Ordine di Santo Stefano papa e martire e Amadou Diawara: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
{{nota disambigua|l'ordine della corona ungherese|Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria}}
|Nome = Amadou Diawara
{{F|onorificenze|maggio 2012}}
|Immagine =
{{Onorificenza
|Didascalia =
|nome = Ordine di Santo Stefano papa e martire
|nomecompletoSesso = M
|CodiceNazione = {{GIN}}
|immagine = Cr Stefanus Paus en Martelaar aan lint.jpg
|Altezza = 182<ref name="Dati">{{cita web|url=http://www.sscnapoli.it/Squadra/Amadou-Diawara|titolo=Amadou Diawara|accesso=27 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160828035948/http://www.sscnapoli.it/Squadra/Amadou-Diawara|dataarchivio=28 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref>
|legenda = Le insegne dell'Ordine
|Peso = 76<ref name="Dati" />
|concesso da = {{simbolo|Bandiera del granducato di Toscana (1562-1737 ).gif|40}} {{simbolo|State flag simple of the Grand Duchy of Tuscany.svg|40}}<br />[[Granducato di Toscana]]
|Disciplina = Calcio
|tipologia = Ordine religioso-cavalleresco
|Ruolo = [[Centrocampista]]
|motto =
|Squadra = {{Calcio Napoli}}
|status = concesso come ordine dinastico
|TermineCarriera =
|capo = [[Sigismondo d'Asburgo-Lorena]]
|SquadreGiovanili = {{Carriera sportivo
|data istituzione = 15 marzo [[1561]]<br /><small>(approvato da [[Pio IV]] il 1º ottobre 1561)</small>
|2013-2014|{{Bandiera|NC}} Virtus Cesena|
|luogo istituzione = [[Firenze]]
|primocapo = [[Cosimo I de' Medici]]
|data cessazione =
|luogo cessazione =
|gradi = Cavaliere di gran croce<br />Commendatore<br />Cavaliere
|precedenza = [[Onorificenze degli Stati preunitari d'Italia|Precedenza]]
|ordinepiùalto = -
|ordinepiùbasso = [[Ordine di San Giuseppe]]
|immaginenastro = TOSC Order of Santo Stefano BAR.svg
|legendanastro = Nastro dell'ordine
}}
|Squadre = {{Carriera sportivo
L''''Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire''' è un [[Ordini religiosi cavallereschi|ordine religioso cavalleresco]] di fondazione [[Papa|pontificia]] (Bolla ''His quae d''el 1º febbraio [[1562]] di Pio IV), con doppia [[personalità giuridica]], cioè [[diritto canonico|canonica]] (attualmente Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia) e [[diritto civile|civile]]. Fu di [[collazione (diritto)|collazione]] della [[Granducato di Toscana|casa granducale di Toscana]], così come l'[[Ordine di San Giuseppe]] e l'[[Ordine del merito civile e militare (Toscana)|Ordine del merito civile]].
|2014-2015|{{Calcio San Marino|G}}|15 (0)
|2015-2016|{{Calcio Bologna|G}}|34 (0)
|2016-2019|{{Calcio Napoli|G}}|49 (1)
 
|SquadreNazionali = {{Carriera sportivo
==Storia==
|2018-|{{Naz|CA|GIN}}|6 (0)
{{vedi anche|Marina del Granducato di Toscana}}
}}
Dopo vari tentativi di [[Cosimo de' Medici]] duca di Firenze e di Siena (come feudatario imperiale), fu solo con l'ascesa al soglio papale di [[papa Pio IV]], favorevole alla casa dei [[Medici]], che poté essere fondato l'Ordine di Santo Stefano papa e martire, consacrato sotto la regola [[Ordine di San Benedetto|benedettina]], in memoria della vittoria riportata sui francesi del maresciallo Strozzi del 2 agosto [[1554]] contro Siena, festa di [[papa Stefano I|santo Stefano papa e martire]], per altri dal giorno della vittoria di Cosimo nella [[battaglia di Montemurlo]] (1º agosto [[1537]]). Fu lo stesso papa Pio IV che con la solenne bolla ''His quae'' del 1º febbraio 1562 ne decretò la costituzione ("perpetuo erigimus ac instituimus") e ne approvò lo Statuto ("statuimus ac ordinamus"), dando il gran magistero ("ufficio ecclesiastico") "in affidamento" ("perpetuo constituimus et deputamus") a Cosimo de' Medici duca di Firenze e poi Granduca di Toscana e ai suoi successori, cosicché l'Ordine fu definito una ''quasi religio''. Il primo gran maestro fu quindi Cosimo e poi i suoi successori, i [[granduchi di Toscana]] prima di casa [[Medici]] e poi di casa [[Lorena (dinastia)|Asburgo-Lorena]] (il passaggio del Gran Magistero ai Lorena fu confermato da papa Benedetto XIV con il breve "Praeclara Militiae" dell'8 giugno 1748).
|Aggiornato = 23 giugno 2019
}}
 
