Pier Angelo Fiorentino e Anthony Blunt: differenze tra le pagine

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Nel comune di Castelbottaccio (Campobasso) esiste una via intitolata a Pier Angelo Fiorentino e nei documenti del comune risulta che costui era nato lì e come il conterraneo Vincenzo Cuoco studiò e visse a Napoli.
 
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{{F|storici britannici|luglio 2013}}
{{Bio
|Nome = Pier AngeloAnthony
|Cognome = Fiorentino Blunt
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castelbottaccio Bournemouth
|GiornoMeseNascita = 5 marzo26 settembre
|AnnoNascita = 18111907
|LuogoMorte = ParigiLondra
|GiornoMeseMorte = 3126 maggiomarzo
|AnnoMorte = 18641983
|Epoca = 18001900
|Attività = drammaturgostorico dell'arte
|Attività2 = giornalistaagente segreto
|Attività3 = poeta
|Nazionalità = italianoinglese
|AttivitàAltre = , [[scrittore]] e [[traduttore]]
|PostNazionalità = al servizio dell'[[Unione Sovietica]] durante il periodo della [[guerra fredda]]
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = francese
|PostNazionalità = . In [[Italia]] si mise in luce prima per alcune opere, per lo più poesie e drammi, anche rappresentate in [[teatro]], e poi, durante il [[Risorgimento]], per aver aderito e partecipato ai lavori della [[Società nazionale per la confederazione italiana]], ideata e presieduta da [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]], nonché per aver criticato l'[[allocuzione]] ''[[Non semel]]'' di [[Papa Pio IX]]<ref>Cfr. P.A. Fiorentino, ''Commento all'ultima allocuzione di Pio IX detta nel concistoro segreto del 29 aprile 1848'', in C.I. Petitti, ''Sull'attuale condizione del Risorgimento'', Fontana, Torino 1848, [http://books.google.it/books?id=p2w5AAAAcAAJ&pg=PA153 pp. 153-157]</ref>. Per la sua attività letteraria riscosse particolare successo in [[Francia]]. Oltralpe, dove collaborò con i principali giornali, come critico musicale e teatrale, si rese interprete, infatti, della miglior [[traduzione]] in [[lingua francese|francese]] della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri|Dante]]<ref>Cfr. [[Pietro Calà Ulloa|P. Calà Ulloa]], ''Pensées et souvenirs sur la littérature contemporaine du Royaume de Naples'', vol. II, Ginevra 1859, [http://books.google.it/books?id=VHTNAAAAMAAJ&pg=PA122 p. 122]; J. Ferrazzi, ''Manuale dantesco'', vol. I, Bassano 1865, [http://books.google.it/books?id=7xM0AAAAMAAJ&pg=PA513 p. 513]; W.P. Friederich, ''Dante's fame abroad, 1350-1850: the influence of Dante Alighieri on the poets and scholars of Spain, France, England, Germany, Switzerland and the United States'', Roma 1950, [http://books.google.it/books?id=9o7cTQTimNUC&pg=PA166 pp. 165-166]</ref>. Collaboratore di [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]], secondo una diffusa tradizione sarebbe stato il vero autore di alcune opere firmate dallo scrittore francese, fra le quali ''[[Il conte di Montecristo]]''<ref>Tale ipotesi, che originava da alcuni [[scrittori|scritti]] francesi, e in particolare dalle asserzioni di [[Eugène de Mirecourt]], fu ripresa in [[Italia]], in particolare nell'ambito di una nota [[polemica]] tra Alexandre Dumas padre e [[Francesco De Sanctis]], efficacemente delineata da [[Benedetto Croce|B. Croce]], ''Alessandro Dumas a Napoli'', in ''[[Uomini e cose della vecchia Italia]]'', s. II, [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Bari 1927, specie pp. 360-362. Croce, che giudicò l'asserzione di fatto una [[leggenda]], ricordava, peraltro, come l'autore francese, rispondendo sdegnato alle accuse di [[plagio (diritto d'autore)|plagio]] per ''Il conte di Montecristo'', plaudiva il Fiorentino, definendolo: ''«il solo uomo d'ingegno che abbiate, il solo che rappresenti l'intelligenza meridionale a Parigi, un uomo che ha disputato ai nostri primi stilisti, a [[Jules Janin|Janin]], a [[Teophile Gautier|Teofilo Gautier]], a [[Paul de Saint-Victor|Paolo di St. Victor]], la palma della lingua francese»'' (''Ivi'', p. 361). Sulla ''querelle'', ricordata da ultimo dall'articolo di L. Croci, ''La vera storia del Conte di Montecristo'', in «[[Il Giornale]]» del 9 luglio 2010 ([http://www.ilgiornale.it/cultura/la_vera_storia_conte_montecristo/09-07-2010/articolo-id=459604-page=0-comments=1 online]), si veda anche la prefazione di C. Schopp a [[Alexandre Dumas padre|A. Dumas]], ''Il conte di Montecristo'', a cura di G. Panfili, [[Donzelli editore|Donzelli]], Roma 2010, [http://books.google.it/books?id=8XzGXQDBdRsC&pg=PR15 p. XV, n. 8]</ref>
}}
 
