Prodotto interno lordo e Jacqueline Wilson: differenze tra le pagine

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{{W|scrittori|marzo 2013}}
{{nota disambigua||PIL (disambigua)|PIL}}
{{F|scrittori britannici|marzo 2013}}
In [[macroeconomia]] il '''prodotto interno lordo ''' (abbreviato '''PIL''') misura il [[valore di mercato]] aggregato di tutte le [[merci]] finite e di tutti i [[servizi]] prodotti nei confini di una [[nazione]] in un dato periodo di tempo.<ref>{{cita web|url=https://www.britannica.com/topic/gross-domestic-product|titolo=Gross domestic product|accesso=4 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.investopedia.com/terms/g/gdp.asp|titolo=Gross domestic product|accesso=4 dicembre 2016}}</ref> La nozione di ''prodotto'' è riferita quindi ai beni e servizi che hanno una valorizzazione in un processo di [[scambio]]<ref name=treccani>http://www.treccani.it/enciclopedia/pil_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)/</ref>.
{{S|scrittori britannici}}
 
{{Bio
Il termine ''interno'' indica che tale variabile comprende le [[attività economiche]] svolte all’interno del Paese; sono dunque esclusi i beni e servizi prodotti dalle [[impresa|imprese]], dai [[lavoratore|lavoratori]] e da altri operatori nazionali all’estero; mentre sono inclusi i prodotti realizzati da operatori esteri all’interno del Paese. Sono escluse dal PIL anche le prestazioni a titolo gratuito o l’autoconsumo.<ref name=treccani/>
|Nome = Jacqueline
 
|Cognome = Aitken Wilson
Il termine ''lordo'' indica che il valore della produzione è al lordo degli [[ammortamento|ammortamenti]], ovvero al naturale deprezzamento dello stock di capitale fisico intervenuto nel periodo; questo comporta che, per non ridurre tale grandezza a disposizione del sistema, parte del prodotto deve essere destinata al suo reintegro. Sottraendo dal PIL gli ammortamenti, si ottiene il PIN ([[prodotto interno netto]]).
|ForzaOrdinamento = Wilson,Jacqueline
 
|Sesso = F
Il PIL si è guadagnato una posizione di preminenza circa la sua capacità di esprimere o simboleggiare il benessere di una collettività nazionale e il suo livello di [[sviluppo economico|sviluppo]] o [[progresso sociale|progresso]].
|LuogoNascita = Bath
 
|LuogoNascitaLink = Bath and North East Somerset
== Storia ==
|GiornoMeseNascita = 17 dicembre
 
|AnnoNascita = 1945
Il concetto di PIL similare all'attuale fu espresso in modo completo dall'economista [[Adam Smith]] nella sua più celebre opera ''[[La ricchezza delle nazioni|La Ricchezza delle Nazioni]]''. Egli infatti ritiene che il capitale possa essere di due specie: ''circolante'' e ''fisso''.
|LuogoMorte =
 
|GiornoMeseMorte =
Il '''capitale circolante''' si caratterizza dal fatto che genera un profitto per chi lo possiede solo nel momento in cui il proprietario stesso lo cede e quindi se ne separa.
|AnnoMorte =
 
|Epoca = 1900
Il '''capitale fisso''', invece, genera profitto semplicemente dal suo possesso.
|Epoca2 = 2000
 
|Attività = scrittrice
Smith fa degli esempi per chiarire le sue posizioni. Ponendo caso vi sia un contadino che possiede del bestiame da lavoro. Il valore o prezzo del bestiame da lavoro costituisce un capitale fisso, infatti finché si possiede il bestiame si può trarne profitto, il prezzo del mantenimento invece è capitale circolante, la carne ad esempio che viene utilizzata per cibare il bestiame è utile solo nel momento in cui il proprietario decide di privarsene per darla ai suoi animali. Da notare che se invece il bestiame fosse posseduto da un mercante che lo vende, esso sarebbe da considerarsi come merce, e quindi come capitale circolante, solo separandosene il proprietario avrà un profitto. Un esempio ancora più attuale sempre di Smith può essere quello di una macchina agricola; il prezzo di esse è infatti capitale fisso, mentre il prezzo del mantenimento capitale circolante.
|Nazionalità = britannica
 
