Yeti e Institut Ramon Llull: differenze tra le pagine

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[[File:B5bugerbear.jpg|thumb|Disegno raffigurante uno Yeti]]
Lo '''yeti''' è una [[criptozoologia|creatura leggendaria]] che fa parte della [[cultura]] e delle [[credenza|credenze]] popolari delle [[popolazione|popolazioni]] locali dell'[[Himalaya]], entrata ormai anche nell'[[immaginario collettivo]] della cultura mondiale.
 
[[File:Josep.Puig.i.Calafalch.Palau.del.Baro.Barcelona.jpg|miniatura|330x330px|Il [[Palau del Baró de Quadras|Palazzo del Barone di Quadras]], sede dell'Istituto Raimondo Lullo.]]
Conosciuto anche come ''abominevole uomo delle nevi'', termine originato da un'errata traduzione giornalistica dell'espressione in [[lingua nepalese]] ''Metoh Kangmi'' (letteralmente "uomo-orso delle nevi"), il termine ''Yeti'' deriva invece da ''yeh-teh'' che significa ''"Quella cosa là"'', espressione tipica usata dagli ''[[sherpa]]'' per indicare la mitica creatura.
L''''Istituto Raimondo Lullo''' (in [[Lingua catalana|catalano]] '''Institut Ramon Llull''', '''IRL''') è un'istituzione dipendente dalla [[Generalitat de Catalunya|Generalità di Catalogna]], dal Comune di [[Barcellona]] e dal Governo [[Isole Baleari|Balearico]] che si pone l'obiettivo di promuovere all'estero lo sviluppo della [[Lingua catalana|lingua]] e della cultura [[Lingua catalana|catalana.]] Deve il suo nome a [[Raimondo Lullo]], filosofo e scrittore [[Maiorca|maiorchino]] in [[lingua catalana]] dei secoli XIII-XIV. Da ottobre 2018 la direttrice dell'Istituto è Iolanda Batallé.
 
L'IRL è uno dei contribuenti, insieme al [[Politica di Andorra|Governo di Andorra]], al Consiglio Generale dei [[Pirenei Orientali]], alla città di [[Alghero]] e alla rete delle Città [[Comunità Valenciana|Valenzane]], della Fondazione Ramon Llull, con sede ad [[Andorra]].
== Descrizione ==
La figura dello yeti dell'Himalaya sembra avere "parentele" simili sparse in tutto il mondo: nella regione [[caucaso|caucasica]] e nella vasta fascia che va dal [[Pamir]], attraverso l'[[Asia Centrale]] e la [[Mongolia]], fino alla [[Siberia]] Orientale vivrebbe l'"''[[Alma (mitologia)|Alma]]''"; sulle montagne della [[Cina]] Centrale, in [[Indocina]] e in [[Malesia]] si nasconderebbe lo ''Xuèrén'' o "uomo selvatico"; negli altipiani della [[Russia]] il ''Chuchunaa''; nel nord ovest americano, tra le [[Montagne Rocciose]] e il [[Oceano Pacifico|Pacifico]], si dice vivrebbe il "''[[Sasquatch]]''" o "''[[Bigfoot]]''".
 
