Utente:Jose Antonio/Sandbox e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 giugno 22: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
BotCancellazioni (discussione | contributi)
Bot: aggiornamento pagina di servizio giornaliera per i conteggi del 22 giugno 2019
 
Riga 1:
{{Conteggio cancellazioni}}
{{Infobox militare
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Start|08:40, 25 giu 2019 (CEST)}}
|Nome = Guglielmo Ferri
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 1 |voce = Cronologia di Arda |turno = |tipo = votazione |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = Fantasy |temperatura = 34 }}
|Immagine =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 2 |voce = Io vorrei (Gigi D'Alessio) |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = musica |temperatura = 27 }}
|Didascalia =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 3 |voce = Pier Luigi Stefani |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = televisione |temperatura = 20 }}
|Soprannome =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 4 |voce = Lorena Marseglia |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = televisione |temperatura = 86 }}
|Data_di_nascita = 23 aprile 1907
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 5 |voce = Prima o poi (Gigi D'Alessio) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = musica |temperatura = 12 }}
|Nato_a = [[Firenze]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 6 |voce = Libero (Gigi D'Alessio) |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = musica |temperatura = 12 }}
|Data_di_morte = 19 settembre 1970
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 7 |voce = Starr Manning |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = Televisione |temperatura = 17 }}
|Morto_a = [[Bussolengo]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 8 |voce = Will Spencer |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = Televisione |temperatura = 18 }}
|Cause_della_morte =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 9 |voce = Psico poteri |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 giugno 22 |multipla = |argomenti = videogiochi |temperatura = 11 }}
|Luogo_di_sepoltura =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
|Nazione_servita = {{RSI}}
|Forza_armata = [[Esercito Nazionale Repubblicano]]
|Arma =
|Corpo =[[Brigata Nera]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto=
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[Tenente colonnello]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne = [[Guerra civile in Italia (1943-1945)|Guerra civile in Italia]]-[[Ridotto alpino repubblicano]]
|Battaglie =
|Comandante_di = [[XXX Brigata Nera "Amos Maramotti"]]/"Davolio Francesco Marani" e [[Brigata Nera Autonoma "Giovanni Gentile"]]
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Guglielmo
|Cognome = Ferri
|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 23 aprile
|AnnoNascita = 1907
|LuogoMorte = Bussolengo
|GiornoMeseMorte = 19 settembre
|AnnoMorte = 1970
|Attività = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
==Biografia==
Giovanissimo militante del [[Partito Nazionale Fascista]] ancor prima della [[marcia su Roma]] aveva poi anche subito aggressioni e processi legati all'attività delle [[squadre d'azione]]<ref>{{cita|Storchi|p. 250}}</ref><ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.40</ref>. Aveva inoltre militato nelle formazioni giovanili del partito fino al 1925<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.40</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 250}}</ref>. Il 29 novembre 1929 si sposò con Maria Faggiani a [[Torino]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.39</ref>.
Trasferitosi a [[Parma]] aprì una [[Industria farmaceutica|casa farmaceutica]] la "Farmaceutici
Autarchici Italiani"<ref>{{cita|Storchi|p. 250}}</ref><ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.41</ref>. Durante la guerra l'azienda ebbe delle difficoltà ma nonostante ciò superò una istanza di [[Fallimento (diritto)|fallimento]] a [[Bologna]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.41</ref>.
 
===Gli esordi a Parma===
Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] entrò a far parte delle prime [[squadre d'azione]] che si formarono immediatamente a Parma<ref>http://www.fondazionersi.org/mediawiki/images/a/a5/Acta71.pdf p.12</ref> che divennero poi squadre di polizia federale<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.42</ref>. Secondo Ferri il [[Partito Fascista Repubblicano]] avrebbe dovuto prendere il sopravvento su tutte le strutture statali e in questo senso riuscì inizialmente ad operare insieme al [[federale]] [[Antonio Valli]] contrapponendo le squadre federali alla [[Questura]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.43</ref>. La squadra guidata da Ferri si proponeva come obiettivo di colpire innanzitutto coloro che avevano tradito il partito dopo la [[caduta del fascismo]] del 25 luglio e autofinanziandosi sequestrando i beni dei notabili antifascisti<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.43</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref>. Ferri vedeva nel [[fascismo repubblicano]] l'ultima possibilità di sopravvivenza dell'idea fascista in Italia e pertanto non è disposto a cedere ai rappresentanti della vecchia politica che a suo avviso continuavano a manovrare il partito<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.41</ref>.
{{citazione|Accontentiamoci di guardare all'essenziale che è l'Italia di tutte le nostre lotte e di tutte le nostre passioni, che non deve e non può morire per colpa di quattro traditori e di otto imbecilli. Non è il caso di diventare filosofi, ma solamente realisti. Le nostre ingenuità, che ci sono se non vogliamo apparentarci con la gente sporca, non debbono però metterci in condizione di accettare ciecamente il piccolo destino riservatoci dalle nullità salite in cattedra in virtù di troppi compromessi. (...) Sono un fascista arrabbiato e arrabbiato anche contro tutti coloro che, per non avere il coraggio di affrontare direttamente i vecchi marpioni che sono dentro al partito, lavorano sott'acqua senza accorgersi di diventare viscidi polipi. Di fianco a questi naturalmente ci sono anche i pesciolini in buona fede che si fanno mangiare|Da una lettera ad [[Antonio Valli]] del 11 agosto 1944<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.41</ref>}}
 
