Slackware e Maurizio Merli: differenze tra le pagine

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[[File:Il cinico, l'infame, il violento (commissario tanzi).JPG|thumb|upright=1.4|Maurizio Merli in ''[[Il cinico, l'infame, il violento]]'' ([[1977]])]]
{{Sistema operativo
{{Bio
|nome = Slackware
|Nome = Maurizio
|logo = <!-- Wikidata -->
|Cognome = Merli
|screenshot = Slackware GNU Linux 14.1.png
|Sesso = M
|didascalia = Slackware con l'ambiente desktop KDE
|LuogoNascita = Roma
|sviluppatore = [[Patrick Volkerding|Patrick J. Volkerding]] e team Slackware
|GiornoMeseNascita = 8 febbraio
|famiglia = [[Unix-like]] ([[GNU/Linux]])
|AnnoNascita = 1940
|prima_versione_pubblicata = 1.00<ref name="Announcement: Slackware 1.0">{{cita web|url=http://www.slackware.com/announce/1.0.php|titolo=Announcement: Slackware 1.0|accesso=18 dicembre 2010|sito=Slackware.com}}</ref>
|LuogoMorte = Roma
|data_prima_pubblicazione = 16 luglio [[1993]]
|GiornoMeseMorte = 10 marzo
|ultima_versione_pubblicata = 14.2<ref name="Announcement: Slackware 14.2">{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-14.2/ANNOUNCE.14_2|titolo=Announcement: Slackware 14.2|accesso=16 ottobre 2016|sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|AnnoMorte = 1989
|data_ultima_pubblicazione = 30 giugno [[2016]]
|Attività = attore
|tipo_kernel = [[Kernel#Kernel monolitici|Monolitico]] ([[Linux (kernel)|Linux]])
|Nazionalità = italiano
|piattaforme_supportate = [[x86]], [[x86-64]], [[Architettura ARM|ARM]]
|PostNazionalità = , particolarmente noto per aver interpretato numerosi film del genere [[poliziottesco]]
|metodo_di_aggiornamento = Slackware package tools, slackpkg
|tipologia_licenza = libero
|licenza = [[GNU General Public License|GNU GPL]], [[Licenze BSD|BSD]]
|stadio_sviluppo = Stabile
|predecessore = 14.1<ref name="Announcement: Slackware 14.1">{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-14.1/ANNOUNCE.14_1|titolo=Announcement: Slackware 14.1|accesso=11 novembre 2013|sito=mirrors.slackware.com}}</ref> (7 novembre [[2013]])
|successore = ''-current''<ref name='When will the next version of Slackware be released? (Slackware.com)'>{{cita web|url=http://www.slackware.com/faq/do_faq.php?faq=general#5|titolo=When will the next version of Slackware be released?|accesso=11 giugno 2013|sito=Slackware.com}}</ref>
|sito_web = <!-- Wikidata -->
}}
{{citazione
|[Slackware] intende essere [la distribuzione] Linux per chi apprezza il modo tradizionale ''UNIX-like'' di fare le cose, non teme la riga di comando, vuole che i pacchetti forniti siano il più possibile inalterati e ama poter estendere il sistema mediante il codice sorgente, senza bloccare il gestore dei pacchetti.
|Patrick J. Volkerding, fondatore di Slackware<ref
name="Patrick Volkerding, Comment on Slackware (LinuxQuestion.org, 2013)">
{{Cita web
| url=https://www.linuxquestions.org/questions/slackware-14/slackware-14-1-available-for-pre-order-and-subscription-4175471019/page2.html#post4999079
| titolo=Comment on Slackware
| accesso=19 marzo 2014
| autore=Patrick Volkerding
| sito=LinuxQuestions.org
| data=29 luglio 2013}}
</ref>
| [Slackware] is intended to be [the] Linux [distribution] for anyone that appreciates the traditional UNIX-like ways of doing things, isn't afraid of the command line, wants the supplied packages to be as unmodified as possible, and likes to be able to expand the system through source code without tossing a wrench into the package manager.
| lingua=en
}}
 
== Biografia ==
'''Slackware''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/'slækweə(ɹ)/|en}}) è un [[sistema operativo]] [[Software libero|libero]] e [[open source]], basato sul [[kernel]] [[Linux (kernel)|Linux]] e sul software sviluppato dal [[GNU|progetto GNU]]. È stato creato nel 1993 da [[Patrick Volkerding|Patrick J. Volkerding]] sulla base di [[Softlanding Linux System|SLS (Softlanding Linux System)]] di cui inizialmente era una versione migliorata e corretta. È la [[distribuzione Linux]] più longeva tra quelle attivamente sviluppate.
=== Gli esordi ===
Giovane interprete di [[Fotoromanzo|fotoromanzi]] per la rivista ''[[Grand Hotel (periodico)|Grand Hotel]]'', debuttò nel cinema nel 1963, come comparsa ne ''[[Il Gattopardo (film)|Il Gattopardo]]'' di [[Luchino Visconti]]. Dopo altre parti in pellicole minori e nel teatro di rivista con [[Carlo Dapporto]] (''I trionfi'', 1964), iniziò la carriera nelle produzioni televisive in ''I grandi camaleonti'' (per la regia di [[Edmo Fenoglio]], 1964), pur continuando la recitazione teatrale (nel 1968 partecipa all'''Orlando furioso'' di [[Luca Ronconi]]). La grande notorietà tra il pubblico però giunge con la partecipazione come protagonista nello sceneggiato televisivo ''Il giovane Garibaldi'' di [[Franco Rossi (regista)|Franco Rossi]] (1974).
 
=== Il poliziottesco e il successo ===
Slackware punta alla qualità, alla stabilità e alla semplicità e intende essere la distribuzione più ''[[Unix-like]]'', attenendosi agli [[Norma (tecnologia)|standard]], evitando di apportare modifiche non necessarie al [[software]] incluso e non aggiungendo strumenti di [[Configurazione (informatica)|configurazione]] supplementari, oltre a quelli previsti dai rispettivi autori. La configurazione e l'amministrazione del sistema avvengono principalmente attraverso la modifica manuale dei file di configurazione, oppure grazie ad alcuni [[script]] dotati di [[ncurses|interfaccia semi-grafica]] o a [[Interfaccia a riga di comando|riga di comando]].
{{Vedi anche|Commissario Betti}}
Merli divenne negli [[Anni 1970|anni settanta]] uno degli attori più noti del genere [[Film poliziottesco|poliziottesco]], con film come ''[[Roma violenta]]'', ''[[Roma a mano armata]]'', ''[[Napoli violenta]]'', ''[[Il cinico, l'infame, il violento]]'' e ''[[Da Corleone a Brooklyn]]''.
 
Il suo esordio nel genere avvenne nel 1975, quando ottenne la parte del commissario Betti in ''Roma violenta'', diretto da [[Marino Girolami]]. Fu proprio il regista a caldeggiarne la scrittura per sostituire [[Richard Harrison]], voluto invece dal produttore. Il protagonista doveva apparire iconograficamente simile a [[Franco Nero]], che aveva ottenuto un grande successo con ''[[La polizia incrimina, la legge assolve]]'', tanto che Merli si fece crescere appositamente i baffi, che poi diverranno uno dei suoi marchi di fabbrica. Il film fu un grande successo commerciale, tanto da incassare oltre due miliardi di lire, ed essere il venticinquesimo incasso nella stagione cinematografica in Italia.
Slackware fornisce un [[sistema operativo]] completo e aggiornato che include gli [[Desktop environment|ambienti desktop]] [[KDE]] e [[Xfce]], svariati [[window manager]], un'ampia scelta di [[Applicazione (informatica)|applicazioni]], una serie completa di [[Software development kit|strumenti di sviluppo]], tutto il necessario per allestire un [[server web]], [[File Transfer Protocol|FTP]] o di [[mail server|posta elettronica]] e altro ancora. Questa distribuzione si rivolge in particolare a chi desidera avere il controllo totale del proprio sistema.<ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 1. An Introduction to Slackware Linux" (Slackbook.org)'>{{cita web | url=http://www.slackbook.org/html/introduction.html | titolo=Slackware Linux Essentials - 1. An Introduction to Slackware Linux | accesso=22 gennaio 2014 | autore=E. Cantrell | autore2=C. Lumens | autore3=L. Johnson | autore4=A. Hicks | sito=Slackbook.org}}</ref><ref name='The Revised Slackware Book Project (Slackbook.org)'>{{cita web | url=http://www.slackbook.org/beta/ | titolo=The Revised Slackware Book Project | accesso=22 gennaio 2014 | sito=Slackbook.org}}</ref><ref name="General Information (Slackware.com)">{{cita web | url=http://www.slackware.com/info/ | titolo=General Information | accesso=22 gennaio 2014 | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='Eric Hameleers, "A history of Slackware development", 2009 (PDF)'>{{Cita web |url=http://connie.slackware.com/~alien/tdose2009/t-dose-slackware.pdf | titolo=A history of Slackware development | accesso=22 gennaio 2014 | autore=Eric Hameleers | data=2009 | formato=PDF | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='Top Ten Distributions (DistroWatch.com)'>{{cita web| url=http://distrowatch.com/dwres.php?resource=major| titolo=Top Ten Distributions| accesso=16 luglio 2013 | sito=DistroWatch.com}}</ref><ref name='Slackware Linux (DistroWatch.com)'>{{cita web | url=http://distrowatch.com/table.php?distribution=slackware | titolo=Slackware Linux | accesso=22 gennaio 2014 | sito=DistroWatch.com}}</ref>
 
Alto, biondo, atletico e baffuto, Merli interpretava personaggi di duri poliziotti in rivolta contro l'ingiustizia e il lassismo della legge e dei magistrati. Numerose scene acrobatiche e pericolose di alcuni film furono girate direttamente da lui senza avvalersi di controfigure. La sovrapposizione tra attore e personaggio portato sullo schermo fu, nel caso di Merli, tanto profonda da essere considerato il "commissario di ferro" per antonomasia. Molti saranno i suoi successi nella seconda metà degli [[Anni 1970|anni settanta]], spesso guidato con maestria dai registi [[Umberto Lenzi]] e [[Stelvio Massi]].
{{TOClimit|2}}
 
Nella seconda metà degli anni sessanta, inoltre, si rese involontariamente protagonista di un fatto di cronaca: fu infatti accusato di essere l'autore di una serie di truffe perpetrate ai danni di vari uffici postali di [[Roma]], dopo che vari testimoni affermarono di aver riconosciuto in lui il principale responsabile di queste truffe; nel gennaio del 1969, fu riconosciuta la sua piena estraneità ai fatti, dopo aver trascorso, però, un mese di carcere.
== Nome ==
[[File:Slackware Tux.png|thumb|upright=0.5|La mascotte di Slackware: [[Tux (mascotte)|Tux]] con la pipa]]
Il nome ''Slackware'' deriva da ''Slack'' (scritto con l'iniziale maiuscola), termine non ben definito che nel contesto della satirica [[Chiesa del SubGenio]] indicherebbe la facoltà di raggiungere i propri obiettivi senza sforzo, perseguendo una vita libera e confortevole, priva di responsabilità e duro lavoro.<ref name='Carole M. Cusak, "Invented Religions: Imagination, Fiction and Faith"'>{{cita libro | nome=Carole M. | cognome=Cusack | titolo=Invented Religions: Imagination, Fiction and Faith | anno=2010 | editore=Ashgate Publishing | città=Farnham (UK) | ISBN=978-0-7546-6780-3}}</ref><ref name='Solomon Davidoff, "Conspiracy Theories in American History: An Encyclopedia"'>{{cita libro | nome=Solomon | cognome=Davidoff | titolo=Conspiracy Theories in American History: An Encyclopedia | anno=2003 | curatore=Peter Knight | editore=ABC CLIO | ISBN= 978-1-57607-812-9}}</ref><ref name='Stephen Duncombe, "Sabotage, Slack and the Zinester Search for Non-Alienated Labour"'>{{cita libro | nome=Stephen | cognome=Duncombe | titolo=Ordinary Lifestyles | anno=2005 | editore=McGraw-Hill | capitolo=Sabotage, Slack and the Zinester Search for Non-Alienated Labour | curatore=David Bell | curatore2=Joanne Hollows | ISBN=978-0-335-22420-3}}</ref> Nella fattispecie, Slackware consentirebbe di raggiungere lo ''Slack'' attraverso la semplicità d'uso, l'affidabilità, la durevolezza e il rifiuto di strumenti [[mainstream]] non necessari.<ref name='Church of the SubGenius (SlackWiki.com)'>{{cita web | url=http://slackwiki.com/Church_of_the_SubGenius | titolo=Church of the SubGenius | accesso=15 giugno 2013 | sito=SlackWiki.com}}</ref> Nonostante il nome avesse per alcuni una connotazione negativa, dapprima venne mantenuto da Volkerding per evitare che il suo lavoro venisse preso troppo sul serio, e in seguito rimase, a identificare una distribuzione ormai affermata.<ref name="Interview with Patrick Volkerding (Linux Journal, 1994)">{{Cita web |url=http://www.linuxjournal.com/article/2750 |titolo=Interview with Patrick Volkerding | accesso=31 maggio 2013 | autore=Phil Hughes | sito=Linux Journal | data=1º aprile 1994}}</ref> Come puntualizzato dallo stesso Volkerding, non vi è uno stretto legame tra Slackware e la Chiesa del Subgenio, sebbene quest'ultima sembri aver adottato sia il sistema operativo che il suo fondatore.<ref name="Patrick Volkerding, Comment on Slackware (LinuxQuestion.org, 2013)" /> Alcuni riferimenti scherzosi alla Chiesa si notano comunque nella pipa fumata dalla mascotte di Slackware, presa in prestito dal personaggio di J.R. "Bob" Dobbs, e in molte versioni del file <tt>install.end</tt> che indica la fine del processo di installazione.<ref name='install.end: Slackware 1.1.2 (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-1.1.2/a3/install.end | titolo=install.end: Slackware 1.1.2 | accesso=16 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name='install.end: Slackware 14.1 (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-14.1/slackware/a/install.end | titolo=install.end: Slackware 14.1 | accesso=16 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
Si racconta, inoltre, di un altro episodio di cronaca (di cui non si è certi della veridicità) che lo avrebbe visto protagonista: un giorno, al volante della sua auto, fermato da una pattuglia della Stradale per un normale controllo di routine, credendo che gli agenti lo avrebbero subito riconosciuto per la sua notorietà, si sarebbe presentato a loro come "il commissario Betti", rischiando invece di essere denunciato per aver fornito false generalità.
== Storia ==
 
