Analogo terrestre e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 giugno 18: differenze tra le pagine

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[[File:Kepler442b(comp).jpg|thumb|upright=1.3|Confronto tra le dimensioni della [[Terra]] (a destra) e [[Kepler-442 b]], uno dei pianeti conosciuti con l'[[Earth Similarity Index|ESI]] più elevato (0,84).]]
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[[File:Kepler-438 b superflare.jpg|thumb|upright=1.3|In questa rappresentazione artistica, un brillamento della sua stella investe [[Kepler-438 b]]: nonostante sia l'esopianeta conosciuto più simile alla Terra, con un ESI pari a 0,88, la variabilità tipica delle [[nane rosse]] potrebbe inibire la comparsa di forme di vita.]]
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{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 3 |voce = 10 Volte Meglio |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = politica |temperatura = 20 }}
Un '''analogo terrestre''', chiamato anche '''gemello della Terra''' o '''pianeta di tipo terrestre''', è un [[esopianeta]] con condizioni simili a quelle che si trovano sulla [[Terra]].<ref>{{cita web |url=http://www.nasa.gov/ames/kepler/nasas-kepler-discovers-first-earth-size-planet-in-the-habitable-zone-of-another-star/#.VMlrZi4XeOU |titolo=NASA's Kepler Discovers First Earth-Size Planet In The 'Habitable Zone' of Another Star |accesso=29 gennaio 2015 |cognome1=Johnson |nome1=Michele |cognome2=Harrington |nome2=J.D. |data=17 aprile 2014 |editore=NASA |lingua=en}}</ref><ref>{{cita news |titolo=Astronomers Discover Habitable ExoEarth Orbiting Binary Star |url=http://www.technologyreview.com/view/424723/astronomers-discover-habitable-exoearth-orbiting-binary-star/ |pubblicazione=MIT Technology Review |data= 2011 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita news |nome=Kenneth |cognome=Chang |titolo=Scientists Find an ‘Earth Twin,’ or Perhaps a Cousin |url=http://www.nytimes.com/2014/04/18/science/space/scientists-find-an-earth-twin-or-maybe-a-cousin.html |pubblicazione=New York Times |data=17 aprile 2014 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita news |nome=Jon |cognome=Austin |titolo='Second Earth' to be found in DECADES as experts claim ONE BILLION planets may hold life |url=http://www.express.co.uk/news/nature/578089/Second-Earth-found-DECADES-experts-ONE-BILLION-planets-hold-life |pubblicazione=Express.co.uk |data=18 maggio 2015|lingua=en}}</ref> Per essere considerato un analogo terrestre, un corpo planetario deve orbitare attorno alla sua stella nella cosiddetta [[zona abitabile]],<ref name="E-GP">{{cita web |url=http://sos.noaa.gov/Datasets/dataset.php?id=439 |titolo=Earth, our Goldilocks Planet |accesso=26 2015 |autore=Science on a Sphere |editore=National Oceanic and Atmospheric Administration |lingua=en}}</ref> possedere una [[Massa (fisica)|massa]] ed un [[Raggio (astronomia)|raggio]] simili a quelli della Terra, avere un'adeguata composizione atmosferica, appartenere ad un sistema nel quale la stella madre sia simile al [[Sole]], ed altre caratteristiche basiche del nostro pianeta che permettono, in combinazione con gli altri fattori sopra elencati, la presenza della vita come noi la conosciamo.<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/28312-earth-like-planets-recipe.html |titolo=What Makes an Earth-Like Planet? Here's the Recipe |cognome=Dickerson |nome=Kelly |data=21 gennaio 2015 |editore=[[Space.com]] |lingua=en}}</ref><ref>{{cita web |url=http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2012/29mar_goldilocks/ |titolo=Getting to Know the Goldilocks Planet |autore= Dauna Coulter, Tony Phillips |editore=NASA |data=29 marzo 2012 |lingua=en}}</ref>
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 4 |voce = Plumstead (Città del Capo) |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = Africa |temperatura = 12 }}
 
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 5 |voce = Jason Grace |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = Fantasy |temperatura = 27 }}
Da quando gli astronomi [[Michel Mayor]] e [[Didier Queloz]] scoprirono nel [[1995]] [[51 Pegasi b]], il primo [[pianeta extrasolare]] che orbita attorno ad una stella simile al [[Sole]],<ref>{{Cita pubblicazione | autore = Michel Mayor, Didier Queloz | titolo = A Jupiter-mass companion to a solar-type star | anno = 1995 | rivista = [[Nature]] | volume = 378 | pp = 355-359 | url = http://www.nature.com/nature/journal/v378/n6555/abs/378355a0.html}}</ref> l'obiettivo principale degli [[Esobiologia|esobiologi]] è stato quello di trovare una seconda Terra, o gemella della Terra.<ref>{{cita web |url=http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2009/06mar_keplerlaunch/ |titolo=Kepler Mission Rockets to Space in Search of Other Earths |autore= Tony Phillips|data=6 marzo 2009 |editore=NASA}}</ref> Negli anni successivi e fino al lancio del [[telescopio spaziale Kepler]], le scoperte riguardavano per lo più [[giganti gassosi]] che orbitano attorno alle loro stelle a breve distanza, a causa delle limitazioni degli strumenti di quel tempo.<ref>{{cita web |url=http://space.mit.edu/learning-hot-jupiters |titolo=Learning from hot Jupiters |autore=Morgan Bettex |data=15 dicembre 2010 |editore=MIT Kavli Institute|lingua=en}}</ref> Questo tipo di pianeti, chiamati [[Pianeta gioviano caldo|gioviani caldi]], influiscono notevolmente sulle loro stelle e [[Transito (astronomia)|transitano]] di frequente davanti ad esse, facilitando la loro individuazione, e questo pareva indicare una chiara supremazia quantitativa di tali pianeti rispetto agli altri, a causa dell'[[effetto di selezione]].<ref>{{cita web |url=http://www.elmundo.es/blogs/elmundo/cosmos/2010/03/17/otro-planeta-extrasolar-un-jupiter.html |titolo=Otro planeta extrasolar: un Júpiter "templado" |cognome =Armentia |nome=Javier |data=17 marzo 2010 |editore=El Mundo|lingua=es}}</ref> Nel corso del tempo, gli strumenti di ricerca migliorarono, invertendo la tendenza; divenne quindi evidente che la prevalenza di [[Pianeta terrestre|corpi tellurici]] simili alla Terra era superiore a quella dei [[Gigante gassoso|pianeti giganti]].<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/7916-strange-zoo-worlds.html |titolo=Out There: A Strange Zoo of Other Worlds |accesso=26 gennaio 2015 |autore= Charles Q. Choi |data=14 febbraio 2010 |editore=Space.com |lingua=en}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.space.com/23805-alien-super-earth-planets-discovery.html |titolo=Alien Super-Earth Planets Plentiful in Exoplanet Search|autore = Elizabeth Howell |data= 3 dicembre 2013 |editore=''Astrobiology'' |lingua=en}}</ref>
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 6 |voce = Mille e uno Zero |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = musica |temperatura = 5 }}
 