== Storia ==
Ogni stato citato ha promosso proprie [[ricerca scientifica|ricerche scientifiche]] per indagare e fare luce sull'effettiva presunta esistenza di queste creature. Ma dal primo presunto avvistamento effettuato dal Colonnello Britannico [[A.L. Waddell]], nel 1889, ad una quota di 5.000 metri di altezza, alla frontiera tra [[Nepal]], [[Tibet]] e [[Bhutan]], sono state avvistate e fotografate solo impronte, con l'eccezione di [[scalpo|scalpi]] e [[pelliccia|pellicce]] rinvenuti e conservati come reliquie da alcuni [[Monachesimo|monaci]], che si sono rivelati poi appartenere a specie animali note. Nel 1980 [[Meng Quingbao]] ha avvistato un migliaio di impronte di cui ha riportato alcuni [[calco|calchi]], addirittura della lunghezza di 46 cm, di forma e dimensioni dissimili da quelle della [[fauna]] circostante conosciuta, oltre ad alcuni peli. C'è chi sostiene che appartengano ad un discendente del [[Gigantopiteco]], vissuto nel tardo [[Pliocene]], ritenuto estinto, ma di cui potrebbero essere rimasti in vita esemplari isolati (cosiddetta "[[specie Lazzaro]]"). Non è mai stato rinvenuto alcun reperto osseo riconducibile direttamente alla leggendaria creatura.
L'Istituto è stato creato il 5 aprile 2002 dalla [[Generalitat de Catalunya|Generalità di Catalogna]] e dal Governo delle [[Isole Baleari]], mediante la stipulazione di una convenzione. L'avviamento dell'istituzione è avvenuto in un momento politico nel quale governava la federazione [[Convergenza e Unione]] in [[Catalogna]] e un governo di sinistra nelle [[Baleari]] (formato dal [[PSOE]]-PSIB, PSM, EUIB, Els Verds e UM). Ciò nonostante, in seguito alle elezioni del 25 maggio 2003, il [[Partito Popolare (Spagna)|Partito Popolare]] si insediò al governo della comunità balearica e le relazioni con l'Istituto Lullo si andarono a deteriorare, fino alla decisiva separazione dal progetto nel giugno 2004. Il 26 aprile 2005 il governo catalano, rimasto l'unico contribuente dell'istituzione, approvò i nuovi statuti. Con il nuovo cambio di amministrazione nelle isole, nel dicembre del 2008, la comunità delle Baleari è tornata a finanziare l'Istituto Lullo.<ref>[[:ca:n:El govern balear torna a formar part de l'Institut Ramon Llull|Il govern balearico torna a formare part di l'Institut Ramon Llull]], notizia in [[Wikinoticias]] in catalano.</ref>
 
== Attività ==
Lo yeti viene descritto come un grosso animale, con analogie con le [[scimmia|scimmie]], che vive sull'[[Everest]] o comunque nell'[[Himalaya]]. Si tratterebbe di un essere di altezza compresa tra 1,80 e 2,40 metri per le femmine e dai 2,30 ai 3,15 metri per i maschi, ricoperto di una folta pelliccia bianca o argentata. Avrebbe una lunga capigliatura e braccia lunghe fino alle ginocchia. Gli abitanti del Tibet ipotizzano l'esistenza di due tipi di Yeti: il ''Dzu-teh'' (che significa cosa grossa), più alto (fino ai 3,15 metri di altezza), e il ''Meh-teh'', di altezza più ridotta.
Il progetto Raimondo Lullo sviluppa una politica di collaborazione con diversi istituti culturali, tra cui il relativo [[Instituto Cervantes|Istituto Cervantes]], per promuovere la [[Lingua catalana|lingua]] e cultura catalana.
 
Il 17 ottobre [[2013]] gli [[scienziato|scienziati]], confrontando il [[DNA]] di alcuni peli presumibilmente appartenenti allo yeti con quello di un [[orso polare]], hanno stabilito che la creatura leggendaria coinciderebbe in realtà con una sottospecie ibrida di [[orso]], alla base del mito popolare, fornendo così una [[metodo scientifico|prova sperimentale]] alla teoria mitologica sostenuta per primo dall'himalaysta [[Reinhold Messner]] alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]].<ref>[http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/gli-scienziati-lo-yeti-e-un-orso-messner-furibondo-non-capiscono-niente-io-l-ho-scritto-50-anni-fa-e-mi-ridevano-dietro/143355/141889?ref=HRERO-1 LO YETI è un ORSO]</ref>
 
=== Avvistamenti ===
Già nel [[1407]] il bavarese [[Johann Schiltberger]], secondo i resoconti di viaggio, avrebbe incontrato lo Yeti sulla [[Monti Altai|catena degli Altai]], presso i confini occidentali della [[Mongolia]].<ref>[http://www.romagnapolis.it/portal/page?_pageid=1420,79757864&_dad=portal&_schema=PORTAL&pItemName=2361B0290436CD19E040080A1C046926 LO YETI] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090212222928/http://www.romagnapolis.it/portal/page?_pageid=1420,79757864&_dad=portal&_schema=PORTAL&pItemName=2361B0290436CD19E040080A1C046926 |data=12 febbraio 2009 }}</ref>
 
Il primo a riferire dell'esistenza di una creatura pelosa e senza coda, simile ad un uomo, è stato R. R. Hodgson, magistrato britannico, in [[Nepal]] dal [[1820]] al [[1843]].
 