|PostNazionalità = specializzata in romanzi per l'adolescenza
Dopo aver fatto questa distinzione Smith spiega che la società (e l'individuo) divide il capitale in tre quote:
|Immagine = Jacqueline Wilson.JPG
# la prima è quella destinata all'immediato consumo che ha la caratteristica di non dare reddito, come ad esempio cibo, vestiti, mobili, ecc.;
}}
# la seconda è destinata al capitale circolante e quindi al suo mantenimento, Smith inserisce in questa quota qualsiasi tipo di merce (comprese le scorte), anche quella incompiuta ancora da terminare, in mano a chiunque voglia venderla (quindi mercanti, negozianti, ecc.) per ricavarne un profitto e la moneta in quanto grazie ad essa tutti i beni circolano;
* I suoi romanzi hanno come oggetto temi quali il divorzio, l'adozione e le malattie mentali. I suoi libri hanno venduto oltre 3 miliardi di copie nel solo [[Regno Unito]]. In Italia sono stati pubblicati sotto la casa editrice Salani.
# la terza destinata al capitale fisso e quindi a tutto ciò che genera reddito o profitto senza circolare o cambiare proprietario, in essa rientrano le macchine da lavoro, gli immobili che lui definisce "da reddito" (come i negozi, magazzini botteghe) i quali procurano un reddito non solo al locatore ma anche al locatario (da qui la distinzione dalle case abitative che rientrano invece nella prima quota), tutte le migliorie al capitale fisso stesso (infatti queste migliorie vanno semplicemente ad accrescerne il valore, e tendenzialmente aumentare il profitto che genera), infine anche tutte le migliorie che vengono portate all'uomo, ovvero il valore o prezzo dei vari studi compiuti.
* Hanno ricevuto diversi premi, soprattutto nel Regno Unito.
Smith ritiene quindi che il reddito lordo di una nazione sia costituito dall'insieme di tutto quello prodotto dal lavoro e dalla terra. Il reditto netto si trova invece sottraendo al reddito lordo le spese per il mantenimento del capitale fisso e circolante. Considerando quindi in poche parole reddito netto unicamente la parte di reddito destinata all'immediato consumo (ovvero ad oggi i consumi). Chiarisce però Smith che dalla sottrazione delle spese per il mantenimento del capitale fisso e circolante bisognerà escludere la parte per il mantenimento di tutto il capitale circolante che non è moneta. Infatti Smith osserva che la parte di capitale circolante che non va a finire nel capitale fisso, accrescendolo, mantenendolo o migliorandolo (seguendo l'esempio del bestiame, il mantenimento del bestiame è inizialmente sia per chi lo vende al contadino, sia per il contadino stesso, capitale circolante, nel momento in cui nutre il capitale fisso, ovvero il bestiame, entra a far parte di esso, mantenendolo), bensì finisce nella quota di immediato consumo (le vesti vendute da un mercante sono capitale circolante per il mercante, ma prima o poi verranno acquistate da qualcuno che utilizzerà il vestito semplicemente per indossarlo) e per questo costituisce reddito netto.
Jaqueline ha scritto diversi romanzi, tutti illustrati da Nick Sharrat. Ecco l'elenco completo dei libri tradotti in Italia
 
* Kiss
Invece la moneta è unicamente il mezzo attraverso il quale si scambiano i beni, e quindi non può essere conteggiata (sarebbe come conteggiare nel PIL, oltre alla macchina anche i soldi utilizzati per acquistarla). Adam Smith chiarisce anche che tutte le merci che rimangono invendute o le scorte possono essere anch'esse considerate parte del reddito netto; infatti, il loro valore è immediato consumo per chiunque le acquisterà in futuro, dunque Smith dà per scontato che ogni persona destinerà una quota del suo futuro reddito per l'immediato consumo e che la somma di tutte queste quote di ognuno sarà sufficiente ad acquistare tutte le merci rimaste invendute, e parte o tutte quelle dell'anno stesso .<ref>Adam Smith, La ricchezza delle Nazioni. Libro secondo capitoli 1 e 2</ref><ref>http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-08/quel-pioniere-rivoluzionario-adam-smith-090813.shtml?uuid=ABIuKPuD</ref>.
* O la va o la spacca
 
* La bambina con la valigia
== Descrizione ==
* Tracy superstar
=== Definizione ===
* Mamma acrobata cercasi
Il PIL (prodotto interno lordo) può essere considerato come:
* Hetty non si arrende
* la [[Produzione (economia)|produzione]],<ref name=pil>[http://www.borsainside.com/finanzainside/pil.shtm ''PIL, Prodotto Interno Lordo'']. Cristina D'Amicis. Finanzainside. Piccola enciclopedia della finanza. marzo 2008.</ref><ref>Per produzione si intende:
* Fotocoppia
* la creazione di beni o servizi destinati alla vendita;
* Bambina affittasi
* la creazione di beni o servizi destinati ad uso proprio da parte del produttore (valutati sulla base di beni e servizi simili destinati alla vendita);
* Mezzanotte
* la creazione di beni o [[Servizio pubblico|servizi, non destinati alla vendita]], da parte delle [[pubblica amministrazione|amministrazioni pubbliche]] e delle istituzioni sociali private (non esistendo un prezzo di vendita, il relativo valore è stimato sulla base dei costi di produzione);
* Girls in love
* qualsiasi attività che crei utilità dietro compenso (anche se illegale, come il [[contrabbando]], lo [[spaccio di droga]] o lo sfruttamento della prostituzione, recentemente inseriti nel computo del Pil).
* Girls in stress
 