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 7 |voce = Giovanni Maria d'Orléans-Braganza |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = biografie |temperatura = 9 }}
Per classificare i pianeti extrasolari in base al loro grado di parentela con la Terra, la [[NASA]] e il [[SETI]] hanno sviluppato un indicatore, l'[[Earth Similarity Index|Indice di Similarità terrestre]] (o ESI, dall'inglese '''''E'''arth '''S'''imilarity '''I'''ndex'') con la Terra, che stima la somiglianza con il nostro pianeta in termini di massa, raggio e temperatura.<ref name="ESI2">{{cita web |url=http://www.abc.net.au/news/2011-11-22/new-recipe-in-search-for-alien-life/3686408/ |titolo=New approach in search for alien life |autore= Stuart Gary |data=22 novembre 2011 |editore=ABC Online |lingua=en}}</ref> Dal momento dell'annuncio ufficiale della loro scoperta, il 6 giugno 2015, i due oggetti con ESI più alto tra gli esopianeti conosciuti, e quindi più simili alla Terra, sono [[Kepler-438 b]] (88%) e [[Kepler-296 Ae]] (85%).<ref>{{cita web|url=http://phl.upr.edu/projects/habitable-exoplanets-catalog|titolo=Potentially Habitable exoplanets |editore=Planetary Habitability Laboratory}}</ref>
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 8 |voce = Šárka (romanzo) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 2 }}
 
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 9 |voce = Collane di gialli in Italia |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 8 }}
La possibilità di trovare un analogo terrestre riveste un particolare interesse per l'[[Homo sapiens|umanità]], poiché si può dedurre che maggiore è la somiglianza tra un esopianeta e la Terra, e maggiore è la probabilità che il pianeta possa ospitare [[vita extraterrestre]] e, forse, anche una possibile [[civiltà]] [[Extraterrestre|aliena]].<ref name="BBCN">{{cita web |url=http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-15863549 |titolo=Most liveable alien worlds ranked |autore=BBC News |data=23 novembre 2011 |lingua=en}}</ref> Per questa ragione, il tema è stato spesso discusso in ambito scientifico, cinematografico, letterario e filosofíco.<ref>{{cita web |url=http://www.bbc.com/future/story/20141114-movie-lessons-on-life-in-space |titolo=What movies can teach us about life in space |accesso=11 febbraio 2015 |cognome=Hollingham |nome=Richard |data=14 novembre 2014 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita web |url=http://bestsciencefictionbooks.com/colonization-science-fiction.php |titolo=Popular Colonization Science Fiction Books |autore=BestScienceFictionBooks.com |lingua=en}}</ref> Inoltre, la scoperta e la colonizzazione di tali pianeti garantirebbe la sopravvivenza del genere umano in caso di catastrofi planetarie, come la stessa [[Sole#Ciclo_vitale|morte del Sole]].<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/23154-death-of-sun-will-destroy-earth-infographic.html |titolo=Death of a Sunlike Star: How It Will Destroy Earth |accesso=26 gennaio 2015 |cognome=Tate |nome=Karl |data=10 ottobre 2013 |editore = Space.com |lingua=en}}</ref>
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 10 |voce = Opere letterarie ambientate a Roma |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 4 }}
 
