Romolo e Ferdinand (Indiana): differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati dell'Indiana}}
{{nota disambigua|altri personaggi con lo stesso nome|[[Romolo (disambigua)]]}}
{{Divisione amministrativa
{{Monarca
|nomeNome = RomoloFerdinand
|Nome ufficiale = {{en}} Ferdinand, Indiana
|titolo = [[Re di Roma]]
|Panorama =
|immagine = [[File:Capitoline she-wolf Musei Capitolini MC1181 n2.jpg|300px]]
|Didascalia =
|legenda = Romolo e Remo allattati dalla [[lupa capitolina|lupa]]
|Bandiera =
|regno = [[753 a.C.]]<ref name="Eutropio1.1"/> - [[716 a.C.]]<ref name="Eutropio1.2"/>
|incoronazioneStemma =
|investituraStato = USA
|Grado amministrativo = 3
|nome completo =
|Tipo = ''[[Comuni degli Stati Uniti d'America|town]]''
|altrititoli =
|Divisione amm grado 1 = Indiana
|data di nascita = [[24 marzo]] del [[771 a.C.]]<ref name="Eutropio1.1">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 1.</ref>
|Divisione amm grado 2 = Dubois
|luogo di nascita = [[Alba Longa]]
|Voce divisione amm grado 2 =
|data di morte = [[716 a.C.]]<ref name="Eutropio1.2">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 2.</ref>
|Amministratore locale =
|luogo di morte =
|Partito =
|place of burial =
|placeData of burialelezione =
|luogoData di sepolturaistituzione =
|Altitudine =
|data di sepoltura =
|sepolturaSuperficie = 5.98
|Note superficie =
|predecessore = inizio regno
|eredeAbitanti = 2157
|Note abitanti =
|successore = [[Numa Pompilio]]
|Aggiornamento abitanti = 2010
|consorte = [[Ersilia (mitologia)|Ersilia]]<ref name="Livio1,11">[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 11.</ref>
|Divisioni confinanti =
|consortedi =
|coniugeFuso 1orario = -5
|coniuge 2Targa =
|coniugeNome 3abitanti =
|coniuge 4Patrono =
|coniuge 5Festivo =
|Mappa = Dubois_County_Indiana_Incorporated_and_Unincorporated_areas_Ferdinand_Highlighted.svg
|figli = [[Prima (mitologia)|Prima]] e [[Aollio]]
|casaDidascalia realemappa =
|dinastia = di [[Alba Longa]]
|motto reale =
|padre = [[Marte (divinità)|Marte]]<ref name="Livio1,4">[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 4.</ref><ref name="Eutropio1.1"/>
|madre = [[Rea Silvia]]<ref name="Eutropio1.1"/>
}}
{{Bio
|Nome = Romolo
|Sesso = M
|PreData = latino: ''Romulus''
|LuogoNascita = Alba Longa
|AnnoNascita = 771 a.C.<ref name="Eutropio1.1"/>
|LuogoMorte = Roma
|AnnoMorte = 716 a.C.<ref name="Eutropio1.2"/>
|FineIncipit = gemello di [[Romolo e Remo|Remo]], è stato il [[Fondazione di Roma|fondatore ''eponimo'']] e primo [[Re di Roma|re]] di [[Roma]]<ref name="Eutropio1.1"/>
|Categorie = no
}}
'''Ferdinand''' è una città degli [[Stati Uniti d'America]], situata nello Stato dell'[[Indiana]] e in particolare nella [[Contea di Dubois]].
 
== LeggendaAltri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Ferdinand, Indiana}}
{{Vedi anche|Romolo e Remo}}
 
===Origini familiari ===
{{Vedi anche|Enea|Alba Longa|Rea Silvia|Marte (divinità)}}
Secondo la leggenda Romolo e Remo erano figli di [[Marte (divinità)|Marte]] e di [[Rea Silvia]], sacerdotessa [[vestale]] figlia del re di [[Alba Longa]], [[Numitore]], diretto discendente di [[Enea]]. Romolo era quindi per parte materna di stirpe reale albana. [[Plutarco]] racconta che un certo [[Lucio Taruzio]], matematico, astrologo ed amico di [[Marco Terenzio Varrone]] (l'autore del ''[[De lingua latina]]''), aveva calcolato il giorno esatto in cui i due gemelli furono concepiti ([[24 giugno]] del [[772 a.C.]]) e nacquero ([[24 marzo]] del [[771 a.C.]]).<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 12, 3-5.</ref><ref name="Eutropio1.1"/>
 