Divenuto nel frattempo Antonio Valli [[capo della Provincia]] alla guida della federazione fu posto un triumvirato formato dallo stesso Valli, da Ferri e da [[Gianni Carbognani]]<ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref>, [[Università|studente universitario]] che nel gennaio del 1944 divenne il nuovo [[Federale]].
Con la creazione della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] il 5 dicembre 1943 tutte le squadre di polizia federale furono sciolte<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.42</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref>. Ferri protestò inutilmente per questa decisione presso Valli ribadendo la necessità di revocare lo scioglimento delle squadre federali e di potenziarle visti gli importanti risultati ottenuti a Parma con un numero di arresti superiore a quelli operati dalla [[questura]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.42</ref>.
 
Inviso al [[Wehrmacht|comando tedesco]] che non lo poteva controllare, in accordo con la [[questura]], sfruttò una sanguinosa [[rappresaglia]] seguita ad un attentato avvenuto il 31 gennaio 1944 contro un reparto della GNR per attribuire la responsabilità indiretta al [[capo della Provincia]] Valli e a Ferri<ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref><ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.44</ref>. Valli era totalmente estraneo agli avvenimenti come poi appurato in un processo svoltosi nel dopoguerra<ref>{{cita|Morini|p. 46}}</ref> mentre Ferri probabilmente aveva partecipato alla rappresaglia<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.44</ref>.
Nel corso di una manifestazione conclusasi con la deposizione di una corona di fiori presso il monumento ai caduti una bomba a mano [[SIPE]] fu lanciata in mezzo alla folla e nell'esplosione uccise il diciottenne Adolfo Cianchi e ferì sette persone<ref>{{cita|Morini|p. 43}}</ref>. La sera stessa tre noti antifascisti di Parma furono prelevati da casa e fucilati per strada<ref>{{cita|Morini|p. 43}}</ref>. In campo antifascista nel dopoguerra si sostenne che l'esplosione della bomba fosse da attribuire ai convenuti alla manifestazione che avrebbero fatto esplodere la SIPE per caso<ref>http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4654</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref>, ipotesi smentita dalle testimonianze raccolte dallo storico Franco Morini le quali escludono che militi presenti fossero armati e che secondo Vittorio Cianchi, fratello della vittima, l'obiettivo sarebbe stato il [[segretario federale]] Carbognani<ref>{{cita|Morini|p. 43}}</ref>. Inoltre in una riunione del CLN parmense tenutasi nel febbraio 1944 si era consumata l'uscita del rappresentante socialista Ciro Canattieri che aveva accusato i comunisti di aver provocato la rappresaglia di pochi giorni prima<ref>{{cita|Morini|p. 44}}</ref>. Inoltre l'attentato fu rivendicato sul ''"Il combattente"'' del 20 marzo 1944, organo clandestino delle [[Brigate Garibaldi]], in cui pur posticipando la data di una settimana si dava notizia di una azione partigiana in cui: ''"Il 7 febbraio a Parma un milite fu ucciso e sette sono feriti"''<ref>{{cita|Morini|p. 44}}</ref>.
 
Inviso anche agli elementi moderati del partito fu accettato di buon grado il compromesso di allontanarlo dalla [[provincia di Parma]] nominandolo [[federale]] di [[Reggio Emilia]], città dove il movimento partigiano era già articolato<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.41</ref>.
 
