Massimiano e TT408: differenze tra le pagine

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{{Sito archeologico
{{nota disambigua|altri significati|[[Massimiano (disambigua)]]}}
|Nome = TT408
{{Monarca
|Nome_altro = Tomba di Bakenamon
|nome = Massimiano
|Immagine = TT408_409P&M.jpg
|titolo = [[Augusto (titolo)|Augusto]] dell'[[Impero romano]]
|LarghezzaImmagine =
|immagine = Toulouse - Musée Saint-Raymond - Maximien Hercule1.jpg
|Didascalia = Planimetria schematica della tomba TT408<ref group="N">La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 462.</ref>
|legenda = Testa monumentale di Massimiano
|Civiltà = [[Antico Egitto]]
|regno = [[21 luglio]]<ref name="CAESDATEa">Barnes, ''Constantine and Eusebius'', 6; Barnes, ''New Empire'', 4.</ref> o [[25 luglio]]<ref name="CAESDATEb">Potter, pp. 280–81.</ref> [[285]]&nbsp;–&nbsp;[[286]] (come [[cesare (titolo)|cesare]] di [[Diocleziano]])<br />[[1º aprile]] [[286]]<ref name="AUGDATE">Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 6–7; Potter, p. 282; Southern, pp. 141–42. La cronologia della nomina ad augusto di Massimiano è alquanto incerta (Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Southern, p. 142). L'ipotesi che Massimiano fosse augusto sin dal luglio 285, senza quindi mai essere cesare, non ha molto successo tra gli storici (Potter, p. 281; Southern, p. 142; secondo quanto scritto in ''De Caesaribus'' 39.17).</ref>&nbsp;–&nbsp;[[1º maggio]] [[305]] (come [[augusto (titolo)|augusto]] d'Occidente, con Diocleziano augusto d'Oriente)<ref name="BNE4">Barnes, ''New Empire'', p. 4.</ref><br />tardo [[306]]&nbsp;–&nbsp;[[11 novembre]] [[308]] (autoproclamatosi augusto)<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 32–34; Barnes, ''New Empire'', p. 13; Elliott, pp. 42–43; Lenski, p. 65; Odahl, pp. 90–91; Pohlsander, ''Emperor Constantine'', p. 17; Potter, pp. 349–50; Treadgold, p. 29.</ref><br />[[310]] (autoproclamatosi augusto)<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 13.</ref>
|Utilizzo = tomba
|incoronazione = [[1º aprile]] [[286]]
|Stile =
|nome completo = ''Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius''<ref>Barnes, ''New Empire'', pp. 17–29.</ref>
|Epoca = Periodo ramesside
|altrititoli = ''Herculius'' (286), ''[[Germanicus maximus]]'' V (287, 287, 288, 293, 301), ''[[Sarmaticus maximus]]'' III (289, 294, 300), ''[[Persicus maximus]]'' II (295, 298), ''[[Carpicus maximus]]'' (296), ''[[Britannicus maximus]]'' (296), ''[[Armeniacus maximus]]'' (298), ''[[Medicus maximus]]'' (298), ''[[Adiabenicus maximus]]'' (298)<ref name="Lendering">Lendering, Jona, [http://www.livius.org/man-md/maximianus/maximianus.html "Maximianus"], ''Livius.org''.</ref>
<!-- Localizzazione -->
|data di nascita = [[250]] circa<ref name="BNNE32">Barnes, ''New Empire'', p. 32.</ref>
|Stato = EGY
|luogo di nascita = [[Sirmio]] ([[Sremska Mitrovica]], [[Serbia]])
|Suddivisione1 =
|data di morte = luglio [[310]] circa<ref name="BNNE32"/>
|Suddivisione2 =
|luogo di morte = Massilia ([[Marsiglia]], [[Francia]])
|Suddivisione3 = [[Luxor]]
|luogo di sepoltura =
|Altitudine =
|data di sepoltura =
<!-- Dimensioni -->
|sepoltura =
|Superficie =
|predecessore = [[Diocleziano]]
|Altezza =
|successore = [[Costanzo Cloro]] e [[Galerio]]
|Larghezza =
|consorte = [[Eutropia]]
|Lunghezza =
|figli = [[Flavia Massimiana Teodora]]<br />[[Massenzio]]<br />[[Fausta]]
|casa realeVolume =
|dinastiaInclinazione =
<!-- Scavi -->
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|madreData_scoperta =
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|Organizzazione_scavi =
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<!-- Amministrazione -->
|Parte di = [[Necropoli di Tebe]]
|Ente = [[Supreme Council of Antiquities|Ministry of State for Antiquities]]
|Responsabile =
|Visitabile = no
|Sito_web =
}}
[[File:TT408_409.jpg|thumb|left|Planimetria delle tombe TT408 e [[TT409]] a seguito delle ulteriori scoperte avvenute dopo l'ultima edizione di Porter e Moss<ref name="osirisnet.net">{{cita web|https://www.osirisnet.net/tombes/nobles/kyky/e_kyky_01.htm|lingua=inglese|La tomba TT409 con planimetria che comprende anche la TT408:|15.01.2019}}</ref>]]
{{Mappa di localizzazione
|EGY
|label = Necropoli di Tebe
|label_size = 100
|position = right
|background = #E0C030
|longitudineEW = E
|latitudineNS = N
|latitudineGradi = 25
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|caption = La posizione della necropoli di Tebe in Egitto
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}}
 
'''TT408''' (Theban Tomb 408) è la sigla che identifica una delle [[Tombe dei Nobili]]<ref group="N">La prima numerazione delle tombe, dalla n.ro 1 alla 253, risale al 1913 con l'edizione del "''Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes''" di [[Alan Gardiner]] e [[Arthur Weigall]]. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.</ref><ref>{{cita|Gardiner e Weigall 1913|}}</ref> ubicate nell'area della cosiddetta [[Necropoli di Tebe|Necropoli Tebana]], sulla sponda occidentale<ref group="N">I [[Aaru|campi]] della [[Duat]], ovvero l'aldilà egizio, si trovavano, secondo le credenze, proprio sulla riva occidentale del grande fiume.</ref> del [[Nilo]] dinanzi alla città di [[Luxor]]<ref group="N">Nella sua epoca di utilizzo, l'area era nota come ''"Quella di fronte al suo Signore"'' (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei [[Faraone|re]] e i [[Tempio egizio|templi]] dei principali dei) o, più semplicemente, ''"Occidente di Tebe"''.</ref><ref>{{cita|Donadoni 1999| p. 115}}.</ref>, in [[Egitto]]. Destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie del [[Storia dell'antico Egitto#Nuovo Regno .281540-1180 a.C. XVIII-XIX-XX dinastia.29|Nuovo Regno]], l'area venne sfruttata, come necropoli, fin dall'[[Storia dell'antico Egitto#Antico Regno: prima fase .282700-2500 a.C. III e IV dinastia.29|Antico Regno]] e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la [[Storia dell'antico Egitto#XXVI dinastia .28672-525 a.C..29|XXVI dinastia]]) e [[Storia dell'antico Egitto#XXXIII dinastia .28tolemaica o lagide.29 .28305 - 30 a.C..29|Tolemaico]].
{{bio
|Nome = Marco Aurelio Valerio Massimiano Erculio
|Sesso = M
|PostCognomeVirgola= noto più semplicemente come '''Massimiano'''
|PreData=latino: ''Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius''
|AnnoNascita=[[250]] circa
|LuogoNascita=Sirmio
|GiornoMeseMorte=luglio
|AnnoMorte=[[310]]<ref name="BNNE32"/>
|LuogoMorte=Massilia
|LuogoMorteLink=Marsiglia
|Categorie=no
|ForzaOrdinamento=Massimiano
|FineIncipit = fu [[cesare (titolo)|cesare]] (dal luglio [[285]]<ref name="CAESDATEa"/><ref name="CAESDATEb"/>) e poi [[augusto (titolo)|augusto]] (dal [[1º aprile]] [[286]]<ref name="AUGDATE"/> al [[1º maggio]] [[305]]<ref name="BNE4"/>) dell'[[Impero romano]]. Condivise quest'ultimo titolo con il suo amico, co-imperatore e superiore [[Diocleziano]], le cui arti politiche erano complementari alle capacità militari di Massimiano}}
 
== Titolare ==
Stabilì la propria capitale a [[Treviri]], ma passò gran parte del proprio tempo impegnato in campagne militari. Nell'estate avanzata del 285 soppresse la ribellione dei [[Bagaudi]] in [[Gallia]]; tra il 285 e il [[288]] combatté contro le tribù dei [[Germani]] lungo la frontiera del [[Reno (Germania)|Reno]]; insieme a Diocleziano fece [[terra bruciata]] in profondità nel territorio degli [[Alemanni]] nel 288, diminuendo per qualche tempo il timore di una invasione di Germani nelle province renane. L'uomo che aveva incaricato di controllare la [[Manica]], [[Carausio]], si ribellò nel [[286]], causando la secessione della [[Britannia romana]] e della Gallia dall'Impero. Massimiano non riuscì a sconfiggere Carausio, in quanto la sua flotta d'invasione fu distrutta dalle tempeste nel [[289]] o [[290]]. Il vice-imperatore di Massimiano, il cesare [[Costanzo Cloro|Costanzo]], iniziò una campagna contro [[Alletto]], successore di Carausio, mentre Massimiano era impegnato a presidiare la frontiera renana. La ribellione di Alletto ebbe fine nel [[296]], e Massimiano si mosse a sud, a combattere i pirati [[Mauri]] in Iberia e le incursioni dei [[Berberi]] in [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]]. Alla fine di queste campagne, nel [[298]], partì per l'Italia, dove visse in agiatezza fino al [[305]]. Su richiesta di Diocleziano, Massimiano abdicò assieme al collega il [[1º maggio]] 305, cedendo il titolo di augusto a Costanzo e ritirandosi in Italia meridionale.
TT408 era la tomba di:
 
