Pietro Nenni e Lincoln (Rhode Island): differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati del Rhode Island}}
{{Carica pubblica
{{Divisione amministrativa
|nome = Pietro Nenni
|Nome = Lincoln
|immagine = Pietro Nenni2.jpg
|Nome ufficiale = {{en}} Town of Lincoln, Rhode Island
|carica = [[Ministro degli Esteri]]
|Panorama =
|presidente = [[Alcide De Gasperi]]
|Didascalia =
|mandatoinizio = 18 ottobre [[1946]]
|Bandiera =
|mandatofine = 2 febbraio [[1947]]
|Stemma =
|predecessore = [[Alcide De Gasperi]]
|Stato = USA
|successore = [[Carlo Sforza]]
|Grado amministrativo = 3
|presidente2 = [[Mariano Rumor]]
|Tipo = ''[[Comuni degli Stati Uniti d'America|town]]''
|mandatoinizio2 = 12 dicembre [[1968]]
|Divisione amm grado 1 = Rhode Island
|mandatofine2 = 5 agosto [[1969]]
|Divisione amm grado 2 = Providence
|predecessore2 = [[Giuseppe Medici]]
|Voce divisione amm grado 2 =
|successore2 = [[Aldo Moro]]
|Amministratore locale =
|partito = [[Partito Repubblicano Italiano|Repubblicano Italiano]]<br /><small>(fino al 1921)</small><br />[[Partito Socialista Italiano|Socialista Italiano]] <small>(1921-80)</small>
|Partito =
|professione = [[Giornalista]]
|Data elezione =
|carica3 = Segretario del [[Partito Socialista Italiano]]|mandatoinizio3 = [[1931]]|mandatofine3 = [[1945]]|mandatoinizio4 = [[1949]]|mandatofine4 = [[1963]]|predecessore3 = Ugo Coccia|successore3 = [[Sandro Pertini]]|predecessore4 = [[Alberto Jacometti]]|successore4 = [[Francesco De Martino]]}}
|Data istituzione =
{{Membro delle istituzioni italiane
|Altitudine =
|nome=Pietro Nenni
|Superficie = 49.1
|istituzione=Senato
|Note superficie =
|partito=[[Partito Socialista Italiano]]
|Abitanti = 20898
|legislatura=[[Senatori della V Legislatura della Repubblica Italiana|V]], [[Senatori della VI Legislatura della Repubblica Italiana|VI]], [[Senatori della VII Legislatura della Repubblica Italiana|VII]], [[Senatori della VIII Legislatura della Repubblica Italiana|VIII]]
|Note abitanti =
|gruppo_parlamentare=[[Partito Socialista Italiano|Socialista]]
|Aggiornamento abitanti = 2000
|luogo_nascita=[[Faenza]]
|Divisioni confinanti =
|data_nascita=9 febbraio [[1891]]
|Codice postale = 02802, 02865, 02838
|luogo_morte=[[Faenza]]
|Targa =
|data_morte=1º gennaio [[1980]]
|Nome abitanti =
|professione=
|Patrono =
|nomina_senatore_a_vita=Nomina presidenziale
|Festivo =
|data_nomina_senatore_a_vita=25 novembre [[1970]]
|Mappa = Rhode Island Municipalities Lincoln Highlighted.png
|incarichi=*Membro della commissione esteri
|Didascalia mappa =
}}
|Sito = http://www.lincolnri.org/
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome=Pietro Nenni
|istituzione=Camera
|partito=[[Partito Socialista Italiano]]
|legislatura=[[Deputati dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|AC]], [[Deputati della I Legislatura della Repubblica Italiana|I]], [[Deputati della II Legislatura della Repubblica Italiana|II]], [[Deputati della III Legislatura della Repubblica Italiana|III]], [[Deputati della IV Legislatura della Repubblica Italiana|IV]], [[Deputati della V Legislatura della Repubblica Italiana|V]]
|gruppo_parlamentare=[[Partito Socialista Italiano|Socialista]]
|circoscrizione=[[Italia|CUN]] (AC), [[Provincia di Roma|Roma]] (I), [[Italia|CUN]] (II), [[Provincia di Milano|Milano]] (III-IV-V)
|incarichi=* '''Capogruppo del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]''', dall'8 febbraio 1947 al 31 dicembre 1963 (AC-I-II-III-IV)
* Vicepresidente della giunta per il commercio (I)
}}
{{Citazione|Senza democrazia e senza libertà tutto si avvilisce, tutto si corrompe, anche le istituzioni sorte dalle rivoluzioni proletarie, anche la trasformazione, da privata a sociale, della proprietà dei mezzi di produzione e di scambio che dell'economia socialista è pur sempre la condizione principale, ma nell'etica socialista è pur sempre il mezzo e non il fine, il fine essendo la liberazione dell'uomo da ogni forma di oppressione e di sfruttamento.|Pietro Nenni, [[MondOperaio|Mondo Operaio]], [[1955]]}}
{{Bio
|Nome = Pietro
|Cognome = Nenni
|Sesso = M
|LuogoNascita = Faenza
|GiornoMeseNascita = 9 febbraio
|AnnoNascita = 1891
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 1º gennaio
|AnnoMorte = 1980
|Attività = politico
|Attività2 = giornalista
|Attività3 = scrittore
|Nazionalità = italiano
|Epoca = 1900
|PostNazionalità = , leader storico del [[Partito Socialista Italiano]]
}}
'''Lincoln''' è una città degli [[Stati Uniti d'America]], nella [[Contea di Providence]], nello Stato del [[Rhode Island]].
 