Le prime impronte dello Yeti furono scoperte in [[Tibet]] dal maggiore L.A. Waddell nel [[1889]] a più di cinquemila metri di quota.<ref>[http://www.ndonio.it/Yeti.htm YETI: l'abominevole uomo delle nevi esiste?]</ref>
 
Nel corso del [[XIX secolo]], si trova qualche riferimento a questo essere semiumano anche in scritti di ufficiali inglesi residenti nella regione himalayana.
 
Il 22 settembre [[1921]], il tenente colonnello C. K. Howard-Bury, mentre stava tentando la scalata dell'[[Everest]], percorrendo il sentiero che da Kharta porta a Lhapka-La, vide attraverso il binocolo, su un piano innevato sovrastante, una figura scura dalle sembianze vagamente umane. Quando giunse sul posto, a settemila metri, notò nella neve impronte di piedi nudi dalla forma umana. La notizia raggiunse il mondo civilizzato e diede vita al moderno mito dell'Abominevole Uomo delle Nevi.
 
Nel [[1925]], nella regione del [[ghiacciaio]] Zemu (ad un'altitudine di circa 4500 metri), N.A. Tombazi, fotografo greco della ''[[Royal Geographical Society]]'' di [[Londra]], vide una creatura in movimento circa 300 metri più in basso<ref>[[Alfredo Castelli]], ''L'enciclopedia dei Misteri'', [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1993</ref>. Essa scomparve prima che Tombazi potesse preparare la macchina fotografica ma, scendendo, ne rinvenne le impronte. {{Citazione|Indiscutibilmente il profilo della figura era di forma umana, camminava in posizione verticale e si fermava di tanto in tanto a sradicare o tirare alcuni cespugli di rododendro nano. Era nettamente distinguibile in contrasto con il bianco della neve e per quanto potevo vedere, non portava abiti. Dopo circa un minuto si spostò finché divenne invisibile alla vista, sfortunatamente non ebbi il tempo di preparare l'obiettivo della macchina fotografica né di osservare l'oggetto tramite un binocolo. Durante la discesa, due ore dopo, proposi di ispezionare il punto in cui "l'uomo" o la "bestia" era stata osservata. Esaminai le impronte chiaramente visibili sulla superficie della neve.
 
Erano simili per forma a quella di un uomo, ma lunghe solo 15-17 cm. Contai 50 impronte, ognuna a intervalli regolari di 30- 45 cm. Le orme erano senza dubbio state lasciate da un bipede, la sequenza di impronte non avevano le caratteristiche di nessun quadrupede immaginabile. La folta vegetazione di rododendri impediva ulteriori indagini così riprendemmo la marcia<ref name=cripto>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/ominologiatemplate.asp?articleid=43&zoneid=13 Lo Yeti] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>|N.A. Tombazi|Unquestionably, the figure in outline was exactly like a human being, walking upright and stopping occasionally to uproot or pull at some dwarf rhododendron bushes. It showed up dark against the snow and, as far as I could make out wore no clothes. [...]<br />They were similar in shape to those of a man, but only six to seven inches long by four inches wide at the broadest part of the foot. The marks of five distinct toes and the instep were perfectly clear, but the trace of the heel was indistinct [...]<ref>[http://www.unmuseum.org/yeti.htm Yeti: Abominable Snowman of the Himalayas]</ref>|lingua=en}}
 
L'8 novembre [[1951]], alle ore 16:00 in punto, mentre stavano raggiungendo il ghiacciaio Menlung sull'Himalaya, gli alpinisti inglesi [[Eric Shipton]] e [[Michael Ward]] e lo [[sherpa]] [[Sen Tensing]], a 6000 metri, notarono una scia d'impronte molto chiare a sud ovest del passo di Melung-Tse. Seguirono la pista per circa 1600 metri, ma dovettero desistere quando questa giunse in prossimità di un crepaccio. Impossibilitati a seguire la misteriosa creatura, fotografarono un'impronta di un piede umanoide, con cinque dita e che misurava 33 X 20 centimetri<ref>[http://www.ndonio.it/media/yeti%20orma.jpg La foto scattata da Eric Shipton e Michael Ward]</ref>. Le impronte erano presenti anche dall'altra parte del crepaccio: ''"Dove le orme attraversavano il crepaccio, era perfettamente visibile il punto in cui la creatura aveva saltato ed usato le sue dita per assicurarsi la presa sulla neve nel ciglio opposto"''.<ref name=cripto/> Nel [[1957]], la spedizione in [[Nepal]] del miliardario e [[Criptozoologia|criptozoologo]] statunitense Tom Slick non approdò a nessuna scoperta, ma constatò che i nativi sapevano benissimo distinguere un orso o un [[Semnopithecus|entello]] (o "langur") da uno yeh-teh.
[[File:Zemu-gap.jpg|thumb|Il Passo Zemu, sulla cima del ghiacciaio Zemu]]
Nel [[1953]], Lord John Hunt, capo della fortunata spedizione di [[Edmund Hillary]], vide una lunga serie di impronte, nei pressi del Passo Zemu. Inizialmente pensò che fossero state lasciate dai membri di una spedizione tedesca, i quali, successivamente, negarono di essere stati in quella zona.<ref>[http://www.mountain-heritage.org/entity.php?ID=163 Mountain Heritage Trust - Hunt, Henry Cecil John, (1910-1998), Baron Hunt of Llanfairwaterdine]</ref>
 