{{Bio
La prima sede dell'Ordine fu [[Portoferraio]] nell'[[isola d'Elba]], poi [[Pisa]] in via definitiva. La [[piazza dei Cavalieri]] prende il nome proprio da quest'ordine, così come la [[chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri]]. Le insegne dell'ordine sono la [[biforcata|croce rossa a otto punte bordata d'oro]] in campo bianco, accantonata da gigli d'oro. I suoi cavalieri erano "nobili, militari, cavalieri di giustizia, serventi e fratelli d'armi" e per essere ammessi dovevano dimostrare quattro gradi di nobiltà paterna e materna.
|Nome = Amadou
|Cognome = Diawara
|Sesso = M
|LuogoNascita = Conakry
|GiornoMeseNascita = 17 luglio
|AnnoNascita = 1997
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = guineano
|PostNazionalità = , [[centrocampista]] della Roma e della [[Nazionale di calcio della Guinea|nazionale guineana]]
}}
 
==Caratteristiche tecniche==
Il successo dell'ordine fu notevole e si estese anche fuori dai confini della Toscana, tra gli altri stati italiani ed esteri, lasciando una eccellente fama. La sua missione era di liberare il Mediterraneo dai pirati musulmani e i cristiani dalla schiavitù ottomana.
Classico [[Centrocampista#Difensivi|mediano]],<ref>{{Cita web|url = http://www.transfermarkt.it/amadou-diawara/profil/spieler/355501|titolo = Amadou Diawara - Profilo giocatore - Transfermarkt|accesso = 26 gennaio 2016|sito = www.transfermarkt.it}}</ref> trova la sua posizione ideale davanti alla difesa in un centrocampo disposto a [[4-2-3-1]] o in un [[4-3-3]]. Molto abile nello spezzare le trame del gioco avversario e nel far ripartire l'azione, si è da subito contraddistinto per la grande tranquillità con cui approccia le partite e per la grande lucidità di pensiero nell'interpretare le azioni.<ref>{{Cita news|lingua=|autore=|url=http://www.goal.com/it/news/3785/generazione-di-fenomeni/2015/12/26/18612212/profilo-amadou-diawara-muscoli-e-talento-per-il-bologna-di|titolo=Profilo - Amadou Diawara, muscoli e talento per il Bologna di Donadoni - Goal.com|pubblicazione=Goal.com|data=2015-12-22|accesso=2016-10-29}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.calciomercato.com/news/diawara-incanta-anche-san-siro-la-juve-mette-sul-piatto-10-milio-219792|titolo=Juve, 10 milioni per Diawara|pubblicazione=Calciomercato.com {{!}} Tutte le news sul calcio in tempo reale|accesso=2016-10-29}}</ref>
 
Dichiara di ispirarsi a [[Yaya Touré]],<ref>{{Cita web|url = http://www.calciogazzetta.it/serie-a/serie-a-bologna-diawarasogno-di-diventare-come-yaya-toure/|titolo = Serie A, Bologna- Diawara:sogno di diventare come Yaya Toure'. - Calcio Gazzetta|accesso = 26 gennaio 2016|sito = Calcio Gazzetta|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160201044253/http://www.calciogazzetta.it/serie-a/serie-a-bologna-diawarasogno-di-diventare-come-yaya-toure/|dataarchivio = 1º febbraio 2016}}</ref> vero e proprio punto di riferimento per molti mediani africani nati negli [[Anni 1990|anni novanta]], tant'è che sceglie la maglia numero 42 proprio in suo onore. Per caratteristiche tecniche può anche essere avvicinato a grandi interpreti del ruolo come [[Claude Makélélé]] e [[Didier Zokora]].<ref>{{Cita news|url=http://www.tuttomercatoweb.com/roma/?action=read&idnet=dm9jZWdpYWxsb3Jvc3NhLml0LTEzMjk4OQ|titolo=Il filo di Napoli-Roma: Amadou Diawara|accesso=2016-10-29}}</ref>
===Le campagne militari===
[[File:Pisa.Palazzo dei Cavalieri01.jpg|thumb|Il [[palazzo dei Cavalieri]] a Pisa]]
Le campagne militari possono essere riassunte in tre fasi:
#la prima (anni verso il [[1570]]) vide l'Ordine schierato a fianco della Spagna contro gli [[Ottomani]], con la difesa di [[Malta]] ([[1565]]), la [[battaglia di Lepanto]] ([[1571]]) partecipandovi con dodici galee e la presa di [[Annaba|Bona]] in [[Algeria]];
#la seconda, dopo il riconoscimento delle qualità aggressive dell'Ordine, contro turchi e barbareschi lungo le coste del [[Mediterraneo]]; risalgono a questo periodo una serie di incursioni sulle [[Isole egee|isole dell'Egeo]] tenute dai [[turchi]], le campagne in [[Dalmazia]] e [[Isola di Negroponte|Negroponte]] e la guerra di [[Corfù]];
#la terza (attorno al [[1640]]) con una diminuzione dell'attività militare in favore di compiti di rappresentanza e di difesa della costa; risale a questo periodo un aiuto ai [[venezia]]ni contro gli ottomani ([[guerra di Candia]]).
 
