Pianura Padana e Museo archeologico di Francoforte sul Meno: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Folto82 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: aggiungo template {{Collegamenti esterni}} (ref)
 
Riga 1:
{{F|musei della Germania|agosto 2013}}
{{nota disambigua|l'azienda italiana produttrice di macchine agricole|Valpadana (azienda)|Valpadana}}
{{ValleMuseo
|Nome = Archäologisches Museum Frankfurt
|nomevalle = Pianura padana-veneta-romagnola
|Tipologia = [[archeologia]]
|image = Pia padana.jpg
|Immagine = Archaeologisches Museum Frankfurt Neubau.jpg
|image_text = Immagine dal satellite dell'Italia settentrionale: la ''Pianura padana'' è la zona verde all'interno dell'ovale rosso, estendentesi nella [[pianura veneto-friulana]] a est.
|Didascalia = Entrata del museo
|nazione = {{ITA}}
|Data di apertura =
|regione = {{IT-PMN}}<br />{{IT-LOM}}<br />{{IT-EMR}}<br />{{IT-VEN}}<br />{{IT-FVG}}
|Data di chiusura =
|provincia =
|comuniFondatori =
|fiumeLocalità = [[PoFrancoforte sul Meno]]
|Indirizzo = Karmelitergasse 1
|superficie = {{formatnum:47820}}
|Latitudine = 50.108938
|abitanti = {{formatnum:20000000}} ca.
|Longitudine = 8.67853
|anno = [[2007]]
|Visitatori = <!-- numero di visitatori, con fonte in nota -->
|altitudine =
|Anno visitatori = <!-- anno a cui si riferisce Visitatori, senza link; obbligatorio se c'è Visitatori -->
|nomeabitanti =
|mappa =
|uffico provinciale turismo =
|sito =
}}
Il '''Museo archeologico di Francoforte''', in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Archäologisches Museum Frankfurt'', denominato fino al 2002 ''Museo della preistoria e della protostoria'' (''Museum für Vor- und Frühgeschichte'') è un museo che ripercorre la [[Francoforte sul Meno#Storia|storia]] della città di [[Francoforte sul Meno]] a partire dalla [[preistoria]]. Il museo presenta anche una esposizione permanente sul [[Medio Oriente]] e una collezione di altri oggetti antichi.
La '''pianura padana''', detta anche '''padano-veneta,''' '''pianura padano-veneto-romagnola''' o '''valle padana'''<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Padana%2C+Pianura-.html De Agostini, enciclopedia, voce Padana, pianura- ]</ref> (valle che si riferisce al bacino del [[fiume Po]], dalla [[valle Po]] al suo [[Delta del Po|delta]]), è una [[pianura alluvionale]], una [[regione geografica]], unitaria dal punto di vista morfologico e idrografico<ref name="treccani.it">http://www.treccani.it/enciclopedia/pianura-padana/ Voce relativa su enciclopedia Treccani</ref>, situata in [[Europa meridionale]] che si estende lungo l'[[Italia settentrionale]], compresa principalmente entro il [[bacino idrografico]] del fiume [[Po]] delimitato dalle [[Alpi italiane|Alpi e Prealpi italiane]] a nord e ovest, comprendendo parti delle regioni [[Piemonte]], [[Lombardia]], [[Emilia-Romagna]], [[Veneto]] e [[Friuli-Venezia Giulia]] comprese orientativamente nell'[[isoipsa]] dei cento metri di quota.
 
== Localizzazione ==
== Geografia e formazione della pianura ==
[[File:Monviso_da_strada_per_Barge_enhanced.jpg|thumb|right|Il [[Monviso]] visto dalla pianura padana piemontese]]
[[File:Po-Ebene01.jpg|thumb|La pianura e le [[Alpi]] alle spalle]]
[[File:Torino-mole11.jpg|thumb|Il [[Po]] a [[Torino]]]]
 
Il museo ha sede nell'antico monastero dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]] di Francoforte. L'ingresso principale si trova all'angolo tra Ecke Alte Mainzer Gasse e Karmelitergasse. È vicino alla stazione della metro [[Willy-Brandt-Platz (metropolitana di Francoforte)|Willy-Brandt-Platz]], e della [[Paulskirche]].
Con una superficie di circa {{M|47 000|k|mq| name=<"treccani.it"/>}}, è una delle più grandi pianure europee e, contemporaneamente, la più grande tra quelle dell'[[Europa meridionale]], occupa buona parte dell'Italia settentrionale, dalle [[Alpi Occidentali]] al mare Adriatico, e ha all'incirca la forma di un triangolo. Quasi al centro scorre il fiume [[Po]], che l'attraversa in direzione ovest-est.
 
Il suo nome deriva da ''Padus'', nome [[Lingua latina|latino]] del Po. Il termine "[[Padania]]", benché più recente, compare già nel [[1903]] in un articolo della [[Società Geografica Italiana]] scritto da Gian Lodovico Bertolini e intitolato ''Sulla permanenza del significato estensivo del nome di Lombardia'',<ref>{{Cita libro |titolo=Bollettino della Società geografica italiana |nome=Gian Lodovico |cognome=Bertolini |città=Roma |anno=1903 |capitolo=Sulla permanenza del significato estensivo del nome di Lombardia |volume=XXXVII |pp=345-349 }}</ref> mentre pochi anni dopo il prof. Angelo Mariani pubblica per i tipi Hoepli un manuale dal titolo ''Geografia economico sociale dell'Italia'' in cui Padania si riferisce al territorio a nord dell'Appennino, Appenninia e [[Corsica]] costituiscono le rimanenti aree italiane.<ref>{{Cita libro |titolo=Geografia economico sociale dell'Italia |nome=Angelo |cognome=Mariani |città=Milano |anno=1910 |editore=[[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]]}}</ref>
 
A nord-est, oltre l'[[Adige]] per alcuni, oltre la catena dei [[Colli Euganei]] e la [[laguna di Venezia]] per altri, la [[pianura]] assume la denominazione di [[pianura veneto-friulana]]. Queste due aree pianeggianti contigue sono separate dall'[[Europa Centrale]] dalla [[catena alpina]], [[spartiacque]] geografico e climatico, e sono quindi considerate parte dell'Europa Meridionale, anche se la parte nord-orientale viene considerata mitteleuropea in talune fonti bibliografiche<ref>Band 16, Bibliographisches Institut Mannheim/Wien/Zürich, Lexikon Verlag 1980</ref> ovvero nella [[Comunità di lavoro Alpe Adria]]. Le [[Alpi]], le [[Prealpi]], i rilievi delle [[Langhe]] e del [[Monferrato]] delimitano quindi la pianura padana lungo i versanti nord, ovest e sud-ovest, il versante meridionale è invece chiuso dalla catena degli [[Appennini]] mentre a est è bagnata dall'[[Adriatico]].
 