[[File:Tengboche monastery-Nmnogueira.jpg|thumb|left|Il Monastero di Tengboche]]
La seconda spedizione di Slick, nel [[1959]], trovò quelli che si ritennero gli escrementi dello yeti, contenenti parassiti sconosciuti, e scoprì nel monastero buddista di Tengboche in Nepal una mano disseccata attribuita da uno dei monaci allo yeti. Un dito della mano fu trafugato e inviato a [[Londra]], dove il reperto fu esaminato e classificato come appartenente a un primate di specie sconosciuta.
 
La spedizione registrò anche la notizia che esistevano copricapi fatti di pelle di yeti. Ma fu soltanto l'anno seguente che la spedizione in Nepal di Edmund Hillary trovò nel monastero buddista di Khumjung uno di questi copricapi, che poi risultò fatto con la pelle di un raro animale locale (il ''serow'') simile ad una capra.
 
Nel [[1986]], lo scalatore [[Reinhold Messner]] avvistò, in una regione del Tibet orientale, uno Yeti, che descrisse come un [[Ursus arctos pruinosus|orso delle nevi]], ritto sulle zampe posteriori, in posizione bipede, che guardava nella sua direzione e che iniziò a fischiare per minacciarlo.<ref name="Messner1999"/>
 
Nel marzo 1986 l'esploratore [[Anthony Wooldridge]] avvistò e fotografò un presunto Yeti nell'[[India]] settentrionale a una distanza di 150 metri.<ref>[http://www.bigfootencounters.com/articles/wooldridge.htm An encounter in North India 1986]</ref> Secondo molti si tratterebbe però soltanto di una roccia, simile a quelle retrostanti, di forma vagamente antropomorfa{{Citazione necessaria}}.
 
Nel [[1991]], alcuni ladri asportarono dal monastero di Pangboche i resti della cosiddetta "mano" dello yeti.
 
Nel [[1992]], il programma televisivo "Unsolved Mysteries" appurò che, nel 1959, alcuni frammenti di quella mano erano stati inviati per analisi, oltre che a Londra, all'antropologo George Agogino, che non ne aveva mai pubblicato i risultati. Gli organizzatori del programma rintracciarono Agogino ancora in possesso dei campioni di pelle che, nuovamente analizzati dal laboratorio biomedico dell'Università di California, risultarono simili all'epidermide umana, ma non appartenenti a esseri umani.
 
Durante lo spettacolo ''"Paranormal Borderland"'' della [[Paramount]] svoltosi dal 12 marzo al 6 agosto [[1996]], venne presentato un video, noto come ''The snow walker'', in cui un probabile Yeti arrancava nella neve. In seguito si scoprì che il video fu creato dai produttori, nel tentativo di ingannare il pubblico. La [[Fox]] utilizzò il video nel programma ''"World's Greatest Hoaxes"''.<ref>[http://www.bigfootencounters.com/films/snowwalker.htm The Snow Walker Film Footage]</ref><ref>[http://www.squatchopedia.com/index.php/Snow_Walker Snow Walker]</ref>
 
Il 21 ottobre [[1998]], lo scalatore americano [[Craig Calonica]] disse di aver visto, il 17 ottobre, di ritorno dall'[[Everest]], due creature che camminavano insieme in posizione eretta: "''La mia opinione è che ho visto qualcosa, e quel qualcosa non era un uomo, non era un gorilla, non era un orso, non era una capra e non era un cervo''".<ref>[http://www.tribuneindia.com/1999/99feb07/sunday/head1.htm Does the Yeti really exist?]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=51&zoneid=1 Esploratore americano avvista lo Yeti.] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
[[File:DhaulagiriMountain.jos.500pix.jpg|thumb|Il [[Dhaulagiri]]|left]]
 