La popolazione era di 20.898 abitanti nel censimento del [[2000]].
== Biografia ==
=== Anni giovanili ===
Nacque il 9 febbraio [[1891]] a [[Faenza]], in [[provincia di Ravenna]], da una modesta famiglia: i genitori Giuseppe e Angela Castellani erano entrambi a servizio dei conti Ginnasi e rimase orfano di padre in giovane età ([[1896]])<ref name=trec>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-nenni_(Dizionario-di-Storia)/ ''Pietro Nenni'', in: ''Dizionario di Storia - Treccani'']</ref>. Per interessamento della contessa Ginnasi, che voleva farlo diventare prete, la madre riuscì a farlo accogliere nell'orfanotrofio "Maschi Opera Pia Cattani"<ref name=trec />, dove mostrò subito il suo temperamento ribelle scrivendo nei corridoi del collegio ''[[Gaetano Bresci|Viva Bresci]]'' dopo il regicidio di [[Umberto I]]<ref>Giorgio Galli, ''Storia del socialismo italiano: da Turati al dopo Craxi'', Baldini Castoldi Dalai editore, Milano, 2007, pag. 291</ref>.
 
Nel [[1908]] fu assunto come impiegato in una fabbrica di ceramiche, ma pochi mesi dopo venne licenziato per aver partecipato a uno sciopero di agricoltori e, contemporaneamente, espulso dalla struttura dell'orfanatrofio dove ancora risiedeva. Tre anni dopo, nel [[1911]], sposa Carmen Emiliani, da cui avrà 4 figlie [[Giuliana Nenni|Giuliana]], Eva detta Vany nel [[1913]], Luciana e l'ultimogenita [[Vittoria Nenni|Vittoria]] nel [[1915]], quest'ultima destinata ad una tragica fine.
 
[[Giornalista]] [[pacifismo|pacifista]], aderì al [[Partito Repubblicano Italiano]] e partecipò alle proteste contro la [[guerra italo-turca]] (1911) insieme al socialista [[Benito Mussolini]], con il quale passò un periodo in carcere<ref name=trec />. Nello stesso anno, Nenni fu segretario della Camera del Lavoro di [[Forlì]]; il 7 giugno [[1914]], ad [[Ancona]], nel corso di un suo comizio antimilitarista, insieme all'anarchico [[Errico Malatesta]], la polizia aprì il fuoco sui partecipanti, uccidendo due militanti repubblicani e un anarchico. Ne seguì una settimana di scioperi e di agitazioni in gran parte dell'Italia (cosiddetta [[Settimana rossa]]).
 
Partecipò alla Prima Guerra Mondiale<ref name=trec /> e, nel [[1919]], fondò il primo [[Fascio di Combattimento]] di [[Bologna]], con il repubblicano [[Mario Bergamo]]. L'organizzazione, tuttavia, fu presto disciolta e, più tardi, ne fu fondata una omonima dal fascista [[Leandro Arpinati]]. Nel [[1921]] Nenni abbandonò il Partito Repubblicano e aderì al [[Partito Socialista Italiano]], proprio nel momento in cui avveniva la scissione tra [[Socialismo|socialisti]] e [[Comunismo|comunisti]].
 
Divenuto dirigente del PSI, si segnalò come uno dei politici più attivi del movimento socialista. Non si schierò con i [[Riformismo|riformisti]] di [[Filippo Turati]], al momento della loro espulsione dal partito ([[1922]]) ma, quando divenne direttore dell<nowiki>'</nowiki>''[[Avanti]]'' ([[1923]]), la sua linea autonomista si contrappose a quella massimalista di [[Giacinto Menotti Serrati]]<ref name=trec />.
 
Fu perseguitato dal [[fascismo|regime mussoliniano]] (soprattutto dopo che, nel [[1926]] - insieme al liberalsocialista [[Carlo Rosselli]] - aveva fondato il quotidiano ''[[Quarto Stato]]''), tanto da essere costretto ad andare in esilio in [[Francia]]<ref name=trec />. Contemporaneamente, il [[fascismo]], con l'appoggio della [[Vittorio Emanuele III d'Italia|monarchia]], provvide alla soppressione in Italia di tutti i partiti di opposizione, compreso il Partito Socialista Italiano ([[leggi fascistissime|R.D. n. 1848/26]]).
 
=== Militanza politica in esilio ===
Durante gli anni del soggiorno parigino, Nenni dette un contributo decisivo per la sopravvivenza del partito trasferitosi all'estero e, contemporaneamente, si adoperò per la conclusione di alleanze tra i partiti italiani antifascisti in esilio. Già il 6 dicembre [[1926]] si costituì a Parigi un primo "Comitato d'attività antifascista", composto dai rappresentanti del [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], del [[Partito Socialista Unitario|PSULI]] di [[Filippo Turati|Turati]] e [[Claudio Treves|Treves]] e del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] di Nenni, allo scopo di accertare se esistessero le condizioni per trasformare in alleanza stabile la collaborazione tra le forze antifasciste<ref name=SF1>Santi Fedele, ''I Repubblicani in esilio nella lotta contro il fascismo (1926-1940)'', Le Monnier, Firenze, 1989, pagg. 27-28</ref>. Il comitato approvò la proposta di costituire una "concentrazione d'azione", formata da un cartello di partiti pienamente autonomi e di diversa estrazione ideologica e politica, ma condividenti un'identica base programmatica di opposizione al fascismo<ref name=SF1 />. Il 28 marzo successivo si costituì la [[Concentrazione Antifascista|Concentrazione d'azione antifascista]], anche con la Lega italiana dei diritti dell'uomo e l'ufficio estero della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]] del socialista [[Bruno Buozzi]]. Nel maggio del 1928, il Comitato centrale della "concentrazione", indicò nell'instaurazione in [[Italia]] della repubblica democratica dei lavoratori, l'obiettivo finale della battaglia antifascista<ref>Il documento fu pubblicato in: ''La Libertà'', 20 maggio 1928. Cfr.: Santi Fedele, ''cit.'', pag. 40</ref>. Infine, il 19 luglio [[1930]], il PSULI di Turati, Treves e [[Giuseppe Saragat|Saragat]] si riunificò con il PSI, in occasione del XXI Congresso socialista, tenutosi in esilio a Parigi.
 
