Costanzo II e Storia dell'astrologia: differenze tra le pagine

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{{nota disambigua|l'omonimo|Costanzo II Sforza}}{{Monarca
[[File:Fotothek df tg 0008204 Theosophie ^ Alchemie.jpg|upright=1.7|thumb|Illustrazione da un manoscritto alchemico del 1687 che raffigura la Terra in posizione [[geocentrismo|geocentrica]] tra il [[Sole (astrologia)|Sole]] e la [[Luna (astrologia)|Luna]]]]
| nome =Costanzo II
Le credenze riguardanti la '''storia dell'[[astrologia]]''', con le sue corrispondenze tra osservazioni della [[volta celeste]] (in specifico il [[cielo notturno]]) ed eventi terrestri, hanno influenzato variegati aspetti del passato (ma ben anche del presente) dell'essere umano; attraverso le sue [[visione del mondo|visioni del mondo]], un particolareggiato [[linguaggio]] nonché molti altri elementi della [[vita sociale]] e della [[cultura]].
| immagine =Bust of Constantius II (Mary Harrsch).jpg
| legenda = Testa in marmo raffigurante Costanzo II e proveniente dalla Siria.
| titolo =[[Augusto (titolo)|Augusto]] dell'[[Impero romano]]
| regno =22 maggio [[337]]–3 novembre [[361]]
| incoronazione =9 settembre [[337]], [[Sirmio]]
| predecessore =[[Costantino I]]
| successore =[[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]]
| nome completo =''Flavius Iulius Constantius''
| altrititoli =''[[Sarmaticus maximus]] II'' (338<ref name="CIL12,12483">{{CIL|3|12483}}.</ref> e 358<ref name="AmmianoMarcellino">{{Cita|Ammiano Marcellino|xvii.13.25}}.</ref>)<br />''[[Persicus]]'' (338),<ref name="CIL12,12483"/><br />''[[Gothicus maximus]]'' (338-354),<ref name="CIL3, 3705">{{CIL|3|3705}}.</ref><br />''[[Adiabenicus maximus]]'' (343),<ref name="CIL3, 3705" /><br />''[[Germanicus maximus]]'' (352-353),<ref name="CIL3, 3705" /><br />''[[Germanicus Alamannicus maximus]]'' (354),<ref name="CIL3, 3705" /><br />
''[[Victor ac Triumphator]] (ante 337)''<ref name="TriumVictGiuliano">AquaeFlaviae 500.</ref>
| luogo di nascita=[[Sirmio]]
| data di nascita =7 agosto [[317]]
| luogo di morte =[[Cilicia]]
| data di morte =3 novembre [[361]]
| dinastia =[[dinastia costantiniana|costantiniana]]
| padre =[[Costantino I]]
| madre =[[Fausta]]
| coniuge 1 =figlia di [[Giulio Costanzo]]
| coniuge 2 =[[Eusebia]]
| coniuge 3 =[[Faustina (augusta)|Faustina]]
| figli =[[Flavia Massima Faustina Costanza]] (da Faustina)
| ! =
|}}
{{Bio
|Nome = Flavio Giulio
|Cognome = Costanzo
|PostCognomeVirgola = meglio noto come '''Costanzo II'''
|ForzaOrdinamento = Costanzo 02
|PreData = {{latino|Flavius Iulius Constantius}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sirmio
|GiornoMeseNascita = 7 agosto
|AnnoNascita = 317
|LuogoMorte = Cilicia
|GiornoMeseMorte = 3 novembre
|AnnoMorte = 361
|Epoca = 300
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|FineIncipit = è stato un [[imperatore romano]] della [[dinastia costantiniana]]. Salito al trono nel [[337]] alla morte del padre [[Costantino I]], rimase al potere per 24 anni, difendendo l'impero dai nemici esterni e il proprio potere dagli [[Usurpatore (impero romano)|usurpatori]], e promuovendo il [[Cristianesimo]]
}}
 
Tra i popoli [[indoeuropei]] l'astrologia è stata datata fin dal III millennio a.C., con le sue radici nei sistemi di calcolo [[calendario|calendariali]] utilizzati per prevedere i cambiamenti [[stagione|stagionali]] e conseguentemente per interpretare i cicli celesti come segni della comunicazione del divino all'uomo<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|Foreword e p. 11}}.</ref>.
Nominato [[cesare (titolo)|cesare]] (Imperatore subordinato ad un Augusto) assieme ai fratelli dal padre, alla morte di Costantino I assunse il potere nella parte orientale dell'impero, lasciando gli altri fratelli a spartirsi l'Occidente. Si impegnò poi nella difesa dei confini orientali dell'impero dalla minaccia dei [[Sasanidi]], optando per una politica militare a bassa intensità diversa dalle consuetudini romane, che fu efficace ma che causò una certa insoddisfazione nel mondo romano.
 