A sud-est, invece, sembra che fino all'inizio della seconda metà del [[XX secolo]], fosse ancora visibile una lastra di pietra verticale, accanto alla costa, nella zona estrema a sud della Romagna, recante una scritta simile: "''Qui comincia la Pianura Padana''".
 
Per definirla viene anche usato, sia pur raramente, il toponimo ''[[bassopiano]] padano''. Altro termine entrato recentemente nell'uso comune è quello di [[Padania]], che viene anche diversamente utilizzato in altri ambiti, come quello politico, per indicare un'area dell'[[Italia Settentrionale]] in parte coincidente con la pianura stessa.
 
E' bagnata, oltre che dal [[Po]] e dai suoi numerosi [[affluente|affluenti]], anche da [[Adige]], [[Brenta]], [[Piave]], [[Tagliamento]], [[Reno (fiume italiano)|Reno]] e dai fiumi della [[Romagna]] nei loro bassi corsi dallo sbocco in pianura fino alla foce.
 
=== Alta e bassa pianura ===
[[File:Val Padana-Mantova.JPG|miniatura|destra|Val padana in [[provincia di Mantova]]: sul fondo le montagne]]
La Pianura Padana comprende tre zone con differenti caratteristiche: l'alta pianura, la bassa pianura e le risorgive. Gli aggettivi "alta" e "bassa" si riferiscono all'altitudine e non alla latitudine.
 
Vi è una netta distinzione tra le due fasce, differenti non solo per l'altezza, ma anche per la natura dei terreni, il regime delle acque e la vegetazione. L'''alta pianura'', detta anche pianura asciutta, si stende ai piedi delle [[Prealpi italiane|Prealpi]] e del pedemonte degli [[Appennini]]; il suolo è permeabile, composto da sabbie e ghiaie, e non riesce a trattenere l'acqua piovana. Perciò questa penetra per decine di metri sotto la superficie, fino a incontrare uno strato di materiale impermeabile. Sulle rocce impermeabili l'acqua scorre fino al punto in cui ha la possibilità di riaffiorare dalla [[falda freatica]], dando origine ai fontanili o [[risorgiva|risorgive]]. Tali sorgenti, grazie alla temperatura costante (compresa tra i 9 e i 12&nbsp;°C) delle loro acque, hanno permesso la diffusione nelle aree interessate di particolari coltivazioni a prato chiamate [[marcite]].
 
In corrispondenza della linea delle risorgive inizia la ''[[bassa padana|bassa pianura]]'', detta anche pianura irrigua. Questa ha invece suoli formati da materiali più fini, argille di solito, impermeabili o poco permeabili, dove le acque ristagnano originando facilmente [[palude|paludi]] e [[acquitrino|acquitrini]].
 
Un tempo la pianura Padana era ricoperta da [[Foresta|foreste]] nella parte più umida (bassa pianura) e da [[brughiera|brughiere]] in quella più arida (alta pianura).
 
=== Clima ===
[[File:Campagna di Soresina.jpg|miniatura|destra|Tipico scenario estivo della bassa pianura padana: le campagne di [[Soresina]], in [[provincia di Cremona]], coltivate intensivamente]]
[[File:RisaieVercellesi Panorama2.jpg|miniatura|Panorama sulle risaie vercellesi e il fiume Po dalle colline del [[Monferrato]]. Le [[risaie]] contraddistinguono un'ampia zona della pianura padana compresa tra Piemonte e Lombardia]]
[[File:Origgio, campi e boschi.JPG|miniatura|destra|Panorama dell'alta pianura nel territorio di [[Origgio]], nell'[[Altomilanese]]. Sullo sfondo il [[Monte Rosa]]]]
[[File:Pioppi 01 - Strada Argine Oglio, Marcaria, Mantova, Italia - 15 Ottobre 2016.jpg|thumb|Pioppi in pianura padana]]
[[File:Strada-annicco-grontorto.jpg|thumb|Scorcio pianura padana]]
[[File:Sunset - Via Argine Po, Viadana, Mantova, Italy - March 31, 2012.jpg|thumb|Panorama in pianura padana]]
 
La pianura Padana ha un [[Classificazione dei climi di Köppen|clima temperato umido con estate molto calda]] (classificazione Köppen-Geiger Cfa).
 
Il [[clima]] è caratterizzato da un'ampia [[escursione termica]] annuale con [[temperatura|temperature]] medie basse in [[inverno]] (-1º/3&nbsp;°C) e alte in [[estate]] (le medie massime estive oscillano dai 25&nbsp;°C [[Stazione meteorologica di Cuneo Centro|misurati a Cuneo]] ai 28&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Milano]])<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.comune.agratebrianza.mi.it/climatologia/ilclimadimilano.html Clima di Milano] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. Nella stagione fredda, le temperature minime possono attestarsi anche diversi gradi al di sotto dello zero nelle ore notturne, e talvolta permanere negative o prossime allo zero anche nelle ore centrali del giorno (specialmente in caso di [[nebbia]]); nella stagione [[inverno|invernale]], causa il ristagno dell'aria le temperature massime si attestano su valori decisamente bassi: in alcuni casi si possono registrare, anche se di poco, [[giorno di ghiaccio|giornate di ghiaccio]] ossia con valori termici che restano negativi anche durante il giorno, con fenomeni come la [[galaverna]]. In [[estate]] invece le temperature massime possono toccare, in caso di anticiclone subtropicale, punte di 38&nbsp;°C, talvolta, superiori. Recenti misurazioni di questi valori estremi: nell'estate [[2003]], con l'anticiclone subtropicale, sono stati toccati i 41º/43º; nel gennaio e nel dicembre [[2009]], grazie all'effetto [[albedo]] e all'[[inversione termica]], si sono toccati i -12º/-14º, mentre nel febbraio [[2012]] si è scesi a -20/-15&nbsp;°C nella pianura occidentale<ref>[http://www.nimbus.it/eventi/2012/120204NeveAggiornamento.htm febbraio 2012: aggiornamenti su neve e gelo in italia]</ref>.
 