<div align="center">
Verso la fine del [[306]] Massimiano riprese il titolo di augusto e aiutò la ribellione di suo figlio [[Massenzio]] in Italia. Nell'aprile [[307]] tentò di deporre il proprio figlio ma, avendo fallito, si rifugiò alla corte del successore di Costanzo, il figlio [[Costantino I|Costantino]], a [[Treviri]]. Al concilio di [[Carnunto]] del novembre [[308]], Diocleziano e il suo successore [[Galerio]] obbligarono Massimiano a rinunciare alle sue pretese al trono ma, all'inizio del [[310]], questi cercò di sottrarre il titolo imperiale a Costantino, che si trovava impegnato in una campagna sul Reno; Massimiano riscosse l'appoggio di pochi e fu catturato da Costantino a [[Marsiglia]]; qui commise suicidio nell'estate di quell'anno per ordine di Costantino.
{| class="wikitable"
 
!Titolare
Durante la guerra tra Costantino e Massenzio, l'immagine di Massimiano fu rimossa dai luoghi pubblici, ma, dopo la vittoria di Costantino sul rivale, Massimiano fu riabilitato e divinizzato.
!Titolo
!Necropoli<ref group="N">le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un'unica area, sono di fatto distribuite su [[Tombe dei Nobili|più necropoli distinte]].</ref>
!Dinastia/Periodo
!Note<ref group="N">Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte, fino alla TT252, dal "''Topographical Catalogue''" di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione dell'epoca.</ref>
|-
|Bakenamon<ref>{{cita|Porter e Moss 1927|p. 446}}</ref>
|Capo dei servi nei domini di [[Amon]]
|[[El-Assasif]]
|[[Storia dell'antico Egitto#XIX dinastia (1291-1185 a.C.)|XIX-]][[Storia dell'antico Egitto#XX dinastia (1188/87-1075/69 a.C.)|XX dinastia]]
|a ovest della [[TT28]], accesso dal medesimo cortile, adiacente alla [[TT409]]. Penultima delle sepolture riportata nel testo di [[Bertha Porter]] e [[Rosalind Moss]]<ref>{{cita|Porter e Moss 1927| revisione del 1970, p. 446 e planimetria a p. 462}}.</ref>
|-
|}
</div>
 
== Biografia ==
Sono ricavabili dalle iscrizioni parietali i nomi della moglie, Tenwasui, e dei figli Amenemhab, Amenkhau e Iufenamon<ref name="ReferenceA">{{cita|Porter e Moss 1927| p. 446}}.</ref>.
 
== La tomba ==
=== Origini e carriera militare ===
TT408 si apre a ovest della [[TT29]] ed è adiacente alla [[TT409]]. La planimetria riportata in Porter e Moss, ed. [[1970]], la vede costituita da una sola sala rettangolare in cui si apre un pozzo verticale e da cui, a est, si accede alla adiacente TT409 la cui scoperta risaliva al [[1959]]. Nel breve corridoio di accesso (1 nero in planimetria), in una doppia scena, il defunto e la moglie, di cui viene riportato il nome Tenwasui, offrono libagioni a [[Osiride]] e [[Hathor]], nonché a [[Sokar]] e [[Maat]], con testi che menzionano i figli Amenemhab, Amenkhau e Iufenamon. Nella sala più interna (2 nero) il defunto con il figlio Amenemhab e, in altra scena, con la moglie dinanzi a Osiride. Nel corridoio di comunicazione con la TT409 venne rinvenuta una doppia statua del defunto e della moglie assisi<ref name="ReferenceA"/>. Successivamente, con i lavori che interessarono la TT409, si appurò che il pozzo verticale era di pertinenza dell'appartamento sotterraneo della vicina TT409<ref name="osirisnet.net"/>.
 
== Note ==
Massimiano nacque nei pressi di [[Sirmio]] (ora [[Sremska Mitrovica]], [[Serbia]]), nella provincia di [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]], intorno al [[250]], da una famiglia di bottegai.<ref>''Epitome de Caesaribus'' 40.10, citato in Barnes, ''New Empire'', p. 32; Barnes, ''New Empire'', p. 32; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 30; Williams, pp. 43–44.</ref> Le fonti contengono vaghe allusioni all'[[Illirico (provincia romana)|Illirico]] come sua terra natale,<ref>Aurelio Vittore, ''Liber de Caesaribus'' 39.26, citato in Barnes, ''New Empire'', p. 32.</ref> alle sue virtù pannoniche,<ref>''[[Panegirici latini]]'' 10(2).2.2ff, citato in Barnes, ''New Empire'', p. 32.</ref> e alla sua dura educazione lungo la frontiera del [[Danubio]] tormentata dalla guerra.<ref>''[[Panegirici latini]]'' 10(2).2.4, citato in Rees, ''Layers of Loyalty'', pp. 44–45.</ref> Massimiano entrò nell'esercito, servendo con [[Diocleziano]] sotto gli imperatori [[Aureliano]] (270–275) e [[Marco Aurelio Probo|Probo]] (276–282). Prese parte probabilmente alla campagna mesopotamica di [[Marco Aurelio Caro|Caro]] nel [[283]], partecipando all'acclamazione a imperatore di Diocleziano il [[20 novembre]] [[284]] a [[Nicomedia]].<ref>Barnes, ''New Empire'', 32–33; Rees, ''Layers of Loyalty'', 30.</ref> La rapida nomina di Massimiano a [[cesare (titolo)|cesare]] di Diocleziano è stata interpretata dallo scrittore Stephen Williams e dallo storico [[Timothy Barnes]] come il segno di un accordo di lunga data tra i due uomini, che avrebbero deciso in anticipo i rispettivi ruoli, e del sostegno di Massimiano a Diocleziano durante la campagna contro [[Carino]] (283–285), ma non ci sono prove dirette di questa interpretazione.<ref name="BarnesCaEp6">Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 6</ref><ref>Williams, pp. 43–44.</ref>
=== Annotazioni ===
<references group=N />
 
=== Fonti ===
Dotato di grande energia, di carattere aggressivo e di una scarsa inclinazione alla ribellione, Massimiano era un ottimo candidato al ruolo di collega di Diocleziano. Lo storico del IV secolo [[Aurelio Vittore]] descrisse Massimiano come «un collega di leale amicizia, anche se alquanto noioso, e di grandi talenti militari».<ref>Victor, ''Liber de Caesaribus'' 39, citato in Williams, p. 44.</ref> Malgrado le sue qualità, Massimiano non aveva ricevuto un'educazione e preferiva comunque l'azione al ragionamento. Il [[Panegirici latini|panegirista]] del [[289]], dopo aver comparato le sue azioni alle vittorie di [[Scipione Africano]] su [[Annibale]] durante la [[seconda guerra punica]], suggerì che Massimiano non li avesse mai sentiti nominare.<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 10(2), citato in Williams, p. 44.</ref> Le sue aspirazioni erano esclusivamente militari, in modo da lasciare la politica nelle mani di Diocleziano.<ref>Williams, p. 44.</ref> Il [[retorica|retore]] cristiano [[Lattanzio]] suggerisce che Massimiano condivideva in linea di massima gli atteggiamenti di Diocleziano, ma era meno puritano nei suoi gusti, e approfittò in diverse occasioni dei vantaggi della sua posizione.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 13.</ref> Lattanzio accusò Massimiano di aver sverginato figlie di senatori e di viaggiare con giovani vergini per soddisfare la sua lussuria senza fine, ma la credibilità dello scrittore cristiano è minata dalla sua ostilità verso i pagani.<ref>Lactantius, ''De mortibus persecutorum'' 8, citato in Williams, p. 44.</ref>
{{Note strette}}
 
Massimiano ebbe due figli dalla moglie [[siria (provincia romana)|siriana]] [[Eutropia]], [[Massenzio]] e [[Fausta]], dei quali le fonti antiche non forniscono le date di nascita. Secondo le stime moderne, Massenzio sarebbe nato tra il [[277]] e il [[287]], mentre Fausta è generalmente fatta nascere attorno al [[298]].<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 34, il quale fa risalire la nascita di Massenzio al 283 circa, mentre Massimiano era in Siria, e quella di Fausta al 289/290.</ref> [[Flavia Massimiana Teodora|Teodora]], moglie di [[Costanzo Cloro]], è spesso detta figliastra di Massimiano dalle fonti antiche, tanto che [[Otto Seeck]] ed Ernest Stein affermano che sia nata da un precedente matrimonio di Eutropia con [[Afranio Annibaliano]];<ref>Aurelio Vittore, ''De Caesaribus'', 39.25; Eutropio, ''Breviaria'' 9.22; Girolamo, ''Cronaca'' 225<sup>g</sup>; ''Epitome de Caesaribus'' 39.2, 40.12, citati in Barnes, ''New Empire'', p. 33.</ref> Barnes critica questa ricostruzione, affermando che tutte le fonti che parlano di una "figliastra" derivano da una stessa fonte storica parzialmente inaffidabile, la ''[[Enmannsche Kaisergeschichte|Kaisergeschichte]]'', mentre le fonti più affidabili fanno di Teodora la figlia naturale di Massimiano.<ref>''Origo Constantini'' 2; Filostorgio, ''Historia ecclesiastica'' 2.16<sup>a</sup>, citati in Barnes, ''New Empire'', p. 33; Barnes, ''New Empire'', p. 33-34. Si veda anche ''[[Panegyrici latini]]'' 10(2)11.4.</ref> Barnes conclude che Teodora nacque non più tardi del 275 circa da una precedente moglie di Massimiano, sconosciuta.<ref>Barnes, ''New Empire'', pp. 33–34.</ref>
 
=== Massimiano Cesare ===
 
[[File:Ritratto di diocleziano, villa doria-pamphili.jpg|thumb|Ritratto di [[Diocleziano]], collega anziano di Massimiano e [[augusto (titolo)|augusto]].]]
 