=== GliIl inizideclino ===
Col finire degli anni settanta anche il genere poliziottesco entrò in crisi e per Merli divenne difficile ritagliarsi altri spazi nel mondo del cinema italiano, tanto che il suo tentativo di cimentarsi in un altro genere, con lo [[Western all'italiana|spaghetti-western]] ''[[Mannaja]]'' di [[Sergio Martino]], si rivelò un fallimento.
Già nel 1992 Volkerding era al corrente del progetto, avviato l'anno precedente da [[Linus Torvalds]], che mirava allo sviluppo di un [[sistema operativo]] [[Unix-like]] liberamente distribuibile e modificabile. All'epoca egli utilizzava [[OS/2]] su un personal computer con architettura [[Intel 80386|i386SX]], tuttavia, pur avendo una buona opinione di OS/2, avrebbe preferito un sistema [[Unix]]. Prese quindi in considerazione Coherent, [[Minix]] e [[Xenix|SCO Xenix]], poi spostò l'attenzione sulle prime [[Distribuzione Linux|distribuzioni Linux]] che allora cominciavano a circolare. Esaminò il ''[[Distribuzione Linux#Storia|boot-root]]'' di H. J. Lu e MCC Interim Linux, mentre in mancanza di un lettore per [[CD-ROM]] non poté fare lo stesso con [[Yggdrasil Linux]]. Adottò infine una delle prime versioni di [[Softlanding Linux System|SLS]] (Softlanding Linux System), la distribuzione commerciale creata da Peter MacDonald.<ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)'>{{Cita web |url=http://www.linuxquestions.org/questions/interviews-28/interview-with-patrick-volkerding-of-slackware-949029/ |titolo=Interview with Patrick Volkerding | accesso=18 maggio 2013 | autore=Jeremy Garcia | sito=LinuxQuestions.org | data=6 luglio 2012}}</ref>
 
L'ultima apparizione in un lungometraggio fu nel 1987, nel film ''[[Tango blu]]'', scritto e diretto da [[Alberto Bevilacqua]], anche produttore insieme allo stesso Merli. Negli ultimi anni della sua carriera, ormai emarginato da una critica cinematografica ostile, aveva partecipato solo ad alcune trasmissioni televisive d'intrattenimento, tra cui una partecipazione al programma di [[Pippo Baudo]] ''[[Festival (programma televisivo)|Festival]]'', su [[Canale 5]], insieme al duo comico [[Zuzzurro e Gaspare]] e, nell'agosto 1988, al programma di [[Marco Columbro]] ''[[Tra moglie e marito (programma televisivo)|Tra moglie e marito VIP]]''. Più rilevante lo spettacolo ''[[Crazy Boat]]'' in nove puntate andato in onda su [[Rai 2]] nell'[[estate]] del [[1986]]. Nell'ultimo anno di vita fu ospite frequente del programma televisivo ''[[Il gioco dei 9]]'', condotto da [[Raimondo Vianello]] su Canale 5, e nel programma di [[Rai 1]] ''[[Domani sposi]]'', condotto da [[Giancarlo Magalli]], dove si presentò con tutta la famiglia.
[[File:Sls-linux 1.05.png|thumb|Una schermata di SLS 1.05]]
 
===La morte improvvisa ===
Successivamente, nell'ambito di un corso universitario di [[intelligenza artificiale]] orientato al [[linguaggio di programmazione|linguaggio]] [[LISP]], Volkerding notò che l'[[interprete (informatica)|interprete]] [[Common LISP|CLISP]] incluso in SLS era migliore di quello, basato su [[MS-DOS|DOS]], di cui disponeva il laboratorio. Ne parlò al suo professore, il quale chiese il suo aiuto per [[Installazione (informatica)|installare]] SLS su uno dei computer, un [[AT&T]] [[Intel 80486|i486]]: l'installazione ebbe esito positivo, perciò Volkerding si mise a correggere i ''[[bug]]'' trovati nel sistema. Il professore gli chiese infine se fosse possibile correggere gli errori direttamente sui [[floppy disk]] e automatizzare maggiormente l'installazione, così da rendere Linux disponibile anche per i corsi successivi ed evitare di dover pagare la [[EULA|licenza]] per una versione di LISP ritenuta mediocre.<ref name="Interview with Patrick Volkerding (Linux Journal, 1994)" /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
Il 10 marzo 1989 a [[Roma]], mentre stava giocando a [[tennis]] al circolo ''"Casetta Bianca"'' sulla via Cassia con un amico e sotto gli occhi della figlia, l'attore fu improvvisamente colto da un [[infarto]]<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/03/11/morto-maurizio-merli.html|titolo=È morto Maurizio Merli|editore=repubblica.it|data=11 marzo 1989|accesso=12 dicembre 2014}}</ref>: sia pur prontamente soccorso e trasportato all'[[Ospedale]] ''"Villa San Pietro"'', vi giunse già privo di vita. Morì così, a 49 anni, proprio quando si stava prospettando la possibilità di tornare a recitare nuovamente nel ruolo del commissario di polizia. È sepolto nel Cimitero di [[Poggio Catino]] ([[Rieti]]), paese dove amava trascorrere le vacanze e il tempo libero con la famiglia.
 
== Filmografia ==
Volkerding accettò la sfida e cominciò a studiare il sistema: SLS veniva fornita in forma [[Compilazione|compilata]] e i [[Codice sorgente|sorgenti]] erano inclusi solo per una piccola parte della distribuzione. Vi erano inoltre poche indicazioni su come il [[software]] fosse stato compilato, dato che mancavano [[script]] per automatizzare il processo, cosa allora piuttosto comune. Nei mesi successivi Volkerding corresse tutti i ''bug'' di cui era a conoscenza e che trovò man mano, inoltre aggiornò il [[kernel]] e sistemò il programma d'installazione, modificando parte degli script originali di SLS. Procurò al suo professore versioni migliorate di SLS fino a quando, con la versione 0.99pl9 di [[Linux (kernel)|Linux]], circa la metà dei pacchetti era più aggiornata di quelli distribuiti da Peter MacDonald, mentre l'altra metà aveva subìto in gran parte interventi di riconfigurazione.<ref name="Interview with Patrick Volkerding (Linux Journal, 1994)" /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
[[File:Mannaja-Maurizio Merli.jpg|upright=1.4|thumb|Maurizio Merli in ''[[Mannaja]]'' ([[1977]])]]
=== Cinema ===
* ''[[Il Gattopardo (film)|Il Gattopardo]]'', non accreditato, regia di [[Luchino Visconti]] (1963)
* ''[[Due rrringos nel Texas]]'', non accreditato, regia di [[Marino Girolami]] (1967)
* ''[[Fenomenal e il tesoro di Tutankamen]]'', regia di [[Ruggero Deodato]] (1968)
* ''[[Eros e Thanatos]]'', regia di Marino Girolami (1969)
* ''[[Decameron proibitissimo (Boccaccio mio statte zitto)]]'', regia di Marino Girolami (1972)
* ''[[Le mille e una notte all'italiana]]'', regia di [[Carlo Infascelli]] e [[Antonio Racioppi]] (1972)
* ''[[Catene (film 1974)|Catene]]'', regia di [[Silvio Amadio]] (1974)
* ''[[Zanna Bianca alla riscossa]]'', regia di [[Tonino Ricci]] (1974)
* ''[[Roma violenta]]'', regia di Marino Girolami (1975)
* ''[[Roma a mano armata]]'', regia di [[Umberto Lenzi]] (1976)
* ''[[Napoli violenta]]'', regia di Umberto Lenzi (1976)
* ''[[Paura in città]]'', regia di [[Giuseppe Rosati]] (1976)
* ''[[Italia a mano armata]]'', regia di Marino Girolami (1976)
* ''[[Il cinico, l'infame, il violento]]'', regia di Umberto Lenzi (1977)
* ''[[Mannaja]]'', regia di [[Sergio Martino]] (1977)
* ''[[Poliziotto sprint]]'', regia di [[Stelvio Massi]] (1977)
* ''[[I gabbiani volano basso]]'', regia di [[Giorgio Cristallini]] (1978)
* ''[[Poliziotto senza paura]]'', regia di Stelvio Massi (1978)
* ''[[Sono stato un agente C.I.A.]]'', regia di [[Romolo Guerrieri]] (1978)
* ''[[Un poliziotto scomodo]]'', regia di Stelvio Massi (1978)
* ''[[Il commissario di ferro]]'', regia di Stelvio Massi (1978)
* ''[[Da Corleone a Brooklyn]]'', regia di Umberto Lenzi (1979)
* ''[[Sbirro, la tua legge è lenta... la mia... no!]]'', regia di Stelvio Massi (1979)
* ''[[Poliziotto solitudine e rabbia]]'', regia di Stelvio Massi (1980)
* ''[[Avvoltoi sulla città]]'', regia di [[Gianni Siragusa]] (1981)
* ''[[Priest of Love]]'', regia di [[Christopher Miles]] (1981)
* ''[[Notturno (film 1983)|Notturno]]'', regia di [[Giorgio Bontempi]] (1983)
* ''[[Tango blu]]'', regia di [[Alberto Bevilacqua]] (1987)
 
=== Da SLS a SlackwareTelevisione ===
* ''[[I grandi camaleonti]]'' - miniserie TV, 3 episodi (1964)
Nell'aprile del 1993 Brett Person, che si occupava di [[Collaudo del software|collaudare]] il sistema, suggerì a Volkerding di condividere il proprio lavoro su [[Internet]]. La differenza tra SLS e Slackware era ormai sensibile, perciò Volkerding pensò che Peter MacDonald avrebbe voluto esaminare il lavoro svolto, per risolvere così i problemi da cui era afflitta la sua distribuzione: dopo un buon inizio SLS era infatti nota per i molti [[bug|errori]] e per la [[Manutenzione (software)|manutenzione]] carente, il che rendeva molti utenti insoddisfatti.<ref name='Ian Murdock, "The Debian Distribution" (Linux Journal, 1994)'>{{Cita web | url=http://www.linuxjournal.com/article/2748 | titolo=The Debian Distribution | accesso=18 maggio 2013 | autore=Ian Murdock | sito=Linux Journal | data=1º marzo 1994}}</ref> Contrariamente alle aspettative, MacDonald rivendicò i diritti sugli script di installazione di Slackware, in quanto derivati da SLS. Volkerding ebbe comunque il permesso di mantenere sul [[server]] [[File Transfer Protocol|FTP]] il lavoro fatto fino a quel momento, tuttavia decise che non avrebbe apportato altre modifiche al sistema finché non avesse riscritto completamente gli script. La sua intenzione ormai era quella di rendere Slackware la distribuzione di riferimento, così cominciò a integrare aggiornamenti e nuovo software non appena questi venivano resi disponibili.<ref name="Interview with Patrick Volkerding (Linux Journal, 1994)" />
* ''[[All'ultimo minuto]]'' - serie TV, 1 episodio (1972)
* ''[[Il giovane Garibaldi]]'' - miniserie TV, 2 episodi (1974)
* ''[[Il consigliere imperiale]]'' - miniserie TV, 2 episodi (1974)
* ''[[Canossa (miniserie televisiva)|Canossa]]'' - miniserie TV, 2 episodi (1974)
* ''[[Philadelphia Story]]'' - film TV (1974)
* ''[[Crazy Boat]]'' - serie TV (1986)
* ''[[Atelier (sceneggiato televisivo)|Atelier]]'' - miniserie TV, 1 episodio (1986)
* ''[[La famiglia Brandacci]]'' - film TV, non accreditato (1987)
* ''[[Casa Caruzzelli]]'' - serie TV (1989)
 