==Carriera==
L'ultima azione militare risale al [[1719]]: il [[granduca Pietro Leopoldo]] alla fine del Settecento ne promosse una riorganizzazione interna, eliminandone la componente militaresca e riciclandolo come l'istituto per la preparazione della classe dirigente toscana: ad esempio, fra i membri di quest'epoca si ricorda [[Giorgio Viviano Marchesi Buonaccorsi]], celebre soprattutto per le opere di carattere storico. La legge sulla riorganizzazione della nobiltà toscana e dei feudi del 1749 si ispirò proprio agli statuti e ai principi dell'Ordine cavalleresco.
===Club===
====San Marino====
Nato in [[Guinea]], all'età di 10 anni si iscrive a una scuola calcio. Dopo qualche anno viene notato dallo scout Roberto Visani, che lo porta in Italia. Qui viene inizialmente tesserato per la società dilettantistica Virtus Cesena e nel 2014, dopo un paio di provini, viene ingaggiato dal [[San Marino Calcio|San Marino]]<ref>{{cita web|url=http://www.1000cuorirossoblu.it/bolognafc/mondoprimavera/11334-mondo-primavera-alla-scoperta-di-amadou-diawara-il-nuovo-yaya-toure-4-giu.html/|titolo=Mondo Primavera – Alla scoperta di Amadou Diawara|editore=1000cuorirossoblu.it }}</ref>, militante in [[Lega Pro]], dove colleziona 15 presenze. Ha esordito tra i professionisti l'8 febbraio 2015 in occasione di [[Santarcangelo Calcio|Santarcangelo]]-San Marino.
 
====Bologna====
Un primo tentativo di soppressione si ebbe in epoca [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]], il 9 aprile [[1809]], ma [[Ferdinando III di Lorena]] lo ripristinò il 22 dicembre [[1817]] con alcunee modifiche statutarie.
Il 23 giugno 2015 si trasferisce a titolo definitivo al [[Bologna Football Club 1909|Bologna]]<ref>{{cita web|url=http://www.bolognafc.it/news.asp?id=13189#.VdnBVfntmko|titolo=Diawara al Bologna|editore=Bolognafc.it|urlmorto=sì|accesso=26 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923193802/http://www.bolognafc.it/news.asp?id=13189#.VdnBVfntmko|dataarchivio=23 settembre 2015}}</ref>, con il quale esordisce alla prima partita ufficiale della stagione, in [[Coppa Italia]], nella sconfitta per 1-0 contro il {{Calcio Pavia|N}}. Il debutto in [[Serie A]] avviene una settimana più tardi, il 22 agosto 2015, quando subentra all'infortunato [[Lorenzo Crisetig]] nella partita in trasferta contro la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], persa dai rossoblù con il punteggio di 2-1. Inizialmente aggregatosi con la primavera, le sue ottime prestazioni convincono prima Delio Rossi e poi Roberto Donadoni a inserirlo titolare.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Bologna/09-11-2015/bologna-donadoni-vola-golden-boy-onda-verde-diawara-masina-donsah-130853662299.shtml|titolo = Bologna, Donadoni vola coi golden boy. Onda verde Diawara, Masina e Donsah|accesso = |data = }}</ref> Conclude la sua prima stagione in [[Serie A 2015-2016|Serie A]] con 34 presenze. Poco dopo la fine del campionato e l'aver partecipato, insieme alla squadra, al pre-ritiro a Castiadas in Sardegna, si rende protagonista di un piccolo caso mediatico, non essendosi infatti presentato al raduno prima della partenza per [[Castelrotto]], sede del ritiro dei rossoblu, senza fornire spiegazione alcuna e nascondendo dove si trovasse, rifiutando quindi la partecipazione al ritiro stesso per spingere il club alla cessione.<ref>{{Cita news|url=http://bologna.repubblica.it/sport/2016/07/10/news/diawara-143776360/|titolo=Caos a Casteldebole: Bologna va in ritiro, ma Diawara non si presenta|pubblicazione=Repubblica.it|data=2016-07-10|accesso=2016-10-29}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=|nome=MARCELLO|cognome=GIORDANO|autore=|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/fc/diawara-rottura-ritiro-castelrotto-1.2332645|titolo=Bologna, Diawara non si presenta al ritiro - il Resto del Carlino|pubblicazione=il Resto del Carlino|data=2016-07-10|accesso=2016-10-29}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calciomercato/10-07-2016/diawara-rompe-col-bologna-non-si-presenta-ritiro-c-dietro-roma-160297623437.shtml|titolo=Diawara rompe col Bologna: non si presenta in ritiro. Bigon: "Il ragazzo ha commesso un errore, così ci rimette lui"|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita|accesso=2016-10-29}}</ref>
Alla vigilia dell'Unità italiana l'Ordine era composto da 34 Priori, 23 Balì, 49 Cavalieri con commenda familiare, 177 Cavalieri per Giustizia, 187 Cavalieri collatarii di commende di Grazia e 12 Collatarii autorizzati senza commenda per un totale di 482 membri oltre il Gran Maestro, e i Cavalieri di Gran Croce. Tra gli ultimi esponenti illustri del periodo granducale si ricordano il principe [[Colloredo-Mansfeld]], i marchesi [[Malaspina]], [[Emanuele Fenzi]], il principe Andrea [[Corsini]], [[Stanislao Grottanelli De Santi]], i principi [[Poniatowski]], il conte [[Francesco De Larderel]], [[Alessandro Carega]], i conti [[della Gherardesca]], l'avvocato [[Ubaldo Maggi]], il conte [[Demetrio Finocchietti]], [[Cosimo Ridolfi]], [[Giovanni Baldasseroni]], [[Guglielmo De Cambray Digny]], l'avvocato [[Primo Ronchivecchi]], il conte avvocato [[Luigi Fabbri]].
Un nuovo tentativo di soppressione dell'Ordine avvenne nel [[1859]], con l'unificazione della Toscana al [[Regno di Sardegna]], ma con valenza solo agli effetti patrimoniali perché l'Ordine di Santo Stefano, quale ordine religioso fondato "in perpetuo" direttamente da un Papa, può essere soppresso solo con [[bolla pontificia|bolla papale]] e quindi è a tutt'oggi pienamente operante. Oltretutto l'Ordine era legato alla Dinastia regnante su Toscana che aveva avuto il Gran Magistero "in affidamento" e quindi allo Stato e al suo territorio. Sino a Ferdinando IV l'Ordine continuò ad essere concesso.
 
