Guerra in Bosnia ed Erzegovina e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 giugno 21: differenze tra le pagine

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|Didascalia = <small>Il Parlamento bosniaco in fiamme (a sinistra); Ratko Mladić all'Aeroporto di Sarajevo durante l'assedio; soldato norvegese ONU a Sarajevo.</small>
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|Esito = [[Accordo di Dayton]]
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|Schieramento1 = {{BIH 1992-1998}}<br>{{NATO bandiera}} (1995-)
----
[[File:Flag_of_the_Croatian_Republic_of_Herzeg-Bosnia.svg|20px|border]] [[Repubblica Croata dell'Herceg-Bosna|Herceg-Bosna]]<br>{{HRV}}
|Schieramento2 = {{BA-SRP}}<br>{{YUG 1992-2003}}<br>[[File:Western Bosnia1995.gif|border|20px]] [[Regione Autonoma della Bosnia occidentale|Bosnia Occidentale]]
|Comandante1 = [[File:Flag of Bosnia and Herzegovina (1992-1998).svg|20px|border]] [[Alija Izetbegović]]<br>[[File:Flag of Bosnia and Herzegovina (1992-1998).svg|20px|border]] [[Sefer Halilović]]<br>[[File:Flag of Bosnia and Herzegovina (1992-1998).svg|20px|border]] [[Rasim Delić]]
----
[[File:Flag of Croatia.svg|20px|border]] [[Franjo Tuđman]]<br>[[File:Flag_of_the_Croatian_Republic_of_Herzeg-Bosnia.svg|20px|border]] [[Mate Boban]]<br>[[File:Flag_of_the_Croatian_Republic_of_Herzeg-Bosnia.svg|20px|border]] [[Milivoj Petković]]
|Comandante2 = [[File:Flag of Republika Srpska.svg|20px|border]] [[Ratko Mladić]]<br>[[File:Flag of Republika Srpska.svg|20px|border]] [[Radovan Karadžić]]<br>[[File:Flag of FR Yugoslavia.svg|20px|border]] [[Slobodan Milošević]]
|Effettivi1 = [[Armata della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina]]: ~200.000 soldati e ~100 carri armati
----
[[Consiglio di difesa croato]]: ~50.000 soldati e ~50 carri armati
|Effettivi2 = [[Esercito della Repubblica Srpska]]: ~50-80.000 soldati e ~300 carri armati, ~più di 800 cannoni<ref>Osprey essential history: The colaps of Yugoslavia 1991-99, 2004, ISBN 1-84176-805-7, strana 21</ref>
|Perdite1 = 31.270 soldati<br>32.723 civili
----
5.439 soldati<br>1.899 civili
|Perdite2 = 20.649 soldati<br>civili
|Perdite3 =
|Note =
}}
{{Campagnabox guerre jugoslave}}
 
Con la '''guerra in Bosnia ed Erzegovina''' si definisce il conflitto militare in [[Bosnia ed Erzegovina]], svoltosi tra il [[1º marzo]] [[1992]] ed il [[14 dicembre]] [[1995]].
 
Questa guerra è definita anche guerra civile in Bosnia ed Erzegovina e, a seconda delle varie etnie, '''guerra patriottica di difesa''' (per i serbi), '''aggressione contro la Bosnia ed Erzegovina''' (per i [[bosgnacchi]]), '''guerra per la patria''' (per i croati di Bosnia ed Erzegovina).
 
Gli scontri armati iniziarono dopo il referendum per l'indipendenza e il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite della Bosnia. La guerra si concluse con la firma dell'[[Accordo di Dayton]]. Si stima che durante la guerra siano morte circa 100.000 persone e sfollati almeno 1,8 milioni di individui.
 
==Situazione politica prima della guerra==
===La dissoluzione della Jugoslavia===
La guerra in Bosnia ed Erzegovina è strettamente connessa con la disintegrazione della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] iniziata con l'indebolimento del governo post-comunista. Infatti, nel caso della Jugoslavia, il [[comunismo]] perse la sua forza ideologica e fece strada al rafforzamento del [[nazionalismo]] alla fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]].
====La situazione in Bosnia ed Erzegovina====
Nelle prime elezioni libere e democratiche nel novembre 1990 vinsero i tre maggiori partiti nazionalisti del paese.
La maggioranza parlamentare fu composta dal [[Partito dell'Azione Democratica]] (SDA), dal [[Partito Democratico Serbo (Bosnia ed Erzegovina)|Partito Democratico Serbo]] (SDS) e dall'[[Unione Democratica Croata di Bosnia ed Erzegovina|Unione Democratica Croata]] (HDZ).
 