Nella primavera del [[2001]], sulla corteccia di un albero in Bhutan, lo zoologo Rob McCall e la sua squadra, trovarono due peli alquanto misteriosi. Inviati alla Oxford University, vennero analizzati da [[Bryan Sykes]], uno dei più grandi esperti al mondo di analisi del [[DNA]]. Le analisi dimostrarono che il materiale non apparteneva a nessuna specie conosciuta e che somigliava ai peli trovati da Edmund Hillary sull'Himalaya mezzo secolo prima.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=58&zoneid=1 Peli di Yeti al DNA.] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_luglio_27/Yeti_trovati_peli_giungla_indiana_308dff4e-5bcd-11dd-b836-00144f02aabc.shtml Articolo di Monica Ricci Sargentini su www.corriere.it]</ref><ref>[http://goldenagetoday.com/departments/paranormal/63-lifting-of-the-veil-cryptozoology/267-bigfoot-hair-sample-no-known-species Oxford dichiara "i peli dello sono un esempio di specie sconosciuta"]</ref><ref>[http://www.independent.co.uk/environment/nature/bigfoot-new-evidence-878263.html Articolo del The Indipendent]</ref> Ulteriori analisi, i cui risultati vennero confermati solo in seguito ai precedenti comunicati stampa, confermarono definitivamente che in realtà i peli appartenevano ad un [[Ursus arctos|orso bruno]] e a un [[Ursus thibetanus|orso tibetano]].<ref>Chandler, H.C. (2003). Using Ancient DNA to Link Culture and Biology in Human Populations. Unpublished D. Phil. thesis. University of Oxford, Oxford.</ref>
 
Nel [[2003]], sulle montagne [[siberia]]ne dell'[[Monti Altaj|Altai]], Sergey Semenov ritrovò un arto che secondo alcuni esperti non era riconducibile a nessun animale noto.<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2003/10_Ottobre/08/yeti.shtml Siberia, trovata la gamba dello Yeti]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=73&zoneid=1 Gamba "fossile" scoperta nei monti Altai] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=4943139 Un alpinista avrebbe trovato una gamba mummificata del mitico Yeti] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090211230445/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=4943139 |data=11 febbraio 2009 }}</ref>
 
All'inizio del dicembre [[2007]], il presentatore ed esploratore statunitense [[Josh Gates]], con la propria squadra, trovò tre orme considerate compatibili con quelle dello "Yeti", sulla sponda del fiume Manju, a 2.850 metri di altezza.<ref>[http://www.cryptomundo.com/cryptozoo-news/gates-yeti/ Josh Gates Finds Yeti Prints Near Everest]</ref><ref>[http://www.cryptomundo.com/cryptozoo-news/breaking-gates/ Exclusive from Josh Gates on Yeti Tracks]</ref><ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_dicembre_01/yeti_398e37d6-a029-11dc-8bf1-0003ba99c53b.shtml Lo Yeti esiste? Trovate le sue impronte]</ref>
 
Il 20 ottobre [[2008]], alcuni scalatori giapponesi, di ritorno da un'arrampicata nel Nepal occidentale, dissero di aver trovato sulla neve delle orme forse riconducibili allo Yeti. Kuniaki Yagihara, membro del Progetto Yeti Giappone, a [[Katmandu]], spiegò di avere visto e fotografato tre impronte di piedi che assomigliavano a quelle di un essere umano, sulla montagna [[Dhaulagiri]], nel Nepal occidentale, a un'altitudine di circa 4.800 metri. Essi aggiunsero che le orme non erano riconducibili a quelle di orsi, cervi e capre delle nevi.<ref>[http://www.giappone360.it/tag/kuniaki-yagihara Nepal, giapponesi dicono di aver trovato impronte dello Yeti]</ref>
 
=== Lo scalpo di yeti ===
[[File:Yetiscalp.JPG|thumb|Lo scalpo di Yeti]]Il 19 marzo [[1954]], il [[Daily Mail]] pubblicò un articolo che descriveva una spedizione intenta ad ottenere campioni di peli di uno scalpo trovato nel monastero di Pangboche. I peli furono analizzati dal professor Frederic Wood Jones,<ref>Jessie Dobson (giugno 1956). "Obituary: 79, Frederic Wood-Jones, F.R.S.: 1879-1954". Man vol.56: pp. 82–83.</ref><ref>Wilfred E. le Gros Clark (November 1955). "Frederic Wood-Jones, 1879-1954". Biographical memoirs of Fellows of the Royal Society vol. 1: pp. 118–134. [[Digital object identifier|doi]]:{{collegamento interrotto|1=[http://journals.royalsociety.org/content/fw164152r777w130/ 10.1098/rsbm.1955.0009] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> un esperto in [[antropologia]] e [[anatomia comparata]].
 