La [[piovosità]] è concentrata principalmente nei mesi [[primavera|primaverili]] e [[autunno|autunnali]], ma nelle estati calde e umide sono frequenti i [[temporale|temporali]], soprattutto a nord del [[Po]]. La caratteristica conformazione "a conca" della Pianura Padana fa sì che sia in inverno che in estate vi sia un notevole ristagno dell'aria (è una delle aree meno ventilate d'Italia), con effetti diversi nelle due stagioni.
 
In [[inverno]], per via della protezione dalle correnti marittime offerta da Alpi e Appennini, quando vi è un accumulo di freddo e scarsità di [[vento]], si vengono a creare le condizioni per la formazione di [[Inversione termica|inversioni termiche]].
 
A causa di questo fenomeno sul settore centro occidentale si verificano nevicate di rilievo quando aria calda e umida, sospinta da una depressione sui mari a ovest dell'Italia, affluisce, dai quadrati meridionali, sopra uno spesso strato di aria fredda, preesistente, intrappolata dal sistema orografico; sono le cosiddette "nevicate da raddolcimento" o da "cuscino freddo"; esse segnano generalmente il passaggio tra il dominio dell'anticiclone freddo e le correnti cicloniche atlantiche; in queste condizioni le massime precipitazioni nevose si verificano sul Piemonte e la Lombardia occidentale, dove il "cuscino" si presenta più spesso e tenace, talvolta possono estendersi all'Emilia occidentale, mentre sulla Romagna e sul Triveneto, con tale configurazione, è più frequente la pioggia anche se la temperatura al suolo è prossima allo zero in quanto il cuscino di aria fredda è qui meno spesso e i venti caldi in quota provocano l'innalzamento dello zero termico con conseguente fusione della neve prima del suo contatto col suolo; può capitare che nevichi su Piemonte e ovest Lombardia, mentre piove non solo sul settore centro orientale, ma anche sull'Appennino Tosco Emiliano investito direttamente dai venti caldi meridionali.
 
Sul settore nord orientale, le nevicate, meno frequenti e abbondanti, sono legate di preferenza agli afflussi di masse di aria fredda da NE al suolo o in quota; esse interessano più direttamente la costa veneta e la Romagna; la pianura veneta settentrionale può beneficiare, a volte, di temporanei cuscini freddi in grado di garantire nevicate da scorrimento caldo, che solitamente evolvono in pioggia.
 
Cadute di neve particolarmente abbondanti possono manifestarsi con circolazioni depressionarie che dal Tirreno si spostano verso le regioni centrali e il medio Adriatico, quando è presente un anticiclone sull'Europa centrale; in tali condizioni, l'aria calda e umida che affluisce in quota dai quadranti meridionali contrasta con l'aria fredda richiamata da NE negli strati più bassi; il marcato contrasto tra le due masse d'aria e il sollevamento determinato dalla presenza dei rilievi appenninici, perpendicolari alle correnti, determinano nevicate più abbondanti via che ci si avvicina all'Appennino. Tale situazione è particolarmente favorevole alle nevicate sull'Emilia Romagna e sul basso Piemonte e spiega la maggiore nevosità del pedemonte emiliano romagnolo rispetto alla bassa pianura. Non è raro che in tali condizioni la pianura a nord del Po, meno esposta ai venti di settentrionali, si trovi in condizioni di tempo piovoso o venga risparmiata dai fenomeni grazie a effetti favonici.<ref>http://marcopifferetti.altervista.org/situazioni.htm</ref>
 
In questa stagione vi sono tuttavia anche diverse giornate più secche, ma comunque sempre rigide, poiché entra direttamente sulla pianura vento freddo dalla "porta della [[bora]]" (da nord-est) e dalla valle del [[Rodano]] (da nord-ovest) sotto forma di [[fohn]] freddo. In alcune occasioni soffia anche il [[buran (vento)|buran]], vento orientale di origine russa che qualche volta riesce a raggiungere la Pianura Padana sferzandola con intense raffiche gelide. Ed è proprio in questi casi che fanno spesso la comparsa intense bufere di [[neve]], con copiose [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] derivanti da perturbazioni provenienti dalle latitudini polari, rinforzate dal vento freddo già presente sulla pianura. Le zone più nevose sono quelle a ridosso dell'Appennino del piacentino, tra [[Modena]] e [[Bologna]] oltre al basso [[Piemonte]] e alla bassa [[Lombardia]] occidentale<ref>http://www.meteoweb.eu/2011/12/le-alpi-croce-e-delizia-dei-meteoappassionati-euro-mediterranei/65214/</ref><ref>http://marcopifferetti.altervista.org/carte%20nuove/media%201960-2012.GIF</ref>
 
Per contro, nelle zone ai piedi delle [[Alpi]] possono soffiare venti di caduta (occidentali e nord-occidentali in [[Piemonte]] e [[Valle d'Aosta]], settentrionali in Lombardia), come il comune [[föhn]], che, oltre a rendere il cielo limpidissimo, porta giornate più miti e secche (l'[[umidità relativa]] può scendere anche fino al 10%) anche in pieno inverno. Cessato questo vento però, se il cielo è sereno, le temperature calano sensibilmente nella notte (anche 10&nbsp;°C in 3-5 ore). La [[Alpi italiane|catena alpina]] esplica un'azione di difesa verso le perturbazioni invernali, ma, come detto, ostacola anche il passaggio di masse d'aria umide e temperate di origine atlantica, che in tal caso non riescono a mitigare il clima come nelle regioni atlantiche europee. Il bacino della Pianura Padana, delimitato dalle [[alpi italiane|Alpi]] a nord e a ovest e dagli [[Appennini]] a sud che la isolano dalla regioni limitrofe, ha quindi un clima a sé, diverso in particolare dal comune clima mediterraneo a cui di solito viene abbinata l'Italia. Il [[mare Adriatico]] peraltro si limita a mitigare solo le [[costa|zone costiere]] della pianura romagnola, veneta e friulana, poiché troppo basso e lungo per incidere profondamente sul clima padano, mentre le masse d'aria calda provenienti dal [[mar Ligure]] vengono bloccate dall'[[Appennino ligure]] e dalle ultime propaggini delle [[Alpi]].
 
