Mafia e Letteratura francese: differenze tra le pagine

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La '''letteratura francese''' comprende l'insieme delle opere scritte da autori di [[Francia|nazionalità francese]] e/o di [[lingua francese]].
{{Nota disambigua2|La voce tratta del fenomeno diffuso a livello mondiale. Per la mafia siciliana, vedi '''[[Cosa Nostra]]'''. Per altri significati, vedi '''[[Mafia (disambigua)]]'''.}}
Nella sua prima accezione, tale definizione tende a includere anche le opere letterarie scritte in [[lingue galloromanze]] diverse dal francese, quali l'[[lingua anglo-normanna|anglo-normanno]], il [[gallo (lingua)|gallo]] o il [[lingua piccarda|piccardo]], nell'ambito della produzione poetica e vernacolare del [[Medioevo]]. Nel caso della poesia trobadorica in [[Lingua francoprovenzale|provenzale]], invece, gli studiosi sono propensi a sottolineare la sostanziale autonomia di questa tradizione culturale fiorita nelle regioni del [[Midi (Francia)|Midi]].
[[Immagine:Tommaso Buscetta.jpg|thumb|right|200px|[[Tommaso Buscetta]], mafioso [[pentito]] che collaborò con il giudice [[Giovanni Falcone]].]]
 
La seconda accezione comprende anche tutti quegli scrittori ''di'' lingua francese e ''in'' lingua francese, ma non ''[[Francia|francesi]]'', attivi in [[Europa]] dal Medioevo ai giorni nostri. Personalità illustri come [[Jean-Jacques Rousseau]] ([[Ginevra|ginevrino]]), [[Georges Simenon]] ([[Belgio|belga]]) o [[Samuel Beckett]] ([[Irlanda|irlandese]]) sono tradizionalmente collocati nell'ambito della letteratura francese benché nessuno di loro sia francese. Le ragioni di tale inclusione si spiegano con la tendenza, tipica degli autori vissuti nei territori francofoni confinanti con la [[Francia]], ad assorbire i modelli culturali e le forme letterarie sviluppatesi nell'Esagono. Per quanto riguarda la produzione letteraria dei continenti extra-europei, invece, si preferisce parlare di [[letteratura francofona]] per definire quel vasto panorama di scrittori, generalmente di nazionalità differenti, che utilizzano la lingua francese per descrivere realtà sociali, politiche e culturali peculiari delle loro terre d'origine.
{{Quote|[…] La mafia non è affatto invincibile; è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.|[[Giovanni Falcone]]}}
[[File:Ludwigslied.jpg|thumb|upright=1.4|''Sequenza di Sant'Eulalia'', seguita dall'inizio del ''[[Ludwigslied]]'' per visualizzare meglio il testo [https://web.archive.org/web/20070926235859/http://www.restena.lu/cul/BABEL/I_CANTILENE.JPG Numérisation du parchemin] (Réf. Bibliothèque municipale de Valenciennes 150 (olim 143) fol.141v).]]
La tradizione letteraria francese è una delle più antiche e importanti del mondo occidentale. Si considera che essa abbia avuto origine con le prime testimonianze scritte della lingua, risalenti addirittura al [[IX secolo]] ([[Sequenza di Sant'Eulalia]], 888), e che si sia in seguito sviluppata senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri.
 
Laboratorio di decisiva importanza per la nascita della [[lirica cortese]] nel [[Medioevo]], luogo di codificazione delle regole del [[teatro classico]] durante il Seicento, strumento di propagazione delle idee illuministe durante il [[XVIII secolo]], luogo d'origine del [[romanzo realista]] e della [[Simbolismo|poesia simbolista]] nell'Ottocento, veicolo di nuove forme letterarie per lo sviluppo della prosa novecentesca, la letteratura francese è talvolta accostata alla [[letteratura greca]] e alla [[letteratura latina]] in ragione della sua forte tradizione normativa, promossa soprattutto dall'[[Académie française]].
'''''Mafia''''' è un termine diffuso con cui ci si riferisce ad una particolare tipologia di [[organizzazione criminale|organizzazioni criminali]].
 
I [[generi letterari|generi]] più importanti in cui si articola la letteratura francese sono il [[teatro]], la [[poesia]], la [[prosa]] [[narrativa]] e l'[[autobiografia]]. Alcuni tra i suoi rappresentanti più noti sono [[Jean Bodel]], [[Chrétien de Troyes]], [[François Villon]], [[François Rabelais]], [[Pierre Corneille]], [[Molière]], [[Jean Racine]], [[Voltaire]], [[Honoré de Balzac]], [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]], [[Stendhal]], [[Victor Hugo]], [[Gustave Flaubert]], [[Charles Baudelaire]], [[Émile Zola]], [[Marcel Proust]], [[Guillaume Apollinaire]], [[Louis-Ferdinand Céline]], [[Jacques Prévert]], [[Jean-Paul Sartre]], [[Albert Camus]] e [[Marguerite Yourcenar]].
Il termine ''mafia'' venne inizialmente utilizzato per indicare una organizzazione criminale originaria della [[Sicilia]], più precisamente definita come ''[[Cosa nostra]]''.
 
== Il Medioevo ==
==Origine del termine==
{{Vedi anche|Letteratura medievale francese}}
L'effettiva origine del lemma è ancora oscura. La prima volta che compare ufficialmente accostato al senso tutt'ora in uso di ''organizzazione malavitosa'' o ''malavita organizzata'' è in un rapporto del capo procuratore di Palermo nel [[1865]], [[Filippo Antonio Gualterio (senatore)|Filippo Antonio Gualterio]].
 
=== La nascita della lingua francese (V - X secolo) ===
Una precedente apparizione in Sicilia si ha due anni prima, nel [[1863]], nell'opera teatrale ''[[I mafiusi de la Vicaria]]'', ambientata nel carcere della Vicaria di [[Palermo]] e scritta da [[Giuseppe Rizzotto]] e [[Gaetano Mosca (drammaturgo)|Gaetano Mosca]]. Da questa rappresentazione si dovrebbe la diffusione di termini quali ''mafia'', ''[[omertà]]'' e ''[[Pizzo (mafia)|pizzo]]'' in [[Italia]]. La presenza di tale vocabolo quindi sarebbe precedente al 1865 e difatti, secondo il [[Giuseppe Pitrè|Pitrè]]<ref>[[Giuseppe Pitrè|G. Pitrè]], ''Usi e costumi credenze e pregiudizi del popolo siciliano'', Palermo 1889</ref> il termine ''mafiusu'' indicava una persona, un oggetto o un ambiente "di spicco" ''e nell'insieme abbia un non so che di superiore ed elevato'' (...) ''Una casetta di popolani ben messa, pulita, ordinata, e che piaccia, è una casa mafiusedda'' e solo dopo l'inchiesta del procuratore [[Palermo|palermitano]] ''è obbligata a rappresentare cose cattive''. Tuttavia il Pitré non ne chiarifica la sua origine.
La famiglia delle [[lingue galloromanze]] si sviluppò nel territorio dell'antica [[Gallia]] durante i primi secoli del [[Medioevo]], in seguito a un lento processo di evoluzione del [[latino volgare]] parlato dalla maggioranza della popolazione. Il collasso dell'[[Impero romano]] e l'invasione di diverse ondate di popoli germanici contribuirono alla differenziazione di una serie di idiomi locali, che gli studiosi classificano come facenti parti di tre grandi famiglie linguistiche: la [[lingua d'oïl]], parlata a nord della [[Loira]], la [[lingua d'oc]] diffusa nella regione del [[Midi (Francia)|Midi]] e infine il [[francoprovenzale]].
[[File:Sacramenta Argentariae (pars longa).png|thumb|Il testo del ''Giuramento di Strasburgo''.]]
Le lingue romanze sviluppatesi in [[Francia]] avevano ereditato la complessa struttura morfosintattica della [[lingua latina]], pur semplificata in alcune delle sue caratteristiche peculiari (assenza dei casi, che tuttavia continuarono a esistere per un certo periodo di tempo nell'[[antico francese]] grazie alla presenza di una declinazione bicasuale attestata anche nella [[Chanson de Roland]]). L'influenza delle [[lingue germaniche]] parlate dagli invasori [[Franchi]] non mancò tuttavia di farsi sentire con la precoce apparizione di alcune locuzioni sintattiche, quali l'uso del pronome impersonale ''on'' in sostituzione della terza persona singolare, comuni al francese e all'odierno tedesco. Per quanto concerne il lessico, la gran parte delle parole attualmente in uso deriva dal [[latino volgare]], ma il francese ha ereditato dall'antico [[Lingua francone|francone]] numerosi lemmi relativi alla semantica della guerra (''guerre'', ''gagner'', ''blesser'', ''épée'', ''hache''), dell'amministrazione territoriale (''fief'', ''bailli'', ''taille'', ''griffier'') e della vita comune (''blanc'', ''azur'', ''griffe'', ''jambe''). Quanto alla [[lingua gallica]], essa ha trasmesso pochissime parole al francese moderno (non più di duecento lemmi, tra le quali ''chemise'', ''baiser'', ''tonneau'', ''grève'', ''cervoise''), ma ha giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione [[fonetica]] del francese, che, diversamente dalle altre lingue neolatine, presenta un basso livello di [[trasparenza fonologica]]. Tra i principali fenomeni fonetici della lingua francese, basterà ricordare la ''[[liaison]]'', l'uso delle lettere nasali e delle vocali turbate.
 
