Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e Ghiacciaio Belgica: differenze tra le pagine

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{{Ghiacciaio
{{Area protetta
|nomeghiacciaio = Ghiacciaio Belgica
|stato = Italia
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|linkmappa = Parco Nazionale d'Abruzzo.jpg
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|sigla_paese = ATA
|nomearea = Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
|regione = [[Terra di Graham]]
|tipoarea = Parco nazionale
|provincia = [[Costa di Graham]]
|euap = EUAP0001<ref name="minambiente.it">[http://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/downloadPdf?dataPubblicazioneGazzetta=20100531&numeroGazzetta=125&tipoSerie=SG&tipoSupplemento=SO&numeroSupplemento=115&estensione=pdf&edizione=0 Elenco ufficiale delle aree protette (EUAP)] 6º Aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 115 alla [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]] n. 125 del 31 maggio 2010.</ref>
|catenamontuosa =
|regione = {{IT-ABR}}<br />{{IT-LAZ}}<br />{{IT-MOL}}
|latitudine_d = -65.3833341
|provincia = {{IT-AQ}}<br />{{IT-FR}}<br />{{IT-IS}}
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|comuni = [[#I comuni|vedi lista nella voce]]
|altrinomi =
|classif-internaz = [[IUCN]] category II - [[Diploma europeo delle aree protette|DEB]] - [[sito di interesse comunitario|SIC]] - [[zone di protezione speciale|ZPS]]
|tipo =
|provvedimenti istitutivi = RDL 257 11/01/1923 - DPR 10-1-90 - DPCM 26-11-93 - DPR 24-1-2000
|valle =
|superficieterra = 49.680,00<ref name="minambiente.it"/>
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|superficiemare =
|altitudine = 273
|gestore = Ente Parco Nazionale d'[[Abruzzo]], [[Lazio]] e [[Molise]]
|lunghezza = 8
|presidente = Antonio Carrara
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|mappaalternativa = Penisola Antartica
}}
Il '''ghiacciaio Belgica''' (in [[lingua inglese|inglese]] ''Belgica Glacier'') ({{Coord|65|23|S|63|50|W}}) è un [[ghiacciaio]] lungo circa 8&nbsp;km situato sulla [[costa di Graham]], nella parte occidentale della [[Terra di Graham]], in [[Antartide]]. Il ghiacciaio, il cui punto più alto si trova 273&nbsp;m [[s.l.m.]], fluisce fino ad unirsi al flusso del [[ghiacciaio Trooz]], a est della [[collina Lancaster]], nella [[penisola Kiev]].<ref name = "gn6623177">{{cita web|url=http://www.geonames.org/6623177/belgica%20glacier.html|titolo=Ghiacciaio Belgica|editore= [http://www.geonames.org/about.html GeoNames.Org (cc-by)]| data = 20 gennaio 2008|accesso=26 maggio 2017}}</ref>
[[File:National parks of Italy Abruzzi.png|thumb|Localizzazione del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (in arancione).|280px]]
Il '''Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise''' è un [[parco nazionale]] compreso per la maggior parte (3/4 circa) in [[provincia dell'Aquila]] in [[Abruzzo]] e per il rimanente in quella di [[provincia di Frosinone|Frosinone]] nel [[Lazio]] ed in quella di [[provincia di Isernia|Isernia]] nel [[Molise]]. Fu inaugurato il 9 settembre [[1922]] a [[Pescasseroli]], attuale sede e direzione centrale del parco, mentre l'ente omonimo era stato già costituito il 25 novembre [[1921]] con direttorio provvisorio<ref>E. Sipari, ''Relazione del Presidente del Direttorio provvisorio dell'Ente Autonomo del Parco Nazionale d'Abruzzo alla commissione amministratrice'', Tipografia Maiella, Tivoli 1926. Tutti i documenti del periodo sono riportati in L. Arnone Sipari (a cura di), ''Scritti scelti di Erminio Sipari sul Parco Nazionale d'Abruzzo (1922-1933)'', Temi editrice, Trento 2011.</ref>. La sua istituzione è avvenuta ufficialmente con il [[Regio decreto]]-legge dell'11 gennaio [[1923]]<ref>[http://www.minambiente.it/sites/default/files/rdl_11_01_1923_257_pn_abruzzo.pdf Regio decreto-legge dell'11 gennaio 1923, n. 257 (G.U. 22 febbraio 1923, n.44)]</ref>.
 
== Descrizione ==
Il ''Parco nazionale d'Abruzzo'' (con la legge n. 93 del 23 marzo [[2001]] ''Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise'', denominazione che non implica trasformazioni amministrative), insieme al [[Parco Nazionale del Gran Paradiso]]<ref>Il Parco Nazionale Gran Paradiso, di poco precedente, è stato istituito con il [http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/rdl_03_12_1922_1584_pn_granparadiso.pdf Regio decreto-legge 3 dicembre 1922, n. 1584 (G.U. 13 dicembre 1922, n.291)]. Il Parco Nazionale d'Abruzzo è stato istituito ufficialmente con il Regio decreto-legge del successivo 11 gennaio 1923, n. 257 (G.U. 22 febbraio 1923, n.44).</ref>, è uno dei più antichi parchi d'[[Italia]] noto a livello internazionale per il ruolo avuto nella conservazione di alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti, quali il [[canis lupus|lupo]], il [[camoscio d'Abruzzo]] e l'[[Ursus arctos marsicanus|orso bruno marsicano]], nonché per le prime e numerose iniziative per la modernizzazione e la diffusione localizzata dell'[[ambientalismo]].
{{coord|41.77|13.86|scale:100000|display=title}}
 
===[[Orografia]]===
Il Parco si estende prevalentemente nel territorio montano e pastorale dei [[Monti Marsicani]], una delle dorsali fondamentali dell'[[Appennino abruzzese]], dove non è praticabile la coltura della [[Vitis|vite]] e dell'[[olivo]], sconfinando nel piano delle colture nella [[valle del Giovenco]] e in [[Val di Comino]] ed è ricoperto da boschi di [[faggio]] per circa due terzi della sua superficie.
Dal punto di vista orografico l'area può essere raggruppata in quattro gruppi fondamentali.
 
* ''Gruppo del Monte Tranquillo'' (1841 [[Livello del mare|m s.l.m.]]), propaggine meridionale della [[Serra Lunga]], sistema montuoso parallelo al corso del fiume [[Liri]] e della [[Valle Roveto]] fino al valico di [[Forca d'Acero]]. Si sviluppa tra [[Pescasseroli]], [[Alvito (Italia)|Alvito]] e [[Campoli Appennino]], caratterizzato dalla presenza di evidenti fenomeni carsici quali campi di doline (''Macchiarvana'', ''La Difesa''), uvale ([[Alvito (Italia)|Alvito]]), inghiottitoi, grotte e corsi d'acqua sotterranei affioranti per brevi tratti (''Capo d'Acqua'' di Campoli Appennino). Forti pendenze del versante [[Valcomino|comiense]], ricco anche di sorgenti (''[[Lacerno]]'', [[piana di Alvito]]).
[[File:ValleFondillo.jpg|thumb|La Valfondillo e ''Serra delle Gravare'']]
* ''Gruppo del Monte Marcolano'' (1940 m s.l.m.), tra [[Pescasseroli]] e il [[Fucino]]. È una propaggine del sistema montuoso del Monte Tranquillo-Serra Lunga che da Pescasseroli si spinge verso l'altopiano del Fucino, tra le Valli del Sangro, la ''[[Vallelonga]]'' e l'alto [[Giovenco (fiume)|Giovenco]]. I monti non presentano brusche pendenze o dirupi, salvo qualche rottura di faglia nel ''Vallone Cavuto'' di Pescasseroli. Valli e altipiani carsici caratterizzano fortemente l'area attorno alle sorgenti del Sangro. Grotte e inghiottitoi in località ''Cicerana''. Nel comune di Gioia dei Marsi la cascata dell<nowiki>'</nowiki>''Acqua Ventilata''.
* ''Gruppo della Montagna Grande'', tra [[Scanno]] e [[Villetta Barrea]]. Si estende dalla valle del Sangro alla valle del [[Sagittario (fiume)|Sagittario]] e per un breve tratto fa da spartiacque ai due bacini fluviali. Caratterizzato da rocce calcaree, corrisponde ad una lunga faglia che si sviluppa parallela al corso del Sangro. Le cime più alte sono il [[Monte Marsicano]], le [[Toppe del Tesoro]] e il [[Monte Argatone]]. Debole carsismo al ''Ferroio di Scanno'', [[Bisegna]] (''Fonte Appia'') e Pescasseroli (''Pratorosso''); sorgenti a ''passo Godi'', ''fonte della Regina'' (con tracce di [[Mercurio (elemento)|mercurio]]) e Scanno.
* ''Gruppo dei [[Monti della Meta]]'', dal valico di Forca d'Acero alle [[Mainarde]]. Le cime più alte sono il [[Monti della Meta|monte Petroso]] (2.247 m) ed il monte Marsicano (2.242 m). Ma la vera regina del parco è [[Monte Meta|La Meta (2.242 m)]] (al confine tra versante abruzzese molisano e laziale) con l'affascinante parete NE che si affaccia sul pianoro dei Biscurri. Recentemente è stata inserita nel territorio del Parco anche la catena montuosa delle [[Mainarde]].
* Nella Zona di Protezione esterna troviamo i 2.285 m del [[Monte Greco]] che con i monti circostanti costituisce la più alta, massiccia ed imponente giogaia del circondario.<ref name="ReferenceA">Burri E., Unità Morfocarsiche della Regione Abruzzo, Selca, Firenze 1995</ref><ref name="ReferenceB">''Carta Geologica del Parco Nazionale d'Abruzzo'', cit.</ref>
 
=== [[Geologia]]===
[[File:Vallata-Barrea.jpg|thumb|Le gole del fiume [[Sangro]] nei pressi di [[Barrea]]]]
 
==== [[Tettonica]] ====
La storia geologica del territorio ricadente nel parco è la stessa di tutto l'[[Appennini|Appennino]] centrale. Le giogaie dei monti sono grossi sistemi [[calcare]]i generatisi tra il [[Giurassico inferiore]] ed il [[Cretaceo]] a seguito dell'emersione nel [[Paleocene]] dei grossi giacimenti lagunari della piattaforma carbonatica (estesa ipoteticamente a est di [[Pescasseroli]]) e della scogliera corallina (zona del Monte Marsicano e Montagna Grande di Scanno). A seguito dell'emersione nel [[Miocene]] la laguna ed il mare aperto sono sostituite dai bassifondi che con la definitiva orogenesi del [[Quaternario (geologia)|Quaternario]] formeranno gli strati di [[argilla]] ed [[arenaria]] che oggi si alternano alle montagne [[calcare]]e e ai depositi continentali.
 