== Doppiaggio ==
Dopo aver coinvolto nella fase di test altri utenti del [[newsgroup]] comp.os.linux, il 16 luglio venne annunciata la versione 1.0 di Slackware, la cui installazione prevedeva ventiquattro floppy disk da 3½".<ref name="Announcement: Slackware 1.0" /> Il riscontro fu notevole e il [[server]] [[Unix]] dell'università, che ospitava il [[repository|deposito]] [[File Transfer Protocol|FTP]], si rivelò insufficiente. Volkerding cercò per alcuni giorni di farlo funzionare, senza grande successo, e nemmeno Linux avrebbe potuto servire allo scopo a causa di problemi di stabilità legati al [[Protocollo di comunicazione|protocollo]] [[TCP/IP]]. Dopo una richiesta di aiuto il progetto venne quindi ospitato su ftp.cdrom.com, il server di Walnut Creek CDROM, azienda statunitense che in quegli anni distribuiva [[software libero]], [[shareware]] e [[freeware]] su supporto [[CD-ROM|CD]]: la stessa azienda che nel 1995 sarebbe diventata il distributore ufficiale del progetto Slackware.<ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' /><ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)'>{{cita web | url=http://www.theage.com.au/articles/2002/10/04/1033538761935.html | titolo=The Linux distribution that's always in the black | accesso=15 marzo 2014 | autore=Sam Varghese | sito=The Age | data=4 ottobre 2002}}</ref>
Nonostante fosse italiano, Merli fu doppiato da:
*[[Pino Locchi]] in ''Roma violenta'', ''Roma a mano armata'', ''Napoli violenta'', ''Paura in città'', ''Italia a mano armata'', ''Il cinico, l'infame, il violento'', ''Mannaja''
*[[Carlo Valli]] in ''Zanna Bianca alla riscossa''
A partire dal film ''Poliziotto sprint'' iniziò a doppiarsi da solo.
 
==Note==
===La collaborazione con Walnut Creek===
<references/>
Nel 1994 Volkerding fu contattato da Michael Johnston della Morse Telecommunications, la quale propose di distribuire Slackware commercialmente. Volkerding, che desiderava trovare un modo per finanziare il proprio progetto, accettò l'offerta e a partire da quel momento Slackware ha rappresentato per lui un lavoro a tempo pieno. Si era allora alla versione 2.1, la cui installazione prevedeva ben settantasei floppy disk, segno della crescita rapida della distribuzione.<ref name='Slackware 2.1 - Readme'>{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-2.1/README.210|titolo=Slackware 2.1 - Readme|accesso=15 marzo 2014|sito=mirrors.slackware.com}}</ref> A causa dell'esigua percentuale ricevuta dalla Morse, pari a un dollaro per ogni CD venduto, la collaborazione si interruppe tuttavia dopo soli sei mesi, dopodiché ebbe inizio quella più duratura con Walnut Creek. Nel 1995 Slackware compì la transizione allo standard [[Executable and linkable format|ELF]] e per la prima volta rese possibile l'installazione da CD-ROM (l'intera distribuzione era contenuta in due dischi).<ref name='Official Slackware Linux Release 3.0 CDROM'>{{cita web|url=http://slackware.cs.utah.edu/pub/slackware/slackware-3.0/00_CDROM.TXT|titolo=Official Slackware Linux Release 3.0 CDROM|accesso=15 marzo 2014|sito=slackware.cs.utah.edu}}</ref> La successiva versione 3.1 includeva il kernel 2.0 e fu ribattezzata "Slackware 96", alludendo scherzosamente al [[Windows 95]] apparso l'anno precedente.<ref name='ChangeLog: Slackware 3.1 (Slackware.com)'>{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-3.1/ChangeLog.txt|titolo=ChangeLog: Slackware 3.1|accesso=15 marzo 2014|sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name='Readme: Slackware 3.1'>{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-3.1/README31.TXT|titolo=Readme: Slackware 3.1|accesso=15 marzo 2014|sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
Attorno al 1996 si situa, secondo una testimonianza di Patrick Volkerding risalente al 2002,<ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' /> il picco delle vendite di Slackware: da lì in poi crebbe infatti il numero di aziende interessate a distribuire Linux e la concorrenza si fece più agguerrita. In quel periodo comparvero i primi [[Venture capital|speculatori]] che cercavano di capire se Slackware avrebbe potuto essere un buon investimento, tuttavia Volkerding fu prudente e non accettò nessuna delle offerte che vennero avanzate. Egli temeva infatti che, se avesse accettato, gli investitori avrebbero poi fatto pressioni per snaturare la filosofia progettuale della distribuzione, nell'intento di renderla appetibile a un pubblico più vasto e a scapito del leale seguito che Slackware si era fino ad allora conquistato. Un altro timore di Volkerding era quello di essere scaricato senza troppi complimenti da speculatori interessati solo al marchio e al potenziale bacino di utenti.<ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
 
[[File:Pvolkerding.jpg|thumb|Patrick Volkerding nel 2000 a New York, in occasione dell'esposizione LinuxWorld]]
 
Nel 1999 la versione di Slackware passò curiosamente dal numero 4 al numero 7: un'operazione motivata da Volkerding come una risposta alla decisione di alcune distribuzioni di "truccare", per ragioni di [[marketing]], il proprio numero di versione. Il "salto" di Slackware intendeva inoltre mettere fine alle domande degli sprovveduti che identificavano l'attualità di una distribuzione col numero della sua versione più recente, confondendo inoltre quest'ultimo con la versione del kernel.<ref name='Why the jump from 4 to 7? (Slackware.com)'>{{cita web | url=http://www.slackware.com/faq/do_faq.php?faq=general#0 | titolo=Why the jump from 4 to 7? | accesso=15 marzo 2014 | sito=Slackware.com}}</ref>
 
Durante la collaborazione con Walnut Creek, presso cui Volkerding lavorava nell'omonima [[Walnut Creek (California)|cittadina californiana]], vennero assunti per occuparsi a tempo pieno del progetto anche Chris Lumens, David Cantrell e Logan Johnson. Mentre Lumens e Cantrell avevano già contribuito alla creazione del sito web della distribuzione, i tre sono anche gli autori originari della guida ufficiale ''Slackware Linux Essentials'', pubblicata nel 2000 e aggiornata alla seconda edizione, curata da Alan Hicks, nel 2005.<ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' /><ref name='The Revised Slackware Book Project (Slackbook.org)' /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
 
=== La bolla ''dot-com'' e la nascita di Slackware Linux, Inc. ===
La collaborazione con Walnut Creek si interruppe a causa dello scoppio, tra il 2000 e il 2001, della [[Bolla delle dot-com|bolla speculativa]] legata allo sviluppo di [[Internet]]. La crisi fu caratterizzata da un calo drastico del flusso di investimenti nel settore. In quei frangenti e col senno del poi, la prudenza mantenuta da Volkerding alcuni anni prima e la sua lealtà verso gli utenti si dimostrarono determinanti: Slackware restò infatti a galla, mentre molte aziende che erano state trascinate dalla speculazione andarono in bancarotta. Quando Walnut Creek, dopo la fusione con BSDi, fu venduta a Wind River, un'azienda interessata a BSD ma non a Linux né al software pubblicato secondo la [[GNU General Public License|GNU GPL]], Slackware si ritrovò senza un distributore e il suo team senza uno stipendio.
 
Le circostanze non impedirono a Volkerding di continuare il lavoro di sviluppo, pur se in condizioni precarie, e di fondare assieme a Robert Bruce (già fondatore di Walnut Creek) la piccola azienda Slackware Linux, Inc., il cui scopo è tuttora quello di finanziare il progetto attraverso la vendita, sul sito web, dei dischi di installazione e di altri prodotti legati alla distribuzione. Questo nuovo stato di cose creò le condizioni che permisero la pubblicazione, il 1. luglio 2001, di Slackware 8.0, una versione caratterizzata fra l'altro dall'introduzione del [[browser|browser web]] [[Mozilla]]. Sebbene la speranza di Volkerding fosse quella di avere risorse sufficienti per poter ancora finanziare l'intero team, Chris Lumens, David Cantrell e Logan Johnson lasciarono il progetto per continuare la loro formazione, e in seguito avrebbero preso altre vie professionali. Ciò comportò fra l'altro l'abbandono del progetto Slackware SPARC, a cui Cantrell stava lavorando.<ref name="About this site (Slackware.com)">{{Cita web |url=http://www.slackware.com/about/ | titolo=About this site | accesso=19 maggio 2013 | sito=Slackware.com}}</ref><ref name="Announcement: Slackware 8.0">{{cita web| url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-8.0/ANNOUNCE.TXT | titolo=Announcement: Slackware 8.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' /><ref name='Michael Hall, "Slackware Commercial Distribution Left in Doubt as Developers Are Laid Off", Linux Today'>{{cita web| url=http://www.linuxtoday.com/infrastructure/2001041701420NWSL | titolo=Slackware Commercial Distribution Left in Doubt as Developers Are Laid Off | accesso=16 marzo 2014 | autore=Michael Hall | sito=Linux Today | data=17 aprile 2001}}</ref><ref name='Interview with Slackware Linux developer David Cantrell (Linux Today, incompleta)'>{{cita web| url=http://www.linuxtoday.com/infrastructure/2000122300206NWCYSL | titolo=Interview with Slackware Linux developer David Cantrell (incompleta) | accesso=16 marzo 2014 | sito=Linux Today | data=16 aprile 2001}}</ref>
 
=== Gli anni più recenti ===
Nel 2001 Mike Kershaw, del Marist College di Poughkeepsie, cominciò a lavorare a un port di Slackware per l'architettura [[mainframe]] [[IBM]] ESA/390 utilizzando le risorse tecniche dell'istituto. Al progetto, divenuto poi ufficiale e denominato Slack/390, si unì nello stesso anno anche Mark Post, il quale più avanti, a causa degli impegni professionali di Kershaw, fu l'unico a occuparsene. Il progetto non andò oltre la versione stabile 10.0, mentre una versione a 64 bit del port rimase nella fase di collaudo.<ref name='The Slack/390 Linux Project - About Slack/390 (Slack390.org)'>{{Cita web |url=http://www.slack390.org/about.html |titolo=The Slack/390 Linux Project - About Slack/390 |accesso=15 marzo 2014 | sito=Slack390.org}}</ref> Nel 2002 Stuart Winter iniziò un porting per l'[[architettura ARM]], progetto poi denominato ARMedslack e destinato principalmente ai [[computer desktop]]. La prima versione stabile, la 11.0, venne pubblicata nel 2007, mentre nel 2009 Volkerding promosse ARMedslack a progetto ufficiale. Da quel momento il port venne progressivamente ribattezzato Slackware ARM e il software fu completamente ricompilato, utilizzando la nuova interfaccia EABI dell'architettura ARM.<ref name='The Slackware ARM Linux Project - Introduction (ARM.Slackware.com)'>{{Cita web | url=http://arm.slackware.com/introduction/ | titolo=The Slackware ARM Linux Project - Introduction | accesso=15 marzo 2014 | sito=ARM.Slackware.com}}</ref>
 
Il 2004 vide il passaggio dall'implementazione del server grafico [[X Window System]] da parte del progetto [[XFree86]] al suo [[Fork (sviluppo software)|fork]] curato dalla fondazione [[X.Org]]: nella decisione ebbe un ruolo determinante l'opinione degli utenti di Slackware. Nel 2005 l'ambiente desktop GNOME fu invece escluso dalla distribuzione, essenzialmente per ragioni pratiche, mentre nel 2007, oltre alla versione 2.6 del kernel, fu introdotto il supporto per [[Hardware abstraction layer|HAL]].<ref name="ChangeLog: Slackware 10.0">{{Cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-10.0/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 10.0 | accesso=15 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name='ChangeLog: Slackware 10.2'>{{Cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-10.2/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 10.2 | accesso=15 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name="Release Notes: Slackware 12.0">{{Cita web |url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.0/RELEASE_NOTES | titolo=Release Notes: Slackware 12.0 | accesso=15 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
[[File:SlackwareFamilyTree1210.svg|thumb|Albero genealogico delle distribuzioni derivate da Slackware GNU/Linux dal 1994 fino al 2012]]
 