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 11 |voce = Imperatrice di Blandings |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 3 }}
== Storia ==
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 12 |voce = Formula di Kutter |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 18 |multipla = |argomenti = ingegneria |temperatura = 55 }}
[[File:Lowell Mars channels.jpg|thumb|left|[[Percival Lowell]] raffigurava [[Marte (astronomia)|Marte]] come un pianeta arido cosparso di canali e popolato da una civiltà extraterrestre.]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
Tra il 1858 e il 1920, in molti, tra cui alcuni scienziati, pensarono che [[Marte (astronomia)|Marte]] fosse molto simile alla Terra, solo più arido ma con una spessa [[atmosfera]] ed altri aspetti simili, come l'[[inclinazione assiale]], l'[[Parametri orbitali di Marte|orbita]] e le [[Stagione|stagioni]], e si pensò che una civiltà marziana aveva costruito [[canali marziani|grandi canali]]. Queste teorie furono avanzate da [[Giovanni Schiaparelli]], [[Percival Lowell]] ed altri. Per questo motivo Marte fu oggetto di opere di [[fantascienza]], dove veniva spesso citato come il pianeta rosso, simile alla Terra, ma con un deserto come paesaggio. Le immagini e i dati provenienti dalle missioni [[Programma Mariner|Mariner]] (1965) e [[Programma Viking|Viking]] (1975-1980), rivelarono invece come Marte fosse un mondo [[Cratere meteoritico|craterizzato]] sterile.<ref name="O'Gallagher">{{Cita pubblicazione|titolo=Search for Trapped Electrons and a Magnetic Moment at Mars by Mariner IV |cognome=O'Gallagher|nome=J.J.|autore2=Simpson, J.A.|rivista=Science, New Series|volume=149|numero=3689|data=10 settembre 1965|pp=1233–1239| doi=10.1126/science.149.3689.1233| pmid=17747452| bibcode=1965Sci...149.1233O}}</ref><ref name="Smith">{{Cita pubblicazione|titolo=Magnetic Field Measurements Near Mars|cognome=Smith|nome=Edward J.|autore2=Davis Jr., Leverett|autore3=Coleman Jr., Paul J.|autore4=Jones, Douglas E.|rivista=Science, New Series|volume=149|numero=3689|data=10 settembre 1965|pp=1241–1242| doi=10.1126/science.149.3689.1241| pmid=17747454| bibcode=1965Sci...149.1241S}}</ref><ref name="Leighton">{{Cita pubblicazione|titolo=Mariner IV Photography of Mars: Initial Results|cognome=Leighton|nome=Robert B.|autore2=Murray, Bruce C. |autore3=Sharp, Robert P. |autore4=Allen, J. Denton |autore5= Sloan, Richard K. |rivista=Science, New Series|volume=149|numero=3684|data=6 agosto 1965|pp=627–630| doi=10.1126/science.149.3684.627| pmid=17747569| bibcode=1965Sci...149..627L}}</ref><ref name="Kliore">{{Cita pubblicazione|titolo=Occultation Experiment: Results of the First Direct Measurement of Mars's Atmosphere and Ionosphere|cognome=Kliore|nome=Arvydas|autore2=Cain, Dan L. |autore3=Levy, Gerald S. |autore4=Eshleman, Von R. |autore5=Fjeldbo, Gunnar |autore6= Drake, Frank D. |rivista=Science, New Series|volume=149|numero=3689|data=10 settembre 1965|pp=1243–1248| doi=10.1126/science.149.3689.1243| pmid=17747455| bibcode=1965Sci...149.1243K}}</ref> Con la possibilità che l'acqua esistesse in passato, Marte rimase comunque il pianeta più simile alla Terra nel [[sistema solare]].
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Fino agli [[anni sessanta]] anche [[Venere (astronomia)|Venere]] venne creduto essere solo una versione più calda della Terra, con una spessa atmosfera formata da nuvole d'acqua che nascondevano oceani sottostanti. Venere in letteratura veniva spesso presentato con alcune somiglianze con la Terra e diversi autori speculavano sull'esistenza di una civiltà venusiana.<ref name='Venus Hashimoto'>{{Cita pubblicazione|autore= Hashimoto, G. L. |autore2= Roos-Serote, M. |autore3= Sugita, S. |autore4= Gilmore, M. S. |autore5= Kamp, L. W. |autore6= Carlson, R. W. |autore7= Baines, K. H. |titolo= Felsic highland crust on Venus suggested by Galileo Near-Infrared Mapping Spectrometer data |rivista= Journal of Geophysical Research: Planets |data= 2008 |volume= 113 |doi = 10.1029/2008JE003134 |pp= E00B24 |bibcode = 2008JGRE..11300B24H }}</ref> Queste credenze ebbero termine quando le prime sonde spaziali raccolsero dati scientifici accurati, grazie ai quali si scoprì che Venere è un mondo "infernale" con la temperatura superficiale superiore ai 400&nbsp;°C e un'[[Atmosfera di Venere|atmosfera acida]] 90 volte più densa dell'[[atmosfera terrestre]].
{{Conteggio cancellazioni/Concluse/Voce|i = 2 |voce = Ciao! Ciao! Bel soldatin! |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 giugno 18 |durata = 2 giorni |multipla = }}
 
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Dal 2004, la sonda [[Cassini-Huygens]] rivelò che la luna di [[Saturno (astronomia)|Saturno]], [[Titano (astronomia)|Titano]], era uno dei più mondi più simili alla Terra al di fuori della [[zona abitabile]]. Pur avendo una composizione chimica estremamente diversa, nel 2007 venne confermata la presenza di laghi, fiumi e processi fluviali avanzati come sulla Terra.<ref>{{Cita web|url=http://www.sciencedaily.com/releases/2006/07/060721202957.htm |titolo=Cassini Reveals Titan's Xanadu Region To Be An Earth-Like Land |data=23 luglio 2006 |editore=Science Daily |accesso=27 agosto 2007 }}</ref><ref name="Seeing_Touching_Titan-ESA">{{Cita news|url=http://www.esa.int/SPECIALS/Cassini-Huygens/SEMHB881Y3E_0.html |titolo=Seeing, touching and smelling the extraordinarily Earth-like world of Titan |editore=ESA News, European Space Agency |data=21 gennaio 2005 |accesso=28 marzo 2005 }}</ref> Ulteriori osservazioni dei fenomeni meteorologici su Titano aiutarono la comprensione dei processi geologici che possono aver luogo su pianeti simili alla Terra.<ref>{{Cita web|url=http://saturn.jpl.nasa.gov/news/press-release-details.cfm?newsID=731 |titolo=Cassini-Huygens: News |editore=Saturn.jpl.nasa.gov |accesso=20 agosto 2011}}</ref>
 