====Napoli====
Il 20 dicembre 1866 Ferdinando IV ed i suoi figli rientrarono nella Casa Imperiale e la Casa di Toscana smise di esistere come casa reale autonoma, venendo riassorbita da quella imperiale austriaca; a Ferdinando fu permesso di mantenere la sua fons honorum vita natural durante, mentre i figli divennero solo Principi Imperiali (Arciduchi/Arciduchesse d'Austria) e non più Principi/Principesse di Toscana: Ferdinando IV abdicò ai diritti dinastici al Granducato di Toscana (1870) a favore dell'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria<ref>Bernd Braun: Das Ende der Regionalmonarchien in Italien. Abdankungen im Zuge des Risorgimento. In: Susan Richter, Dirk Dirbach (Hrsg.): Thronverzicht. Die Abdankung in Monarchien vom Mittelalter bis in die Neuzeit. Böhlau Verlag, Köln, Weimar, Wien 2010, pagg. 251–266</ref><ref>Benedikt, Heinrich, Kaiseradler über dem Apennin. Die Österreicher in Italien 1700 bis 1866. Vienna: Herold Verlag, 1964</ref><ref>Karl Vocelka, Lynne Heller: Die private Welt der Habsburger: Leben und Alltag einer Familie, Styria, 1998, pag. 253, colonna I</ref><ref>Das Haus Habsburg: Vorspann ; Register ; Quellen ; Das Haus Alt-Habsburg ; Das Haus Habsburg-Lothringen, Alois Jahn, Selbstverl, 2002, pag. 59, 65</ref> e pertanto anche i suoi discendenti persero ogni diritto dinastico sulla Toscana<ref>Annuario della Nobiltà Italiana, XXXII edizione, 2014, parte I</ref>. Il Gran Magistero dell'Ordine di Santo Stefano cessò invece con la morte di Ferdinando IV<ref>Rivista Araldica, anno 1913, volume 11, pagina 381, Roma, Collegio Araldico: "Da informazione ufficiale assunta a Vienna togliamo quanto segue «A Sua Altezza I. R. il defunto Granduca Ferdinando IV di Toscana era stato permesso dall'Impero austro-ungarico e dagli Stati dell'Impero germanico, di conferire i tre Ordini toscani, inerenti alla Sovranità, che anche spodestato, rimase all'Augusto principe fino alla sua morte. Il titolo di Principe di Toscana fu solo autorizzato ai membri della famiglia granducale nati prima del 1866. Dopo la morte del Granduca (1908) tutti gli augusti figli del defunto dovettero solennemente rinunciare ad ogni qualsiasi diritto di cui personalmente ed eccezionalmente godeva il padre. Quindi il Gran Magistero dell'Ordine di S. Stefano per volontà di S. M. l'Imperatore e Re è terminato col defunto Granduca, né più sarebbe accettato dagli augusti Principi Lorenesi"</ref>. L’imperatore Francesco Giuseppe I (1830-1916) aveva infatti proibito, dopo la
Il 26 agosto 2016 viene acquistato dal {{Calcio Napoli|N}} a titolo definitivo per una cifra intorno ai 15 milioni di euro.<ref>{{Cita news|url = https://www.bolognafc.it/diawara-al-napoli-2/|titolo = Diawara al Napoli|editore=bolognafc.it|accesso = |data = 26 agosto 2016}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://bologna.repubblica.it/sport/2016/08/26/news/calcio_diawara_e_del_napoli_al_bologna_15_milioni_di_euro-146683806/|titolo=Calcio, Diawara è del Napoli: al Bologna 15 milioni di euro|pubblicazione=Repubblica.it|data=2016-08-26|accesso=2017-03-13}}</ref> Il 19 ottobre 2016 esordisce con la maglia azzurra nella sfida di [[Champions League 2016-2017|Champions League]] contro il [[Beşiktaş Jimnastik Kulübü|Beşiktaş]], subentrando a [[Jorginho (calciatore 1991)|Jorginho]] nel secondo tempo.<ref>{{Cita news|url=http://sport.ilmattino.it/sscnapoli/diawara_napoli_besiktas_esordio-2035794.html|titolo=Napoli-Besiktas. Diawara felice dell'esordio
morte del granduca Ferdinando IV avvenuta nel 1908, di assumere i titoli di granduca o di principe o principessa di Toscana<ref>SILVA TAROUCA, Adler, Vienna, 1954, p. 165</ref>.
«Sono giovane e mi metto a disposizione»|accesso=2016-10-29}}</ref> Il 23 ottobre 2016 esordisce da titolare con la maglia del Napoli nella sfida di [[Serie A 2016-2017|Serie A]] contro il [[Football Club Crotone|Crotone]].<ref>{{Cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Napoli/25-10-2016/napoli-diawara-empoli-un-emozione-esordio-san-paolo-campionato-aperto-possiamo-arrivare-lontano-170586466169.shtml|titolo=Napoli, Diawara: "Un'emozione l'esordio al San Paolo. Possiamo arrivare lontano"|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita|accesso=2016-10-29}}</ref> Chiude la sua prima stagione in azzurro con 28 presenze, di cui 18 in campionato, 6 in [[UEFA Champions League]] e 4 in Coppa Italia.
 