Il 25 agosto 2009 venne pubblicata la versione 13.0, la prima a supportare l'architettura [[AMD64|x86 a 64 bit]]. Questo risultato fu possibile grazie al fondamentale contributo di Eric Hameleers. Tra le altre cose, Hameleers rinnovò completamente gli script (denominati SlackBuilds) utilizzati per generare i pacchetti di Slackware contenenti il software compilato: il suo lavoro introduceva un miglioramento tale che i nuovi script furono adottati immediatamente anche per la versione a 32 bit.<ref name="Release Notes: Slackware 13.0">{{cita web| url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-13.0/RELEASE_NOTES| titolo=Release Notes: Slackware 13.0 | accesso=15 marzo 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
La versione stabile più recente è la 14.2, rilasciata il 30 giugno 2016 con un kernel aggiornato alla versione 4.4.14. Slackware 14.2 ha visto in particolare il passaggio da [[Udev]] a eudev e da ConsoleKit a ConsoleKit2, così come l'introduzione di [[PulseAudio]] e dell'interfaccia VDPAU.<ref name="Announcement: Slackware 14.2" />
 
In conclusione, Slackware è stata la prima distribuzione di [[software libero]] basata su [[GNU/Linux]] a raggiungere una vasta diffusione, grazie anche al malcontento degli utenti di SLS. Molte distribuzioni nate in seguito si sono ispirate a essa, prima fra tutte [[SUSE]], nata nel 1994 come traduzione di Slackware in lingua tedesca. Nel corso degli anni sono nati altri progetti derivati, tra cui [[SLAX]], [[Zenwalk]], e [[VectorLinux]].<ref name="Interview with Patrick Volkerding (Linux Journal, 1994)" /><ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' /><ref name='Joe Klemmer, "A Short History of Linux Distributions"'>{{Cita web |url=http://lwn.net/Articles/91371/ | titolo=A Short History of Linux Distributions | accesso=18 maggio 2013 | autore=Joe Klemmer | data=30 giugno 2004}}</ref><ref name='Andreas Lundqvist et al., "GNU/Linux Distribution Timeline"'>{{cita web | url=http://futurist.se/gldt/ | titolo=GNU/Linux Distribution Timeline | accesso=16 novembre 2013 | autore=Andreas Lundqvist et al.}}</ref>
 
=== Evoluzione del ''core team'' ===
Slackware non possiede, diversamente da altre distribuzioni, un team ufficiale di sviluppo. Tuttavia, la collaborazione di Patrick Volkerding con alcune persone in grado di fornire importanti contributi al progetto è stata, nel corso degli anni, un dato di fatto. Come spiegato dallo stesso Volkerding, molte collaborazioni sono nate grazie alla qualità e alla costanza dei contributi forniti, per esempio nella correzione degli errori o nell'ambito di progetti non ufficiali, a cui ha fatto seguito l'invito a far parte del team di sviluppo.<ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
 
Chris Lumens, David Cantrell e Logan Johnson rappresentano la prima generazione del team di Slackware e sono gli unici ad aver lavorato a tempo pieno per il progetto, durante il periodo con Walnut Creek. Per quanto riguarda gli anni successivi, oltre ai nomi già menzionati nei paragrafi precedenti, troviamo Piter Punk, Erik Jan Tromp, Amritpal Bath, Robby Workman (già fondatore, assieme ad Alan Hicks, del progetto SlackBuilds.org) e Heinz Wiesinger. Per quanto riguarda le versioni più recenti di Slackware, Eric Hameleers, in un documento del 2009 sulla storia della distribuzione, menziona anche Fred Emmott, Vincent Batts, Karl Magnus Kolstø, Leopold Midha e John Jenkins (altri hanno invece preferito l'anonimato).<ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' /><ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' /><ref name="Announcement: Slackware 4.0">{{Cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-4.0/ANNOUNCE.TXT | titolo=Announcement: Slackware 4.0 | accesso=19 maggio 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name="Announcement: Slackware 8.1">{{Cita web |url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-8.1/ANNOUNCE.8_1 |titolo=Announcement: Slackware 8.1 | accesso=19 maggio 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name="Release Notes: Slackware 12.0" /><ref name='Eric Hameleers, "A history of Slackware development", 2009 (PDF)' />
 
== Caratteristiche ==
Slackware viene sviluppata secondo criteri di semplicità ed eleganza, astenendosi dall'intervenire senza motivo sui [[codice sorgente|sorgenti]] inclusi nella distribuzione e non aggiungendo strumenti di [[Configurazione (informatica)|configurazione]] supplementari oltre a quelli previsti dai rispettivi autori. Fanno eccezione alcuni strumenti essenziali, basati in parte sulla [[Libreria (software)|libreria]] [[ncurses]], scritti per facilitare la configurazione di base del sistema e la gestione dei pacchetti.<ref name="The Revised Slackware Book Project - Introduction to Slackware (Slackbook.org)">{{cita web | url=http://www.slackbook.org/beta/#ch_intro | titolo=The Revised Slackware Book Project - Introduction to Slackware | accesso=11 giugno 2013 | sito=Slackbook.org}}</ref> Se da una parte molti condividono la scelta di non includere determinati programmi e di adottare strumenti semplificati in nome della qualità e della stabilità del sistema, altri sentono la mancanza di strumenti di configurazione con [[interfaccia grafica]] e di un sistema di gestione dei pacchetti più "amichevole" degli essenziali ma versatili ''package tools'', i quali per esempio affidano all'utente la responsabilità di risolvere le [[dipendenza (informatica)|dipendenze]].<ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1 - The Newest Version of the Oldest Surviving Linux Distribution" (O`Reilly News, 2008)'>{{cita web | url=http://news.oreilly.com/2008/06/slackware-121-the-newest-versi.html | titolo=Slackware 12.1 - The Newest Version of the Oldest Surviving Linux Distribution | accesso=26 novembre 2013 | autore=Caitlyn Martin | sito=O`Reilly News | data=8 giugno 2008}}</ref><ref name='Caitlyn Martin, "Slackware Linux 13.0 - the oldest Linux distro gets a major overhaul" (DistroWatch.com, 2009)'>{{cita web| url=http://distrowatch.com/weekly.php?issue=20091005 | titolo=Slackware Linux 13.0 - the oldest Linux distro gets a major overhaul | accesso=26 novembre 2013 | autore=Caitlyn Martin | sito=DistroWatch.com | data=5 ottobre 2009}}</ref><ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1, First Impressions"'>{{cita web | url=http://ever-increasing-entropy.blogspot.ch/2008/05/slackware-121-first-impressions.html | titolo=Slackware 12.1, First Impressions | accesso=26 novembre 2013 | autore=Caitlyn Martin | data=27 maggio 2008}}</ref><ref name='Dominic Humphries, "Linux is Not Windows" (linux.oneandoneis2.org)'>{{cita web | url=http://linux.oneandoneis2.org/LNW.htm | titolo=Linux is Not Windows | accesso=16 marzo 2014 | autore=Dominic Humphries | sito=linux.oneandoneis2.org}}</ref>
 
===KISS===
Molte delle controversie in merito alle scelte progettuali di Slackware nascono infatti da interpretazioni differenti del concetto di semplicità. Mentre alcuni ritengono che, per essere semplice, un sistema operativo debba fare ampio uso di interfacce grafiche intuitive e di strumenti automatizzati, gli estimatori di Slackware si rifanno al cosiddetto principio [[KISS (informatica)|KISS]] il quale, in modo analogo al [[rasoio di Occam|rasoio di Ockham]], invita ad astenersi dall'aumentare la complessità del sistema con aggiunte non strettamente necessarie. Un sistema intuitivo e ricco di automatismi può infatti semplificare l'interazione a chi è abituato a utilizzare il mouse, tuttavia può costituire un ostacolo per chi preferisce (o deve) avere sul sistema un maggiore controllo, attraverso la [[interfaccia a riga di comando|riga di comando]] e la modifica diretta dei file di configurazione.<ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1 - The Newest Version of the Oldest Surviving Linux Distribution" (O`Reilly News, 2008)' /><ref name="The Revised Slackware Book Project - Introduction to Slackware (Slackbook.org)" />
 
D'altra parte, l'osservanza del principio KISS permette di ottenere un sistema forse meno intuitivo, almeno a prima vista, e tuttavia più semplice perché meno complesso, semplificando così l'interazione a un livello più approfondito, ossia attraverso la riga di comando, e favorendo inoltre la stabilità del sistema stesso. La semplicità apprezzata dagli utenti di Slackware è di quest'ultimo tipo e infatti sono proprio le scelte rigorose di Patrick Volkerding a mantenere attorno a questa distribuzione una solida e attiva comunità di utenti,<ref name="Slackware Linux Forum (LinuxQuestions.org)">{{cita web | url=https://www.linuxquestions.org/questions/slackware-14/ | titolo=Slackware Linux Forum | accesso=30 maggio 2013 | sito=LinuxQuestions.org}}</ref><ref name="The Revised Slackware Book Project - Why Use Slackware? (Slackbook.org)">{{cita web | url=http://www.slackbook.org/beta/#intro_why-slackware | titolo=The Revised Slackware Book Project - Why Use Slackware? | accesso=30 maggio 2013 | sito=Slackbook.org}}</ref> mentre sono numerose le [[distribuzione Linux|distribuzioni]] che si impegnano a rendere Linux intuitivo e accessibile anche per gli utenti inesperti.<ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1 - The Newest Version of the Oldest Surviving Linux Distribution" (O`Reilly News, 2008)' /><ref name='Top Ten Distributions (DistroWatch.com)' /><ref name="The Revised Slackware Book Project - Introduction to Slackware (Slackbook.org)" /><ref name='Dominic Humphries, "Linux is Not Windows" (linux.oneandoneis2.org)' />
 
=== Architetture supportate ===
Slackware viene pubblicata ufficialmente per le seguenti architetture:
 
* [[x86]]
* [[AMD64|x86-64]] (dalla versione 13.0)<ref name='Index of /slackware (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/ | titolo=Index of /slackware | accesso=17 gennaio 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
* [[Architettura ARM|ARM]] (dalla versione 11.0)<ref name='The Slackware ARM Linux Project "ARM.Slackware.com)'>{{Cita web | url=http://arm.slackware.com | titolo=The Slackware ARM Linux Project | accesso=17 gennaio 2014 | sito=ARM.Slackware.com}}</ref>
 
Esiste inoltre un [[Portabilità|porting]] non ufficiale per l'[[architettura ARM]], creato da Eric Hameleers e dedicato ai dispositivi ARM di nuova generazione come i [[netbook]].<ref name='Eric Hameleers, "Alien's ARM"'>{{cita web | url=http://alien.slackbook.org/blog/armport/ | titolo=Alien's ARM | accesso=15 marzo 2014 | autore=Eric Hameleers | sito=alien.slackbook.org}}</ref><ref name='The Slackware ARM Linux Project "ARM.Slackware.com)' /> Sia il progetto ufficiale per l'architettura [[SPARC]], chiamato Slackware Linux for SPARC, sia quello per l'architettura [[mainframe]] [[IBM]] ESA/390, denominato Slack/390, sono da tempo inattivi.<ref name="Slackware Linux for SPARC (Slackware.com)">{{cita web | url=http://www.slackware.com/ports/sparc/ | titolo=Slackware Linux for SPARC | accesso=25 novembre 2013 | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='The Slack/390 Linux Project (Slack390.org)'>{{Cita web |url=http://www.slack390.org/getslack390.html |titolo=The Slack/390 Linux Project |accesso=25 novembre 2013 | sito=Slack390.org}}</ref> Il progetto di terze parti Splack non ha avuto maggior fortuna, mentre il porting non ufficiale su piattaforma [[PowerPC]], denominato Slackintosh Linux Project, è fermo alla versione 12.1.<ref name='Splack Linux - Slackware for Sparc (Splack.org)'>{{cita web | url=http://www.splack.org/ | titolo=Splack Linux - Slackware for Sparc | accesso=25 novembre 2013 | sito=Splack.org}}</ref><ref name='Slackintosh Linux Project (Workaround.ch)'>{{cita web | url=http://www.workaround.ch/ | titolo=Slackintosh Linux Project | accesso=25 novembre 2013 | sito=Workaround.ch}}</ref>
 
