Alfonso V d'Aragona e Giro di Romagna 1989: differenze tra le pagine

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{{s|competizioni ciclistiche}}
{{Casa di Trastamara}}
{{Gara ciclistica
{{Aragona di Napoli (1441-1503)}}
|Nazione = ITA
{{Bio
|Nome gara = Alfonso[[Giro di Romagna]]
|Gara_Tot = 64
|Cognome = di Trastamare
|Immagine =
|ForzaOrdinamento = Alfonso 05 di Aragona
|Didascalia =
|PostCognomeVirgola = detto '''Alfonso il magnanimo''', in [[Lingua catalana|catalano]] ''Alfons el Magnànim'', in [[castigliano]] ''Alfonso V de Trastámara, llamado el Magnánimo''
|GiornoPartenza = 23 settembre
|ForzaOrdinamento = Alfonso 05 d'Aragona
|SessoAnno = M1989
|Partenza = [[Lugo (Italia)|Lugo]]
|LuogoNascita = Medina del Campo
|Arrivo = [[Lugo (Italia)|Lugo]]
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascitaPercorso_km = 1396234
|Tempo = 6h04'12"/6h14'53"
|LuogoMorte = Napoli
|Media_kmh = 41,721/37,452
|GiornoMeseMorte = 27 giugno
|AnnoMorteValidità = 14581.3
|Primo = [[Maximilian Sciandri]]
|Categorie = [[Categoria:Conti di Barcellona]][[Categoria:Re di Aragona]][[Categoria:Re di Valencia]][[Categoria:Re di Maiorca]][[Categoria:Re di Sardegna]][[Categoria:Re di Napoli]][[Categoria:Re di Sicilia]]
|Primo_Nazione = ITA
|FineIncipit = re '''Alfonso V''' di [[Aragona]], '''Alfonso III''' di [[Valencia]], '''Alfonso II''' di [[Sardegna]], '''Alfonso''' I di [[Maiorca]] e di [[Sicilia]], re titolare di [[Corsica]], [[Conte]] '''Alfonso IV''' di [[Barcellona]] e delle contee catalane dal [[1416]] al [[1458]] e re '''Alfonso I''' di [[Napoli]] dal [[1442]] al [[1458]]
|Secondo = [[Giuseppe Saronni]]
|Secondo_Nazione= ITA
|Terzo = [[Rolf Sørensen]]
|Terzo_Nazione = DNK
|Precedente = [[Giro di Romagna 1988]]
|Successiva = [[Giro di Romagna 1990]]
}}
Il '''[[Giro di Romagna]] 1989''', sessantaquattresima edizione della corsa, si svolse il 23 settembre [[1989]] su un percorso di 234 km. La vittoria fu appannaggio dell'italiano [[Maximilian Sciandri]], che completò il percorso in 6h04'12" (''oppure in 6h14'53"''), precedendo il connazionale [[Giuseppe Saronni]] e il danese [[Rolf Sørensen]].
 
== Ordine d'arrivo (Top 10) ==
Alfonso rappresentava la vecchia stirpe dei conti di Barcellona per discendenza materna, mentre, da parte di padre, discendeva dal casato di [[Trastamara]], una discendenza illegittima dei reali di [[Castiglia]]. Per diritto ereditario era anche re di [[Sicilia]] e [[Sardegna]] (che contese la alla Repubblica di [[Genova]]) e conquistò il [[Regno di Napoli]]. Combatté e trionfò mentre ci fu quel grande sviluppo di individualità che accompagnò la rinascita del sapere e la nascita del mondo moderno.
{|class="wikitable" style="font-size:95%;"
|-
==Origini familiari==
!{{Abbr|Pos.|Posizione}}
!Corridore
!Squadra
!Tempo
|-
|align=center|1
|{{bandiera|ITA}} '''[[Maximilian Sciandri]]'''||'''[[Titanbonifica-Benotto-Sidermec]]'''||align=center|'''6h04'12"/6h14'53"'''
|-
|align=center|2
|{{bandiera|ITA}} [[Giuseppe Saronni]]||[[Malvor-Sidi]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|3
|{{bandiera|DNK}} [[Rolf Sørensen]]||[[Ariostea (ciclismo)|Ariostea]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|4
|{{bandiera|ITA}} [[Fabiano Fontanelli]]||[[Selca-Conti-Ciclolinea]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|5
|{{bandiera|ITA}} [[Roberto Pelliconi]]||[[Polli-Mobiexpert]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|6
|{{bandiera|ITA}} [[Maurizio Fondriest]]||[[Del Tongo-MG Boys Maglificio|Del Tongo-Mele Val di Non]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|7
|{{bandiera|ITA}} [[Davide Cassani]]||[[Gewiss-Bianchi]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|8
|{{bandiera|ITA}} [[Pierino Gavazzi]]||[[Polli-Mobiexpert]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|9
|{{bandiera|ITA}} [[Marco Vitali]]||[[Atala-Campagnolo]]||align=center|s.t.
|-
|align=center|10
|{{bandiera|ITA}} [[Enrico Galleschi]]||[[Pepsi Cola-Alba Cucine]]||align=center|s.t.
|}
 