Il [[telescopio spaziale Kepler]], a partire dal [[2011]], iniziò ad osservare i [[Transito (astronomia)|transiti]] di potenziali [[pianeti terrestri]] nella zona abitabile,<ref name="NASA20111205_2011_373">{{Cita web|url=http://www.nasa.gov/centers/ames/news/releases/2011/11-99AR.html|titolo=NASA – NASA's Kepler Confirms Its First Planet in Habitable Zone of Sun-like Star|sito=NASA Press Release|accesso=6 dicembre 2011}}</ref> individuando diversi pianeti con raggio inferiore a 1,5&nbsp;[[Raggio terrestre|R<sub>⊕</sub>]], e nel 2015 venne scoperto [[Kepler-452 b]], un pianeta di dimensioni terrestri in orbita ad una stella [[Analogo solare|simile al Sole]].<ref name="bno">{{Cita web|url=http://bnonews.com/news/index.php/news/id961 |titolo=NASA telescope discovers Earth-like planet in star’s ‘habitable zone |data=23 luglio 2015 |sito=[[BNO News]] |accesso=23 luglio 2015}}</ref>
 
== Criteri ==
[[File:Kepler22b-artwork.jpg|thumb|Immagine artistica di [[Kepler22 b]], un possibile analogo della Terra.]]
La probabilità di trovare un analogo terrestre dipende in gran parte da varie caratteristiche che si prevede siano simili alle caratteristiche della Terra. I criteri principali, che non sono comunque gli unici, sono: dimensioni del pianeta, [[gravità superficiale]], [[classificazione stellare|tipo di stella madre]], distanza orbitale, stabilità dell'[[inclinazione assiale]] e della [[Periodo di rotazione|rotazione]], [[geografia]] simile, [[oceani]], condizioni dell'[[Atmosfera terrestre|atmosferiche]] e [[Meteorologia|meteorologiche]], forte [[magnetosfera]] e la presenza di forme di vita complesse come sulla Terra. Se c'è vita complessa, potrebbero esistere alcune foreste che coprono gran parte della Terra, e se ci fosse anche vita intelligente, alcune parti del territorio potrebbero essere coperte da città. Alcuni fattori possono essere improbabili da trovare su un esopianeta, a causa proprio della [[storia della Terra]]. Ad esempio l'atmosfera terrestre non è sempre stato ricca di [[ossigeno]], che è un chiaro segnale della comparsa della [[fotosintesi clorofilliana|vita fotosintetica]]. La formazione, la presenza e l'influenza della [[Luna]] (come ad esempio le [[forze di marea]]) possono costituire un [[Ipotesi della rarità della Terra|problema a trovare un analogo terrestre]].
 
== Dimensioni ==
La [[gravità]] di un è direttamente proporzionale alla sua [[Massa (fisica)|massa]], di conseguenza un pianeta poco massiccio perderà velocemente la sua atmosfera primordiale, divenendo un [[pianeta deserto]] come Marte.<ref>{{cita web |url=http://science.time.com/2013/07/23/revealed-how-mars-lost-its-atmosphere |titolo=Revealed: How Mars Lost Its Atmosphere|cognome=Kluger |nome=Jeffrey |data=23 luglio 2013 |editore=TIME}}</ref> Al contrario, un pianeta [[Super Terra|troppo massiccio]] potrebbe trattenere un'atmosfera troppo densa, che non lascia passare la luce della stella e dar luogo ad un'[[effetto serra]] incontrollato, come nel casi di Venere.<ref>{{cita web |url=http://www.thedailybeast.com/articles/2014/06/08/mega-earth-is-the-weirdest-exoplanet-yet.html |titolo=Mega-Earth Is the Weirdest Exoplanet Yet |cognome=Francis |nome=Matthew R. |data=8 giugno 2014 |editore=The Daily Beast}}</ref> Per questa ragione, gli esperti pensano che un analogo terrestre debba avere una massa compresa tra 0,8 e 1,9&nbsp;[[Massa terrestre|M<sub>⊕</sub>]] e un raggio tra 0,5 e 2,0&nbsp;[[Raggio terrestre|R<sub>⊕</sub>]], <ref>{{cita web |url=http://phl.upr.edu/library/notes/amassclassificationforbothsolarandextrasolarplanets |titolo=A Mass Classification for both Solar and Extrasolar Planets |accesso=26 gennaio 2015 |cognome=Mendez |nome=Abel |data=16 agosto 2011 |editore=Planetary Habitability Laboratory}}</ref> anche se studi dell'[[Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics]] restringono il limite in 1,6 raggi terrestri, al di sotto del quale quasi certamente un pianeta avrebbe una composizione di roccia-ferro simile a quella della Terra e di Venere.<ref name="HSCA">{{cita news |titolo=New Instrument Reveals Recipe for Other Earths |url=http://www.cfa.harvard.edu/news/2015-03 |pubblicazione=Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics|data=5 gennaio 2015}}</ref> Lo stesso studio afferma che un pianeta con massa inferiore a 6 masse terrestri ha grossa probabilità di avere una composizione simile a quella terrestre.
 