== Biografia ==
=== Il primo quarto di secolo ===
Studiò dai [[gesuiti]] e poi s'iscrisse all'[[Università Federico II di Napoli|Università di Napoli]], laureandosi in [[giurisprudenza]].
Nel [[1831]], anno nel quale fu chiamato a [[volgarizzamento|volgarizzare]] alcune [[Lettera (messaggio)|epistole]] di [[Francesco Petrarca]]<ref>Cfr. Le epistole del Petrarca a [http://books.google.it/books?id=RbkOAAAAQAAJ&pg=PA249 ''Francesco Ritucci, all'Italia ed a Luchino Visconti'' (Milano 1831)] Su quest'iniziativa editoriale, ideata da [[Domenico Rossetti]], si veda [[Carlo Dionisotti|C. Dionisotti]], ''Petrarca, Rossetti e Hortis'', in Idem, ''Ricordi della scuola italiana'', Edizioni di storia e letteratura, Roma 1998, specie [http://books.google.it/books?id=DjjaoM_kNBUC&pg=PA171 pp. 170-171]</ref>, opera che realizzò con [[Emidio Cappelli]] e [[Tommaso Gargallo]], fu tra i fondatori a Napoli, assieme a [[Vincenzo Torelli]], della rivista «[[Omnibus (periodico)|Omnibus]]». Sono di questo periodo anche ''Le Cento Novelle'' del [[1833]], il [[poema]] ''Sergianni Caracciolo'' e il [[romanzo storico]] ''Il Corradino''. Si aggiunsero, poco dopo, la raccolta poetica ''Le sere d'autunno'' ([[1834]]), le ''Scene e costumi'' ([[1835]]) e il [[dramma]] storico ''La Fornarina''. Quest'ultimo, uscito nel 1835, fu più volte rappresentato a [[teatro]], sia a Napoli che a [[Torino]], non senza strascichi polemici<ref>Cfr. [[Vincenzo Torelli|V. Torelli]], ''Polemica'', in [[Michele Ponza|M. Ponza]], ''L'Annotatore Piemontese ossia Giornale della lingua e letteratura italiana'', vol. IX, Torino 1839, [http://books.google.it/books?id=8XAEAAAAQAAJ&pg=PA48#v=onepage&q&f=false pp. 48-50], originariamente pubblicato in «[[Omnibus (periodico)|Omnibus]]».</ref>. Dopodiché decise di partire per la Francia in cerca di fortuna.
 