Fino al XVII secolo l'astrologia veniva considera secondo la [[tradizione]] una delle maggiori forme di [[erudizione]], ed essa ha contribuito a guidare il primo sviluppo della [[storia dell'astronomia]]. È stata comunemente accettata sia negli ambienti culturali che politici, mentre alcuni dei suoi concetti fondamentali sono stati utilizzati anche in altre tipologie di studio tradizionale come l'[[alchimia]], la [[medicina]] ed in seguito la [[storia della meteorologia]]<ref>{{Cita|Kassell-Ralley|''Stars, spirits, signs: towards a history of astrology 1100–1800''; pp.67–69}}.</ref>.
Buon comandante e amministratore, ridusse il peso della burocrazia imperiale e del fisco; in campo militare dovette affrontare anche le [[Invasioni barbariche del IV secolo|incursioni dei popoli barbari]] attraverso i confini [[germania|germanico]] e [[Danubio|danubiano]], mentre in [[politica interna]] fu a lungo impegnato dall'[[Usurpatore (impero romano)|usurpatore]] [[Magnenzio]], cui contese e strappò il potere in Occidente, come pure da altri usurpatori ([[Vetranione]], [[Decenzio]], [[Nepoziano]] e [[Claudio Silvano]]). Non avendo figli, associò al potere gli unici due parenti maschi rimastigli dopo le [[purghe]], seguite alla morte di Costantino e che avevano consentito a Costanzo di sbarazzarsi di possibili concorrenti al soglio imperiale: prima scelse il cugino [[Costanzo Gallo|Gallo]], cui diede in sposa la propria sorella [[Costantina]] e che poi mise a morte a causa della sua disastrosa amministrazione dell'Oriente, e poi il fratellastro di questi [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], il quale, dopo aver dimostrato insospettate qualità militari e amministrative in [[Gallia]], gli si rivoltò contro, proclamandosi imperatore e succedendogli poi alla sua morte.
 
Alla fine del XVII secolo, venendo sempre più ad emergere concettualizzazioni prettamente scientifiche nel campo dell'[[astronomia]] come ad esempio l'[[eliocentrismo]], questi hanno irrimediabilmente minato a base teorica astrologica la quale ha poco dopo perduto la propria posizione accademica. Nel corso del XX secolo si è guadagnata una maggior popolarità tra i suoi consumatori anche e soprattutto attraverso l'influenza dei normali prodotti mediatici di massa, uno su tutti l'oroscopo pubblicato nei [[quotidiani]]<ref name="pop">{{Cita|Campion 2|pp. 259–263, per l'influenza e divulgazione dell'astrologia quotidiana; pp. 239–249, per l'associazione con le filosofie associate alla [[New Age]]}}.</ref>.
Come il padre prima di lui, quale imperatore Costanzo assunse un ruolo attivo all'interno dei confronti dottrinali del cristianesimo, promuovendo l'[[arianesimo]] nell'ambito della diatriba sulla [[natura di Cristo]]; promosse anche diversi [[concilio|concili]], rimuovendo e nominando molti vescovi. Con Costanzo il potere e i privilegi della gerarchia ecclesiastica si consolidarono, e il cristianesimo divenne sempre più la religione principale dello Stato romano.
 