* Girls in night
Non rientrano nella produzione:
* Girls don't cry
* i servizi domestici prestati dai membri di una famiglia;
* Alla faccia dell'angelo
* le attività volontarie che si traducono nella fornitura di servizi;
* Il potere dell'ombra
* le riparazioni eseguite in proprio sulle abitazioni (se di poco conto) e su beni durevoli;
* Love lessons
* furti, ricatti ed estorsioni (che producono solo trasferimenti di utilità).</ref> totale di beni e servizi dell'economia, diminuita dei consumi intermedi ed aumentata delle [[imposte]] nette sui prodotti (aggiunte in quanto componenti del [[prezzo]] finale pagato dagli acquirenti); tale ammontare è pari alla somma dei [[Valore aggiunto|valori aggiunti]] a [[Prezzo base|prezzi base]] delle varie branche di [[attività economica]],<ref>[http://www.okpedia.it/attivita_economica ''attività economica'']. OKpedia. Definizione.</ref><ref>Una ''branca di attività economica'' è un raggruppamento di unità produttive che svolgono tutte la medesima [[ATECO|attività economica]].</ref> aumentata delle [[imposta|imposte]] sui prodotti ([[imposta sul valore aggiunto|IVA]], imposte di fabbricazione, imposte sulle importazioni) e al netto dei contributi ai prodotti (contributi agli olivicultori, alle [[azienda|aziende]] comunali di trasporto, ecc.); il PIL è, infatti, il saldo del [[Sistema europeo dei conti nazionali e regionali#Conto della produzione|conto della produzione]];
* Cookie
* il valore totale della spesa fatta dalle famiglie per i [[consumo|consumi]] e dalle [[impresa|imprese]] per gli investimenti; vale infatti l'identità [[John Maynard Keynes|keynesiana]] <math>Y=C+G+I+(X-M)</math>, dove <math>Y</math> è il PIL, <math>C</math> sono i consumi finali, <math>G</math> è la [[spesa pubblica|spesa dello Stato]], <math>I</math> gli investimenti privati, mentre il termine <math>(X-M)</math> indica la [[bilancia commerciale]] ovvero il saldo tra [[esportazioni]] (X) e [[importazioni]] (M); l'identità vale in quanto la quota del prodotto destinata alla vendita, ma non effettivamente venduta si traduce in un aumento delle scorte, che sono una componente degli investimenti;
* Il canto infinito della balena
* la somma dei [[reddito|redditi]] dei [[lavoratore|lavoratori]] e dei [[profitto|profitti]] delle imprese; nell'attività produttiva si sopportano, infatti, costi per l'acquisto di beni e servizi da consumare o trasformare (i consumi intermedi) e costi per la remunerazione dei [[Fattore produttivo|fattori produttivi]] [[Lavoro (economia)|lavoro]] e [[Capitale (economia)|capitale]]; la produzione al netto dei consumi intermedi coincide quindi con la somma delle retribuzioni dei fattori.
* Zip
 
* Sepolto vivo
Il PIL è detto interno in quanto comprende il valore dei beni e servizi prodotti all'interno di un paese (indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce).
* Piantatela
Più precisamente (vedi anche il [[Sistema europeo dei conti nazionali e regionali]]), si considera la produzione di beni e servizi:
* La bambina nel bidone
* effettuata da operatori residenti, ovvero da operatori che hanno sul territorio dello Stato il centro dei loro interessi, o che compiono operazioni economiche e finanziarie sul territorio dello Stato per un periodo di tempo di almeno un anno;
* Facciamo che ero Lottie
* nel territorio economico dello [[Stato]], che coincide con il territorio politico-amministrativo a meno delle seguenti eccezioni:
* La mamma tatuata
** vengono compresi:
* Lola Rose
*** le sedi all'estero di [[ambasciate]], [[consolato (diplomazia)|consolati]] e [[basi militari]];
* [[Segreti (Jacqueline Wilson)|Segreti]]
*** le navi, gli aerei e le piattaforme galleggianti appartenenti a residenti;
* C'è poco da ridere
*** i giacimenti situati in acque internazionali e sfruttati da residenti;
* I topi ballano
** vengono escluse le zone franche extra-territoriali concesse come sedi di ambasciate, consolati e corpi militari di altri paesi;
* Mamma sitter
** viene convenzionalmente compreso il personale di organismi internazionali, quali la [[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura|FAO]], che gode dell'extraterritorialità.
 
Nel Sistema europeo dei conti nazionali e regionali si passa dal ''Conto della produzione'' al ''Conto della generazione dei redditi primari'' e al ''Conto dell'attribuzione dei redditi primari''. Il saldo del primo è il risultato lordo di gestione (PIL meno redditi da lavoro dipendente dei residenti e meno imposte nette sui prodotti e sulla produzione), nel secondo si aggiungono al risultato lordo di gestione, tra l'altro:
* i redditi da lavoro dipendente, questa volta aggiungendo i redditi di lavoratori dello Stato all'estero e sottraendo i redditi percepiti nello Stato da lavoratori stranieri;
* i redditi da capitale netti dall'estero: i redditi da capitale (interessi, dividendi, fitti di terreni, ecc.) spettanti a residenti, al netto di quelli spettanti a non residenti.
Si ottiene così il [[Sistema europeo dei conti nazionali e regionali|reddito nazionale lordo]].
 