A [[Milano|Mediolanum]] nel luglio [[285]]<ref>La nomina è stata datata sia al [[21 luglio]] (Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 6; Barnes, ''New Empire'', p. 4; Bowman, p. 69) che al [[25 luglio]] (Potter, pp. 280–81).</ref> Diocleziano proclamò Massimiano suo co-imperatore, elevandolo al rango di [[cesare (titolo)|cesare]].<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Barnes, ''New Empire'', p. 4; Bowman, p. 69; Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Potter, pp. 280–81.</ref> I motivi di questa scelta sono complessi. Quasi ogni provincia dell'impero era luogo di un conflitto, dalla [[Gallia]] alla [[Siria (provincia romana)|Siria]], dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] al basso [[Danubio]]; Diocleziano aveva dunque bisogno di un aiutante per gestire tutti questi impegni,<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 30; Southern, p. 136.</ref> e, secondo alcune interpretazioni, si rese conto di essere un generale mediocre e di aver bisogno di un uomo come Massimiano che si occupasse degli aspetti militari.<ref>Williams, 45.</ref> Inoltre Diocleziano non aveva figli maschi, ma solo una figlia, Valeria, che non gli poteva succedere; doveva dunque cercare un co-imperatore al di fuori della propria famiglia di cui si potesse fidare.<ref>Potter, p. 280; Southern, p. 136; Williams, p. 43.</ref> Esiste un dibattito sulla possibilità o meno che Diocleziano abbia [[adozione|adottato]] Massimiano,<ref>Secondo William Seston, Massimiano divenne ''filius Augusti'' alla sua ascensione al trono, e alcuni storici concordano, ma secondo Frank Kolb questa interpretazione deriva da una lettura sbagliata delle fonti. Bowman, p. 69; Odahl, pp. 42–43; Southern, pp. 136, 331; Williams, p. 45.</ref> come già avevano fatto altri imperatori senza eredi prima di lui, ma quel che è certo è che Massimiano assunse il ''[[nomen]]'' di Diocleziano, ''Valerius''.<ref>Bowman, p. 69.</ref>
 
Inoltre Diocleziano sapeva che un regnare da solo era pericoloso e che esistevano precedenti per un governo a due. Ad esempio, malgrado le loro capacità militari, i due imperatori assoluti [[Aureliano]] e [[Probo]] erano stati facilmente deposti,<ref name="P280">Potter, p. 280.</ref> mentre l'imperatore [[Marco Aurelio Caro|Caro]] e i suoi due figli avevano regnato assieme efficacemente, sebbene non a lungo. Se già [[Augusto]] (27 a.C.–14 d.C.) aveva condiviso alcuni suoi poteri con dei colleghi, dall'epoca di [[Marco Aurelio]] (161–180) esisteva la posizione di co-imperatore.<ref>Corcoran, "Before Constantine", p. 40.</ref>
 
Il governo a due ebbe evidentemente successo. Intorno al [[287]] la relazione tra i due sovrani fu ri-definita in termini religiosi, con Diocleziano che assunse l'appellativo ''Iovius'' e Massimiano quello di ''Herculius'';<ref>Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Liebeschuetz, ''Continuity and Change'', pp. 235–52, 240–43; Odahl, pp. 43–44; Rees, ''Layers of Loyalty'', pp. 32–33.</ref> si trattava di titoli pregni di simbolismo, secondo i quali Diocleziano-[[Giove (divinità)|Giove]] aveva il ruolo dominante di pianificare e comandare, mentre Massimiano-[[Ercole]] aveva il ruolo eroico di portare a termine le imprese assegnategli.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 11–12; Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Odahl, p. 43; Rees, ''Layers of Loyalty'', pp. 32–33, 39, 42–52; Southern, pp. 136–37; Williams, pp. 58–59.</ref> Malgrado il simbolismo, però, i due imperatori non erano "divinità" secondo la tradizione del [[culto imperiale]], sebbene nei [[Panegirici latini|panegirici]] fossero talvolta presentati in questo modo, ma piuttosto strumenti degli dèi, pronti a far rispettare la volontà divina sulla Terra.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 11.</ref> Alla fine dei riti, Massimiano assunse il controllo della parte occidentale dell'impero e si recò in [[Gallia]] a combattere i ribelli [[Bagaudi]], mentre Diocleziano tornò in Oriente.<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Southern, p. 137; Williams, pp. 45–46.</ref>
 
==== Contro i Bagaudi e i Germani ====
 
I [[Bagaudi]] sono figure oscure, che sono trattate di passaggio alle fonti antiche, nelle quali compaiono per la prima volta con la rivolta del [[285]].<ref>Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 29.</ref> Lo storico del [[IV secolo]] [[Eutropio]] li descrive come una popolazione rurale sotto la guida di Armando ed Eliano, mentre [[Sesto Aurelio Vittore]] li definisce dei banditi.<ref>Eutropio, ''Breviarium'', 9.20; Aurelio Vittore, ''De Caesaribus'', 39.17; citati in Rees, ''Layers of Loyalty'', pp. 29–30.</ref> Secondo una interpretazione, si trattava di qualcosa di più di semplici contadini, e cercavano o una autonomia politica della Gallia o la restaurazione del recentemente deposto imperatore [[Marco Aurelio Caro|Caro]], il quale era nativo della [[Gallia Narbonense]]; in quest'ultimo caso sarebbero delle truppe imperiali disertrici, non briganti.<ref>Potter, pp. 281–82.</ref> Sebbene male equipaggiati, addestrati e guidati – un avversario facile per le [[legione romana|legioni romane]] – nondimeno Diocleziano li ritenne tanto pericolosi da richiedere un imperatore a combatterli.<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Barnes, ''New Empire'', p. 10; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 30; Southern, p. 137; Williams, pp. 45–46.</ref>
 
Massimiano mosse in [[Gallia]], ingaggiando i Bagaudi nell'estate avanzata del [[285]].<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Bowman, pp. 70–71.</ref> I dettagli della campagna sono sparsi e non forniscono alcun dettaglio tattico: le fonti storiche sono interessate solo alle virtù e alle vittorie di Massimiano. Nel [[Panegyrici latini|panegirico]] a lui dedicato nel [[289]] si afferma che i ribelli furono sconfitti sia con la durezza che con l'indulgenza.<ref name="S137">Southern, p, 137.</ref> Poiché si trattava di una campagna contro cittadini dell'impero stesso, non fu celebrata con [[Onorificenze romane per le vittorie|titoli]] o [[trionfo|trionfi]]; e infatti il panegirista di Massimiano afferma «tratto rapidamente questo episodio, in quanto vedo che nella tua magnanimità preferiresti piuttosto dimenticare questa vittoria che celebrarla».<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 10(2), citato in Williams, p. 46; Southern, p. 137.</ref> Entro la fine dell'anno, la rivolta era stata quasi del tutto sedata, e Massimiano spostò il grosso delle sue truppe sulla frontiera del [[Reno (Germania)|Reno]], proclamando un periodo di stabilità.<ref>Southern, pp. 139–138; Williams, p. 46.</ref>
 
Massimiano non sedò la rivolta dei Bagaudi abbastanza velocemente da evitare la reazione dei [[Germani]]. Nell'autunno del 285 due eserciti barbarici, uno di [[Burgundi]] e [[Alemanni]], l'altro di ''Chaibones'' ed [[Eruli]], forzarono il ''[[Limes romano|limes]]'' renano ed entrarono in Gallia; il primo esercito morì di fame e malattia, mentre Massimiano intercettò e sconfisse il secondo.<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Bowman, p. 71; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 31.</ref> Il cesare stabilì poi un quartiere generale sul [[Reno (Germania)|Reno]] in previsione di future campagne,<ref>Williams, p. 46.</ref> o a ''[[Moguntiacum]]'' ([[Magonza]]), o ad ''[[Augusta Treverorum]]'' ([[Treviri]]), o a ''[[Colonia Agrippina]]'' ([[Colonia (Germania)|Colonia]], tutte e tre nella moderna [[Germania]]).<ref>Potter, pp. 282–83. Potter e Barnes (''New Empire'', p. 56) propendono per Treviri, Williams (''Diocletian'', p. 46) per Magonza.</ref>
 
==== Rivolta di Carausio ====
[[File:Romanantefix.jpg|thumb|[[Antefissa]] recante lo stemma della [[Legio XX Valeria Victrix|Legio XX ''Valeria Victrix'']], una delle legioni che passarono dalla parte del ribelle Carausio.]]
 
Sebbene gran parte della Gallia fosse pacificata, le regioni che davano sulla [[Manica]] erano ancora affette dalla [[pirateria]] dei [[Franchi]] e dei [[Sassoni]]. Gli imperatori [[Marco Aurelio Probo|Probo]] e [[Carino]] avevano iniziato a fortificare la [[Costa sassone]], ma molto rimaneva ancora da fare;<ref>Southern, p. 138; Williams, p. 46.</ref> ad esempio, non c'è prova archeologica di basi navali a [[Dover]] e a [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]] nel periodo 270-285.<ref>Potter, p. 284.</ref> Per risolvere il problema della pirateria, Massimiano nominò [[Carausio]], un [[menapii|menapio]] della [[Germania inferiore]] ([[Paesi Bassi]] sud-occidentali), al comando della flotta della Manica.<ref name="BarnesCaEp6" /><ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57.</ref> Carausio si comportò molto bene:<ref>Bowman, p. 71; Southern, p. 138; Williams, pp. 46–47.</ref> per la fine del 285 riusciva a catturare navi pirata in grandi numeri.<ref>Southern, p. 138; Williams, pp. 46–47.</ref>
 