I partiti "''nazionali''", nonostante il battibecco occasionale e reciproche accuse sul metodo di agitazione istituirono una tacita alleanza. Anche se la differenza programmatica e politica era grande, il motivo principale che creò temporaneamente un irreale idillio fra tre etnie profondamente diverse tra loro fu l'[[anticomunismo]] e un desiderio condiviso di sconfiggere il governo socialista al potere da anni.
 
La nuova coalizione divise il potere così che la Presidenza della Repubblica andò a un musulmano, la Presidenza del Parlamento a un serbo e la Presidenza del Governo a un croato.
 
La disintegrazione della Jugoslavia ebbe inizio con la dichiarazione di indipendenza della Slovenia e [[Guerra dei dieci giorni|la breve guerra contro la JNA]] continuata con gli sforzi della Croazia verso l'indipendenza.
 
In Croazia, nell'estate del 1991 la guerra si intensificò per via dei combattimenti tra l'JNA e l'esercito croato; infine la Croazia l'8 ottobre 1991 dichiarò la fine di tutti i legami con il resto della [[Jugoslavia]].
Il parlamento bosniaco (senza la partecipazione dei rappresentanti serbi), in risposta ad eventi, il 15 ottobre 1991 emanò una "''Legge sulla riaffermazione della sovranità della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina''".
Con questo atto si decise di ritirarsi dal lavoro dei rappresentanti della Bosnia ed Erzegovina dagli organi federali jugoslavi fino al raggiungimento di un accordo tra tutte le repubbliche che compongono la Jugoslavia. Questo fu concordato da SDA e HDZ, mentre i rappresentanti SDS rifiutarono ciò.
 
Questo atto ha contribuito alla creazione di tensioni inter-etniche in Bosnia e fu il preludio alla guerra imminente.
 
Durante l'Assemblea della Presidenza della BiH e dell Governo prese la decisione in base al quale le reclute e i riservisti non saranno inviati alla JNA. Allo stesso tempo, i musulmani ed i croati saranno mobilitati dalla polizia della Bosnia ed Erzegovina e inviati a [[Bosanska Gradiška]] e [[Bosanska Kostajnica]].
 
Fra metà settembre e metà novembre 1991, facendo affidamento sul territorio dei comuni in cui aveva preso il potere, SDS istituì un [[Distretto autonomo serbo]] (''Српска Аутономна Област'', SAO) indipendente dal governo centrale bosniaco. Ben presto fu indetto per il 9-10 novembre 1991 un referendum del popolo serbo con cui si decise in caso di indipendenza bosniaca la formazione di una "''Repubblica dei serbi in Bosnia''" che sarebbe rimasta ancorata alla Jugoslavia.
I musulmani e croati dichiararono incostituzionale questo referendum, ma proprio i croati il 12 novembre 1991 dichiarono l'autonomia della ''Comunità Croata della Posavina'' e il 18 novembre della ''Comunità Croata dell'Herceg-Bosna'' (HZHB).
 
Il 9 gennaio 1992 i serbi dichiararono la [[Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina]].
 
Il 25 gennaio la [[Repubblica di Bosnia ed Erzegovina]] indisse un referendum sull'indipendenza. Mentre il 27 gennaio venne proclamata anche la "''Comunità Croata della Bosnia Centrale''".
 
==Inizi della guerra==
{| class="prettytable" align="right"
|+ Gruppi etnici in Bosnia ed Erzegovina<br />
(dati censimento [[1991]])
|-
| [[Bosgnacchi|Musulmani]]||44%
|-
| [[Serbi]]||31%
|-
| [[Croati]]||17%
|-
| Jugoslavi e altri||8%
|}
 
La crescente tensione nella Repubblica di Bosnia portò ad un massiccio armamento personale e aumentarono il numero degli incidenti.
Infatti dal novembre 1991 il numero di incidenti era cresciuto in maniera anormale (oltre il 75%).
 