Dove emergono gli strati argillosi passa anche la grossa [[faglia|faglia di sovrascorrimento]], debolmente attiva: da [[Pizzone]] si dirama verso [[Alfedena]] e [[Barrea]] per poi proseguire diretta verso [[Villetta Barrea]] e [[Scanno]] lungo la valle del torrente Profluo. [[Faglia|Faglie dirette]] minori sono presenti attorno a [[Pescasseroli]] e sui monti di [[Pescosolido]] e [[Campoli Appennino]].
La mobilità tettonica della zona è causa dei più recenti sismi, fra cui si ricorda il [[Terremoto di Avezzano]].<ref name="Parco Nazionale d 1986">AA.VV., Carta Geologica del Parco Nazionale d'Abruzzo, Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Roma 1986.</ref>
[[File:Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.jpg|left|thumb|Circhi glaciali sul[[la Meta]]]]
 
==== [[Glaciazione|Glaciazioni]] ====
Le cime più alte presentano tracce evidenti dell'ultima glaciazione del [[Quaternario]] con circhi e rispettive tracce di morene ancora superstiti. I più evidenti sono quelli dei [[Monti della Meta]], Serra delle Gravare, del [[Monti della Meta|Monte Petroso]] e del Monte Palombo con la morena al ''Coppo della Polinella''.<ref name="Parco Nazionale d 1986"/>
 
=== Idrografia ===
Un territorio così spiccatamente calcareo sente fortemente dell'azione del modellamento idrico. Vasti campi di doline si distribuiscono sulla Serra Traversa di [[San Donato Val di Comino]], sui monti di [[Settefrati]] e [[Pescasseroli]]. Disseminate per il territorio inoltre numerose grotte di piccole e medie dimensioni, nonché abbondanza di sorgenti [[carsismo|carsiche]]. Se infatti le sorgenti in quota sono limitate e a portata piuttosto discreta, alle falde dei principali complessi montuosi attorno ai 1100–1000 m circa s.l.m. sgorgano abbondanti le acque delle sorgenti ''Tornareccia'' e ''Grotta delle Fate'' nel comune di [[Opi (Italia)|Opi]], ''Aia Santilli'', ''Iannanghera'' e ''Sorgente delle Donne'' di [[Civitella Alfedena]], [[Rio Torto (Abruzzo)|Rio Torto]] di [[Alfedena]] e [[Madonna di Canneto|Canneto]] a [[Settefrati]] (sorgente del [[Melfa]]), e la polla cristallina lungo il fiume [[Sangro]] di Fonte della Regina a [[Villetta Barrea]] con la portata media di 2000 litri d'acqua al secondo.
[[File:Lago di scanno01.jpg|thumb|upright=2|left|Il bacino naturale del [[lago di Scanno]]]]
<center>
{| class="wikitable sortable"
! Sorgenti<ref>Burri E., Massoli Novelli R., Petitta M., ''Il territorio'', in Pratesi F. e Tassi F. (a cura di), «''Parco Nazionale d'Abruzzo''» Carsa ed., Pescara 1998, p. 59.</ref>!! Altezza!! Portata!! Bacino!! Comune
|-
| Morrone del Diavolo || 1370 || 10 || [[Sangro]] || [[Gioia dei Marsi]]
|-
| [[Madonna di Canneto]] || 1020 || 1000 || [[Melfa]] || [[Settefrati]]
|-
| Rio Torto || 1340 || 300 || Sangro || [[Barrea]]-[[Alfedena]]
|-
| Sorgente delle Donne || 1150 || 420 || Sangro || Barrea
|-
| Iannanghera || 1242 || 180 || Sangro || [[Civitella Alfedena]]
|-
| Regina || 980 || 2000 || Sangro || [[Villetta Barrea]]
|-
| Aia Santilli || 1170 || 50 || Sangro || Civitella Alfedena
|-
| Tornarecca || 1100 || 180 || Sangro || [[Opi (Italia)|Opi]]
|}
</center>
[[File:National Park of Abruzzo, Latium and Molise 02196.jpg|thumb|Il torrente ''Scerto'' nella Camosciara]]
 
Tra i fiumi abbiamo ricordato già il [[Sangro]], che nasce presso il passo del Diavolo e scorre nel cuore del parco fino ad uscire dai suoi confini ad [[Alfedena]] occupando la valle principale in cui si sviluppa la riserva. Riceve la maggiore quantità di acque dai torrenti Scerto e Fondillo, la vera e propria linfa vitale del fiume. A [[Barrea]] una diga genera con le sue acque il [[lago di Barrea]].
[[File:Castel san Vincenzo.jpg|thumb|rigth|Il lago di Castel San Vincenzo e le Mainarde]]
Il settore laziale del parco ricade nello spartiacque del [[Liri]] ed entro i margini della riserva ricadono i fiumi [[Melfa]] a [[Settefrati]] e [[Mollarino]] che sorge presso [[San Biagio Saracinisco]]. Il [[Giovenco]], la cui valle oggi è quasi completamente inserita nel parco, è uno degli immissari del bacino del [[Fucino]]. Nel Molise le acque cadono entro lo spartiacque del [[Volturno (fiume)|Volturno]] che sorge nel comune di [[Rocchetta a Volturno]], nel cui percorso si immettono il ''Rio Jemmare'' di Pizzone e il ''Rio San Pietro'' di [[Scapoli]].
 
Nel comprensorio del Parco esistono alcuni interessanti laghi naturali come il [[lago Vivo]], stagionale, il [[lago Pantaniello]], riserva statale fra le cime del Monte Godi importante per l'elevata altezza e per le presenze ittiche, e il [[lago di Scanno]], sorto a seguito di una frana nella valle del fiume [[Sagittario (fiume)|Sagittario]], presso [[Villalago]] e ai piedi dell'abitato di Frattura in comune di [[Scanno]]. Il suo immissario principale è il Torrente Tasso, alimentato da un sistema di sorgenti minori attorno a [[Scanno]] oggi quasi tutte captate per il fabbisogno civico di risorse idriche di alta qualità.<br />
Alcuni laghi artificiali sono stati realizzati nel dopoguerra nella Zona di Protezione Esterna: il lago di Cardito nel comune di [[Vallerotonda]], il lago di Grotta Campanaro a [[Picinisco]] e il [[lago della Montagna Spaccata]] nel territorio di [[Alfedena]], recentemente attrezzati per la ricezione del turismo ecocompatibile<ref name="ReferenceA"/><ref name="ReferenceB"/><ref>Servizio Idrogeologico, ''Le sorgenti italiane, elenco e descrizione, volume IX: Abruzzo'', Ist. Poligr. 1964, n° 14, pp. 482.</ref>.
 
=== Zonazione, accessi e progetti d'ampliamento ===
[[File:Pnalm RiservaIntegrale.jpg|thumb|Segnaletica al confine della zone A, in Valle Fondillo]]
[[File:Lottizzazione Opi 2008.jpg|thumb|Lottizzazione ad uso abitativo nella piccola zona D di [[Opi (Italia)|Opi]]]]
 
Per una migliore amministrazione il territorio del parco è stato suddiviso nella sua gestione nel 1987 in quattro differenti settori di protezione<ref>[http://www.regione.abruzzo.it/xambiente/docs/lineeGuiConMet/Cap2.pdf La zonazione del parco nazionale d'Abruzzo]</ref>.
* '''ZONA A - Riserva integrale''': ricadono in questo provvedimento protezionistico le cime più impervie popolate dai [[Camoscio|Camosci]], il fondovalle dello Scerto e del torrente Fondillo, ma anche porzioni di faggete nei comuni di [[Villetta Barrea]] e [[Pescasseroli]]. L'accesso è interdetto o severamente regolamentato.
* '''ZONA B - Riserva generale''': i territori in cui la presenza umana è sempre stata storicamente costante sono allo stesso modo protetti dai vincoli della riserva generale, che regolamentano l'accesso motorizzato, il prelievo di legname e di prodotti del sottobosco. L'escursionismo è libero.
* '''ZONA C - Protezione''': l'area, prevalentemente estesa nel fondovalle del Sangro, è quel territorio intorno ai centri abitati tradizionalmente dedicato alle attività agricole e all'uso privato delle risorse naturali.
* '''ZONA D - Sviluppo''': i centri urbani inglobati nel perimetro del parco dopo i vari ampliamenti gestiscono in quest'area i piani regolatori dello sviluppo edilizio in collaborazione con il Parco che qui promuove le attività ricettive e di orientamento del flusso turistico.
 
La più comoda località d'accesso è il paese di [[Pescasseroli]] [[Provincia dell'Aquila|(AQ)]], insieme ai centri minori dell'[[Comunità montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia|Alto Sangro]], cuore dell'area protetta. Il parco divide il suo territorio in diversi settori turistici per le relazioni con i visitatori e le promozioni editoriali: il settore [[Val Comino]] in [[provincia di Frosinone]], il settore [[Mainarde]] in [[provincia di Isernia]] e il settore Marsica Fucense che comprende i comuni del parco ricandenti nello spartiacque dell'alveo del [[Fucino]].
 
Nella maggior parte dei comuni sono allestiti centri di visita tematici o uffici di zona in cui è possibile disporre di materiale divulgativo sul Parco e organizzare i percorsi turistici ed escursionistici:
 
[[File:Lagobarrea001.jpg|thumb|Il [[Lago di Barrea]], la campagna circostante e, in fondo, i [[bosco|boschi]] della riserva integrale.|right|300px]]
* Centro Parco, Orto Botanico e Parco Faunistico a [[Pescasseroli]].
* Museo e Area Faunistica del [[Lupo]] Appenninico, Area Faunistica della [[Lynx lynx|Lince]] a [[Civitella Alfedena]].
* Museo e Area Faunistica del [[Camoscio]] d'Abruzzo a [[Opi (Italia)|Opi]]
* Centro Parchi Internazionale e Museo dell'acqua a [[Villetta Barrea]]
* ''Settore [[Fucino|Marsica Fucense]]'': Museo dell'Insetto a [[Bisegna]], Museo e Area Faunistica del [[Cervus elaphus|Cervo]] a [[Villavallelonga]]
* ''Settore [[Val Comino]]'': Ufficio di Zona ad [[Alvito (Italia)|Alvito]] e [[Vallerotonda]], Museo degli animali notturni a [[Picinisco]].
* ''Settore [[Mainarde]]'': Ufficio di Zona a [[Pizzone]], Museo della Zampogna a [[Scapoli]].
 
Recentemente sono stati avanzati nuovi progetti d'ampliamento che interessano parte del comune di [[Alfedena]] nella zona di Capitelli e Lago Montagna Spaccata a Sud-est, nel così detto ''"cuneo della morte"'', luogo di dispersione faunistica e di bracconaggio selvaggio. A Ovest invece per il parere contrario delle amministrazioni locali, è sfumata la possibilità di un ampliamento ai monti della Serra Lunga a [[Villavallelonga]] fino ai comuni di [[Balsorano]], [[San Vincenzo Valle Roveto]] ([[provincia dell'Aquila|AQ]]) e [[Pescosolido]] ([[Provincia di Frosinone|FR]]).<ref>Caruso F., Nel Parco Nazionale d'Abruzzo, tipografia Petrucci, Città di Castello (PG) 1995</ref><ref>http://www.parcoabruzzo.it/ Sito ufficiale del parco</ref>
 
=== Accessibilità ===
Il parco è raggiungibile dalla [[Marsica]] orientale (uscita di [[Pescina]] dell'[[Autostrada A25 (Italia)|A25]]) e dall'[[Alto Sangro]] attraverso la [[Strada statale 83 Marsicana]] che lo attraversa da nord a sud-est toccando centri turistici come [[Pescasseroli]], [[Opi (Italia)|Opi]], [[Villetta Barrea]], [[Civitella Alfedena]], [[Barrea]] e [[Alfedena]]. Accessi secondari provengono da [[Cocullo]] (A25) attraverso la [[Strada statale 479 Sannite]] passando per la [[Gole del Sagittario|Valle del Sagittario]] e [[Scanno]]-[[Passo Godi]], e dal territorio laziale attraverso il valico di [[Forca d'Acero]] e l'omonima [[Strada statale 509 di Forca d'Acero|Strada Statale 509]].
 
== Storia ==
Il ghiacciaio Belgica è stato mappato durante la [[spedizione britannica nella Terra di Graham]], 1934-37, al comando di [[John Rymill]], ed è stato poi così battezzato nel 1959 dal [[Comitato britannico per i toponimi antartici]] in onore della [[RV Belgica (1884)|RV ''Belgica'']], la nave della [[spedizione belga in Antartide]], comandata da [[Adrien de Gerlache]], che esplorò questa zona nel 1897-99.<ref>{{gnis|type=antarid|1182}}</ref>
 
Il Parco nazionale d'Abruzzo fu inaugurato su iniziativa privata nel [[1922]] e riconosciuto nel [[1923]]. La gestione è dell'Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise con sede attuale a [[Pescasseroli]]. Interessa 25 comuni distribuiti nelle province di [[provincia di Frosinone|Frosinone]], [[provincia di Isernia|Isernia]] e [[provincia dell'Aquila|L'Aquila]]. Nel [[1980]] ha avuto inizio la ''zonizzazione'' del parco, cioè la sua suddivisione in zone a diversa protezione ambientale per poter conciliare le opposte esigenze della protezione della natura e degli sviluppi urbanistici delle popolazioni locali.
 