La ricerca consisteva nel prendere delle microfotografie dei peli e metterle a confronto con peli di animali noti come orsi e oranghi. Il Professore Woods Jones concluse che i peli dello scalpo di Pangboche non provenivano da uno scalpo. Egli sostenne che, al contrario degli animali, che hanno una cresta di peli che si estende dalla testa alla schiena, la reliquia aveva una cresta che si estendeva dalla base della fronte e terminava presso la nuca.
 
I peli variavano dal nero scuro al marrone scuro sotto una luce fioca fino al rosso alla luce del sole. Nel corso dello studio, i peli furono sbiancati, tagliati in sezioni e analizzati al microscopio, ma Woods Jones non riuscì a individuare l'animale a cui apparteneva lo scalpo. Tuttavia, si convinse che i capelli non appartenevano ad un orso o ad una scimmia antropoide. Egli, inoltre, ipotizzò che i peli non fossero della testa dell'animale, ma della spalla.<ref>Ralph Izzard (1955). The Abominable Snowman Adventure. Hodder and Staoughton.</ref>
 
=== Teorie ===
Se quello che viene indicato come Yeti sia discendente di qualche creatura pre-umanoide o, invece, nient'altro che un qualche animale peloso in grado di assumere una postura eretta non è dato sapere, allo stato attuale delle conoscenze. Di certo, è noto che le popolazioni himalaiane considerano lo yeti una creatura della fauna locale che vive sulle più alte cime e si avventura fra la neve alla ricerca di muschio salato o di licheni.
 
L'[[alpinismo|alpinista]] e [[himalaista]] [[Reinhold Messner|Messner]] ha ipotizzato che lo yeti altro non sia che l'[[Ursus arctos pruinosus|orso delle nevi]]<ref name="Messner1999">Messner R., Yeti. Leggenda e verità, Feltrinelli (1999)</ref>. Nella sua disamina spiega che i tibetani chiamano questo orso ''chemo'', ed è descritto come lo yeti: irsuto, puzzolente, dalle impronte umane. L'orso è in mostra allo [[Giardino zoologico|zoo]] di [[Lhasa]]. Il [[Tenzin Gyatso|Dalai Lama]] disse a Messner che ''"yeti e chemo sono la stessa creatura: non capisco cosa s'immaginino gli occidentali pensando allo yeti"''.<ref>Reinhold Messner, ''La mia vita al limite'', Corbaccio, 2006 ISBN 88-7972-739-7</ref>
 
{{Citazione necessaria|Lo Yeti e molti esseri pelosi simili visti in molte zone dell'Asia centrale, e anche il [[Bigfoot]] del nord-America o l'[[Isnashi]] dell'America del Sud, potrebbero essere spiegati come esseri umani affetti da [[ipertricosi]] e cresciuti allo stato [[Uomo selvatico|selvaggio]], almeno per i casi con statura normale. Nelle razze mongolidi i peli si distribuiscono su tutta la superficie della pelle, per cui un individuo affetto da ipertricosi apparirebbe simile ad una scimmia. Esistono dettagliate leggende in Asia centrale sull'esistenza di uomini coperti di pelo, e nel 2005 è effettivamente nato in un villaggio del [[Kazakistan]] un bambino con il corpo completamente coperto di peli. Ma questo fa parte di una rara ma conosciuta malattia chiamata [[ipertricosi]].}}
[[File:Maschera Yeti.jpg|thumb|[[Maschera]] di Yeti in un mercato di [[Kathmandu]]]]
 
=== Lo Yeti nella cultura di massa ===
L'immagine dello yeti ha svolto spesso un ruolo influente nella [[cultura di massa|cultura popolare]], figurando in film, libri, fumetti e videogiochi.
 