Quando vennero scoperti [[Kepler-62]] e [[Kepler-62 f]], venne avanzata l'ipotesi che questi esopianeti fossero [[pianeta oceano|pianeti oceano]], che rappresenterebbero una via intermedia tra i pianeti tellurici come la Terra e i [[mininettuno]].<ref name="WWPlanets">{{cita web |url=http://www.space.com/20728-new-alien-planets-oceans-life.html |titolo=What Might Alien Life Look Like on New 'Water World' Planets? |cognome=Wall |nome=Mike |data=18 aprile 2013 |editore=[[Space.com]]}}</ref> Questi casi potrebbero essere frequenti attorno alle nane rosse, poiché con orbite più piccole è più probabile che i corpi planetari in formazione abbiano catturato elementi pesanti presenti all'interno del [[disco protoplanetario]].<ref name="WWPlanets" /> Non ci sono comunque ragioni che compromettono il formarsi della vita su questo tipo di pianeti.<ref>{{cita web |url=http://www.astrobio.net/news-exclusive/water-world-earths-host-life-even-theyre-askew/ |titolo=Water-World Earths Could Host Life, Even If They’re Askew |accesso=1º agosto 2015 |cognome=Howell |nome=Elizabeth |data=26 febbraio 2015 |pubblicazione=Astrobiology Magazine |lingua=en}}</ref>
 
Le dimensioni di un pianeta influiscono anche sul suo [[campo magnetico]] e sulla [[tettonica delle placche]]. Le [[super Terre]] potrebbero avere condizioni interne ben diverse dalla Terra, e mentre alcuni modelli indicano che la tettonica delle placche sia poco frequente nelle super Terre, altri suggeriscono che sarebbe un fenomeno comune, anche in caso di carenza d'acqua.<ref>{{Cita pubblicazione|doi=10.1016/j.epsl.2009.07.015|titolo=Convection scaling and subduction on Earth and super-Earths|data=2009|cognome1=Valencia|nome1=Diana|cognome2=O'Connell|nome2=Richard J.|rivista=Earth and Planetary Science Letters|volume=286|numero=3-4|p=492|bibcode = 2009E&PSL.286..492V }}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi=10.1016/j.epsl.2011.07.029|titolo=Plate tectonics on super-Earths: Equally or more likely than on Earth|data=2011|cognome1=Van Heck|nome1=H.J.|cognome2=Tackley|nome2=P.J.|rivista=Earth and Planetary Science Letters|volume=310|numero=3-4|p=252|bibcode = 2011E&PSL.310..252V }}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi=10.1029/2007GL030598 |titolo=Geological consequences of super-sized Earths |data=2007 |cognome1=O'Neill |nome1=C. |cognome2=Lenardic |nome2=A. |rivista=Geophysical Research Letters |volume=34 |numero=19|bibcode = 2007GeoRL..3419204O }}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome1=Diana |cognome1=Valencia |nome2=Richard J. |cognome2=O'Connell |nome3=Dimitar D |cognome3=Sasselov |data=November 2007 |url=http://iopscience.iop.org/article/10.1086/524012/pdf|titolo=Inevitability of Plate Tectonics on Super-Earths |rivista=Astrophysical Journal Letters |volume=670 |numero=1 |pp=L45-L48 |doi=10.1086/524012 |arxiv=0710.0699 |cid=CITEREFValenciaO'ConnellSasselov2007 |bibcode=2007ApJ...670L..45V}}</ref>
 
== Temperatura ==
[[Image:planetaAM(2).jpg|upright=1.2|thumb|left|Possiible aspetto di un [[pianeta oceano]] situato nella [[zona abitabile]] di una [[nana rossa]].]]
Esistono diversi fattori che possono determinare la temperatura sulla superficie di un pianeta, come la distanza dalla sua stella e la luminosità di questa, l'[[albedo]], la densità e composizione dell'atmosfera, in particolare la percentuale dei [[gas serra]], e i [[Rotazione sincrona|blocchi mareali]].<ref>{{cita web |url=http://phl.upr.edu/press-releases/thetop12habitableexoplanets |titolo=The Top 12 Habitable Exoplanets |autore= Abel Mendez|data=16 settembre 2013 |editore=PHL}}</ref><ref name="RD">{{cita web |url=http://www.space.com/13950-habitable-alien-planets-tidal-lock-life.html |titolo=Alien Planets With No Spin May Be Too Harsh for Life |cognome=Redd |nome=Nola T. |data=15 dicembre 2011 |editore=Space.com}}</ref>
 
Come probabilmente accadde alla Terra nel [[cryogeniano]], una temperatura media leggermente inferiore può portare all'aumento delle [[Calotta polare|calotte polari]], e di conseguenza aumentare l'albedo del pianeta, che riflettendo nello spazio gran parte dei raggi della stella causerà una diminuzione di temperatura, con conseguente aumento dell'estensione dei ghiacci, iniziando un processo che porterà ad una [[Terra a palla di neve|glaciazione globale]].<ref name="Budyko">{{cita pubblicazione | autore=M.I. Budyko | titolo=Effect of solar radiation variation on climate of Earth | rivista=Tellus | anno=1969 | volume=21 | numero=5 | pp=611-1969 }}</ref>
 