=== Le origini ===
Il forte isolamento in cui il territorio dell'[[Alto Sangro]] giaceva da secoli aveva permesso la conservazione di una rilevante quantità di specie animali e vegetali degni di conservazione; non tutto era stato trasformato in pascolo. Alle timide iniziative locali di istituire una riserva di caccia sul modello di quelle del [[Piemonte]] venne incontro la famiglia Sipari, ricchi proprietari di [[Pescasseroli]] e di [[Alvito (Italia)|Alvito]] imparentati col filosofo [[Benedetto Croce]].<ref>http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/021103b.htm Benedetto Croce e Pescasseroli</ref> Si adoperarono per la realizzazione nel territorio dei comuni di [[Opi (Italia)|Opi]], [[Pescasseroli]], [[Villavallelonga]], [[Collelongo]], [[Lecce nei Marsi]], [[Gioia dei Marsi]], [[Balsorano]] e [[Castellafiume]] della [[Riserva reale Alta Val Sangro|Riserva reale dell'Alta Val di Sangro]], istituita nel [[1872]] da [[Vittorio Emanuele II]]. Tale forma di tutela proseguirà sino al 1878, data nella quale verrà abolita. Nuovamente istituita nel [[1900]], resterà in vigore sino a tutto il [[1912]]<ref>Per una sintesi cfr. [[Lorenzo Arnone Sipari|L. Arnone Sipari]], ''I notabili dell'Alta Val di Sangro e il loro ruolo nella genesi del Parco'', in [http://www.parcoabruzzo.it/pdf/natura.protetta.201213.pdf «Natura Protetta», 2012, n° 13, p. 6]</ref>; contemporaneamente [[Erminio Sipari]] iniziò a dar voce alla prima iniziativa in Italia di istituzione di un Parco Nazionale sul modello dello [[Yellowstone]] statunitense.<ref>F. Pedrotti, ''Alle origini del Parco Nazionale d'Abruzzo: le iniziative di Pietro Romualdo Pirotta'', (L'uomo e l'ambiente, 10), Università di Camerino 1988; L. Arnone Sipari, ''Introduzione'', in Idem (a cura di), ''Scritti scelti di Erminio Sipari'', cit., pp. 11-41.</ref>
 
=== Le prime iniziative ===
 
[[File:PNAbruzzo2.jpg|thumb|upright=1.4|Parco Nazionale d'Abruzzo]]
 
Insieme ad [[Erminio Sipari]], i primi a proporre la realizzazione di un [[Parco Nazionale]] in [[Italia]] furono il botanico [[Pietro Romualdo Pirotta]], lo zoologo [[Alessandro Ghigi]], lo scrittore [[Luigi Parpagliolo]] e l'associazione naturalistica federata «''Pro Montibus et Sylvis''». Gli studiosi e gli ambientalisti della ''Pro Montibus'' notavano la concentrazione di specie appenniniche e la varietà di [[habitat]] di interesse nazionale nella [[Marsica]]: avanzarono il primo piano di tutela ambientale nel 1914, nel quale era previsto un grande parco, esteso dall'alveo del [[Fucino]] e la [[Conca Peligna]] a [[Castel di Sangro]], dal fiume [[Liri]] e [[Valle di Comino]] alle pendici della [[Majella]]. I costi eccessivi della realizzazione e del mantenimento fecero fallire l'iniziativa, alla quale però seguì un secondo più intenso coinvolgimento di associazioni e intellettuali nel progetto istitutivo.
 
Il 25 novembre del 1921, un anno prima dell'istituzione del [[Parco Nazionale del Gran Paradiso]], Erminio Sipari e la Federazione Pro Montibus avviarono la gestione protetta di un piccolo fazzoletto di terra (circa 100 ettari), nelle località Val Fondillo e Camosciara, presa in affitto dal comune di [[Opi (Italia)|Opi]].<ref>Pedrotti F., ''Alle origini del Parco Nazionale d'Abruzzo'', cit., pp. 5-7. L'inaugurazione ufficiale del parco tuttavia avvenne solo il 9 settembre [[1922]] e il provvedimento istitutivo è il Regio decreto n. 157 dell'11 gennaio [[1923]], convertito con legge n. 1511 del 12 luglio [[1923]]. Il successivo 25 marzo un altro decreto ne istituì la commissione amministratrice, in sostituzione del direttorio provvisorio (Pedrotti F., ''cit.'', p. 6; Arnone Sipari L., ''cit.'', p. 20).</ref>
 
=== Istituzione legislativa e ampliamenti ===
 
Nel 1923 l'Amministrazione del Parco è ufficialmente istituita, i confini si estendono anche ad altri comuni che solo in un secondo momento concessero il loro territorio alla protezione dell'Ente Autonomo costituendo così le vere fondamenta del parco attuale;
* ricadono nei primi confini parte del territorio di [[Civitella Alfedena]] e [[Villetta Barrea]] (''Monte Petroso'' e ''Camosciara''), Opi (''Val Fondillo'', ''Valle Fredda''), [[Pescasseroli]] (''[[Forca d'Acero]]'', ''La Difesa''), [[Villavallelonga]] e [[Collelongo]] (''Valli d'Angro''), [[Lecce nei Marsi]] e [[Gioia dei Marsi]] (''Cicerana'', ''Passo del Diavolo''), [[Campoli Appennino]] e [[Alvito (Italia)|Alvito]] (''Capo d'Acqua'', ''Val Lattara''), [[Settefrati]], [[Bisegna]] (''Terratta'').
* nel 1925-26 espansione ai [Monti della Meta] tra Alfedena (AQ) e in [[provincia di Frosinone]] ([[Picinisco]], [[San Biagio Saracinisco]], [[Vallerotonda]]) ed in parte del territorio di [[Pizzone]] e della valle del [[Sangro]]. Nello stesso anno la commissione amministratrice del parco destinò al taglio boschivo parte della Val Fondillo, provvedimento contrastato da Romualdo Pirotta, uno dei fondatori del parco, e che a seguito di ciò, si dimise dal corpo direttivo.<ref>Pedrotti F., ''cit.'', p. 7; Arnone Sipari L., ''cit.'', p. 32.</ref>
* nel 1926 è istituito il museo e lo zoo del parco a [[Pescasseroli]], i primi rifugi e la sentieristica organizzata.
Fra i primi obbiettivi politici del parco si nota la tendenza a favorire presenze turistiche e soggiorni sportivi per convertire l'economia montana pastorale in un sistema compatibile con la tutela dell'ambiente.
* nel [[1933]] il regime [[fascismo|fascista]] sopprime l'Ente Autonomo, probabilmente per i suoi legami con l'[[Azione Cattolica|associazionismo cattolico]] ([[Giovani Esploratori]]) e per rafforzare la presenza nei parchi italiani della [[Milizia Forestale]], che ottenne la gestione anche del [[Parco Nazionale del Gran Paradiso]] e dei nuovi parchi del [[Parco Nazionale del Circeo|Circeo]] e dello [[Parco nazionale dello Stelvio|Stelvio]].<ref>Bortolotti L., ''Documenti sul Parco Nazionale d'Abruzzo'', Collana Verde del M.A.F., n.23, [[1969]]</ref>
 
[[File:Monte delle Vitelle.jpg|In fondo a destra il Monte delle Vitelle, presso [[Pescasseroli]], ospitante una pista di sci innevata artificialmente|thumb|upright=1.4|left]]
 
=== Il dopoguerra e l'amministrazione Saltarelli ===
Nel 1951 il governo [[Democrazia Cristiana|democristiano]] dell'epoca firmò la ricostruzione dell'Ente autonomo. La nuova direzione recuperava gli obiettivi del vecchio Ente, e oltre alle numerose assunzioni di personale di sorveglianza, alla promozione di ricerche scientifiche ed inoltre all'estensione dei divieti di [[caccia]], si promosse la costruzione delle prime moderne infrastrutture per la ricezione del [[turismo]], mobilitandosi senza successo nella realizzazione di strade e alberghi in zone di grande pregio con uno spirito oggi più che mai biasimato. Sulla politica edilizia si innestarono poi, verso la fine degli [[anni 1950|anni cinquanta]], le grandi speculazioni alberghiere e gli interventi per la realizzazione di impianti di risalita e di piste da sci in molti comuni del parco:
 
L'amministrazione di Francesco Saltarelli, iniziata nel 1952, che tentava di opporsi all'ondata d'[[Abusivismo edilizio|abusivismo]], venne liquidata; furono così gli anni della grande espansione urbanistica di [[Pescasseroli]] e dell'aggressione indiscriminata del cemento, secondo un disegno speculativo che voleva la realizzazione di un grande comprensorio turistico-alberghiero da [[Roccaraso]] ai comuni della [[Val di Comino]]. Un lungo periodo di commissariamento e di difficili battaglie per la tutela (nel [[1967]] il parco ottiene il [[Diploma europeo delle aree protette|diploma europeo per la conservazione della natura]]) terminò nel [[1969]] quando [[Franco Tassi]] divenne il nuovo direttore.<ref>Pedrotti F., ''op. cit.'', p. 10.</ref><ref>Cederna A., ''La distruzione della natura in Italia'', Piccola Biblioteca Einaudi, Torino 1975.</ref>
 
=== L'amministrazione Tassi ===
 
[[File:Scorcio Civitella Alfedena.JPG|thumb|upright=1.4|Il centro storico di [[Civitella Alfedena]].]]
 
Nel 1969 Franco Tassi viene nominato direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo. L'amministrazione inizia il suo mandato mostrandosi subito decisamente contraria all'ondata di lottizzazioni che si ripresentava continuamente nei comuni più importanti. Nel 1970 è istituita la [[Zona di Protezione Esterna]], che ricalca in buona parte i confini del primo grande parco proposto dal [[Erminio Sipari|Sipari]] e dalla ''Pro Montibus et Sylvis''.
 
Nel 1976 il terzo grande ampliamento del Parco al massiccio del Monte Marsicano, scongiura la realizzazione di un grande sistema di piste da sci tra [[Pescasseroli]] e [[Bisegna]] sul modello della vicina [[Roccaraso]]. Sono gli anni del grande successo del parco, il ripensamento dei precedenti disegni di sviluppo si concretizza nell'accoglienza selettiva del turismo [[ecologia|ecologista]] e [[ambientalismo|ambientalista]], in contrasto con gli afflussi di massa. Per la prima volta in [[Italia]] fu lanciato quel nuovo modello economico ambientale che trova il suo riferimento nello sviluppo economico di [[Civitella Alfedena]].
 
Il 10 gennaio 1990 con il decreto del presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga|Cossiga]] i comuni di [[Pizzone]], [[Castel San Vincenzo]], [[Rocchetta a Volturno]], [[Filignano]] e [[Scapoli]] cedono parte della loro territorio ai vincoli della riserva per un totale di 4000 [[Ettaro|ha]]: nasce il «''settore [[Mainarde]]''», con il quarto grande ampliamento.<ref>Tassi F., ''Alle Mainarde nel parco nazionale d'Abruzzo'', ''Il Molise. Arte, cultura, paesaggi.'', fratelli Palombi ed., Roma 1990, pp. 117-125.</ref> L'entusiasmo per una serie di grandi successi aumenta la popolarità nazionale ed internazionale della riserva, fino a diventare un riferimento per l'[[ambientalismo]] italiano e il focolaio attorno al quale sorgono i nuovi grandi progetti protezionistici che interessano non solo l'[[Abruzzo]] e le regioni vicine, ma tramite il [[WWF]] tutto il territorio nazionale. Tra il [[1990]] e il [[1999]] il parco collabora all'istituzione del [[Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]] e del [[Parco Nazionale della Maiella]], nonché alla realizzazione di un capillare sistema di riserve regionali minori che fanno dell'[[Abruzzo]] la regione italiana la più alta percentuale di territorio protetto.
 