Nonostante l'opposizione dei serbi, il referendum sull'indipendenza venne organizzato dal 29 febbraio al 1º marzo 1992. Votarono il 63,7% degli aventi diritto, di cui il 92,7% si dichiarò a favore dell'indipendenza.
===Primi conflitti===
Il 1º marzo 1992, secondo giorno del referendum sull'indipendenza della Bosnia ed Erzegovina, un membro dei [[Berretti Verdi]], Ramiz Delalić, sparò su un corteo nuziale serbo a [[Bašćaršija]] uccidendo il padre dello sposo Nikola Gardović. In risposta a questo assassinio, i serbi armati alzarono delle barricate a Sarajevo, e dal 1° al 5 marzo sollevarono barricate anche in diverse altre città bosniache ([[Šamac]], [[Derventa]], [[Odžak]]).
 
I musulmani controllavano il centro di Sarajevo, mentre i serbi controllavano il resto della città e le colline intorno ad essa.
Dopo un appello al pubblico, [[Radovan Karadžić]] (serbo) e [[Alija Izetbegović]] (musulmano), il 3 marzo tennero un incontro presso la sede della JNA nel centro di Sarajevo, con la mediazione del generale JNA Milutin Kukanjac. Dopo un acceso dibattito, Karadzić e Izetbegović convennero di mantenere l'ordine nella città a pattuglie miste della JNA e della polizia bosniaca. Tuttavia nel marzo 1992 seguirono frequenti scontri armati che causarono decine di morti.
 
Intanto nella notte tra il 26 e il 27 marzo le truppe delle [[Forze Armate della Repubblica di Croazia]] in coordinamento con paramilitari musulmani attraversarono il fiume Sava e massacrarono 60 civili serbi.<ref>[http://www.nezavisne.com/vijesti.php?vijest=7141&meni=2 Злочин у Сијековцу]</ref> Questo massacro avviò importanti conflitti armati in Bosnia ed Erzegovina. La reazione serba non si fece aspettare: le forze paramilitari serbe della [[Guardia Volontaria Serba]] guidate da [[Arkan]] il 1º aprile occuparono [[Bijeljina]], un' importante città nel nord-est della Bosnia ed Erzegovina, uccidendo molti civili musulmani.
 
===Proteste contro la guerra===
[[File:Evstafiev-bosnia-sarajevo-woman-cries-at-grave.jpg|200px|thumb|Una donna serba piange una tomba nel cimitero del Leone a Sarajevo, 1992.]]
In risposta allo scoppio del conflitto aperto, i cittadini di Sarajevo il 5 aprile organizzarono una grande protesta contro la guerra, opponendosi al nazionalismo. Simili proteste si svolsero anche a Mostar e in altre città della Bosnia ed Erzegovina.<ref>[http://www.bosna.cz/1992-1995.html Chronologický přehled událostí v Bosně a Hercegovině v letech 1992-1995]</ref> A Sarajevo, i manifestanti entrarono nell'edificio del parlamento, e quando arrivarono a poche centinaia di metri di distanza dal quartier generale del Partito Democratico Serbo presso l'hotel Holiday Inn, Juka Prazina, un membro dei Berretti verdi contrario alle proteste e favorevole alla guerra, sparò loro contro.
 
==Il corso della guerra==
 
Nel mese di marzo iniziarono a organizzarsi per l'inizio della guerra. Alla fine di marzo la situazione peggiorò (il 23 marzo a [[Gorazde]], il 29 marzo a [[Kupres]], [[Mostar]] e [[Derventa]]) e iniziò così la guerra in Bosnia ed Erzegovina, prima ancora della data d'inizio ufficiale della guerra, il [[6 aprile]] [[1992]].
 
===1992===
[[File:Sarajevo Siege Part III.jpg|thumb|200px|Rovine di Sarajevo durante l'assedio.]]
 