== Collegamenti esterni ==
Figlio primogenito del principe di [[regno di Castiglia|Castiglia]] e [[regno di León|León]], e futuro re della [[corona d'Aragona]] e di [[Sicilia]], [[Ferdinando I di Aragona|Ferdinando]] (figlio secondogenito di [[Giovanni I di Castiglia|Giovanni I]] e della sua prima moglie Eleonora di Aragona, figlia del re della [[corona d'Aragona]] [[Pietro IV di Aragona|Pietro il Cerimonioso]] e della sua terza moglie [[Eleonora di Sicilia]], figlia del re [[Pietro II di Sicilia]]) e di [[Eleonora d'Alburquerque]] ([[1374]] - [[1435]]), figlia dell'[[infante]] Sancho di Castiglia, Conte di [[Alburquerque]] (figlio del re [[Alfonso XI di Castiglia]] e della sua amante, [[Eleonora di Guzmán]] e fratello del re [[Enrico II di Castiglia]] e fratellastro di [[Pietro I di Castiglia|Pietro I il Crudele]]) e di Beatrice del Portogallo (figlia del re del [[Portogallo]], [[Pietro I del Portogallo|Pietro I il Giustiziere]] e della sua amante e poi moglie segreta [[Inés de Castro]]).
* {{museodelciclismocorse|1552}}
* {{cita web|url=https://www.cyclebase.nl/?lang=en&page=results&yr=1989&id=1136&nr=1|titolo=La corsa su ''Cyclebase.nl''}}
* {{cita web|url=https://www.procyclingstats.com/race/giro-di-romagna/1989|titolo=La corsa su ''ProCyclingStats.com''}}
* {{cita web|url=https://www.cyclingranking.com/races/1989/83/giro-di-romagna|titolo=La corsa su ''CyclingRanking.com''}}
 
{{Giro di Romagna}}
== Biografia ==
{{Portale|ciclismo}}
[[Immagine:Alfons Da Fiesole Louvre RF1611.jpg|200px|left|thumb|[[Mino da Fiesole]], ''Ritratto di Alfonso V d'Aragona'', [[Parigi]], [[Louvre]]]]
 
[[Categoria:Ciclismo nel 1989]]
Nel [[1406]], suo padre, Ferdinando (detto anche ''Ferdinando di Antequera''), divenne reggente del regno di Castiglia per conto del nipote, [[Giovanni II di Castiglia|Giovanni II]]), minorenne (come da espressa volontà del defunto re padre di Giovanni II, [[Enrico III di Castiglia|Enrico III l'Infermo]], fratello di Ferdinando).
[[Categoria:Giro di Romagna]]
 
Nel [[1408]], gli fu promessa in sposa la sorella di [[Giovanni II di Castiglia]], [[Maria di Castiglia (regina d'Aragona)|Maria di Castiglia]] ([[1401]]-[[1458]], figlia del re di [[regno di Castiglia|Castiglia]] e [[regno di León|León]], [[Enrico III di Castiglia|Enrico III]] (figlio del re di Castiglia e León [[Giovanni I di Castiglia|Giovanni I]] e di Eleonora d'Aragona ([[1358]]-[[1382]])) e di [[Caterina di Láncaster]], figlia del duca di [[Casato dei Lancaster|Lancaster]], [[Giovanni di Gand]] (figlio quartogenito del re d'[[Inghilterra]], [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]] e di [[Filippa di Hainaut]]) e di Costanza di Castiglia (figlia di [[Pietro I di Castiglia|Pietro I il Crudele]] e di [[Maria di Padilla]]).
 