=== Boot Loader ===
Per poter mantenere le operazioni di [[Configurazione (informatica)|configurazione]] e di amministrazione del sistema il più possibile agevoli e trasparenti, attraverso file di configurazione leggibili e modificabili senza la necessità di strumenti specifici, Slackware ha adottato [[LILO]] (''LInux LOader'') quale [[boot loader]] predefinito. È comunque disponibile anche [[GRUB]] (''GRand Unified Boot loader'') che dalla versione 14.1 si trova nel ramo principale della distribuzione.<ref name='Index of /slackware/slackware-14.1/slackware/a (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-14.1/slackware/a/ | titolo=Index of /slackware/slackware-14.1/slackware/a | accesso=16 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
=== Init system ===
Slackware utilizza, per la sua semplicità, un [[Init|init system]] di tipo [[BSD]]. A partire dalla versione 7.0 è stata comunque introdotta la compatibilità con [[System V]], così da permettere una maggiore interoperabilità con alcuni software di terze parti che installano [[script]] per quest'ultimo tipo di init system. Se da un lato un init system di tipo [[BSD]] assegna un unico script a ciascun [[runlevel]], [[System V]] gestisce invece, per ogni runlevel, un'intera [[directory]] contenente gli script (o i link simbolici a essi) che devono essere eseguiti. Nel caso di Slackware, quando l'esecuzione dell'init system è terminata viene lanciato lo script <tt>rc.sysvinit</tt>, il quale a sua volta determina l'esecuzione degli script basati su [[System V]] che dovessero trovarsi nel sistema.<ref name='Configuration Help (Slackware.com)'>{{cita web | url=http://www.slackware.com/config/init.php | titolo=Configuration Help | accesso=16 novembre 2013 | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='Peter Kaagman, "Slackware`s init"'>{{cita web | url=http://www.bilbos-stekkie.com/slack_init/en/index.html | titolo=Slackware`s init | accesso=16 novembre 2013 | autore=Peter Kaagman | sito=Bilbo's stekkie}}</ref><ref name='rc.sysvinit (Hakan.Slackware.se)'>{{cita web | url=http://hakan.slackware.se/doc/rc.sysvinit.html | titolo='rc.sysvinit | accesso=20 gennaio 2013 | sito=Hakan.Slackware.se}}</ref><ref name="ChangeLog: Slackware 7.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-7.0/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 7.0 | accesso=20 gennaio 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
=== Interfacce utente ===
 
[[File:Slackware 14.0 Xfce.png|thumb|Slackware 14.0 con l'ambiente desktop Xfce]]
 
L'[[interfaccia utente]] predefinita in Slackware è la [[Shell (informatica)|shell testuale]] [[bash]], sviluppata nell'ambito del progetto [[GNU]]. È comunque possibile configurare facilmente il sistema per l'avvio automatico del [[X Window System|server grafico X]], modificando il file <tt>inittab</tt> in modo tale da abilitare il [[runlevel]] 4. Il [[Protocolli e architettura di X Window System#X display manager|display manager]] predefinito è [[KDE Display Manager|KDM]] ma è disponibile anche il tradizionale [[XDM (software)|XDM]].
 
L'[[Desktop environment|ambiente desktop]] [[KDE]] è considerato la principale [[interfaccia grafica]] di Slackware, dato che viene avviato con il server X senza la necessità di ulteriori modifiche ai file di configurazione. È inoltre disponibile [[Xfce]], più leggero e particolarmente indicato per l'utilizzo su computer poco performanti, così come i [[window manager]] [[fluxbox]], [[blackbox]], [[Window Maker]], [[FVWM|fvwm2]] e [[Tom's Window Manager|twm]]. L'impostazione del window manager preferito può essere fatta attraverso KDM, intervenendo manualmente sui file di configurazione, oppure grazie allo [[script]] <tt>xwmconfig</tt>.<ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 6.5 xdm" (Slackbook.org)'>{{cita web | url=http://www.slackbook.org/html/x-window-system-xdm.html | titolo=Slackware Linux Essentials - 6.5 xdm | accesso=22 gennaio 2014 | autore=E. Cantrell | autore2=C. Lumens | autore3=L. Johnson | autore4=A. Hicks | sito=Slackbook.org}}</ref><ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 6.4 xwmconfig" (Slackbook.org)'>{{cita web | url=http://www.slackbook.org/html/x-window-system-xwmconfig.html | titolo=Slackware Linux Essentials - 6.4 xwmconfig | accesso=22 gennaio 2014 | autore=E. Cantrell | autore2=C. Lumens | autore3=L. Johnson | autore4=A. Hicks | sito=Slackbook.org}}</ref>
 
L'ambiente desktop [[GNOME]] è stato escluso dalla distribuzione a partire dalla versione 10.2, essenzialmente per motivi pratici.<ref name="ChangeLog: Slackware 12.1">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.1/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 12.1 | accesso=20 gennaio 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref> In seguito a questa decisione sono nati alcuni progetti gestiti da terze parti, il cui scopo è continuare a rendere disponibile questo ambiente agli utenti di Slackware. In particolare, due progetti attivamente sviluppati sono Dropline GNOME e MATE SlackBuilds (quest'ultimo basato su un [[MATE|fork]] della versione 2 di GNOME).<ref name='Dropline GNOME (DroplineGNOME.org)'>{{cita web | url=http://www.droplinegnome.org/ | titolo=Dropline GNOME | accesso=21 gennaio 2014 | sito=DroplineGNOME.org}}</ref><ref name='MATE SlackBuilds (MateSlackBuilds.org)'>{{cita web | url=http://mateslackbuilds.github.io/ | titolo=MATE SlackBuilds | accesso=21 gennaio 2014 | sito=MateSlackBuilds.org}}</ref>
 
=== Gestione dei pacchetti ===
Slackware fornisce un sistema di gestione dei [[Pacchetto (software)|pacchetti]] dalle caratteristiche uniche il quale, pur consentendo l'installazione, l'aggiornamento e la rimozione dei pacchetti con la medesima facilità delle altre distribuzioni, non prevede un controllo automatico delle [[Dipendenza (informatica)|dipendenze]]. Ciò da un lato favorisce una gestione semplice e molto flessibile del sistema, dall'altro implica che l'utente debba sapere esattamente quello che fa. Si tratta di una scelta in linea con la filosofia progettuale adottata da Patrick Volkerding: astenersi cioè dall'aumentare senza motivo la complessità del sistema, favorendo in questo modo la stabilità, la flessibilità e la pulizia dell'insieme.<ref name='Jack Wallen, "10 reasons why you should give Slackware Linux a chance"'>{{cita web| url=http://www.techrepublic.com/blog/10-things/10-reasons-why-you-should-give-slackware-linux-a-chance/2481/| titolo=10 reasons why you should give Slackware Linux a chance | accesso=16 novembre 2013 | autore=Jack Wallen | sito=TechRepublic | data=11 maggio 2011}}</ref><ref name='Daniël de Kok, Zach Loeber, "Slackware Package Management"'>{{cita web| url=http://ikle.ru/linux/slackware/slack-pkg.html| titolo=Slackware Package Management | accesso=16 novembre 2013 | autore=Daniël de Kok | autore2=Zach Loeber}}</ref>
 
I pacchetti di Slackware contengono il [[software]] [[Compilazione|compilato]] e compresso in un [[File archivio|archivio]], in cui ciascun file si trova nella sua posizione finale all'interno della struttura del [[filesystem]]. I pacchetti ufficiali vengono compressi utilizzando l'[[compressione dei dati|algoritmo]] [[Algoritmo Lempel-Ziv-Markov|LZMA]] e portano quindi l'estensione sintetica [[.txz]]. Fino al 2009 Patrick Volkerding ha invece utilizzato l'algoritmo [[Deflate]] incluso nel programma [[gzip]].<ref name='ChangeLog: Slackware 13.0'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-13.0/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 13.0 | accesso=18 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref> Un pacchetto può a volte contenere, oltre ai file da installare, anche uno script denominato <tt>doinst.sh</tt> che permette di eseguire automaticamente eventuali operazioni di post-installazione, utili per il corretto funzionamento del software installato.<ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 18. Slackware package management" (Slackbook.org)' /><ref name="Writing A SlackBuild Script (Slackwiki.com)">{{cita web | url=http://www.slackwiki.com/Writing_A_SlackBuild_Script | titolo=Writing A SlackBuild Script | accesso=25 novembre 2013 | autore=Florian Mueller | autore2=Robby Workman | sito=Slackwiki.com}}</ref>
 
==== Strumenti a riga di comando ====
Slackware offre diversi strumenti per la gestione dei pacchetti. Il comando <tt>installpkg</tt> permette di installare sul sistema uno o più pacchetti compatibili con Slackware, i quali possono avere come estensione [[.txz]], [[.tgz]], [[bzip2|.tbz]] o [[Algoritmo Lempel-Ziv-Markov|.tlz]]. Con <tt>removepkg</tt> è invece possibile rimuovere dal sistema pacchetti precedentemente installati, mentre <tt>upgradepkg</tt> ne permette l'aggiornamento. Con <tt>explodepkg</tt> i contenuti del pacchetto vengono estratti ma non installati, mentre <tt>makepkg</tt> consente di generare, a partire dalla directory corrente, pacchetti compatibili con la distribuzione. Va segnalata anche l'esistenza di <tt>slacktrack</tt>, un programma con cui si possono creare pacchetti partendo direttamente dal codice sorgente. Tutti questi strumenti sono ben documentati nelle rispettive pagine [[Man (Unix)|man]] oltre che nella guida ufficiale.<ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 18. Slackware package management" (Slackbook.org)'>{{cita web | url=http://slackbook.org/html/package-management.html | titolo=Slackware Linux Essentials - 18. Slackware package management | accesso=16 marzo 2014 | autore=E. Cantrell | autore2=C. Lumens | autore3=L. Johnson | autore4=A. Hicks | sito=Slackbook.org}}</ref><ref name='The Revised Slackware Book Project (Slackbook.org)' /><ref name='Stuart Winter, "Slackware Linux stuff" (Slackware.com)'>{{cita web| url=http://www.slackware.com/~mozes/| titolo=Slackware Linux stuff | accesso=15 novembre 2013 | nome=Stuart | cognome=Winter | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='Stuart Winter, "Overview of the Slackware package system incorporating the use of slacktrack"'>{{cita web| url=ftp://ftp.slackware.com/pub/slackware/slackware-current/source/d/slacktrack/OVERVIEW | titolo=Overview of the Slackware package system incorporating the use of slacktrack| accesso=15 novembre 2013 | autore=Stuart Winter | sito=Slackware.com}}</ref>
 
==== Slackpkg e pkgtool ====
 
[[File:Slackware slackpkg.png|thumb|Slackpkg, uno degli strumenti di gestione dei pacchetti]]
<!--[[File:Slackware pkgtool view.png|thumb|Pkgtool con la funzione "View"]]-->
 
A partire dalla versione 12.2, <tt>slackpkg</tt> è stato aggiunto al ramo principale della distribuzione:<ref name="Changes and hints: Slackware 12.2">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.2/CHANGES_AND_HINTS.TXT | titolo=Changes and hints: Slackware 12.2 | accesso=16 novembre 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref> si tratta di uno strumento che semplifica l'installazione, l'aggiornamento e la rimozione del software. Dotato anche di un'interfaccia semi-grafica, <tt>slackpkg</tt> permette l'installazione e l'aggiornamento via rete, agevolando così, grazie alla sincronizzazione con il [[repository]] ufficiale, l'amministrazione del sistema.<ref name='The Revised Slackware Book Project (Slackbook.org)' /><ref name="Slackpkg, Automated Tool for Management of Slackware Linux Packages (Slackpkg.org)">{{cita web | url=http://www.slackpkg.org/ | titolo=Slackpkg, Automated Tool for Management of Slackware Linux Packages | accesso=25 novembre 2013 | sito=Slackpkg.org}}</ref> In perfetto "stile Slackware" <tt>slackpkg</tt> non gestisce le dipendenze. Anche <tt>pkgtool</tt>, lo strumento di configurazione di Slackware, riunisce in sé alcune delle funzionalità del sistema di gestione dei pacchetti: in particolare consente di visualizzare i dettagli riguardanti i pacchetti installati, di rimuoverli o di installarne di nuovi.<ref name='E. Cantrell, C. Lumens, L. Johnson, A. Hicks, "Slackware Linux Essentials - 18. Slackware package management" (Slackbook.org)' />
 