Grazie alla sua azione indefessa, nell'agosto del 1931, Nenni fu eletto per la prima volta segretario politico del Partito socialista, carica che manterrà per quattordici anni, sino all'aprile del 1945.
 
Inizialmente, il programma "concentrazionista" di Nenni dette vita anche a un accordo con il movimento [[Giustizia e Libertà]]
di Carlo Rosselli, che sancì l'ingresso della stessa nella Concentrazione Antifascista (ottobre 1931); il suo successivo orientamento in direzione di un patto d'unità d'azione con il [[Partito Comunista Italiano|Partito Comunista]], condusse, nel maggio del [[1934]], allo scioglimento definitivo della "Concentrazione"<ref>Santi Fedele, ''cit.'', pag. 83</ref>.
 
Il documento del patto d'unità d'azione con il PCI, sottoscritto da Nenni nell'agosto del 1934, non ignorava le divergenze ideologiche e tattiche delle due formazioni politiche ma ne ribadiva la piena autonomia. Nell'ottobre 1935, Nenni promosse insieme al PCI la convocazione di un Congresso degli Italiani all'estero contro la guerra d'Abissinia.
 
Il 27 ottobre [[1936]], durante la [[Guerra civile spagnola]], repubblicani, socialisti e comunisti firmano a Parigi l'atto costitutivo del [[Battaglione Garibaldi]], del quale viene designato a comandante [[Randolfo Pacciardi]]. La formazione viene inquadrata nelle [[Brigate Internazionali]]. Anche Nenni combatté al fianco di democratici provenienti da tutto il mondo e venne nominato [[commissario politico]] di divisione e delegato dell'[[Internazionale socialista]]. Per narrare al meglio questa esperienza egli scrisse dei diari privati e soprattutto un libro dal titolo significativo, ''Spagna'' che, oltre a narrare le vicende storiche e politiche del massacro perpetuato dai [[Francisco Franco|franchisti]], costituisce una raccolta dei discorsi del leader socialista che danno bene il senso di quello che la vicenda spagnola rappresentò nella [[storia]] [[Europa|europea]] e nella vita degli [[Antifascismo|antifascisti]].<ref>Nenni fu così radicatamente identificato con la parte perdente della guerra di Spagna che, nel [[1977]], quando il [[PSOE]] tenne in semiclandestinità il suo primo congresso [[Franchismo|post-franchista]] a [[Madrid]] i suoi dirigenti [[Felipe González|González]] e [[Alfonso Guerra (politico)|Guerra]] pregarono Nenni di non sedere al banco di presidenza (dove tutti gli altri dirigenti dell'[[Internazionale socialista]] sedevano, da [[François Mitterrand|Mitterrand]] a [[Olof Palme|Palme]] a [[Bruno Kreisky|Kreisky]]) per non indisporre le autorità (e presumibilmente per non dare un senso di ''reducismo'' e di ''rivendicazionismo'' di parte al ritorno della [[democrazia]] spagnola, volutamente presentato dalle nuove generazioni come superamento delle divisioni del passato): ha descritto l'evento e la profonda delusione di Nenni per l'episodio (ed ancor più per il successivo rifiuto dei giovani dirigenti PSOE di accompagnarlo in visita al [[cenotafio]] dell'[[Alcázar di Siviglia|Alcazar]], dove riposavano moltissimi dei suoi compagni di lotta di mezzo secolo prima) [[Rino Formica]], presente ai fatti, nell'allocuzione al convegno di presentazione del libro ''Caro compagno. Lettere di Nenni a Franco Iacono'', edito da [[Marsilio Editori|Marsilio]], tenutosi a [[Roma]], [[palazzo Giustiniani]], sala degli [[Zuccari]], il 12 marzo [[2008]].</ref> Nenni rientrò in [[Francia]] dopo la caduta di [[Barcellona]], alla fine di gennaio del [[1939]].
 
Con l'entrata in guerra dell'Italia e l'occupazione tedesca della Francia (giugno [[1940]]), Nenni preferì lasciare [[Parigi]] e stabilirsi in "semiclandestinità" con la famiglia a [[Amélie-les-Bains-Palalda|Palalda]], nei [[Pirenei orientali]]. Nell'ottobre del [[1941]] venne firmato a [[Tolosa]] un nuovo patto di unità d'azione tra socialisti e comunisti italiani, con l'adesione anche di [[Giustizia e Libertà]].
Nenni fu arrestato a [[Saint-Flour]] dalla [[Gestapo]] l'8 febbraio [[1943]]. Rinchiuso nel carcere parigino di [[Fresnes (Valle della Marna)|Fresnes]], vi rimase circa un mese e il 5 aprile venne consegnato alla polizia fascista alla frontiera del [[Brennero]].
 
=== Il rientro in Italia e la stretta alleanza con il PCI ===
[[File:Nenni Pertini 1947.PNG|thumb|left|Nenni con [[Sandro Pertini]] ([[1947]])]]
Condotto nel carcere romano di Regina Coeli, Nenni fu poi confinato a [[Ponza]]<ref name=trec />. All'indomani della caduta di [[Mussolini]], fu liberato e, nell'agosto del [[1943]], a [[Roma]], insieme a [[Sandro Pertini]] e [[Giuseppe Saragat]], promosse l'unificazione del '''PSI''' con il [[Movimento di Unità Proletaria]] di [[Lelio Basso]], nato nel gennaio precedente, dando vita al [[Partito Socialista di Unità Proletaria]]. Il nuovo soggetto nacque in continuità ideale e storico-politica con il vecchio PSI e Nenni ne assunse la carica di segretario nazionale.
 