{{Vedi anche|compromesso di Caspe}}
 
Dopo il [[compromesso di Caspe]] ([[1412]]), suo padre, Ferdinando, divenne re della [[corona d'Aragona]].<br>Lasciando la Castiglia per recarsi in Aragona, Ferdinando lasciò i quattro figli maggiori, Alfonso, il maggiore, [[Maria d'Aragona (regina di Castiglia)|Maria]], che, nel [[1408]], era stata promessa in sposa al re Giovanni II, [[Giovanni II di Aragona|Giovanni]] (il futuro re d'[[Aragona]] e di [[Navarra]], Giovanni II), ed [[Enrico di Trastamare (conte di Alburquerque)|Enrico]], Gran Maestro dell'[[Ordine di Santiago]], detti ''gli infanti d'Aragona'', a sostituirlo alla guida della famiglia (Trastamare) reale di Castiglia, i figli maschi facevano parte anche del consiglio della corona di Giovanni II.
 
Alfonso rimase poco in Castiglia, ben presto dovette recarsi in Aragona, perché la salute del padre era malferma e prepararsi a prenderne il posto sul trono d'Aragona, mentre il fratello Giovanni fu inviato in Sicilia, come governatore.
 
Il 12 giugno del [[1415]], nella [[cattedrale]] di [[Valencia]], Alfonso sposò la principessa, Maria di Castiglia.
 
Alla morte del padre, il 2 aprile del [[1416]], Alfonso gli successe in tutti i suoi titoli, divenendo il re della [[corona d'Aragona]] e per prima cosa, vedendo che i Siciliani, per la loro sete di indipendenza, avrebbero voluto eleggere il fratello Giovanni a re di Sicilia lo richiamò a corte e lo inviò in Castiglia ad aiutare il fratello Enrico.
 
Alfonso appoggiò i fratelli, [[Giovanni II di Aragona|Giovanni]] ed [[Enrico di Trastamare (conte di Alburquerque)|Enrico]], nella lotta che continuavano a sostenere contro [[Álvaro de Luna]], il favorito del re di Castiglia, [[Giovanni II di Castiglia|Giovanni II]], per il controllo del governo del regno.
 
Convocò le ''cortes'' solo nel [[1419]], diminuì le spese della corte licenziando tutti i collaboratori che si era portato dalla Castiglia, ricevendo in cambio una donazione di 60.000 fiorini per le campagne militari in [[Mediterraneo]]; ma nel [[1420]], le stesse ''cortes'' riconvocate, dopo aver versato l'anticipo di 40.000 fiorini si opposero a nuove campagne militari in Mediterraneo.<br>Alfonso nello stesso anno partì alla volta della [[Sardegna]].
 
Mentre Alfonso era impegnato nel consolidamento della presenza aragonese in [[Sardegna]] e ed in [[Corsica]], la regina [[Giovanna II di Napoli]], venuta in contrasto col [[papa Martino V]], stava subendo un attacco da parte delle truppe di [[Muzio Attendolo Sforza]], agli ordini del conte di Provenza [[Luigi III d'Angiò]], che il papa aveva nominato re di [[Napoli]] al posto di Giovanna.<br>Giovanna, senza discendenza, nominò suo erede Alfonso, che si appellò al papa aragonese, [[antipapa Benedetto XIII|Benedetto XIII]], che gli diede il suo appoggio.<br>Alfonso, abbandonato l'assedio di [[Bonifacio]], in [[Corsica]], corse a Napoli, dove trovò come alleato [[Braccio da Montone]] con cui difese egregiamente Napoli. Quando lo Sforza lasciò Luigi III, sembrò che la vittoria arridesse ad Alfonso. Ma quando Alfonso, nel maggio del [[1423]] fece arrestare l'amante della regina, il primo ministro, [[Sergianni Caracciolo|Giovanni Caracciolo]], Giovanna II chiamò in aiuto lo Sforza che sconfisse Alfonso nei pressi di [[Castel Capuano]]; il sovrano aragonese si chiuse nel [[Castel Nuovo|Maschio Angioino]] e riuscì, con l'aiuto delle ventidue [[galea|galee]] della flotta aragonese, a resistere e respingere gli assalitori che si dovettero ritirare ad [[Aversa]].<br>Giovanna II allora, ripudiato Alfonso, si riavvicinò a [[Luigi III d'Angiò]] (Luigi divenne il nuovo erede del regno di Napoli) ed al papa, Martino V.
 