===Federale di Reggio===
Il 16 settembre 1944 Ferri fu nominato segretario federale del [[Partito Fascista Repubblicano]] di [[Reggio Emilia]]<ref>{{cita|Storchi|p. 251}}</ref> e, con il grado di tenente colonnello<ref>{{cita|Federico Ciavattone|p. 118}}</ref>, comandante XXX Brigata Nera "[[Amos Maramotti]]" di Reggio Emilia sostituendo al comando il federale [[Armando Wender]].<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.45</ref><ref>http://www.fondazionersi.org/mediawiki/images/a/a5/Acta71.pdf p.12</ref>. Sotto il comando di Ferri la Brigata Nera cambiò nome in "Davolio Francesco Marani" in onore del segretario del PFR di [[Fabbrico]] ucciso il 25 maggio 1944.
 
La nomina di ferri alla guida della federazione di [[Reggio Emilia]] fu accolta positivamente dai vertici cittadini che in un notiziario interno scrisse:
{{citazione|Il camerata Ferri è ritenuto all'altezza di assumere la direzione politica di questa provincia, in un momento particolarmente delicato e difficile per tutto il complesso di cause e di avvenimenti straordinari, soprattutto per l'attività ribellistica che qui e in provincia ha assunto in questi ultimi tempi un carattere di gravità eccezionale.|Notiziario interno del [[Partito Fascista Repubblicano]] di [[Reggio Emilia]] alla nomina di Ferri a federale 18 settembre 1944<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.45</ref>}}
 
====I fatti di Reggiolo====
In coincidenza con la nomina di Ferri la notte tra il 16 e il 17 settembre 1944 a [[Reggiolo]] avvenne una sparatoia tra [[Gruppi di Azione Patriottica|partigiani gappisti]] e una pattuglia della Brigata Nera nel corso della quale morirono i due militi<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.46</ref> Ambrogio Zanotti e Arturo Bianchini.
Ferri, intenzionato a riorganizzare il [[partito]] nel corso dell'orazione funebre preannunciò che come risposta alle uccisioni isolate di fascisti per sradicare il fenomeno partigiano lo avrebbe combattuto duramente:<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.46</ref>:
{{citazione|In questo momento di estrema violenza omicida dei sicari della Patria, è necessaria la più energica e decisa reazione, una reazione inesorabile, spietata, perché si possa alla fine trionfare sull'opera dei disfattisti, dei traditori, tendente a collaborare col nemico per annientare la nostra Patria.|Guglielmo Ferri nell'orazione funebre per i caduti Zanotti e Bianchini 18 settembre 1944<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.46</ref>}}
 
Il 19 settembre, circa 200 militi della [[Brigata Nera]] affluirono a Reggiolo e fermarono una trentina di persone scelte tra quelle che dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] si erano distinti nella propaganda antifascista o che pur essendo già iscritte al [[Partito Nazionale Fascista|PNF]], si erano rifiutati di rinnovare la tessera al [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] e quindi accusate di essere traditori del fascismo<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.47</ref>. La lista degli arrestati fu stilata dal figlio di una delle vittime<ref>{{cita|Storchi|p. 269}}</ref>. Di costoro ne furono fucilate quattro indicate come componenti di un nucleo di partigiani delle [[Fiamme Verdi]]<ref>{{cita|Mario Frigeri|p. 45:":a detta dell'informatore locale stavano organizzando un nucleo partigiano aderente alle Fiamme Verdi"}}</ref> e che secondo il rapporto inoltrato da Ferri furono trovate in possesso di armi<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.47</ref>.
Il giorno dopo la [[rappresaglia]] il [[Commissario Prefettizio]] Augusto Nasuelli, si tolse la vita con un colpo di pistola nella sua abitazione<ref>{{cita|Storchi|p. 252}}</ref>, motivando con uno scritto "''l'impossibilità di sopravvivere al dolore causatogli dagli avvenimenti di quei giorni''"<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf pp.47-48</ref>.
Ferri considerò la rappresaglia un'azione dimostrativa rivolta alla popolazione accusata di fiancheggiare la lotta partigiana, più preoccupato il segretario comunale di Reggiolo che espresse le sue perplessità al [[capo della Provincia]] di Reggio Emilia [[Giovanni Caneva]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 48</ref> denunciando come la popolazione maschile si fosse allontanata dal paese per timore di nuove rappresaglie<ref>{{cita|Storchi|pp. 252-253}}</ref>.
 
