimo Giunio Bruto Albino|Decimo Bruto]] e la sua legione, poiché una volta espugnata la città di Modena, Antonio non avrebbe più avuto altri rivali sulla propria strada.<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''La quarta Filippica'', con introduzione,
commento, appendici, a cura di L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p.
29.</ref>'''<nowiki/>'''
==== Filippica XIII ====
 
Il 19 marzo giungono a Roma alcune incoraggianti notizie di [[Aulo Irzio|Irzio]] e [[augusto|Ottaviano]], spostando l’oratoria ciceroniana sull’ormai chiaro rapporto di inimicizia che esiste tra Antonio e lo stesso Cicerone e che, la vita o la morte di uno dei due sarà correlata all’esito della guerra.
 
La XIII filippica si presume sia stata pronunciata dopo il 20 marzo del 43 a.C.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 62.</ref> Si sa per certo che il senato fu convocato il 20 marzo dal pretore urbano Marco Cecilio Cornuto<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Phil. 13,16; 39; Fam.
10,6,3.''</ref> (il console [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]] era partito il giorno prima per raggiungere Irzio e Ottaviano, che si trovavano nella Gallia Cisalpina, per tentare di liberare Decimo Bruto e la città di Modena dall’assedio) per rendere pubbliche le lettere ricevute da [[Marco Emilio Lepido]], governatore della [[Gallia Narbonense|Gallia Narbonese]] e della [[Spagna romana|Spagna Citeriore]], e di [[Lucio Munazio Planco]], governatore della [[Gallia|Gallia Transalpina]]. Suddette lettere suggerivano, dietro consiglio di Antonio, la stipulazione di una pace tra Antonio e il senato.<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 53.</ref>
 
Cicerone, avendo compreso l’intento delle due missive, sostenne con decisione che nonostante la pace fosse una volontà di entrambe le parti, essa era impossibile da raggiungere perché era in corso contro lo stato una guerra feroce e di difficile soluzione.
 
Nella stessa seduta, Cicerone pronunciò davanti ai colleghi senatori, tutte le azioni disoneste di cui Antonio e i suoi fedeli sostenitori si erano macchiati.<ref>CICERO,
Marcus Tullius'', La
quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di
L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p. 31.</ref>
 
«''Ci sono due pretori che temono di rimetterci ''la loro posizione, ma hanno torto perché noi riconosciamo validi gli atti di ''Cesare. Ci sono poi gli ex pretori Filadelfo Annio e quel buon diavolo di Gallio; gli edili, Bestia, che è stato per i miei polmoni e la mia voce come la palla per il pugile, e Trebellio, difensore del credito ma ad un tempo bancarottiere fraudolento, e Quinto Celio, uomo disfatto di corpo e dissestato di borsa, e Cotila Vario, vera colonna degli amici di Antonio, delizia di Antonio quando nei banchetti lo faceva frustare da pubblici schiavi; i settemviri Lentone e Nucula e quella gioia, quell’amore di popolo romaneo che è Lucio Antonio; i due tribuni dapprima designati, Tullio Ostilio, che a buon diritto ha dato il proprio nome a quella porta per la quale, non avendo potuto tradire il suo comandante, è passato dissertando; e l’altro designato è un non so chi Insteio, un brigante che oggi, dicono, è tanto sfrenato, quanto invece era equilibrato… nel temperare le acque quando faceva il bagnino a Pesaro. Vengono poi altri che già furono tribuni: in prima linea Tito Planco, che se avesse amato il senato, non avrebbe mai applicato il fuoco alla curia, e che, condannato per questo delitto, è tornato con la forza delle armi a Roma, donde era stato bandito per virtù delle leggi. Ma questa è sorte che egli ha in comune con molti altri della sua razza.''»<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, pp. 668-670.</ref>''
 
La lettura di questa lettera avvenne con molta enfasi e ironia, prendendosi una rivincita morale su Antonio, che ne settembre del 44 a.C. aveva letto in Senato alcuni carteggi privati di Cicerone.
 
Scopo di questa lettura pubblica, era per il [[Marco Tullio Cicerone|politico di Arpino]], quello di sbugiardare in maniera assai plateale la figura del suo acerrimo avversario, Antonio che tra l’altro, in diverse occasioni si era rivolto al senato utilizzando un linguaggio volgare e inappropriato.<ref>CICERO,
Marcus Tullius'', La
quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di
L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, pp. 31-32.</ref> La lettura di questa lettera aveva anche una duplice intenzione: rivelarsi utile alla causa della repubblica romana e dichiarandosi pubblicamente nemico di Antonio, di difendere l’operato e la sua figura.
 
La seduta del 20 marzo segna quindi una vittoria importante per Cicerone: il senato si dichiara contrario alla proposta dei due governatori Lepido e Planco e, lo stesso parere viene espresso anche dall’assemblea popolare.<ref>''Fam. 10,6; 10,27''.</ref>
 
Cicerone giunge quindi alla conclusione che un eventuale isolamento di Antonio sia cosa ormai prossima e che i cesariani moderati si dichiareranno favorevoli alla causa della ''res publica''.
 