Essendo venuto a conoscenza che il duca di [[Milano]], [[Filippo Maria Visconti]], era entrato nella coalizione antiaragonese e avendo ricevuto la notizia che i suoi fratelli Giovanni ed Enrico in Castiglia erano in difficoltà, Alfonso lasciò Napoli e parte del regno nella mani del fratello più giovane, Pietro, e si diresse in Provenza (la contea del suo nemico, Luigi III), distrusse il porto e la città di [[Marsiglia]] e poi fece rotta su [[Barcellona]].<br>La flotta genovese del Visconti conquistò, sempre nel [[1423]], [[Gaeta]], [[Procida]], [[Castellammare]] e [[Sorrento]] e pose l'assedio a Napoli che, assediata da terra dalle truppe di Francesco Sforza (il padre Muzio era morto all'assedio dell'[[Aquila]]) resistette qualche mese e, nell'aprile del [[1424]], si arrese e Pietro rientrò in Sicilia.
 
Sempre nel [[1423]], Alfonso appoggiò il [[conclave]] che continuava lo [[Scisma d'Occidente|scisma]] eleggendo un nuovo papa nella linea "avignonese": il 10 giugno, venne eletto al soglio pontificio il prevosto di [[Valencia]], Egidio Muñoz, col nome di [[antipapa Clemente VIII|Clemente VIII]].
 
Alfonso, rientrato in Aragona riprese a sostenere i fratelli Giovanni ed Enrico, che nel frattempo avevano avuto la meglio sul partito del re di Castiglia capeggiato da Álvaro de Luna (che, nel [[1427]], venne esiliato dalla Castiglia). Due anni dopo, però, nel [[1429]], i fratelli vennero sconfitti ed incarcerati, come punizione per il ''Golpe di Tordesillas'' organizzato da Enrico nel [[1420]].<br>Alfonso allora intervenne militarmente in Castiglia, ottenendo la liberazione dei suoi fratelli che però furono esiliati in Aragona.
[[Immagine:Palazzo Reale di Napoli - Alfonso V d'Aragona.jpg||thumb|left|200px|Statua di Alfonso V all'ingresso del [[Palazzo Reale di Napoli]]]]
 
Nel [[1428]], ebbe una corrispondenza diplomatica con l'imperatore d'Etiopia, Yeshaq I, che nell'ottica di una politica anti-musulmana gli offriva un'alleanza suggellata dal matrimonio di una delle sue figlie col fratello più giovane di Alfonso, Pietro, purché Pietro giungesse in Etiopia accompagnato da un cospicuo numero di artigiani. I primi artigiani che furono inviati, tuttavia, perirono lungo il tragitto (nel [[1450]] Alfonso riprese la corrispondenza col successore di Yeshaq I, Zara Yaqob, confermando che avrebbe inviato gli artigiani solo se aveva la garanzia che fossero protetti durante il viaggio).
[[Immagine:Alfonso-V-el-Magnanimo.jpg|thumb|200px|right|Alfonso il Magnanimo]]
Nel [[1432]], Giovanni Caracciolo era stato ucciso in una congiura, e Alfonso, inutilmente, chiese alla regina Giovanna II di Napoli di reintegrarlo come erede del regno di Napoli.
 
Condusse due spedizioni contro i musulmani. una contro l'isola di [[Djerba]] ([[1432]]) ed una contro [[Tripoli]] ([[1434]]).
 