Il PIL è detto ''lordo'' perché è al lordo degli [[ammortamento|ammortamenti]] (per ammortamento si intende il procedimento con il quale si distribuiscono su più esercizi i costi di beni a utilità pluriennale, che possono essere di diversa natura).
 
È una misura basilare usata in [[macroeconomia]].
 
A partire dal PIL è definibile il [[reddito pro-capite]], pari al rapporto tra il PIL e la popolazione nazionale.
 
=== Metodi di calcolo del PIL ===
Il PIL può essere misurato sia dal lato degli acquirenti (domanda) sia da quello dei produttori (offerta);<ref name="treccani"/> inoltre, esso può essere calcolato facendo riferimento ai redditi che esso remunera distribuendo il ricavato della vendita. La misurazione del PIL dal lato della domanda esplicita le diverse componenti della spesa. Nel conto delle risorse e degli impieghi il PIL si ottiene sommando i consumi, gli investimenti fissi lordi e le esportazioni nette, ovvero le esportazioni meno le importazioni, tecnicamente chiamato saldo commerciale (NX). Le importazioni ovviamente sarebbero ininfluenti nel conteggio del PIL, ma la necessità di sottrarle (diminuendo così le esportazioni totali) scaturisce dal fatto che all'interno dei consumi vi rientrano anche le importazioni, che appunto non possono far parte del PIL. Gli investimenti sono al lordo degli ammortamenti, ovvero includono la quota necessaria per conservare invariato lo stock di capitale a fine periodo; gli investimenti "netti" sono pari alla variazione dello stock di capitale dell’economia.
La misurazione del PIL dal lato dell’offerta consiste nel sommare l’apporto al PIL del Paese fornito da tutte le imprese. Il PIL è infatti pari alla somma del valore aggiunto delle diverse unità produttive e stima gli scambi ai prezzi di mercato, comprensivi quindi delle imposte sulla produzione e dell’[[Imposta sul valore aggiunto|IVA]].
 
Infine, il PIL può essere calcolato come somma dei redditi da lavoro dipendente e del risultato lordo di gestione dell’economia, oltre alle imposte sulla produzione e all’IVA e al netto dei contributi alla produzione. Della misura del PIL devono far parte anche quelle parti di prodotto generate dall’economia sommersa. Tale quantità deve essere stimata e aggiunta a quella prodotta nel mercato regolare.
 
==== PIL nominale e PIL reale ====
Come ogni misurazione economica, il PIL può essere misurato in termini reali o termini nominali.
 
Misurare il PIL in termini nominali vuol dire misurarlo nel suo valore espresso in moneta attuale, esprimerlo in termini reali vuol dire depurarlo delle variazioni dei prezzi dei beni prodotti. Dividendo il PIL nominale per il PIL reale si ottiene un indice chiamato "[[deflatore del PIL]]". Il PIL reale, al contrario di quello nominale, può essere confrontato fra anni diversi.<ref name="pilnominale">Per esempio, se nell'anno 2008 un paese ha prodotto 100 € di beni e servizi, valutati ai prezzi di mercato correnti (ovvero dello stesso anno 2008) e se il 2008 viene fissato come anno base di riferimento per la serie del storica del PIL, allora naturalmente il PIL nominale e quello reale si equivalgono. Ammettiamo che nel 2009 siano prodotti 110 € di beni e servizi valutati a prezzi di mercato correnti (ovvero dello stesso anno 2009); utilizzando i prezzi di mercato del 2008, invece, si valuta che il valore dei beni e servizi prodotti sia 107 €. Quindi:
* Anno 2008 - PIL nominale = 100 € - PIL reale = 100 €. Sono uguali, usano gli stessi valori di mercato di riferimento.
* Anno 2009 - PIL nominale = 110 € - PIL reale = 107 €. Sono diversi in quanto usano valori di mercato che si riferiscono ad anni diversi.
* Crescita del PIL nominale 2008-2009 = +10%, infatti (110 - 100)/100 = 0.1 ossia, in percentuale, 10%
* Crescita del PIL reale 2008-2009 = +7% (107 - 100)/100 = 0.07 ossia, in percentuale, 7%
E possiamo calcolare:
a) deflatore per il 2008 = 1;
b) deflatore per il 2009 = 110/107 = 1.028;
c) tasso di inflazione = (1.028-1)/1 = 0.028 ossia, in percentuale, 2,8% - ciò che rispetto ai prezzi del 2008 vale 107 € con i prezzi attuali vale 110 €.</ref><ref>{{en}} [http://economics.about.com/cs/macrohelp/a/nominal_vs_real.htm ''What's the Difference Between Nominal and Real?'']. Mike Moffatt. Economics About. Guide.</ref> Da notare che il deflatore del PIL misura la variazione dei prezzi di tutti i beni ''prodotti'' (siano essi beni di consumo o di investimento, siano essi consumati da residenti o esportati) ed è quindi diverso dal tasso di [[inflazione]], che misura la variazione dei prezzi dei soli beni di consumo presenti sul mercato interno, compresi quelli importati.
 