Dopo la fuga da [[Troia (Asia Minore)|Troia]], Enea giunge nel Lazio e viene accolto dal re [[Re Latino|Latino]], che gli fa conoscere sua figlia [[Lavinia]]. Enea se ne innamora, ma la fanciulla era già promessa a [[Turno]], re dei [[Rutuli]]. Il padre di Lavinia ascolta le intenzioni di Enea ma temendo una vendetta da parte di Turno si oppone ai suoi desideri. La disputa per la mano della fanciulla diventa una guerra, a cui partecipano le varie popolazioni italiche, compresi [[Etruschi]] e [[Volsci]]; Enea si allea con le popolazioni di origine greca stanziate nella città di Pallante sul [[Palatino]], regno dell'[[Arcadia|arcade]] [[Evandro (mitologia)|Evandro]] e di suo figlio [[Pallante (figlio di Evandro)|Pallante]].<ref>Sia [[Tito Livio|Livio]] (''Ab Urbe condita libri'', I, 7), sia [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] (''I Fasti'', I, 470 e sgg.) narrano di una migrazione dalla città greca di [[Argo (città)|Argo]], guidata da Evandro</ref> La guerra è molto sanguinosa (subito muore Pallante ucciso da Turno), e per evitare ulteriori vittime si decide che la sfida fra Enea e Turno dovrà risolversi in un combattimento tra i due "comandanti" e pretendenti. Enea ha il sopravvento, sposa Lavinia e fonda la città di [[Lavinio]] (l'odierna Pratica di Mare).
 
===Infanzia ed adolescenza===
{|align=right
|[[Immagine:Romolo e remo.jpg|thumb|200px|''Romolo e Remo allattati dalla Lupa '' dipinto di [[Rubens]], ca.1616, Roma, Musei capitolini]]||
[[File:Cr 20-1-Reverse.jpg|thumb|200px|left|La lupa, Romolo e Remo, nella monetazione romana del [[II secolo a.C.]].]]
|}
{{Vedi anche|Lupercale}}
 
Dopo trent'anni, [[Ascanio]] fonda una nuova città, Alba Longa, sulla quale regnano i suoi discendenti. Molto tempo dopo il figlio e legittimo erede del re Proca di Alba Longa, [[Numitore]], viene spodestato dal fratello [[Amulio]], che costringe la figlia [[Rea Silvia]] a diventare [[vestale]] e a fare quindi voto di castità.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 3, 3.</ref> Tuttavia il dio [[Marte (divinità)|Marte]] s'invaghisce della fanciulla e la rende madre di due gemelli, [[Romolo e Remo]].<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 3, 4.</ref> Il re Amulio ordina l'uccisione dei gemelli, ma il servo incaricato di eseguire l'assassinio non ne trova il coraggio e li abbandona alla corrente del fiume [[Tevere]].<ref name="Livio1,4"/> La cesta nella quale i gemelli sono stati adagiati si arena sulla riva, presso la palude del [[Velabro]] tra [[Palatino]] e [[Campidoglio]] in un luogo chiamato ''Cermalus'',<ref>[[Marco Terenzio Varrone|Varrone]], ''De lingua latina'', V, 54.</ref> dove si trovava il [[fico ruminale]].<ref name="Livio1,4"/> Qui i due vengono trovati e allevati da una lupa (probabilmente una prostituta, all'epoca chiamata anche ''lupa'', di cui si ritrova oggi traccia nella parola [[lupanare]]), e da un picchio (animale sacro ad per i [[Latini]]) che li protegge, entrambi animali sacri ad [[Ares]].<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 4, 2-4.</ref> Li trova poi il pastore [[Faustolo]] (porcaro di Amulio) che insieme alla moglie [[Acca Larenzia]] li cresce come suoi figli.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 3, 5-6.</ref> Una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 7-8.</ref>
 
===Fondazione di Roma ===
{{Vedi anche|Fondazione di Roma}}
Romolo e Remo, non volendo abitare ad [[Alba Longa|Alba]] senza potervi regnare almeno fino a quando era in vita il nonno materno, ottengono il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove erao cresciuti. Romolo vuole chiamarla ''[[Roma]]'' ed edificarla sul [[Palatino]], mentre Remo la vuole battezzare ''Remora'' e fondarla sull'[[Aventino]]. È lo stesso Livio che riferisce le due più accreditate versioni dei fatti:
 
[[File:Roma Romolo 753aC png.png|thumb|left|300px|[[Roma]] nell'anno della sua [[fondazione di Roma|fondazione]], nel [[753 a.C.]].]]
 