Il 17 ottobre 2017 trova la sua prima rete in carriera su calcio di rigore nella partita di [[UEFA Champions League|Champions League]] persa contro il [[Manchester City Football Club|Manchester City]] per 2-1.<ref>{{Cita web|url = https://sport.sky.it/calcio/champions-league/2017/10/17/manchester-city-napoli-risultato-gol.html|titolo = Manchester City-Napoli 2-1, Guardiola batte Sarri: gol di Sterling e Gabriel Jesus. Diawara non basta|autore = |sito = [[Sky Sport]]|data = 17 ottobre 2017|accesso = 18 ottobre 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.goal.com/it/notizie/diawara-e-il-primo-goal-in-carriera-ho-chiesto-a-mertens-se/137qnbkbn5b8a1fzfwtk0ofyk7|titolo = Diawara e il primo goal in carriera: "Ho chiesto a Mertens se potevo tirare..."|autore = Redazione Goal Italia|sito = Goal.com|data = 17 ottobre 2017|accesso = 18 ottobre 2017}}</ref> L'8 aprile [[2018]] sigla il suo primo gol in [[Serie A]], al minuto 93, portando alla vittoria i partenopei per 2-1 contro il [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo]].<ref>{{Cita news|lingua=it|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Chievo/08-04-2018/napoli-chievo-2-1-milik-diawara-firmano-rimonta-260361802727.shtml|titolo=Napoli-Chievo 2-1, Milik e Diawara firmano al rimonta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita|accesso=2018-04-08}}</ref>
Nel [[1587]], con bolla papale e su sollecitazione del granduca di Toscana, subentrò nei beni del soppresso [[Ordine di San Giacomo d'Altopascio]], detto anche dei cavalieri del Tau, ordine religioso cavalleresco nato intorno al 1050. "Con la incorporazione da parte della Santa Sede dell'Ospedale di S. Jacopo dell'Altopascio, eretto in Religione nel 1239 (anche se la comunità esisteva fin dal 952), nell'Ordine di S. Stefano si ribadiva la qualità di quest'ultimo come ente canonico e si dava allo stesso una maggiore patente d'antichità, perché come successore dell'Altopascio poteva affondare le sue radici legali al XIII secolo" {{chiarire|(Neri Capponi)|indicare la pubblicazione in nota}}.
 
==Obiettivi=Nazionale===
Esordisce con la [[nazionale di calcio della Guinea|nazionale guineana]] il 12 ottobre 2018 a [[Conakry]] contro il {{NazNB|CA|RWA}}, subentrando nel secondo tempo della partita vinta per 2-0 e valida per le qualificazioni alla [[Coppa d'Africa 2019]].
Nato a somiglianza degli [[Ordini gerosolimitani]] e di quelli spagnoli, si proponeva come scopo la difesa della Fede e la lotta agli ottomani e alla [[pirateria]] barbaresca nel [[mar Mediterraneo|Mediterraneo]], soprattutto nel [[mar Tirreno]], dove Cosimo aveva da poco promosso il nuovo [[porto di Livorno]]. Inoltre egli desiderava che l'Ordine raccordasse la nobiltà toscana da poco riunita sotto la sua corona (in particolare quella [[Siena|senese]] e [[pisa]]na) e voleva dare un forte segno di appoggio alla Chiesa romana, minacciata dal pericolo turco e quello protestante. A un livello più generale si può riassumere che il fine ultimo di Cosimo non era altro che quello di rafforzare la sua autorità e il prestigio interno ed esterno al Granducato.
 
==Statistiche==
==Organizzazione interna==
===Presenze e reti nei club===
[[File:Palazzo dei Cavalieri (detail) - Pisa, Italy.JPG|thumb|Dettaglio del [[Palazzo della Carovana]], con lo [[stemma dei Medici]] e dell'Ordine e la [[statua di Cosimo I]]]]
''Statistiche aggiornate al 14 marzo 2019.''
Inizialmente l'Ordine fu generosamente finanziato dal Granduca, poi grazie a oculati acquisti di tenute agricole, accrebbe il proprio patrimonio diventando tra i maggiori produttori e mercanti di [[grano]] della Toscana.
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:99%;text-align:center;"
 
Tre erano le categorie di partecipanti all'Ordine, ciascuna divisa in due sottocategorie: militi (conventuali e commendatori), sacerdoti (conventuali e d'obbedienza) e serventi (d'arme e di stallo, questi ultimi in realtà non appartenenti all'ordine); ciascun livello richiedeva dei precisi requisiti: solo coloro che potevano dimostrare quattro quarti di [[nobiltà]] (cioè nobiltà di tutti i nonni, materni e paterni) potevano accedere alle cariche di cavaliere milite o sacerdote conventuale, così com'è attualmente. I cavalieri militi erano tenuti a profferire i tre voti di castità coniugale, carità e obbedienza e tali voti sono sempre rimasti nei vari Statuti dell'Ordine, fino all'attuale; era tuttavia facoltà del gran maestro dispensare dai voti. Erano previsti altri riconoscimenti al merito e altre classificazioni gerarchiche legate all'organizzazione interna dell'ordine (Priori, Balì, ecc.).
 