== Principali obiezioni e alternative al PIL ==
{{vedi anche|Indici di sviluppo}}
 
Il concetto di PIL, e anche il modo di calcolarlo, si è perfezionato nel tempo a partire dalla sua nascita e, nel corso del tempo, il PIL si è guadagnato una posizione di preminenza circa la sua capacità di esprimere o simboleggiare il benessere di una collettività nazionale. Ma non sono state risparmiate al PIL delle critiche, anche a partire da un'epoca in cui il concetto non era così noto e dominante.
 
{{Citazione|Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'[[indice Dow Jones]] né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'[[inquinamento dell'aria]], la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana... Comprende [[programmi televisivi]] che valorizzano la [[violenza]] per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di [[napalm]], missili e [[testata nucleare|testate nucleari]]. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro istruzione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta|[[Robert Kennedy]] - ''Discorso tenuto il 18 marzo [[1968]] alla [[Kansas University]]''}}
 
* Il PIL tiene conto solamente delle transazioni in denaro, e trascura tutte quelle a titolo gratuito: restano quindi escluse le prestazioni nell'ambito familiare, quelle attuate dal volontariato (si pensi al valore economico del ''[[non-profit]]'') ecc.<ref name=treccani/>
 
Il PIL, quindi, presenta diversi limiti: non include attività ritenute arbitrariamente non produttive quali il volontariato o il lavoro domestico<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ignazio F. Lara|data=2010|titolo=Quale dibattito sul PIL|rivista=Impresa&Stato|volume=|numero=n. 89|p=53}}</ref>; non ingloba le attività sommerse ed i proventi derivanti da attività illecite; non separando i costi dai benefici delle attività produttive, non tiene in nessun conto il loro l’impatto sociale ed ambientale delle attività produttive<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Hazel Henderson|data=2010|titolo=La mia battaglia per gli indicatori della qualità della vita e della sostenibilità|rivista=Impresa&Stato|volume=|numero=n. 89|pp=59-71}}</ref>, ossia le loro esternalità negative. Il PIL non riesce a fornire informazioni sulla distribuzione del reddito all’interno di una nazione né a quantificare lo stock di ricchezza accumulata<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fabrizio Panebianco|data=2012|titolo=Economia e felicità: quali metodi per un nuovo PIL|rivista=Aggiornamenti Sociali|volume=|numero=nn. 9-10}}</ref>. Un altro grande limite del PIL risiede nel “costo” che la collettività sostiene – in termini di impatto ambientale – per produrlo, poiché “l’uomo in un anno consuma più di quanto la terra può riprodurre”<ref>{{Cita libro|autore=Aldo Eduardo Carra|titolo=Oltre il PIL, un’altra economia. Nuovi indicatori per una società del ben-essere|anno=2000|editore=Ediesse|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://proversi.it/discussioni/pro-contro/89-utilizzo-del-pil-come-misura-di-benessere|titolo=Utilizzo del PIL come misura di benessere|sito=ProVersi|data=31 marzo 2017}}</ref>.
 
{{cn|* Il PIL tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, ad esempio, i danni provocati dai crimini ([[riciclaggio di denaro]]), dall'inquinamento, dalle catastrofi naturali, i costi ospedalieri per diagnosi e trattamento di patologie non legate all'invecchiamento e altrimenti evitabili. In questo modo il PIL non fa distinzione tra le attività che contribuiscono al [[benessere]] e quelle che lo diminuiscono: persino morire, con i servizi connessi ai funerali, fa crescere il PIL.}} Il PIL, pertanto, è misura della quantità dei beni e servizi prodotti, ma non della loro qualità: il denaro speso in prodotti nocivi per il benessere (come alcol e gioco d’azzardo) è valutato sullo stesso piano del denaro speso per la cultura o l’istruzione. “Il PIL non distingue tra spese che aumentano il benessere umano e 'defensive expenditures' che proteggono dai problemi derivanti dal benessere tradizionalmente inteso come il risanamento ambientale dai disastri industriali, il trattamento delle patologie sociali (dipendenza da fumo, obesità, etc.) e la spesa militare per proteggere gli interessi nazionali da minacce percepite o reali”<ref>{{Cita web|url=http://www.demos.org/sites/default/files/publications/BeyondGDP_0.pdf|titolo=Beyond the GDP. New Measures for a new economy|autore=Lew Daly e Stephen Posner|sito=demos.org|p=5}}</ref>.
* Il PIL, come del resto tutti gli altri indicatori, non è strumento neutro ma è espressione del paradigma teorico da cui ha origine<ref>{{en}} [http://ideas.repec.org/p/rtr/wpaper/0114.html ''Shifting the Focus from Paradigms to Goals: A New Approach Towards Defining and Assessing Wellbeing'']. Salvatore Monni e Alessandro Spaventa. Ideas. University Roma Tre.Department of Economics. Working paper n. 114. 2010.</ref>.
 