Di ottima famiglia, la sua formazione avvenne nelle prestigiose istituzioni del Marlborough College e dell'[[Università di Cambridge]]. Qui negli [[Anni 1930|anni trenta]] conosce [[Kim Philby]], [[Guy Burgess]], [[John Cairncross]] e [[Donald Duart Maclean]], quelli che diventeranno, insieme con lui, il "[[I Cinque di Cambridge|gruppo dei cinque]]", una cellula di spionaggio a servizio dell'[[URSS]]. Blunt, di [[Marxismo|simpatie marxiste]], fu reclutato intorno al [[1934]].
=== Da Dumas a Dante ===
A [[Parigi]] diede lezioni d'[[lingua italiana|italiano]] e fondò il giornale «Il Bravo», che tuttavia ebbe una breve esistenza. Alla fine degli anni Trenta del [[XIX secolo]], Fiorentino cominciò a spostarsi, senza soluzione di continuità, tra Francia e Italia. Nel [[1839]], quando figurava fra i compilatori della raccolta «Museo scientifico, letterario, artistico», lo si ritrova infatti a Napoli per assistere alla fortunata rappresentazione del suo ''Il medico di Parma''<ref>Cfr. J.C. Polet (a cura di), ''Patrimoine littéraire européen: anthologie en langue française'', vol. II, Bruxelles 2000, [http://books.google.it/books?id=iMiBr43VDOMC&pg=PA379 p. 379, ''ad vocem'']</ref>, un dramma che, ispirato al romanzo ''Le Médecin du Pecq'' di [[Léon Gozlan]], verrà poi edito postumo soltanto nel [[1875]]. Proprio in quegli anni instaurò una proficua collaborazione con [[Alexandre Dumas padre]], che aveva conosciuto nella [[Napoli|città partenopea]] nel 1835. Nello stesso 1839 scrisse, infatti, la [[prefazione]] allo ''Jacques Ortis'' ([http://books.google.it/books?id=eTE6AAAAcAAJ&pg=PP5 online]), ossia la traduzione che il romanziere francese aveva realizzato delle ''[[Ultime lettere di Jacopo Ortis]]'' di [[Ugo Foscolo|Foscolo]]<ref>Sulla storia di questa traduzione cfr. F. Fido, ''Jacopo Ortis, Alexandre Dumas e Pier Angelo Fiorentino'', in «Yearbook of Italian Studies», VIII (1980), pp. 128-136, poi in Idem, ''I desideri e la morte. Studi di letteratura italiana da Dante ai moderni'', Pacini, Pisa 2007, pp. 193-202.</ref>. Successivamente, con Dumas firmò il volume ''Crimes célèbres'' ([http://books.google.it/books?id=a5nCdYpTgCYC&printsec=frontcover online]), in cui comparve un suo racconto, ''Nisida'', ispirato all'[[Nisida|omonima isola]] delle [[Isole flegree]]. Ma vennero attribuiti all'eclettico letterato napoletano anche alcuni romanzi celebri del Dumas, come ''Giovanna di Napoli'', l'''Ascanio'' (tratto da ''Il colosso di Marte'', che Fiorentino aveva pubblicato su «Il Bravo»)<ref>Cfr. [[Adolfo Albertazzi|A. Albertazzi]], ''Il Romanzo'', [[A. Vallardi Editore|Vallardi]], Milano 1903, p. 243. Del resto, nel [[proemio]] alla recensione dell'opera, Fiorentino stesso scrisse: «Dobbiamo poi mostrar in certo modo la nostra gratitudine al sommo scrittore che ha degnato far sua una nostra inezia» (''Proemio'' a [[Alexandre Dumas padre|A. Dumas]], ''Ascanio'', in «Museo scientifico, letterario ed artistico», VI, 1844, [http://books.google.it/books?id=9CgQAAAAYAAJ&pg=PA2 p. 2])</ref> e ''[[Il Corricolo]]'' (uscito in 4 volumi tra il [[1841]] e il [[1843]])<ref>L'attribuzione era venuta dal [[Joseph-Marie Quérard|Quérard]], nelle ''Superchéries littéraires dévoilées''. Secondo Croce, il Fiorentino, «se non può considerarsene propriamente autore, certamente fornì materiali e dové scriverne alcune parti», tanto che di una sua novella «è rifacimento il cap. XXV, ''Villa Gordiani'', che, col titolo ''Livia'', si legge nelle ''Cento Novelle''» (Tip. Ferraro, Napoli 1834), opera dello stesso Fiorentino. Sul tema si veda [[Benedetto Croce|B. Croce]], ''Note sul "Corricolo" di Alessandro Dumas'', in ''Nuove pagine sparse'', s. II, [[Riccardo Ricciardi|Ricciardi]], Napoli 1949, pp. 242-246.</ref>, oltre al ''[[Conte di Montecristo]]'', che apparve nel [[1844]].
 