Gli studiosi considerano comunemente il testo del ''[[Giuramento di Strasburgo]]'' (''Serments de Strasbourg'') (842) come la prima testimonianza scritta della [[lingua francese]]. Al di là dell'importante valore storico che questo documento riveste per la nascita della [[Francia]] in epoca medievale, il ''Giuramento'' permette di individuare con sicurezza la presenza di una divaricazione tra la ''rustica romana lingua'' parlata dalla maggior parte della popolazione (con la quale i soldati di [[Carlo il Calvo]] pronunciano la loro parte di giuramento) e la lingua latina, allora appannaggio di pochi chierici e sapienti. Il testo con cui tradizionalmente si ritiene abbia avuto origine la letteratura francese è la ''[[Sequenza di Sant'Eulalia]]'' (''Séquence de sainte Eulalie'') (888), una poesia di 29 endecasillabi in cui si rievoca il martirio della santa. Tra il IX e il X secolo, infatti, all'interno degli scriptoria dei monasteri, si assiste alla nascita di un'importante produzione poetica d'argomento religioso che non mancherà di avere un ruolo determinante nello sviluppo delle ''[[Canzone di gesta|Chansons de Geste]]''. Tra i testi letterari più importanti di questo periodo si può annoverare una ''Passion du Christ'', che risale alla fine del IX secolo.
Il termine lo si è quindi voluto associare - spesso forzatamente e senza chiari riscontri - con un qualche vocabolo di origine araba, a causa della sua radice non facilmente accostabile a termini di origine invece latina o greca. Tale accostamento alla [[lingua araba]] lo si sarebbe giustificato, soprattutto nella storiografia degli [[Anni 1990|anni novanta]], con la presenza in Sicilia nel corso del [[X secolo]] della componente [[islam]]ica. Questo ovviamente presupponendo un'ipotetica origine siciliana delle principali organizzazioni di questo tipo. Così secondo Diego Gambetta il vocabolo originario potrebbe provenire dall'arabo مهياص (''mahyas'' = spavalderia, vanto aggressivo)<ref>Diego Gambetta, ''[http://books.google.it/books?id=y3bv3tqWftYC The Sicilian Mafia: the business of private protection]'', Harvard University Press, [[1996]], p. 136.</ref> o, come propone il Lo Monaco, مرفوض (''marfud'' = reietto)<ref>Claudio Lo Monaco, ''A proposito della etimologia di mafia e mafioso'', in LN, Livorno 1990, 1-8.</ref> da cui proverrebbe il termine ''mafiusu'', che nel [[XIX secolo]] indicava una persona arrogante, prepotente, ma anche intrepida e fiera<ref>Bisognerebbe quindi ammetterne la presenza nei documenti islamici relativi alla Sicilia pervenutici e raccolti fin qui, tuttavia i vocaboli esposti non appaiono mai menzionati: cfr. ad es. [[Michele Amari]], ''[[Biblioteca Arabo-Sicula]]- testi e traduzioni.'' 1857-1887.</ref>.
 
=== L'epica delle ''Chansons de Geste'' (1080-1170) ===
Tuttavia tale origine è messa in discussione dal fatto che non è dimostrato, né attestato l'uso del vocabolo in questione prima della seconda metà del [[XIX secolo]], lasciando quindi 8 secoli di silenzio. In merito a ciò ricordiamo quanto scritto già nel [[1853]] da [[Vincenzo Mortillaro]] nel suo '' Nuovo dizionario siciliano-italiano''<ref>Vincenzo Mortillaro, ''Nuovo dizionario siciliano-italiano'', Tipografia del Giornale letterario, Palermo 1853</ref> per ''Mafia'': ''Voce piemontese introdotta nel resto d'Italia ch'equivale a camorra''. Nel [[1959]], quando il fenomeno era ormai diffuso e aveva già subìto l'evoluzione storica della [[Seconda Guerra Mondiale]], [[Domenico Novacco]]<ref>D. Novacco, ''Considerazioni sulla fortuna del termine "mafia"'', in "Belfagor", 1959, n. 14.</ref> invitava ad una lettura critica del passo di Mortillaro, in quanto a suo dire ''la "boutade" del Mortillaro (...) era emessa nel solco d’un filo autonomistico siciliano antiunitario che dava ai sabaudi il demerito d’aver introdotto nella immacolata isola cattive tradizioni e tendenze paraispaniche''<ref>Tuttavia le considerazioni del Novacco appaiono poste fuori da una considerazione cronologica corretta, dacché nell'anno in cui egli vorrebbe il filo autonomistico antiunitario e in particolare antisabaudo i siciliani erano usciti da poco tempo dai [[Rivoluzione indipendentista siciliana del 1848|moti del '48]] e dalla breve vita dello stato indipendente di Sicilia tra il [[1848]] e il [[1849]]. A seguito del bombardamento della città di [[Messina]], fatto che vide l'adozione del soprannome di ''re Bomba'' a [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], nei siciliani si instillò un sentimento di rancore nei confronti della dinastia borbonica, che semmai agevolò le simpatie nei confronti del progetto unitario sabaudo, considerata la grande affluenza nell'esercito [[Giuseppe Garibaldi|garibaldino]] di giovani isolani. Le spinte autonomistiche antisabaude appaiono più propriamente posteriori alla conquista del [[Mezzogiorno d'Italia|Mezzogiorno]] da parte delle truppe garibaldine e in particolare solo a seguito del [[1866]], a partire dalla cosiddetta ''[[rivolta del sette e mezzo]]''.</ref>.
La poesia in [[lingua francese]] conobbe una prima fioritura tra l'inizio dell'XI e il [[XII secolo]]. In questo periodo, il [[genere letterario]] del [[poema epico]] si impose come il più adatto per la celebrazione di un sistema di valori al tempo stesso religioso e militare, cristiano e cavalleresco.
Nel 987, infatti, [[Ugo Capeto]], [[conte di Parigi]], divenne re di Francia dopo un periodo di forte appannamento del potere centrale, aggravatosi durante gli ultimi decenni del dominio carolingio. Sotto la nuova dinastia dei [[capetingi]], la [[monarchia francese]] cominciò dunque a intraprendere un processo di rafforzamento del proprio controllo sul territorio, cosa che favorì l'esaltazione della figura del sovrano come padre del popolo, buon amministratore della giustizia, difensore della fede e garante dell'ordine. Il ritratto di [[Carlo Magno]] che viene tratteggiato all'interno della ''[[Chanson de Roland]]'' non potrebbe a questo proposito essere più eloquente.
 