Massimiano venne presto a sapere che Carausio attendeva che i pirati terminassero i loro saccheggi prima di attaccarli e che il loro bottino finiva poi nelle tasche di Carausio invece di tornare alla popolazione o nelle casse imperiali;<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 6–7; Bowman, p. 71; Potter, pp. 283–84; Southern, pp. 137–41; Williams, p. 47.</ref> ordinò allora che fosse arrestato e giustiziato, causandone la fuga in [[Britannia romana|Britannia]] Il sostegno a Carausio tra i Britanni era forte, e almeno due legioni stanziate sull'isola, la [[Legio II Augusta|II ''Augusta'']] e la [[Legio XX Valeria Victrix|XX ''Valeria Victrix'']], passarono dalla sua parte, come fece pure, al completo o in parte, una legione acquartierata vicino Boulogne (probabilmente la [[Legio XXX Ulpia Victrix|XXX ''Ulpia Victrix'']]).<ref>Potter, p. 284; Southern, pp. 139–40; Williams, p. 47. La maggior parte delle informazioni sulle legioni sotto il comando di Carausio proviene dalle sue emissioni monetarie. Stranamente, la [[Legio VI Victrix|Legio VI ''Victrix'']], stanziata a ''[[Eboracum]]'' ([[York]], Regno Unito) e quindi geograficamente sotto il suo comando, non è tra quelle da lui controllate nella maggior parte delle ricostruzioni (Southern, p. 332). ''[[Panegyrici latini]]'' 8(4)12.1 ammette che una legione continentale, probabilmente la XXX ''Ulpia Victrix'', passò dalla parte di Carausio (Potter, p. 650).</ref> Carausio eliminò rapidamente i pochi lealisti rimasti nel suo esercito e si proclamò [[augusto (titolo)|augusto]].<ref name="W47">Williams, p. 47.</ref> Massimiano poté fare poco per combattere la rivolta. La sua flotta era controllata da Carausio, mentre lui era impegnato a controllare gli [[Eruli]] e i [[Franchi]]. Nel frattempo Carausio rafforzò la propria posizione ingrandendo la flotta, arruolando mercenari franchi e pagando bene le proprie truppe;<ref name="W47"/> entro l'autunno del [[286]] la Britannia, la Gallia nord-occidentale e l'intera Manica erano sotto il suo controllo.<ref name="BarnesCaEp.7">Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 7.</ref><ref>Bowman, p. 71; Southern, p. 140.</ref> Carausio si dichiarò alla testa di uno stato britannico indipendente, l<nowiki>'</nowiki>''Imperium Britanniarum'', e coniò monete di purezza nettamente superiore a quelle di Massimiano e Diocleziano, guadagnandosi il sostegno dei mercanti britannici e gallici.<ref>Williams, pp. 47–48.</ref> Persino le truppe di Massimiano erano vulnerabili all'influenza e alla ricchezza di Carausio.<ref>Potter, p. 284; Williams, pp. 61–62.</ref>
 
=== Massimiano Augusto ===
 
Spronato dalla crisi con [[Carausio]], il [[1º aprile]] [[286]]<ref name="AUGDATE"/> Massimiano assunse il titolo di [[augusto (titolo)|augusto]];<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Bleckmann; Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Potter, p. 282; Southern, pp. 141–42; Williams, p. 48. Il titolo era ''Imperator Caesar Marcus Aurelius Valerius Maximianus Augustus Herculius''.</ref> in questo modo era allo stesso livello del ribelle, in modo che lo scontro fosse tra due Augusti invece che tra un Cesare e un Augusto, e, nella propaganda imperiale, Massimiano fu proclamato fratello di [[Diocleziano]], suo eguale in autorità e prestigio.<ref>Williams, p. 48.</ref> Diocleziano probabilmente non era presente alla nomina di Massimiano,<ref>Potter, pp. 282, 649. Diocleziano si trovava tra [[Bisanzio]] ([[Istanbul]], [[Turchia]]), dove era il [[22 marzo]] 286, e [[Tiberiade]], che visitò dal [[31 maggio]] al [[31 agosto]] (Barnes, ''New Empire'', pp. 50–51; Potter, pp. 282, 649).</ref> e questo ha fatto dire ad alcuni studiosi che Massimiano abbia usurpato un titolo solo successivamente riconosciuto da Diocleziano allo scopo di evitare una guerra civile, ma questa ipotesi non ha raccolto molto sostegno ed è stata recentemente confutata;<ref>Potter, pp. 282, 649.</ref> malgrado la distanza fisica tra i due imperatori, Diocleziano si fidava di Massimiano tanto da concedergli i poteri imperiale, mentre Massimiano rispettava Diocleziano tanto da agire secondo le sue volontà.<ref>Potter, p. 282; Williams, p. 49.</ref>
 
Il doppio governo non portò ad una divisione formale dell'impero; sebbene vi fossero delle separazioni – ciascun imperatore aveva la propria corte, il proprio esercito e la propria residenza ufficiale – queste furono dovute a questioni pratiche, non di sostanza, tanto che la propaganda imperiale, a partire dal 287 in poi, insiste sulla Roma unica e indivisibile, un ''patrimonium indivisum''.<ref>Bowman, p. 70; Potter, p. 283; Williams, pp. 49, 65.</ref> Così parla il [[Panegirici latini|panegirista]] del 289 rivolgendosi a Massimiano: «Così questo impero è un possesso comune a voi due, senza alcuna discordia, né sopporteremmo una qualunque disputa tra voi, ma semplicemente reggete lo stato in misura uguale, come una volta i due [[Eracleiadi]], i [[re di Sparta]], facevano».<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 10(2)9.4, citato in Potter, p. 283.</ref> Sia le decisioni di valore legale che le celebrazioni imperiali avvenivano in nome di entrambi i sovrani; le stesse monete erano coniato in entrambe le parti dell'impero.<ref>Potter, 283; Williams, 49, 65.</ref> Diocleziano emanò talvolta alcune disposizioni per la provincia d'[[Africa (provincia romana)|Africa]], dipendente da Massimiano, il quale a sua volta potrebbe aver fatto lo stesso per il territorio del collega.<ref>Potter, p. 283.</ref>
 
==== Campagne contro le tribù renane ====
 
[[File:Altes Museum-Constantius Chlorus.jpg|thumb|left|[[Costanzo Cloro|Flavio Costanzo]], [[prefetto del pretorio]] di Massimiano e marito di sua figlia [[Flavia Massimiana Teodora|Teodora]].]]
 
Massimiano comprese di non poter sconfiggere immediatamente [[Carausio]] e decise allora di impegnarsi contro le tribù renane,<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Bowman, p. 71; Corcoran, "Before Constantine", p. 40.</ref> le quali costituivano probabilmente un pericolo maggiore per la pace della [[Gallia]] di quanto non fosse Carausio e, al contempo, erano sostenitori dell'usurpatore britannico.<ref>Southern, p. 141; Williams, p. 50.</ref> Sebbene lungo il [[Reno (Germania)|Reno]] vivevano molti nemici dell'impero, sebbene questi fossero più spesso in lotta fra loro che contro i Romani.<ref name="W50">Williams, p. 50.</ref> Poche sono le testimonianze che permettono di datare le campagne di Massimiano sul Reno oltre al fatto che durarono dal 285 al [[288]].<ref>Southern, p. 142. Barnes, in ''New Empire'' p. 57, elenca cinque date: il [[10 febbraio]] [[286]], a Milano (''[[Codex Iustinianus]]'' 8.53(54).6; ''Fragmenta Vaticana'' 282); [[21 giugno]] 286 a Magonza (''Fragmenta Vaticana'' 271); [[1º gennaio]] [[287]] a Treviri, Colonia o Magonza (data dell'assunzione del consolato, ''[[Panegyrici latini]]'' 10(2).6.2 ff.); e 287, la «spedizione al di là del Reno» (''Panegyrici Latini'' 10(2).7.1ff.).</ref> Mentre stava ricevendo i fasci di [[console (storia romana)|console]] ([[1º gennaio]] [[287]]), Massimiano fu raggiunto dalla notizia di un attacco di barbari; rimossa la toga e indossata la corazza, marciò contro il nemico e più tardi quello stesso anno, sebbene non lo avesse completamente disperso, celebrò una vittoria in Gallia.<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Bowman, p. 72.</ref> Ritenendo che le tribù dei [[Burgundi]] e degli [[Alemanni]] stanziate nella regione della [[Mosella]]-[[Vosgi]] costituissero la maggiore minaccia, decise di affrontarle per primo; durante la campagna fece [[terra bruciata]] distruggendo le loro terre e riducendoli di numero per fame e malattie. Successivamente si mosse contro i più deboli [[Eruli]] e ''[[Chaibones]]'', che mise in un angolo e sconfisse in una singola battaglia, cui partecipò personalmente, cavalcando lungo lo schieramento finché la linea germanica ruppe e le forze romane inseguirono e dispersero gli eserciti tribali nemici. Con i suoi nemici indeboliti dalla fame, Massimiano lanciò una grande invasione al di là del Reno.<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Williams, p. 50.</ref> Mossosi in profondità nelle territorio germanico, portò la distruzione in casa del nemico,<ref name="W50"/> dimostrando la superiorità delle armi romane.<ref name="BarnesCaEp.7" /> Entro l'inverno del 287 aveva guadagnato l'iniziativa e le terre del Reno erano libere dai Germani;<ref name="W50"/> il panegirista di Massimiano giunse a dire che «tutto ciò che vedo oltre il Reno è romano».<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 10(2).7.7, tradotto da Nixon in Nixon and Rodgers, citato in Bowman, p. 72.</ref>
 