{{quote|Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo, toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare, attraverso gli auspici, chi avessero scelto per dare il nome alla nuova città e chi vi dovesse regnare dopo la fondazione. Così, per interpretare i segni augurali, Romolo scelse il Palatino e Remo l’Aventino. Il primo presagio, sei avvoltoi, si dice toccò a Remo. Dal momento che a Romolo ne erano apparsi il doppio quando ormai il presagio era stato annunciato, i rispettivi gruppi avevano proclamato re l’uno e l’altro contemporaneamente. Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo, gli altri in base al numero degli uccelli visti. Ne nacque una discussione e dal rabbioso scontro a parole si passò al sangue: Remo, colpito nella mischia, cadde a terra. È più nota la versione secondo la quale Remo, per prendere in giro il fratello, avrebbe scavalcato le mura appena erette'' [più probabilmente il ''[[pomerium]] '', il solco sacro] ''e quindi Romolo, al colmo dell’ira, l’avrebbe ammazzato aggiungendo queste parole di sfida: «Così, d’ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura.» In questo modo Romolo s’impossessò da solo del potere e la città appena fondata prese il nome del suo fondatore.|Livio, cit., I, 7 – Ed. Garzanti 1990, trad. di G. Reverdito}}
 
=== Regno ===
Plutarco narra che una volta seppellito il fratello Remo, morto nello scontro che precedette la [[fondazione di Roma|fondazione della città]], Romolo fece venire dall'[[Etruria]] esperti di leggi e testi sacri che gli spiegassero ogni aspetto del rituale da attuare. Fu scavata una fossa circolare attorno al [[Comizio]] e deposte offerte votive per ottenere il favore degli Dei. Ogni abitante portò una piccola zolla di terreno e la gettò, mischiata alle altre, nella fossa chiamata ''mundus'', che costituiva proprio il centro della città. Fu poi tracciato il solco ''primigenius'' tutto intorno alla città, i cui confini ne rappresentavano il ''[[pomerium]]'', racchiuso all'interno delle mura "sacre".<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 11, 1-4.</ref>
 
====Dal ratto delle Sabine alle guerre di conquista nel ''Latium vetus''====
{{Vedi anche|Roma quadrata|Latium vetus}}
Romolo, divenuto unico [[re di Roma]], decise per prima cosa di [[Roma quadrata|fortificare la nuova città]], offrendo sacrifici agli dèi secondo il [[Albani (popolo)|rito albano]] e dei [[Grecia antica|Greci]] in onore di [[Ercole]], così com'erano stati istituiti da [[Evandro]].<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 7-8.</ref> Con il tempo Roma andò ingrandendosi, tanto da apparire secondo Livio "''così potente da poter rivaleggiare [[esercito romano|militarmente]] con qualunque [[Latium vetus|popolo dei dintorni]]''". Erano le donne che scarseggiavano. Questa grandezza era destinata a durare una sola generazione se i Romani non avessero trovato sufficienti mogli con cui procreare nuovi figli per la città.<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 9.</ref>
{{Quote|''...Romolo su consiglio dei Senatori, inviò ambasciatori alle genti vicine per stipulare trattati di alleanza con questi popoli e favorire l'unione di nuovi matrimoni''. [...] ''All'ambasceria non fu dato ascolto da parte di nessun popolo: da una parte provavano disprezzo, dall'altra temevano per loro stessi e per i loro successori, ché in mezzo a loro potesse crescere un simile potere''.|[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 9.}}
 