==== La ''Chanson de Roland'' ====
In effetti non mancano teorie in merito all'introduzione del vocabolo nell'Isola ricondotta all'unificazione del "Regno d'Italia" e alla missione segreta di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] in [[Sicilia]] avvenuta l'anno prima ([[1860]]) dell'[[Unità d'Italia]]. Secondo una delle ipotesi, espressa da Charles Heckethorn<ref>Charles W. Heckethorn, ''Secret Societies of All Ages and Countries'', London, G. Redway, 1897</ref>, ripresa poi dall'economista e sociologo Giuseppe Palomba, il termine «<small>MAFIA</small>» non sarebbe altro che l'[[acronimo]] delle parole: «''Mazzini Autorizza Furti Incendi Avvelenamenti''». Fino a che punto sia fondato questo studio, rimane però da considerare il significato antropologico non privo di valore riguardo a un'organizzazione segreta a specchi capovolti che sarebbe nata nell'[[Sicilia|isola]] con finalità più o meno [[carboneria|carbonare]]<ref>Cfr. G. Palomba, ''Sociologia dello sviluppo - L'unificazione del Regno d'Italia'', Giannini, Napoli, 1962, pp. 203-204</ref>. Sempre con un acronimo il giornalista [[Selwyn Raab]] tenta di spiegare in un romanzo storico le origini della mafia, riallacciandosi al mito dei [[Beati Paoli]] e ai successivi moti antifrancesi durante i cosiddetti ''[[Vespri siciliani]]'' come già fece in sede di interrogatorio [[Tommaso Buscetta]], facendone derivare la frase "Morte Alla Francia Italia Anela"<ref>"Una leggenda romantica sostiene che il termine MAFIA si tratti di una sigla nata nel tardo tredicesimo secolo nel corso dell'insurrezione contro le forze francesi degli Angioini a Palermo. Una donna siciliana morì nel tentativo di opporsi ad uno stupro da parte di un soldato francese e, per vendicarsi, il fidanzato sgozzò l'aggressore. L'episodio immaginario si suppone abbia portato alla creazione di uno slogan acronimico formato dalle iniziali di ogni parola: "Morte Alla Francia Italia Anela". La rivolta del 1282 contro l'occupazione dell'esercito francese ebbe il nome di Vespri Siciliani, perché il segnale della resistenza furono i rintocchi delle campane della chiesa per la funzione della sera"; in Selwyn Raab, ''Le famiglie di Cosa Nostra. La nascita, il declino e la resurrezione della più potente organizzazione criminale americana'', Newton Compton, 2009. Tuttavia è evidente come vengano mescolate ampiamente diverse leggende, come quella di [[Gammazita]] a cui pare ispirato l'Autore per la vicenda dell'aggressione, episodio spesso arricchitosi di dettagli, tra cui la presenza di donna [[Malcalda]] quale mandante del soldato francese, e che ha ispirato anche il celebre [[:File:Francesco Hayez 023.jpg|dipinto di Hayez]]. L'Autore ricorda anche {{chiarire|che "nel 1860 Giuseppe Garibaldi sbarcò in Sicilia con un migliaio di combattenti detti "Camicie Rosse" per la divisa che li caratterizzava. Aiutato dal sostegno popolare degli isolani, Garibaldi sconfisse senza difficoltà le truppe del Re delle due Sicilie. Tra i ribelli che si unirono alle truppe di Garibaldi e si unirono al suo appello per la giustizia sociale vi furono anche circa duemila rozzi agricoltori giunti dalla campagna, i quali per sopravvivere, alternavano il lavoro dei campi al banditismo, rifugiandosi nelle caverne. A simbolizzare il rispetto con cui venivano considerati questi coloni a mezzo servizio, e briganti a tempo perso, furono glorificati da Garibaldi come le sue "Squadre della mafia"."|Cosa si ipotizza in questo anedotto per origine del termine?}}.</ref>. Ovviamente appare del tutto inusuale che nel [[XIII secolo]] si potesse parlare nel [[Regno di Sicilia]] la [[lingua italiana]], al punto da usarla per la realizzazione di un acronimo, costume più sovente delle rivolte popolari e dei moti carbonari del [[XIX secolo]].
[[File:Mort de Roland.jpg|thumb|La morte di Orlando a Roncisvalle in una miniatura di [[Jean Fouquet]] (metà del [[XV secolo]]).]]
L'origine della ''Chanson de Geste'', poema epico d'argomento militare ma con una forte valenza religiosa, è ancora oggi oggetto di un vivo dibattito. La [[Chanson de Roland]], così misurata nell'uso disinvolto della [[lassa]] assonanzata di [[endecasillabi]], perfettamente calibrata nella gestione della materia narrata come nella descrizione di luoghi e personaggi, può essere senza dubbio considerata il capolavoro del genere. Il manoscritto che tramanda la versione più verosimilmente attendibile di questo classico è oggi conservato nella biblioteca di [[Oxford]], e risale al primo quarto del [[XIII secolo]]. Redatto in [[lingua anglonormanna]], probabilmente nel sud dell'[[Inghilterra]] in seguito alla conquista francese dell'isola, il documento oxfordense sembrerebbe confermare la tesi di chi ritiene opportuno collocare la stesura di una prima versione dell'opera intorno al 1080. Mancando testimonianze di testi risalenti a un periodo ancora anteriore, la ''Chanson de Roland'' andrebbe a rivestire in questo modo un ruolo di prototipo nell'ambito della tradizione epica medievale. Ma la perfezione stilistica e narrativa che la distinguono dalle altre ''chansons'', la sottigliezza delle citazioni allegoriche in essa contenute, la pacata distanza dagli ambienti plumbei e violenti descritti nell'ambito delle grandi saghe germaniche del V-[[VI secolo]] sembrano sconfessare la tesi di una genuina elaborazione della ''[[Chanson de Roland]]'' nell'ambito della tradizione orale e giullaresca, presso la quale la presenza del ''récit'' epico rimane comunque storicamente attestata.
 
In ragione di tutte queste obiezioni, è stato proposto negli ultimi decenni un ribaltamento di prospettiva nello studio della ''Chanson de Geste'', fino a quel momento ritenuta il frutto di una elaborazione orale di stampo popolare codificata in forma scritta solo in un secondo momento. Secondo il filologo [[Cesare Segre]], infatti, l'epica romanza avrebbe avuto origine in forma scritta, all'interno di un ambiente colto come quello degli ''scriptoria'' medievali, per poi raggiungere solo in seguito una certa popolarità presso il pubblico eterogeneo dei giullari itineranti. Le considerazioni a sostegno di questa tesi sono molte: in primo luogo, la presenza di una conoscenza approfondita dei testi biblici e di alcuni episodi famosi della letteratura classica, noti esclusivamente agli uomini di Chiesa che avevano avuto la possibilità di studiare e di consultare una biblioteca; in secondo luogo, una perfezione formale e di un uso disinvolto della [[lassa]] destinata a perdersi nelle opere successive e, infine, la presenza di una sovrapposizione pressoché totale tra il tema della [[guerra santa]] e quello della [[patria]].
Secondo Santi Correnti<ref>Santi Correnti, ''Breve storia della Sicilia'', Newton & Compton, [[1998]].</ref>, che pure rigetta le origini del termine dall'arabo, sarebbe un termine piuttosto recente, forse derivato dal [[dialetto toscano]], trovando un riscontro nella parola ''maffia''. Di simile avviso Pasquale Natella<ref>Pasquale Natella, ''La parola "Mafia"'', Firenze, Leo S. Olschki Ed., 2002 (Biblioteca dell'"Archivum Romanicum", Ser. 2, Linguistica, 53).</ref> che ricorda come a Vicenza e Trento si usasse il vocabolo ''maffìa'' per indicare la superbia e la ''pulizia glottologica (...) va subito applicata in Venezia ove a centinaia di persone deve essere impedito di pronunciare S. Maffìa (...). La diceria copriva, si vede, l’intera penisola e nessuno poteva salvarsi; in tutte le caserme ottocentesche maffìa equivaleva a pavoneggiarsi e copriva il colloquio quotidiano così in Toscana come in Calabria, dove i delinquenti portavano i capelli alla mafiosa''.
[[File:Chanson de Roland Gautier fac simile 17.jpg|thumb|upright=1.0|La ''Chanson de Roland'' in un manoscritto di Oxford, pubblicato da Léon Gautier]]
Nella ''Chanson de Roland'', [[Carlo Magno]] è rispettato e riverito da tutti non solo in quanto [[re di Francia]], ma anche e soprattutto perché riveste il ruolo dell'[[imperatore]] cristiano e del difensore della fede. Lo stesso [[Orlando (paladino)|Orlando]], che riunisce i tratti peculiari del nobile cavaliere fedele al suo signore, coraggioso e ardito, è al tempo stesso guerriero e santo. Egli muore combattendo contro gli infedeli, tenta di difendere fino all'ultimo la sua spada impreziosita da sacre reliquie, per poi essere accolto in [[Paradiso]] come un [[martire]]. Altrettanto ben delineata è la figura di [[Gano di Maganza]], il traditore dell'esercito cristiano, che guida le truppe del re Marsilio nel passo di [[Roncisvalle]] per tendere un'imboscata all'odiato figliastro. Diversamente da quanto accade nei poemi nordici, ove entrambe le parti che si combattono sono espressione della cieca violenza che alberga nel cuore dell'uomo e dunque sono chiamate a perire rovinosamente, nella ''[[Chanson de Roland]]'' lo scontro tra le forze francesi, guidate da Orlando, dal fido [[Oliviero]] e dal vescovo-cavaliere [[Turpino]], e quelle dell'emiro di Babilonia, è destinato a concludersi con la sconfitta delle forze del male e il trionfo della fede, in grado di riportare l'ordine in un mondo ormai pacificato.
 
Benché l'autore dell'opera, il cui nome ci è stato tramandato nell'ultimo verso della versione oxfordiense, si sia ispirato a fatti realmente accaduti per l'elaborazione della trama, è possibile notare numerose incongruenze storiche volte a amplificarne i caratteri eroici. Basterà citarne solo alcune: la sconfitta di Orlando e della retroguardia franca a [[Roncisvalle]] avvenne per mano dei [[Baschi]] e non dei Saraceni; [[Carlo Magno]] non era ancora imperatore all'epoca della spedizione in [[Spagna]]; tale campagna non si concluse con la totale conquista della penisola iberica, ma con un semplice aggiustamento dei confini. La falsificazione storica appare dunque in questo caso finalizzata a plasmare l'argomento di partenza per renderlo degno di un racconto dall'ampio respiro epico.
Sul piano storico e antropologico va comunque osservato che in origine al fenomeno, attecchito sul [[Sicilia|territorio siciliano]], veniva assegnato proprio questo termine esteso poi alle potenti organizzazioni associative a livello mondiale. Rimane comunque il fatto che nell'uso comune il termine ''mafia'' è ormai diffuso su larga scala. Per antonomasia e senza qualificazioni si riferisce tuttavia all'[[organizzazione]] che ha avuto origine nell'[[Sicilia|isola]] come insieme di piccole associazioni sviluppate in ambito agreste. Tali aggregazioni rette dalla legge dell'[[omertà]] e del silenzio consolidarono un'immensa potenza in [[Sicilia]] e riemersero dopo la [[seconda guerra mondiale]]<ref>''Dizionario enciclopedico italiano'', Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma</ref>.
 