La primavera successiva, mentre Massimiano si preparava ad affrontare Carausio, Diocleziano tornò dall'oriente;<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Southern, pp. 142–43; Williams, p. 50.</ref> i due imperatori si incontrarono in un luogo e in una data sconosciuti,<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 57; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 31.</ref> e probabilmente si misero d'accordo per mettere in atto congiuntamente una campagna contro gli Alemanni e una spedizione navale contro Carausio.<ref>Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 31; Southern, pp. 142–43; Williams, p. 50. Barnes (''Constantine and Eusebius'', 7) data l'incontro dopo la campagna contro gli Alemanni.</ref> Più tardi, quello stesso anno, Massimiano condusse una invasione a sorpresa degli ''[[Agri decumates]]'' – la regione tra l'alto Reno e l'alto Danubio, posta all'interno del territorio degli Alemanni – mentre Diocleziano invase la Germania attraverso la [[Rezia]]; entrambi bruciarono le messi e le riserve di cibo nemiche, distruggendo i mezzi di sostentamento dei Germani,<ref>Southern, pp. 142–43; Williams, p. 50.</ref> e inglobarono vaste porzioni di territorio all'impero, cosa che permisa a Massimiano di continuare la sua ricostruzione senza ulteriori disturbi.<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Corcoran, "Before Constantine", p. 40; Southern, p. 143; Williams, p. 50.</ref> Dopo la guerra si ricostruirono le città sul Reno, creando delle teste di ponte sulla sponda orientale in posti come a Magonza e Colonia e fondando una frontiera con forti, strade e paesi fortificati; una strada militare passava da ''Tornacum'' ([[Tournai]], [[Belgio]]), ''Bavacum'' ([[Bavay]], Francia), ''Atuatuca Tungrorum'' ([[Tongeren]], Belgio), Mosae Trajectum ([[Maastricht]], Paesi Bassi), and Cologne.<ref name="W5051">Williams, pp. 50–51.</ref>
 
All'inizio del [[288]] Massimiano incaricò il proprio [[prefetto del pretorio]] Flavio Costanzo ([[Costanzo Cloro]]) di condurre una campagna contro gli alleati franchi di [[Carausio]], i quali controllavano gli estuari del Reno, impedendo attacchi via mare a Carausio. Costanzo si mosse verso nord attraverso il loro territorio, causando panico, e raggiunse il [[Mare del Nord]]. I [[Franchi]] chiesero la pace e con l'accordo conseguente Massimiano rimise al potere il deposto re franco [[Gennobaude]]. Gennobaude divenne il vassallo di Massimiano e, con i capi tribali franchi che giurarono lealtà a Gennobaude, i Romani si assicurarono il dominio della regione.<ref name="BarnesCaEp.7" /><ref>Bowman, p. 72; Williams, p. 51.</ref> Massimiano permise che [[Frisoni]], [[Franchi Sali]], [[Chamavi]] e altre tribù si insediassero in una striscia di territorio romano, o tra i fiumi Reno e [[Waal]] e da ''Noviomagus'' ([[Nijmegen]], Paesi Bassi) a ''Traiectum'' ([[Utrecht]], Paesi Bassi)<ref name="W5051"/> o nei pressi di [[Treviri]].<ref name="BarnesCaEp.7" /> Queste tribù, cui fu permesso di insediarsi in cambio del riconoscimento del dominio romano, da una parte fornivano una fonte immediatamente disponibile per l'arruolamento di truppe, dall'altra impedivano lo stanziamento nella regione delle popolazioni franche, formando una sorta di cuscinetto lungo la frontiera e permettendo a Massimiano di ridurre le guarnigioni impegnate.<ref name="W5051"/>
 
==== Nascita della tetrarchia e fine dell'Impero di Carausio ====
[[File:Antoninianus Carausius leg4-RIC 0069v.jpg|thumb|right|250px|Moneta di [[Carausio]], l'imperatore ribelle della [[Britannia romana]].]]
 
Per il [[289]] Massimiano organizzò una invasione della [[Britannia romana]] controllata da [[Carausio]], che però fallì, per motivi non chiari; il [[Panegirici latini|panegirista]] del 289 mostra ottimismo per l'impresa, mentre quello del 291 non ne fa menzione.<ref>Southern, p. 143.</ref> Il panegirista di [[Costanzo Cloro]] suggerisce che la sua flotta andò persa a causa di una tempesta,<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 8(5)12.2; Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 7, 288; Bowman, pp. 72–73; Potter, pp. 284–85, 650; Southern, p. 143; Williams, p. 55.</ref> ma è possibile che questa versione sia stata elaborata per ridurre l'imbarazzo di una sconfitta.<ref>Southern, p. 143; Williams, p. 55.</ref> [[Diocleziano]] pose fine alla sua visita delle province orientali poco dopo, forse dopo essere venuto a conoscenza del fallimento di Massimiano,<ref>Potter, p. 285; Southern, p. 144.</ref> e tornò in Occidente rapidamente, raggiungendo [[Emesa]] il [[10 maggio]] [[290]],<ref>''Codex Justinianus'' 9.41.9; Barnes, ''New Empire'', p. 51; Potter, pp. 285, 650.</ref> e [[Sirmio]], sul [[Danubio]], il [[1º luglio]].<ref>''Codex Justinianus'' 6.30.6; Barnes, ''New Empire'', p. 52; Potter, pp. 285, 650.</ref> Diocleziano incontrò Massimiano a [[Milano]] o nel dicembre 290 o nel gennaio [[291]].<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 8; Potter, p. 285.</ref> Folle si adunarono per assistere alla discesa dei sovrani in città, e gli imperatori dedicarono molto tempo alle apparizioni in pubblico;<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 11(3)10, citato in Williams, p. 57.</ref> alcuni storici hanno supposto che le cerimonie fossero organizzate per dimostrare il sostegno di Diocleziano al vacillante collega.<ref>Potter, p. 285.</ref> I sovrani discussero segretamente di politica e guerra,<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 8; Potter, pp. 285, 288; Rees, ''Layers of Loyalty'', pp. 69.</ref> e un questa occasione potrebbero aver discusso la possibilità di allargare il collegio imperiale fino a includere quattro imperatori (la [[tetrarchia]]).<ref>Potter, p. 285; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 69.</ref> Nel frattempo una delegazione del [[Senato romano]] incontrò gli imperatori, rinnovando un rapporto molto saltuario con i sovrani.<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 11(3)2.4, 8.1, 11.3–4, 12.2; Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 8, 288; Potter, pp. 285, 650.</ref> Gli imperatori non si incontrarono più fino al [[303]].<ref>Potter, p. 285.</ref>
 
[[File:Quinarius Allectus galley-RIC 0128.2.jpg|thumb|left|250px|[[Quinario]] di [[Alletto]], successore di [[Carausio]].]]
 
A seguito dell'invasione fallita del 289, Massimiano dovette concedere controvoglia una tregua a [[Carausio]]. L'imperatore tollerò il dominio di Carausio sulla [[Britannia romana]] e sul continente, ma si rifiutò di riconoscere ufficialmente lo stato secessionista; Carausio, da parte sua, si accontentò dei suoi territori della Gallia costiera.<ref>Williams, pp. 55–56, 62.</ref> [[Diocleziano]], al contrario, non tollerava un tale affronto al suo ruolo; dovendo far fronte alla secessione di Carausio e ad altri problemi ai confini egiziani, siriani e danubiani, si convinse che due imperatori non erano sufficienti a gestire l'impero.<ref>Williams, pp. 62–64.</ref> Il [[1º marzo]] [[293]], a ''[[Mediolanum]]'', Massimiano nominò [[Costanzo Cloro|Costanzo]] proprio [[cesare (titolo)|cesare]], una sorta di vice-imperatore per la parte occidentale dell'impero;<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 8–9; Barnes, ''New Empire'', pp. 4, 36–37; Potter, p. 288; Southern, p. 146; Williams, pp. 64–65.</ref> Lo stesso giorno, o un mese dopo, Diocleziano fece lo stesso con [[Galerio]]: era nata la [[tetrarchia]], il "governo a quattro.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 8–9; Barnes, ''New Empire'', pp. 4, 38; Potter, p. 288; Southern, p. 146; Williams, pp. 64–65.</ref> A Costanzo – cui era stata fatta sposare la figlia di Massimiano, [[Flavia Massimiana Teodora|Teodora]] – fu fatto capire che avrebbe dovuto avere successo lì dove Massimiano aveva fallito: sconfiggere Carausio.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 8, 15; Williams, p. 71.</ref>
 
[[Costanzo Cloro|Costanzo]] svolse il proprio compito velocemente ed efficientemente, ed entro il [[293]] espulse le forze di [[Carausio]] dalla [[Gallia]] settentrionale; quello stesso anno il sovrano ribelle fu assassinato e sostituito dal suo tesoriere [[Alletto]].<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 15; Potter, p. 288; Rees, ''Layers of Loyalty'', p. 99; Southern, pp. 149–50; Williams, pp. 71–72.</ref> Costanzo marciò su per la costa fino agli estuari del [[Reno (Germania)|Reno]] e dello [[Sheldt]], dove riportò una vittoria sugli alleati [[franchi]] di Carausio e assunse il titolo di ''[[Germanicus maximus]]'';<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 15–16; Barnes, ''New Empire'', p. 255.</ref> il suo successivo obiettivo era la Britannia, e quindi passò gli anni successivi a costruire una flotta d'invasione.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 15–16; Southern, p. 150.</ref> Massimiano, che si trovava ancora in Italia dopo la nomina di Costanzo, fu soddisfatto dei piani di invasione e nell'estate del [[296]] tornò in Gallia,<ref>Barnes, ''New Empire'', pp. 58–59.</ref> dove controllò le frontiere renane difendendole dagli alleati franchi di Carausio mentre Costanzo lanciò l'invasione della Britannia.<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 59; Southern, p. 150; Williams, p. 73.</ref> Alletto fu sconfitto e ucciso in battaglia dal [[prefetto del pretorio]] di Costanzo, [[Giulio Asclepiodoto]]; Costanzo sbarcò nei pressi di ''[[Dubris]]'' ([[Dover]]) e marciò su ''[[Londinium]]'' ([[Londra]]), dove fu accolto come un liberatore dalla popolazione.<ref>Southern, p. 150; Williams, pp. 73–74; Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16.</ref>
 