In [[estate]], invece, l'effetto cuscinetto della Pianura Padana produce effetti opposti, favorendo il ristagno di aria calda e molto umida che produce temperature alte, connesse a tassi di umidità altrettanto alti, che causano frequenti giornate molto calde e afose (specialmente in presenza dell'anticiclone africano). Tale umidità, inoltre, tende spesso a scaricarsi sotto forma di violenti [[temporale|temporali]] e [[grandine]], che portano temporaneo refrigerio e permettono di rimescolare le masse d'aria, causando un rapido ridimensionamento termico. Ma di solito questa situazione dura poco, con un veloce aumento delle temperature e degli indici di umidità.
 
Questa regione geografica è una zona di "transizione", nel continente europeo, tra il tipico clima mediterraneo (a sud) e quello oceanico o marittimo temperato (a nord, nord-ovest). Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen]] il clima che caratterizza la pianura del [[Po]] è detto "Cfb" per le zone più fredde (Cuneo, Novara) o "Cfa - ''Humid Temperate''" (quello mediterraneo è "Csa, Csb - ''Mediterranean''").<ref>http://koeppen-geiger.vu-wien.ac.at/present.htm</ref><ref>http://www.meteogiornale.it/notizia/5898-1-classificazione-dei-climi-della</ref>
Alla luce delle caratteristiche evidenziate, in linea generale, si può definire il clima della Pianura Padana anche come [[clima continentale|continentale]].<ref>http://www.centrometeoitaliano.it/notizie-meteo/il-clima-dell-italia/</ref>
 
Una delle caratteristiche del clima padano, comune a tutta la pianura, è la scarsità della ventilazione, che in estate rende le giornate ancora più calde e afose e in generale accresce i livelli d'[[inquinamento dell'aria]], contribuendo a fare della Pianura Padana una delle zone più inquinate d'[[Europa]].<ref>{{en}}[http://www.ricercadisistema.it/pagine/notiziedoc/61/index.htm Atlante eolico italiano] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080315101043/http://www.ricercadisistema.it/pagine/notiziedoc/61/index.htm |data=15 marzo 2008 }}</ref><ref>{{en}}{{collegamento interrotto|1=[http://www.comune.villaverla.vi.it/a_3866_IT_24645_1.html1 Mappa dell'inquinamento in Europa] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
La particolare posizione geografica, che la vede chiusa tra alte [[catena montuosa|catene montuose]] e aperta solo sul lato orientale, ostacolando in parte i [[vento|venti]] e favorendo l'accumulo di forte [[umidità]] nell'[[aria]], è causa del noto fenomeno della [[nebbia]]. Le località con maggior numero di giorni di nebbia in [[Italia]] sono infatti quelle dell'area padana, soprattutto verso la zona del [[delta fluviale|delta]].
 
== Geologia ==
L'attività dei fiumi presenti è la principale causa della formazione dell'ambiente attuale di [[pianura alluvionale]] con significativi condizionamenti dovuti alle [[glaciazioni]] e ai fenomeni di [[subsidenza]] differenziali in corrispondenza di sinclinali e anticlinali sepolte.
[[File:Borgo San Michele e Grato Uccelli Carmagnola Miele.jpg|miniatura|destra|[[Carmagnola]], campagne nei pressi del fiume [[Po]]]]
[[File:Colline moreniche del Lago Garda.JPG|miniatura|destra|[[Solferino]], [[Morena|colline moreniche]] del [[lago di Garda]]]]
 
Il suo assetto contemporaneo è il risultato dell'azione di numerosi corsi d'acqua che hanno, in successivi tempi [[geologia|geologici]] e storici, asportato e apportato [[sedimento|sedimenti]] fluviali al bacino marino costiero, soggetto a fenomeni di [[subsidenza]], che occupava l'odierna Pianura Padana. In particolare la gran parte dei depositi superficiali affioranti è il prodotto dell'attività fluviale, successiva alla [[glaciazione Würm]] che si concluse circa 18000 anni fa. Lo scioglimento dei [[ghiacciaio|ghiacciai]], liberando una gran quantità d'acqua in tempi geologicamente brevi ha comportato l'[[erosione]] dei grandi corpi [[morena|morenici]], edificati precedentemente dall'attività dei ghiacciai; i materiali erosi a monte o in prossimità dei depositi morenici deposti all'inizio delle vallate, furono deposti a valle.
 
Tuttavia, al di sotto dei depositi continentali fluviali e fluvio-glaciali (che presentano spessori di svariate centinaia di metri) si sviluppa un basamento di origine marina con assetto strutturale complesso e non priva di significato neotettonico.
 
Sin dal tardo [[Cretacico]], infatti, la Pianura Padana ha rappresentato la parte frontale di due catene di opposta convergenza: l'[[Appennino settentrionale]] e le [[Alpi meridionali]]. Studi sulla base della sequenza plio-quaternaria nella porzione centrale e meridionale della Pianura Padana, mostrano lo sviluppo di una serie di bacini sedimentari di tipo sin-orogenetici formatisi a seguito di movimenti ricollegabili a varie fasi tettoniche; la porzione settentrionale della pianura, invece, presenta una struttura monoclinale immergente verso Sud.
 
L'aspetto finale della Pianura Padana si è raggiunto con il riempimento definitivo (cominciato nel [[Pliocene]]), con depositi dapprima marini e poi continentali, dei bacini ampiamente subsidenti delle avanfosse padane.
 
Sebbene la definitiva strutturazione del substrato sepolto venga tradizionalmente associata a una fase tettonica pliocenica media-inferiore (databile dalla discordanza esistente tra i sedimenti plio-pleistocenici marini e il substrato più antico), è opinione sempre più diffusa che i depositi alluvionali quaternari siano stati coinvolti in fasi neotettoniche, condizionando così anche la morfogenesi più recente.
 