La presenza di Ferri attivò la Brigata Nera che fino a quel momento non aveva svolto attività rilevante e nelle sue fila iniziarono a confluire, soprattutto dalla GNR, gli elementi più decisi e violenti<ref>{{cita|Storchi|p. 254}}</ref>. Una delle prime azioni vide la brigata nera sconfinare a [[Collecchio]], nella vicina [[provincia di Parma]], per inseguire un nucleo partigiano che aveva sottratto un camion carico di [[benzina]]<ref>{{cita|Storchi|p. 255}}</ref>. Presso la tenuta "Ferlano" del [[principe]] [[Carrega]] arrestarono il cascinaio il quale rivelò il nome di altri antifascisti tanto che ne furono arrestati tredici e i beni presenti nelle loro abitazioni furono sequestrati<ref>{{cita|Storchi|p. 256}}</ref>. L'intervento del comando militare tedesco dispose la restituzione dei beni sequestrati e la liberazione degli arrestati<ref>{{cita|Storchi|p. 256}}</ref>. Inoltre il [[capo della Provincia]] di Parma [[Antonino Cocchi]] protestò presso quello di Reggio Emilia Caneva per l'interferenza nella sua giurisdizione e pretendendo la restituzione di tutti beni sequestrati<ref>{{cita|Storchi|p. 257}}</ref>.
 
Ciononostante la situazione politica non migliorò e Ferri si rese conto che rispondere con eccessiva spietatezza non avrebbe risolto la situazione così il 30 settembre 1944 vietò ai membri della Brigata Nera di assumere iniziative individuali senza il consenso del [[partito]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 49</ref>.
 
Le [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze Alleate]] nel frattempo avevano sfondato la linea Gotica lungo il [[mare Adriatico]] ed avevano raggiunto [[Rimini]]<ref>{{cita|Storchi|p. 260}}</ref>. Nel timore che le provincie più vicine al fronte potessero essere investite dall'offensiva Alleata il 2 ottobre 1944 ricevuti direttamente ordini dal segretario del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] [[Alessandro Pavolini]] dispose lo sfollamento di tutti i presidi della Brigata Nera della bassa reggiana oltre il [[Po]] e l'invio di tutti gli automezzi a [[Guastalla]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 50</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 260}}</ref>. L'arresto dell'avanzata Alleata fece slittare i progetti di ripiegamento.
 
Nel frattempo il 13 ottobre fu decisa la sostituzione di Ferri alla guida del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]] reggiano con il colonnello della [[Guardia Nazionale Repubblicana]] [[Ignazio Battaglia]], l'avvicendamento fu stabilito per il 23 ottobre<ref>{{cita|Storchi|p. 262}}</ref>. Lo stesso giorno dell'avvicendamento Ferri si incontrò con Pavolini alla direzione nazionale del partito dove fu incaricato di costituire una nuova Brigata Nera Mobile da dislocare oltre il fiume [[Po]]<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 50</ref>. La sera del 24 Ferri riunì i militi a lui più fedeli ed organizzò in tutta fretta la partenza verso il nord portando via quasi tutti gli automezzi, la cassa del partito e buona parte dell'armamento<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 50</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 262}}</ref>. La partenza notturna nelle parole del capo della Provincia Caneva assunse le caratteristiche di una fuga. Critico fu anche il giudizio del colonnello Ballarino, comandante GNR di Reggio Emilia<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 51</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 262}}</ref>.
 
Si ripropose quindi il dualismo tra le due anime della RSI in cui da una parte vi erano i rappresentanti istituzionali che vedevano nei fascisti estremisti coloro che privilegiavano il partito rispetto alla costruzione dello Stato<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 51</ref>. E viceversa, gli estremisti che si vedevano come gli ultimi difensori dell'idea contrapposti a opportunisti e massoni disponibili al compromesso<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p. 51</ref>.
 
===La brigata mobile===
[[File:BN Giovanni Gentile partenza Valtellina.jpg|thumb|La [[Brigata Nera Autonoma "Giovanni Gentile"|Brigata Nera "Giovanni Gentile"]] a [[Cremona]] poco prima della partenza per la Valtellina]]
 
A [[Soncino]] in [[provincia di Cremona]] nell'autunno 1944 Ferri diede vita alla [[Brigata Nera Autonoma "Giovanni Gentile"]] dalla forza di una sola compagnia e svolse opera di presidio per tutto l'inverno. Il 6 novembre la Brigata fu posta a difesa del ponte che attraversava il fiume [[Oglio]]<ref>{{cita|Federico Ciavattone|p. 119}}</ref>. La brigata non fu impiegata in operazioni militari rilevanti e rimanendo in attesa di essere trasferita al nord<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.52</ref>.
 