[[File:Sabine women.jpg|thumb|300px|Il [[ratto delle Sabine]], olio su tela di [[Jacques-Louis David]], 1795-1798, [[Parigi]], [[Musée du Louvre]].]]
{{Campagnabox Guerre di Romolo}}
La gioventù romana non la prese di buon grado, tanto che la soluzione che andò prospettandosi fu quella di usare la forza. Romolo, infatti, decise però di dissimulare il proprio risentimento e di allestire dei giochi solenni in onore di [[Nettuno (divinità)|Nettuno equestre]] e li chiama [[Consualia]]. Quindi ordinò ai suoi di invitare allo spettacolo i popoli vicini: dai [[Ceninensi]], agli [[Antemnati]], [[Crustumini]] e [[Sabini]], questi ultimi stanziati sul vicino colle [[Quirinale (colle)|Quirinale]]. L'obiettivo era quello di compiere un gigantesco rapimento delle loro donne proprio nel mezzo dello spettacolo. Arrivò moltissima gente, con figli e consorti, anche per il desiderio di vedere la città nuova.
{{Quote|''Quando arrivò il momento stabilito dello spettacolo e tutti erano concentrati sui giochi, come stabilito, scoppiò un tumulto ed i giovani romani si misero a correre per rapire le ragazze. Molte cadevano nelle mani del primo che incontravano. Quelle più belle erano destinate ai senatori più importanti...''.|[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 9.}}
Terminato lo spettacolo i genitori delle fanciulle scapparono, accusando i Romani di aver violato il patto di ospitalità.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 14, 2-6.</ref><ref name="Eutropio1.2"/> Romolo riuscì a placare gli animi delle fanciulle e, con l'andare del tempo, sembra che l'ira delle ragazze andò affievolendosi grazie alle attenzioni ed alla passione con cui i Romani le trattarono nei giorni successivi. Anche Romolo trovò moglie tra queste fanciulle, il cui nome era [[Ersilia (mitologia)|Ersilia]]. Da lei il fondatore della città, ebbe una figlia, di nome [[Prima (mitologia)|Prima]] ed un figlio, di nome [[Aollio]], in seguito chiamato [[Avilio]] (''Avilius'').<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 14, 7-8.</ref>
 
Dei popoli che avevano subito l'affronto furono i soli [[Ceninensi]] ad invadere i territori romani, ma furono battuti dalle [[esercito romano|schiere ordinate]] dei Romani. Il comandante nemico, un certo [[Acrone (mitologia)|Acrone]] fu ucciso in duello dallo stesso Romolo, che ne spogliò il cadavere e offrì le sue ''[[spolia opima]]'' a [[Giove Feretrio]], fondando sul [[Campidoglio]] il [[Tempio di Giove Feretrio|primo tempio romano]]. Eliminato il comandante nemico, Romolo si diresse contro la loro città che cadde al primo assalto,<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 10.</ref><ref name="Eutropio1.2"/> trasferendone, poi, la cittadinanza a [[Roma quadrata|Roma]] e conferendole pari diritti a quelli dei Romani.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 16, 2-6.</ref> Gli stessi [[Fasti trionfali]] celebrano per l'anno [[752 a.C.|752]]/[[751 a.C.]]: {{Quote|Romolo, figlio di [[Marte (divinità)|Marte]], re, trionfò sul popolo dei [[Ceninensi]] (''Caeniensi''), calende di marzo ([[1 marzo]]).|[[Fasti trionfali]], 2 anni ''[[Ab Urbe condita|dalla fondazione di Roma]]'' [http://www.attalus.org/translate/fasti.html].}}
Tale evento era, invece, avvenuto secondo [[Plutarco]], basandosi su quanto raccontato a sua volta da [[Fabio Pittore]], solo tre mesi dopo la [[fondazione di Roma]] (nel luglio del [[753 a.C.]]).<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 14, 1.</ref>
 
Dopo la vittoria sui Ceninensi fu la volta degli [[Antemnati]].<ref name="Eutropio1.2"/><ref name="Plutarco17.1">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 17, 1.</ref> La loro città fu presa d'assalto ed occupata, portando Romolo a celebrare una seconda ''[[ovatio]]''.<ref name="Livio1,11"/> Ancora i [[Fasti trionfali]] ricordano sempre per l'anno [[752 a.C.|752]]/[[751 a.C.]]: {{Quote|Romolo, figlio di [[Marte (divinità)|Marte]], re, trionfò per la seconda volta sugli abitanti di [[Antemnae]] (''Antemnates'').|[[Fasti trionfali]], 2 anni ''[[Ab Urbe condita|dalla fondazione di Roma]]'' [http://www.attalus.org/translate/fasti.html].}}
Rimaneva solo la città dei [[Crustumini]], la cui resistenza durò ancora meno dei loro alleati.<ref name="Eutropio1.2"/> Portate a termine le operazioni militari, il nuovo re di [[Roma]] dispose che venissero inviati nei nuovi territori conquistati alcuni [[colonia romana|coloni]], i quali andarono a popolare soprattutto la città di ''[[Crustumerium]]'', che, rispetto alle altre, possedeva terreni più fertili. Contemporaneamente molte persone dei popoli sottomessi, in particolar modo i genitori ed i parenti delle donne rapite, vennero a stabilirsi a Roma.<ref name="Livio1,11"/><ref name="Plutarco17.1"/>
 