== BiografiaOrigini ==
L'astrologia, nel suo senso più ampio, è la ricerca di un significato umano-terreno presente in cielo; si cerca allora di capire il comportamento umano in generale, ma anche nel suo specifico, attraverso l'influenza su esso dei pianeti e di altri corpi celesti. Si è sostenuto che sia sorto come uno studio non appena gli esseri umani iniziarono a fare dei tentativi coscienti di misurare, registrare e prevedere i cambiamenti stagionali con riferimento ai cicli astronomici<ref>{{Cita|Campion 1|pp. 1-3}}.</ref>.
=== Giovinezza ===
Costanzo II nacque il 7 agosto [[317]] a [[Sirmio]], in [[Pannonia]], secondo figlio dell'imperatore romano [[Costantino I]] e di [[Fausta]], e ricevette il nome del proprio nonno paterno, l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchico]] [[Costanzo Cloro]]. Costantino e Fausta ebbero altri due figli, [[Costantino II]] e [[Costante I]], e due figlie, [[Costantina]] ed [[Elena (figlia di Costantino)|Elena]].
 
[[File:Venus Tablet of Ammisaduqa.jpg|thumb|upright=0.7|La tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa]]
Il 13 novembre<ref>{{AE|1937|119}}. Anche la data dell'8 novembre è stata proposta ({{Cita|Lendering}}).</ref> [[324]], a [[Nicomedia]], Costanzo fu elevato al rango di [[cesare (titolo)|cesare]], all'età di sette anni; due anni dopo resse il suo primo [[console (storia romana)|consolato]], assieme al padre. In seguito alla pace raggiunta con i Goti dal padre Costantino e dal fratello maggiore Costantino II nel 332, Costanzo fu probabilmente inviato sull'alto Danubio per vigilare sul rispetto del trattato conseguito.<ref>Maraval 2015, p. 30.</ref>
 
La prova iniziale di tali pratiche appare come delle marcature su ossa e disegnata sulle pareti delle caverne, il che dimostra che i cicli delle [[fasi lunari]] venivano annotati fin dal 23-25 mila a.C.; il primo passo verso una registrazione dell'influenza della [[luna]] sul corso delle [[maree]] e sui fiumi, oltre che verso l'organizzazione di un calendario comune<ref>{{Cita|Marshack|p. 81ff}}.</ref>. Con la comparsa dell'[[agricoltura]], durante la cosiddetta [[rivoluzione neolitica]], nuove esigenze si sono via via manifestate, aumentando nel contempo anche la conoscenza riguardante le [[costellazioni]] le cui apparizioni nel cielo con il passare delle stagioni permettevano di fare certi collegamenti: il sorgere di un particolare gruppo di [[stelle]] era ad esempio indice dell'avvicinarsi delle inondazioni annuali o di una variazione dell attività stagionali<ref>[[Esiodo]], VIII secolo a.C. circa). Il poema di Esiodo intitolato ''[[Le opere e i giorni]]'' dimostra come la [[levata eliaca]] e l'impostazione delle costellazioni sono stati utilizzati come guida calendariale di manifestazione nel campo agricolo, da cui sono stati elaborati previsioni astrologiche quotidiane, ad esempio: "Cinquanta giorni dopo il [[solstizio]], quando la stagione del calore faticoso è venuto a una fine, è il momento giusto per andare a vela. Allora non ti rovinerai l'imbarcazione, né il mare distruggerà i marinai" (II. 663-677).</ref>.
[[File:Impero Romano da maggio a settembre 337.png|thumb|upright=1.4|left|Divisione dell'[[Impero romano]] tra i quattro cesari e poi da maggio a settembre [[337]], tra la morte di [[Costantino I]] e l'elevazione ad ''[[augusto (titolo)|augusti]]'' dei suoi tre figli. {{legenda|#f8a20c|[[Costantino II]]}} {{legenda|#3ce67b|[[Costante I]]}} {{legenda|#ffffd0|[[Flavio Dalmazio (cesare)|Dalmazio]]}} {{legenda|#cefef2|Costanzo II}}]]
 