==== I cicli dell'epica romanza ====
==Una organizzazione di potere==
[[File:Angoulême - Cathédrale - Chanson de Roland 3.JPG|thumb|''La Chanson de Roland'' è raffigurata nella Cattedrale d'[[Angoulême]].]]
Le analisi moderne del fenomeno della mafia la considerano, prima ancora che una [[organizzazione criminale]], una "organizzazione di potere"; ciò evidenzia come la sua principale garanzia di esistenza non stia tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle alleanze e collaborazioni con funzionari dello [[Stato]], in particolare [[politica|politici]], nonché del supporto di certi strati della popolazione. Di conseguenza il termine viene spesso usato per indicare un modo di fare o meglio di organizzare attività illecite.
Il successo di pubblico ottenuto dalle prime ''chansons de geste'' determinò la nascita di nuovi filoni narrativi incentrati sul racconto di episodi collaterali delle avventure di [[Orlando (paladino)|Rolando]] e degli altri paladini. Spesso venivano rappresentate l'infanzia e le avventure giovanili di tali guerrieri, le cui imprese continuavano a mostrare più di un'analogia con gli eventi miracolosi riguardanti la vita dei [[santi]]. Il genere epico, prima confinato entro le mura dei monasteri, cominciò a diffondersi in forma orale presso il popolo minuto, rielaborato in centinaia di varianti grazie all'opera di cantastorie, giullari e saltimbanchi che si esibivano sui sagrati delle grandi cattedrali, in particolar modo durante le feste del [[carnevale]].
[[File:Merson Gautier Chanson de Roland.jpg|thumb|Copertina dell’edizione popolare della ''Chanson de Roland'' (1881), illustrata da [[Luc-Olivier Merson]].]]
In questo modo, le caratteristiche fondamentali della ''chanson de geste'' cominciarono a mutare. Il legame ideologico con la difesa della [[fede]] cattolica venne sostituito dal gusto genuino per l'avventura e per il combattimento. L'[[eroe]] è ancora un cavaliere coraggioso e intrepido, ma non disdegna di giocare d'astuzia per vincere i suoi avversari. La lotta contro gli infedeli è ormai ridotta a un semplice pretesto narrativo, mentre che vengono introdotti nuovi antagonisti nelle figure di vassalli traditori e cavalieri felloni. La componente amorosa, assente nella ''[[Chanson de Roland]]'' e negli altri testi originali, comincia a imporsi con l'apparizione delle prime figure femminili della letteratura profana. Si tratta nella maggioranza dei casi di principesse infelici, rapite dai pirati o promesse in sposa a perfidi cavalieri, ma non mancano i casi in cui fanno la loro comparsa alcune donne guerriere. Questa evoluzione tematica, che tende a seguire i gusti del nuovo pubblico, è tuttavia accompagnata da un lento abbassamento della qualità formale e da una monotonia degli schemi narrativi, necessario scotto da pagare per rendere comprensibile l'opera a un pubblico eterogeneo e popolare.
 
Tra i cicli dell'epica romanza che riscossero maggior successo nel corso del [[Medioevo]], è doveroso citare quello che vede come protagonista il cavaliere ''Guillaume d'Orange''. Leale paladino al servizio di [[Carlo Magno]], Guillaume è un eroe dalla tempra molto diversa da quella di [[Orlando (paladino)|Orlando]]. Instancabile faticatore, il nostro paladino ama combattere a mani nude contro i suoi nemici, adora i travestimenti, è collerico e facile agli scatti d'ira. Il primo poema in cui appare come protagonista, la ''[[Chanson de Guillaume]]'' (1140), non differisce nei suoi tratti fondamentali dallo schema narrativo della ''[[Chanson de Roland]]'': il prode Guillaume, insieme al valoroso nipote Vivien, comanda l'esercito francese nell'eterna lotta contro i Saraceni. Approfittando dell'assenza del paladino, un vile cavaliere si accorda con il nemico per tendere un'imboscata al prode Vivien. Informato del tradimento, Guillaume giunge sul luogo dello scontro appena in tempo per sconfiggere il nemico e raccogliere le ultime parole del nipote. Il poema si conclude con la [[vendetta]] di Guillaume, che ottiene giustizia del traditore presso la corte di Carlo Magno. Il successo di quest'opera spinge i menestrelli a inventare dei [[prequel]] e dei [[sequel]] in cui narrare le avventure di Guillaume e degli altri personaggi che assurgono al ruolo di coprotagonisti in un universo letterario che si scopre molto più vasto e multiforme. Tra la seconda metà del XII e la prima metà del [[XIII secolo]] sono attestate un poema sull'infanzia dell'eroe (''Enfance de Guillaume''), uno sulle sue imprese giovanili (''Prise d'Orange''), uno sulla sua fedeltà alla [[monarchia francese]] (''Couronnement de Louis'') e infine uno conclusivo sulla sua vecchiaia, che egli trascorrerà in monastero (''Moniage de Guillaume'').
Quindi il termine "mafioso" può essere utilizzato nel linguaggio comune per definire, per esempio, un sindaco che dia concessioni edilizie solo ai suoi "amici" o un professore universitario che fa vincere borse di studio a persone anche eventualmente valide ma a lui legate, o la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti anche eventualmente capaci ma "politicamente vicini" alla maggioranza di cui il governo è espressione.
 
==== Le canzoni dei ribelli e il poema della crociata ====
==Analisi==
Nel corso del [[XII secolo]], i poemi epici si adattarono alla mutata situazione sociale e politica, perdendo quasi del tutto la componente cristiana di esaltazione della [[guerra santa]], per concentrarsi sul tema del rapporto tra il sovrano e i suoi [[vassallo|vassalli]]. In questo periodo, infatti, i re [[capetingi]] avevano intrapreso una serie di campagne militari volte a ribadire la loro autorità sulle terre controllate dai feudatari. Tali iniziative, talvolta rivelatesi infruttuose (il fallimento dell'alleanza matrimoniale tra il re [[Luigi VII di Francia|Luigi VII]] ed [[Eleonora di Aquitania]] contribuì, ad esempio, ad un rafforzamento dell'influenza inglese in [[Francia]] durante l'ultimo scorcio del secolo), non mancarono di inasprire le relazioni tra il re e i potenti signori di provincia, che si comportavano da veri e propri sovrani all'interno dei loro feudi e difficilmente avrebbero accettato di rimettere in discussione una parte dei loro poteri. Parallelamente, il collasso del [[sistema feudale]] favorì l'emergere di numerose rivalità in seno alla stessa classe nobiliare, antipatie che i sovrani non mancarono di sfruttare per il proprio tornaconto personale.
La mafia in certi casi adotta comportamenti basati su un modello di [[economia]] statale, ma è parallela e sotterranea. L'organizzazione mafiosa trae profitti da numerosi tipi di attività criminali. I capimafia (spesso a causa della [[latitanza]]) comunicano principalmente in modo scritto, con i ''[[pizzino|pizzini]]'', poiché non sempre sono in grado di comunicare di persona a tutti i loro sottoposti ([[capofamiglia|capifamiglia]], [[picciotto|picciotti]]).
[[File:QuatrefilsAymonmanuscritXVe.jpg|thumb|left|alt=Page enluminée avec une peinture sur le tiers supérieur de la page représentant dans des couleurs vives des hommes en arme autour d'une forteresse et des chevaliers|La ''Chanson des quatre fils Aymon'' in un manoscritto fiammingo del XV secolo. [[Bibliothèque nationale de France]]]]
La nascita di eserciti privati al soldo di sanguinari signori della guerra che spadroneggiavano impunemente nelle campagne, unite alle scorrerie inarrestabili compiute dagli [[Ungari]] e dai predoni [[vichinghi]] al tempo delle ultime invasioni, contribuì allo sviluppo di una serie di ''chansons de geste ''dal tono estremamente cupo, imbevute di violenza e di prevaricazione. In questo contesto assai travagliato si afferma il filone delle "canzoni dei ribelli", così definite poiché raccontano la vicenda di un cavaliere il quale, umiliato in pubblico dal sovrano e ferito nel suo orgoglio, compie una serie di atti assolutamente arroganti e tracotanti, che lo pongono al di fuori del codice d'onore dei paladini. In canzoni quali ''Raoul de Cambrai ''e ''Rainaud de Montauban'', entrambe risalenti alla seconda metà del [[XII secolo]], i protagonisti rompono il rapporto di fedeltà che li lega al sovrano, si affrontano con i loro amici e compagni di un tempo, giungendo addirittura a compiere atti blasfemi come l'incendio di un monastero. Alla fine del poema, l'ordine viene faticosamente ristabilito solo al prezzo di una esclusione perpetua del cavaliere dal mondo feudale.
 