Dopo la guerra diventò conservatore delle collezioni reali e si afferma come uno dei più eminenti storici dell'arte europei. Dal 1962 fu anche insegnante ad [[Università di Oxford|Oxford]].
Nel frattempo, nel [[1840]] era uscita la sua tradizione della ''[[Divina Commedia]]'' ([http://books.google.it/books?id=qRUo8RwXXgoC&pg=PR62 online]), definita da numerosi intellettuali e scrittori francesi, quali [[Charles Baudelaire|Baudelaire]], [[Victor Hugo|Hugo]] e [[Félicité de Lamennais|Lamennais]], la principale traduzione dell'opera [[Dante Alighieri|dantesca]] mai realizzata in francese<ref>Cfr. «American Literary Gazett», 15 luglio 1864, [http://books.google.it/books?id=mwsDAAAAYAAJ&pg=PA170#v=onepage&q&f=false p. 170]; W.P. Friederich, ''op. cit.'', [http://books.google.it/books?id=9o7cTQTimNUC&pg=PA166 p. 166]; J.C. Polet (a cura di), ''op. cit.'', [http://books.google.it/books?id=iMiBr43VDOMC&pg=PA379 p. 379, ''ad vocem'']. Ma si vedano anche [[Charles Baudelaire|C. Baudelaire]], ''Correspondance'', a cura di C. Pichois, t. II, Parigi 1973, p. 1002; J.M. Hovasse, ''Victor Hugo: pendant l'exil (1851-1864)'', Fayard, Parigi 2008.</ref>, la ristampa della quale, nel [[1861]], verrà arricchita delle incisioni di [[Gustavo Doré]]. Mentre è del [[1842]] la ''Fisiologia dell'avvocato'' ([http://books.google.it/books?id=9CgQAAAAYAAJ&pg=PA110 online]), un grazioso racconto di schizzi umoristici, in cui, mettendo a frutto le esperienze maturate durante gli studi giuridici, tratteggiò vizi e virtù della carriera forense<ref>Cfr. [[Gino Doria|G. Doria]], ''Mondo vecchio e nuovo mondo'', [[Edizioni Scientifiche Italiane]], Napoli 1966, p. 136.</ref>.
 
Fu scoperto nel [[1963]] a seguito delle rivelazioni di un'altra spia, tuttavia il suo coinvolgimento fu reso noto solo nel [[1979]], e fino ad allora Blunt continuò indisturbato la sua attività di storico dell'arte.
=== L'attività risorgimentale ===
Nonostante i frequenti contatti con l'Italia, Fiorentino continuò a risiedere a Parigi. Nel [[1846]] cominciò a scrivere per il giornale «Le Corsaire», dal quale gli derivò una certa notorietà. Ma nel [[1848]] decise di fare [[propaganda]] di stampo [[liberalismo|liberale]], viaggiando tra Napoli, [[Roma]] e [[Torino]]. Nella capitale sabauda aderì al progetto per una [[Confederazione]] tra gli stati, partecipando ai lavori del Congresso nazionale della [[Società nazionale per la confederazione italiana|Società giobertiana]] che si tennero tra il settembre e l'ottobre di quell'anno. Poco prima, peraltro, alla celebre allocuzione di [[Papa Pio IX|Pio IX]] del 29 aprile, con la quale il [[papa|pontefice]] annunciava il ritiro delle proprie truppe contro l'[[Austria]], aveva risposto con un [[inno]] all'[[unificazione d'Italia|unificazione nazionale]]:
{{Q|Italiani! Giù le [[coccarda|coccarde]] e gli [[stemma|stemmi]] privati. Riuniamoci sotto una sola [[bandiera]], la bandiera de' [[tricolore|tre colori]], e se chi la portò sinora valorosamente se la lasciasse cader di mano, la piglieremo uno dopo l'altro, ventiquattro milioni quanti siamo, e finché tutti non ci avranno uccisi, sin all'ultimo, sul [[vessillo]] del nostro riscatto, lo straniero non tornerà in [[Italia]]! Viva l'Italia! Viva il popolo italiano!<ref>P.A. Fiorentino, ''Commento all'ultima allocuzione di Pio IX'', cit., [http://books.google.it/books?id=p2w5AAAAcAAJ&pg=PA157 p. 157]</ref>}}
 