Nel [[1434]], il duca di Calabria, l'erede di Giovanna II, Luigi III d'Angiò, morì e Giovanna nominò erede il fratello di Luigi, [[Renato d'Angiò]], ma quando la regina Giovanna, nel febbraio del [[1435]], morì, il [[papa Eugenio IV]], signore feudale del regno di Napoli, non diede il suo gradimento e Alfonso, accompagnato dai fratelli Giovanni ed Enrico, a cui si unì anche Pietro, tornò nel Napoletano, occupò [[Capua]] e pose l'assedio a [[Gaeta]]; poi la flotta aragonese affrontò la flotta genovese che, per conto del Visconti, andava a portare vettovaglie agli assediati di Gaeta, ma Alfonso il Magnanimo ed i suoi fratelli, alla battaglia di Ponza, furono sconfitti e fatti prigionieri dai [[Genova|Genovesi]] (solo Pietro riuscì a fuggire con due galee. La loro madre [[Eleonora d'Alburquerque|Eleonora]], morì per il dolore, poco dopo aver ricevuto la notizia della cattura dei suoi tre figli).
 
{{Vedi anche|Assedio di Gaeta e battaglia di Ponza (1435)}}
Catturato dal genovese [[Biagio Assereto]] nella [[Assedio di Gaeta e battaglia di Ponza (1435)|battaglia di Ponza]], Alfonso fu consegnato al Visconti, per conto del quale la flotta genovese si era recata a Gaeta; fu imprigionato da [[Visconti|Filippo Maria Visconti]], duca di [[Milano]], nel [[1435]], e finalmente quando ottenne di essere ricevuto dal duca, Alfonso riuscì a persuadere il suo rapitore a lasciarlo andare libero senza il pagamento di alcun riscatto e convincendolo che era interesse di Milano non impedire la vittoria della parte aragonese a Napoli, riconoscendolo già re di Napoli.
 
Alfonso col fratello Pietro, nel [[1336]], rioccupò [[Capua]] e si impossessò di [[Gaeta]], mentre i fratelli Giovanni ed Enrico rientravano in [[Aragona]]. Attaccato dall'esercito pontificio riuscì a contenere l'avanzata delle truppe del papa nel regno di Napoli, corrompendo il suo comandante, il cardinale [[Giovanni Vitelleschi]]. <br>Nel [[1438]] tentò di mettere l'assedio a Napoli dove risiedeva Renato d'Angiò, ma fallì ed il fratello Pietro perse la vita.<br>Dal [[1440]], dopo che nel dicembre del 1439 era morto il comandante delle truppe angioine, Jacopo Caldora, le sorti della guerra volsero a favore di Alfonso, che occupò [[Aversa]], [[Salerno]], [[Benevento]], [[Manfredonia]] e [[Bitonto]], praticamente riducendo Renato al solo [[Abruzzo]] ed a [[Napoli]]; il papa inviò un contingente di 10.000 uomini in aiuto a Renato, ma il comandante si fece corrompere da Alfonso.<br>Il 10 novembre [[1441]] Alfonso mise sotto assedio Napoli, che cadde il 2 giugno del [[1442]], dopo che Renato d'Angiò aveva abbandonato la città. In pochi mesi Alfonso portò a termine la conquista di tutto il regno e il 26 febbraio del [[1443]] fece il suo ingresso trionfale in Napoli.
[[Immagine:Imperi de la Corona d'Aragó.png|thumb|300px|Cartina della [[Corona d'Aragona]] nel 1443.]]
Dopo aver conquistato Napoli nel [[1442]], Alfonso governò appoggiandosi non solo ai suoi fedeli "milites", come i [[Cossines]] che lo avevano seguito dalla Spagna, ma anche a soldati mercenari. Dal 1443 risiedette permanentemente a Napoli e non rientrò più in Aragona, nonostante le sollecitazioni della moglie Maria, che continuava a governare i suoi possedimenti spagnoli coadiuvata da [[Giovanni II di Aragona|Giovanni]], fratello d'Alfonso.
 
Nel [[1445]], dopo che suo fratello Enrico era morto a seguito di una ferita ricevuta nella seconda battaglia di [[Olmedo]], Alfonso riprese la guerra al regno di Castiglia, guerra che terminò solo alla morte del cognato del re di Napoli, Giovanni II re di Castiglia.<br>Nel [[1446]] Alfonso portò a termine l'occupazione della Sardegna.
 