==== Campagne in Africa settentrionale ====
 
Col ritorno vittorioso di [[Costanzo Cloro|Costanzo]], Massimiano fu in grado di concentrarsi sul conflitto in [[Mauretania]], in Africa nord-occidentale.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16; Southern, p. 150; Williams, p. 75.</ref> Con l'indebolimento dell'autorità romana durante il [[III secolo]], le tribù di nomadi [[Berberi]] avevano iniziato a razziare gli insediamenti nella zona con conseguenze sempre più gravi. Nel [[289]], il governatore della ''[[Mauretania Caesariensis]]'' (corrispondente alla moderna [[Algeria]]) guadagnò un po' di respiro opponendo un piccolo esercito ai [[Bavari]] e ai [[Quinquegentiani]], ma i razziatori tornarono presto all'attacco. Nel [[296]] Massimiano raccolse un esercito con le [[guardia pretoriana|coorti pretoriane]], con [[legione romana|legionari]] di [[Aquileia]], egiziani e danubiani, con [[auxilia|ausiliari]] galli e germani e con reclute della [[Tracia]]; avanzò poi attraverso la penisola iberica nell'autunno di quell'anno.<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 59; Williams, p. 75.</ref> Probabilmente difese la regione contro le incursioni dei [[Mauri]],<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16.</ref> prima di attraversare lo [[stretto di Gibilterra]] ed entrare in [[Mauretania Tingitana]] (il moderno [[Marocco]]), che protesse dai pirati [[franchi]].<ref name="W75">Williams, p. 75.</ref>
 
Entro il marzo del [[297]], Massimiano diede inizio ad una sanguinosa offensiva contro i [[Berberi]]. La campagna fu lunga, e Massimiano spese l'inverno del 297–[[298]] a riposarsi a [[Cartagine]] prima di riprendere l'offensiva.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16; Barnes, ''New Empire'', p. 59.</ref> Non contento di averli ricacciati nelle loro terre d'origine tra le montagne dell'[[Atlante (catena montuosa)|Atlante]], da dove avrebbero potuto proseguire gli attacchi, Massimiano si avventurò in profondità nel territorio berbero. Malgrado il terreno sfavorevole e l'abilità dei Berberi di mettere in atto tattiche di [[guerriglia]], Massimiano non cedette la presa: cercando, probabilmente, di infliggere quanto più danno possibile a scopo punitivo, devastò delle terre ritenute sicure, uccise quanti più nemici possibile e respinse i restanti nel [[Sahara]].<ref name="ODHW">Odahl, p. 58; Williams, p. 75.</ref> La campagna ebbe la sua conclusione nella primavera del 298; il [[10 marzo]] Massimiano fece il proprio ingresso trionfale a Cartagine.<ref>Barnes, ''New Empire'', 59.</ref><ref name="ODHW" /> Furono eseguite delle iscrizioni a dimostrare la gratitudine delle popolazioni a Massimiano: come già Costanzo al suo ingresso a [[Londra]], Massimiano vi è chiamato ''redditor lucis aeternae'' ("restitutore della luce eterna").<ref name="ODHW"/> L'imperatore tornò in Italia nel [[299]], per celebrare un altro [[trionfo]] a [[Roma]], nella primavera di quell'anno.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16; Barnes, ''New Empire'', p. 59; Odahl, p. 58.</ref>
 
==== Vita tra gli agi e ritiro ====
 
Dopo la campagna in [[Mauretania]], Massimiano tornò in Italia settentrionale, vivendo una vita tra gli agi nei palazzi imperiali di ''[[Mediolanum]]'' e [[Aquileia]], e lasciando la cura degli affari militari a [[Costanzo Cloro|Costanzo]].<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16; Barnes, ''New Empire'', p. 56.</ref> Massimiano si dimostrò molto più aggressivo nei suoi rapporti con il [[Senato romano]] di quanto non fosse Costanzo, e [[Lattanzio]] sostiene che terrorizzava i senatori, fino al punto di accusarne falsamente e poi metterne a morte molti, tra cui il ''[[praefectus urbi]]'' di [[Roma]] nel [[301]]/[[302]].<ref>Lactantius, ''De mortibus persecutorum'' 8.4; Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16.</ref> Al contrario Costanzo tenne buone relazioni con l'aristocrazia senatoriale e passò il proprio tempo a difendere attivamente l'impero: nel [[300]] o 301 e poi nel 302 combatté i [[Franchi]], mentre Massimiano si riposava in Italia, e poi continuò le campagne contro le tribù germaniche nell'alto [[Reno (Germania)|Reno]].<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 16.</ref>
 
Massimiano fu distratto dal suo riposo solo nel [[303]], in occasione dei ''[[vicennalia]]'' (ventennale di regno) di [[Diocleziano]], celebrati a [[Roma]], occasione in cui ai due augusti fu innalzato un arco trionfale, l'''[[Arcus Novus]]''. Alcuni indizi suggeriscono che in questa occasione Diocleziano strappò a Massimiano l'impegno di cedere insieme il potere e di passare i loro titoli di [[augusto (titolo)|augusti]] ai [[cesare (titolo)|cesari]] Costanzo e [[Galerio]];<ref>''[[Panegyrici latini]]'' 7(6)15.16; Lattanzio, ''De mortibus persecutorum'', 20.4; Potter, p. 340; Southern, pp. 152, 336.</ref> è probabile che [[Massenzio]] e [[Costantino I|Costantino]], figli rispettivamente di Massimiano e Costanzo ed educati insieme a [[Nicomedia]], sarebbero allora divenuti i nuovi cesari. Mentre Massimiano potrebbe non aver desiderato ritirarsi, Diocleziano aveva ancora il controllo della situazione e vi fu scarsa resistenza. Prima del ritiro, Massimiano avrebbe avuto un ultimo momento di gloria con la celebrazione dei [[Giochi secolari]], nel [[304]].<ref>Potter, p. 340.</ref>
 
Il [[1º maggio]] [[305]], in cerimonie separate a ''[[Mediolanum]]'' e [[Nicomedia]], Diocleziano e Massimiano lasciarono il potere contemporaneamente; la successione, però, non andò esattamente come Massimiano aveva sperato, in quanto, forse per l'influenza di [[Galerio]], i nuovi cesari furono [[Flavio Severo|Severo]] e [[Massimino Daia|Massimino]], con l'esclusione dunque di [[Massenzio]]. Entrambi i nuovi cesari avevano delle lunghe carriere militari ed erano vicini a Galerio: Severo era suo nipote e Massimino un suo vecchio collega nell'esercito.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 25–27; Williams, p. 191.</ref> Massimiano divenne rapidamente contrariato dalla nuova [[tetrarchia]], che vide Galerio assumere la posizione dominante già ricoperta da Diocleziano; sebbene Massimiano avesse diretto la cerimonia che aveva proclamato cesare Severo, in due anni l'augusto ritirato era divenuto talmente insoddisfatto da sostenere la ribellione del figlio Massenzio contro il nuovo regime.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 25–27; Potter, pp. 341–42.</ref> Diocleziano si ritirò nel suo [[palazzo di Diocleziano|nuovo palazzo]] costruito vicino a [[Salona]], nella sua terra natale, la [[Dalmazia]]; Massimiano scelse invece delle ville in [[Campania]] o [[Lucania]], dove visse una vita di agi e lussi.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 27; Southern, p. 152.</ref> Sebbene lontani dai centri politici dell'impero, Diocleziano e Massimiano rimasero in contatto regolare tra loro.<ref>Southern, 152.</ref>
 
=== Ribellione di Massenzio ===
{{Vedi anche|Guerra civile romana (306-324)}}
[[File:Maxentius02 pushkin.jpg|left|thumb|upright|[[Massenzio]], busto di [[Dresda]].]]
 
Dopo la morte di [[Costanzo Cloro|Costanzo]], avvenuta il [[25 luglio]] [[306]], il figlio [[Costantino I|Costantino]] assunse il titolo di [[augusto (titolo)|augusto]]; [[Galerio]] fu insoddisfatto da questo atto, e offrì invece al figlio del suo collega deceduto il titolo di [[cesare (titolo)|cesare]], che Costantino accettò, con [[Flavio Severo|Severo]] che successe a Costanzo.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 27–28; Barnes, ''New Empire'', p. 5; Lenski, pp. 61–62; Odahl, pp. 78–79.</ref> [[Massenzio]], geloso del potere ottenuto da Costantino, persuase una coorte della guardia imperiale a proclamarlo imperatore ([[28 ottobre]] 306); ritenendo insicuro regnare da solo, Massenzio inviò al padre delle vesti imperiali e lo salutò come "Augusto per la seconda volta", offrendogli un governo teoricamente alla pari ma in realtà un ruolo con meno poteri e di rango inferiore.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 30–32.</ref> [[Galerio]] si rifiutò di riconoscere [[Massenzio]] e inviò a [[Roma]] [[Flavio Severo|Severo]] con un esercito, allo scopo di deporlo. Poiché, però, gran parte dei soldati di Severo avevano servito sotto Massimiano, dopo aver accettato denaro da Massenzio disertarono in massa Severo. L'augusto fuggì a [[Ravenna]], dove fu assediato da Massimiano. La città era molto ben fortificata, cosicché Massimiano offrì delle condizioni per la resa che Severo accettò: fu preso da Massimiano e portato sotto scorta in una villa pubblica nella parte meridionale di Roma, dove fu tenuto come ostaggio. Nell'autunno [[307]] Galerio guidò un secondo esercito contro Massenzio, ma anche questa volta non riuscì a conquistare Roma, e tornò a nord con il proprio esercito praticamente intatto.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 30–31; Elliott, pp. 41–42; Lenski, pp. 62–63; Odahl, pp. 86–87; Potter, pp. 348–49.</ref>
 