Il leader socialista prese parte alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] e, durante l'[[Resistenza romana|occupazione tedesca di Roma]], fu uno dei membri più influenti delle [[Brigate Matteotti]], pur essendosi rifugiato in [[Laterano]]. Contrario alla [[svolta di Salerno]] dell'aprile del [[1944]], rifiutò di partecipare al [[Governo Bonomi II|secondo Governo Bonomi]], che ne fu la diretta conseguenza. Alla fine del mese di maggio del [[1945]] ebbe il dolore della conferma della notizia della morte della figlia [[Vittoria Nenni|Vittoria]] ad [[Auschwitz]]<ref>{{cita web | url=http://www.fondazionenenni.it/biografia_nenni.asp | titolo=Biografia di Nenni | editore= Fondazione Nenni | accesso=30 marzo 2010 }}</ref>. Il mese dopo, Nenni accettò di partecipare al [[Governo Parri|primo governo del dopoguerra]], diretto da [[Ferruccio Parri]], in qualità di Vice Presidente del Consiglio e Ministro senza portafoglio, lasciando la segreteria politica del PSIUP a [[Sandro Pertini]].
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 1946|elezioni politiche del 1946]], tenutesi contemporaneamente al [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale]], Nenni venne eletto [[deputato]] e il partito conseguì un successo clamoroso, risultando la più votata formazione politica della sinistra italiana (20,68% dei suffragi, contro il 18,93% del PCI) e la seconda, per consensi, dopo la [[Democrazia Cristiana]] (35,21%). Dal 18 ottobre [[1946]] al 28 gennaio [[1947]] fu [[ministro degli Esteri]] della [[Repubblica Italiana]]<ref>La sua politica estera è descritta e commentata nella raccolta: Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', a cura di Domenico Zucàro, Sugarco, Milano, 1974</ref>.
 
Contemporaneamente, Nenni favorì uno stretto rapporto tra i socialisti e il [[Partito Comunista Italiano|Partito Comunista]] ed inaugurò la politica del "[[Fronte popolare|frontismo]]". Il 27 ottobre [[1946]] concluse un nuovo patto d'unità d'azione con il PCI, rappresentato da Togliatti, Longo e Scoccimarro; a causa di questa scelta, nel gennaio del [[1947]], dovette subire la "[[scissione di palazzo Barberini|scissione di Palazzo Barberini]]", guidata da [[Giuseppe Saragat]], dalla quale nacque il [[Partito Socialista dei Lavoratori Italiani]]. Il PSIUP riassunse il nome di Partito Socialista Italiano.
 
Il 2 febbraio [[1947]], Nenni si dimise da ministro degli Esteri, prevenendo l'esclusione delle sinistre dal governo che De Gasperi opererà pochi mesi dopo. In ottobre, la scissione socialdemocratica fu parzialmente compensata dall'ingresso nel PSI degli ex-azionisti ([[Emilio Lussu|Lussu]], [[Riccardo Lombardi (politico)|Lombardi]], [[Norberto Bobbio|Bobbio]], [[Francesco De Martino|De Martino]]), a seguito dello scioglimento di quel partito.
 
In vista delle fondamentali [[Elezioni politiche italiane del 1948|elezioni politiche del 18 aprile 1948]], Nenni fu un convinto artefice del [[Fronte Democratico Popolare]], la coalizione elettorale di sinistra con i comunisti di [[Palmiro Togliatti]]: la lista ottenne un risultato inferiore alle attese (31% dei voti alla [[Camera dei deputati|Camera]] e 30,76% al [[Senato della Repubblica|Senato]]) mentre la [[Democrazia Cristiana]] riportò una netta affermazione (oltre il 48% dei voti validi); la legislatura vide il succedersi di [[I Legislatura della Repubblica Italiana|tre governi De Gasperi]]. Una doppia sconfitta per i socialisti che videro dimezzare i propri deputati a fronte di un ottimo risultato degli scissionisti della lista di [[Saragat]] (7,07% dei voti alla Camera dei deputati). Al congresso straordinario che ne seguì ([[Genova]], 27 giugno-1º luglio [[1948]]) Nenni venne messo in minoranza. L'anno successivo, a [[Venezia]], venne invece eletto per la seconda volta Segretario Nazionale del Partito socialista e vi rimase per altri quattordici anni ([[1949]]-[[1963]])<ref name=trec />, risultando complessivamente il più longevo segretario nella storia del PSI.
 
In questi anni, contrassegnati dalla [[guerra fredda]], Nenni si batté strenuamente contro l'adesione dell'Italia al [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|Patto atlantico]], cioè al sistema di alleanza militare con gli [[Stati Uniti]] e gli Stati dell'[[Europa occidentale]], contrapponendo una ''"legittima istanza politica di neutralità"''<ref name=neutr>''Atti parlamentari'', Camera dei deputati, tornata del 30 novembre 1948</ref>. Lo statista romagnolo, infatti, si rifiutava di ravvisare nelle alleanze militari uno strumento di consolidamento della pace<ref name=neutr /> e ad esse contrapponeva l'ipotesi della creazione di un'atmosfera di distensione e nuovi rapporti di coesistenza e di collaborazione tra i popoli<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pagg. 66-67</ref>. In tale ottica, vedeva con diffidenza anche la realizzazione del sistema di aiuti economici del [[Piano Marshall]], da lui considerato ''"lo strumento economico della [[Dottrina Truman]] e della politica di [[Wall Street]]"'' e comunque un'alleanza avente indirettamente significato e contenuto militare<ref name=neutr />. Contemporaneamente, tuttavia, Nenni non mancava di considerare, nell'ambito della volontà dei popoli ''"la freddezza, la padronanza di sé, di cui danno prova i Paesi dell'Est e l'[[Unione Sovietica]]"''<ref name=neutr />, né trascurava di ribadire ''"la ragione di carattere nazionale, per cui i socialisti, non da ieri o avant'ieri ma sempre, dal 1918 in poi, si sono stretti intorno all'Unione Sovietica"'' sia ''"da ricercarsi proprio nel fatto che in questo immenso paese essi hanno visto, per noi italiani, un elemento di maggior sicurezza"''<ref name=neutr />.
 