Prima di venire arruolati nell'Ordine si dovevano seguire tre anni di [[noviziato]], durante i quali venivano impartite nozioni di [[geometria]], [[cosmografia]], [[aritmetica]], [[disegno]], [[cartografia]], [[storia]], pratica delle [[armi da punta]] e [[armi da fuoco|da fuoco]]; veniva inoltre provato l'imbarco su una [[galea]] dell'Ordine.
 
La carica di gran maestro era stata affidata dal papa erigente l'Ordine al capo della famiglia granducale di Toscana. Il governo interno era retto da un capitolo generale, cioè l'assemblea di tutti i cavalieri tenuta a scadenza triennale, da un consiglio provinciale (presto dimesso) e dal consiglio dei cavalieri composto inizialmente di dodici membri (poi ridotto alle cinque grandi cariche). Nella pratica però l'autorità si concentrava nelle mani dell'[[auditore]], scelto direttamente dal sovrano, e poi subordinatamente ai cavalieri di gran croce, i grandi dignitari dell'Ordine specializzati in vari settori organizzativi.
 
<div align="center">
{|align=center class=wikitable width=30%
|colspan="3" align="center"|[[File:Divisa.Ord.S.StefanoPapaMartire.png|350px|center]]
|-
!rowspan="2"|Stagione
|width=20% valign=top align=center|[[File:TOSC Order of Santo Stefano BAR.svg|100px|center]]<small>Cavaliere</small>
!rowspan="2"|Squadra
|width=20% valign=top align=center|[[File:TOSC Order of Santo Stefano BAR.svg|100px|center]]<small>Commendatore</small>
!colspan="3"|Campionato
|width=20% valign=top align=center|[[File:TOSC Order of Santo Stefano BAR.svg|100px|center]]<small>Cavaliere di Gran Croce</small>
!colspan="3"|Coppe nazionali
!colspan="3"|Coppe europee
!colspan="3"|Altre coppe
!colspan="2"|Totale
|-
!Comp
!Pres
!Reti
!Comp
!Pres
!Reti
!Comp
!Pres
!Reti
!Comp
!Pres
!Reti
!Pres
!Reti
|-
|| [[San Marino Calcio 2014-2015|2014-2015]] || {{Bandiera|ITA}} [[San Marino Calcio|San Marino]] || [[Lega Pro 2014-2015|LP]] || 15 || 0 || [[Coppa Italia Lega Pro 2014-2015|CI-LP]] || 0 || 0 || - || - || - || - || - || - || 15 || 0
|-
|| [[Bologna Football Club 1909 2015-2016|2015-2016]] || {{Bandiera|ITA}} [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] || [[Serie A 2015-2016|A]] ||34|| 0 || [[Coppa Italia 2015-2016|CI]] || 1 || 0 || - || - || - || - || - || - ||35|| 0
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| [[Società Sportiva Calcio Napoli 2016-2017|2016-2017]] || rowspan=3|{{Bandiera|ITA}} [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] || [[Serie A 2016-2017|A]] || 18 || 0 || [[Coppa Italia 2016-2017|CI]] || 4 || 0 || [[UEFA Champions League 2016-2017|UCL]] || 6 || 0 || - || - || - || 28 || 0
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| [[Società Sportiva Calcio Napoli 2017-2018|2017-2018]] || [[Serie A 2017-2018|A]] || 18 || 1 || [[Coppa Italia 2017-2018|CI]] || 1 || 0 || [[UEFA Champions League 2017-2018|UCL]]+[[UEFA Europa League 2017-2018|UEL]] || 6+2 || 1+0 || - || - || - || 27 || 2
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| [[Società Sportiva Calcio Napoli 2018-2019|2018-2019]] || [[Serie A 2018-2019|A]] || 13 || 0 || [[Coppa Italia 2018-2019|CI]] || 2 || 0 || [[UEFA Champions League 2018-2019|UCL]] + [[UEFA Europa League 2018-2019|UEL]] || 0+4 || 0+0 || - || - || - || 19 || 0
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!colspan="3"|Totale Napoli || 49 || 1 || || 7 || 0 || || 18 || 1 || || - || - || 74 || 2
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!colspan="3"|Totale carriera|| 98 || 1 || || 8 || 0 || || 18 || 1 || || 0 || 0 || 124 || 2
|}
</div>
 