Prima della [[caduta della Repubblica Sociale Italiana]], la brigata si trasferì a [[Tirano]], nel [[ridotto alpino repubblicano]] della [[Valtellina]], dove operò insieme agli uomini della [[Milice française]] di [[Joseph Darnand]]<ref>{{cita|Federico Ciavattone|p. 120}}</ref>. Su indicazione di [[Alessandro Pavolini]] assumendo anche la nuova denominazione di "''Compagnia Cremona''"<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.52</ref>. La compagnia rimase a presidiare Tirano fino al 29 aprile 1945 quando cedette le armi<ref>{{cita|Paola Calestani|p. 53}}</ref> dopo essersi asserragliata nella [[Torre Torelli]]<ref name="cita|Giorgio Pisanò|p. 2358">{{cita|Giorgio Pisanò|p. 2358}}</ref>. Secondo [[Giorgio Pisanò]] fu l'ultimo reparto in tutta la Valtellina ad accettare la resa ricevendo anche l'[[onore delle armi]] dagli stessi partigiani<ref name="cita|Giorgio Pisanò|p. 2358"/>. Il giorno precedente, alla notizia della cattura di Mussolini, si era arresa la colonna di soccorso comandata dal [[maggiore]] della [[Guardia Nazionale Repubblicana di Frontiera]] [[Renato Vanna]].
 
===Il dopoguerra===
A giugno Ferri fu incarcerato a Parma dove nel luglio 1945 affrontò il processo insieme all'ex [[capo della provincia]] [[Antonio Valli]] per la [[rappresaglia]] del 31 gennaio 1944 venendo condannati entrambi alla [[fucilazione]]<ref>{{cita|Morini|p. 46}}</ref><ref>{{cita|Storchi|p. 269}}</ref><ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.53</ref>.
 
Dopo la sentenza di Parma nello stesso mese Ferri affrontò un nuovo processo a Reggio Emilia per rappresaglie avvenute a [[Reggiolo]], [[Coviolo]] e [[Campagnola Emilia]]<ref>{{cita|Storchi|p. 269}}</ref>.
Venendo riconosciuta la sua responsabilità politica, fu nuovamente condannato alla fucilazione il 24 luglio<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.53</ref> insieme ad altre 23 militi della Brigata nera<ref>{{cita|Storchi|p. 270}}</ref>.
Quest'ultima sentenza il 5 agosto 1945 fu dichiarata dalla [[corte di Cassazione]] assorbita dalla prima per quanto riguardava Ferri<ref>http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf p.53</ref> e annullata nei confronti di tutti gli altri condannati che furono rinviati ad un altro tribunale<ref>{{cita|Storchi|pp. 270-271}}</ref>.
 
Intanto Valli accusato in particolare di non essere intervenuto per evitare la rappresaglia, nel 1954 davanti alla [[Corte d'assise d'appello]] di [[Bologna]] Valli fu [[Sentenza di proscioglimento|completamente scagionato]] da ogni accusa<ref>{{cita|Morini|p. 46}}</ref>. I responsabili della rappresaglia non furono mai ufficialmente individuati<ref>http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4654</ref>, ma nel corso del processo contro Valli l'ex segretario del [[segretario federale|federale]] di [[Reggio Emilia]] raccontò che, venuti a conoscenza della morte del giovane milite, una ventina di fascisti reggiani in serata si recò a Parma per attuare la rappresaglia<ref>{{cita|Morini|p. 46}}</ref>.
 
La condanna capitale di Ferri fu dapprima mutata in [[ergastolo]], probabilmente nel 1947, quando fu trasferito nel [[Forte Longone|Carcere di Porto Azzurro]] poi dopo una revisione del processo fu amnistiato e rimesso in libertà nel [[1954]].
Ferri morì a [[Bussolengo]] il 19 settembre 1970.
 