Dopo la firma del Patto atlantico, Nenni aprì i lavori del congresso di costituzione del movimento dei "Partigiani della pace", a [[Parigi]], il 21 aprile [[1949]], presenti i delegati di 72 Nazioni - tra cui più di mille dall'Italia - e propose la costituzione di un ''Consiglio permanente per la pace''<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pag. 91</ref>.
 
Nel [[1951]] i [[Unione Sovietica|sovietici]] assegnarono a Nenni [[Premio Stalin per la pace]]<ref name=trec/>, che lo statista romagnolo ritirò personalmente nell'estate del [[1952]]. In occasione di questo suo viaggio a [[Mosca]] gli fu anche concesso un incontro privato con [[Stalin]], il quale morirà pochi mesi dopo. Nenni fu così l'ultimo politico occidentale a far visita al dittatore sovietico.
 
In vista delle [[elezioni politiche italiane del 1953|elezioni politiche del 1953]], lottò contro la nuova legge elettorale voluta dalla [[Democrazia Cristiana|DC]] (denominata dai detrattori "[[legge truffa]]") ed ebbe partita vinta: il suo PSI conseguì un incoraggiante 12,7% dei consensi e per pochissimi voti il premio di maggioranza previsto dalla legge tanto criticata non scattò: questa fu l'ultima volta in cui Nenni si presentò alle elezioni in totale contrapposizione alla DC.
 
=== Il centro-sinistra e la "riunificazione" ===
[[File:Nenni.jpg|thumb|Nenni con il Guardaportone di [[Palazzo Montecitorio]] ([[1958]])]]
Al XXXI Congresso del PSI (Torino, marzo-aprile 1955), Nenni si fece assertore di un'apertura al mondo cattolico e di un'intesa con la [[Democrazia Cristiana]]<ref name=trec />, accettando un'interpretazione strettamente difensiva e geograficamente delimitata del Patto Atlantico<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pag. 125</ref>. Tale linea trovò sponda nel Presidente della Camera [[Giovanni Gronchi]], leader della sinistra democristiana e su posizioni critiche verso l'atlantismo. Il 29 aprile [[1955]], Gronchi fu eletto [[Presidente della Repubblica]], battendo il candidato conservatore [[Cesare Merzagora]], con i voti determinanti di socialisti e comunisti. L'apertura a sinistra, però, non decollò immediatamente.
 
Il 27 settembre [[1955]], a [[Mosca]], Nenni incontrò [[Malenkov]] e [[Suslov]]; il 30 settembre, a [[Pechino]], [[Zhou Enlai]] e [[Mao Zedong]]; il 15 ottobre, a [[Yalta]], [[Nikita Kruscev]], avvertendo già l'imminente denuncia dello stalinismo, che avverrà alcuni mesi dopo, al XX Congresso del [[PCUS]]<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pagg. 130-141</ref>. All’indomani della pubblicazione del ''Rapporto segreto'' di Kruscev, il leader socialista, a [[Pralognan-la-Vanoise|Pralognan]], si riavvicinò al socialdemocratico Saragat<ref name=trec /> e poi denunciò il patto d’unità d’azione con il PCI, che fu trasformato in mero "patto di consultazione".
 
L'allontanamento dai comunisti divenne più marcato dopo i [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti d'Ungheria del 1956]]; Nenni, restituì il Premio Stalin conseguito cinque anni prima e devolse la somma ricevuta alla [[Croce Rossa Internazionale]] in favore delle vittime della rivoluzione ungherese e della [[crisi di Suez]]. All'interno del partito fondò la corrente "[[Socialisti autonomisti|autonomia socialista]]", tendente a creare le condizioni per un governo che fosse espressione di un accordo tra i socialisti ed il [[Centro (politica)|centro]], contrapposta alla corrente dei "[[Socialisti carristi|carristi]]", più orientati a [[Sinistra (politica)|sinistra]]. Ciò favorì l'ingresso nel PSI degli ultimi "azionisti" ([[Tristano Codignola|Codignola]]), provenienti dalla lista di [[Unità Popolare]].
 
Le [[elezioni politiche italiane del 1958|elezioni politiche del 1958]] premiarono la linea autonomista del PSI, che conseguì il 14,2% dei voti alla Camera dei deputati (+1,5%). Dalle urne uscì il [[Governo Fanfani II|secondo Governo Fanfani]], composto da democristiani e socialdemocratici, con l'appoggio esterno dei repubblicani e che, pur denominato di "[[centrosinistra]]", vedeva i socialisti ancora all'opposizione. Tale governo ebbe breve vita e andò in crisi il 15 febbraio [[1959]]. Solo con l'avvento di [[Aldo Moro]] alla segreteria politica della DC e la vittoria di [[Ugo La Malfa]] sul conservatore Pacciardi al XXVII Congresso del PRI (marzo 1960), si poté procedere al varo del [[Governo Fanfani IV|quarto Governo Fanfani]] (21 febbraio [[1962]]), nel quale il PSI, per la prima volta dal [[1947]], non votò contro ma si astenne dal voto di fiducia. Infine, al congresso socialista di Milano del 25-29 ottobre [[1963]], il partito decise la partecipazione a un nuovo governo di centrosinistra<ref>Tuttavia, al congresso successivo, svoltosi a Roma all'inizio del [[1964]], presso il Palazzo dei Congressi dell'[[EUR]], si ebbe la scissione della corrente dei "carristi" che, dopo il XXXV congresso diedero vita al nuovo [[PSIUP]], guidato da [[Tullio Vecchietti]] e [[Dario Valori]].</ref>. Nenni, dopo quattordici anni, lasciava la carica di segretario nazionale, per assumere incarichi di governo.
 