===Cronologia presenze e reti in nazionale===
==Situazione odierna==
{{Cronoini|GIN}}
Nonostante l'estinzione del Gran Magistero nel 1908 con la morte di Ferdinando IV, ultimo Granduca di Toscana,<ref name="Rivista Araldica 1913">Rivista Araldica, anno 1913, volume 11, pagina 381, Roma, Collegio Araldico</ref> negli anni 1971-1972 uno dei suoi discendenti,<ref>Almanach de Gotha, Justus Perthes, 1930</ref>, Goffredo d'Asburgo, ignorando le rinunce di Ferdinando IV e l'autorizzazione al conferimento degli Ordini dinastici toscani solo ed esclusivamente sino alla di lui morte avvenuta nel 1908<ref name="Rivista Araldica 1913"/>, riprese a fare conferimenti del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire e degli altri Ordini cavallereschi, già conferiti da Ferdinando IV, sotto la direzione di Giorgio Cucentrentoli creato nel contempo Conte di Monteloro dallo stesso Goffredo<ref>Giorgio Cucentrentoli, Gli ultimi Granduchi di Toscana, Bologna, 1975</ref>. Attualmente l'Ordine di Santo Stefano conta circa 70 cavalieri nei vari ranghi e ne è gran maestro [[Sigismondo d'Asburgo-Lorena]], pro-pronipote di Ferdinando IV, che si intitola capo della casa granducale di Toscana; in tempi recenti gran cancelliere è stato il [[marchese]] Giovanni Fossi, vice cancelliere il [[marchese]] [[Francesco d'Ayala Valva]], gran tesoriere il [[marchese]] balì gran croce di giustizia [[Vittorio Pancrazi]], gran conservatore il balì gran croce di giustizia marchese don Domenico Serlupi Crescenzi Ottoboni e gran priore il balì gran croce di giustizia conte Neri Capponi. Attualmente Gran Cancelliere reggente è il marchese Francesco d'Ayala Valva. Per la parte spirituale, opera un cappellano maggiore, Mons. Giovanni Scarabelli, nominato internamente all'Ordine stesso come prevede lo Statuto. {{chiarire|Alcuni tra i membri più insigni dell'ordine sono l'[[arcidiocesi di Pisa|arcivescovo di Pisa]] monsignor [[Alessandro Plotti]], lo storico [[marchese]] [[Aldo Pezzana Capranica del Grillo Scarlatti]], il cardinale [[Andrea Cordero Lanza di Montezemolo]], il nobile [[Niccolò Ridolfi di Montescudaio|Niccolò Ridolfi dei Marchesi di Montescudaio]] e il [[principe]] [[Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi]]|qual è il criterio dell'inclusione?}}.
{{Cronopar|12-10-2018|Conakry|GIN|2|0|RWA|-|QCoppa Africa|2019|13={{Sostout|65}}}}
Canonicamente oggi si configura come un'Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia. Il Dizionario degli istituti di perfezione<ref>Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003</ref> ignora totalmente tale continuità del Gran Magistero sino ai nostri giorni per i discendenti di Ferdinando IV ultimo Granduca di Toscana. È prevista dallo [[statuto (diritto)|statuto]] e da apposito Regolamento, con assoluta continuità dall'antico, l'emanazione di speciali promesse di castità coniugale, carità e obbedienza ("professione stefaniana"), dalla quale però il gran maestro può dispensare. Attualmente esistono due cavalieri di giustizia professi (Griccioli e Agostini). La ricezione nell'Ordine avviene esclusivamente a seguito di dimostrazione del possesso dei requisti nobiliari statutari, cioè, di norma, l'essere le quattro famiglie degli avi paterni e materni di "nobiltà generosa" di 200 anni ciascuna.
{{Cronopar|16-10-2018|Kigali|RWA|1|1|GIN|-|QCoppa Africa|2019}}
 
{{Cronopar|18-11-2018|Conakry|GIN|1|1|CIV|-|QCoppa Africa|2019}}
Nonostante gli eventi storici descritti il Ministero degli affari esteri ha individuato il Santo Stefano come Ordine “non nazionale” per i quali il Ministero stesso ritiene concedibile l’autorizzazione all’uso delle relative onorificenze ai sensi della Legge 178/51: dal 13 dicembre 1999 l'Ordine è riconosciuto dallo Stato Italiano come "ordine dinastico non nazionale", attraverso le autorizzazioni all'uso concesse dal [[Ministero degli affari esteri]]<ref>[http://www.portalearaldica.it/portalearaldica2.asp?idm=31 Gli ordini cavallereschi e la Legge 178/51]</ref> (nota 022/713 del Ministero). {{Citazione necessaria|Anche l'[[Ordine di Malta]] riconosce l'Ordine e i suoi ultimi due gran maestri sono stati decorati della gran croce di giustizia dell'Ordine di Santo Stefano}}.
{{Cronopar|11-6-2019|Marrakech|GUI|0|1|BEN|-|Amichevole|13={{Sostout|87}}}}
 
{{Cronopar|16-6-2019|Alessandria d'Egitto|EGY|3|1|GUI|-|Amichevole|13={{Cartellinogiallo|87}}}}
L'Ordine si distingue, a livello regionale, nazionale e internazionale, per la "croce rossa ottagona", concessa nel [[1562]] da [[papa Pio IV]] in sede di approvazione degli Statuti. In base al principio per cui "prior in tempore potior in iure" la croce rossa ottagona è ancor oggi di uso esclusivo dell'Ordine di S. Stefano P. e M. e come tale è tutelata nei confronti di chi ne facesse un indebito uso in ambito cavalleresco. A livello dell'Unione Europea l'insegna dell'Ordine (croce rossa ottagona) e la sua denominazione sono ufficialmente registrati presso l'UAMI.
{{Cronopar|22-6-2019|Conakry|GIN|2|2|MDG|-|Coppa Africa|2019|1° turno}}
 