==== Filippica XIV ====
 
La lotta politica a Roma, e quella militare a Modena, non accennavano a placarsi. Il 14 aprile, a [[Castelfranco Emilia|Forum Gallorum]], presso la
Via Emilia, il console Pansa fu ferito e sconfitto dalle truppe di Antonio; a Pansa giunse in soccorso Irzio, che riuscì a sconfiggere Marco Antonio. Anche il giovane Ottaviano, che era rimasto a difendere l’accampamento, ottenne un’affermazione sulle truppe capeggiate da Antonio mentre Pansa moriva a causa delle ferite subite durante lo scontro.<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G.
Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 55.</ref>
 
La notizia della [[Battaglia di Forum Gallorum|duplice vittoria]] giunse a Roma solo il 20 aprile e il pretore Marco Cecilio Cornuto fu costretto a convocare il senato per il giorno successivo, il 21 aprile del 43 a.C.<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 62.</ref>, giorno in cui si festeggia la Festa delle ''[[Parilia]]'',<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 60.</ref>
ma anche ritenuto beneaugurante in quanto anniversario della [[fondazione di Roma]].<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 55.</ref>
 
In questa giornata, Cicerone pronunciò la XIV filippica nel tempio di [[Tempio di Giove Ottimo Massimo|Giove Capitolino]].<ref>CICERO,
Marcus Tullius'', La
quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di
L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p. 32.</ref> L’orazione inizia con il politico che esalta il valoroso comportamento dei consoli [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]] e [[Aulo Irzio|Irzio]], assieme a quello di [[Augusto|Ottaviano]]; poi si dichiara contrario
alla proposta di [[Publio Servilio Vatia Isaurico (console 48 a.C.)|Publio Servilio Isaurico]] di indire celebrazioni solenni agli dei, di abbandonare l’armatura da guerra in favore dell’abito della pace.<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 55.</ref> Cicerone motiva la sua posizione affermando che solo quando la liberazione di Modena e di [[Decimo Giunio Bruto Albino|Decimo Bruto]] saranno effettive, si potrà constatare che si è agito nel solo interesse della ''salus'' della ''res publica''.<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 55.</ref>
 
Inoltre l’abilità oratoria di Cicerone si scaglia ancora una volta contro l’infedeltà di Antonio, proponendo al senato la nomina dello stesso come ''hostis'', ovvero nemico pubblico;<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I,
p. 61.</ref>questo per distinguere ulteriormente le due fazioni. Cicerone sottolinea anche le pericolose mosse che gli antoniani attuarono a Roma, intravvenendo in essi il decadimento morale e politico di una determinata classe dirigente. Tutto ciò contrasta con la benevolenza dei consoli Irzio e Pansa, che con coraggio e lealtà, assieme ad Ottaviano, hanno messo in pericolo la loro vita pur di tutelare la sicurezza dello stato e delle istituzioni; pertanto tutti e tre devono essere nominati ''imperator''.<ref>CICERO, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G.
Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, pp. 55-56.</ref>Cicerone propone al senato di aumentare a 50 il numero di giorni di festività (''supplicationes'')<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. I, p. 61.</ref>] in onore degli dei, suggerisce a tutta l’assemblea di mantenere fede alla promessa di ricompensa fatta ai soldati. L’oratore suggerisce anche di ricompensare tutte le famiglie di quei soldati che sono periti per la difesa della Repubblica; inoltre consiglia di erigere un maestoso monumento funebre (''Ara del Valore'') per omaggiare tutti i caduti si guerra.<ref> CICERO, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G.
Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 56.</ref>
 
«''È poi nostro ''dovere testimoniare ai valorosi soldati la nostra memore gratitudine. Perciò io ''propongo che nell’odierno decreto del senato siano riconfermate le promesse che abbiam fatte e le ricompense che ci siamo obbligati di concedere alle legioni, a guerra conclusa. È giusto che agli onori dei generali, si associno anche quelli spettanti ai soldati, a tali soldati soprattutto! […] Ma c’è qualcosa di ben più ammirevole e grande e sommamente degno della saggezza del sentato, ed è di onorare, con segni di memore gratitudine, quei valorosi che hanno profuso la vita per la patria. Quanto vorrei escogitare più modi per onorarli! Ma non tacerò di due mezzi che sopra gli altri mi vengono alla mente: uno a gloria eterna di uomini tanto valori, altro per lenire il dolore e il lutto dei congiunti. Io dunque propongo, o senatori, che venga innalzato un monumento, il più grande possibile, in onore dei soldati della legione Marzia e degli altri che caddero combattendo''.»<ref>CICERO,
Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura
di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, vol. II, pp. 730-732.</ref>''
 