{{cn|L'idea che il PIL sia un numero relativamente poco significativo è sempre più condivisa}} ma mancano le alternative che hanno dimostrato di essere decisamente meno adatte del PIL a misurare il benessere di una società. {{cn|Il dibattito in materia è intenso anche a livello istituzionale}}. A titolo di esempio, il 19 e 20 novembre [[2007]] si è tenuta a [[Bruxelles]] la conferenza internazionale “Beyond GDP” (“Oltre il PIL”) organizzata dalla [[Commissione europea]], dal [[Parlamento Europeo]], dall'[[OCSE]] e dal [[WWF]]. La conferenza ha richiamato leader politici, rappresentanti di governo ed esponenti di istituzioni chiave come la [[Banca Mondiale]] e le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni unite]] con l'obiettivo di chiarire quali possano essere gli indicatori più appropriati per misurare il progresso<ref>[http://www.beyond-gdp.eu/index.html Beyond GDP - Home]</ref>. Sempre a testimoniare la crescente attenzione del mondo politico per il tema, il presidente francese [[Nicolas Sarkozy]] nel corso della conferenza stampa di inizio 2008, ha annunciato di aver incaricato tre personalità di alto rilievo, [[Jean-Paul Fitoussi]] e due premi Nobel per l'economia, lo statunitense [[Joseph Stiglitz]] e l'indiano [[Amartya Sen]], di riflettere su come cambiare gli indicatori della crescita in Francia. «Bisogna cambiare il nostro strumento di misura della crescita», ha detto Sarkozy, convinto che contabilità nazionale e PIL abbiano «evidenti limiti» che non rispecchiano «la qualità della vita dei francesi».<ref>[http://www.corriere.it/esteri/08_gennaio_08/sarkozy_conferenza_stampa_97fa5846-bdce-11dc-8e86-0003ba99c667.shtml Sarko-show all'Eliseo: «Penso a una tv pubblica senza pubblicità» Corriere della Sera]</ref> Il risultato del loro lavoro, a capo della [[Commissione sulla misurazione delle performance economiche ed il progresso sociale]] è un [http://templatelab.com/rapport-anglais/ rapporto] uscito nel 2009.
 
{{cn|Il tema interessa da anni gli studiosi di diversi ambiti della conoscenza. Recentemente si è sviluppato un intenso dibattito multi-disciplinare sorto in seguito all'evidenza empirica riguardante il diffuso disagio e le sperequazioni esistenti nelle società a reddito avanzato.}} Il dibattito ha portato alla creazione di numerosi indici di benessere o di crescita alternativi al PIL che però si sono dimostrati arbitrari ed irrealistici quindi non in grado di sostituire il PIL ma al massimo di affiancarlo come per esempio l'ISU.
 
=== Indicatore del progresso reale ===
Il principale indicatore proposto come alternativa al PIL che tiene conto delle principali critiche poste ad esso, è il [[Genuine Progress Indicator]] (GPI), in italiano "indicatore del progresso reale". Il GPI ha come obiettivo la misurazione dell'aumento della [[qualità della vita]] (che a volte è in contrasto con la [[crescita economica]], che invece viene misurata dal PIL), e per raggiungere questo obiettivo distingue con pesi differenti tra spese positive (perché aumentano il benessere, come quelle per beni e servizi) e negative (come i costi di [[criminalità]], [[inquinamento]], [[incidenti stradali]]). Simile a questo indice esiste un [[Prodotto interno lordo verde]] introdotto da alcune province cinesi.
 
=== Felicità nazionale lorda e Indice di sviluppo umano ===
Un ulteriore indicatore, alternativo a GPI e PIL è la [[Felicità Nazionale Lorda]] (FIL) oppure, per valutare la qualità della vita dei cittadini dei paesi membri delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] vi è l'[[Indice di sviluppo umano]].
 
=== Index of Sustainable Economic Welfare ===
Recentemente è stata sostenuta la proposta, ideata nel [[1989]] da [[Herman Daly]] e John Cobb, di utilizzare un indicatore alternativo al PIL: l'[[Index of Sustainable Economic Welfare|ISEW]]. In tale indicatore rientrano non solo il [[valore (economia)|valore]] complessivo dei beni e dei servizi finali prodotti in un paese, ma anche i costi sociali e i danni ambientali a medio e lungo termine. In pratica, il calcolo dello sviluppo di un paese non si baserebbe più soltanto sulla mera crescita economica ma anche su fattori sociali ed ambientali che considerano la soglia dello [[Sviluppo sostenibile|Sviluppo Sostenibile]]. A questo riguardo, è recentemente stata pubblicata da Donzelli l'analisi condotta dall'Università di Siena sotto la direzione del professor Enzo Tiezzi: "La soglia della sostenibilità ovvero tutto quello che il Pil non dice".
 
