== Collegamenti esterni modificati == ▼
{{Bio
|Nome = Isadora
|Cognome = Duncan
|PostCognomeVirgola = pseudonimo di '''Dora Angela Duncan'''
|Sesso = F
|LuogoNascita = San Francisco
|GiornoMeseNascita = 27 maggio
|AnnoNascita = 1877
|LuogoMorte = Nizza
|GiornoMeseMorte = 14 settembre
|AnnoMorte = 1927
|Attività = danzatrice
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , considerata una tra le più significative precorritrici della cosiddetta "danza moderna", che contribuì ad avviare
|Immagine = Isadora Duncan (grayscale).jpg
}}
Gentili utenti,
== Biografia ==
Nata in [[California]], ultima di quattro figli, da madre [[Irlanda|irlandese]] e padre [[Scozia|scozzese]] (che abbandonò la famiglia quando lei aveva tre anni dopo uno scandalo bancario<ref>[http://www.darklanecreative.com/1/post/2013/06/isadora-duncan-and-paris-singer.html Isadora Duncan and Paris Singer], James Down</ref>) , trascorse gli anni dell'infanzia tra le note dei brani di [[musica classica]] suonati dalla madre, insegnante di [[pianoforte]]. Fu educata allo spirito di libertà e indipendenza.
[[File:AX Isadora Duncan Tomb crop.jpg|upright=0.8|left|thumb|La tomba di Isadora Duncan nel Cimitero del Père-Lachaise]]
Ebbe un'esistenza assai movimentata, trascorsa in gran parte sul suolo [[Europa|europeo]], alternando i successi artistici a delusioni personali ed eventi luttuosi, tra cui la morte prematura dei due figli Deirdre e Patrick, che nel 1913, a 7 e 3 anni, annegarono tragicamente nelle acque della Senna assieme alla loro governante<ref>Enciclopedia delle Donne, [http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=120 Vita di Isadora Duncan]</ref>. Fu una donna emancipata ed ebbe intense relazioni affettive, tra cui quella con l'attore e regista [[Edward Gordon Craig]] (dal quale ebbe la figlia Deirdre), quella con il facoltoso industriale Paris Singer, figlio del fondatore della fabbrica di macchine da cucire [[Singer (azienda)|Singer]] (dal loro rapporto nacque Patrick) e quella con il poeta [[Sergej Esenin]], diciotto anni più giovane di lei: lo conobbe nell'autunno del 1921 durante la permanenza in [[Russia]], nello studio del pittore Aleksej Jakovlev, e lo sposò il 2 maggio del 1922. La Duncan, però, conosceva solo una dozzina di parole russe ed Esenin non parlava alcuna lingua straniera: insieme girarono l'Europa e l'America, ma la loro burrascosa relazione finì l'anno successivo ed Esenin tornò in Russia (due anni dopo, nel dicembre 1925 Esenin morì suicida a Mosca in circostanze controverse).
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Negli ultimi anni della sua vita, la fama che l'aveva sempre accompagnata iniziò a declinare. Nell'ultima tournée in America i critici non risparmiarono critiche impietose ai suoi capelli tinti e alla sua figura ormai appesantita. Tornata ancora una volta in Europa, si divise tra Nizza e Parigi, spesso ubriaca e con problemi economici<ref>Vita di Isadora Duncan, [http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=120 Enciclopedia della Donna]</ref>. Morì tragicamente il 14 settembre 1927, a [[Nizza]], strangolata dalla [[sciarpa]] che indossava: le frange si erano impigliate nei raggi delle ruote dell'automobile da corsa [[Bugatti]] (probabilmente un modello "aperto" Type 35 o Type 37<ref>[http://www.bugatti.com/en/tradition/history/bugatti-stories/death-of-a-dancer.html bugatti.com - Death of a Dancer<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>) sulla quale era appena salita, salutando gli amici con una frase rimasta famosa: «''Adieu, mes amis. Je vais à la gloire!''» (trad. Addio, amici, vado verso la gloria!). Tale dettaglio fu riportato dall'amica Mary Desti che però in seguito confidò allo scrittore [[Glenway Wescott]], di aver mentito al riguardo: le ultime parole che la Duncan pronunciò furono, probabilmente, «''Je vais à l'amour»'' (trad. "Sono innamorata" ma anche "Vado verso l'amore"), riferendosi a Benoît Falchetto, il proprietario dell'auto con il quale stava andando verso il proprio albergo. Quando [[Gertrude Stein]], che conosceva bene la Duncan, seppe della sua tragica morte disse: «Affectation can be dangerous» (trad. "Certi vezzi possono risultare pericolosi")<ref>[http://www.history.com/this-day-in-history/dancer-isadora-duncan-is-killed-in-car-accident Dancer Isadora Duncan is killed in car accident — History.com This Day in History — 9/14/1927<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20170601061711/http://www.pcn.minambiente.it/viewer_old/ per http://www.pcn.minambiente.it/viewer_old/
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Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri riposano nel [[Cimitero del Père-Lachaise]] a [[Parigi]].