Un parziale ritorno a tematiche legate all'esaltazione della guerra santa e del [[cristianesimo]] si compie solo all'inizio del [[XIII secolo]], con la redazione delle "canzoni della ''[[crociata]]''", componimenti in cui si celebra l'impresa di [[Goffredo di Buglione]] e dei cavalieri cristiani che s'impadronirono del [[Santo Sepolcro]] al termine della [[prima crociata]]. Si tratta di poemi d'argomento storico, in cui la veridicità della trama è in parte garantita, almeno nelle opere più antiche, dalla preziosa collaborazione di alcuni testimoni oculari che avevano preso parte alla spedizione. Il processo di amplificazione della realtà storica, con tanto di interventi divini a sostegno delle armate cristiane, rimane comunque presente, finendo addirittura col prendere il sopravvento nelle opere più tarde, spesso rielaborate dalla tradizione canterina e svincolate da qualsiasi rapporto con la realtà storica.
In una recente analisi<ref>Luca Steffenoni, ''Presunto colpevole - La fobia del sesso e i troppi casi di malagiustizia'', Chiarelettere, 2009.</ref> si ipotizza che al giorno d'oggi le cosche sono comandate quasi esclusivamente da donne.
 
==== Verso il romanzo cortese: ciclo carolingio, ciclo classico e ciclo bretone ====
==La mafia italiana==
All'XI secolo risalgono i primi lunghi componimenti poetici conosciuti come [[chansons de geste]], che raccontavano le gesta eroiche dei cavalieri cristiani: erano composti e cantati da menestrelli chiamati ''jongleurs'' (giullari) che intrattenevano le corti feudali. I poemi cavallereschi furono divisi in tre cicli: carolingio, bretone e classico.
===Organizzazioni principali===
* [[Cosa nostra]] - [[Sicilia]]
* [[Camorra]] - [[Campania]]
* [['Ndrangheta]] - [[Calabria]]
* [[Sacra Corona Unita]] - [[Puglia]]
 
=== La letteratura cortese (XIII-XIV secolo) ===
===Organizzazioni simili===
La letteratura cortese viene chiamata in questo modo in quanto si sviluppa nelle corti. La cultura cortese è una particolare concezione della vita, un insieme di ideali fondati sulla nobiltà d'animo, che ispira la condotta del cavaliere in guerra e in amore.
* [[Banda della Magliana]] - [[Roma]]
* [[Basilischi]] - [[Basilicata]] ([[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Matera]], [[Policoro]])
* [[Mala del Brenta]] - [[Veneto]]
* [[Nuova Camorra Organizzata]] - [[Napoli]], (Campania)
* [[Stidda]] - (Sicilia)
 
=== La letteratura popolare (XIII-XIV secolo) ===
===Dati di Struttura===
[[File:RenartPuisDet.jpg|upright=1.0|thumb|Il ''Roman de Renart'' in una [[miniatura]] francese del [[Medioevo]].]]
* [[Camorra]]: 236 cosche, 7.200 affiliati, 82.000 fiancheggiatori.
Contemporaneamente ai poemi cavallereschi si svilupparono altri generi letterari, tra i quali emersero i [[fabliaux]], che si caratterizzarono per un marcato [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] e un progressivo distacco dalle tematiche spirituali. Successivamente, nei secoli XII e [[XIII secolo|XIII]], si diffusero le raccolte di racconti e i poemi allegorici, i cui esempi più significativi risultarono il [[Roman de Renart]], composto da diversi autori che si prefissero di sottolineare e di mettere in ridicolo gli usi e costumi dell'epoca, e il [[Roman de la Rose]], scritto da due autori vissuti in un periodo di grandi trasformazioni sociali, aventi inoltre una visione del mondo e uno stile dissimile.<ref name=SapNewton>{{cita libro | titolo=Storia della letteratura francese | editore=Newton | città=Roma | anno=1994 | volume=1 | p=16}}</ref>
* [[Cosa nostra]]: 186 cosche, 5.400 affiliati, 65.000 fiancheggiatori.
[[File:Meister des Rosenromans 001.jpg|upright=1.0|thumb|Manoscritto del ''Roman de la Rose'' (1420 - '30)]]
* [['Ndrangheta]]: 160 cosche, 6.000 affiliati, 72.000 fiancheggiatori.
Un altro genere letterario che si diffuse, a cominciare dal XIII secolo, fu la poesia drammatica popolare che ebbe tra i suoi più illustri rappresentanti [[Rutebeuf]], [[Adam de la Halle]], [[Christine de Pizan]] e [[Carlo di Valois-Orléans]].<ref name=Sapere>{{Cita web | url=http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-francese/il_medioevo_/a3_la_poesia_lirica/Introduzione.html | titolo= Letteratura francese - Il medioevo. (Enciclopedia Sapere) | accesso=26 giugno 2016}}</ref> Chi meglio di altri incarnò le paure e le speranze medioevali evidenziando uno spirito innovativo fu il poeta [[François Villon]], vissuto nel Quattrocento ma di cui solo alla fine dell'[[Ottocento]] [[Marcel Schwob]] scoprì informazioni biografiche fondamentali.<ref>[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k46091/f3.image ''François Villon : rédactions et notes'', (1912)]</ref>
* [[Sacra Corona Unita]]: 47 cosche, 1.600 affiliati, 16.500 fiancheggiatori.
 
Un altro genere letterario che si diffuse dal XII secolo al XV secolo fu il [[dramma]],<ref>''La letteratura francese medievale'' a cura di Mario Mancini, Bologna, il Mulino, 1997.</ref> religioso e profano: quello religioso si suddivise nei [[mistero (teatro)|miracoli]] e nei [[mistero (teatro)|misteri]]; i primi riguardanti soprattutto la vita dei [[Santo|Santi]] e i secondi quella di [[Gesù]]. Il dramma profano ebbe come caposcuola nel XIII secolo [[Adam de la Halle]], le cui opere erano incentrate da un gusto satirico, e si sviluppò nei secoli seguenti con la [[Farsa (genere teatrale)|farsa]] e il prototipo della [[commedia]], quale risultò la [[Farce de Maître Pathelin]], scritta da un anonimo intorno al [[1465]].
==Le altre mafie==
* [[Fratelli Messina]] - [[Inghilterra]] (estinta, poi trasferita a [[Sanremo]], [[Italia]])
* [[Cosa nostra americana]] - [[Stati Uniti d'America|USA]]
* [[Leoni (mafia)|Leoni]] - [[Stati Uniti d'America|USA]]
* [[Organizatsya|Mafia russa]] - [[Russia]]
* [[Yakuza (mafia)|Yakuza]] - [[Giappone]]
* [[Triade (organizzazione criminale)|Triadi]] - [[Cina]]
* [[Mafia turca]] - [[Turchia]]
* [[Mafia nigeriana]] - [[Nigeria]]
* [[Mafia bulgara]] - [[Bulgaria]]
* [[Mafia messicana]] - [[Messico]]
* [[Mafia albanese]] - [[Albania]]
* [[Narcos]] - [[Colombia]]
* [[Mafia corsa]] - [[Francia]]
* [[Mafia cecena]] - [[Cecenia]]
* [[Mafia estone|Mafia estone di etnia russa]] - [[Estonia]]
* [[Mafia greca]] - [[Grecia]]
* [[Mafia nowohucka]] - [[Polonia]]
* [[Mafia romena]] - [[Romania]]
* [[double M]] - [[Italia]]
 
In questi secoli fiorirono le croniche storiche, sia riferite ai racconti delle [[crociate]] e di altre guerre sia ai resoconti della vita di illustri personaggi dell'epoca, come ad esempio [[Luigi XI]].
==Filmografia==
{{Vedi anche|Mafia nel cinema}}
La mafia italiana e quella [[Cosa Nostra americana|italo-americana]] hanno rappresentato il soggetto di numerosissimi film, [[fiction televisiva|fiction]] e [[serie televisiva|serie televisive]]. Le chiavi narrative sono state molteplici, dal dramma alla commedia, dal film epico alla ricostruzione di episodi celebri della storia della mafia. Tra i più recenti ''[[Gomorra (film)|Gomorra]]'', ''[[Biùtiful cauntri]]'', ''[[Io non ho paura (film)|Io non ho paura]]'' e ''[[I cento passi]]'' oltre alla notissima saga de ''[[Il Padrino]]''.
 