==== Controllo delle dipendenze e flessibilità ====
 
Come già accennato nei paragrafi precedenti, la filosofia progettuale di Slackware affida all'amministratore del sistema la responsabilità di verificare che tutte le dipendenze siano soddisfatte. Ciò garantisce un'elevata flessibilità,<ref name='Daniël de Kok, Zach Loeber, "Slackware Package Management"' /><ref name='Jack Wallen, "10 reasons why you should give Slackware Linux a chance"' /> tuttavia questa caratteristica ha dato vita in passato a discussioni fra gli estimatori di questa soluzione e coloro i quali, più vicini a distribuzioni come [[Debian]] o [[Red Hat]], ritengono indispensabile per l'utente medio non solo il controllo delle dipendenze da parte del sistema, ma pure un ampio [[repository]] di software già [[Compilazione|compilato]], a cui attingere con facilità mediante un sistema automatizzato. Per questi ultimi, Slackware sarebbe inoltre poco adatta all'ambito aziendale, poiché includerebbe nella distribuzione una quantità troppo limitata di software e non permetterebbe un'efficiente amministrazione del sistema in contesti caratterizzati da un elevato numero di computer.<ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1, First Impressions"' /><ref name='Caitlyn Martin, "Slackware 12.1 - The Newest Version of the Oldest Surviving Linux Distribution" (O`Reilly News, 2008)' /><ref name='Caitlyn Martin, "Slackware Linux 13.0 - the oldest Linux distro gets a major overhaul" (DistroWatch.com, 2009)' />
 
D'altra parte, Slackware permette di compilare e di installare, ''de facto'', qualsiasi programma esistente che sia compatibile con l'installazione di base, proprio grazie alla neutralità garantita dall'assenza di un complesso sistema di controllo delle dipendenze legato a un repository centralizzato.<ref name='Jack Wallen, "10 reasons why you should give Slackware Linux a chance"' /><ref name='Daniël de Kok, Zach Loeber, "Slackware Package Management"' /> L'apertura e l'estendibilità di <tt>slackpkg</tt> rendono inoltre possibile la creazione di repository dedicati, locali o remoti, contenenti il software che si ritiene necessario per le proprie esigenze e che non è incluso nella distribuzione di base. Questi archivi possono essere gestiti in modo trasparente mediante <tt>slackpkg</tt>, alla pari del repository ufficiale, definendo con precisione le priorità dei pacchetti che dovessero trovarsi contemporaneamente in più di un repository. Ciò è possibile grazie a un'estensione per <tt>slackpkg</tt> denominata <tt>slackpkg+</tt>, creata da Matteo Rossini con il contributo e il sostegno di altri sviluppatori, tra cui Eric Hameleers.<ref name="Slackpkg+, a slackpkg plugin for third-party repositories (SlakFinder.org)">{{cita web | url=http://www.slakfinder.org/slackpkg+.html | titolo=Slackpkg+, a slackpkg plugin for third-party repositories | accesso=16 novembre 2013 | sito=SlakFinder.org}}</ref><ref name='Eric Hameleers, "Introducing slackpkg+, an extension to slackpkg for 3rd party repositories" (alien.slackbook.org)'>{{cita web| url=http://alien.slackbook.org/blog/introducing-slackpkg-an-extension-to-slackpkg-for-3rd-party-repositories/| titolo=Introducing slackpkg+, an extension to slackpkg for 3rd party repositories| accesso=15 novembre 2013 | autore=Eric Hameleers | sito=alien.slackbook.org}}</ref><ref name="Slackpkg vs. third-party package repository (LinuxQuestions.org)">{{cita web | url=https://www.linuxquestions.org/questions/slackware-14/slackpkg-vs-third-party-package-repository-4175427364/| titolo=Slackpkg vs. third-party package repository | accesso=15 novembre 2013 | sito=LinuxQuestions.org}}</ref><ref name='Dominic Humphries, "Linux is Not Windows" (linux.oneandoneis2.org)' />
 
== Sviluppo ==
[[Patrick Volkerding]] si occupa personalmente dello sviluppo di Slackware e coordina il lavoro degli altri membri del team, il quale è organizzato in maniera snella e informale. Spetta a Volkerding, in quanto fondatore, l'ultima parola su cosa includere nella distribuzione e sulla direzione che questa deve prendere, perciò egli stesso si definisce un [[BDFL]] (Benevolo Dittatore a Vita).<ref name="About this site (Slackware.com)" /> Grazie alla costante ed elevata qualità del suo lavoro, egli gode di stima e autorevolezza presso gli utenti di questo sistema.<ref name='Sam Varghese, "The Linux distribution that`s always in the black" (The Age, 2002)' />
 
In modo analogo ad altre distribuzioni Linux, lo sviluppo di Slackware avviene in un apposito ramo, denominato ''-current'' (attuale), che viene aggiornato frequentemente ed è pubblicamente disponibile.<ref name='Index of /slackware/slackware64-current (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-current/ | titolo=Index of /slackware/slackware64-current | accesso=16 gennaio 2014 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref> Periodicamente viene inoltre pubblicata una versione stabile che in genere riceve solo gli aggiornamenti di sicurezza (''[[Patch (informatica)|patch]]'') per i software che compongono la distribuzione. Per una data versione stabile, il supporto di sicurezza continua anche dopo la pubblicazione delle versioni successive e prosegue per alcuni anni, dopodiché la responsabilità della manutenzione del sistema passa completamente all'utente.<ref name="ChangeLog: Slackware 10.2" />
 
La decisione di pubblicare una nuova versione spetta a Patrick Volkerding ed è insindacabile. Il criterio seguito è puramente qualitativo: «La nuova versione verrà pubblicata quando sarà pronta». Questo criterio intende evitare al team di imporsi scadenze che potrebbero non trovare adeguata corrispondenza nella realtà e permette di mantenere alto il livello di qualità e stabilità del sistema.<ref name='When will the next version of Slackware be released? (Slackware.com)' />
 
Siccome il progetto è gestito da un numero relativamente ristretto di persone, non esiste un sistema specifico per il tracciamento dei ''[[bug]]'' e le eventuali segnalazioni avvengono in maniera informale. Informazioni dettagliate riguardanti i cambiamenti vengono registrate nei vari [[ChangeLog]], pubblicati sul sito ufficiale,<ref name='Slackware ChangeLog (Slackware.com)'>{{cita web | http://www.slackware.com/changelog/ | titolo=Slackware ChangeLog | accesso=23 maggio 2013 | sito=Slackware.com}}</ref> e nel file <tt>ChangeLog.txt</tt> incluso nella distribuzione.<ref name='Index of /slackware/slackware64-current (mirrors.slackware.com)' /> Le segnalazioni relative agli aggiornamenti di sicurezza vengono diffuse grazie a una apposita [[mailing list]].<ref name='Mailing List Info (Slackware.com)'>{{cita web | url=http://www.slackware.com/lists/ | titolo=Mailing List Info | accesso=16 novembre 2013 | sito=Slackware.com}}</ref>
 
Il progetto non prevede nemmeno una procedura definita per entrare a far parte della squadra di sviluppo, tuttavia, in occasione di un'intervista, lo stesso Volkerding ha dato un'indicazione, in parte scherzosa, rivolta agli aspiranti nuovi membri del team: «Sorprendeteci in modo appropriato e forse vi faremo entrare, ma badate alle terribili prove di iniziazione».<ref name='Interview with Patrick Volkerding (LinuxQuestione.org, 2012)' />
 
==Requisiti di sistema==
Slackware è in grado di funzionare su computer con architettura [[x86]] con almeno un [[Intel 80486|processore i486]], o della famiglia [[x86-64]], la più recente estensione a [[64 bit]] della prima che include le famiglie [[AMD64]], [[EM64T]] e [[IA-64|Intel 64]], o ancora su [[architettura ARM]].
Come nel caso di altre moderne distribuzioni Linux, Slackware è compatibile con la maggior parte dell'[[hardware]] più diffuso per i computer [[Computer desktop|da scrivania]], [[Computer portatile|portatili]] e [[Netbook|ultraportatili]].
Per quanto riguarda i requisiti di memoria, l'installazione ne richiede almeno 128 [[Megabyte]] in [[RAM]], mentre in [[memoria di massa]] lo spazio dipende dal software della distribuzione effettivamente installato: un'installazione minimale necessita di circa mezzo [[Gigabyte]], una completa di almeno 8.<ref name='Slackware Linux CD-ROM Installation HOWTO (mirrors.slackware.com)'>{{cita web|url = http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware64-current/Slackware-HOWTO|titolo=Slackware Linux CD-ROM Installation HOWTO|accesso=27 marzo 2014|sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
==Installazione==
Sul sito ufficiale si possono acquistare, anche in forma di sottoscrizione, dischi già [[Masterizzazione|masterizzati]] contenenti l'intera distribuzione: in questo modo si contribuisce al progetto e si permette materialmente a Patrick Volkerding di continuarne lo sviluppo.<ref name='Software (Slackware Store)'>{{cita web | url=http://store.slackware.com/cgi-bin/store/scan/fi=prod_slack/tf=list_order/sf=category/se=software?id=nBzm53qN&mv_pc=9 | titolo=Software | accesso= 16 novembre 2013 | sito=Slackware Store}}</ref> È anche possibile [[scaricamento|scaricare]] gratuitamente le [[Immagine disco|immagini]] <tt>[[.iso]]</tt> per [[DVD]] o [[CD]] da uno dei [[Mirror (informatica)|mirror]] predisposti oppure servendosi del [[Protocollo di comunicazione|protocollo]] [[BitTorrent (software)|BitTorrent]]. Quest'ultimo sistema contribuisce a evitare il sovraccarico dei mirror ed è perciò consigliato.<ref name='Index of /slackware/slackware-iso (mirrors.slackware.com)'>{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-iso/ | titolo=Index of /slackware/slackware-iso | accesso=16 novembre 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref><ref name="Get your Slackware ISOs through BitTorrent (Slackware.com)">{{cita web | url=http://www.slackware.com/getslack/torrents.php| titolo=Get your Slackware ISOs through BitTorrent | accesso=16 marzo 2014 | sito=Slackware.com}}</ref><ref name='Slackware 14.1 Torrents! Please seed! (LinuxQuestions.org)'>{{cita web | url=https://www.linuxquestions.org/questions/showthread.php?p=5060790 | titolo=Slackware 14.1 Torrents! Please seed! | accesso=16 marzo 2014 | sito=LinuxQuestions.org}}</ref> Il metodo d'installazione più comune consiste nel riavviare il computer con un CD o un DVD contenente la distribuzione ed eseguire i passi previsti. All'inizio è possibile specificare eventuali parametri da passare al [[kernel]], quindi si viene invitati a impostare il layout della propria tastiera.
 
Dopo l'accesso come utente ''[[Root (utente)|root]]'' ci si trova di fronte a un'[[interfaccia a riga di comando]] attraverso la quale è possibile interagire con il sistema, creando una o più [[Partizione (informatica)|partizioni]] e un eventuale spazio di [[Swap (informatica)|swap]]. I principali strumenti di partizionamento a disposizione dell'utente sono <tt>[[Fdisk (Unix)|fdisk]]</tt>, <tt>[[GNU Parted|parted]]</tt> e <tt>[[cfdisk]]</tt>, ma sono disponibili anche <tt>sfdisk</tt> e <tt>gdisk</tt>. Non appena definite le partizioni si può decidere di creare i rispettivi [[filesystem]] mediante gli strumenti <tt>[[mkfs]]</tt>, oppure affidarsi anche per questo al programma d'installazione. Quest'ultimo va avviato con il comando <tt>setup</tt> e permette di gestire i passi che, dall'assegnazione delle partizioni ai vari [[Mount|mount point]], fino alla configurazione del [[boot loader]], installeranno il sistema sul [[disco rigido]].
 
[[File:Slackware 14.1 Setup snapshot.png|thumb|Il programma d'installazione di Slackware (versione 14.1)]]
L'interfaccia del programma d'installazione appare come un elenco di opzioni in cui ciascuna rappresenta una fase del processo (tranne la sezione HELP che fornisce un aiuto all'utilizzo del programma). La sezione KEYMAP consente di scegliere il layout corrispondente alla propria tastiera. Nella sezione ADDSWAP vengono rilevate le partizioni di swap presenti sul disco e se ne può decidere l'attivazione. La sezione TARGET permette di scegliere le partizioni su cui il sistema verrà installato, formattandole se lo si desidera e assegnando a ciascuna un [[Mount|mount point]].
 
Nella sezione SOURCE occorre specificare la fonte da cui i pacchetti verranno installati: da CD o DVD, da una directory, oppure dalla rete. Nella sezione SELECT vengono mostrate le categorie di software che è possibile installare: quelle consigliate sono già selezionate ma ciascuno è libero di modificare la configurazione secondo le proprie necessità. La sezione INSTALL prevede diverse opzioni, in base al livello di interattività che si desidera ottenere durante l'installazione dei pacchetti: <tt>full</tt> è la scelta consigliata e a prova d'errore, ma è possibile avere un controllo maggiore sul processo scegliendo una delle altre opzioni. Con CONFIGURE si entra nella fase di configurazione del sistema.
 