== Storia ==
=== Età antica ===
==== Liguri e palafitticoli ====
[[File:Pfahlbaumuseum Unteruhldingen-06.jpg|miniatura|upright=1.3|Ricostruzione di [[Palafitta|palafitte]] del [[Età neolitica|Neolitico]] e del [[Età del Bronzo|Bronzo]] presso il [[lago di Costanza]] ([[Uhldingen-Mühlhofen]])]]
Al principio, quando ancora nessun popolo di origini greche né di origini tirreniche vi aveva messo piede, la pianura Padana orientale si sostiene che fosse abitata da [[Liguri]] (intorno al [[XX secolo a.C.]]), i quali non solamente compaiono nelle leggende del delta padano (vedi sezione sotto), ma avrebbero lasciato tracce (linguistiche e artigianali) riscontrabili nell'area archeologica prossima alla costa adriatica settentrionale.<ref>Cfr. ''Rivista archeologica della provincia e antica diocesi di Como'', 1908, p. 135; ''Emilia preromana'' vol. 8-10, 1980, p. 69; [[Istituto internazionale di studi liguri]], ''Studi genuensi'', vol. 9-15, 1991, p. 27.</ref> Ai Liguri si attribuisce la formazione dei primi villaggi padani detti dei [[Terramare|Terramaricoli]];<ref>Cfr. Fausto Cantarelli, ''I tempi alimentari del Mediterraneo: cultura ed economia nella storia alimentare dell'uomo'', vol. 1, 2005, p. 172.</ref> società che ben si adatta con quella della media e recente età del Bronzo: [[facies delle palafitte e degli abitati arginati]]. Per quanto riguarda l'area adriatica che interesserà maggiormente i [[Antica Grecia|Greci]], va detto che nonostante sia uso comune datare la fine delle società [[Palafitta|palafitticole]] con l'ultimo periodo del Bronzo, ciò non è sempre esatto: ad Adria, ad esempio, forse per il terreno eccessivamente paludoso che non permetteva altro tipo di costruzione, si sono ritrovate tracce di società palafitticola risalente alla piena [[età del Ferro]]: del [[VI secolo a.C.|VI]] e [[V secolo a.C.]]<ref>Cfr. {{Treccani|adria_(Enciclopedia-Italiana)/|Adria}} Vd. anche Anna Maria Chieco Bianchi, Michele Tombolani, Veneto (Italy). Giunta regionale. Dipartimento per l'informazione, ''I Paleoveneti: catalogo della mostra sulla civiltà Veneti antichi'', 1988, p. 127.</ref>
 
==== Siculi e Liburni ====
Un passo dell'antico romano [[Plinio il Vecchio]] chiarisce la successione di popoli per la parte di pianura Padana sud-orientale:
 
{{Citazione|Da Ancona ha inizio la costa gallica detta Gallia Togata. La maggior parte di questa zona fu possesso di Siculi e dei Liburni, e lo furono in particolare i territori palmense, pretuzio e di Adria. Quelli furono scacciati dagli Umbri, costoro dagli Etruschi, gli Etruschi dai Galli. La popolazione umbra è ritenuta la più antica d'Italia: si crede infatti che gli Umbri fossero chiamati Ombrii dai Greci, perché sarebbero sopravvissuti alle piogge quando la Terra fu inondata.|[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis historia]]'', III, 112.<ref>Trad. ita di G. Ranucci in ''Crustumium: archeologia adriatica fra Cattolica e San Giovanni in Marignano'' (Cristina Ravara Montebelli), 2007, p. 9.</ref>|Ab Ancona Gallica ora incipit Togatae Galliae cognomine. Siculi et Liburni plurima eius tractus tenuere, in primis Palmensem, Praetutianum Hadrianumque agrum. Umbri eos expulere, hos Etruria, hanc Galli. Umbrorum gens antiquissima Italiae exstimatur, ut quos Ombrios a Graecis putent dictos quod in inundatione terrarum imbribus superfuissent.|lingua=latino}}
 
La Gallia Togata di cui parla Plinio è la [[Gallia Cisalpina]], detta così perché considerata civilizzata (dalla [[toga]], veste romana) in contrapposizione alla Gallia ancora di usi e costumi barbari, ovvero la [[Gallia Comata]] (dai lunghi capelli dei Barbari).<ref>Cfr. ''Deputazione subalpina di storia patria'', vo. 114, 1928, p. 29; ''Studi romagnoli'', vol. 33, 1982, p. 345; Lucan, Giovanni Viansino, ''La guerra civile'', 1995, p. 94; ''Il Carrobbio'', vo. 32, 2006, p. 33.</ref>
 
Plinio è abbastanza chiaro: dalla costa di [[Ancona]], per cui dalla fine delle [[Marche]] verso l'[[Emilia Romagna]], ha inizio il territorio dei Galli Togati (ai tempi dei Romani i Galli occupavano già da tempo, in maniera stabile, quelle regioni<ref group=N>I [[Galli Senoni|Senoni]] ad Ancona e i [[Galli Boi|Boi]] sotto il Po.</ref>). Qui, sostiene lo storico romano, dominarono nei tempi più antichi [[Siculi]] e [[Liburni]].
 
Di seguito Plinio ricorda che questi due popoli, stavolta nel [[Piceni|Piceno]] meridionale (egli, palesemente, non si sta più riferendo alla Gallia Togata<ref name=braccesi2007>{{Cita|Braccesi, 2007|p. 115}}.</ref>), avevano preso possesso soprattutto dell'agro del Palmense, del [[Aprutium|Pretuzio]] e dell'[[Atri]]atico - si tratta dell'Atria abruzzese, non di quella [[Adria|veneta]]. Plinio prosegue infine con l'ordine cronologico dei popoli che abitarono la Gallia Togata (poiché la citazione delle aree abruzzesi era solo un ''excursus'' in mezzo al discorso incentrato sui Galli).<ref name=braccesi2007/>
 