=== Cronache, farse e teatro (XIV-XV secolo) ===
==Note==
{{...|letteratura}}
<references />
 
== Il Rinascimento ==
==Bibliografia==
[[File:Essays (Montaigne).jpg|thumb|Frontespizio dell'edizione originale dei ''Saggi'' di ''Montaigne''.]]
{{Vedi anche|Bibliografia sulle mafie}}
Il Rinascimento giunge in Francia a seguito della campagna militare del re [[Francesco I di Francia|Francesco I]] in Italia. Il monarca, affascinato dall'arte e dalla cultura della penisola, si fa promotore di un rinnovamento artistico e letterario che pure era già cominciato, all'inizio del secolo, soprattutto a [[Lione]], città geograficamente vocata ad intrattenere rapporti con l'Italia. Il nuovo gusto per il bello, la rilettura in chiave filologica e storica dei testi classici, la convinzione che l'uomo, inteso come binomio inscindibile di anima e corpo, possa diventare l'oggetto principale della ricerca artistica sono tra gli elementi centrali del periodo.
 
=== La ''Pléiade'' e il petrarchismo francese ===
<!--Non aggiungere testi che non siano stati usati per la redazione dell'articolo!!! Per l'intera bibliografia sulle mafie vedere invece l'articolo lincato "Bibliografia sulle mafie". Grazie.-->
La poesia rinascimentale francese nei primi decenni del Cinquecento conserva qualche affinità con quella medioevale, riguardante soprattutto gli scopi e le funzioni morali ed educative, come hanno evidenziato [[Clément Marot]] e gli esponenti della scuola lionese. Rappresentanti principali della scuola lionese si possono considerare [[Maurice Scève]] e [[Louise Labé]].
 
Nella seconda metà del secolo i poeti della [[Pléiade]], vogliono dimostrare le qualità poetiche della lingua francese e per realizzare questo obiettivo allontanano il loro sguardo dalla letteratura medioevale e lo rivolgono all'età classica ([[Omero]] e [[Pindaro]]) e alle opere di [[Petrarca]], aggiungendovi qualche caratteristica innovativa. Tra i principali autori della Pléiade vi sono soprattutto [[Joachim du Bellay]] e [[Pierre de Ronsard]].
* Diego Gambetta, ''[http://books.google.it/books?id=y3bv3tqWftYC The Sicilian Mafia: the business of private protection]'', Harvard University Press, [[1996]]
* Claudio Lo Monaco, ''A proposito della etimologia di mafia e mafioso'', in LN, Livorno 1990
* Domenico Novacco, ''Considerazioni sulla fortuna del termine "mafia"'', in "Belfagor", 1959, n. 14.
* Charles W. Heckethorn, ''Secret Societies of All Ages and Countries'', London, G. Redway, 1897
* Giuseppe Palomba, ''Sociologia dello sviluppo - L'unificazione del Regno d'Italia'', Giannini, Napoli, 1962
* Pasquale Natella, ''La parola "Mafia"'', Firenze, Leo S. Olschki Ed., 2002 (Biblioteca dell'"Archivum Romanicum", Ser. 2, Linguistica, 53).
* Selwyn Raab, Five Families: The Rise, Decline, and Resurgence of America's Most Powerful Mafia Empires, New York, St.Martin Press, 2005, 2009 traduzione dall'inglese Maria Grazia Bianchi Oddera "Le famiglie di Cosa Nostra", Newton Compton editori s.r.l Roma.
 
=== Lo spirito francese nell'Età moderna: ''Gargantua et Pantagruel'' ===
<!--Non aggiungere testi che non siano stati usati per la redazione dell'articolo!!! Per l'intera bibliografia sulle mafie vedere invece l'articolo lincato "Bibliografia sulle mafie". Grazie.-->
Le trasformazioni nella prosa vengono effettuate da [[François Rabelais]], che ritrae lo spirito nuovo sotto le spoglie di una famiglia di giganti apportando innovazioni linguistiche, dalle prediche di [[Francesco di Sales]], dalla filosofia di [[Étienne de La Boétie]], [[Pierre Charron]] o [[Jean Bodin]] e soprattutto [[Michel de Montaigne|Montaigne]], i cui ''[[Saggi_(Montaigne)|Saggi]]'' sono un'importante opera filosofica oltre che autobiografica. Quest'ultimo autore, vissuto nella seconda metà del secolo, riflette anche l'atmosfera più cupa del suo tempo, dominato dalle guerre di religione e di successione dinastica.
 
=== Montaigne e la prosa filosofica ===
== Voci correlate ==
{{...|letteratura}}
=== Associazionismo contro le mafie ===
* [[Addiopizzo]]
* [[Addiopizzo Catania]]
* [[Ammazzateci tutti]]
 
== Le ''Grand Siècle'' ==
=== Istituzioni e personalità giuridiche ===
* [[Commissione parlamentare Antimafia]]
* [[Direzione Generale Antimafia]]
* [[Direzione investigativa antimafia]]
* [[Testimone di giustizia]]
 
=== L'''Académie française'' e la codificazione dei generi letterari ===
=== Personalità mafiose ===
In letteratura francese, il secolo è detto "d'oro", pieno com'è di raffinate erudizioni e rielaborazioni prese da antichità classiche, insieme però con una nuova esigenza di moralità e con il diffondersi dello spirito Cristiano in autori come [[Blaise Pascal]] o [[Antoine Arnauld (teologo)|Antoine Arnauld]], nelle discussioni tra [[giansenismo|giansenisti]] e [[Compagnia di Gesù|gesuiti]], fiorite intorno al convento di [[Port-Royal-des-Champs]].
* [[Elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia]]
Il secolo si può suddividere in due periodi principali: il primo si estende fino alla metà del Seicento e si caratterizza per la diffusione della [[letteratura barocca]], invece il secondo va dalla metà fino alla fine del secolo ed in quegli anni si diffonde il [[classicismo (letteratura)|classicismo]]. Gli scrittori più significativi del movimento barocco sono [[Jean-Louis Guez de Balzac]] e [[Nicolas Faret]], invece tra i poeti si possono citare [[Théophile de Viau]], [[François L'Hermite|Tristan l'Hermite]] e [[Honorat de Bueil de Racan]]. Il [[romanzo]] barocco viene impreziosito dalle opere di [[Charles Sorel]] e di [[Honoré d'Urfé]], così come il teatro dai lavori di [[Alexandre Hardy]].
* [[Bernardo Provenzano]]
[[File:laprincessedecleves1678.jpeg|thumb|''La Princesse de Clèves'' di ''Madame de La Fayette''.]]
* [[Francesco Campanella]]
* [[Salvatore Riina]]
 
=== Il teatro classico: Corneille, Molière, Racine ===
=== Altro ===
Uno degli anticipatori del teatro francese fu [[Antoine Le Métel d'Ouville]], che diffuse la voga degli adattamenti e delle imitazioni dal [[Letteratura spagnola|teatro spagnolo]] e di quello [[Teatro in Italia|italiano]],<ref name ="le museOuv">{{cita libro | capitolo=Antoine Le Métel d'Ouville| titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1967 | volume=VIII |p=449}}</ref>oltre che [[Jean de Palaprat]], magistrato e commediografo di successo.<ref name ="le musePala">{{cita libro | capitolo=Palaprat seigneur de Bigot, Jean | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1967 | volume=VIII |p=482}}</ref>
* [[Associazione mafiosa]]
Tra i principali autori di questo secolo vi sono sicuramente [[Pierre Corneille|Corneille]], [[Jean Racine|Racine]] e [[Molière]], noti soprattutto per aver dato origine al teatro classico francese, punto di riferimento costante anche nei secoli a venire. Corneille e Racine esprimono i loro vertici creativi nelle [[tragedie]], invece Molière scrive i suoi capolavori come [[commedia|commediografo]]; tra i suoi allievi si è messo in evidenza sia come attore sia come commediografo [[Michel Baron]].<ref name ="le museBaron">{{cita libro | capitolo=Baron | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 | volume=II |p=82}}</ref>
* [[Beati Paoli]]
 
* [[Vittime della Camorra]]
=== La prosa filosofica di Cartesio ===
* [[Vittime della mafia]]
L'[[estetica]] classica vede svilupparsi le teorie di [[Nicolas Boileau]], mentre tra i poeti spicca il riformatore [[François de Malherbe]], i cui versi semplici e chiari, sono presentati parallelamente ad altre razionalizzazioni dell'epoca, come quelle del filosofo centrale del secolo francese, quel [[René Descartes]] che divenne famoso in Europa con il nome di Cartesio.
* [[Vittime della 'Ndrangheta]]
 
* [[Vittime di Cosa Nostra]]
=== Favole, racconti e detti morali ===
Altri generi letterari da notare sono le [[favole]] e i [[racconti]] con intenti morali di [[Jean de La Fontaine|La Fontaine]] e di [[Charles Perrault|Perrault]], e le massime e le riflessioni morali di [[François de La Rochefoucauld (scrittore)|La Rochefoucauld]]. Nel [[1635]] [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]] fonda l'[[Académie française]], a cui assegna il compito di guidare l'evoluzione della lingua francese e difatti uno dei primi progetti è la compilazione del [[Dizionario]] francese (prima ed. [[1694]]).
 