Si può dapprima creare un dispositivo di [[boot]] utilizzando una chiavetta USB, quindi si passa alla configurazione del [[boot loader]] [[LILO]], a quella del mouse, del fuso orario, della rete, infine alla scelta del [[window manager]] predefinito. È inoltre possibile decidere quali [[Demone (informatica)|demoni]] debbano essere avviati durante il boot del sistema. Tutti questi strumenti di configurazione saranno accessibili anche in seguito grazie al programma <tt>pkgtool</tt> il quale, inoltre, riunisce in sé alcune delle funzionalità degli strumenti di gestione dei pacchetti.<ref name="The Revised Slackware Book Project - Installation (Slackbook.org)">{{cita web| url=http://www.slackbook.org/beta/#ch_install| titolo=The Revised Slackware Book Project - Installation | accesso=17 maggio 2013 | sito=Slackbook.org}}</ref>
 
==Versioni==
Segue una carrellata delle ultime versioni di Slackware pubblicate, con a fianco l'evoluzione temporale dalla versione 1.0 (1993) fino a oggi. Per maggiori dettagli è bene consultare gli annunci e le ''release notes'' delle rispettive versioni.<ref name='Index of /slackware/slackware64-current (mirrors.slackware.com)' /> Una tabella riassuntiva ricca d'informazioni si può trovare inoltre sul sito [[DistroWatch]], nella sezione dedicata a questa distribuzione.<ref name='Slackware Linux (DistroWatch.com)' /> Per quanto riguarda il supporto con le ''patch'' di sicurezza, dal 1. agosto 2012 queste non vengono più fornite per le versioni fino alla 12.0 (pubblicata nel 2007). mentre dal 9 dicembre 2013 anche il supporto per le versioni 12.1. e 12.2 (pubblicate entrambe nel 2008) è stato interrotto. Tutte le versioni successive continuano invece a essere supportate.<ref name="ChangeLog: Slackware 12.1" /><ref name="ChangeLog: Slackware 12.0">{{cita web| url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.0/ChangeLog.txt | titolo=ChangeLog: Slackware 12.0 | accesso=17 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
 
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{| class="wikitable" style="width:100%; float:left; text-align:center"
! Versione
! Data di pubblicazione
! Supportata (''patch'')
! Caratteristiche principali, cambiamenti
|-
|7.0
|style="min-width: 110px"| 02.11.1999<ref name="Announcement: Slackware 7.0">{{cita web| url=http://www.slackware.com/lists/archive/viewer.php?l=slackware-announce&y=1999&m=slackware-announce.701299 | titolo=Announcement: Slackware 7.0| accesso=14 giugno 2013 | sito=Slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.2.13; [[X Window System|XFree86 3.3.5]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 2.7.2.3; [[KDE]] 1.1.2; [[GNOME]]; [[Netscape|Netscape Communicator]] 4.7; [[Apache]] 1.3.9.
|-
|7.1
|25.06.2000<ref name="Announcement: Slackware 7.1">{{cita web | url=http://www.slackware.com/lists/archive/viewer.php?l=slackware-announce&y=2000&m=slackware-announce.755369 | titolo=Announcement: Slackware 7.1 | accesso=14 giugno 2013 | sito=Slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.2.16; [[X Window System|XFree86 3.3.6]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 2.7.2.2; [[KDE]] 1.1.2; [[GNOME]] 1.2; [[Netscape|Netscape Communicator]] 4.73; [[Apache]] 1.3.12.
|-
|8.0
|01.07.2001<ref name="Announcement: Slackware 8.0" />
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.2.19; [[X Window System|XFree86 4.1.0]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 2.95.3; [[KDE]] 2.1.1; [[GNOME]] 1.4; [[Netscape|Netscape Communicator]] 4.77; [[Mozilla]] 0.9.1; [[Apache]] 1.3.20.
|-
|8.1
|18.06.2002<ref name="Announcement: Slackware 8.1" />
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.18; [[X Window System|XFree86 4.2.0]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 2.95.3; [[KDE]] 3.0.1; [[GNOME]] 1.4.1; [[Netscape|Netscape Communicator]] 6.2.3; [[Mozilla]] 1.0; [[Apache]] 1.3.24.
|-
|9.0
|18.03.2003<ref name="Announcement: Slackware 9.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-9.0/ANNOUNCE.9_0 | titolo=Announcement: Slackware 9.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.20; [[X Window System|XFree86 4.3.0]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 3.2.2; [[KDE]] 3.1; [[GNOME]] 2.2; [[Netscape|Netscape Communicator]] 7.02; [[Mozilla]] 1.3; [[Apache]] 1.3.27.
|-
|9.1
|26.09.2003<ref name="Announcement: Slackware 9.1">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-9.1/ANNOUNCE.9_1 | titolo=Announcement: Slackware 9.1 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.22; [[X Window System|XFree86 4.3.0]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 3.2.3; [[KDE]] 3.1.4; [[GNOME]] 2.4.0; [[Netscape|Netscape Communicator]] 7.1; [[Mozilla]] 1.4; [[Apache]] 1.3.28.
|-
|10.0
|23.06.2004<ref name="Announcement: Slackware 10.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-10.0/ANNOUNCE.10_0 | titolo=Announcement: Slackware 10.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.26; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 3.3.4; [[X Window System|X11R 6.7.0]] (da X.Org); [[Netscape|Netscape Communicator]] 7.1; [[Mozilla]] 1.7; [[GNOME]] 2.6.1; [[KDE]] 3.2.3. Introdotto il supporto per [[ALSA]].
|-
|10.1
|06.02.2005<ref name="Announcement: Slackware 10.1">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-10.1/ANNOUNCE.10_1 | titolo=Announcement: Slackware 10.1 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.29; [[X Window System|X11R 6.8.1]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 3.3.4; [[KDE]] 3.3.2; [[Xfce]] 4.2.0; [[Mozilla]] 1.7.5; [[Netscape|Netscape Communicator]] 7.2; [[Apache]] 1.3.33.
|-
|10.2
|15.09.2005<ref name="Announcement: Slackware 10.2">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-10.2/ANNOUNCE.10_2 | titolo=Announcement: Slackware 10.2 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[KDE]] 3.4.2; [[Xfce]] 4.2.2; [[Mozilla]] 1.7.11; [[Mozilla Firefox|Firefox]] e [[Mozilla Thunderbird|Thunderbird]] 1.0.6; [[X Window System|X11R 6.8.2]]. L'ambiente desktop [[GNOME]] viene escluso dalla distribuzione.<ref name="ChangeLog: Slackware 12.1" />
|-
|11.0
|02.10.2006<ref name="Announcement: Slackware 11.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-11.0/ANNOUNCE.11_0 | titolo=Announcement: Slackware 11.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.4.33.3; [[X Window System|X11R 6.9.0]]; [[GNU Compiler Collection|gcc]] 3.4.6; [[KDE]] 3.5.4; [[Xfce]] 4.2.3.2; [[Firefox]] e [[Mozilla Thunderbird|Thunderbird]] 1.5.0.7.
|-
|12.0
|02.07.2007<ref name="Announcement: Slackware 12.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.0/ANNOUNCE.12_0 | titolo=Announcement: Slackware 12.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.21.5; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.2.4; [[PHP]] 5.2.3; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.1.2. Introdotto [[Hardware abstraction layer|HAL]].
|-
|12.1
|01.05.2008<ref name="Announcement: Slackware 12.1">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.1/ANNOUNCE.12_1 | titolo=Announcement: Slackware 12.1 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.24.5; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.2.3; [[XOrg]] 7.3; [[KDE]] 3.5.9; [[Xfce]] 4.4.2.
|-
|12.2
|10.12.2008<ref name="Announcement: Slackware 12.2">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-12.2/ANNOUNCE.12_2 | titolo=Announcement: Slackware 12.2 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#fa8072;"|No
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.27.7; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.24; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.2.10; [[PHP]] 5.2.8; [[KDE]] 3.5.10; [[Xfce]] 4.4.3.
|-
|13.0
|26.08.2009<ref name="Announcement: Slackware 13.0">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-13.0/ANNOUNCE.13_0 | titolo=Announcement: Slackware 13.0 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#f0e68c;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.29.6; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.3.3; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.2.13; [[PHP]] 5.2.10; [[KDE]] 4.2.4; [[Xfce]] 4.6.1. Introdotto il supporto per l'architettura [[AMD64|x86_64]].
|-
|13.1
|24.05.2010<ref name="Announcement: Slackware 13.1">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-13.1/ANNOUNCE.13_1 | titolo=Announcement: Slackware 13.1 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#f0e68c;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.33.4; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.4.4; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.2.15; [[PHP]] 5.2.13; [[KDE]] 4.4.3; [[Xfce]] 4.6.1.
|-
|13.37
|27.04.2011<ref name="Announcement: Slackware 13.37">{{cita web | url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-13.37/ANNOUNCE.13_37 | titolo=Announcement: Slackware 13.37 | accesso=14 giugno 2013 | sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#f0e68c;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 2.6.37.6; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.5.2; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.2.17; [[PHP]] 5.3.6; [[KDE]] 4.5.5; [[Xfce]] 4.6.2. Introdotti i [[Btrfs|btrfs-progs]].
|-
|14.0
|28.09.2012<ref name="Announcement: Slackware 14.0">{{cita web|url=http://mirrors.slackware.com/slackware/slackware-14.0/ANNOUNCE.14_0|titolo=Announcement: Slackware 14.0|accesso=16 ottobre 2016|sito=mirrors.slackware.com}}</ref>
|style="background-color:#f0e68c;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 3.2.29; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.7.1; [[OpenSSL]] 1.0.1c; [[OpenSSH]] 6.1p1; [[OpenVPN]] 2.2.2; [[GnuPG]] 2.0.19; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.4.3; [[PHP]] 5.4.7; [[Perl]] 5.16.1; [[Python]] 2.7.3; [[X Window System|X11R]]7.7 ([[XOrg]] 1.12.3); [[SeaMonkey]] 2.12.1; [[Firefox]] e [[Mozilla Thunderbird|Thunderbird]] 15.0.1; [[Pidgin (software)|Pidgin]] 2.10.6; [[Gimp]] 2.8.2; [[KDE]] 4.8.5; [[Xfce]] 4.10.0; [[Fluxbox]] 1.3.2.
|-
|14.1
|07.11.2013<ref name="Announcement: Slackware 14.1" />
|style="background-color:#f0e68c;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 3.10.17; [[GNU Compiler Collection|GCC]] 4.8.2; [[glibc]] 2.17; [[OpenSSL]] 1.0.1e; [[OpenSSH]] 6.3p1; [[OpenVPN]] 2.3.2; [[GnuPG]] 2.0.22; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.4.6; [[PHP]] 5.4.20; [[Perl]] 5.18.1; [[Python]] 2.7.5; [[Ruby]] 1.9.3-p448; [[X Window System|X11R]]7.7 ([[XOrg]] 1.14.3); [[SeaMonkey]] 2.21; [[Mozilla Firefox|Firefox]] e [[Mozilla Thunderbird|Thunderbird]] ESR 24.1; [[Pidgin (software)|Pidgin]] 2.10.7; [[Gimp]] 2.8.6; [[KDE]] 4.10.5; [[Xfce]] 4.10.1; [[Fluxbox]] 1.3.5. Abbandono di [[MySQL]] a favore di [[MariaDB]]. Introduzione del supporto per la tecnologia [[UEFI]].
|-
|'''14.2''' (attuale)
|30.06.2016<ref name="Announcement: Slackware 14.2" />
|style="background-color:#A0E75A;"|Sì
| style="text-align: left;" |
[[Kernel Linux|Linux]] 4.4.14 (config per 4.6 in <tt>/testing</tt>); [[GNU Compiler Collection|GCC]] 5.3.0; [[glibc]] 2.23; [[OpenSSL]] 1.0.2h; [[OpenSSH]] 7.2p2; [[OpenVPN]] 2.3.11; [[GnuPG]] 2.0.30; [[Apache HTTP Server|Apache]] 2.4.20; [[PHP]] 5.6.23; [[Perl]] 5.22.2; [[Python]] 2.7.11; [[Ruby]] 2.2.5; [[XOrg]] 1.18.3; [[SeaMonkey]] 2.40; [[Mozilla Firefox|Firefox]] 45.2.0 ESR, [[Mozilla Thunderbird|Thunderbird]] 45.1.1; [[Pidgin (software)|Pidgin]] 2.10.12; [[Gimp]] 2.8.16; [[KDE]] 4.14.3; [[Xfce]] 4.12.1; [[Fluxbox]] 1.3.7. Sostituzione di [[Udev]] con Eudev, di ConsoleKit con ConsoleKit2. Introduzione di [[PulseAudio]] e VDPAU.
|-
|''current''
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|-
|}
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<div style="float: right">
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<div style="float: left">
 
== Popolarità ==
 
La popolarità di un [[sistema operativo]] [[Linux]] - intesa come reale utilizzo - non può essere determinata in modo affidabile data la mancanza di strumenti e di criteri scientifici di misurazione adatti allo scopo. Alcuni siti web forniscono tuttavia delle [[statistica|statistiche]] basate sui contatti ricevuti da determinate pagine, oppure sulle [[Indicizzazione (motori di ricerca)|parole chiave]] utilizzate dagli utenti per la ricerca.
 