Nei suoi studi si occupò principalmente dell'[[arte rinascimentale|arte]] e dell'[[architettura rinascimentale]] e [[architettura barocca|barocca]], in [[Francia]] ed in [[Italia]], con studi spesso pionieristici. Fu il massimo esperto dell'opera di [[Nicolas Poussin]] di cui possedeva anche una collezione di dipinti.
=== La carriera di critico ===
Sul finire del 1848 è comunque di nuovo oltralpe: collaborò prima alla «[[La Presse|Presse]]», poi, dal [[1849]], al giornale musicale «[[Le Constitutionell]]» come redattore. Nel [[1852]] scrisse, celandosi sotto lo [[pseudonimo]] di '''A. de Rovray''', sul principale giornale francese dell'epoca, il «[[Moniteur]]», al quale affiancherà, dal [[1855]], la stesura di articoli per il già citato «Le Constitutionell». Il duplice incarico, e gli enormi vantaggi economici che ne derivarono, lo resero inviso nella società letteraria francese del tempo, tanto che cercò di risolvere le critiche attraverso un [[duello]]. [[Xavier Aubryet]], del resto, definendolo un «[[Mazarin]] du compte rendu», intese sottolineare proprio l'aspetto venale delle recensioni e quindi dell'attività critico-letteraria di Fiorentino.
 
== Opere principali ==
=== A Napoli per sempre ===
* ''Artistic Theory in Italy 1450-1600'', 1940 (''Le teorie artistiche in Italia : dal Rinascimento al Manierismo'', trad. di Livia Moscone Bargilli, Einaudi, Torino, 1966)
Amico di [[Théophile Gautier]]<ref>Cfr. [[Théophile Gautier|T. Gautier]], ''Correspondance générale 1843-1845'', vol. II, a cura di C. Lacoste-Veysseyre, Droz, Ginevra 1986, [http://books.google.it/books?id=m8xJkr5jpUUC&pg=PA339 p. 339]</ref>, Fiorentino venne decorato della massima [[onorificenza]] francese, la [[Legion d'onore]]. Dopo la morte, che lo colpì nella ''[[Parigi|Ville lumière]]'', le sue spoglie tornarono in Italia, nella città natale, per essere tumulate con la seguente [[epigrafe|iscrizione lapidea]]:
* ''François Mansart and the Origins of French Classical Architecture'', 1941.
* ''Art and Architecture in France, 1500-1700'', 1953
* ''Philibert de l'Orme'', 1958 (''Philibert de l'Orme'', edizione italiana a cura di Manuela Morresi, trad. di M. Morresi, Electa, Milano, 1997)
* ''Nicolas Poussin. A Critical Catalogue'', 1966
* ''Nicolas Poussin'', 1967
* ''Sicilian Baroque'', 1968 (''Barocco siciliano'', Il Polifilo, Milano, 1968)
* ''Picasso's Guernica'', Oxford University Press, 1969.
* ''Neapolitan Baroque and Rococo Architecture'', 1975 (''Architettura barocca e rococò a Napoli'', edizione italiana a cura di Fulvio Lenzo, Electa, Milano 2006).
* ''Baroque and Rococo Architecture and Decoration'', 1978.
* ''Borromini'', 1979 (''Vita e opere di Borromini'', Laterza, Roma-Bari, 1983)
* ''L'occhio e la storia. Scritti di critica d'arte (1936–1938)'', a cura di Antonello Negri, Campanotto, Udine, 1999.
* ''Roman Baroque'', 2000 (''Alla scoperta di Roma barocca,'' Newton & Compton, Roma, 2004)
 