Mentre [[Massenzio]] era occupato a rafforzare le difese di [[Roma]], Massimiano si recò in [[Gallia]] per negoziare con [[Costantino I|Costantino]]: i due giunsero ad un accordo in base al quale Costantino avrebbe sposato la figlia minore di Massimiano, [[Fausta]], e sarebbe stato elevato al rango di [[augusto (titolo)|augusto]] nel dominio secessionista di Massenzio; in cambio Costantino avrebbe confermato l'antica alleanza famigliare tra Massimiano e [[Costanzo Cloro|Costanzo]], oltre a sostenere la causa di Massenzio in Italia, pur rimanendo neutrale nella guerra contro [[Galerio]]. L'accordo fu stretto con una doppia cerimonia, tenutasi a [[Treviri]] nell'estate avanzata del 307, durante la quale Costantino sposò Fausta e fu proclamato augusto da Massimiano.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 31; Lenski, p. 64; Odahl, pp. 87–88; Pohlsander, ''Emperor Constantine'', pp. 15–16.</ref><!-- Recasting may might require redistribution of refs.-->
 
Massimiano tornò a Roma nell'inverno 307-[[308]], ma entrò rapidamente in contrasto col figlio e, nella primavera del 308, ne sfidò l'autorità. Davanti ad una assemblea di soldati romani, Massimiano parlò del debole governo, di cui accusò Massenzio, e strappò le vesti imperiali del figlio; si attendeva che i soldati lo acclamassero, ma questi si schierarono con Massenzio, e Massimiano fu obbligato a lasciare l'Italia.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 32; Lenski, p. 64; Odahl, pp. 89, 93.</ref>
 
L'[[11 novembre]] [[308]] si tenne a ''[[Carnuntum]]'', sull'alto [[Danubio]], un incontro cui parteciparono [[Galerio]], che lo organizzò, Massimiano e [[Diocleziano]], richiamato da Galerio; in questa occasione Massimiano fu obbligato ad abdicare, mentre [[Costantino I|Costantino]] fu nuovamente degradato a [[cesare (titolo)|cesare]], mentre [[Licinio]], un leale commilitone di Galerio, fu nominato [[augusto (titolo)|augusto]] d'Occidente.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 32–34; Elliott, pp. 42–43; Lenski, p. 65; Odahl, pp. 90–91; Pohlsander, ''Emperor Constantine'', p. 17; Potter, pp. 349–50; Treadgold, p. 29.</ref> All'inizio del [[309]] Massimiano tornò alla corte di Costantino in [[Gallia]], l'unica dove fosse ancora ben accetto.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 32.</ref>
 
=== Ribellione contro Costantino e morte ===
 
[[File:Velabrum.jpg|thumb|200px|Il sarcofago di Massimiano, fatto preparare per il suo monumentale mausoleo, ed oggi divenuto il fonte battesimale del duomo di Milano.]]
 
Nel [[310]] Massimiano si ribellò contro [[Costantino I|Costantino]], mentre questi era impegnato in una campagna contro i [[Franchi]]. Massimiano era stato inviato verso sud, ad ''[[Arelate]]'' ([[Arles]], Francia), con parte dell'esercito di Costantino e il compito di difendere la [[Gallia]] meridionale dagli attacchi di [[Massenzio]]; giunto in città, annunciò la morte di Costantino e assunse la porpora imperiale. Malgrado i suoi tentativi di corruzione di tutti coloro che potevano sostenerlo, la gran parte dell'esercito rimase leale a Costantino, e Massimiano fu obbligato a fuggire. Costantino, che all'annuncio del tradimento aveva abbandonato la sua campagna contro i Franchi e si era rapidamente recato in Gallia meridionale, raggiunse il fuggitivo a ''[[Massilia]]'' ([[Marsiglia]], Francia), una città meglio organizzata di ''Arelate'' per sostenere un lungo assedio; Massimiano non poté giovarsi di questo vantaggio, però, in quanto alcuni cittadini leali al suo avversario gli aprirono le porte. Massimiano fu catturato, redarguito per i suoi crimini e privato del suo rango per la terza volta; sebbene Costantino dimostrasse una certa clemenza nei suoi confronti, ne incoraggiò con forza il suicidio. Nel luglio 310 Massimiano si impiccò.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 34–35; Elliott, p. 43; Lenski, pp. 65–66; Odahl, p. 93; Pohlsander, ''Emperor Constantine'', p. 17; Potter, p. 352.</ref>
 
Dopo la sua morte, Massimiano giocò un ruolo nelle vicende che videro opposti Massenzio e Costantino. Malgrado la precedente rottura dei loro rapporti, dopo il suicidio di Massimiano Massenzio si atteggiò a figlio devoto;<ref>Elliott, p. 43; Lenski, p. 68; Pohlsander, ''Emperor Constantine'', p. 20.</ref> coniò monete recanti l'immagine del padre divinizzato e dichiarò di volerne vendicare la morte.<ref>Barnes, ''New Empire'', p. 34; Elliott, p. 45; Lenski, p. 68.</ref> Costantino, invece, prima presentò il suicidio come una sfortunata disgrazia familiare, poi, a partire dal [[311]], diffuse un'altra versione, secondo la quale Massimiano, perdonato da Costantino, aveva deciso di uccidere il genero nel sonno; [[Fausta]] svelò il piano del padre a Costantino, il quale mise un eunuco nel proprio letto e fece arrestare Massimiano dopo che l'ebbe ucciso; vistosi offerto un onorevole suicidio, Massimiano avrebbe accettato.<ref>Lattanzio, ''De mortibus persecutorum'' 30.1; Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 40–41, 305.</ref> Inoltre Costantino decretò per Massimiano la ''[[damnatio memoriae]]'', facendo cancellare il suo nome da tutte le iscrizioni e distruggendo tutte le opere pubbliche che recavano la sua effigie.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 41; Lenski, p. 68.</ref>
 
[[Costantino I|Costantino]] sconfisse [[Massenzio]] nella [[battaglia di Ponte Milvio]] il [[28 ottobre]] [[312]]; con la morte di Massenzio, tutta l'Italia passò sotto il controllo di Costantino.<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', pp. 42–44.</ref> [[Eutropia]] dichiarò sotto giuramento che Massenzio non era figlio di Massimiano, e Costantino riabilitò la memoria del suocero. La sua [[apoteosi]] voluta da Massenzio fu dichiarata nulla e fu divinizzato nuovamente, probabilmente nel [[317]]. Dal [[318]] iniziò a comparire sulla monetazione di Costantino come ''divus'', assieme a [[Costanzo Cloro|Costanzo]] e [[Claudio il Gotico]] divinizzati;<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 47; Barnes, ''New Empire'', p. 35.</ref> tutti e tre erano presentati come antenati di Costantino e chiamati «i migliori tra gli imperatori».<ref>Barnes, ''Constantine and Eusebius'', p. 47.</ref> Attraverso le sue figlie, [[Fausta]] e [[Flavia Massimiana Teodora|Teodora]], Massimiano fu il nonno o il bisnonno di tutti gli [[imperatori romani]] che regnarono dal 337 al 363.<ref>Barnes, ''New Empire'', pp. 265–66.</ref>
 
=== Titoli onorifici ===
I [[Onorificenze romane per le vittorie|titoli onorifici]] e i [[console (storia romana)|consolati]] assunti da Massimiano furono, in ordine cronologico:<ref name="Lendering" />
* [[286]]: accetta il titolo di ''Herculius'';
* [[287]]: console (I) assieme a [[Diocleziano]] (III); accetta i titoli ''Germanicus maximus'' e ''Germanicus maximus'' II per le guerre contro i Germani;
* [[288]]: console (II) assieme a Pomponio Ianuario; accetta il titolo ''Germanicus maximus'' III per la guerra contro i Germani;
* [[289]]: accetta il titolo di ''Sarmaticus maximus'' per una vittoria di Diocleziano;
* [[290]]: console (III) assieme a Diocleziano (IV);
* [[293]]: console (IV) assieme a Diocleziano (V); accetta il titolo di ''Germanicus maximus'' IV;
* [[294]]: accetta il titolo di ''Sarmaticus maximus'' II per una vittoria di Diocleziano;
* [[295]]: accetta il titolo di ''Persicus maximus'' per una vittoria di [[Galerio]];
* [[296]]: accetta il titolo di ''Carpicus maximus'' per una vittoria di Diocleziano; accetta il titolo di ''Britannicus maximus'' per una vittoria di [[Costanzo Cloro|Costanzo]];
* [[297]]: console (V) assieme a Galerio (II);
* [[298]]: accetta i titoli di ''Armeniacus maximus'', ''Medicus maximus'', ''Adiabenicus maximus'' e ''Persicus maximus'' II per una vittoria di Galerio;
* [[299]]: console (VI) assieme a Diocleziano (VII);
* [[300]]: accetta il titolo di ''Sarmaticus maximus'' III per una vittoria di Galerio;
* [[301]]: accetta il titolo di ''Germanicus maximus'' V per una vittoria di Costanzo;
* [[303]]: console (VII) assieme a Diocleziano (VIII);
* [[305]]: console (VIII) assieme a Diocleziano (IX);
* [[307]]: console (IX) assieme a [[Costantino I|Costantino]].
 
=== Programma edilizio ===
 
[[File:Torre_del_Circi_di_Massimiano_Milano.jpg|thumb|left|La torre del circo di Massenzio a Milano, ora campanile di San Maurizio.]]
[[File:Torre_delle_mura_di_Massimiano_Milano.jpg|thumb|Torre superstite delle mura milanesi di Massimiano, nei pressi di Corso Magenta.]]
 