Attorno all'amministrazione e al personale del parco si riuniscono una serie di associazioni ambientaliste e in [[Abruzzo]] vengono iniziate le prime importanti ricerche scientifiche in grado di mettere in luce l'importanza del sistema ecologico abruzzese e della sua protezione, modello per quanto avviene più recentemente nelle altre [[Regioni d'Italia|regioni italiane]]. Al [[1999]] risale l'ultimo grande ampliamento del parco, 4.200 ettari<ref>Pratesi F., ''La Valle del Giovenco entra nel parco, in ''Natura protetta'', supplemento ordinario, Anno VI, numero III, Roma 1997.</ref> nei comuni di [[Ortona dei Marsi]] e [[Bisegna]] nella [[valle del Giovenco]].<ref>''Parchi e riserve naturali in Italia'', Touring Club Italiano ed., Milano 1982</ref><ref>Mensile ''Natura Protetta'' del [http://www.comitatoparchi.it/ Comitato Parchi], anni 1997-2000</ref>
 
[[File:Pescasseroli2008Selvicoltura.jpg|Presso [[Pescasseroli]], maggio 2008: Selvicoltura con mezzi tradizionali|thumb|upright=1.4|left]]
 
=== La crisi finanziaria e la fine dell'amministrazione Tassi ===
I grandi risultati ottenuti però non tengono conto dell'amministrazione economica. La crescita esponenziale del sistema organizzativo e il coinvolgimento di elementi estranei alla tradizione ambientalista e alla gestione finanziaria, come vincoli burocratici nazionali e regionali o il crescente interesse dei politici locali<ref>''Il Tar d'Abruzzo rimette le cose a posto, ma il comune di Pescasseroli compromette i progetti del parco'', in ''Natura protetta'', anno VII, n. 11, Roma 1998</ref><ref>''Risolta la "vertenza" delle Sedi dell'Ente'', in ''Natura protetta'', anno VII, n. 10, Roma 1998</ref> a partecipare alle decisioni amministrative dell'Ente Parco, condizionarono fortemente l'operato del personale della riserva.<ref>Niccolini F., ''Parco nazionale d'Abruzzo: un modello aziendale e manageriale di parco naturale'', Centro Parchi Internazionale, Roma 1998, p. 14-23. Dallo studio sull'attività aziendale dell'Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo risulta che il tempo speso dall'Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo per attività istituzionali scese dall'80% al 30% del totale nell'arco di tempo che va dal 1970 al 1995, aumentando invece il tempo dedicato ad attività secondarie (politiche, ma soprattutto burocratiche e giuridiche) fino al 70%, nel 1995.
 
Niccolini registra poi come la media internazionale delle attività svolte dalle riserve sia completamente sovvertita rispetto al caso abruzzese, consistendo in un 85% le attività istituzionali (protezione, promozione turistica, assunzione del personale, ricerche biologiche) dei parchi, mentre solo del 15% quelle strumentali (Niccolini F., ''op. cit.'', p. 67).</ref> Questa tendenza prosegue fino al [[2002]], quando una serie di vicende politiche e giudiziarie hanno messo fine alla così detta «era Tassi», vicende che non sono state ancora del tutto chiarite.<ref>[http://www.comitatoparchi.it/NOVITA.htm Comitato Parchi: sentenze ed assoluzioni per Franco Tassi]</ref>
 
L'ex-direttore, oggi dimostratosi innocente, è stato inizialmente denunciato e quindi dismesso dalla sua carica dal comitato direttivo del Parco perché coinvolto in un contenzioso legale col comitato stesso che lo accusava di ordinare intercettazioni abusive durante le riunioni. Il grande debito contratto durante la sua amministrazione e un presunto falso in bilancio portarono alla sua definitiva liquidazione da parte del presidente dell'Ente Parco [[Fulco Pratesi]] (in quegli anni presidente del [[WWF|WWF Italia]]), proprio allorché l'orientamento delle politiche ambientali nazionali e regionali stava cambiando. L'originario disegno che prevedeva il coordinamento delle riserve protette istituende che ruotavano attorno alla promozione del parco nazionale fu dimenticato.
 
Non si tenne conto dell'impiego di risorse economiche e umane del Parco d'Abruzzo che portò alla concretizzazione del progetto e, piuttosto che intervenire in collaborazione con la riserva ormai indebitata, venne finanziata una sequenza di parchi speculari autonomi, per anni amministrativamente frammentati ed economicamente dispersivi. A ciò si aggiunse la sfiducia delle popolazioni coinvolte e degli ambientalisti di fronte alle polemiche che sorsero in quegli anni.<ref>[http://www.covoprieca.com/controinformazione/casicovoprieca/parcoabruzzo/parcoabruzzo1.htm Raccolta di articoli e documenti sul "caso Tassi"]</ref>
 
[[File:Camosciara.jpg|upright=1.2|left|thumb|Località ''Camosciara''.]]
 
=== Il commissariamento ===
Un periodo di incertezza è seguito alla caduta di [[Franco Tassi|Tassi]], fino alla mozione di sfiducia della Comunità del Parco (istituita nel [[1991]] con la legge n. 394 sulle aree protette<ref>http://www.parks.it/Federparchi/leggi/394.html La Legge Quadro sulle Aree Protette</ref>) verso [[Fulco Pratesi]] licenziato nel [[2005]] dalla carica di presidente dell'Ente Parco dal Ministero dell'Ambiente. Dal 2002 al 2008 Aldo Di Benedetto, già vicepresidente dell'associazione [[Pro Natura]],<ref>[http://www.pro-natura.it Associazione Pro Natura, erede della Pro Montibus et Sylvis]</ref> è stato il direttore facente funzioni e dall'8 agosto [[2007]], data in cui il ministro dell'Ambiente ha firmato il decreto di ricostituzione del consiglio direttivo, [[Giuseppe Rossi (ambientalista)|Giuseppe Rossi]] è stato nominato nuovo presidente del Parco, ponendo termine ad un lungo commissariamento dell'ente.
 
Dal 22 gennaio [[2008]] al febbraio [[2011]] il direttore generale del Parco è stato [[Vittorio Ducoli]], già direttore del [[Parco dell'Adamello]], sostituito prima come facente funzioni, poi dall'8 novembre successivo da [[Dario Febbo]], già direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga<ref>[http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=15387 Nominato il direttore del Parco.]</ref>. La politica è orientata prevalentemente verso il risanamento finanziario e al recupero del rapporto con le comunità locali e con le istituzioni politiche (celebre l'appello di Di Benedetto per sollecitare l'interesse politico verso la riserva all'ex-governatore della [[Banca d'Italia]] -quando era ancora in carica- [[Antonio Fazio]], nato ad [[Alvito (Italia)|Alvito]] comune del Parco d'Abruzzo). Si fronteggiano ancora le nuove forme di speculazione e aggressione edilizia, e nonostante tutto si opera per ricostruire una florida produzione scientifica ecologista e per la sistemazione del personale.<ref>[http://www.parcoabruzzo.it/ La gestione attuale e progetti in corso.]</ref>
 
== Fauna ==
[[File:Lupo appenninico 3.jpg|thumb|Il [[lupo appenninico]], frequente presenza nei boschi del parco]]
[[File:Orso bruno marsicano.jpg|thumb|Primo piano dell'[[orso bruno marsicano]]]]
[[File:Lynx lynx2.jpg|thumb|La lince]]
=== Grandi [[mammiferi]] ===
I grandi mammiferi sono stati il motivo principale dell'istituzione della riserva. Un tempo tutti gli animali protetti nel territorio del parco erano molto diffusi lungo l'intero [[Appennino]] centromeridionale, costituendo popolazioni geneticamente autonome rispetto alle specie [[Europa|europee]], spesso dei veri e propri [[endemismi]], [[Zoologia|zoologicamente]] importantissimi ancora non del tutto studiati nella loro identità genetica.
 
* [[Ursus arctos marsicanus|Orso bruno marsicano]] (''Ursus arctos'' L. subsp. ''marsicanus'' Altobello), 45-69 individui, Zona di Protezione Esterna compresa.<ref>{{Cita web |url=http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=37061|titolo=Rapporto orso marsicano 2015|accesso=18 agosto 2016}}</ref>. È il simbolo del parco che da sempre ha sconfinato in tutte le montagne dell'Abruzzo meridionale, del Lazio e del Molise, contando avvistamenti anche alle basse quote. Dai circa 80 animali registrati negli anni Ottanta<ref name="ReferenceC">Tassi F., ''Grande fauna appenninica'', «''D'Abruzzo''», n. 30, Menabò ed., Ortona 1995</ref>, la presenza del [[orso|plantigrado]] è scesa nel Parco a circa 50, concretizzandosi in tal modo l'elevato pericolo di estinzione, come avvenne negli anni Cinquanta (30 esemplari). La sua presenza è attestata, con più frequenza, nelle valli boschive dei [[Monti della Meta]] e nella riserva integrale del Feudo Intramonti, nel comune di [[Villetta Barrea]]. Con la piantagione di alberi da frutto selvatici e la regolamentazione degli accessi turistici, si è costruito un ambiente più idoneo alle sue necessità. Problematico è anche il bracconaggio che ogni anno elimina, tramite esche avvelenate o addirittura colpi di fucile, alcuni orsi<ref>[http://www.bioone.org/doi/abs/10.2192/07PER012.1 An Error Occurred Setting Your User Cookie<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* [[Canis lupus italicus|Lupo appenninico]] (''Canis lupus'' L. subsp ''italicus''), 40-50 esemplari circa.<ref name="Tassi F., ibidem">Tassi F., ''ibidem''.</ref> È il predatore più importante del parco e di tutto l'[[Appennino]]. Nel 1970 contava solamente una decina di esemplari, ma grazie all'estensione del territorio della riserva integrale, l'aumento delle popolazioni di [[Rupicapra pyrenaica ornata|Camoscio d'Abruzzo]] e l'introduzione di [[Cervus elaphus|cervi]] e [[Capriolo|caprioli]], la specie ha registrato una costante crescita, fino alla accertata diffusione nel vicino [[Appennino laziale]] e toscano. Altri individui, dopo avere risalito l'Appennino, stanno colonizzando le [[Alpi]] e la Francia meridionale fino alla Spagna orientale, oltrepassando i confini storici dell'areale della sottospecie.<ref>Tassi F., ''Ibidem''.</ref>
* [[Lynx lynx|Lince]]<ref>[http://www.parcoabruzzo.it/pagina.php?id=83 Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise | Natura | Fauna | I Mammiferi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> (''Lynx lynx'' L.), nonostante la direzione del Parco continui ad affermare che l'animale sia presente "nelle zone più selvaggie ed impervie" della riserva, gli esperti che vi lavorano, quali il professor [[Luigi Boitani]], affermano che non ci sia alcuna prova di ciò e che l'animale sia ivi estinto<ref>Simonetta A. M., ''La situazione faunistica'', in «''Piano di riassetto del Parco Nazionale d'Abruzzo''», Associazione Italia Nostra, Roma 1968, pp. 46-57, in cui si dice che l'ultimo animale fu catturato nel 1906</ref>; fatta eccezione per gli individui tenuti in cattività in un'apposita area faunistica di [[Civitella Alfedena]]<ref>[http://www.comune.civitellaalfedena.aq.it/turismo/areefaunistiche.php Comune di Civitella Alfedena - Servizi ed Associazioni<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Alcune testimonianze parlano dell'avvistamento di un animale localmente noto come «''lupo cervino''» o «''lupo cerviero''» o «''jattepàrde''» tra [[Pescasseroli]], [[Villavallelonga]] e Opi tra il 1940 e il 1970<ref>Tassi F., ''La lince nell'Appennino centrale'', in «Lavori della Società Italiana di Biogeografia», vol. II, Siena 1971, pp. 665-668.</ref>.
* [[Rupicapra pyrenaica ornata|Camoscio d'Abruzzo]] (''Rupicapra pyrenaica ornata'', già ''Rupicapra rupicapra ornata''), 600-700 esemplari circa. Altro importante elemento, che insieme all'[[Ursus arctos marsicanus|orso marsicano]] è [[endemismo|endemico]] del parco, si è preservato dall'estinzione nei pendii della Camosciara (nome che ne testimonia la presenza relitta). Geneticamente vicino al [[Rupicapra pyrenaica|Camoscio dei Pirenei]], presenza vistose differenze col [[Camoscio|Camoscio alpino]] per il collare di pelo più scuro attorno al collo, collo che invece è completamente rivestito di una fine peluria chiara, in inverno bianca. Oggi ha recuperato territorio ed è diffuso sulle alture del Monte Amaro di Opi e del Monte Meta di [[Picinisco]], nonché saltuariamente su tutte le pendici più ripide della riserva non più soggette a intenso [[pascolo]]. Dal parco d'[[Abruzzo]] sono partiti gli esemplari reintrodotti alle pendici della [[Majella]] e nel [[Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]].<ref>Tassi F., ''Il camoscio d'Abruzzo'', «''D'Abruzzo''», anno X, n. 38, Menabò ed., Ortona 1997.</ref>
* [[Cervus elaphus|Cervo]] (''Cervus elaphus'' L. subsp. ''hippelaphus''), 700-800 esemplari circa.<ref name="ReferenceC"/> Il [[Cervus elaphus|cervo]] si era estinto nel parco già al momento della sua prima istituzione, nel 1921; la sua assenza aveva inciso notevolmente sulla catena alimentare, creando serie difficoltà ai principali predatori. Nel 1971 furono reintrodotti, dalle [[Alpi Orientali]], i primi esemplari che si stanziarono nei boschi alle pendici del Monte Marsicano. Oggi è in forte espansione.
* [[Capriolo]] (''Capreolus capreolus'' L.), 300-400 esemplari circa.<ref name="Tassi F., ibidem"/> Anche il [[capriolo]] è stato reintrodotto con le stesse finalità del cervo. Dai circa 60 esemplari oggi la popolazione è notevolmente aumentata, tanto da essere la specie più facile da avvistare.<ref name="parcoabruzzo.it">[http://www.parcoabruzzo.it/fauna.html Dati sulla fauna dal sito ufficiale del parco]</ref>
[[File:Loutre des pyrenees baronnies 2004.jpg|thumb|Una [[Lutra lutra|Lontra]] nei corsi d'acqua [[Pirenei|pirenaici]].|300px]]
 