[[File:Ancient Latium.png|thumb|left|300px|Il ''[[Latium vetus]]'' con le città elencate in questo capitolo di [[Caenina]], [[Antemnae]], [[Crustumerium]], [[Medullia]], [[Fidene]] e [[Veio]].]]
L'ultimo attacco portato a Roma fu quello dei [[Sabini]],<ref name="Eutropio1.2"/><ref name="Plutarco16">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 16, 1.</ref> nel corso del quale si racconta della vergine [[vestale]], [[Tarpeia]], figlia del comandante della rocca [[Spurio Tarpeio]], la quale fu corrotta con dell'oro (i bracciali che vedeva rilucere alle braccia dei Sabini<ref name="Plutarco17.2">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 17, 2.</ref>) da [[Tito Tazio]] e fece entrare nella [[Campidoglio|cittadella fortificata]] sul [[Campidoglio]] un drappello di armati con l'inganno.<ref name="Livio1,11"/><ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], VII, 35, 4; VIII, 78, 5.</ref> L'occupazione dei Sabini della rocca, portò i due eserciti a schierarsi ai piedi dei due colli ([[Palatino]] e Campidoglio), dove più tardi sarebbe sorto il [[Foro romano]],<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 4.</ref> mentre i capi di entrambi gli schieramenti incitavano i propri soldati alla lotta: [[Mezio Curzio]] per i [[Sabini]] e [[Ostio Ostilio]] per i Romani. Quest'ultimo cadde [[Battaglia del lago Curzio|nel corso della battaglia]] che poco dopo si scatenò,<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 6.</ref> costringendo le schiere romane a ripiegare presso la vecchia porta del Palatino. Romolo, invocando Giove e promettendo allo stesso in caso di vittoria un [[Tempio di Giove Statore (VIII sec a.C.)|tempio a lui dedicato]] (nel [[foro romano]]), si lanciò nel mezzo della battaglia riuscendo a contrattaccare e ad avere la meglio sulle schiere nemiche.<ref name="Livio1,12">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 12.</ref><ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 18, 7-9.</ref> Fu in questo momento che le donne sabine, che erano state rapite in precedenza dai Romani, si lanciarono sotto una pioggia di proiettili tra le opposte fazioni per dividere i contendenti e placarne la collera.<ref name="Livio1,13">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.</ref><ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 19.</ref>
 
{{Quote|''Da una parte supplicavano i mariti'' (i [[Antica Roma|Romani]]) ''e dall'altra i padri'' (i [[Sabini]]). ''Li pregavano di non commettere un crimine orribile, macchiandosi del sangue di un suocero o di un genero e di evitare di macchiarsi di parricidio verso i figli che avrebbero partorito, figli per gli uni e nipoti per altri.''|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 13.}}
{{Quote|''Là mentre stavano per tornare a combattere nuovamente, furono fermati da uno spettacolo incredibile e difficile da raccontare a parole. Videro infatti le figlie dei Sabini, quelle rapite, gettarsi alcune da una parte, ed altre dall'altra, in mezzo alle armi ed ai morti, urlando e minacciando con richiami di guerra i mariti ed i padri, quasi fossero possedute da un Dio. Alcune avevano tra le braccia i loro piccoli... e si rivolgevano con dolci richiami sia ai Romani sia ai Sabini. I due schieramenti allora si scostarono, cedendo alla commozione, e lasciarono che le donne si ponessero nel mezzo''.|[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 19, 1-3.}}
 
Con questo gesto entrambi gli schieramenti si fermarono e decisero di collaborare, stipulando un trattato di pace, varando l'unione tra i due popoli, associando i due regni (quello di Romolo e [[Tito Tazio]]), lasciando che la città dove ora era trasferito tutto il potere decisionale continuasse a chiamarsi [[Roma]], anche se tutti i Romani furono chiamati [[Quiriti|Curiti]] (in ricordo della patria natia di [[Tito Tazio]], che era ''[[Cures Sabini|Cures]]'') per venire incontro ai Sabini.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 19, 8-9.</ref><ref name="Livio1,13"/> Contemporaneamente il vicino lago nei pressi dell'attuale [[foro romano]], fu chiamato in ricordo di quella battaglia e del comandante sabino scampato alla morte ([[Mezio Curzio]]), ''[[Lacus Curtius]]'',<ref name="Livio1,13"/> mentre il luogo in cui si conclusero gli accordi tra le due popolazioni, fu chiamato ''[[Comitium]]'', che deriva da ''comite'' per esprimere l'azione di incontrarsi.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 19, 10.</ref>
 