{{main|Assedio di Sarajevo|Guerra croato-musulmana in Bosnia ed Erzegovina}}
*26 marzo &ndash; Le [[Forze Armate della Repubblica di Croazia]] massacrano 60 civili serbi a [[Sijekovac]]. 4 aprile paramilitari serbi di Zeljko Raznatovic Arkan occupano cita di Bijeljina masacrando numerosi civili croati e bosniaci muslimani.
*6 aprile &ndash; I serbi iniziano l'[[assedio di Sarajevo]].Bombardando con canoni e mortai obietivi civili uccidendo numerose donne e bambini.
*8 aprile &ndash; I serbi occupano cometendo crimini di guerra in masa [[Zvornik]].
*2 maggio &ndash; Inizia il bombardamento di Sarajevo (distrutti l'ufficio postale principale e la Presidenza della Bosnia ed Erzegovina). Le unità dell polizia bosniaca e difesa teritoriale bosniaca circondano il quartier generale della JNA nel centro di Sarajevo.I serbi arrestano all'aeroporto il presidente della Bosnia ed Erzegovina, [[Alija Izetbegovic]], che tornava da Lisbona ed lo portano al quartier generale della JNA in Lukavica.
*3 maggio &ndash; In cambio di Izetbegović vengono rilasciati i soldati della JNA ma i esercito bosniaco a Dobrovoljacka street attaccano i soldati jugoslavi uccidendone 7, e ferendone 3 attacco al convoglio JNA a Tuzla uccidendo 50 e ferendo 44 militari.
*27 maggio &ndash; Un'esplosione in una strada di Sarajevo uccide 17 persone. I musulmani accusano i serbi di responsabilità per l'esplosione.
*19 giugno &ndash; Inizio della [[guerra croato-musulmana in Bosnia ed Erzegovina]].
*29 giugno &ndash; Dopo la forte pressione della comunità internazionale, i serbi lasciano l'aeroporto di Sarajevo alle [[Nazioni Unite]] al fine di fornire aiuti umanitari per la popolazione che era sotto assedio.
*26 agosto &ndash; A Londra tenuta la prima conferenza internazionale dedicata a porre fine alla guerra in Bosnia Erzegovina.
*18 dicembre &ndash; Lord Owen, come inviato delle Nazioni Unite per fermare la guerra in Bosnia, arriva a Sarajevo.
 
===1993===
 
*7 gennaio &ndash; Le unità musulmane effettuano massacri contro la popolazione serba a [[Kravica]].
*16 gennaio &ndash; Le unità musulmane effettuato massacri contro la popolazione serba nel villaggio Skelani.
*11 marzo &ndash; Il comandante di UNPROFOR in Bosnia, il generale Morilon, arriva a Srebrenica, che era sotto assedio da parte delle forze serbe.
*16 &ndash; fine aprile &ndash; 117 civili musulmani vennero bruciati vivi in una casa del villaggio Ahmici da parte dei soldati del [[Consiglio di difesa croato]], comprese donne, bambini e anziani questo fu il più grande crimine di guerra nel [[Guerra croato-musulmana in Bosnia ed Erzegovina|conflitto croato &ndash; musulmano]].
*18 aprile &ndash; Il [[Consiglio di sicurezza dell'ONU]] dichiara Srebrenica una ''zona di sicurezza''.
*2 maggio &ndash; Il leader serbo &ndash; bosniaco, [[Radovan Karadžić]], sottoscrive il Piano Vence &ndash; Owen per fermare la guerra ad Atene e affida all'[[Assemblea Nazionale della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina|Assemblea Nazionale della Repubblica Serba]] il compito di ratificare il trattato.
*5 maggio &ndash; L'[[Assemblea Nazionale della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina|Assemblea Nazionale della Repubblica Serba]] in una riunione a [[Jahorina]], respinge la proposta di Vance &ndash; Owen.
*16 giugno &ndash; A [[Ginevra]], presentato un nuovo piano di pace conosciuto come il piano Owen &ndash; Stoltenberg.I serbi e croati accettano la carta proposta.
*24 agosto &ndash; I croati in Bosnia ed Erzegovina dichiarano sul loro territorio la [[Repubblica Croata dell'Herceg-Bosna]].
*21 settembre &ndash; La parte musulmana respinge la proposta di Owen &ndash; Stoltenberg.
 
===1994===
 
*5 febbraio &ndash; Nell'esplosione al mercato sarajevese di Markale muoiono 68 civili.
*18 marzo &ndash; [[Accordi di Washington]]: [[Franjo Tuđman]] e [[Alija Izetbegović]] pongono fine alla guerra croato &ndash; musulmana in Erzegovina e creano la [[Federazione di Bosnia ed Erzegovina]].
*10 aprile &ndash; Le forze serbo &ndash; bosniache lanciano un'offensiva su [[Goražde]], la più grande enclave musulmana, che contava circa 60.000 persone.
*25 aprile &ndash; [[USA]], [[Germania]], [[Francia]], [[Inghilterra]] e [[Russia]] costituito il "Gruppo di contatto".
*18 luglio &ndash; I musulmani e croati accettano il piano proposto dal Gruppo di contatto: la BiH è divisa tra la Federazione croato &ndash; musulmana, con il 51% e la Repubblica serba con il 49% del territorio.
*4 agosto &ndash; Dopo diversi rifiuti serbo &ndash; bosniaci ad accettare il piano del Gruppo di contatto, le autorità della [[Repubblica Federale di Jugoslavia]] e della [[Serbia]] interrompono tutte le relazioni con la [[Republika Srpska]] e chiudono la frontiera sulla [[Drina]].
 