=== Mammiferi minori ===
 
Sfuggevole l'incontro con il [[gatto selvatico]], la [[martora]], la [[Martes foina|faina]], il [[Meles meles|tasso]] e la [[Mustela putorius|puzzola]], specie diffuse su tutto il territorio nazionale. Incerta la presenza della [[Lontra]], nelle acque chiare e non inquinate del [[Sangro]] all'affluenza dei torrenti pescosi che scendono dalle valli vicine (il corso normale del fiume dopo [[Pescasseroli]] presenta un pessimo stato di [[eutrofizzazione]]).
 
Molto più comuni sono la [[Vulpes vulpes|volpe]], la [[lepre]], la [[talpa]], il [[Erinaceus europaeus|riccio]] e la [[donnola]]; abbastanza frequenti il [[ghiro]] e lo [[scoiattolo|scoiattolo meridionale]]. Anche qui i [[cinghiale|cinghiali]] sono un problema sentito, e non solo dalla popolazione per i danni alle colture, ma anche per il dissesto che apportano al manto erboso delle radure minacciando spesso le presenze [[Flora (botanica)|floristiche]] rare.<ref name="parcoabruzzo.it"/>
 
Si segnalano 13 specie diverse di [[Chirotteri]].
[[File:Aquila chrysaetos USFWS.jpg|left|thumb|[[Aquila reale]]]]
 
=== [[Uccelli]] ===
Tra gli uccelli (circa 230 specie diverse) si ricorda l'importante presenza del [[Dendrocopos leucotos|Picchio di Lilford]] nei boschi di Monte Tranquillo a [[Pescasseroli]] e sui [[Monti della Meta]]; si è ipotizzata la reintroduzione del [[Dryocopus martius|Picchio nero]]. Segnalata la presenza senza nidificazione della [[Ciconia ciconia|Cicogna bianca]], e avvistamenti rari di ''[[Gypaetus barbatus]]''. I [[rapaci]] sono ancora ben diffusi come in tutto il territorio appenninico: il [[falco pellegrino]], l'[[astore]], la [[Buteo buteo|poiana]], il [[gufo reale]] e l'[[allocco]]. Nei pressi dei corsi d'acqua incontaminati non poteva mancare il [[Cinclus cinclus|Merlo acquaiolo]], oltre alle più comuni [[Motacilla cinerea|ballerine gialle]].
 
L'[[aquila reale]] ha trovato nell'area protetta molti luoghi ideali per la nidificazione, e con le restanti aree protette confinanti, può sfruttare il Parco Nazionale d'Abruzzo come corridoio naturalistico per la riconquista delle zone prossime in cui si era estinta. Se ne contano oggi 3 coppie stabilmente nidificanti nel parco o nella Zona di Protezione Esterna.
[[File:Aspisviper 01.jpg|thumb|Vipera comune]]Saltuaria la presenza del [[Gyps fulvus|Grifone]].
 
=== Rettili e anfibi ===
Tra i rettili ma solo sui luoghi più aspri ed in quota troviamo la rarissima [[Vipera ursinii|Vipera dell'Orsini]] oltre la [[Vipera aspis|Vipera comune]], abbastanza frequente il [[Coluber viridiflavus|biacco]], come l'[[Anguis fragilis|orbettino]] e la Biscia dal collare (''[[Natrix natrix]]'' subsp. ''lanzai'').<ref name="parcoabruzzo.it"/>
[[File:Brillensalamander.JPG|thumb|''Salamandrina terdigitata'']]
La presenza di alcune valli ricche di acque sorgive, impaludamenti e torbiere ha favorito la conservazione di piccoli anfibi rari e schivi quali la [[Salamandrina terdigitata|salamandrina dagli occhiali]], il [[Lissotriton italicus|tritone italiano]] e la [[Salamandra salamandra|salamandra pezzata]].
 
=== Ittiofauna ===
Nei corsi d'acqua più freddi troviamo le specie di [[Salmo trutta|trota]] autoctone ''[[Salmo cettii]]'' e ''[[Salmo trutta lacustris]]''. Introdotta nei bacini artificiali la trota iridea (''[[Oncorhynchus mykiss]]''). Segnalata la presenza del gambero di fiume ''[[Austropotamobius pallipes]]italicus'' e il gambero lacustre ''[[Gammarus lacustris]]''.<ref name="parcoabruzzo.it"/>
 
=== Invertebrati ===
Si contano fino a 2000 diversi [[Coleoptera|coleotteri]] fra le circa 3800 specie diverse di insetti, molti di questi rari e localizzati, fra cui ''[[Parnassus apollo]]'', ''[[Carabus cavernosus]] violatus'', [[Triaxomera marsica]] e il Capricorno del Faggio (''[[Rosalia alpina]]''). Molto praticata l'[[apicoltura]].
 
== Flora ==
[[File:Lilium martagon Germany 01.jpg|thumb|Il [[Lilium martagon|Riccio di Dama]], liliacea frequente nel parco|210px|right]]
La sua posizione grossomodo centrale nella [[Italia|penisola italiana]] e i diversi ampliamenti effettuati nel corso degli anni in territori paesaggisticamente vari hanno fatto del parco un prezioso serbatoio di specie floristiche rare ed [[endemismo|endemiche]], luogo di protezione degli ambienti più tipici e meglio conservati di tutto l'[[Appennino]].
=== Spettro biologico ===
{{Vedi anche|Sistema Raunkiær}}
Lo spettro biologico della flora del Parco Nazionale d'Abruzzo presenta notevoli affinità con gli studi analoghi risultanti dalle flore dei [[monti Simbruini]], dei [[monti Alburni]] e dei [[monti Picentini]]. Le flore di dette località sono molto simili per la presenza cospicua di [[emicriptofite]] e di [[terofite]], contrariamente a quanto risulta dalle indagini attuate nell'[[Abruzzo]] interno, dove le prime risultano più consistenti per numero di specie, mentre si riducono notevolmente le seconde<ref>Conti F., ''Conti F., Prodromo della Flora del Parco Nazionale d'Abruzzo, Un Mondo di Biodiversità n.7, Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Roma 1995, p. 110.</ref>.
 
{| class="wikitable sortable"
! Classificazione!! Numero specie!! Percentuale
|-
| Emicriptofite || 785 || 45,48%
|-
| Terofite || 407 || 23,58%
|-
| Geofite || 246 || 14,25%
|-
| Camefite || 117 || 6,78%
|-
| Fanerofite || 156 || 9,04%
|-
| Idrofite || 15 || 0,87%
|}
 
=== Spettro corologico ===
{{Vedi anche|Corologia}}
La vasta area occupata dal Parco Nazionale d'Abruzzo comprende ambienti naturali diversi, caratterizzati da una varietà di specie che oscilla da elementi mediterranei extrazonali a piante tipiche del piano alpino. Il gruppo di specie più consistente consiste nelle Eurasiatiche, con una rilevante compenetrazione di entità pontiche ed illiriche (esteuropee)<ref>Conti F., ''op. cit.'', p. 111.</ref>.
[[File:Klump.ziedas1.jpg|thumb|''[[Cypripedium calceolus]] L.''|right|210px]]
{| class="wikitable sortable"
! Classificazione!! Numero specie!! Percentuale
|-
| Endemiche || 111 || 6,44%
|-
| Steno-Mediterranee || 161 || 9,34%
|-
| Euri-Mediterranee || 246 || 14,27%
|-
| Medit.-Mont. || 83 || 4,81%
|-
| Orofite || 148 || 8,58%
|-
| SE-Europee || 57 || 3,31%
|-
| Pontiche || 60 || 4,48%
|-
| Eurasiatiche || 430 || 24,94%
|-
| Atlantiche || 53 || 3,07%
|-
| Boreali || 197 || 11,43%
|-
| Mediterraneo-Turaniche || 45 || 2,61%
|-
| Varie<ref>Cosmopolite, Subtropicali, Neotropicali, Esotiche e spontaneizzate.</ref> || 133 || 7,71%
|}
 
=== Vegetazione sinantropica e riparia ===
La lontananza del [[mare]] fa sì che le associazioni vegetali siano prevalentemente quelle tipiche dell'area continentale, seppur si ricordano nella Zona di Protezione Esterna [[leccio|leccete]] relitte sulle colline che si affacciano sull'antico lago [[Fucino]], a Casali d'Aschi nel territorio di [[Gioia dei Marsi]]. Altri [[macchia mediterranea|elementi mediterranei]] extrazonali lambiscono il territorio del parco per brevi tratti in [[Val di Comino]] e a [[Rocchetta a Volturno]].
 
Dai 600 agli 800–1000 m s.l.m. il piano occupato dalle antiche colture, oggi riutilizzate a [[maggese]] o a pascolo, era quello del bosco di [[roverella]], diffuso nei fondovalle del parco ricandente negli spartiacque del [[Giovenco]] e del [[Liri]] e nella pianura un tempo coltivata, a substrato argilloso, ricoperta oggi dall'invaso del [[Lago di Barrea]]. I boschi di [[Quercus|querce]] sono ancora abbondanti nel versante delle [[Mainarde]] con le interessanti [[Quercus cerris|cerrete]] attorno al bacino artificiale del lago di Cardito dove si segnala la presenza molto meridionale e rarissima per il [[Lazio]] di ''[[Lomelosia crenata]]'' (Cyr.) Greuter & Burdet subsp. ''crenata'', rara in [[Abruzzo]] e [[Molise]]. [[Orniello|Ornielli]], [[acero|aceri]], [[melo selvatico|meli selvatici]] e [[ciliegio]] abbondano nella zona di transizione col piano montano, fortemente degradata a causa dell'esposizione intensa al pascolo.
 