=== Popolarità globale ===
 
I dati raccolti dal sito [[DistroWatch]] mostrano che l'interesse per la pagina dedicata a Slackware si è mantenuto, nel corso degli anni, relativamente stabile: escludendo infatti le statistiche relative ai primi due anni di vita del sito, i contatti giornalieri ricevuti dalla pagina oscillano tra un minimo di 531 (2008) e un massimo di 676 (2012), mentre nel 2004 ammontavano a 669. Per quanto riguarda invece la popolarità di Slackware rispetto alle altre [[distribuzione Linux|distribuzioni]], la sua posizione nella graduatoria è scesa progressivamente dal settimo posto del 2002 al diciassettesimo del 2013. Per leggere quest'ultimo dato va considerata la comparsa nel 2004 di Ubuntu e, negli anni successivi, di altre distribuzioni rivolte a un pubblico tecnicamente meno preparato, il quale fino ad allora era stato escluso dall'ecosistema Linux. Ciò ha fatto registrare un aumento dell'interesse per Linux in generale, spostando nel contempo l'equilibrio verso le nuove distribuzioni ''[[Usabilità|user friendly]]''.<ref name='Slackware Linux (DistroWatch.com)' /><ref name='DistroWatch (DistroWatch.com)'>{{cita web| url=http://distrowatch.com | titolo=DistroWatch | accesso=18 gennaio 2014 | sito=DistroWatch.com}}</ref><ref name='DistroWatch Page Hit Ranking (DistroWatch.com)'>{{cita web| url=http://distrowatch.com/dwres.php?resource=popularity | titolo=DistroWatch Page Hit Ranking | accesso=21 gennaio 2014 | sito=DistroWatch.com}}</ref> Le statistiche elaborate dal progetto [[Linux Counter]] mostrano invece che, alla fine del 2013, su un totale di circa 90'000 computer di cui era nota la distribuzione installata, il 6.4% funzionava grazie a Slackware GNU/Linux.<ref name='Linux Counter Distributions Report (LinuxCounter.net)'>{{cita web | url=http://linuxcounter.net/distributions/stats.html | titolo=Linux Counter Distributions Report | accesso=16 marzo 2014 | sito=LinuxCounter.net}}</ref><ref name='The Linux Counter Relaunches (Slashdot.org)'>{{cita web | url=http://linux.slashdot.org/story/11/09/10/1249257/the-linux-counter-relaunches | titolo=The Linux Counter Relaunches | accesso=16 marzo 2014 | sito=Slashdot.org | data=10 settembre 2011}}</ref>
 
=== Popolarità regionale ===
 
I dati relativi all'utilizzo della parola "Slackware" nel [[motore di ricerca]] [[Google]] mostrano che, nel periodo tra il 2004 e l'inizio del 2014, il termine è stato utilizzato più frequentemente in [[Bulgaria]], seguita nell'ordine da [[Polonia]], [[Brasile]], [[Lettonia]], [[Romania]], [[Repubblica Ceca]] e [[Indonesia]]. A partire dal 2005 si è inoltre verificata una diminuzione progressiva dell'utilizzo del termine.<ref name='Utilizzo della parola chiave "Slackware" (Google.com)'>{{cita web | url=https://www.google.com/trends/explore?q=slackware#q=slackware&cmpt=q | titolo=Utilizzo della parola chiave "Slackware" | accesso=18 gennaio 2014 | sito=Google.com}}</ref>
 
== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
*''Maurizio Merli. Il poliziotto ribelle'', di Fulvio Fulvi, Bloodbuster edizioni, 2014. ISBN 9788890898648
* Chris Lumens, David Cantrell, Logan Johnson, ''Slackware Linux Essentials'', Brentwood (CA), Slackware Linux Inc., 2000.
*Maurizio Merli. Il commissario dagli occhi di ghiaccio, di Francesco Rondolini, Morlacchi Editore
* Chris Lumens, David Cantrell, Logan Johnson, Alan Hicks, ''Slackware Linux Essentials, Second Edition'', Brentwood (CA), Slackware Linux Inc., 2005. ISBN 1-57176-338-4.
* ''Gli attori'', Gremese editore, Roma 2003
* Carole M. Cusack, ''Invented Religions: Imagination, Fiction and Faith'', Farnham (UK), Ashgate Publishing, 2010. ISBN 978-0-7546-6780-3.
* [[Rai Teche]].
* Solomon Davidoff in Peter Knight (a cura di), ''Conspiracy Theories in American History: An Encyclopedia'', ABC CLIO, 2003. ISBN 978-1-57607-812-9.
* Stephen Duncombe, ''Sabotage, Slack and the Zinester Search for Non-Alienated Labour'' in David Bell, Joanne Hollows (a cura di), ''Ordinary Lifestyles'', McGraw-Hill, 2005. ISBN 978-0-335-22420-3.
 
==Voci correlate==
* [[Patrick Volkerding]]
* [[Linux (kernel)]]
* [[GNU]]
* [[Unix]]
* [[Unix-like]]
* [[Dipendenza (informatica)]]
* [[Sistema di gestione dei pacchetti]]
* [[:Categoria:Distribuzioni derivate da Slackware]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Slackware}}
 
==Collegamenti esterni==
===Progetto ufficiale===
* {{Sito ufficiale}}
 
====Repository====
*{{cita web|http://packages.slackware.com/|Repository ufficiale|lingua=en}}
*{{cita web|url=http://www.slackware.com/changelog/current.php?cpu=i386|titolo=ChangeLog per x86 (''-current'')|lingua=en}}
*{{cita web|url=http://www.slackware.com/changelog/current.php?cpu=x86_64|titolo=ChangeLog per x86_64 (''-current'')|lingua=en}}
 
====Documentazione====
*{{cita web|http://slackware.com/faq/|FAQ|lingua=en}}
*{{cita web|http://docs.slackware.com/|Slackware Documentation Project|lingua=en}}
*{{en}} [http://www.slackbook.org/#book Slackware Linux Essentials]: la guida ufficiale (seconda edizione).
*{{en}} [http://www.slackbook.org/beta The Revised Slackware Book Project]: la guida ufficiale (nuova edizione in preparazione).
 
Per informazioni dettagliate su specifici software inclusi nella distribuzione si consiglia di leggere la documentazione reperibile sul proprio sistema oppure online. In particolare si raccomandano le pagine [[Man (Unix)|man]] (anche [http://tldp.org/manpages/man.html online]), la documentazione del [http://www.gnu.org/manual/manual.html progetto GNU] e i siti web dedicati agli specifici progetti.
 
===Progetti di terze parti===
*{{cita web|http://www.slackware.it/|Sito ufficiale di Slackware Linux Project Italia}}
 
====Documentazione====
*{{en}} [http://www.linuxquestions.org/questions/slackware-14/ Linuxquestions.org]: il forum [http://www.slackware.com/support/ ufficialmente riconosciuto] dedicato a Slackware, probabilmente il luogo migliore in cui ricevere supporto gratuito da parte della comunità.
*[https://www.slacky.eu/wikislack/index.php?title=Slackware4Dummies Slackware4Dummies]: un libro che spiega come installare il sistema, ne illustra le caratteristiche principali e tratta molti aspetti della configurazione.
*[https://www.slacky.eu/wikislack/index.php?title=Documentazione WikiSlacky]: una raccolta di guide, scritte dagli utenti, dedicate ai sistemi GNU/Linux e in particolare a Slackware.
*[http://alien.slackbook.org/dokuwiki/doku.php Eric Hameleers (Alien BOB)'s Wiki pages]: documentazione su Slackware e Linux curata da Eric Hameleers (Alien BOB), uno dei membri più autorevoli del team di Slackware.
*[http://l0k1.free.fr/aolsfaq.html alt.os.linux.slackware FAQ]: domande e risposte relative all'installazione, al funzionamento e alla gestione di un sistema Slackware.
*{{cita web|http://slackwiki.com/Main_Page|SlackWiki}}
 
====Strumenti====
In aggiunta agli strumenti inclusi nella distribuzione, all'interno della comunità è nata negli anni una serie di programmi per la gestione dei pacchetti e dei [[repository]]. Questi strumenti vengono sviluppati da terze parti e pertanto non godono del supporto ufficiale. Ecco i più conosciuti: [http://www.sbopkg.org Sbopkg], [http://software.jaos.org Slapt-get], [http://swaret.sourceforge.net/ Swaret], [http://slackbot.sourceforge.net/ Slackbot], [http://rg3.github.io/slackroll/ Slackroll], [http://darklinux.net/slackupdate/ SlackUpdate], [https://www.slacky.eu/slacky/Slackyd Slackyd], [http://www.slakfinder.org/slackpkg+.html Slackpkg+], [http://www.sya54m.eu/minislack.php mk.minislack], [http://www.sya54m.eu/aggiornare-slackware.php slackup].
 
====Repository====
Alcuni utenti, gruppi di utenti e sviluppatori hanno creato dei [[repository]] contenenti software non incluso nella [[Distribuzione (software)|distribuzione]]. Alcuni di questi progetti sono stati iniziati e vengono mantenuti da membri del team di Slackware. Si tratta comunque di pacchetti che non godono del supporto ufficiale.
*[http://www.slackbuilds.org SlackBuilds.org], un grande archivio di script di qualità, per chi preferisce compilare il software da sé invece di affidarsi a pacchetti creati da altri.
*[http://slackware.com/~alien/slackbuilds/ Repository di Eric Hameleers], contiene sia il software compilato, sia gli SlackBuilds e i sorgenti.
*[http://slackware.org.uk/people/rlworkman/ Repository di Robby Workman], contiene sia il software compilato, sia gli SlackBuilds e i sorgenti.
*[http://slack.conraid.net/ Repository di Conraid] dedicata a ''-current'', contiene sia il software compilato, sia gli SlackBuilds e i sorgenti.
*[http://www.z01.eu/repo-slack/slackware64-current/ Repository di ZeroUno] dedicata a ''-current'', contiene sia il software compilato, sia gli SlackBuilds e i sorgenti.
*[http://www.slacky.eu Repository di Slacky.eu], contiene un'ampia scelta di software già compilato.
*[http://ponce.cc/slackware/ Repository di Ponce.cc], contiene un'ampia scelta di software già compilato.
*[http://www.sya54m.eu/repository.php Repository di sya54M], dedicata a -current, contiene software compilato spesso non presente in altri repository.
 
====Gnome e Slackware====
Con la pubblicazione di Slackware 10.2 l'[[Desktop environment|ambiente desktop]] [[Gnome]] è stato escluso, per motivi pratici, dalla distribuzione. Nel corso del tempo si sono alternati diversi progetti gestiti da terze parti.
*{{cita web|http://www.droplinegnome.net|Dropline Gnome}}
*[http://gnomeslackbuild.org/ Gnome SlackBuild] (progetto abbandonato)
*[http://www.slacky.eu/wikislack/index.php?title=Gslacky Gslacky] (progetto abbandonato)
 
==Altri progetti==
Chi preferisce un [[Desktop environment|ambiente desktop]] simile alla versione 2.x di Gnome può fare riferimento a:
{{interprogetto}}
*{{cita web|http://mateslackbuilds.github.io//|MATE SlackBuilds}}
 
== Collegamenti esterni ==
===Altri collegamenti===
* {{Imdb}}
*{{cita web|url=http://distrowatch.com/table.php?distribution=slackware|titolo=DistroWatch|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://slackworldwww.berliospollanetsquad.deit/heartsattore.htmlasp?cod_att=670|Slack Hearts|linguatitolo=enScheda su Pollanet Squad.it}}
 
{{DistribuzioniCommissario LinuxBetti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|informatica|software libero}}
{{Portale|biografie|Cinema}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Slackware|arg=informatica|giorno=13|mese=4|anno=2014}}
 
[[Categoria:SlackwareInterpreti di fotoromanzi]]
[[Categoria:Attori televisivi italiani]]
[[Categoria:Attori cinematografici italiani]]