Tra i popoli più antichi stanziatisi nella bassa val Padana quelli che maggiormente innescano degli interessanti interrogativi sono i Siculi, poiché gli altri due (Liguri e Liburni) si sono successivamente affermati in località non distanti dal contesto padano: i Liguri, a occidente della pianura colonizzarono la [[Liguria]], che da essi ha tratto il nome, i Liburni si affermarono nel lato orientale del medio-alto Adriatico, nella [[Liburnia]]. Ma la terra alla quale i Siculi imposero il loro nome, la Sicilia, sorge a grande distanza dal contesto del passo pliniano. Eppure una connessione tra questi popoli esiste ed è data principalmente dallo storico siracusano [[Filisto]], il quale sostiene che i Siculi altro non erano che Liguri<ref>Filisto ''FGrHist'' 556 F 46.</ref> (la sua affermazione è però guardata con sospetto dalla storiografia moderna a causa degli interessi degli [[Siracusa (città antica)|antichi Siracusani]] in Italia<ref>Vd. A. Coppola, ''Archaiologhía e propaganda: i Greci, Roma e l'Italia'', 1995, pp. 93-100.</ref>).<ref group=N>Certamente risulta quanto meno curioso (e depone a favore della tesi di Filisto o della propagandistica siracusana) il fatto che secondo [[Virgilio]] (''[[Eneide]]'', X 186) il capo dei [[Liguri]] sarebbe stato [[Cunaro]] (''Cuneros'', ''Cinirus''), il cui nome si collega direttamente ad [[Ancona]], colonia dei Siracusani, dove si erge il [[monte Conero]], omonimo del condottiero ligure virgiliano (come sostenne già [[Servio]]), e dove un tempo, come attesta Plinio, sorgevano colonie dei [[Siculi]]. Questo monte è ricordato anche nel testo pliniano con il toponimo di Cunero: «''Ancona ad- posita promunturio Cunero''» (Plinio, III 111). Cfr. {{Cita|Rossignoli|p. 176}}; Luca Antonelli, ''I Piceni: corpus delle fonti'', 2003, p. 31.</ref>
 
[[File:Tavole iguvine, in lingua umbra III-I secolo ac. ca., 06.JPG|miniatura|Una delle [[tavole eugubine]], sette in tutto (risalenti al [[III secolo a.C.]]), scritte dagli [[Umbri]], popolo che secondo [[Strabone]] colonizzò [[Rimini]] e [[Ravenna]]]]
 
L'altro popolo dominante, i Liburni, è stato a sua volta identificato, se pur sporadicamente, da diversi storici del [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]] con i Liguri<ref>Cfr. ad es. [[Panfilo Serafini]], ''Degli Abruzzesi primitivi'', 1847, p. 229; [[Giovan Pietro Vieusseux]], ''Antologia'', 1830, p. 38;</ref> e alle volte anche con i Siculi.<ref>Cfr. ad es. Fr. Antonio Brandimarte, [[Giovanni Battista Cipriani]], ''Plinio seniore illustrato nella descrizione del Piceno dedicato alla santità di nostro signore Pio 7...'', 1815, p. 174.</ref> In verità molto poco si conosce sulle rispettive origini di questi popoli; due di essi però, Siculi e Liburni, sono stati in epoca più contemporanea posti in connessione con gli antichi [[Popoli del Mare]].
 
==== Umbri e Pelasgi ====
 
Gli [[Umbri]] sono indicati da Plinio come i più antichi abitatori dell'Italia, sopravvissuti all'inondazione delle terre. Ma a parte la certezza, pliniana, che si insediarono nella bassa Padana dopo aver cacciato Siculi e Liburni, non è semplice tuttavia stabilire se essi vi arrivarono prima o dopo di un altro nuovo popolo, di cui Plinio non fa menzione nella sua cronologia ma che è invece attestato da diverse fonti antiche: il popolo dei [[Pelasgi]]. Costoro, afferma [[Diodoro Siculo]], giunsero nella pianura del Po dopo essere fuggiti dalla Tessaglia all'epoca del [[Deucalione e Pirra|diluvio di Deucalione]] (la versione greca del [[diluvio universale]]).<ref>[[Diodoro Siculo]], XIV, 113, 2.</ref> Se però la notizia di Diodoro viene conciliata con quella riferita da [[Strabone]], ovvero che i Tessali fondarono Ravenna ma che a causa dell'aggressività dei Tirreni la cedettero agli Umbri, si può affermare, pur sempre con prudenza - poiché l'etnonimo tirrenico, ancora prematuro per l'area padana, è molto probabilmente frutto della pubblicistica siracusana d'epoca classica -, che i Pelasgi giunsero in queste terre prima degli Umbri; considerando che i Tessali di Strabone sono identificabili con i Pelasgi della Tessaglia citati dal passo diodoreo.<ref>Cfr. Gian Carlo Susini, ''Storia di Ravenna'', vol. 1, 1990, p. 53; Istituto universitario orientale, ''Annali del Seminario di studi del mondo classico: Sezione di archeologia e storia antica'', vol. 6, 1984, p. 241; Maurizio Mauro, ''Ravenna romana'', 2001, p. 28.</ref>
 
[[File:Pittore dei niobibi, cratere a calice con gigantomachia, trittolemo, demetra, dioniso, 460 ac.ca, tomba 313 v. trebba 04.JPG|miniatura|upright=1.0|sinistra|Cratere [[Attica|attico]] del [[pittore dei Niobidi]], rinvenuto nella valle Trebba di Spina ([[IV secolo a.C.|IV sec. a.C.]], [[museo archeologico nazionale di Ferrara]])]]
 
I Pelasgi sono inoltre indicati come i fondatori della polis deltizia sopra Ravenna: [[Spina (città)|Spina]].<ref>Dio. Alc. ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'' I, 28, 4.</ref> Questi [[Medioevo ellenico|protogreci]]<ref>Sull'uso corretto di questo termine riferito ai Pelasgi vd. es. [[Sandro Stucchi]], ''Cirene e la Grecia'', p. 12; [[Accademia delle Scienze di Torino]], ''Atti'', vol. 120-123, 1986, p. 79; [[Lorenzo Braccesi]], ''I Greci delle periferie: dal Danubio all'Atlantico'', 2003, p. 73.</ref> giunsero in Italia perché l'[[oracolo di Dodona]] aveva detto loro che dovevano cercare «la terra dei Siculi»; la Saturnia (nel [[Lazio]]), ma una tempesta li condusse alle bocche del Po, per cui essi si stanziarono prima nella bassa pianura Padana.<ref>Dion. Alic. ''Antichità romane'' I, 18, 3-4.</ref>
 