Le zone umide in cui la vegetazione è più abbondante e caratteristica sono le rive del fiume [[Sangro]] a valle di [[Pescasseroli]]. Il corso d'acqua attraversa la piana di [[Opi (Italia)|Opi]] dove la maggior parte delle piante spontanee sono relegate nelle golene a ''[[Salix appennina]]'' Skvortsov, ''[[Salix purpurea]]'' L. e ''[[Populus alba]]'' L. Più a valle dove il [[Sangro]] raccoglie le acque dello Scerto e del Rio Fondillo la vegetazione ha riconquistato antichi coltivi. Le specie arbustive dominanti sono il ''[[Corylus avellana]]'' L. e la frequente, ma localizzata, ''[[Tilia platyphyllos]]'' Scop. Frequente nel substrato acido del sottobosco ''[[Dactylorhiza maculata fuchsii]]'' (Druce) Soò. Le rive artificiali del [[lago di Barrea]], soggette ai frequenti mutamenti del livello delle acque, non permettono una diversificazione floristica degna di nota. Importanti i pantani delle sorgenti in quota, che ospitano la rara ''[[Dactylorhiza incarnata]]'' (L.) Soò e il trifoglio fibrino (''[[Menyanthes trifoliata]]'' L.).<ref name=autogenerato1>Pignatti S., Flora d'Italia, Edagricole, Bologna 1982</ref><ref>''Carta della vegetazione reale d'Italia''. Ministero dell'Ambiente 1993.</ref><ref name="Tassi F. 1998, pp. 66-83">Tassi F., ''La natura'', in Pratesi F. e Tassi F. (a cura di), «Il Parco Nazionale d'Abruzzo», Carsa ed., Pescara 1998, pp. 66-83.</ref>
[[File:Aster-alpinus.JPG|thumb|''[[Aster alpinus]]'' L.|left|210px]]
 
=== Piano montano e submontano ===
 
Dagli 800-1000 ai 1800 m s.l.m. L'area montana è nella maggior parte del territorio ormai completamente ricoperta da una densa superficie boschiva per lo più caratterizzata dal [[faggio]], soggetta ad usi civici; le sole secolari faggete tra Pescasseroli e Villavallelonga scampano al periodico taglio del bosco e possono così ospitare una varietà vegetale ed animale altrimenti assente nel così detto bosco coetaneo. Alle stesse altitudini però vi sono i boschi della Camosciara e di Cacciagrande in Val Fondillo, nei comuni di [[Villetta Barrea]] e Opi, la cui varietà floristica è la più importante e studiata del parco. Accanto ai [[faggio|faggi]], [[Acer pseudoplatanus|aceri di monte]], [[Acer lobelii|aceri di Lobelius]], [[Sorbus aria|sorbi montani]], e [[Laburnum anagyroides|maggiociondoli]], specie molto diffuse anche nel resto dell'area protetta, vive il più celebre [[endemismo]] della zona, il [[Pino nero]] di Villetta Barrea.
 
La stazione è un relitto dell'epoca glaciale; la specie è anche diffusa sporadicamente oggi attorno al Monte Greco, al Monte Godi e sulle [[Mainarde]], a testimonianza delle antiche pinete oggi soppiantate dagli ampi pascoli e praterie. Questo lembo di territorio è preziosissimo anche per altre presenze tipicamente alpine quali la Scarpetta di Venere (''[[Cypripedium calceolus]]'' L.) e la ''[[Corallorhyza trifida]]'' Cathel., nonché per le numerose specie delle rupi calcaree aride o stillicidiose come le [[Pianta carnivora|carnivore]] ''[[Pinguicola]]'' e ''[[Drosera]]'' o l'endemica ''[[Aquilegia magellensis]]'' Huter, Porta & Rigo. ''[[Polygala chamaebuxus]]'' L. a [[San Biagio Saracinisco]] raggiunge il limite meridionale del suo areale italiano.
 
Poco diffusa la presenza di ''[[Taxus baccata]]'' L. che si concentra nelle zone più alte e selvagge della faggeta sui [[Monti della Meta]] e sui monti tra [[Pescasseroli]] e [[Villavallelonga]].
Altro importante relitto sono i popolamenti di ''[[Betula pendula]]'' Roth, presente in due sole stazioni in quota sui [[Monti della Meta]]. Nel parco è stato studiato e scoperto il Giaggiolo marsicano (''[[Iris marsica]]'' Ricci & Colasante), il più bello e vistoso endemismo dell'[[Appennino centrale]].<ref name=autogenerato1 /><ref name="Tassi F. 1998, pp. 66-83"/><ref>''Carta della vegetazione reale d'Italia''. Ministero dell'Ambiente.</ref>
[[File:N040728029.jpeg|thumb|Fiori di ''[[Gentiana nivalis]]''.|200px]]
 
=== Vegetazione in quota e pascoli ===
 
Oltre i 1800 m s.l.m. Il piano alpino e subalpino è altrettanto interessante. Ospita il [[pino mugo]], raro altrove nell'[[Italia]] centromeridionale. A causa dell'isolamento geografico numerose specie alpine relitte in [[Abruzzo]] si sono evolute in una serie di interessantissimi endemismi, altre sono ai limiti del loro areale intero o relativo (italiano).
* ''[[Androsace maxima]]'' L.: primulacea annuale tipica delle valli alpine orientali; nella penisola è segnalata solo nel Parco Nazionale d'Abruzzo e nel [[Parco regionale naturale del Sirente - Velino]].
* ''[[Gentiana nivalis]]'' L.: piccola genziana a corolla blu, rara in tutto il territorio nazionale, nel Parco d'Abruzzo al limite meridionale del suo areale italiano.
* ''[[Campanula tanfanii]]'' Poldech: presente nella Zona di Protezione Esterna, relitto glaciale diversificato a seguito dell'isolamento geografico post-glaciale, diffuso dal [[Furlo]] al parco d'Abruzzo, è la specie più prossima dell'[[endemismo|endemita]] alpino ''[[Campanula carnica]]'' Schiede ex M. & K.
* ''[[Campanula appennina]]'' Poldech: altro [[endemismo]] peninsulare al limite meridionale del suo areale.
* ''[[Viola hymettia]]'' Boiss & Heldr. e ''[[Viola eugeniae]]'' Parl. La prima al limite settentrionale del suo areale italiano, è una forma della più frequente ''[[Viola arvensis]]'' Murray. La seconda è frequentissima nell'[[Appennino centrale]] dove sostituisce l'analoga ''[[Viola calcarata]]'' L., specie alpina geneticamente vicina.
* ''[[Festuca bosniaca]]'' Kumm. & Sendtn. Anfiadriatica sui pendii sassosi della riserva, al limite settentrionale del suo areale italiano. Poco appariscente, è importante perché associata alla distribuzione di ''[[Pinus leucodermis]]'' Antoine, oggi relitto nella sola [[Calabria]].
* ''[[Leontopodium alpinum]]'' Cass subsp. ''nivale'' (Ten.) Tutin e ''[[Aster alpinus]]'' L. Vistosi elementi floristici delle alte quote, raggiungono nel parco la punta meridionale del loro areale italiano.
* ''[[Nigritella rubra widderi]]'' (Teppner & Klein) H.Baumann & R.Lorenz è un'altra delle [[orchidee selvatiche in Italia|orchidee selvatiche]] localizzata ed [[endemismo|endemica]] dell'[[Appennino centrale]], segnalata nel piano cacuminale del comune di [[Opi (Italia)|Opi]].<ref>Conti F., Prodromo della Flora del Parco Nazionale d'Abruzzo, Un Mondo di Biodiversità n.7, Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Roma 1995.</ref>
 
Molto rari e per lo più frutto di rimboschimenti sono i boschi nel versante peligno del parco, quello ricadente nel comune di [[Scanno]] in cui dall'area abitata alle cime montuose continua ininterrottamente la superficie destinata al pascolo e all'allevamento del bestiame. Nonostante le condizioni ambientali sfavorevoli, anche questa zona conserva preziose nicchie di biodiversità: è in queste valli infatti che troviamo l'unica stazione del parco di ''[[Paeonia officinalis]]'' L. e un'ampia concentrazione di [[piante aromatiche]] ed [[Piante officinali|officinali]]: ''[[Hyssopus officinalis]]'' L., ''[[Gentiana lutea]]'' L., ''[[Tanacetum parthenium]]'' L., ''[[Chenopodium bonus-henricus]]'' L.<ref name="Tassi F. 1998, pp. 66-83"/><ref>Conti F., An annotated checklist of the flora of Abruzzo, Bocconea 10, Palermo 1998</ref><ref>Pignatti S., Flora d'Italia, Edagricole, Bologna 1982.</ref>
 
== Geografia antropica e archeologia ==
[[File:Maremma sheepdog.jpg|thumb|Cane da [[pastore abruzzese]], l'animale tipico della guardia alle greggi della [[transumanza]].|left|170px]]
Le popolazioni dell'[[Alto Sangro]] hanno da sempre dovuto adattare i loro usi ad un paesaggio ostico: isolamento e secoli di carenza di infrastrutture e vie di comunicazione. Alcuni villaggi del parco sperimentarono la prima vera e propria forma di urbanizzazione solo a seguito del [[Terremoto di Avezzano]]; considerati i danni subiti dai nuclei urbani storici, furono ricostruite abitazioni provvisorie su cui poi si svilupparono gli edifici moderni e i servizi. Prima del 1915 l'economia strettamente pastorale della zona aveva modellato non solo le montagne e il paesaggio rurale, ma anche l'assetto e le forme dei centri urbani: essi non si sviluppavano attorno ai castelli medievali, su speroni rocciosi difensivi o su ruderi [[impero romano|romani]] come nei circondari vicini; la marginalità del posto teneva lontano invasori e conquistatori.
 
Così i villaggi crebbero senza forma; si sviluppano attorno ai palazzi signorili [[rococò]] dei grandi proprietari terrieri e di bestiame, vertici politico-economici delle locali comunità pastorali, sorte sul modello economico della «masseria montana», un ordinamento sociale che succedette il sistema dei ''muncipia'' e dei santuari etnici romano, legato alla [[transumanza|pastorizia transumante]]. Il «massaro» presto riuscì a diventare il principale proprietario degli armenti curati, fino a diventare il solo detentore del capitale sufficiente per poter continuare l'allevamento e il commercio del bestiame, con modalità e in circostanze che ricordano lo sviluppo del capitalismo moderno nell'Europa settentrionale.<ref>In tal senso cfr. Cecchettani A., ''Il sistema pastorale dell'Abruzzo Aquilano, L'Aquila 1909</ref><ref>Tarquinio G., Pescasseroli, ''Lineamenti di Storia dalle Origini all'Unità d'Italia'', Arti Grafiche Aquilane, l'Aquila 1988</ref>
 
[[File:Kosodrzewina (Sosna górska) Pinus mugo mugo.jpg|thumb|Il [[Pino mugo]].|right|210px]]
=== I primi insediamenti e l'età romana ===
 
Indagini archeologiche hanno portato alla luce le prime tracce di insediamenti stabili umani risalenti all'[[Età del ferro]] ([[X secolo a.C.|X]] - [[VII secolo a.C.]]) testimoniati dai resti di rudimentali fortificazioni in [[Mura poligonali|opera poligonale]], sotto l'attuale centro storico di Opi e attorno al [[Lago di Barrea]] (''Valle Japagana''). Si cominciava a praticare stabilmente la pastorizia e la società si organizzava in gruppi parentali (clan): le diverse necropoli della Val Fondillo, di [[Barrea]] e [[Alfedena]] testimoniano infatti le prime tracce di organizzazione sociale del territorio.<ref>''Alfedena. Scavi del 1974 nella necropoli'', in «NSc», 1975, pp. 408-481.</ref>
 