Appare ad esempio nei lungometraggi ''The Snow Creature'' ([[1954]]), ''[[Il mostruoso uomo delle nevi]]'' ([[1957]]), ''[[Jūjin yuki Otoko|Half Human: The Story of the Abominable Snowman]]'' ([[1958]]), ''Ostrożnie, Yeti!'' ([[1961]]), ''Shriek of the Mutilated'' ([[1974]]), ''[[Yeti, il gigante del XX secolo]]'' ([[1977]]), ''[[Monsters & Co.]]'' ([[2001]]), [[Lissy - Principessa alla riscossa]] ([[2007]]), ''[[La mummia - La tomba dell'Imperatore Dragone]]'', ''[[Hotel Transylvania]]'' e ''[[Le 5 leggende]]'' ([[2012]]) e ''[[Monsters University]]'' ([[2013]]), oltre che nei film tv ''[[Amy e lo Yeti]]'' del [[1995]] e ''[[Yeti (film)|Yeti]]'' del [[2008]]. Inoltre appare anche in un film d'animazione di ''[[Scooby-Doo]]'' del 2007 intitolato ''[[Stai fresco, Scooby-Doo!]]''.
 
Oltre ad apparire nel ''[[Doctor Who]]''<ref>''The Abominable Snowman'' e ''The Web of Fear''</ref> è presente in varie opere della narrativa, tra cui opere di [[R. L. Stine]]<ref>R. L. Stine, ''Il mostro delle nevi a Pasadena'', Mondadori, 1997, ISBN 88-04-44629-3</ref>. Nelle storie di [[Howard Phillips Lovecraft|Lovecraft]] viene ipotizzato che la leggenda dello Yeti sia dovuta all'avvistamento dei Gug, esseri mostruosi e giganteschi dall'aspetto scimmiesco. Nello [[pseudobiblium]] appartenente alla saga di [[Harry Potter]] ''[[Gli animali fantastici: dove trovarli]]'' si ipotizza una possibile parentela tra gli Yeti e i [[Troll (mitologia)|Troll]] del Nord Europa.
 
Lo Yeti è molto popolare anche nel mondo dei fumetti. In Italia, ad esempio, fu pubblicata per anni la striscia ''Yeti'' ideata dallo sceneggiatore Marco Di Tillo, su disegni di Rodolfo Torti.
 
Nell'[[Universo Marvel]] vari personaggi sono ispirati alla figura dello Yeti. Oltre a personaggi di nome Yeti o Susquatch figurano lo [[Yetrigar]], The Abominable Snowman e The Abominable Snow-King.<ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/yetifirstline.htm Yeti (Inhumans, First Line)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/yetiwend.htm Yeti (Weapon: PRIME)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix2/yetrigargod.htm Yetrigar (Godzilla foe)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix4/sasquatchrace.htm Sasquatch Race (Canadian creatures)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/susqatch.htm Susquatch (Hulk foe)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix4/sasquatchafii.htm Sasquatch (Alpha Flight member - mistaken for Walter Langowsky]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/abominab.htm Abominable Snowman (Tales to Astonish)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/torgnamr.htm Torg (Namor/Avengers foe)]</ref><ref>[http://www.marvunapp.com/Appendix/coldpeopleff.htm Cold Peolple (Fantastic Four foes)]</ref>
 
Nella serie ''[[Martin Mystère]]''<ref>''Creature dell'ignoto'' (n° 31-32) e ''L'uomo delle nevi'' (n° 87-88)</ref> vengono immaginati come discendenti di esploratori spaziali del continente mitico Atlantide i quali, atterrati su Marte in tempi remoti, avrebbero sviluppato le loro caratteristiche tipiche per adattarsi all'ambiente ostile del pianeta dopo che la loro astronave aveva avuto un'avaria, salvo poi ritornare, ormai trasformati nella creatura nota come Yeti, sulla Terra una volta riparata l'astronave.
 
Altri fumetti che presentano lo Yeti sono ''[[Zagor]]''<ref>''Yeti!'' (n° 323)</ref>, ''[[Le avventure di Tintin]]''<ref>''Tintin in Tibet''</ref>, alcune storie di [[Topolino (libretto)|Topolino]]<ref>''Topolino e il segreto dello Yeti'' (n° 1493) e ''Topolino e il mutevole uomo delle nevi'' (n° 1864)</ref> e la storia di [[Paperon de' Paperoni]] ''Zio Paperone e la corona di Gengis Kahn''.
 