Allo stesso modo, un'atmosfera con quantità maggiori di gas serra rispetto a quella terrestre potrebbe innescare un effetto serra galoppante, simile a Venere.<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/23910-habitable-zones-alien-planets-stars-infographic.html |titolo=How Habitable Zones for Alien Planets and Stars Work (Infographic) |cognome=Tate |nome=Karl |data=11 dicembre 2013 |editore=[[Space.com]] }}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.scientificamerican.com/article/fact-or-fiction-runaway-greenhouse/ |titolo=Fact or Fiction?: We Can Push the Planet into a Runaway Greenhouse Apocalypse|cognome=Billings |nome=Lee |data=11 luglio 2009 |editore=Scientific American}}</ref> A differenza di un ciclo di glaciazione globale, che un'[[Vulcanismo|attività vulcanica]] del pianeta potrebbe concludere, è difficile che i cambiamenti su un pianeta lo possano modificare abbastanza per sfuggire ad un effetto serra incontrollato.<ref>{{cita web |url=http://www.nature.com/news/earth-is-only-just-within-the-sun-s-habitable-zone-1.14353 |titolo=Earth is only just within the Sun's habitable zone |cognome=Perkins |nome=Sid |data=11 dicembre 2013 |editore=[[Nature]]}}</ref> Molti dei pianeti più massicci della Terra in orbita vicino al bordo interno della zona abitabile della stella, sono probabilmente dei ''super Venere'', piuttosto che delle super Terre.<ref>{{cita web |url=http://www.space.com/23921-habitable-zone-exoplanets-sunlike-stars.html |titolo=Exoplanet Habitable Zone Around Sunlike Stars Bigger Than Thought |cognome=Kramer |nome=Miriam |data=11 dicembre 2013 |editore=[[Space.com]]}}</ref>
 
Il [[blocco mareale]] è un altro fattore che può influenzare notevolmente la temperatura di un pianeta.<ref name="RD" /> Si verifica in genere nelle stelle di tipo M e di tardo tipo K, dove la zona abitabile non oltrepassa il limite entro il quale la forza gravitazionale della stella costringe il pianeta ad una [[rotazione sincrona]], e di conseguenza qualsiasi esopianeta orbitante una stella di questo tipo nella sua zona abitabile avrà un emisfero costantemente esposto alla luce e l'altro nell'oscurità perpetua.<ref>{{cita news |autore=Korey Haynes |titolo=Habitability Still a Go on Tidally Locked Terrestrial Exoplanets |url=http://astrobites.org/2014/11/07/habitability-still-a-go-on-tidally-locked-terrestrial-exoplanets/ |pubblicazione=Astrobites |data=7 novembre 2014}}</ref>
 
Oltre ad una maggior esposizione all'attività stellare a causa della vicinanza, il blocco mareale può influenzare le dinamiche interne del pianeta e distruggere la sua [[magnetosfera]], esponendolo ai [[Vento solare|venti stellari]].<ref name="TrDwr">{{cita web |url=http://www.space.com/6560-life-thrive-red-dwarf-star.html |titolo=Can Life Thrive Around a Red Dwarf Star? |cognome=Schirber |nome=Michael |data=9 aprile 2009 |editore=Space.com}}</ref> Si pensa che questi corpi registrino grandi differenze di temperatura tra l'emisfero diurno e quello notturno, dove l'acqua potrebbe congelarsi se non ha una densa atmosfera che possa distribuire efficacemente il calore dall'emisfero illuminato a quello oscuro.<ref name="UnivTod">{{cita web |url=http://www.universetoday.com/103518/water-trapped-worlds-possible-around-red-dwarf-stars/ |titolo=Water-Trapped Worlds Possible Around Red Dwarf Stars? |autore=David Dickinson |data=17 luglio 2013 |editore=[[Universe Today]]}}</ref> Tuttavia, potrebbero esserci temperature moderate nella zona del [[Terminatore (giorno)|terminatore del pianeta]] che potrebbero permettere l'abitabilità.<ref>{{cita news |cognome=Berardelli |nome=Phil |data=29 settembre 2010 |url=http://news.sciencemag.org/sciencenow/2010/09/astronomers-find-most-earth-like.html |titolo=Astronomers Find Most Earth-like Planet to Date |editore=[[Science]] }}</ref>
 
È probabile che le temperature più stabili si abbiano su pianeti orbitanti analoghe solari nella zona abitabile, dal momento che essi sono abbastanza lontani dalla loro stella da non essere in rotazione sincrona. La dimensione della zona abitabile è direttamente proporzionale alla luminosità della stella, essendo più ampia quanto più luminosa sia la stella stessa.<ref name="HZsize">{{cita web |url=http://www.astrobio.net/news-brief/red-dwarf-planets-face-hostile-space-weather-within-habitable-zone/ |titolo=Red Dwarf Planets Face Hostile Space Weather Within Habitable Zone |cognome=Walker |nome=Lindsey N. |data=11 giugno 2014 |editore=Astrobiology Magazine|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150905143911/http://www.astrobio.net/news-brief/red-dwarf-planets-face-hostile-space-weather-within-habitable-zone/ |dataarchivio=5 settembre 2015}}</ref> Nel novembre 2013, in base ai dati della [[missione Kepler]], gli astronomi hanno stimato in 11 miliardi il numero di esopianeti di tipo terrestre nella zona abitabile di stelle simili al Sole, solo nella [[Via Lattea|nostra galassia]].<ref name="88b">{{cita web |url=http://www.nydailynews.com/news/national/8-8-billion-earth-like-planets-milky-study-article-1.1507171 |titolo=There are 8.8 billion Earth-like planets in the Milky Way |autore=NY Daily News |data=5 novembre 2013}}</ref>
 
La vita stessa è di per sé un fattore di abitabilità, moderando e stabilizzando la temperatura del pianeta attraverso meccanismi quali l'[[Fotosintesi|attività fotosintetica]], che ha permesso la nascita di [[Aerobiosi|organismi aerobici]] sulla Terra.<ref>{{cita web |url=http://www.astrobio.net/news-exclusive/the-rise-of-oxygen/ |titolo=The Rise of Oxygen|data=30 luglio 2003 |editore=Astrobiology Magazine}}</ref> Esiste un ampio consenso tra la comunità scientifica circa l'[[evoluzione]] delle specie come una legge universale, quindi bisogna aspettarsi che, come è avvenuto sulla Terra, gli organismi semplici possono modificare le condizioni di abitabilità planetaria, in particolare la temperatura e la composizione atmosferica-, permettendo l'emergere di altre forme di vita.<ref>{{cita web |url=http://www.abc.es/ciencia/20131003/abci-oxigeno-aparecio-tierra-mucho-201310021831.html |titolo=El oxígeno apareció en la Tierra mucho antes de lo que se creía |cognome=Nieves |nome=José Manuel |data=3 novembre 2013 |editore=ABC}}</ref>
 