=== Il romanzo epistolare e la ''préciosité'' ===
Inoltre è da ricordare la [[letteratura epistolare]], nella quale emerge [[Madame de La Fayette]], la cui ''[[La principessa di Clèves|Princesse de Clèves]]'' è uno dei più fortunati e importanti [[Romanzo epistolare|romanzi epistolari]]. Anzi è la lettera stessa, tra [[Epistolario|epistolari]] e [[Memorie (genere letterario)|memorie]], a prendersi una fetta importante dell'evoluzione linguistica e di gusto del secolo.
Per quanto riguarda questo genere si possono citare [[Madame de Sévigné]], [[Madame de Maintenon]], [[Louis de Rouvroy de Saint-Simon|Saint-Simon]], e il [[Giovan Francesco Paolo di Gondi|Cardinale de Retz]].
 
L'[[eloquenza]] (oratori sacri, orazioni funebri, trattatistica varia) getta un ponte verso il secolo successivo anche con autori quali [[Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet]], [[Fénelon]] (le cui ''Aventures de Télémaque'' fanno da modello pedagogico per diverse generazioni di educatori) o [[Jean de La Bruyère]] (i cui ''[[I caratteri (La Bruyère)|Caractères]]'' ci offrono oltre un migliaio di "ritratti").
 
== Il secolo dei lumi ==
[[File:Social contract rousseau page.jpg|thumb|upright=1.0|Il frontespizio del ''[[Il contratto sociale]]'' di Rousseau.]]
{|
|La Francia fu in quest'epoca la più ricca e potente nazione del continente e il suo gusto e stile nell'architettura e nelle arti vennero imitati in tutto l'Occidente. Le idee politiche e sociali dei pensatori francesi ebbero grande influenza sugli altri paesi d'Europa e in America, e il francese si diffuse ovunque come lingua delle classi colte. Il secolo rappresentò un'epoca di straordinaria crescita economica: la popolazione salì da 21 milioni di abitanti nel 1700 a 28 milioni nel 1790, il reddito prodotto dall'agricoltura aumentò del 60%. La Francia era la principale potenza manifatturiera del mondo, possedeva il miglior sistema stradale d'Europa e una fiorente marina mercantile. Il reddito dei ceti più bassi, tuttavia, riusciva a malapena a tenere il passo con l'inflazione; la maggior parte dei contadini continuava a condurre un'esistenza miserabile, su cui gravava il fardello delle tasse.
|}
{|
|Da queste erano invece esentate le terre della nobiltà e del clero (circa il 35% dei terreni coltivati), così che lo stato stesso era di fatto escluso dalla nuova prosperità. Vari ministri che si succedettero a partire dagli anni Cinquanta del secolo tentarono di istituire un sistema fiscale equilibrato, ma la nobiltà di toga, che aveva ottenuto i propri titoli acquistandoli dalla Corona, guidò nei parlamenti l'opposizione alle iniziative del re, rivendicando il diritto di approvare i decreti regi al fine di difendere le libertà pubbliche contro il dispotismo del sovrano; in realtà essa difendeva i propri privilegi e auspicava il ritorno a un governo dell'aristocrazia.
|}
{|
|
Tra gli intellettuali, l'opposizione alla monarchia fu invece guidata dai'' philosophes'', sostenitori dell'esistenza di diritti naturali (vita, libertà, proprietà e autogoverno) e dell'idea che gli stati esistessero per garantire tali diritti: tali tesi erano assecondate soprattutto dalla borghesia che stava crescendo in numero, ricchezza e ambizione, e che aspirava a partecipare al governo della cosa pubblica.
 
I problemi finanziari dello stato si aggravarono dopo il 1740 con la ripresa di pesanti conflitti (la [[guerra di successione austriaca]] e la [[guerra dei sette anni]]), al termine dei quali la Francia perse la quasi totalità del suo vasto impero coloniale in America, in Africa e in India. Nel 1778 la Francia intervenne contro la Gran Bretagna nella [[guerra di indipendenza americana]], sperando di riconquistare le colonie perdute.
|}
{|
| rowspan="2" |Questa speranza fu tuttavia delusa e la partecipazione alla guerra accrebbe il già oneroso debito nazionale.
 
Il giovane e indeciso [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] si trovò ad affrontare una crisi finanziaria sempre più grave. Dopo che tutti i programmi di riforma adottati dai suoi ministri vennero bloccati dai parlamenti e da un'improvvisata assemblea di notabili, nel maggio del 1788 il re esautorò gli organi di opposizione. Ebbe inizio un lungo braccio di ferro che si concluse con l'assenso del sovrano a convocare gli Stati Generali, l'antico organo rappresentativo che non si riuniva dal 1614. La seduta di apertura fu fissata per il mese di maggio 1789: la [[rivoluzione francese]] era alle porte.
|}
[[File:Encyclopedie de D'Alembert et Diderot - Premiere Page - ENC 1-NA5.jpg|thumb|''Frontespizio dell' ''Encyclopédie''.]]
I letterati del XVIII secolo posero come fondamenta delle loro opere non tanto la creatività o il bello, quanto l'utile e quindi il genere maggiormente diffuso risultò il romanzo, con cui gli scrittori approfondirono argomenti antichi e contemporanei con lo scopo di esprimere il bisogno di libertà e di felicità raggiungibile grazie alla "luce" della ragione e all'evoluzione tecnologica, culturale e sociale.<ref name=SapNewton2>{{cita libro | titolo=Storia della letteratura francese | editore=Newton | città=Roma | anno=1994 | volume=1 | p=34}}</ref><ref name=Sapere2>{{Cita web | url=http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/letteratura-francese/il_settecento_/Introduzione.html | titolo= Letteratura francese - Il Settecento - Introduzione. (Enciclopedia Sapere) | accesso=26 giugno 2016}}</ref>
 
Nei primi due decenni del secolo risultarono molto influenti le opere di Saint-Simon, [[Montesquieu]] e [[Vauvenargues]] che anticiparono quelle di [[Voltaire]], queste ultime ancora più innovative e rappresentative dello spirito [[Illuminismo|illuministico]].
 
Uno dei progetti culturali più rilevanti del secolo fu l'[[Encyclopédie]], diretta da [[Diderot]] e [[d'Alembert]], con la quale i filosofi, gli scienziati ed i pensatori si proposero di riassumere il sapere universale sintetizzando, nello stesso tempo, il pensiero e lo spirito illuminista.
 
Un altro gigante del secolo dei "lumi" si rivelò [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], capace di influenzare e di anticipare sia le ideologie della [[Rivoluzione francese]] sia molti elementi caratteristici del [[Romanticismo]].
 
Tra i generi letterari di maggior diffusione nel XVIII secolo si possono citare il romanzo, che ebbe nell'[[Antoine François Prévost|abate Prévost]], in [[Alain-René Lesage|Lesage]], in [[Bernardin de Saint-Pierre|de Saint-Pierre]], in [[Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos|Laclos]] e nel [[ Donatien-Alphonse-François de Sade|marchese De Sade]] i suoi esponenti più rappresentativi.
 
Per quanto riguarda il teatro, [[Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux|Marivaux]] e [[Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais|Beaumarchais]] raccolsero l'eredità di [[Molière]] rinnovando ampiamente il genere sia nella forma sia nei contenuti. Importante, per gli sviluppi della tragedia francese, fu la traduzione e l'adattamento del teatro [[William Shakespeare|shakespeariano]] e inglese, svolto da [[Pierre-Antoine de La Place]].<ref name ="le muse">{{cita libro | titolo=Le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 | volume=VI |p=357}}</ref>
Tra i [[commediografo|commediografi]] si distinse [[Charles Jacob Guillemain]], celebre nelle descrizioni del [[proletariato]] parigino, invece tra i drammaturghi si mise in evidenza [[Jean-Henri-Ferdinand La Martelière]], che gettò le basi per la diffusione del genere [[melodramma]] in Francia.
 
La poesia, pur non raggiungendo la diffusione e i vertici creativi di altri generi, nella seconda metà del secolo portò alla ribalta il suo migliore esponente: [[André Chénier]].
 
== La letteratura francese nel XIX secolo ==
[[File:1600spanishcapitano.jpg|thumb|''Il Capitan Fracassa'' di ''Théophile Gautier''.]]
Il secolo si apre con ''Obermann'' di [[Etienne Pivert de Sénancour|Sénancour]] per scivolare subito nei dettami del [[romanticismo]]. Ora l'ispirazione viene prima delle regole, il sentimento prevale sulla ragione e la libertà è uno dei valori principali a cui appellarsi. [[Madame de Staël]] e [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] aprono le piste su cui si lanceranno a grandi velocità (favoriti dallo sviluppo del giornalismo e delle rotative) i grandi romantici come [[Alfred de Musset|Musset]], [[Alphonse de Lamartine|Lamartine]], [[Alfred de Vigny|de Vigny]], [[George Sand]] e i grandi romanzieri del secolo, [[Victor Hugo|Hugo]], [[Honoré de Balzac|Balzac]], [[Alexandre Dumas (padre)|Dumas ''père'']] e, appartato e scoperto più tardi, [[Stendhal]].
 