Sappiamo, inoltre, che Romolo riuscì a [[battaglia di Fidene|conquistare]] anche [[Medullia]], [[Fidene]],<ref name="Eutropio1.2"/><ref name="Livio1,14"/> [[Roma e le guerre con Veio|battendo la stessa Veio]]<ref name="Eutropio1.2"/> e sottraendole i territori dei ''[[Septem pagi]]'' (ad ovest dell'[[isola Tiberina]]) e delle Saline,<ref name="Carandini99">[[Andrea Carandini]], ''Roma. Il primo giorno'', Roma-Bari 2007, p. 99.</ref> in cambio di una tregua della durata di cento anni.<ref name="Livio1,15">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 15.</ref> Insieme a [[Tito Tazio]] fu invece protagonista della conquista di [[Cameria]].<ref name="Carandini99"/>
 
==== Istituzioni ====
{{Vedi anche|Lex regia|Senato romano|Gentes originarie|tribù (storia romana)|Esercito romano}}
[[Immagine:Jean Auguste Dominique Ingres 019.jpg|thumb|350px|''Romolo, uccisore di Acrone, porta le sue spoglie al tempio di Giove'' dipinto di [[Jean Auguste Dominique Ingres]], 1812]]
Al regno di Romolo si attribuiscono i primi ordinamenti romani. Sembra, infatti, che per prima cosa organizzò l'[[esercito romano|esercito]], sulla base della popolazione adatta alle armi.<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 13, 1.</ref> Successivamente istituì un'assemblea, formata da 100 ''[[Patres]]'', mentre i loro discendenti furono chiamati [[Patrizio (storia romana)|patrizi]], a cui diede il nome nella sua globalità di [[Senato romano|Senato]] (''Senatus'' da ''senex'' per la loro anzianità).<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 13, 2-3.</ref><ref>[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 8.</ref><ref name="Eutropio1.2"/>
 
[[Tito Livio]] racconta che in seguito alla pace stipulata con i [[Sabini]] di [[Tito Tazio]] (con il quale regnò in assoluta armonia, fino a quando quest'ultimo non fu assassinato a [[Lavinio]]<ref name="Livio1,14">[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 14.</ref>), essendo raddoppiata la popolazione, non solo furono eletti altri 100 ''Patres'' tra i Sabini, oltre a raddoppiare l'esercito (ora composto da 6.000 fanti e 600 [[equites|cavalieri]]),<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 20, 1.</ref> ma divise anche l'intero popolo in [[tribù (storia romana)|tre tribù]]: i ''[[Ramnes]]'', i ''[[Tities]]'' ed i ''[[Luceres]]'', a loro volta suddivisi in dieci [[Curia (storia di Roma)|curie ciascuna]], attribuendo ad esse i nomi di trenta donne.<ref name="Livio1,13"/> E sempre a Romolo si attribuisce anche l'introduzione a Roma dei [[littore|dodici littori]] che precedevano e proteggevano il sovrano;<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 8.</ref> in effetti si tratta di un'istituzione già presente nelle città etrusche, dalla quali fu probabilmente ripresa ed introdotta in Roma in epoca storica.
 
Sempre a Romolo, comunque all'epoca in cui avrebbe regnato, si attribuisce l'istituzione del [[diritto di asilo]], a quanti erano stati banditi o fuggivano dalle città vicine; la circostanza si può ricollegare all'esigenza di popolare la città.
 
Gli si attribuisce anche il fenomeno del [[patronato]] dei patrizi nei confronti dei plebei che gli facevano da garanti e protettori in cambio di favori conosciuto anche con il termine [[clientela]].
 
==== Calendario Romuleo ====
La tradizione racconta che istitui il primo [[Calendario romano]] costituito da 10 mesi 6 di 30 giorni e 4 mesi di 31 giorni per un totale di 304 giorni mentre non esistevano ancora i primi due mesi dell'anno istituiti da [[Numa Pompilio]] (ovvero i gennaio febbraio romani), in realtà questo è un argomento dibattutto dagli storici del tempo come [[Tito Livio]] o [[Dionigi d'Alicarnasso]] o [[Plutarco]] in quanto alcuni affermano invece che era un calendario piùttosto disordinato e i mesi variavano da 20 giorni a 35 giorni.
 