Con la diversificazione delle varie tribù safine, nel [[V secolo a.C.]], che si stanziarono nell'Italia centrale, le montagne del Parco si trovarono a determinare il limite tra i territori dei [[Marsi]], [[Volsci]] e dei [[Sanniti]]. I confini sembrano essere approssimativamente quelli stabiliti dall'amministrazione romana<ref>Morelli C., ''Dalle comunità tribali all'egemonia romana'', ''L'uomo e l'ambiente'', in Pratesi F., e Tassi F. (a cura di), «Parco Nazionale d'Abruzzo», Carsa ed. Pescara 1998, pp. 107-113.</ref>, che spartì il territorio tra i municipi di:
* ''[[Aufidena]]'' (l'attuale [[Castel di Sangro]]), che amministrava l'[[Alto Sangro]] fino a Opi.
* ''[[Atina]]'', da cui dipendeva l'attuale territorio di [[Pescasseroli]] e Opi, già possedimento di [[Val di Comino|Cominium]].
* ''Angizia'', forse presso Gioja Vecchio, frazione [[Gioia dei Marsi]].
* e il ''pagus Bletifulus'', nei pressi dell'odierna [[Scanno]], già nel municipio di ''[[Corfinium]]'', in territorio peligno.<ref>''L'Italia romana (II)'', in «''Atlante Storico Mondiale''», De Agostini, Novara 1993, p. 328-329.</ref>
 
Resti della presenza [[italici|Italica]] e [[Storia romana|romana]] sono sparsi lungo la [[Alto Sangro|valle del Sangro]]; santuari, ville, lapidi.<ref>Morelli C. et al., La necropoli di Val Fondillo, Contributi scientifici alla conoscenza del Parco Nazionale d'Abruzzo 46, Roma 1995</ref><ref>Muzio Febonio, Historia Marsorum, traduzione di Ilio di Iorio, Polla ed., Cerchio (AQ) 1993.</ref>
 
=== Cristianesimo e Medioevo ===
 
[[File:Pescasseroli2.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Pescasseroli)|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo]] a [[Pescasseroli]]]]
 
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] e l'inizio del medioevo andarono perdute le poche strutture sociali e amministrative presenti in [[Alto Sangro]]. L'arrivo dei [[Longobardi]] segnò il primo passo verso la ricostruzione politica che seguì la fine dei ''municipia'' romani e il territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo venne a trovarsi al confine del [[Ducato di Spoleto]] e del [[Ducato di Benevento]]. Per ritrovare però un'organizzazione territoriale ben strutturata si dovette aspettare la nascita delle grandi [[abbazia|abbazie]] di [[Montecassino]] e [[San Vincenzo al Volturno]], che per secoli si contesero le proprietà su eremi, chiese e pascoli nell'[[Appennino]] tra [[Balsorano]], le [[Mainarde]] e la [[Valcomino]], a cavallo del confini longobardi. Anche l'abbazia di [[Farfa]] per breve tempo ebbe un feudo in [[Pescasseroli]], attorno all'[[XI secolo]]<ref>Giorgi I., Balzani U. (a cura di), ''Il registro di Farfa di Gregorio di Catino'', Roma 1892-1914, p. 207.</ref>. I volturnensi incrementarono un primitivo [[incastellamento]] ([[Pescasseroli]], ''Rocca Intramonti''<ref>Di ''Rocca Intramonti'' oggi restano i ruderi in località ''Camosciara'', a [[Civitella Alfedena]]: Chiarizia G. et alii, ''Abruzzo dei castelli: gli insediamenti fortificati abruzzesi dagli italici all'unità d'Italia'', Carsa, Pescara 1988.</ref>, Barrea), mentre la Valcomino fu munita di importanti strutture militari ([[Alvito (Italia)|Alvito]], [[Vicalvi]], [[Picinisco]]) a difesa della [[Terra di San Benedetto]]. Dal 1017 anche la ''Vallis Regia'' ([[Barrea]]) e il monastero di ''Sant'Angelo in Barreggio'' ([[Villetta Barrea]]) appartennero a Montecassino<ref>D'Andrea U., ''Le particolari forme della decadenza e la fine del Monastero di Sant'Angelo in Barreggio'', in ''Il Monastero di S.Angelo in Valle Regia. Quel che resta nel tempo...'', tip. «Grafica Epam», Castel di Sangro 1999, pp. 21-52</ref>. Nel [[XII secolo]] i [[Borrello (famiglia)|Borrello]], cui seguirono i [[D'Aquino (famiglia)|D'Aquino]] d'Alvito e i [[D'Avalos]], divennero signori di [[Pescasseroli]], e con il decadimento del monastero volturnense, nel [[1349]], a causa di un sisma, i signori laici acquisirono sempre maggiore prestigio<ref>Tarquinio G., Pescasseroli, ''Lineamenti di Storia dalle Origini all'Unità d'Italia'', Arti Grafiche Aquilane, l'Aquila 1988, pp. 47-54.</ref>. Nel [[1273]] il territorio del parco cadeva interamente nel [[Regno di Napoli]], diviso nelle province d'[[Abruzzo Citra]], [[Terra di Lavoro]] (Valcomino), [[Contado di Molise]] (Barrea, [[Pizzone]]).
 
[[File:Tratturo-Pescasseroli-Candela.jpg|thumb|I principali tratturi tra Abruzzo e Puglia, fra cui il ''Regio Tratturo n° 7'' (Pescasseroli-Candela)]]
 
=== L'era moderna e l'unità d'Italia ===
Nel [[1669]] Montecassino acquisì definitivamente tutti gli ultimi possedimenti volturnensi.<ref>Dell'Omo M., ''Montecassino un'abbazia nella storia'', Arti grafiche Amilcare Pizzi, [[Cinisello Balsamo]] ([[provincia di Milano|MI]]) 1999.</ref> Il sistema feudale che caratterizzò le aree più interne dell'Abruzzo non ebbe grande autorità e i cardini politici ed economici dell'[[Alto Sangro]] divennero presto, già dal [[XV secolo]], i «massari» e proprietari di bestiame, una sorta di imprenditori pre-moderni.<ref>In tal senso cfr. Cecchettani A., ''op. cit.''</ref>
Il consolidamento amministrativo ed economico della pratica della [[transumanza]], attestato in tutta Italia già dal primo medioevo, fu favorito in [[Abruzzo]] dall'unità politica del [[Regno di Napoli]]: gli [[Aragonesi]] contrastarono ampiamente i privilegi feudali che impedivano la migrazione degli armenti su larga scala, dall'[[Alto Sangro]] alla [[Puglia]], il [[brigantaggio|banditismo]], e realizzarono un vasto sistema di [[tratturi]]<ref>Piccioni L., ''La grande pastorizia transumante'', in ''Storia dell'Abruzzo'', Laterza ed. Bari 1999, vol. 3, pp. 1-18</ref>. Una lenta modernizzazione passò poi attraverso lo sviluppo dell'industria della [[lana]] nel circondario di [[Sora]], e quindi, dopo l'[[Unità d'Italia]], si consolidò con la realizzazione delle cartiere lungo il [[Melfa]] a [[Picinisco]] e lungo il [[Volturno]] a [[Pizzone]].<ref>Massimi G., ''Emergenze dell'archeologia industriale'', in Pratesi F., e Tassi F. (a cura di), «Parco Nazionale d'Abruzzo», Carsa ed. Pescara 1998, p. 159.</ref> Fu tentata anche l'attività estrattiva della [[bauxite]] ma con scarsi risultati.
 
=== I comuni ===
 
[[File:Scapoli da Rocchetta.jpg|thumb|Panorama di [[Scapoli]] e delle basse Mainarde.|200px|right]]
Il Parco interessa 25 comuni distribuiti in tre province
{{Colonne|70%}}
* ''[[Provincia dell'Aquila]]'':
** [[Alfedena]], [[Barrea]], [[Bisegna]], [[Civitella Alfedena]], [[Gioia dei Marsi]], [[Lecce nei Marsi]], [[Opi (Italia)|Opi]], [[Ortona dei Marsi]], [[Pescasseroli]], [[Scanno]], [[Villavallelonga]], [[Villetta Barrea]].
{{Colonne spezza}}
* ''[[Provincia di Frosinone]]'':
** [[Alvito (Italia)|Alvito]], [[Campoli Appennino]], [[Pescosolido]], [[Picinisco]], [[San Biagio Saracinisco]], [[San Donato Val di Comino]], [[Settefrati]], [[Vallerotonda]].
{{Colonne spezza}}
* ''[[Provincia di Isernia]]'':
** [[Castel San Vincenzo]], [[Filignano]], [[Pizzone]], [[Rocchetta a Volturno]], [[Scapoli]]
{{Colonne fine}}
<gallery>
Immagine:Alfedena - Provincia Aquila - 2005 - 3.jpg|[[Alfedena]] di notte.
Immagine:Cividella Alfedena - Scorcio del Paese.JPG|Scorcio di [[Civitella Alfedena]]
Immagine:Picinisco.JPG|[[Picinisco]] in [[Valle di Comino]]
Immagine:Barrea-Paese.jpg|[[Barrea]] e il [[Lago di Barrea|lago omonimo]]
</gallery>
 
=== Gastronomia e artigianato ===
 
Per la lontananza dalle principali direttrici del commercio e l'indisponibilià di [[olio d'oliva|olii vegetali]] e [[Vitis|vite]] (zona a clima montano), i prodotti tradizionali sono quelli tipici dell'[[Appennino]] centrosettentrionale. [[Salumi]] e insaccati, primi piatti poveri a base di legumi e paste molli (da ortaggi coltivabili anche in quota come il [[fagiolo]] di Scanno o la [[civaie|cicerchia]]). Nella [[Valle di Comino]] sono tutelati alcuni prodotti mediante l'istituzione di presidi slow food e con il sostegno di appositi decreti ministeriali: il formaggio pecorino di [[Picinisco]], il tartufo di [[Campoli Appennino]] e, come in altri comuni del parco, il [[miele]] biologico. Dolciumi e prodotti di liquoreria sono rivalutati e promossi da piccole aziende locali specialmente ad [[Alvito (Italia)|Alvito]] (''torroni di [[pasta reale]]''), [[Scanno]] (''[[mostaccioli (abruzzesi)|mostaccioli]]'', «''pan dell'orso''») e [[Pescasseroli]] (liquore «''fragolino''»)<ref>[http://www.galverla.eu/prodotti_tipici.htm G.A.L. Versante laziale: i prodotti tipici.]</ref>.
 
Produzione di [[merletto|merletti]] al [[tombolo (merletto)|tombolo]]<ref>http://www.scanno.org/scanno_merletto_al_tombolo.htm Il Merletto di Scanno</ref> e tradizione orafa presso [[Scanno]]. Lavorazione manuale della pietra e del legno sporadicamente in tutto il territorio. A [[Scapoli]] si producono ancora [[zampogna|zampogne]] artigianali.<ref>http://www.forchecaudine.it/zampogne.html Le zampogne di Scapoli</ref>
 