Fu più volte [[ministro]] e anche [[Presidente del Consiglio dei Ministri|vicepresidente del Consiglio]] (nel [[governo Moro I|primo]] nel [[governo Moro II|secondo]] e nel [[governo Moro III|terzo governo Moro]]); si adoperò per l'adozione di riforme economiche e di struttura, nonché per la riforma della scuola (fu tra l'altro fautore dell'abolizione dell'insegnamento obbligatorio del [[Lingua latina|latino]], da lui definito "lingua dei signori") e per la semplificazione della [[burocrazia]] (famosa la sua battaglia contro il titolo di "[[Eccellenza (titolo)|eccellenza"]]). Gran parte delle riforme contenute nel programma del primo governo di centrosinistra, tuttavia, non erano viste di buon occhio dalle componenti più conservatrici della Democrazia cristiana e dall'allora [[Presidente della Repubblica]] [[Antonio Segni]].
 
Il 25 giugno [[1964]], Moro fu costretto a rassegnare le dimissioni, dopo essere stato battuto sulla discussione del bilancio del [[Ministero della pubblica istruzione]], nella parte che assegnava maggiori fondi per il funzionamento delle scuole private. Durante le consultazioni per il conferimento del nuovo incarico di governo, Segni esercitò pressioni su Pietro Nenni per indurre il Partito socialista a uscire dalla maggioranza governativa, comunicandogli che comunque avrebbe rimandato alle camere, per riesame, il disegno di legge urbanistica [[Fiorentino Sullo|Sullo]] - [[Riccardo Lombardi (politico)|Lombardi]], qualora fosse stato approvato<ref>Indro Montanelli, ''Storia d'Italia''. Vol. 10, RCS Quotidiani, Milano, 2004, pagg. 379-380</ref>. Secondo alcuni storici, qualora le trattative per la formazione di un nuovo governo di centro-sinistra fossero fallite, Segni sarebbe stato favorevole a sostituire Moro con il Presidente del Senato [[Cesare Merzagora]], di tendenze conservatrici e sostenuto dalle forze economiche<ref>Sergio Romano, ''Cesare Merzagora: uno statista contro i partiti'', in: ''Corriere della Sera'', 14 marzo 2005</ref>.
 
Moro, invece, riuscì a formare un nuovo governo di centro-sinistra, dopo aver convinto Nenni ad accettare il ridimensionamento dei suoi programmi riformatori. Nell' ''[[Avanti!]]'' del 22 luglio, Nenni si giustificò in tal modo di fronte ai suoi elettori e compagni di partito: ''"Se il centro-sinistra avesse gettato la spugna sul ring, il governo della [[Confindustria]] e della [[Confagricoltura]] era pronto a essere varato. Aveva un suo capo, anche se non è certo che sarebbe arrivato per primo al traguardo senza essere sopravanzato da qualche notabile democristiano"''; e nell' ''Avanti!'' del successivo 26 luglio dichiarò: ''"La sola alternativa che si sarebbe delineata sarebbe stata un governo di destra... nei cui confronti il ricordo del [[Fatti di Genova del 30 giugno 1960|luglio 1960]] sarebbe impallidito"''<ref>Giorgio Galli, ''Affari di Stato'', Edizioni Kaos, Milano, 1991, pag. 94</ref>.
 
Nenni fu nuovamente [[ministro degli Esteri]] nel [[governo Rumor I|primo governo Rumor]] (1968-69), ottenendo dal parlamento l'approvazione dell'interpretazione, da lui concepita sin dal 1955, degli obblighi assunti dall'Italia con l'alleanza atlantica: ''"il governo... considera il Patto atlantico, nella sua interpretazione difensiva o geograficamente delimitata, il fattore essenziale nella sicurezza del paese, ne accetta gli obblighi e intende svolgerli nel contesto di una politica generale volta creare e a consolidare condizioni di sviluppo pacifico nelle relazioni internazionali, tali da fare nei blocchi un fattore di equilibrio e non di rottura, così da avviarli al loro superamento''"<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pag. 201</ref>. Il 29 gennaio [[1969]], l'Italia procedeva alla firma del [[Trattato di non proliferazione nucleare]], contemporaneamente ai governi di [[Washington]], [[Londra]] e [[Mosca]]<ref>Pietro Nenni, ''I nodi della politica estera italiana'', cit., pag. 206</ref>.
 
La politica di centro-sinistra e la Presidenza della Repubblica dell'amico-rivale Saragat, favorirono la realizzazione di un altro annoso obiettivo di Pietro Nenni: la riunificazione socialista. Il 30 ottobre [[1966]] il [[Partito Socialista Italiano|PSI]] e il [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]], dopo alcuni anni di comune presenza all'interno dei governi di centro-sinistra, si riunificarono nel "PSI-PSDI Unificati" (soggetto noto con la denominazione [[Partito Socialista Unificato]]). La fusione fu proclamata davanti a 20-30mila persone dalla Costituente socialista riunita al [[PalaLottomatica|Palazzo dello Sport dell'EUR]] di [[Roma]]. I 1.450 delegati socialisti elessero Pietro Nenni presidente unico del nuovo partito.
 