==== Morte, sepoltura e deificazione ====
Dopo trentasette anni di regno, secondo la [[tradizione]], Romolo venne assunto in cielo durante una tempesta,<ref name="Eutropio1.2"/> avvolto da una nube, mentre passava in rassegna all'esercito e parlava alle truppe vicino alla ''palude Capra'' (nel [[campo Marzio]]). I Romani per questo motivo, lo proclamarono allora dio (con il nome di [[Quirino (divinità)|Quirino]]),<ref name="Livio1,15"/> figlio di un dio (Marte), re e [[fondazione di Roma|padre di Roma]].<ref name="Livio1,16">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 16.</ref>
 
Sembra anche che, per dare maggiore credibilità all'accaduto, la [[Tito Livio|tradizione]] racconta che riapparve al suo vecchio compagno [[Alba Longa|albano]] [[Proculo Giulio]], il più antico personaggio noto appartenente alla [[gens Giulia]].
{{Quote|Stamattina o [[Quiriti]], verso l'alba, Romolo, padre di questa città, è improvvisamente sceso dal cielo e apparso davanti ai miei occhi. [...] Va e annuncia ai Romani che il volere degli [[Dei]] è che la mia [[Roma quadrata|Roma]] diventi la [[caput mundi|capitale del mondo]]. Che essi diventino pratici nell'[[esercito romano|arte militare]] e tramandino ai loro figli che nessuna potenza sulla Terra può resistere alle armi romane.|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 16.}}
L'evidente somiglianza delle tradizioni, ha indotto alcuni storici a ritenere che questo racconto abbia ispirato quello relativo alla [[risurrezione di Gesù]]<ref>[[Giordano Bruno Guerri]], ''Antistoria degli italiani'', [[Mondadori]], [[Milano]], [[1997]]</ref>. Nella probabile realtà storica, invece, il primo re di Roma sarebbe morto assassinato dai ''[[patres]]'' durante una seduta del consiglio regio al ''[[Volcanal]]''. Il suo corpo sarebbe stato poi simbolicamente smembrato e le sue parti sepolte nelle varie aree componenti il territorio della città.
 
== Dietro la leggenda: la realtà storico-archeologica ==
{{Vedi anche|Populi albenses|gentes originarie}}
La reale esistenza di Romolo è stata lungamente discussa, ma secondo lo storico [[Theodor Mommsen]] sarebbe comprovata dalla presenza tra le [[gentes originarie|''gentes'' originarie]] di Roma (di cui parla [[Tito Livio]]) della ''[[gens Romilia]]'', nota da iscrizioni, che è stata identificata con il clan familiare dei discendenti di Romolo, e che diede anche il proprio nome ad una delle più antiche [[Gentes originarie|Tribù territoriali]]. Se ne ha conferma da una [[glossa]] di [[Sesto Pompeo Festo|Festo]] (la 331 nell'[[epitome]] di [[Paolo Diacono]], edita da [[Wallace Martin Lindsay|Lindsay]]), che riporta appunto l'esistenza di una [[tribù]] Romulia<ref>Paul. Fest. 331 L.: ''Romulia tribus dicta, quod ex eo agro censebantur, quem Romulus ceperat ex Veientibus''.</ref>. Altri autori ritengono sia una creazione artificiale, fantasiosa quella di Romolo, pur riconoscendo nella stessa figura "leggendaria" la sintesi di elementi topografici, politici e religiosi realmente accaduti, a partire dalla tribù dei ''[[gens Romilia|Romili]]'' oltre alla figura di [[Romolo e Remo|Remo]], identificabile con l'antico centro di ''[[Remuria]]'' nei pressi della [[Roma quadrata]] (sull'[[Aventino]]).<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 9, 4; 11, 1.</ref><ref>A.Piganiol, ''Le conquiste dei Romani'', p.77.</ref>
 