Nel [[1447]] alcuni ambasciatori [[Francia|francesi]] erano stati mandati a [[Barcellona]] per reclamare il pagamento della dote che l'infanta [[Iolanda di Aragona]], più di quarant'anni prima, aveva promesso alla figlia, [[Maria d'Angiò]], che in quel momento era divenuta regina consorte di Francia. Poiché i francesi non ebbero alcuna soddisfazione da [[Maria di Castiglia (regina d'Aragona)|Maria di Castiglia]], moglie e luogotenente di Alfonso, durante il viaggio di rientro in Francia occuparono la città di [[Perpignano]], come pegno.<br>Sempre nel 1447 Alfonso fu nominato erede del ducato di Milano da Filippo Maria Visconti, e prontamente le sue truppe occuparono il castello, ma alla nascita della [[Repubblica Ambrosiana]] le sue truppe furono cacciate da Milano e Alfonso rinunciò ad ogni pretesa, anche se fu poi coinvolto nella guerra di successione ai Visconti.<br>Nel [[1451]] diede aiuto a [[Giorgio Castriota Scanderbeg]], che accettò di divenire suo vassallo. Questo aiuto, in truppe e in denaro, offerto agli [[Albania|albanesi]] era anche un modo per contraccambire l'aiuto ricevuto da questi durante una ribellione di baroni del regno di Napoli.<br>Dal [[1454]] era in guerra contro [[Genova]] e nel [[1458]] pose l'assedio alla città che aveva chiesto la protezione del re di Francia, che aveva mandato come governatore, [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò]], il duca titolare di Calabria, figlio di [[Renato d'Angiò]].
[[Immagine:Carlino Alfonso I.jpg|thumb|150px|[[Carlino (moneta)|Carlino]] di Alfonso il Magnanimo.]]
[[Immagine:Reale Alfonso I.jpg|thumb|150px|Reale di Alfonso il Magnanimo.]]
[[Immagine:Alfonsino oro.jpg|thumb|150px|[[Ducato (moneta)|Ducato]] d'oro di Alfonso il Magnanimo, 1442-1458, detto anche ''alfonsino''.]]
 
Alfonso morì di malaria (contratta durante una battuta di caccia in Puglia), durante l'assedio di Genova, il 27 giugno [[1458]]. Lasciò il Regno di Napoli in eredità al suo figlio illegittimo [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando]] (legittimato da [[papa Eugenio IV]] e nominato duca di [[Calabria]]), mentre tutti gli altri titoli della corona d'Aragona andarono a suo fratello [[Giovanni II di Aragona|Giovanni]].
 
Da vero principe precursore del Rinascimento, egli favorì i letterati, che credeva avrebbero tramandato la sua fama ai posteri. Il suo amore per i classici fu eccezionale, anche per i suoi tempi. Per esempio, i suoi biografi narrano che Alfonso facesse fermare il suo esercito, in segno di rispetto, prima di giungere nella città natale di un autore latino, e che portasse con sé le opere di [[Tito Livio|Livio]] e [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] nelle sue campagne. Il suo panegirista [[Panormita]] racconta, addirittura, che Alfonso guarì da una malattia sentendo leggere alcune pagine della storia di [[Alessandro Magno]] scritta da [[Quinto Curzio Rufo]]. Fondò la prima [[università di Catania|università]] in [[Sicilia]], a [[Catania]].
 
Sebbene non abbia saputo accattivarsi l'animo dei Napoletani, oltre che per il ricorso agli stranieri, soprattutto perché volle abolire il seggio del popolo; d'altra parte si prodigò ad abbellire Napoli profondendo somme immense. Rifece [[Castel Nuovo|Castelnuovo]], danneggiato dalle continue guerre, aggiungendovi un mirabile [[Castel Nuovo, l’arco trionfale|arco di trionfo]] e decorandolo della superba sala del trono (chiamata in seguito ''sala dei baroni'' per la [[Congiura dei baroni|cupa tragedia]] del [[1486]] durante la quale alcuni dei più potenti baroni del regno, attirati con un tranello, vi furono uccisi). Protesse le arti, le industrie, prime fra tutte quelle della [[lana]] e della [[seta]], quest'ultima introdotta nel regno di [[Napoli]]. Convennero alla sua Corte umanisti celebri come il [[Panormita]], [[Lorenzo Valla]], [[Emanuele Crisolora]], e, sotto il suo successore, [[Giovanni Pontano]]. La popolazione di Napoli si accrebbe per continue immigrazioni, non esclusa una numerosa colonia di ebrei respinti dalla Spagna e dalla Sicilia, fino a raggiungere i 100 mila abitanti alla fine del [[XV secolo]].
 