Tra i poeti bisogna ricordare il movimento del ''[[Parnassianesimo|Parnasse]]'', [[Catulle Mendès]], [[Théophile Gautier]] (autore anche del ''[[Il Capitan Fracassa|Capitain Fracasse]]''), [[Alphonse Lemerre]], [[Sully Prudhomme]], [[Charles Cros]], [[Conte di Lautréamont|Isidore Ducasse Lautréamont]], [[Jules Laforgue]], [[Tristan Corbière]], e soprattutto [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] che, con [[Paul Verlaine|Verlaine]], [[Arthur Rimbaud|Rimbaud]] e [[Stéphane Mallarmé|Mallarmé]], apre la strada alla poesia del secolo successivo.
 
L'arte della novella, con [[Auguste de Villiers de L'Isle-Adam|Villiers de L'Isle-Adam]], [[Jules Amédée Barbey d'Aurevilly|Barbey d'Aurevilly]], [[Prosper Mérimée|Mérimée]] o [[Gérard de Nerval|Nerval]], e i nuovi romanzi dei vari [[Alphonse Daudet|Daudet]], [[Alexandre Dumas (figlio)|Dumas ''fils'']], [[Gustave Flaubert|Flaubert]], [[Émile Zola|Zola]], e poi [[Guy de Maupassant|Maupassant]], [[Pierre Loti|Loti]], [[Joris-Karl Huysmans|Huysmans]], [[Anatole France|France]], [[Paul Bourget|Bourget]], [[Jules Vallès|Vallès]] misero al centro della narrazione la borghesia, i suoi problemi e i suoi sogni.
 
La storiografia (con [[Jules Michelet]] o [[Adolphe Thiers]]), la filosofia (con [[Charles Péguy|Péguy]], [[Ernest Renan]] o [[Joseph Arthur de Gobineau|Gobineau]]) e la critica (con [[Charles Augustin de Sainte-Beuve|Sainte-Beuve]], [[Ferdinand Brunetière|Brunetière]] o [[Hippolyte Taine|Taine]]) si sviluppano anch'esse.
 
Tra i drammaturghi si mise in evidenza, sia in patria sia all'estero, [[François-Alphonse Arnault]].<ref name ="le muse2">{{cita libro | capitolo=François-Alphonse Arnault |titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 | volume=I |pp=386-387}}</ref>
 
Un altro fenomeno (di annuncio e preistoria all'avvento della [[cinema]]tografia che a fine-secolo comincia i primi passi), è il teatro leggero ([[Émile Augier]], [[Victorien Sardou]], [[Henry Becque]], [[Edmond Rostand]], il ''[[vaudeville]]'') o il libro per ragazzi (ammesso che ''Poil de carotte'' di [[Jules Renard]], per esempio, non sia piuttosto un libro per tutte le età).
 
== La letteratura francese nel XX secolo ==
La poesia di [[Paul Valéry]], a seguito di Mallarmé e del simbolismo, prende una coloritura metafisica, che sta all'incrocio di varie [[avanguardia|avanguardie]]: il [[cubismo]] di [[Guillaume Apollinaire|Apollinaire]], il [[dadaismo]] di [[Tristan Tzara]], il [[surrealismo]] di [[André Breton]] e [[Louis Aragon]] (ma ai margini anche [[Henri Michaux]], [[Raymond Queneau]] o [[Michel Leiris]]), l'[[espressionismo]] di [[Maurice Maeterlinck]]. Altri poeti sono [[Paul Éluard]], [[Max Jacob]], [[Blaise Cendrars]], [[Francis Jammes]], [[Émile Verhaeren]], [[Jean Cocteau]], [[Paul Claudel]], [[Valery Larbaud]], [[Jacques Prévert]], [[Jules Supervielle]], [[Saint-John Perse]], [[Francis Ponge]].
[[File:MS A la recherche du temps perdu.jpg|thumb|Prime pagine di ''Dalla parte di Swann'' (primo volume della ''Recherche''), con le correzioni e revisioni fatte a mano dall'autore.]]
Tra i romanzieri [[Anatole France]], [[Maurice Barrès]], [[André Gide]], [[Marcel Proust]] (la cui ''[[Alla ricerca del tempo perduto|Recherche]]'' è una delle opere cardine dell'umanità del [[XX secolo]]), [[Jean Giono]], [[François Mauriac]], [[Julien Green]], [[Antoine de Saint-Exupéry]], [[Henry de Montherlant]], [[Louis-Ferdinand Céline]], [[Marcel Aymé]], [[Georges Bernanos]], [[Roger Martin du Gard]], [[Julien Gracq]], [[Albert Cohen (scrittore)|Albert Cohen]]. Ora l'[[intellettuale]] è "engagé", da [[Paul Morand]] a [[André Malraux]], da [[Jean-Paul Sartre]] a [[Albert Camus]], a [[Simone de Beauvoir]], la filosofia e la letteratura si confondono (da [[Georges Bataille]] ad [[Émile-Auguste Chartier|Alain]], passando anche da [[Maurice Merleau-Ponty]] e [[Henri Bergson]]).
 
Il teatro vede figure come [[Alfred Jarry]], [[Antonin Artaud]], [[Jacques Copeau]], [[Jean Giraudoux]], [[Jean Genet]], [[Samuel Beckett]] (nato irlandese, ma che cambia lingua e raggiunge il successo in francese), [[Eugène Ionesco]] (nato in Romania), [[Jean Anouilh]], [[Georges Schehadé]] o [[Arthur Adamov]]. Lo [[scrittore]] diventa un personaggio lui stesso (come per [[Colette]], [[Georges Simenon|Simenon]], [[Marguerite Duras|Duras]] o [[Marguerite Yourcenar|Yourcenar]]).
 
Nella seconda parte del secolo ci sono diverse sperimentazioni, come il ''[[Nouveau roman]]'' ([[Michel Butor]], [[Robert Pinget]], [[Alain Robbe-Grillet]], [[Philippe Sollers]], [[Claude Simon]], [[Claude Ollier]], [[Nathalie Sarraute]]). Altri esperimenti in prosa li fanno [[Georges Perec]] o [[Michel Tournier]] e in poesia [[René Char]] o [[Yves Bonnefoy]]. Anche la critica conosce un momento d'oro ([[Maurice Blanchot]], [[Roland Barthes]], [[Gérard Genette]]).
 
Il secolo si chiude con successi di vendite ([[Daniel Pennac]]) e scandalismo ([[Michel Houellebecq]]) che sembrano aver ceduto la letteratura a operazioni di mercato (forse per resistere al potere forte di altre forme di racconto, come la televisione e i giornali), ma nasce anche l'interesse verso la letteratura francofona d'oltremare e le forme di scrittura ibride del nuovo secolo.
 
== La letteratura francese nel XXI secolo ==
{{vedi anche|Letteratura francese del XXI secolo}}
{{...}}
 
== Vincitori francesi del premio Nobel per la letteratura ==
*1901 – [[Sully Prudhomme]] (Il primo premio Nobel per la letteratura)
*1904 – [[Frédéric Mistral]] (scrittore in [[lingua occitana]])
*1915 – [[Romain Rolland]]
*1921 – [[Anatole France]]
*1927 – [[Henri Bergson]]
*1937 – [[Roger Martin du Gard]]
*1947 – [[André Gide]]
*1952 – [[François Mauriac]]
*1957 – [[Albert Camus]]
*1960 – [[Saint-John Perse]]
*1964 – [[Jean-Paul Sartre]] (rifiutò il premio)
*1985 – [[Claude Simon]]
*2000 – [[Gao Xingjian]] (scrittore in [[lingua cinese]])
*2008 – [[Jean-Marie Gustave Le Clézio]]
*2014 – [[Patrick Modiano]]
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Letteratura francese del XXI secolo]]
* [[Letteratura medievale francese]]
* [[Letteratura svizzera]]
 
== Altri progetti ==
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.interno.it/dip_ps/dia/ Direzione Investigativa Antimafia]
* {{cita web|https://gallica.bnf.fr/|La biblioteca elettronica della Bibliothèque Nationale de France}}
*[http://www.camera.it/_bicamerali/leg15/commbicantimafia/documentaistituzionale/147/schedabase.asp Documentazione parlamentare antimafia]
* {{cita web|http://www.site-magister.com/|Travaux dirigés de français, studi francesi}}
*{{Dmoz|http://dmoz.org/World/Italiano/Societ%c3%a0/Crimine/|Crimine}}
* {{cita web|http://www.vifarom.de|Virtuelle Fachbibliothek Romanischer Kulturkreis - Vifarom}}
* [http://www.liberainformazione.org/ LiberaInformazione. Osservatorio sull'informazione per la legalità e contro le mafie]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/mafia_(Enciclopedia_delle_Scienze_Sociali)/ Enciclopedia delle scienze sociali Treccani]
 
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