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 22:53, 22 giu 2019 (CEST)
Nel [[1968]] fu realizzato un film ispirato alla biografia della Duncan, intitolato [[Isadora]]<ref>scheda del film sul sito [[Internet Movie Database|IMDb]] [http://www.imdb.com/title/tt0063141/].</ref> e diretto da [[Karel Reisz]]; [[Vanessa Redgrave]] vi interpreta il ruolo della celeberrima danzatrice.
== La sua arte ==
[[File:1923. Esen duncan.jpg|thumb|Isadora Duncan e [[Sergej Esenin]], 1923.]]
Le sue prime esibizioni si svolsero negli [[Stati Uniti]] alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]], ma non furono molto apprezzate. Nel [[1900]] danzò a [[Londra]]. Fu la prima di una lunga serie di esibizioni nel continente europeo, dove ottenne l'ammirazione di molti artisti e intellettuali dell'epoca.
Fu artefice di una radicale rottura nei confronti della [[danza accademica]]: abolì nei propri spettacoli le scarpette da punta, che considerava innaturali, e gli artificiosi costumi indossati dalle ballerine del [[XIX secolo]], preferendo indossare abiti semplici e leggeri, che ricordavano il [[peplo]] dell'[[antica Grecia]], e danzando a piedi nudi. Scelte che si coniugavano con l'esigenza di favorire la libertà e l'espressività dei movimenti.
Le sue "danze libere" furono interpretazioni emotive, impressionistiche, di composizioni di celebri musicisti come [[Fryderyk Chopin]], [[Ludwig van Beethoven]], [[Christoph Willibald Gluck]], nelle quali il suo corpo dolce ed espressivo suppliva alla povertà di mezzi tecnici.
La Duncan desiderava fortemente creare la danza del futuro ispirandosi alla [[Plasticità (arte)|plasticità]] dell'[[arte greca]], basandosi sul sentimento e sulla passione dettati dalla natura e dalla forza della [[musica]]. La sua importanza nella storia della danza è grande, sia per l'interesse che seppe suscitare nelle platee di tutto il mondo, sia perché le sue idee furono rivoluzionarie per la sua epoca e costituirono per i suoi successori l'impulso per la creazione di nuove tecniche diverse da quella accademica e per una nuova concezione della danza teatrale.
Nella sua autobiografia "My life" (in italiano "La mia vita"), scrisse: " I realised that the only dance masters I could have were Jean-Jacques Rousseau ("Emile"), Walt Whitman and Nietzsche" (trad. Mi resi conto che i soli maestri di danza che potessi avere erano il J. J. Rosseau dell'''Emile'', Walt Whitman e Nietzsche")<ref>"My life", Isadora Duncan su Guttenberg Project http://www.gutenberg.ca/ebooks/duncani-mylife/duncani-mylife-00-h-dir/duncani-mylife-00-h.html</ref>.
Anche la compagnia dei [[Balletti Russi]] di [[Sergej Djaghilev]] ne fu influenzata notevolmente.
Sergej Djagilev e [[Mikhail Fokin]] la videro ballare per la prima volta a [[Pietroburgo]] nel [[1905]] e ne rimasero molto colpiti. Per Isadora quello era un periodo di grandi successi internazionali. In seguito tornò in [[Russia]] per aprire una scuola di danza a [[Mosca (Russia)|Mosca]] su invito di [[Lenin]].
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
[[File:Isadora Duncan ggbain 05654.jpg|thumb|Isadora Duncan]]
*Victor Seroff, ''Isadora Duncan'', Milano, dall'Oglio editore, 1974
*Leonetta Bentivoglio, ''La danza contemporanea'', Milano, Longanesi, 1985
*[[Alberto Savinio]], "Isadora Duncan", in ''Narrate, uomini, la vostra storia'', 1942, rist. Adelphi 1984, VI ed. 2009
*Isadora Duncan, ''La mia vita'', Roma, Dino Audino, 2003. ISBN 88-86350-82-1
*Sabrina Jones, ''Isadora Duncan una biografia disegnata'', Rimini, NdA Press, 2011. ISBN 9788889035610
*''Isadora'', in TEATRO di Maura Del Serra, Pistoia, Petite Plaisance, 2015.
==Altri progetti==
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▲==Collegamenti esterni==
* [http://guide.supereva.com/poeti_sognatori/interventi/2005/06/216083.shtml/ Sergej Esenin e Isadora Duncan: il nostro sogno infranto], in ''Poeti & Sognatori''
* [http://www.shakespeareinitaly.it/isadora.html Isadora], in Shakespeareinitaly.it
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{{Portale|biografie|danza}}
[[Categoria:Morti per incidente stradale]]
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