La capitale scelta da Diocleziano per la parte orientale era [[Nicomedia]], la capitale dell'impero occidentale fu ''[[Milano|Mediolanum]]'', l'attuale Milano. Nei pochi anni del suo regno Massimiano lasciò in questa capitale delle opere imponenti, e tra queste un grande ippodromo o [[Circo romano di Milano|circo]], il più grande dell'epoca delle tetrarchia (470 x 85 m), dotato di una parte monumentale (a Nord) con due torri, una delle quali esiste ancora trasformata in [[Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore|campanile del convento di San Maurizio Maggiore]]. Tra le altre opere un mausoleo ottagonale (uguale a quello nella villa di Diocleziano a [[Spalato]]) per il quale fece costruire un [[sarcofago]] di porfido egiziano (il colore violaceo ricorda evidentemente quello della porpora). Dopo varie vicissitudini questo è divenuto il fonte battesimale del [[duomo di Milano]]. Ampliò notevolmente i palazzi imperiali, che (come di consuetudine) davano direttamente sul circo. Fece costruire delle [[Mura (architettura)|mura]] poderose, dotate di [[torre|torri]] a 24 lati, per uno sviluppo di circa 4,5 km. Da segnalare anche le [[terme Erculee]], in un'area a est delle città, area ampliata dalle nuove mura e destinata evidentemente ad altri importanti interventi edilizi. Massimiano operò altre costruzioni di enormi proporzioni anche ad [[Aquileia]], al punto da farla apparire come una sorta di seconda capitale.
 
A Roma si occupò dell'edificazione delle [[Terme di Diocleziano]].
 
Nel [[303]] fu emanato un editto che diede il via ad una [[Persecuzione di Diocleziano|persecuzione contro i cristiani]], che però in Occidente ebbe scarso seguito anche a causa della perenne situazione di tensione sul ''limes'' causata dalle popolazioni barbariche, che costrinse sia Cloro sia Massimiano a impiegare molte risorse ed energie nel contenimento del problema.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=[[Sergio Donadoni]]|titolo=Tebe|editore=Electa|città=Milano|anno=1999|isbn=88-435-6209-6|cid=Donadoni 1999}}
;Fonti primarie
* {{cita libro|autore=[[Mario Tosi (egittologo)|Mario Tosi]]|titolo=Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto - 2 voll.-|editore=Ananke|città=Torino|anno=2005|isbn=88-7325-115-3|cid=Tosi 2005}}
* ''[[Epitome de Caesaribus]]''
* {{cita libro|autore=[[Bernard Bruyere]]|titolo=Les fouilles de Dei el-Médineh (1923-1924)|lingua= francese |editore=Institut Francais d'Archeologie Oriental|città=il Cairo|anno=1925|isbn=|cid=Bruyere 1925}}
* ''[[Origo Constantini]]''
* {{cita libro|autore=[[Alexander Henry Rhind]]|titolo=Thebes, its Tombs and their tenants|lingua= inglese |editore=Longman, Green, Longman & Roberts|città=Londra|anno=1862|isbn=|cid=Rhind 1862}}
* ''[[Panegyrici latini]]''
* {{Cita libro |cognome= Reeves |nome= Nicholas |cognome2 = De Luca |nome2= Araldo |wkautore2=|titolo= Valley of the Kings |lingua= inglese |editore= Friedman/Fairfax |città= |anno= 2001 |isbn= 978-1-58663-295-3 |cid=Reeves e De Luca 2001}}
* [[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]], ''Liber de Caesaribus''
* {{Cita libro |cognome= Reeves |nome= Nicholas |cognome2 = Wilkinson |nome2= Richard |wkautore2= Richard Wilkinson (egittologo) |titolo= The complete Valley of the Kings |lingua= inglese |editore= Thames & Hudson |città= New York |anno= 2000 |isbn= 0-500-05080-5 |cid=Reeves & Wilkinson 2000}}
* [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]], ''[[De mortibus persecutorum]]''
* {{Cita libro |cognome= Gardiner |nome= Alan |wkautore1= Alan Gardiner|cognome2 = Weigall |nome2= Arthur E.P. |wkautore2= Arthur Weigall|titolo= Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes |lingua= inglese |editore= Bernard Quaritch|città= Londra |anno= 1913 |isbn=|cid=Gardiner e Weigall 1913}}
* [[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]''
* {{cita libro|autore=[[Donald Redford]]|titolo=The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt|lingua= inglese |editore=[[Università di Oxford|Oxford University]] Press|città=[[Oxford]]|anno=2001|isbn=978-0-19-513823-8|cid=Redford 2001}}
* [[Filostorgio]], ''[[Storia ecclesiastica (Filostorgio)|Historia ecclesiastica]]''
* {{cita libro|autore=[[John Gardner Wilkinson]]|titolo=Manners and Customs of the Ancient Egyptians|lingua= inglese |editore=John Murray|città=Londra|anno=1837|isbn=|cid=Wilkinson 1837}}
* [[Girolamo]], ''Cronaca''
* {{Cita libro |cognome= Porter|nome= Bertha|wkautore1=Bertha Porter|cognome2 = Moss|nome2= Rosalind L.B. |wkautore2=Rosalind Moss|titolo= Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings. Vol. 1 |lingua= inglese |editore= Oxford at the Clarendon Press |città=Oxford |anno= 1927 |isbn= |cid=Porter e Moss 1927}}
* {{Cita libro |cognome= O'Connor|nome= David|wkautore1=David O'Connor|cognome2 = Cline|nome2= Eric H.|wkautore2=Eric H. Cline|titolo= Thutmose III: A New Biography|lingua= inglese |editore= [[Università del Michigan|University of Michigan]] Press |città=[[Ann Arbor]] ([[Michigan]]) |anno= 2006 |isbn=978-0472114672|cid=O'Connor e Cline 2006}}
* {{cita libro|autore=[[William J. Murnane]]|titolo=Texts from the Amarna Period in Egypt|lingua= inglese |editore=Society of Biblical Literature|città=[[New York]]|anno=1995|isbn=1-55540-966-0|cid=Murname 1995}}
* {{cita libro|autore=[[Lyla Pinch Brock]]|titolo=The Tomb of Userhat in The Tombs and the Funerary Temples of Thebes West, pp. 414-417|lingua= inglese |editore=American University in Cairo Press|città=il Cairo|anno=2001|isbn=|cid=Brock 2001}}
* {{cita libro|autore=[[Norman de Garis Davies]]|titolo=Two Ramesside Tombs at Thebes, pp. 3-30|lingua= inglese |editore=|città=New York|anno=1927|isbn=|cid=Davies 1927}}
* {{cita libro|autore=[[Norman de Garis Davies]]|titolo=The Tomb of Nakht at Thebes|lingua= inglese |editore=Metropolitan Museum of Art|città=New York|anno=1917|isbn=|cid=Davies 1917}}
* {{cita libro|autore=[[Jiro Kondo]]|titolo= The Re-use of the Private Tombs on the Western Bank of Thebes and Its Chronological Problem: The Cases of the Tomb of Hnsw (no. 31) and the Tomb of Wsr-h3t (no. 51), in Orient n.ro 32, pp. 50-68|lingua= inglese |editore=|città=|anno=1927|isbn=|cid=Kondo 1997}}
* {{cita libro|autore=[[Kent R. Weeks]]|titolo= The Treasures of Luxor and the Valley of the Kings, pp. 478-483|lingua= inglese |editore=American University in Cairo Press|città=il Cairo|anno=2005|isbn=|cid=Weeks 2005}}
 
== Voci correlate ==
;Fonti secondarie
* [[Storia dell'Antico Egitto]]
* Barnes, Timothy. ''Constantine and Eusebius''. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1981. ISBN 978-0-674-16531-1
* [[Necropoli di Tebe]]
* Barnes, Timothy. ''The New Empire of Diocletian and Constantine''. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1982. ISBN 0-7837-2221-4
* [[Tombe dei Nobili]]
* Bowman, Alan K. "Diocletian and the First Tetrarchy." In ''The Cambridge Ancient History, Volume XII: The Crisis of Empire'', Alan Bowman, Averil Cameron, e Peter Garnsey ed., 67–89. Cambridge University Press, 2005. ISBN 0-521-30199-8
* [[Valle dei Re]]
* Corcoran, Simon. ''The Empire of the Tetrarchs: Imperial Pronouncements and Government, AD 284–324''. Oxford: Clarendon Press, 1996. ISBN 0-19-815304-X
* Corcoran, Simon. "Before Constantine." In ''The Cambridge Companion to the Age of Constantine'', Noel Lenski ed., 35–58. New York: Cambridge University Press, 2006. Hardcover ISBN 0-521-81838-9 Paperback ISBN 0-521-52157-2
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* Lenski, Noel. "The Reign of Constantine", in ''The Cambridge Companion to the Age of Constantine'', Noel Lenski ed., 59–90. New York: Cambridge University Press, 2006. Hardcover ISBN 0-521-81838-9 Paperback ISBN 0-521-52157-2
* Liebeschuetz, J. H. W. G. ''Continuity and Change in Roman Religion''. Oxford: Oxford University Press, 1979. ISBN 0-19-814822-4.
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* Potter, David S. ''The Roman Empire at Bay: AD 180–395''. New York: Routledge, 2005. Hardcover ISBN 0-415-10057-7 Paperback ISBN 0-415-10058-5
* Rees, Roger. ''Layers of Loyalty in Latin Panegyric: AD 289–307''. New York: Oxford University Press, 2002. ISBN 0-19-924918-0
* Rees, Roger. ''Diocletian and the Tetrarchy''. Edinburgh: Edinburgh University Press, 2004. ISBN 0-7486-1661-6
* Southern, Pat. ''The Roman Empire from Severus to Constantine''. New York: Routledge, 2001. ISBN 0-415-23944-3
* Williams, Stephen. ''Diocletian and the Roman Recovery''. New York: Routledge, 1997. ISBN 0-415-91827-8
 
;Romanzi
* Massimiano è uno dei personaggi del romanzo ''[[Fabiola o la Chiesa delle catacombe]]'', di [[Nicholas Wiseman]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Marcus Aurelius Valerius Maximianus Herculius}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.wildwinds.com/coins/ric/maximianus/i.html Monetazione di Massimiano], dal sito wildwinds.com
 
{{S-inizio}}
{{S-prima|prima=[[Diocleziano]]}}
{{S-titolo|titolo=[[Imperatori romani|Imperatore romano]] |anni=[[286]]-[[305]] |reggente1=[[Diocleziano]]}}
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