== Onorificenze ==
{{Q|Pier Angelo Fiorentino nato a Napoli il 18 marzo 1809<ref> Tale data di nascita è stata in seguito corretta, in base a fonti parrocchiali, come attesta la voce stesa da G. Monsacrati per il «[[Dizionario Biografico degli Italiani]]» (Cfr. Bibliografia), in '''5 marzo 1811'''.</ref> morto a Parigi il 31 maggio 1864<BR> Esule dalla sua patria per aver voluto essa indipendente<BR> Egli curò di conquistarne un'altra<BR> Col lavoro e col talento<BR> Francia che l'accolse lo ripone fra i migliori scrittori<BR>
{{Onorificenze
Però malgrado i suoi brillanti successi<BR> non dimenticò mai la sua terra natale<BR> e le richiese l'ultimo ricovero<ref>Cfr. [[Francesco De Sanctis|F. De Sanctis]], ''La letteratura italiana nel secolo XIX. Scuola liberale – Scuola democratica. Lezioni raccolte da Francesco Torraca'', a cura di [[Benedetto Croce|B. Croce]], Morano, Napoli 1914 (IV ed.), p. 232, n. 107.</ref>}}
|immagine=UK Royal Victorian Order ribbon.svg
 
|nome_onorificenza=Cavaliere Commendatore dell'Ordine Reale Vittoriano
Buona parte dei suoi articoli furono raggruppati in più pubblicazioni postume: tra il [[1866]] e il [[1867]] uscirono, in due volumi, ''Comédies et Comédiens'' ([http://books.google.it/books?id=oLE-AAAAYAAJ&printsec=frontcover online]), con la prefazione di [[Francisque Sarcey]]; tra il [[1870]] e il [[1872]] uscirono, invece, la prima ([http://books.google.it/books?id=6EQQAAAAYAAJ&printsec=frontcover online]) e la seconda serie ([http://books.google.it/books?id=S45TAAAAcAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false online]) di ''Les Grands Guignols''.
|collegamento_onorificenza=Ordine Reale Vittoriano
 
|motivazione=Per il suo lavoro e per il suo contributo fondamentale all'espansione e alla catalogazione della Galleria della Regina.
==Note==
|luogo=[[1956]], revocato nel [[1979]]
{{references|2}}
}}
 
== Collegamenti esterni ==
==Bibliografia==
* {{Collegamenti esterni}}
* [[Benedetto Croce|B. Croce]], ''Note sul "Corricolo" di Alessandro Dumas'', in ''Nuove pagine sparse'', s. II, [[Riccardo Ricciardi|Ricciardi]], Napoli 1949, pp. 242-246.
*G. Monsagrati, ''Fiorentino, Pier Angelo'' ([http://www.treccani.it/enciclopedia/pier-angelo-fiorentino_%28Dizionario-Biografico%29/ online]) in «[[Dizionario biografico degli italiani]]», vol. XXIV, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]], Roma 1960, ad ''vocem''.
* [http://books.google.it/books?id=BPgsAAAAYAAJ&pg=PA203 F. Regli, ''Dizionario biografico'', Dalmazzo, Torino 1860, pp. 203-205, ''ad vocem'']
* [http://books.google.it/books?id=Dck5AAAAcAAJ&pg=PA667 L.G. Vapereau, ''Dictionnaire universel des contemporains'', vol. I, Parigi 1858, p. 667, ''ad vocem'']
* [http://books.google.it/books?id=9YLivXBXqngC&pg=PA383 E.A. Poinsot, «Dictionnaire des pseudonymes», Slatkine 1971, p. 383, s.v. "Rovray (A. de)"]
 
{{Controllo di autorità}}
==Collegamenti esterni==
{{Portale|arte|biografie|guerra fredda}}
* Voce ([http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/F/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_F_024312.xml online]) sulla [[Enciclopedia Treccani]]
 
[[Categoria:Storia LGBT nel Regno Unito]]
{{portale|Biografie|Letteratura|Teatro}}
[[Categoria:Scrittori italiani del XIX secolo]]
[[Categoria:Scrittori francesi del XIX secolo]]
[[Categoria:Traduttori italiani]]
[[Categoria:Traduttori francesi]]
[[Categoria:Traduttori della Divina Commedia]]
[[Categoria:Scrittori legati a Napoli]]