== Stella ==
{{vedi anche|Abitabilità dei sistemi planetari delle nane rosse|Abitabilità dei sistemi planetari delle nane arancioni}}
[[File:Morgan-Keenan spectral classification.png|thumb|350px|Classificazione stellare di Morgan-Keenan.]]
Le caratteristiche di una stella determinano le condizioni presenti di un sistema planetario.<ref name="SH">{{cita pubblicazione|autore= René Heller, John Armstrong|url=http://online.liebertpub.com/doi/abs/10.1089/ast.2013.1088?journalCode=ast& |data=10 gennaio 2014|titolo=Superhabitable Worlds}}</ref> Le stelle più massicce e luminose come quelle di classe O e B, producono un processo di [[fotoevaporazione]] che impedisce la formazione di pianeti, ed è quindi praticamente imposibile trovare analoghi terrestri in orbita attorno a questo tipo di stelle.<ref>{{cita web|autore=L. Vu|data=5 ottobre 2006|titolo=Planets Prefer Safe Neighborhoods|url=http://www.spitzer.caltech.edu/news/863-feature06-31-Planets-Prefer-Safe-Neighborhoods|editore=[[Spitzer Science Center]]}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.nasa.gov/audience/forstudents/nasaandyou/home/find-planets_bkgd_en.html |titolo=NASA Finds Earth-sized Planet Candidates in the Habitable Zone |editore=NASA |data=16 dicembre 2011}}</ref> Inoltre, la vita di una stella è inversamente proporzionale alla sua massa e perfino in stelle di tipo A e F la vita non abbia il tempo per svilupparsi.<ref>{{Cita web|cognome1=Naftilan |nome1=S. A. |cognome2=Stetson |nome2=P. B. |data=13 luglio 2006 |url=http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=how-do-scientists-determi |titolo=How do scientists determine the ages of stars? Is the technique really accurate enough to use it to verify the age of the universe? |editore=''Scientific American'' |accesso=11 maggio 2007 }}</ref>
 
All'altro estremo, le piccole nane rosse hanno zone abitabili molto vicine a esse,<ref name="HZsize" /><ref>{{cita web |url=http://phl.upr.edu/press-releases/kapteyn |titolo=Oldest Known Potentially Habitable Exoplanet Found |cognome=Mendez |nome=Abel |data=3 giugno 2014 |editore=PHL}}</ref> ed è molto probabile che qualsiasi pianeta situato alla giusta distanza sia in rotazione sincrona, volgendo sempre lo stesso emisfero alla stella.<ref name="RD" /> Inoltre, le dinamiche delle nane rosse sono molto diverso da quelle del Sole, mostrando forti cali e aumenti di luminosità che influenzano negativamente qualsiasi forma di vita presente nel sistema.<ref>{{cita web |url=http://www.natureworldnews.com/articles/9276/20141001/massive-stellar-flares-very-mini-star.htm |titolo=Massive Stellar Flares From a Very Mini Star |cognome=Stallard |nome=Brian |data=1º ottobre 2014 |editore=[[Nature]]}}</ref> Gli effetti possono essere ancora più dannoso se si tratta di una [[stella a flare]], uno stato che sembra essere comune nei primi miliardi di anni di vita delle stelle di questa tipo.<ref name="TrDwr" /><ref name="HZsize" /> La possibile esistenza di vita su pianeti appartenenti a nane rosse è oggetto di dibattito e di grande interesse per l'[[astrobiologia]], visto che questa classe di stelle sono le più comuni e longeve costituendo oltre il 70% di tutte le stelle dell'universo,<ref>{{cita news |autore= Pieter G. van Dokkum, Charlie Conroy|url=http://www.nature.com/nature/journal/v468/n7326/full/nature09578.html|titolo= A substantial population of low-mass stars in luminous elliptical galaxies|rivista=[[Nature]]|pp=940-942|numero=468|data=16 dicembre 2010}}{{arxiv|1009.5992}}</ref><ref>{{cita news |titolo=Discovery Triples Number of Stars in Universe|url=http://www.sciencedaily.com­/releases/2010/12/101201134158.htm|pubblicazione=Yale University|data=1º dicembre 2010}}</ref> inoltre la loro stabilità aumenta man mano che invecchiano. Le nane arancioni di tipo K potrebbero essere ideale per lo sviluppo della vita, presentando gli stessi vantaggi di quelle di M senza i loro inconvenienti.<ref name="SH" />
 
Un altro fattore da considerare è la [[metallicità]] della stella.<ref>{{Cita|Perryman|2011|pp=188-191}}</ref> Quelle con valori molto bassi sono povere di elementi pesanti, e questo influisce sulla composizione dei pianeti che si possono formare, che saranno anch'essi carenti di metalli pesanti.<ref>{{cita web |url=http://www.astrobio.net/news-exclusive/when-stellar-metallicity-sparks-planet-formation/ |titolo=When Stellar Metallicity Sparks Planet Formation |cognome=Sanders |nome=Ray |data=9 aprile 2012 |editore=Astrobiology Magazine}}</ref> La metallicità di una stella varia a seconda della regione della galassia, e per questo è stato coniato il termine "zona abitabile galattica", che nella Via Lattea forma un anello tra i 4 e i 10 [[Kiloparsec|kpc]] dal [[centro galattico]]. Più vicino al nucleo della galassia, l'esposizione alle supernove e ad altri eventi cosmici altamente energetici impedirebbe la presenza di forme di vita complesse, mentre più lontano la metallicità sarebbe troppo bassa per consentire la formazione planetaria.<ref name=gonzalez-2001>{{Cita pubblicazione|doi=10.1006/icar.2001.6617|arxiv=astro-ph/0103165|titolo=The Galactic Habitable Zone: Galactic Chemical Evolution|data=2001|cognome1=Gonzalez|nome1=Guillermo|cognome2=Brownlee|nome2=Donald|cognome3=Peter|nome3=Ward|rivista=Icarus|volume=152|pp=185|bibcode = 2001Icar..152..185G }}</ref>
 