===1995===
[[File:Potoc2006.jpg|thumb|200px|Commemorazione del massacro dei musulmani a Srebrenica nel 2006 a Potocari.]]
{{main|Operazione Deliberate Force|Massacro di Srebrenica}}
*11 luglio &ndash; L'[[Esercito della Repubblica Serba]] occupa [[Srebrenica]], uno degli ultimi avamposti dell'[[Armata della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina]] nella Bosnia orientale.
*16 luglio &ndash; Il [[Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia|Tribunale dell'Aja]] incrimina [[Radovan Karadžić]] e [[Ratko Mladić]] per l'assedio e il bombardamento di [[Sarajevo]].
*28 agosto &ndash; Un'altra esplosione terribile sul mercato Markale a Sarajevo. 37 persone sono state uccise.
*29 agosto &ndash; L'alta dirigenza della Repubblica Serba autorizza il [[Presidenti della Serbia|Presidente della Serbia]] [[Slobodan Milošević]] a rappresentare la [[Republika Srpska]], nei colloqui di pace.
*30 agosto &ndash; L'aviazione della [[NATO]] lancia un feroce raid aereo sulla Repubblica Serba, distruggendo gli apparati militari più importanti e le vie di comunicazione.
*8 settembre &ndash; La Repubblica Serba ufficialmente riconosciuta come una delle due entità in Bosnia ed Erzegovina.
*14 settembre &ndash; Dopo due settimane di attacchi aerei da parte di aerei della NATO, i serbi bosniaci ritirano le armi pesanti intorno a Sarajevo, ponendo fine all'assedio.
*5 ottobre &ndash; Uno dei negoziatori chiave per raggiungere accordi di pace, [[Richard Holbrooke]] (Stati Uniti), dichiara un cessate il fuoco per due mesi in Bosnia. Fino a quel giorno, l'offensiva congiunta delle forze bosniaco &ndash; croate infatti aveva portato i serbi a meno del 50% del territorio della Bosnia.
*16 novembre &ndash; Il Tribunale dell'Aja ha modificato il capo d'accusa contro Karadžić e Mladić, mettendo l'onere della responsabilità per il [[massacro di Srebrenica]].
*21 novembre &ndash; Dopo tre settimane di negoziati, nella base militare USA di Dayton è stato firmato l'accordo che pose fine alla guerra in Bosnia Erzegovina. L'accordo fu firmato da [[Slobodan Milošević]], [[Franjo Tuđman]] e [[Alija Izetbegović]].
*14 dicembre &ndash; A Parigi viene solennemente ratificato l'[[accordo di Dayton]].
[[File:DaytonAgreement.jpg|200px|thumb|Gli accordi di Dayton,siglati da [[Alija Izetbegović]] (musulmano), [[Slobodan Milošević]] (serbo) e [[Franjo Tuđman]] (croato),segnarono la fine del conflitto bosniaco &ndash; erzegovese dopo 3 anni di violentissima guerra fratricida.]]
 
==Il ruolo della comunità internazionale==
La comunità internazionale in guerra è principalmente rappresentata da [[UNPROFOR]], [[NATO]], [[Unione europea|UE]], [[Nazioni Unite|ONU]],gli [[Stati Uniti d'America]] e altri paesi che avevano avuto un contributo significativo relativamente al flusso di eventi in Bosnia ed Erzegovina. Le forze internazionali schierate in Bosnia ed Erzegovina hanno subito perdite significative (320 soldati uccisi di UNPROFOR e molti feriti).
 
Una delle prime mosse che molti ora caratterizzano come l'errore iniziale che ha contribuito in modo significativo al processo di disgregazione della Jugoslavia è stato il riconoscimento dell'indipendenza della [[Croazia]] da parte della [[Germania]]. La mossa ha messo la Bosnia ed Erzegovina in una posizione estremamente imbarazzante e soprattutto causò l'irredentismo sia croato che serbo.
 
==Note==
<references/>
 
== Altri progetti ==
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