=== L'addio ===
{{Citazione|Sarebbe stato uno splendido presidente della Repubblica, e ci avrebbe fatto bene averlo al Quirinale. Ma non glielo permisero, non ce lo permisero. I suoi amici prima ancora dei suoi nemici.|[[Oriana Fallaci]], Intervista con la storia, [[1974]]}}
 
Alle [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1964|elezioni del Presidente della Repubblica del 1964]], Nenni fu il candidato presentato dal suo partito a partire dal 10º scrutinio. Nel 13º scrutinio fu votato anche dai parlamentari del PCI e del PSDI, fino a raggiungere il tetto di 385 voti al 20° (il ''quorum'' richiesto per l'elezione era 482). Ma, già al 18º scrutinio, democristiani e socialdemocratici si erano orientati a sostenere Giuseppe Saragat - che sarà poi eletto - e Nenni ritenne opportuno rinunciare alla candidatura. Alle successive [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1971|elezioni del 1971]], la candidatura Nenni fu opposta dalle sinistre a quella di [[Giovanni Leone]] al 22º e 23° scrutinio, ma risultò soccombente.
 
Nel frattempo, le [[Elezioni politiche italiane del 1968|elezioni politiche del 1968]] risultarono una sconfitta per il '''Partito socialista unificato''' che, complessivamente, perdette 29 seggi alla Camera<ref>cfr.; ''Almanacco di Storia illustrata 1968'', pag. 65</ref>. Le correnti massimaliste del partito tornarono a reclamare una strategia volta a riassorbire i consensi perduti a sinistra, determinando una sempre maggior inquietudine tra gli ex-socialdemocratici. Nel luglio 1969, Nenni tentò in extremis di salvare l'unificazione, presentando una mozione "autonomista" che fu sconfitta dalla linea massimalista di De Martino. Immediatamente si consumò una seconda scissione socialdemocratica, questa volta irreversibile.
 
Nel [[1970]], Nenni venne nominato [[senatore a vita (diritto italiano)|senatore a vita]] dal Presidente della Repubblica [[Giuseppe Saragat]], ma rimase comunque presidente onorario del partito. Come raccontato nel libro ''[[Un uomo (romanzo)|Un uomo]]'' di [[Oriana Fallaci]], Nenni fu una delle tre persone che incontrarono [[Alexandros Panagulis]] al suo arrivo in Italia (1973). La sua ultima grande campagna fu quella per il riconoscimento legale del [[divorzio]], la cui prima proposta di legge nel Parlamento repubblicano era stata presentata dalla figlia [[Giuliana Nenni|Giuliana]], all'epoca senatrice.
 
[[File:Craxi-nenni1979.jpg|thumb|250px|left|Pietro Nenni e Bettino Craxi nel [[1979]]]]
La disillusione per molte delle speranze infrante del centro-sinistra - ma anche la difficoltà di riconoscersi nelle mutate condizioni sociali e politiche del Paese - lo portò al "periodo triste",<ref>Così definito da Rino Formica in un'allocuzione al convegno di palazzo Giustiniani del 2008.</ref> determinato dall'emarginazione della linea autonomista da parte della segreteria [[Francesco De Martino|De Martino]].
 
Nel [[1976]], in un articolo sull'[[Avanti!]] De Martino annunciò il ritiro dell'appoggio esterno del PSI al [[Governo Moro V|quinto governo Moro]] determinandone la caduta. Le successive [[elezioni politiche del 1976|elezioni politiche anticipate]] si conclusero con una pesante sconfitta per il Partito socialista, i cui voti scesero sotto la soglia psicologica del 10%. Contemporaneamente la [[Democrazia Cristiana]] riuscì a rimanere il partito di maggioranza relativa, nonostante una crescita impressionante del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] di [[Enrico Berlinguer]].
 
De Martino, che puntava ad una nuova alleanza con i comunisti, fu costretto alle dimissioni e si aprì all'interno del PSI una grave crisi. Alla ricerca di una nuova identità che rilanciasse il partito, il 16 luglio il comitato centrale si riunì in via straordinaria presso l'Hotel Midas di [[Roma]] e, con il decisivo appoggio di Nenni, fu eletto segretario [[Bettino Craxi]], esponente della linea autonomista e [[Delfino (titolo)|delfino]] politico dell'anziano presidente onorario.
 
Smentendo un'interpretazione interessata delle vicende interne al partito, sia Francesco Guizzi che [[Rino Formica]] hanno confermato che il sostegno di Nenni alla segreteria di Craxi si prolungò fino alla fine. Quando la corrente [[Claudio Signorile|signoriliano]]-[[Giuliano Amato|amatiano]]-[[Antonio Giolitti|giolittiana]] tentò di abbattere il segretario nel Comitato centrale del 20 dicembre [[1979]], il già malato Nenni, nell'abbandonare stremato a mezzanotte la riunione, richiese di essere richiamato nel caso si addivenisse ad un voto nel prosieguo della nottata, per non far mancare il suo appoggio a Craxi (quel voto, tuttavia, non fu necessario per la defezione di [[Gianni de Michelis|De Michelis]] dallo schieramento contrario alla segreteria).<ref>Rino Formica, ''cit.''</ref>
 
Pietro Nenni era [[ateo]]<ref>Si veda l'articolo dell'Agenzia ADNKronos in data 29 aprile 1998 "PIO XII: L'[[ateo]] Nenni''testimone'' a favore santità del papa.</ref>: è' morto il giorno di [[capodanno]] del [[1980]] ed è sepolto presso il [[Cimitero del Verano]] di Roma.
 