Di conseguenza, si prevede che gli analoghi terrestri appartengano ad analoghi solari, cioè a stelle aventi massa, dimensioni e metallicità simili al Sole o a una stella di tipo K.<ref name="SH" />
 
== Composizione atmosferica ==
I componenti principali dell'atmosfera terrestre sono molto comuni nell'universo ed è probabile che tutti i pianeti abbiano o abbiano avuto, in qualche momento della loro storia, un'atmosfera più o meno densa composta in parte o interamente da []][idrogeno]], [[ossigeno]], [[azoto]] e/o composti chimici che ne derivano, quali [[anidride carbonica]], [[metano]], [[vapore acqueo]] e altri. L'atmosfera terrestre è composta principalmente da azoto (78%) e ossigeno (21%), prodotto dall'[[Fotosintesi|attività fotosintetica]],ref>{{cita web |url=http://books.google.es/books?id=AJA-GRmTzHEC&pg=PA456&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false |titolo=Física: curso teórico-práctico de fundamentos físicos de la ingeniería |autore1=Gálvez, F.J. |autor2=López, R. |autor3=Llopis, A. |autor4=Rubio, C. |año=1998 |editorial=Tébar Flores |página=456}}</ref> ma è cambiata notevolmente nel corso del tempo, come dopo la [[catastrofe dell'ossigeno]], alterando in modo significativo le condizioni della superficie terrestre. E' possibile che, come è successo sulla Terra, nascano [[microrganismi]] negli oceani di esopianeti che ne formino altri capaci di generare la fotosintesi, in un processo di [[convergenza evolutiva]]. Con il passare del tempo essi potrebbero modificare la composizione dell'atmosfera tanto da renderla ocmpatibile per forme viventi complesse.
 
Solitamente si considerano l'ossigeno molecolare (O2) e il suo sottoprodotto [[Fotochimica|fotochimico]], l[[ozono]] (O3) come i migliori indicatori atmosferici della presenza di attività organica presente nell'ambiente. Tuttavia, la [[fotolisi]] dell'acqua mediante causata dalla [[radiazione ultravioletta]], seguita dalla [[fuga idrodinamica]] dell'idrogeno, può innescare un accumulo di ossigeno nell'atmosfera dei pianeti vicini alla loro stella tanto da dar inizio a un effetto serra incontrollato. Si pensa che nei pianeti situati nella zona abitabile la fotolisi dell'acqua sarebbe fortemente limitata da strati atmosferici freddi di vapor acqueo presenti nella bassa atmosfera. Tuttavia, l'estensione di questi strati freddi dipende in larga misura dalla quantità di gas non condensabili presenti nell'atmosfera, come l'[[argon]] e l'azoto. In assenza di questi gas le probabilità di un accumulo di ossigeno dipendono anche dalla storia dell'[[Accrescimento (astronomia)|accrescimento]] del pianeta, dalla chimica interna, dalle dinamiche atmosferiche e dalle caratteristiche del suo orbita, di conseguenza l'ossigeno di per sé non rappresenta una forte [[biofirma]]. La percentuale di azoto e argon rispetto all'ossigeno potrebbe essere rilevata studiando le variazioni di [[radiazione infrarossa]] con la fase orbitale, oppure con [[spettroscopia|metodi spettroscopici]] e con l'analisi dello [[scattering di Rayleigh]].
 
Gli attuali strumenti non hanno la precisione necessaria per eseguire questi studi spettroscopici su pianeti extrasolari di massa terrestre orbitanti alle loro stelle nella zona abitabile. Alcuni telescopi terrestri e spaziali in programma nel futuro prossimo potrebbero risolvere alcune delle incognite della comunità scientifica, studiando la composizione atmosferica di potenziali analoghi terrestri, confermando o no la presenza di vita.
 
== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
* {{ cita libro |autore = Michael Perryman |anno = 2011 | url = https://books.google.com.uy/books?id=xekY6FuKuAcC&printsec=frontcover&dq=Perryman+Michael+The+Exoplanet+Handbook.&hl=es&sa=X&ei=3NrGVJu7HMfwUMXLgugC&ved=0CB0Q6AEwAA#v=onepage&q=Perryman%20Michael%20The%20Exoplanet%20Handbook.&f=false| titolo = The Exoplanet Handbook| editore = Cambridge University Press | isbn = 978-0-521-76559-6 | cid = Perryman}}
 
== Voci correlate ==
*[[Earth Similarity Index]]
*[[Pianeta Goldilocks]]
*[[Abitabilità planetaria]]
*[[Zona abitabile]]
*[[Analogo solare]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://phl.upr.edu/projects/habitable-exoplanets-catalog Catalogo dei pianeti potenzialmente abitabili del PHL] (in inglese)
* [http://exoplanetarchive.ipac.caltech.edu/index.html Archivio esopianeti dellala NASA] (in inglese
 
{{portale|astronomia}}
 
[[Categoria:Pianeti terrestri]]