==== Cultura villanoviana, Veneti, Greci ed Etruschi ====
Nel frattempo nell'alto Adriatico faceva la sua comparsa la [[cultura protovillanoviana]] ([[XII secolo a.C.|XII]]-[[X secolo a.C.]]), seguita dalla [[cultura villanoviana]] ([[IX secolo a.C.|IX]]-[[VIII secolo a.C.]]), la cui principale caratteristica era la sepoltura ad [[Cremazione|incinerazione]]. Il suo nome deriva dal sito archeologico scoperto a Bologna (antica [[Felsina|Felzna]], capitale padana degli [[Etruschi]]).<ref>Touring Editore, ''Bologna'', 2004, p. 26.</ref>
 
La cultura villanoviana è strettamente connessa con gli Etruschi, perché essa copre quasi la stessa identica porzione di penisola italica nella quale si estese la Tirrenia/Etruria (Toscana, Lazio, parte della Campania e ampie aree della pianura Padana).<ref>Sul legame tra Etruschi e cultura villanoviana vd. Adam Ziólkowski, ''Storia di Roma'' (trad. a cura di Danilo Facca), 2006, p. 7.</ref>
 
Intorno al IX secolo a.C. nella parte nord-orientale della pianura Padana giunse il popolo dei [[Veneti]].<ref>Cfr. Marina De Franceschini, ''Le ville romane della X regio: (Venetia et Histria)'', 1998, p. 67; Luisa Brecciaroli Taborelli, ''Forme e tempi dell'urbanizzazione nella Cisalpina (II secolo a.C.-I secolo d.C.). Atti delle Giornate di studio (Torino, 4-6 maggio 2006)'', 2007, p. 61.</ref> Essi, di probabile origine [[Asia Minore|asiatica]] (forse giunti dalla [[Paflagonia]], in quanto probabili discendenti degli [[Eneti]])<ref>Cfr. Giulia Fogolari, Aldo Prosdocimi, Mariolina Gamba, ''I veneti antichi: lingua e cultura'', 1998, p. 17; Fabio Mora, ''Il pensiero storico-religioso antico: autori greci e Roma'', vol. 1, 1995, p. 138; Angela Ruta Serafini, ''Este preromana: una città e i suoi santuari'', 2002, p. 51.</ref> trovarono già insediati nel medesimo sito le popolazioni dette degli [[Euganei]], che a seguito dell'arrivo del nuovo ''ethnos'' cercarono rifugio nelle valli delle [[Alpi orientali]].<ref>Cfr. Rinaldo Fulin, Riccardo Predelli, ''Archivio veneto'', 1967, p. 161.</ref>
 
La prima frequentazione ellenica dell'alto Adriatico si fa risalire alla [[civiltà micenea]] (anteriore al [[X secolo a.C.]])<ref>Cfr. [[Lorenzo Braccesi]], ''Grecità adriatica'', 2001, p. 48; Andrea Debiasi, ''L'epica perduta: Eumelo, il Ciclo, l'occidente'', 2004, p. 220.</ref> e prosegue con la navigazione degli [[Eubea|euboici]].<ref>Cfr. autori su argomento citati in ''Ambra. Dalle rive del Baltico all'Etruria'' (Simonetta Massimi, Maria Letizia Arancio), 2012, p. 52, n. 3.</ref> Qui inoltre, si stostiene, vennero ambientate molte delle arcaiche leggende dei [[Antichi Greci|Greci]] (come parte della saga degli [[Argonauti]]<ref>Cfr. ''Preistoria e protostoria dell'alto Adriatico'', 1991; Lorenzo Braccesi, ''I Greci delle periferie: dal Danubio all'Atlantico'', 2003, p. 51; Benedetta Rossignoli, ''L'Adriatico greco: culti e miti minori'', 2004.</ref> e dell'''[[Odissea]]'' di [[Omero]]<ref>Cfr. Lorenzo Braccesi, Benedetta Rossignoli, ''Gli Eubei, l'Adriatico e la geografia dell'Odissea'', «RFIC» 127, 1999, 176-181; Mario Luni, ''I Greci in Adriatico nell'età dei kouroi'', 2007, p. 103.</ref>), risalenti ad un lasso di tempo che si stima vada dal [[IX secolo a.C.|IX]] agli inizi dell'[[VIII secolo a.C.]] I primi contatti dei Greci con gli Adriatici precedettero quindi l'arrivo e l'influenza degli Etruschi sulla pianura padana (la formazione della cultura etrusca si data alla seconda metà dell'VIII secolo a.C., mentre la colonizzazione della cosiddetta [[Etruria padana]] ebbe la sua fase maggiore solo nel [[VI secolo a.C.]]<ref>Cfr. le date in Jean-Marc Irollo, ''Gli Etruschi: alle origini della nostra civiltà'', 2008, p. 54; Rassegna gallaratese di storia e d'arte,Pietro Cafaro, ''Spazi. Economie, comunità, archeologie: Economie, comunità, archeologie'', 2014, p. 14.</ref>). Gli Etruschi furono a loro volta testimoni di un nuovo arrivo nella valle del Po: l'avvento gallico. La prima invasione gallica si data al [[IV secolo a.C.]]; i [[Siracusani nell'alto Adriatico|Greci di Siracusa]] giunsero nel delta padano a seguito di ciò.<ref>Cfr. ''Prometheus'', vol. 14-15; 1988, p. 221.</ref>
 
=== Età romana ===
==== Nella repubblica romana ====
{{Vedi anche|Assedio di Modena (218 a.C.)|Battaglia della Selva Litana|Battaglia di Modena (193 a.C.)|Battaglia di Modena|Gallia Cisalpina}}
{{...}}
 
==== Nell'impero romano ====
{{Vedi anche|Assedio di Cremona|Assedio di Piacenza (69)|Battaglia di Piacenza (271)|Battaglia di Verona (312)|Battaglia di Verona (403)|Battaglia di Ravenna (432)}}
{{...}}
 