==Discendenza==
 
Alfonso da Maria non ebbe alcun figlio:
*circa 30 anni dei 43 di matrimonio Alfonso li passò in [[Italia]]
 
Alfonso ebbe tre figli naturali dalla sua amante Giraldona Carlino:
 
* [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando]] ([[1423]]-[[1494]]), re di Napoli
* Maria d'Aragona (?-1449)
* Eleonora d'Aragona (?-?)
 
==Bibliografia==
*Guillaume Mollat, ''I papa di Avignone il grande scisma'', in ''Storia del mondo medievale'', vol. VI, 1999, pp. 531-568.
*Rafael Altamira, ''Spagna, 1412-1516'', in ''Storia del mondo medievale'', vol. VII, 1999, pp. 546-575.
*Joseph Calmette, ''Il regno di Carlo VIII e la fine della guerra dei cent'anni in Francia'', in ''Storia del mondo medievale'', vol. VII, 1999, pp. 611-656.
*Edward Armstrong, ''Il papato e Napoli nel XV secolo'', in ''Storia del mondo medievale'', vol. VII, 1999, pp. 696-751.
*Cecilia Mary Ady, ''Firenze e l'Italia settentrionale, 1412-1492'', in ''Storia del mondo medievale'', vol. VII, 1999, pp. 752-791.
*[[Giorgio Sfranze]], ''Paleologo Grandezza e caduta di Bisanzio'', Palermo, Sallerio, 2008, ISBN 88-389-2226-8
 
==Voci correlate==
* [[Compromesso di Caspe]]
* [[Elenco dei monarchi di Napoli e Sicilia]]
* [[Elenco di monarchi d'Aragona]]
* [[Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica]]
* [[Elenco dei conti di Barcellona]]
* [[Elenco di monarchi di Castiglia]]
* [[Assedio di Gaeta e battaglia di Ponza (1435)]]
 
{{Box successione
|precedente=[[Ferdinando I di Aragona|Ferdinando I]]
|carica=Re di [[Elenco di monarchi aragonesi|Aragona]], [[Elenco di monarchi aragonesi|Valencia]],<br>[[Elenco dei monarchi di Napoli e Sicilia|Sicilia]], [[Elenco di monarchi aragonesi|Sardegna]] e [[Elenco dei re di Majorca|Majorca]], <br/>[[Elenco dei conti di Barcellona|conte di Barcellona]]
|periodo=1416-1458
|successivo=[[Giovanni II di Aragona|Giovanni II]] |immagine=Armoiries Aragon Sicile.svg
}}
 
{{Box successione
|precedente=[[Renato I di Napoli|Renato I]]
|carica=[[Elenco dei monarchi di Napoli e Sicilia|Re di Napoli]]
|periodo=1442-1458
|successivo=[[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]]|immagine=Stemma Regno Napoli Alfonso il Magnanimo.png
}}
 
{{Portale|Biografie|Medioevo|Due Sicilie}}
 
[[Categoria:Personalità legate a Napoli]]
[[Categoria:Personalità legate a Catania]]
[[Categoria:Aragonesi (Napoli)]]
 
[[an:Alifonso V d'Aragón]]
[[ca:Alfons el Magnànim]]
[[cs:Alfonso V. Aragonský]]
[[cy:Alfonso V, brenin Aragon]]
[[de:Alfons V. (Aragón)]]
[[en:Alfonso V of Aragon]]
[[es:Alfonso V de Aragón]]
[[fi:Alfonso V (Aragonia)]]
[[fr:Alphonse V d'Aragon]]
[[ja:アルフォンソ5世 (アラゴン王)]]
[[ka:ალფონსო V (არაგონი)]]
[[la:Alphonsus V (rex Aragoniae)]]
[[nl:Alfons V van Aragón]]
[[pl:Alfons V Aragoński]]
[[pt:Afonso V de Aragão]]
[[ru:Альфонсо V (король Арагона)]]
[[zh:阿方索五世 (阿拉贡)]]