Durante questo discorso, Cicerone ha anche occasione di smentire le dicerie su una sua presunta partecipazione a un colpo di stato; in realtà il complotto era stato predisposto dagli antoniani proprio per eliminare il loro acerrimo nemico. Il tentativo di una congiura fu sabotato e reso pubblico dal tribuno Publio Apuleio, che ne denunciò i fatti in una seduta senatoria del 20 aprile;<ref>CICERO,
Marcus Tullius,
''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi,
ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978, p. 56.</ref> inoltre mal si prestava ad un uomo come Cicerone che ha sempre difeso e tutelato ogni forma democratica del potere. La seduta del 21 aprile si concluse con l’approvazione da parte del senato di tutte le proposte di Cicerone,<ref>''DIO 46, 38.''</ref> indicando l’apogeo della sua attività politica e oratoria. Ma questo risultato diede il via a una rapida quanto inesorabile decadenza per la figura dell' Arpinate.
 
La XIV Filippica è un’orazione luminosa e di rara bellezza. Con essa si concludono stupendamente tutte le filippiche e tutta l’attività politico-oratoria di Cicerone. Essa risulta costruita da elementi diversi, idealmente unificati e insieme saldati dalla costante preoccupazione di Cicerone nel vedere salva e libera la repubblica: l’ultimo capitolo pare recare in sé, nell’altissima solennità ed impostatura delle formule, qualcosa di nobile ed eterno.<ref>CICERO,
Marcus Tullius'', La
quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di
L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940, p. 35.</ref>
 
Da tutte e quattordici le orazioni si palesa con franchezza che Cicerone non esitò mai a ricoprire il ruolo di ''defensor ''patris,'' anche a discapito della propria incolumità; esso cercò in ogni modo di dar vita alla sua utopia: la correttezza politica.'''''''<nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/><nowiki/>'''''<nowiki/>''<nowiki/>''
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* AA.VV. “''Scriptorium”'', coordinata e diretta da G. B. Conte, Le Monnier, Firenze, 2000.
* Cicero, Marcus Tullius, “''La prima Filippica”'', con introduzione e commento di A. Finzi, Ed. Signorelli, Milano, 1933.
* Cicero, Marcus Tullius, ''La quarta Filippica'', con introduzione, commento, appendici, a cura di L. Dal Santo, La Nuova Italia, Firenze, 1940.
* Cicero, Marcus Tullius, ''Le Filippiche'', a cura di B. Mosca, Mondadori, Milano, 1972, voll. I - II.
* Cicero, Marcus Tullius, ''Le Orazioni'', a cura di G. Bellardi, ed. UTET, vol. IV, Torino, 1978.
* Cicero, Marcus Tullius, ''Orazione Filippica Ottava'', con introduzione e commento di A. Pozzi, Ed. Signorelli, Milano, 1935.
* Cicero, Marcus Tullius, ''Orazione Filippica Sesta'', con introduzione e commento di A. Pozzi, Ed. Signorelli, Milano, 1934.
* Cicero, Marcus Tullius, ''Orazione Filippica Settima'', con introduzione e commento di A. Pozzi, Ed. Signorelli, Milano, 1935.
* Fedeli, Paolo, “''Storia letteraria di Roma: con brani antologici'', Ferraro Editori, Napoli, 2004.
* Rovalev, Sergej Ivanovic, ''Storia di Roma'', Ed. Rinascita, Roma, 1955.
* Narducci, Emanuele, ''Cicerone. La parola e la politica'', Editori Laterza, Roma – Bari, 2010.
* Narducci, Emanuele, ''Introduzione a Cicerone'', Editori Laterza, Roma – Bari, 2010.
* Pani, Mario - Todisco, Elisabetta, ''Storia romana dalle origini alla tarda antichità'', Carocci, Roma, 2008.
* Pareti, Luigi, ''Storia di Roma e del mondo romano'', Utet, Torino, 1955, vol. IV.
* Plutarco, ''Vite'', introduzione di A. Barigazzi, Utet, Torino.
* Poma, Gabriella, ''Le istituzioni politiche del mondo romano'', Il Mulino, Bologna, 2002.
* Rotondi, Giovanni, ''Leges publicae populi Romani: elenco cronologico con una introduzione sull'attività legislativa dei comizi romani'', Società Editrice Libraria, Milano, 1962.
* Traina, Giusto, ''Marco Antonio'', Editori Laterza, Roma – Bari, 2003.
 
== Voci correlate ==
* [[MarcoTangenziale TullioSud Ciceronedi Bergamo]]
* [[Trasporti a Bergamo]]
* [[Guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio]]
* [[Crespi d'Adda]]
* [[Provincia di Bergamo (Lombardo-Veneto)]]
* [[Dipartimento del Serio]]
* [[Fosso bergamasco]]
* [[Isola bergamasca]]
* [[Gera d'Adda]]
* [[Armoriale dei comuni della provincia di Bergamo]]
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