==Collegamenti esterni==
* Paola Calestani, Guglielmo Ferri "fascista integrale", in Istoreco, p.&nbsp;39, [http://www.istoreco.re.it/public/isto/rs89OCRlow572011101544.pdf]
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* Giorgio Pisanò, ''Gli ultimi in grigio verde'', CDL Edizioni, Milano
* Federico Ciavattone, Brigate Nere. Le Mobili, le Operative, le Autonome, Lo Scarabeo, Maggio 2012, Roma
* Franco Morini, Parma nella Repubblica Sociale, Edizioni La Sfinge, Parma,
* Massimo Storchi, Anche contro donne e bambini, Imprimatur, Reggio Emilia, 2016
 
==Dubbi enciclopedicità==
[[Maria Bartolotti‎]] [[Bartolomeo Cesare Bazzana‎]] [[Umberto Lorenzoni]] [[Carlo Besana]]
[[Cristoforo Bendazzi]]
[[Donato Bendicenti]]
[[Arrigo Diodati]]
<ref>{{cita|Roberto Vivarelli vol III|p. 156}}</ref>
 
[[Trieste Del Grosso]] [[Pietro Benedetti (partigiano)]] [[Armando Grava]] [[Antonio Bietolini]] [[Emilio Vecchia]]
 
==Val d'ossola==
{|id="" style="clear:both; float:right; margin-top: 0.5em; margin-left: 0.5em; margin-bottom: 0.5em; text-align:center; width:36%; background-color:#FFFFE0; border:1px solid gray; font-size:90%; padding:5px; -moz-border-radius: 0.7em"
|'''Il tradimento di Domodossola'''<br />
I traditori fascisti, insieme all'odiato tedesco, sono entrati in Domodossola, che l'eroismo della 2 Divisione Garibaldi, della Divisione Val Toce e della Brigata Fabbri aveva liberato. E' questa una giornata di dolore per tutti noi. Ma in mezzo al nostro lutto, dobbiamo anche vedere chiaramente di chi sia la colpa di questo scacco.<br />
 
Il Partito Comunista, in seno al Comitato Nazionale di Liberazione, si era opposto all'azione di Domodossola, essendo ancor troppo presto per gesta del genere. La Centrale Comunista infatti aveva dato ordini ben chiari. Malgrado la nostra insistenza, il delegato comunista è stato sopraffatto dai partiti borghesi. Primo responsabile è il professor Ettore Tibaldi, che assunse il comando e duceggiava per l'Ossola. Altro responsabile è il prete Luigi Zoppetti che quando il nostro delegato si oppose all'azione di liberazione, perchè troppo prematura, lo investì con male parole, definendolo nientemeno che fascista!<br />
 
Dove sono ora questi borghesi Tibaldi, Ballarini, Bandini, Cristofoli, Nobili ed i preti Zoppelli e Cabalà? Sono scappati tutti in Svizzera, dove durante la reggenza ossolana si erano affrettati a mandare denaro della comunità e sacchi di riso, sottratti alla popolazione.<br />
 
Dove sono i nostri comunisti. Sono tutti caduti combattendo e si chiamano Stefdano Baronzi, Alberto Marinelli, Gustavo Bonini, tutti caduti con l'arma in pugno, mentre i borghesi del Comitato di Liberazione scappavano in Svizzera, insieme ai preti e alle loro mantenute.<br />
 
E' quindi giunto il momento di dire: BASTA! Noi comunisti ne abbiamo piene le scatole dei borghesi e dei capitalisti del Comitato di Liberazione, pronti a scappare ed a lasciarci nei guai, quando si presenta l'ora del combattimento. Da troppo tempo i nostri fedeli sono stati carne da cannone per i capitalisti, gli industriali ed i padroni.<br />
 
D'ora in poi, le nostre organizzazioni comuniste dovranno agire da sole e se fa bisogno fin da questo momento, contro il Comitato di Liberazione, che si rivela sempre più Comitato di Incatenamento e di Tradimento.<br />
Il Comunismo farà da sè.<br />
Alla lanterna i padroni, i capitalisti, i preti.<br />
Il tradimento di Domodossola insegni.<br /><ref>Manifesto originale in [[Attilio Tamaro]], Due anni di storia 1943 1945 volume terzo,Tosi Editore in Roma, 1950, pag 218</ref>
|}
 
{{Nota disambigua2|Questa voce riguarda il '''fascismo''' inteso come ideologia. Per questioni riguardanti l'organizzazione strettamente politica del movimento fascista italiano fondato per iniziativa di [[Benito Mussolini]] si vedano le voci [[Fasci italiani di combattimento]], [[Partito Nazionale Fascista]] e [[Partito Fascista Repubblicano]]; per la storia dell'Italia fascista si veda invece [[Storia dell'Italia fascista]].}}
 
[http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Discussione:Battaglia_di_Tarnova&diff=29959766&oldid=29959598 qui]