=== Subjective well-being ===
Un altro indicatore è il cosiddetto “subjective well-being” (SWB), vale a dire la percezione che gli individui hanno della propria vita e del grado di soddisfazione che provano per essa. Questo indicatore della felicità delle persone, per quanto sintetico, ha il vantaggio d'essere stato rilevato da diversi decenni e in molti paesi del mondo. Studi empirici evidenziano che il SWB stenta a crescere nel tempo in diversi paesi, come il Giappone, o diminuisce, come negli USA, nonostante il reddito pro-capite abbia avuto una evidente tendenza a crescere<ref>L.Bruni e P.L.Porta, Economics and Happiness. Reality and Paradoxes, Oxford University Press, 2005</ref>. Ciò costituisce per gli economisti un paradosso, chiamato “paradosso della felicità” o "[[paradosso di Easterlin]]", in quanto gli economisti sono abituati a pensare al reddito come ad un buon indicatore di benessere.
 
Tutti gli indicatori esaminati sopra hanno la comune caratteristica di riconoscere {{cn|la limitata significatività del prodotto interno lordo e la sua inadeguatezza come dato espressivo del reale benessere di un Paese.}} In proposito, esistono tuttavia posizioni più “radicali”: quelle di chi reputa che gli indici, ovvero i numeri, siano ben poco espressivi del fatto economico e del valore.Di qui la scarsa attendibilità di tutti gli indicatori e il giudizio negativo sul sistema dei prezzi come sistema esclusivo di misurazione del valore e sull'economia vista come gara alla conquista di numeri sempre più grandi capaci di esprimere solo cifre sempre più grandi di [[denaro]]. Di qui, più in generale, i dubbi sulla possibilità di quantificare&nbsp;– qualunque sia il sistema adottato - la misura di variabili che presentano legami indissolubili con il tema della qualità della vita, ovvero di sottoporre il valore&nbsp;– che «ha un senso, non un prezzo» – a operazioni di misurazione in senso stretto<ref>P. Dacrema, ''La dittatura del PIL. Schiavi di un numero che frena lo sviluppo'', Marsilio, 2007 e dello stesso autore ''La morte del denaro'', Christian Marinotti, 2003</ref>.
 
In realtà il problema di misurare il benessere nazionale è un problema insolubile, in quanto la misurazione del valore non può essere effettuata su base oggettiva. Il valore, come spiegato dalla [[Marginalismo|Teoria soggettiva marginalista del valore]], viene associato soggettivamente a ciascun bene dalla capacità che esso ha, nelle intenzioni d'uso del proprietario, di raggiungere i propri fini personali soggettivi. Rimane perciò chiaro che, dacché non è possibile misurare oggettivamente né concetti come "valore" e "ricchezza", né soprattutto "felicità", né "progresso reale", il PIL rimane un indicatore con scarsissimo senso economico, specie se applicato a gruppi di persone disomogenei, mentre le soluzioni alternative proposte sono semplicemente arbitrarie e irrealistiche.
 