Compare assieme al [[Bigfoot|Sasquatch]] e altre creature della cultura popolare nella serie animata fantascientifica [[Roswell Conspiracies]]. Skips, un personaggio della serie animata ''[[Regular Show]]'', è uno yeti.
 
È presente in vari videogiochi tra cui ''[[League of Legends]]''<ref>[http://euw.leagueoflegends.com/champions/20/nunu_the_yeti_rider League of Legends - Nunu the yeti rider]</ref>, ''[[Maple Story]]'', ''[[Mr. Nutz]]'', ''[[The Battle for Wesnoth]]''<ref>[http://www.wesnoth.org/units/1.3.13/af/Yeti.html The Battle for Wesnoth: Unit List]</ref>, ''[[The Legend of Zelda: Twilight Princess]]'', ''[[The Sims 2: World Adventure]]'', ''[[Tomb Raider II]]'', ''[[World of Warcraft]]''<ref>[http://www.wowpedia.org/Yeti Yeti - Wowpedia]</ref>, ''Urban Yeti'', ''[[Zoo Tycoon]]'', ''[[Team Fortress 2]]''<ref>[http://www.teamfortress.com/jungleinferno/ Team Fortress 2 - Jungle Inferno Update]</ref>, ''[[Far Cry 4]] e [[Uncharted 2: Il covo dei ladri]]''. Nel videogioco ''Skifree'' il protagonista deve scappare da un abominevole uomo delle nevi.<ref>{{en}} [http://ski.ihoc.net/ Pagina web del creatore del gioco]</ref> Il protagonista della serie di giochi on-line ''Yetisports'' è uno Yeti, mentre il [[Pokémon]] [[Abomasnow]] è ispirato all'abominevole uomo delle nevi.
 
== Note ==
<references group=""></references>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = [[Reinhold Messner]] |titolo = Yeti. Leggenda e verità |editore = Feltrinelli |città = Milano |anno = 1999 |traduttore = Andrea Michler e Ester Dornetti |isbn = 88-7108-148-X}}
* {{Cita libro |autore = Carlo Graffigna |titolo = Yeti. Storia e mito dell'uomo delle nevi |editore = Feltrinelli |città = Milano |anno = 1962 |sbn = IT\ICCU\SBL\0038817}}
* {{Cita libro |autore = Carlo Graffigna |titolo = Yeti. Un mito intramontabile |editore = CDA & Vivalda |città = Torino |anno = 1999 |isbn = 88-85504-55-8}}
* {{Cita libro |autore = [[Attilio Mordini]] |titolo = Il mistero dello Yeti alla luce della tradizione biblica |editore = Il Falco |città = Milano |anno = 1977 |sbn = IT\ICCU\SBL\0052367}}
* {{Cita libro |autore = Lorenzo Rossi |titolo = Gli ultimi Neandertal - Almas, yeti e uomini selvatici tra mito e realtà |editore = Boopen |città = Pozzuoli |anno = 2009 |isbn = 978-88-6223-023-0}}
 
== Voci correlate ==
* [[Alma (mitologia)]]
* [[Bigfoot]]
* [[Primates]]
* [[Yeren]]
* [[Uomo selvatico]]
 
* [[Archivo:Commons-logo.svg|link=|alt=|20x20px]] [[Wikimedia Commons]] contiene una categoria multimediale sull''''[[c:Category:Institut Ramon Llull|Istituto Raimondo Lullo]]'''.
== Altri progetti ==
* [http://www.llull.cat/espanyol/home/index.cfm Sito dell'Istituto Raimondo Lullo]
{{interprogetto|commons=Category:Yeti|wikt}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.inspiegabile.com/cms/criptozoologia/ominidi/yeti.html|inspiegabile.com - Lo Yeti}}
* [http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100402 Articolo sullo yeti] nel sito del [[CICAP]]
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web|http://www.khandro.net/mysterious_yeti.htm|Articolo sullo Yeti su www.khandro.net|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.cryptomundo.com/bigfoot-report/abominable-snowman/|Storia dell'abominevole uomo delle nevi|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.cryptozoology.com/cryptids/yeti.php|Yeh-Teh: "That Thing There"|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.unmuseum.org/yeti.htm|Yeti: Abominable Snowman of the Himalayas|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.occultopedia.com/y/yeti.htm|Yeti su www.occultopedia.com|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.newanimal.org/yeti.htm|The Cryptid Zoo: Yetis|lingua=en}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|mitologia}}
 
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