Secondo il linguista [[Carlo de Simone]]<ref>Carlo de Simone. "Considerazioni sul nome di Romolo". In Andrea Carandini, Paolo Carafa (a cura di), "Palatium e Sacra via" I. ''Bollettino di Archeologia'', pp. 31-33, 1995 (2000). </ref>, i nomi di Roma e Romolo sarebbero collegati ed entrambi deriverebbero da un termine ricostruito in ''ruma'', al quale la tradizione romana assegnava il significato di "mammella". Il termine sarebbe di origine [[lingua etrusca|etrusca]], perché non ne è stato trovato l'etimo [[indoeuropeo]] (e l'unica lingua non-indoeuropea della zona era appunto l'etrusco). Il termine sarebbe entrato come prestito nel [[lingua latina|latino]] arcaico e avrebbe dato origine al [[toponimo]] ''Ruma'' (più tardi ''Roma'') e ad un prenome ''Rume'' (in latino divenuto ''Romus''), dal quale sarebbe derivato il gentilizio etrusco ''Rumel(e)na''<ref>Gentilizio ''Rumelna'' attestato dall'iscrizione sull'architrave della tomba 35 della Necropoli del Crocifisso del Tufo, a [[Orvieto]]. Iscrizione databile al [[VI secolo AC|VI secolo a. C.]]: ''Mi Velthurus Rumelnas''.</ref>, divenuto in latino ''Romilius''.
 
Secondo altre ipotesi (sempre più smentite dalle campagne archeologiche), i più antichi dei re di Roma sarebbero figure principalmente simboliche (in particolare sembrano complementari i primi due, Romolo e [[Numa Pompilio]], che avrebbero introdotto le massime istituzioni politico-militari e religiose dello stato).
 
La reale esistenza della figura di Romolo visto come effettivo fondatore, primo legislatore e re-sacerdote, è stata rivalutata con grande entusiasmo dall'archeologo [[Andrea Carandini]], sulla base dei risultati dei recentissimi scavi condotti alle pendici del [[Palatino]], che avrebbero portato al rinvenimento dell'area corrispondente alla vera [[Regia (Roma)|Regia]] di Romolo, ove sono stati rinvenuti reperti fittili databili con certezza al secolo VIII a.C., circostanza che darebbe conferma anche dell'esattezza cronologica delle fonti storiografiche latine sull'epoca della fondazione di Roma. Le scoperte archeologiche di Carandini - ben illustrate nelle sue minuziose pubblicazioni, di cui "Sindrome Occidentale" è quella che meglio le riassume, per chi non volesse affrontare tomi decisamente impegnativi ma comunque straordinari come "La nascita di Roma" e "Romolo e Remo" - sono forse le più sensazionali occorse nella Capitale nell'ultimo secolo.
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
===Fonti primarie===
*[[Diodoro Siculo]], ''Bibliotheca historica'', libri IX-XIII. [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Diodorus_Siculus/home.html Testo originale]
*[[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane''.
*[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', IX.
*[[Tito Livio|Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'',I.
*[[Plutarco]], ''Vita di Romolo''.
 
===Fonti secondarie===
*{{cita libro|cognome=V.V.|nome=A.A.|titolo=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Roma in Italia, vol.13|editore=Einaudi|città=Milano|anno=2008|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Brizzi|nome=Giovanni|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1.Dalle origini ad Azio|editore=Pàtron|città=Bologna|anno=1997|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Carandini|nome=Andrea|titolo=Roma il primo giorno|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2007|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Connolly|nome=Peter|titolo=Greece and Rome at War|editore=Greenhill books|città=Londra|anno=1998|id=ISBN 1-85367-303-X|lingua=inglese}}
*{{cita libro|cognome=Fraschetti|nome=Augusto|titolo=Romolo, il fondatore|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2002|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Gabba|nome=Emilio|titolo=Dionigi e la storia di Roma arcaica|editore=Edipuglia|città=Bari|anno=1996|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Matyszak|nome=Philip|titolo=Chronicle of the roman republic: the rulers of ancient Rome from Romulus to Augustus|editore=Thames and Hudson|città=Londra & New York|anno=2003|id=ISBN 0-500-05121-6|lingua=inglese}}
*{{cita libro|cognome=Mommsen|nome=Theodor|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|editore=Sansoni|città=Firenze|anno=1972|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Pallottino|nome=Massimo|wkautore=Massimo Pallottino|titolo=Origini e storia primitiva di Roma|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1993|id=ISBN 88-18-88033-0|lingua=italiano}}
*{{cita libro|cognome=Piganiol|nome=André|titolo=Le conquiste dei Romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|id=ISBN 88-04-32321-3|lingua=italiano}}
*{{cita libro | cognome=Scullard | nome= Howard H. | titolo=Storia del mondo romano | editore=Rizzoli |città=Milano | anno=1992 | id=ISBN 88-17-11903-2| lingua=italiano }}
 
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