{{Cronofin|6|0}}
Esiste in [[Pisa]] l'Istituzione dei cavalieri di Santo Stefano (Fondazione italiana nata nel [[1939]]) che, insieme all'Accademia di marina dei cavalieri di Santo Stefano (ambedue del tutto indipendenti dall'Ordine), si occupa del mantenimento della memoria storica del glorioso Ordine.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
[[File:Grand Duke Leopold II of Tuscany with the insignia of the Order of Saint Stephen.jpg|thumb|Leopoldo II]]
*Giorgio Viviano Marchesi, ''La Galeria dell'Onore ove sono descritte le segnalate memorie del Sagr'Ordine Militare di S. Stefano P. e M. e de' suoi Cavalieri...'', Fratelli Marozzi, Forlì 1735.
*Gino Guarnieri, ''L'ordine di Santo Stefano'', Pisa, 1966.
*''L'Ordine di Santo Stefano e l'amministrazione delle sue fattorie'', Pisa, Ets, 1999.
*Stefano Sodi e Stefano Renzoni, ''La chiesa di Santo Stefano e la piazza dei Cavalieri'', collana Mirabilia Pisana, edizioni Ets, Pisa 2003.
*Rodolfo Bernardini, ''Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, Ordine dinastico-familiare della Casa Asburgo Lorena'', Pis, 1990.
*Licurgo Cappelletti, ''Storia degli Ordini Cavallereschi'', ristampa anastatica, Sala Bolognese, 1981.
*Luigi Cibrario, ''Descrizione storica degli ordini cavallereschi antichi e moderni'', Napoli 1894.
*[[Franco Cuomo]], ''Gli Ordini cavallereschi nel mito e nella storia'', Roma 1992.
*Raffaele Cuomo, ''Ordini Cavallereschi Antichi e Moderni'', vol. II, Napoli, 1894.
*Fabrizio Ferri, ''Ordini Cavallereschi e Decorazioni in Italia'', Modena, 1995.
*''Insigne Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire'', Ruolo e Statuto, Pisa, 2002.
*Guy Stair Sainty, ''The Imperial and Royal House of Habsburg-Lorraine'' ([http://www.chivalricorders.org/royalty/habsburg/])
*Domenico Libertini, ''Dagli antichi cavalieri agli attuali ordini cavallereschi'', Città di Castello 2009.
*Pier Felice degli Uberti, ''Ordini Cavallereschi e Onorificenze'', De Vecchi Editore, Milano 1993.
*Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica'', vol. LXX, Venezia 1854.
*Alessio Varisco, ''Ordini Dinastici toscani'', Mimep-Docete, Pessano con Bornago 2014.
*Gregor Gatscher-Riedl, Mario Strigl, ''Die roten Ritter. Zwischen Medici, Habsburgern und Osmanen. Die Orden und Auszeichnungen des Großherzogtums Toskana.'' Vienna, Neue Welt Verlag 2014, ISBN 978-3-9503061-5-6.
*Alessio Varisco, ''Stefano I: Un Santo Papa martire e il suo ordine (con prefazione di Sua Altezza Imperiale e Reale [[Sigismondo d'Asburgo-Lorena]])'', Effigi, Arcidosso, 2015
*Alessio Varisco - Chiara Benedetta Rita Varisco, ''Nel Mio Nome. Piccola enciclopedia degli Ordini Dinastici della Imperiale e Reale Casa degli Asburgo Lorena di Toscana'' (con prefazione di Sua Altezza Imperiale e Reale [[Sigismondo d'Asburgo-Lorena]]), Effigi, Arcidosso, 2015.
 
==Voci correlate==
* [[Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri]]
* [[Marina del Granducato di Toscana]]
* [[Palazzo della Carovana]]
* [[Piazza dei Cavalieri]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{Collegamenti esterni}}
*http://www.iagi.info/ordinitoscana/indice.htm {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080907230009/http://www.iagi.info/ordinitoscana/indice.htm |date=7 settembre 2008 }}
*{{Cita web|http://www.tuttocalciatori.net/Diawara_Amadou|Profilo su tuttocalciatori.net}}
*http://www.chivalricorders.org/royalty/habsburg/tuscany
*{{Cita web|url=http://www.bolognafc.it/calciatore-dett.asp?id=132&idstagione=6|titolo=Profilo su Bolognafc.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20150823124755/http://www.bolognafc.it/calciatore-dett.asp?id=132&idstagione=6|dataarchivio=23 agosto 2015}}
*http://www.granducato.org
*{{Cita web |1=http://www.sscnapoli.it/Squadra/Amadou-Diawara |2=Profilo e statistiche su SSCNapoli.it |accesso=27 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160828035948/http://www.sscnapoli.it/Squadra/Amadou-Diawara |dataarchivio=28 agosto 2016 |urlmorto=sì }}
 
{{Calcio Napoli rosa}}
{{Onorificenze stati preunitari Italia}}
{{Nazionale guineana Coppa d'Africa 2019}}
{{Medici}}
{{Portale|Medicibiografie|Toscanacalcio}}
 
[[Categoria:MonarchiaCalciatori medicea|Santodella StefanoNazionale guineana]]
[[Categoria:Onorificenze degli stati preunitari d'Italia|Stefano Papa e Martire, Ordine di Santo]]
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[[Categoria:Ordini religiosi toscani|Stefano Papa e Martire, Ordine di Santo]]
[[Categoria:Granducato di Toscana]]
[[Categoria:Onorificenze del Granducato di Toscana]]
[[Categoria:Storia di Pisa]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire]]