== Variazione percentuale annua del PIL in Europa ==
{{vedi anche|Stati europei per PIL}}
[[File:Gdppcppseu27.svg|thumb|upright=1.8|Prodotto interno lordo delle principali 5 economie della comunità europea. La media dei 27 paesi EU è posta a 100. Dati ufficiali di EUROSTAT.]]
{{F|macroeconomia|ottobre 2008}}
{| class="wikitable sortable"
!Nazione || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2007]] || [[2008]] || [[2009]] || [[2010]] || [[2011]] || [[2012]] || [[2013]] || [[2014]] || [[2015]] || [[2016]] || [[2017]]
|-
| [[Bulgaria]]||5,6||5,7||4,2||6,0||6,2||-4,8||-1,5||-0,5||||
|-
| [[Cipro]]||3,7||3,6||3,0||4,4||3,7||-0,8||2,0||-3,1||||
|-
| [[Croazia]]||3,8||3,3||3,7||5,5||2,4||-5,5||-2,5||1,0||||
|-
| [[Danimarca]]||2,1||2,5||2,6||1,6||-1,2||-3,6||-3,5||-1,5||||
|-
| [[Estonia]]||7,8||7,5||6,7||7,2||-3,6||-13,7||-5,0||-2,6||||
|-
| [[Finlandia]]||3,6||1,1||2,5||4,1||0,8||-6,7||-3,5||-0,5||||
|-
| [[Francia]]||1,7||1,3||1,3||1,3||0,3||-2,1||1,1||-0,5||||
|-
| [[Germania]]||1,1||0,8||2,5||2,5||1,3||-5,0||3,6||2,0||0,7||0,4
|-
| [[Grecia]]||4,2||3,4||3,1||3,1||1,6||-7,4||-6,5||-5,8||||
|-
| [[Irlanda]]||4,5||4,8||4,7||4,2||-0,7||-7,3||-4,4||-3,5||||
|-
| [[Italia]]||1,1||0,1||1,9||1,9||-1,0||-5,0||1,3||0,4||-2,4||-1,9||0,1||0,7|||0,8|||1,5
|-
| [[Lettonia]]||7,0||6,5||5,6||10,0||-4,6||-17,8||-5,0||-5,3||||
|-
| [[Lituania]]||7,0||6,5||5,6||8,9||3,0||-16,8||-8,0||-4,5||||
|-
| [[Repubblica di Macedonia|Macedonia]]||2,9||3,9||4,0||5,9||5,3||-2,4||-1,5||0,5||||
|-
| [[Moldavia]]||7,3||7,5||5,5||4,0||7,2||-6,6||-4,0||-2,0 ||||
|-
| [[Norvegia]]||2,9||3,2||2,6||6,2||2,5||-1,1||1,5||0,1 ||||
|-
| [[Paesi Bassi]]||1,7||0,5||2,0||3,6||2,0||-4,3||0,2||0,2 ||||
|-
| [[Polonia]]||5,3||3,5||6,2||6,5||4,9||1,7||3,0||2,5 ||||
|-
| [[Portogallo]]||1,2||0,5||1,0||1,8||0,0||-3,3||-6,0||-3,5 ||||
|-
| [[Regno Unito]]||3,2||1,8||1,5||2,3||-0,3||-4,8||0,5||-1,0 ||||
|-
| [[Repubblica Ceca]]||4,4||4,4||4,6||6,5||3,5||-4,4||-1,5||-1,3 ||||
|-
| [[Romania]]||8,1||5,0||6,4||6,0||7,1||-5,4||-0,6||0,0 ||||
|-
| [[Russia]]||7,2||6,4||5,6||8,3||5,6||-8,5||2,6||1,0 ||||
|-
| [[Slovacchia]]||5,5||5,2||5,6||10,4||6,4||-5,0||0,0||1,2 ||||
|-
| [[Slovenia]]||4,2||3,9||4,0||6,8||3,5||-6,2||-1,0||-1,0 ||||
|-
| [[Spagna]]||3,3||3,6||3,9||3,7||1,2||-4,6||-3,5||-2,0 ||-1,4||
|-
| [[Svezia]]||3,1||2,4||3,0||2,7||-0,4||-4,6||-0,5||0,5 ||||
|-
| [[Svizzera]]<ref>{{en}} [http://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=SNA_TABLE1 ''Gross domestic product''<!-- Titolo generato automaticamente -->].OECD. Statistics</ref>||2,5||2,6||3,6||3,6||1,9||-1,9||2,6||0,0 ||||
|-
| [[Turchia]]||8,9||4,6||3,5||4,7||0,9||-5,8||-3,0||-1,5 ||||
|-
| [[Ucraina]]||12,1||3,5||5,0||7,9||2,1||-14,1||-6,5||-2,0 ||||
|-
| [[Ungheria]]||4,2||3,7||4,0||1,2||0,6||6,4||-2,0||-2,5 ||||
|}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita web|http://www.tesoro.it/Documentazione/servizi_citt/CONSIDERAZIONI%20PRELIMINARI%20SULL'APPLICAZIONE%20DELL'ISEW%20IN%20SERIE%20STORICA%20A%20REALTA'%20LOCALI%20IN%20ITALIA.pdf|Sito del Ministero del Tesoro italiano sull'indicatore ISEW}}
* {{cita web|http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/continaz/20080229_00/pilcomunicato.pdf|Comunicato ISTAT: Conti economici nazionali anni 2001-2007}}
* P. Dacrema, La dittatura del PIL. Schiavi di un numero che frena lo sviluppo. editore Marsilio, 2007.
* P. Dacrema, La morte del denaro. editore Christian Marinotti, 2003.
* L. Bruni e P.L. Porta, ''Economics and Happiness. Reality and Paradoxes'', Oxford University Press, 2005.
* Vincenzo Siesto, ''La contabilità nazionale italiana'', Bologna, Il Mulino, 1996.
* ISTAT, ''I conti degli italiani'', Bologna, Il Mulino, 2001.
* ISTAT, [http://www.istat.it/dati/catalogo/20081112_00/ Annuario statistico italiano 2008].
* A. Rinaldi, R. Zelli, “Misurare il benessere. La sfida degli indicatori alternativi al Pil”, Donzelli editore, Roma, 2014, ISBN 978-88-6843-049-8.
 
== Voci correlate ==
{{div col|cols=3}}
* [[Reddito nazionale lordo]]
* [[Indice di concentrazione di Gini]]
* [[Prodotto nazionale lordo]]
* [[PIL procapite]]
* [[Indice di sviluppo umano]]
* [[Produttività]]
* [[Benessere equo e sostenibile]]
* [[Genuine Progress Indicator]]
* [[Felicità Nazionale Lorda]]
* [[Felicità interna lorda]]
* [[Benessere interno lordo]]
* [[Prodotto interno lordo verde]]
* [[Impronta ecologica]]
* [[Confronto tra PIL nominale e PIL (PPA)]]
* [[Stati per PIL (nominale)]]
* [[Stati per PIL (nominale) pro capite]]
* [[Stati per PIL (PPA)]]
* [[Stati per PIL (PPA) pro capite]]
* [[Teoria della parità dei poteri di acquisto]]
* [[Calcolo delle parità dei poteri d'acquisto]]
* [[Procapite]]
* [[Output gap]]
* [[Prodotto interno lordo potenziale]]
* [[Simon Kuznets]], vincitore del Nobel per l'economia e padre del PIL
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{ThesaurusCollegamenti BNCFesterni}}
*[http://www.treccani.it/enciclopedia/pil_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/]
 
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