== Opere ==
* ''Repubblicani e sindacalisti'', Jesi, La tipografica jesina, 1913.
* ''Lo spettro del comunismo, 1914-1921'', Milano, Modernissima, 1921.
* ''L'assassinio di Matteotti ed il processo al Regime'', Milano, Avanti!, 1924.
* ''Il delitto di Roma'', Buenos Aires, L'Italia del popolo, 1924.
* ''Storia di quattro anni. La crisi socialista dal 1919 al 1922'', Milano, Libreria del Quarto Stato, 1927.
* ''La faillite du syndacalisme fasciste'', Paris, Librairie Valois, 1929.
* ''Ricordi di un socialista: sei anni di guerra civile in Italia'', Paris, E. Cecconi, 1929.
* ''Le esecuzioni di Trieste'', Paris, Librairie S.F. I.C., 1930.
* ''La lutte de classes en Italie'', Paris, Editions de la Nouvelle Reveu Socialiste, 1930.
* ''La lutte socialiste contre le fascisme et pour le pouvoir'', Sfie, 1933.
* ''Marx e il marxismo. In occasione del cinquantenario della morte di Marx'', Edizioni popolari del Partito socialista italiano, 1933.
* ''Il delitto africano del fascismo'', Sfie, 1935.
* ''Per la Spagna. Con la Spagna'', Edizioni del Partito socialista italiano, 1937.
* ''Solidarite envers le peuple italien'', Entente internationale pour la defense du droit, de la liberte et de la paix en Italie, 1938.
* ''Sei anni di guerra civile'', Rizzoli, 1945.
* ''L'eredità della breccia di Porta Pia'', Sugar, 1971.
* ''Pietro Nenni. Dalle barricate a Palazzo Madama'', Mursia, 1971.
* ''I nodi della politica estera italiana'', SugarCo, 1974.
* ''Spagna. Edizione riveduta ed ampliata'', SugarCo, 1976.
* ''Storia di quattro anni. 1919-1922'', Sugarco, 1976.
* ''La battaglia socialista contro il fascismo, 1922-1944'', Mursia, 1977.
* ''Intervista sul socialismo italiano'', Laterza, 1977.
* ''Vento del Nord'', Einaudi, 1978.
* ''Diari '', 3 volumi, SugarCo, 1981-1983.
* ''Garibaldi'', Galzerano, 1982.
* ''Discorsi parlamentari. 1946-1979'', Camera dei deputati. Segreteria generale. Ufficio stampa e pubblicazioni, 1983.
* ''Nenni e Israele'', Il Garofano Rosso, 1984.
* ''La lotta di classe in Italia'', SugarCo, 1987.
* ''Nenni dieci anni dopo'', Lucarini, 1990.
* ''Nenni, 1956'', Comma, 1991.
* ''Pietro Nenni. Protagonista e testimone di un secolo, 1891-1991'', Psi, 1991.
* ''Carteggio La Malfa-Nenni, 1947-1971'', 1991.
* ''Pietro Nenni, Aldo Moro. Carteggio 1960-1978'', La nuova Italia, 1998.
 
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza=Premio Stalin per la Pace
|collegamento_onorificenza=Premio_Lenin_per_la_pace
|motivazione=
|luogo= [[Mosca]], [[1951]]
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Ezio Bartalini]], ''Pietro Nenni'', Roma, Partenia, 1946.
* [[Giorgio Bocca]], ''Nenni quarant'anni dopo'', Firenze, Marchi, 1964.
* Duilio Susmel, ''Nenni e Mussolini, mezzo secolo di fronte'', Milano, Rizzoli, 1969.
* Maria Grazia D'Angelo Bigelli, ''Pietro Nenni. Dalle barricate a Palazzo Madama'', Roma, G. Giannini, 1970; Milano, Mursia, 1971.
* [[Giovanni Spadolini]], ''Nenni sul filo della memoria (1949-1980)'', Firenze, Le Monnier, 1982. ISBN 88-00-85590-3
* Franca Biondi Nalis, ''La giovinezza politica di Pietro Nenni'', Milano, Angeli, 1983.
* [[Giuseppe Tamburrano]], ''Pietro Nenni'', Roma-Bari, Laterza, 1986. ISBN 88-420-2707-3
* [[Enzo Santarelli]], ''Pietro Nenni'', Torino, UTET, 1988. ISBN 88-02-04183-0
* Spencer Di Scala, ''Da Nenni a Craxi. Il socialismo italiano visto dagli U.S.A.'', Milano, SugarCo, 1988. ISBN 88-7198-033-6
* Gianna Granati (a cura di), ''Pietro Nenni protagonista e testimone di un secolo. 1891-1991'', Roma, Direzione P.S. I. Ufficio centrale stampa e propaganda, 1990.
* Marco Severini, ''Nenni il sovversivo. L'esperienza a Jesi e nelle Marche (1912-1915)'', Venezia, Marsilio, 2007. ISBN 978-88-317-9323-0
 
== Voci correlate ==
* [[Pacifismo]]
* [[Socialismo]]
* [[Socialdemocrazia]]
* [[Sinistra (politica)]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|autore=|url=http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=V%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/Leg05/framedeputato.asp?Deputato=1d19410|titolo=Dati personali e incarichi nella V Legislatura|accesso=26 dicembre 2007|editore=Camera dei Deputati|data=}}
* {{cita web|autore=|url=http://www.degasperi.net/scheda_fonti.php?id_obj=2852&obj_type=f12&parent_cat=|titolo=Pietro Nenni|accesso=26 dicembre 2007|editore=Alcide De Gasperi nella storia d'Europa|data=}}
* {{cita web|autore=|url=http://www.fondazionenenni.it|titolo=Sito della Fondazione Nenni|accesso=4 agosto 2009|editore=|data=}}
 
{{Contea di Providence}}
{{Box successione|carica=[[Elenco dei Ministri degli Esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana]]|immagine=Italy-Emblem.svg
{{Rhode Island}}
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{{Portale|Stati Uniti d'America}}
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[[Categoria:PoliticiComuni del PartitoRhode Repubblicano ItalianoIsland]]
[[Categoria:Politici del Partito Socialista Italiano]]
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[[Categoria:Brigate Matteotti]]