=== Turismo e luoghi d'interesse ===
{{vedi anche|Turismo in Abruzzo}}
=== Architetture religiose ===
[[File:Santi Pietro e Paolo Alfedena.jpg|thumb|200px|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Alfedena)]]
[[File:Sannicolainalvito.jpg|thumb|200px|Convento di San Nicola (Alvito)]]
[[File:San Vincenzo al Volturno.jpg|thumb|200px|Monastero di San Vincenzo al Volturno]]
*'''Chiesa di San Tommaso''' ([[Barrea]]): chiesa consacrata nel [[1300]] dal vescovo di [[Trivento]]. Dopo rimaneggiamenti barocchi, è stata danneggiata nel [[1706]] dal terremoto, e poi restaurata. Ha un aspetto contaminato tra il barocco e il rinascimentale, con una facciata "spaccata" in un rettangolo irregolare. Il portale barocco è in stile classico. L'interno ha affreschi di [[Paolo Gamba]].
*'''[[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Alfedena)|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo]]''' ([[Alfedena]]): è dal 1902 Monumento Nazionale. Risalente al [[XIII secolo]], fu gravemente danneggiata nella Seconda guerra mondiale. La facciata è stata rimontata con un rosone e un portale di stampo gotico, e lunetta mosaica da Fausto Conti nel 1954. Anche l'interno a tre navate è molto rimaneggiato, con gli affreschi dello stesso artista.
*'''[[Abbazia di San Vincenzo al Volturno]]''' ([[Rocchetta al Volturno]]): si trova tra Rocchetta e Castel San Vincenzo, ed è uno dei più antichi monasteri a confine tra [[Abruzzo]] e [[Molise]]. Secondo il ''Chronicon Vulturnense'' il monastero fu eretto nel [[707]], e diventato famoso nel secolo successivo, malgrado le incursioni longobarde. La rinascita ci fu nel [[XII secolo]] grazie ai Normanni, e l'abbazia era integrata in un complesso monastico contenente la Basilica di San Vincenzo Maggiore, e l'oratorio con la Cripta di Epifanio Vescovo. In collegamento con la [[Arcidiocesi di Benevento|diocesi di Benevento]], l'abbazia aveva una diocesi propria, e aveva possedimenti che arrivavano fino all'[[Aterno]] (L'Aquila) e alle pendici dell'Alto Sangro. Oggi del monastero si conserva l'abbazia romanica, con interno a tre navate di stampo gotico, e i il sito archeologico della vecchia Basilica. La cripta di Epifanio, con affreschi del [[IX secolo]], è perfettamente conservata.
*'''[[Santuario di Canneto]]''' ([[Settefrati]]): il santuario ha origini antichissime, e fu costruito sopra un tempio romano della dea Melfa. Eretto nel [[XIII secolo]], dipendeva dal monastero di San Vincenzo al Volturno. Successivamente dipese da [[Montecassino]], ed è stata meta di pellegrinaggi dei pastori transumanti.
*'''[[Convento di San Nicola (Alvito)|Convento di San Nicola]]''' ([[Alvito (Italia)|Alvito]]): L'edificio fu costruito del [[1516]] con le rendite della [[chiesa di Santa Maria del Campo]], [[Prevosto|prepositura]] [[Ordine benedettino|benedettina]] nella [[Valle di Comino]], ricondotta da allora all'amministrazione cittadina alvitana. Il monastero fu edificato fuori dalle mura, alle pendici del colle su cui giace la città, su una propaggine che si spinge nella sottostante [[piana di Alvito]]. Viene citata la sua ricchezza, testimoniata anche dalla sontuosità dell'edificio<ref>Nel [[1574]] [[Giulio Prudenzio]] ribadisce quanto fosse "ricchissimo" e nel [[1632]] la rendita annua ammontava ancora a mille scudi.</ref>.
*'''[[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Pescasseroli)|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo]]''' ([[Pescasseroli]]): chiesa madre di Pescasseroli, del XIII secolo, rimaneggiata nel Barocco, e restaurata nello stile gotico negli anni '60. La facciata ha portale a sesto acuto, e l'interno ha tre navate con volte a crociera costolonate. Il campanile è una torre robusta.
 
=== Borghi medievali e castelli ===
[[File:Settefrati1.jpg|thumb|left|Borgo di Settefrati]]
Tra i borghi medievali vi sono innanzitutto [[Civitella Alfedena]], valutato uno dei "Borghi più Belli d'Italia". Esso è vicinissimo alla Camosciara, ed è composto da case-mura, con la chiesa di San Nicola, e resti del castello con torretta, inglobati in vari palazzi gentilizi del XVI secolo. Il borgo è meta frequente di turismo, anche perché è frequentato dall'[[orso marsicano]] e dal camoscio abruzzese. Il borgo di [[Alfedena]] è sovrastato dalla ''rocca'' che possiede ancora una torre ottagonale. Essa è sovrastata da una pineta, dove vi sono le mura della città romana di ''[[Aufidena]]''. Tra i "Borghi più Belli d'Italia" dell'Abruzzo figura anche quello fortificato di [[Barrea]], in cui si conserva ancora il 'castello medievale'. Di esso, datato [[XI secolo]], si conserva perfettamente una torre. Per ultimo, vi è il centro antico di [[Opi (Italia)|Opi]], nella [[Marsica]], affiancato da [[Pescasseroli]]. Mentre quest'ultimo ha un aspetto ottocentesco, edificato in gran parte con le rovine del ''Castel Mancino'' (oggi percorso archeologico), Opi si è perfettamente conservato nel suo assetto medievale. Di interesse la chiesa parrocchiale di [[Santa Maria Assunta]]. Pescasseroli invece, oltre alla fama di stazione sciistica, al livello artistico possiede la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo Apostoli (XIII secolo) e il Palazzo Sipari (XVII secolo), oggi museo, dove nacque [[Benedetto Croce]].
[[File:Cividella Alfedena - Scorcio del Paese.JPG|thumb|Civitella Alfedena]]
Nella Marsica figura anche il borgo abbandonato di [[Sperone (Gioia dei Marsi)|Sperone]], nel comune di [[Gioia dei Marsi]]. Il borgo medievale fu compromesso dal grave [[terremoto di Avezzano]] del 1915, di esso rimase in piedi integralmente solo la torre cilindrica di avvistamento. Il centro ricostruito più in basso fu abitato fino agli anni sessanta. Nei dintorni vi è anche il borgo di [[San Sebastiano dei Marsi]], frazione di [[Bisegna]], caratteristico per l'integrità del centro medievale, nonostante il terremoto del 1915. Esso è famoso per il Museo dell'Orso, dedicato all'orso marsicano.
 
Nel [[Molise]] e nel [[Lazio]], i centri di interesse storico sono [[Castel San Vincenzo]], [[Settefrati]] e [[Alvito (Italia)|Alvito]]. Il primo si trova presso il monastero di San Vincenzo al Volturno, ben raccolto nella sua forma di centro fortificato sopra uno sperone, con porta urbiche e palazzi medievali. Alvito invece è sovrastato dal [[Castello Cantelmo (Alvito)|castello Cantelmo]], eretto nell'[[XI secolo]] per sorvegliare la cosiddetta "Terra di San Benedetto". Il borgo alterna uno stile architettonico tra il medievale e il primo barocco seicentesco.
 
Fra i borghi abbandonati nell'area molisana del parco, figura Rocchetta Alta di [[Rocchetta al Volturno]], contenente ancora le case-mura medievali, il castello e la chiesa madre. Il paese antico venne abbandonato in seguito alla costruzione del nuovo centro dopo i bombardamenti del [[1944]].
 
 
 
=== Attività possibili ===
I campeggi attrezzati più frequentati sono [[Alfedena]] - Lago Montagna Spaccata, [[Barrea]] - Colle Ciglio (sulle rive del [[Lago di Barrea|lago]]), [[Pescasseroli]] - Campeggio dell'Orso, [[Pizzone]] - Le Forme/[[Valle Fiorita]], [[Settefrati]] - [[Madonna di Canneto]], [[Villetta Barrea]] - Le Quite<ref>http://www.lagodibarrea.com/ Turismo sul Lago di Barrea</ref>
 
* Escursioni organizzate con il parco
* Escursioni a cavallo
* [[Trekking]]
* [[Cicloturismo]]
* [[Canoa/Kayak|Canoa]]
* [[Birdwatching]]
* [[Sci]] di fondo e sci alpino negli impianti sciistici di [[Pescasseroli]] e [[Scanno]]
* Turismo balneare ([[Lago di Scanno]])
 
{{-}}
 
== Note ==
{{<references}} />
 
== Bibliografia ==
* ''Carta Geologica del Parco Nazionale d'Abruzzo'', [[Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo]], Roma 1986.
* ''La lunga guerra per il Parco nazionale d'Abruzzo'', (Quaderni di [[Rivista Abruzzese]], 24), Lanciano 1988.
* [[Lorenzo Arnone Sipari|Arnone Sipari L.]], ''Verso l'oro verde. La costruzione del turismo nel Parco nazionale d'Abruzzo 1948-1973'', Adriatico 3, [[Rubbettino]], Soveria Mannelli 2003.
* Arnone Sipari L., [http://rivista.ssef.it/site.php?page=20040929130258263 ''«Il Parco Nazionale d'Abruzzo liberato dall'allagamento». Un conflitto tra tutela ambientale e sviluppo industriale durante il fascismo'', in «Rivista della Scuola superiore dell'Economia e delle Finanze», I (2004), n° 8-9, pp. 27-39]
* Arnone Sipari L. (a cura di), ''Scritti scelti di Erminio Sipari sul Parco Nazionale d'Abruzzo (1922-1933)'', (Natura e aree protette, 17), Temi editore, Trento 2011.
* Bernoni M., ''Check-list degli uccelli del Parco Nazionale d'Abruzzo'', (Un mondo di Biodiversità, 3), Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Roma 1995.
* Burri E., ''Unità Morfocarsiche della Regione Abruzzo'', Selca, Firenze 1995.
* Caruso F., ''Nel Parco Nazionale d'Abruzzo'', Tipografia Petrucci, Città di Castello 1995.
* Conti F., ''Prodromo della Flora del Parco Nazionale d'Abruzzo'', (Un Mondo di Biodiversità, 7), Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Roma 1995.
* Conti F., ''An annotated checklist of the flora of Abruzzo'', (Bocconea 10), Palermo 1998.
* [[Benedetto Croce|Croce B.]], ''Pescasseroli'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Bari 1922.
* Daclon C.M., ''I parchi nel Lazio'', [[Maggioli Editore]], Rimini 1994.
* Di Benedetto A., ''Parchi d'Abruzzo, Marche e Romagna'', Edizioni [[L'Inchiostroblu]], Bologna 2001.
* [[Loreto Grande|Grande L.]], "Primo contributo alla flora di Villavallelonga nella Marsica" su "Nuovo giornale botanico italiano", 1903.
* Morelli C. et al., ''La necropoli di Val Fondillo'', (Contributi scientifici alla conoscenza del Parco Nazionale d'Abruzzo, 46), Roma 1995.
* Mancini A., ''La storia di Atina'', [[Arnaldo Forni editore]], Bologna 1994.
* [[Muzio Febonio]] ''Historia Marsorum'', traduzione di Ilio di Iorio, [[Polla ed.]], Cerchio 1993.
* [[Franco Pedrotti|Pedrotti F.]], ''Alle origini del Parco Nazionale d'Abruzzo: le iniziative di [[Pietro Romualdo Pirotta]]'', (L'uomo e l'ambiente, 10), [[Università degli Studi di Camerino|Università di Camerino]], Camerino 1988.
* [[Luigi Piccioni (storico)|Piccioni L.]], ''Una visione in anticipo sui tempi. L'intreccio tutela ambientale-sviluppo turistico alle origini del Parco Nazionale d'Abruzzo'', in "La lunga guerra per il Parco nazionale d'Abruzzo", cit., pp.&nbsp;19–47.
* Piccioni L., ''Erminio Sipari. Origini sociali e opere dell'artefice del Parco nazionale d'Abruzzo'', (L'uomo e l'ambiente, 26), Università degli studi di Camerino, Camerino 1997.
* Piccioni L., ''"La natura come posta in gioco". La dialettica tutela ambientale-sviluppo turistico nella storia della "regione dei parchi"'', in «Storia d'Italia. Le regioni dall'Unità ad oggi», vol. XV: ''L'Abruzzo'', [[Einaudi Editore|Einaudi]], Torino 2000, pp.&nbsp;921–1074.
* Pignatti S., ''Flora d'Italia'', [[Edagricole]], Bologna 1982.
* Tarquinio G., ''Per la storia del Parco nazionale d'Abruzzo: dalla ricostituzione al commissariamento (1950-1963)'', in "La lunga guerra per il Parco nazionale d'Abruzzo", cit., pp.&nbsp;67–116.
 
== Voci correlate ==
* [[Ghiacciai dell'Antartide]]
* [[Riserva reale Alta Val Sangro]]
* [[Aree naturali protette]]
* [[Elenco dei parchi nazionali italiani]]
* [[Elenco dei parchi regionali italiani]]
* [[Marsica]]
* [[Valcomino]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.parcoabruzzo.it|Sito istituzionale}}
* {{cita web|url=http://www.parchipertutti.it?LevelID=73|titolo=Parchipertutti.it Stato di accessibilità Parco nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise alle persone disabili}}
* {{cita web|http://www.parks.it/parco.nazionale.abruzzo/|Pagine dell'Ente gestore dell'area protetta su Parks.it}}
* {{cita web|url=http://conoscere.abruzzoturismo.it/index.php?Canale=Cosa&IDCanaleSub=3&IDCanaleSubSub=36&IDItem=2692&ItemType=BA|titolo=Il parco dal sito della Regione Abruzzo}}
 
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