=== Età medievale ===
{{Vedi anche|Gonzaga|Repubblica di Venezia}}
{{...}}
 
=== Età moderna ===
{{...}}
 
== Inquinamento ==
[[File:Castelfranco_Umgebung.JPG|thumb|[[Castelfranco Veneto]]]]
A causa della scarsa ventilazione della Pianura Padana, soprattutto occidentale, dell'[[industrializzazione]] e dell'alta [[densità di popolazione]] (particolarmente in [[Lombardia]], ma distribuita su tutta l'area di pianura, che conta circa 20 milioni di abitanti<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/23/nordwwf.shtml Corriere della sera - Pianura Padana, megalopoli come Bombay]</ref>), dagli [[Anni 1960|anni sessanta]] è molto cresciuto il problema dello [[smog]] e dell'[[inquinamento]] dell'aria in genere, inquinamento che non colpisce solo le grandi città o le aree industriali ma che si distribuisce a interessare l'intera macroregione. I telerilevamenti da satellite mostrano come l'inquinamento dell'aria nella Pianura Padana sia il più grave in [[Europa]], quarto nel mondo<ref>[http://www.esa.int/esaEO/SEM340NKPZD_index_1.html ESA (European Space Agency) - Observing the Earth, Air pollution map]</ref>. Inoltre, a differenza delle altre grandi pianure europee, la Pianura Padana è quasi totalmente coltivata, lasciando spazi irrisori a boschi e altri ambienti naturali.
 
Alcune amministrazioni provinciali e regionali, ad esempio la [[provincia di Milano]] e quella di [[provincia di Lodi|Lodi]], stanno prodigandosi per migliorare i pochissimi ambienti naturali rimasti nella pianura e per crearne artificialmente altri, ad esempio col progetto "Dieci grandi foreste per la pianura"<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Agricoltura%2FDetail&cid=1213596234170&pagename=DG_AGRWrapper Dieci grandi foreste per la pianura] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> della Regione [[Lombardia]]. Altre province restano in transizione verso un'agricoltura meno intensiva e più estensiva, creando i cosiddetti [[corridoio ecologico|corridoi ecologici]], con l'obiettivo di proteggere la residua [[biodiversità]] di una macroregione geografica tra le più impoverite d'Europa.
 
Secondo uno studio del giugno 2014 dell'[[Università di Modena e Reggio Emilia]], la concentrazione di [[polveri sottili]] nel corso dei precedenti 14 anni sono diminuite significativamente in tutto il bacino padano, tra l'1 e il 4% ogni anno, ed è stato dimostrato come tali diminuzioni "siano in parte dovute a miglioramenti tecnologici relativi alle sorgenti emissive" (miglioramento dell'efficienza dei [[motore|motori]] dei [[veicolo|veicoli]] e dei sistemi di emissione).<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Long-term trend and variability of atmospheric PM10 concentration
in the Po Valley|autore = |data = 20 maggio 2014|url = http://www.atmos-chem-phys.net/14/4895/2014/acp-14-4895-2014.pdf|lingua = inglese|rivista = Atmospheric Chemistry and Physics|doi = 10.5194/acp-14-4895-2014}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.ingmo.unimore.it/site/home/eventi/articolo26903.html|titolo = Ricercatori del DIEF hanno pubblicato uno studio di lungo periodo sulle concentrazioni di PM10 in Pianura Padana|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140613073645/http://www.ingmo.unimore.it/site/home/eventi/articolo26903.html|urlmorto = sì|data = 11 giugno 2014|dataarchivio = 13 giugno 2014|editore = Università di Modena e Reggio Emilia}}</ref>
 
== Economia ==
{{S sezione|economia}}
Grazie alla fertilità, la vicinanza geografica dei mercati esteri, la superficie pianeggiante e il conseguente agevole collegamento fra città e la costruzione di infrastrutture più facile rispetto al resto del complesso territorio italiano, la Pianura Padana gode oggi di una robusta economia diversificata grazie anche alla buona distribuzione, quantomeno nella parte orientale, della popolazione in diversi centri urbani medio-grandi che costituiscono ottimi punti di riferimento produttivi, logistici e industriali ([[Verona]], [[Padova]], [[Brescia]], [[Bergamo]], [[Piacenza]], [[Parma]], [[Reggio Emilia]], [[Modena]] e [[Bologna]]) immersi nella campagna ad altissima meccanizzazione agricola circostante. Nella parte occidentale, che è comunque produttiva ma con un reddito pro-capite leggermente più basso, la popolazione si concentra principalmente nei grossi poli dell'ex triangolo industriale ([[Torino]], [[Milano]] e [[Genova]]), che hanno un peso demografico molto più imponente.
 
Nella Pianura Padana si concentrano diverse aree agricole e industriali, tra le più importanti all'interno dell'[[economia italiana]]. Coltivazioni tipiche sono il [[Triticum|grano]] e il [[mais]]. Nella pianura trovano spazio anche coltivazioni destinate all'industria di trasformazione, come la [[barbabietola da zucchero]] per gli zuccherifici. Diffuso è l'allevamento intensivo dei [[bovini]] e [[suini]]. Sono sviluppate tutte le [[industria manifatturiera|industrie manifatturiere]], soprattutto nelle regioni nordoccidentali. Importanti sono anche il [[turismo]], il settore [[banca]]rio e il [[commercio]].
 
== Note ==
;Note esplicative
<references group=N/>
 
;Fonti
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Bianca Modenese]]
* [[Delta del Po]]
* [[Emilia-Romagna]]
* [[Friuli-Venezia Giulia]]
* [[Lombardia]]
* [[Padania]]
* [[Penisola italiana]]
* [[Pianura alluvionale]]
* [[Pianura veneto-friulana]]
* [[Piemonte]]
* [[Po]]
* [[Polesine]]
* [[Valle Padusa]]
* [[Veneto]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Archaeologisches Museum Frankfurt}}
 
{{interprogetto|commons=Category:Pianura Padana}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.adbpo.it|Autorità di bacino del fiume Po}}
* {{cita web|url=http://www.parcoaddasud.it/pdf/02_PIANI%20DI%20GESTIONE/IT2090006%20SPIAGGE%20FLUVIALI%20DI%20BOFFALORA/PG_BOFFALORA_14.11..08.pdf#page=89|titolo=Spiagge fluviali}}
* {{cita web|http://www.comune.madignano.cr.it/public/allegati2/Allegato_382.pdf|Componente geologica e sismica}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|archeologia|Germania|musei}}
{{portale|Italia}}
 
[[Categoria:PianuraMusei padana|di Francoforte sul Meno|Archéologie]]
[[Categoria:Musei archeologici della Germania|Francoforte]]