A partire dal III millennio a.C., con la diffusione della [[civiltà]], si era altresì sviluppata anche una sofisticata consapevolezza dei cicli terrestri e si ritiene che gli uomini abbiano consapevolmente orientato i propri edifici templari con il preciso intento di creare un allineamento con i moti eliaci delle stelle<ref>{{Cita|Kelley-Milone|p. 268}}.</ref>. Vi sono prove sparse che suggeriscono il fatto che i più antichi riferimenti astrologici conosciuti sono copie di testi realizzati durante questo periodo; due di essi, tratti dalla [[Tavoletta di Venere di Ammi-Saduqa]] (compilata a [[Babilonia]] attorno al 1700 a.C.) sono considerati come esser stati prodotti durante il regno di [[Sargon di Akkad]] (2334-2279 a.C.)<ref>Due testi che si riferiscono ai "presagi di Sargon" sono riportati in E. F. Weidner, ‘Historiches Material in der Babyonischen Omnia-Literatur’ ''Altorientalische Studien'', ed. Bruno Meissner, (Leipzig, 1928-9), v. 231 and 236.</ref>.
Nel [[335]], con l'elevazione a cesare del nipote [[Flavio Dalmazio (cesare)|Dalmazio]] (figlio del fratellastro [[Flavio Dalmazio (console 333)|Dalmazio censore]]), Costantino I delineò quella che sarebbe dovuta essere la spartizione dell'[[Impero romano]] dopo la propria morte: ai quattro cesari - Costantino II, Costante I, Dalmazio e Costanzo II - furono assegnate quattro porzioni dell'impero, rispettivamente le province corrispondenti alla [[prefettura del pretorio delle Gallie|prefettura delle Gallie]], l'[[Prefettura del pretorio d'Italia|Italia e l'Africa]], la Grecia, e infine, a Costanzo, l'[[Prefettura del pretorio d'Oriente|Oriente]].
 
Un altro, con un uso precoce dell'astrologia elettiva, viene attribuita al regno del sovrano del popolo dei [[Sumeri]] [[Gudea]] di [[Lagash]] (circa 2144-2124 a.C.). Una sezione di tal documento illustra di come gli déi abbiano rivelato a lui solo in sogno la disposizione - e quindi il momento più favorevole - delle costellazioni adatta per la costruzione di un tempio<ref>Tratto dal rotolo A del sovrano Gudea di Lagash, I 17 – VI 13. O. Kaiser, ''Texte aus der Umwelt des Alten Testaments'', Bd. 2, 1-3. Gütersloh, 1986-1991. Citato anche in A. Falkenstein, ‘Wahrsagung in der sumerischen Überlieferung’, ''La divination en Mésopotamie ancienne et dans les régions voisines''. Paris, 1966.</ref>.
Nel [[336]], in occasione della celebrazione dei ''[[tricennalia]]'' di Costantino, Costanzo sposò a [[Costantinopoli]] la figlia di [[Giulio Costanzo]], fratellastro di Costantino, e di [[Galla (moglie di Giulio Costanzo)|Galla]], rinforzando così i legami di parentela, oltre che la presa della [[dinastia costantiniana]] sull'Impero.
 
Purtuttavia sussistono dubbi sulla questione riguardante il fatto se queste indicazioni fossero state effettivamente registrate nel momento, o più semplicemente attribuite ad antichi sovrani dai posteri. La più antica testimonianza indiscussa dell'uso dell'astrologia come un sistema integrato di conoscenza è quindi attribuita alle annotazioni che emergono da quella definita col nome di [[età neo-sumerica]] (1950-1651 a.C.).
=== Situazione dell'Impero all'inizio del regno di Costanzo ===
Il regno di Costanzo II va compreso all'interno di quel processo di trasformazione dell'Impero che era stato iniziato dai [[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchi]], rinvigorito e proseguito da [[Costantino I]] e che si sarebbe concluso con la fine della [[dinastia costantiniana]] nel [[363]]. In particolare, il regno di Costantino fu importante per due ragioni: la prima fu lo spostamento del centro del potere imperiale dall'Occidente all'Oriente, la cui importanza stava già crescendo, in particolare con la fondazione della nuova capitale, [[Costantinopoli]]; la seconda ragione è il sostegno che diede al [[Cristianesimo]], che nel giro di pochi decenni divenne la religione di Stato.
 
== Mondo antico ==
Entrambi questi aspetti della politica imperiale, però, rimasero aperti alla morte di Costantino, e da questi passarono ai suoi figli e successori, in particolare a Costanzo, cui spettò la gestione della parte orientale dell'impero. La scelta di porre la capitale a Costantinopoli era stata dovuta alla volontà di porre il centro del potere imperiale alla stessa distanza dalle due principali frontiere dell'impero, quella [[Danubio|danubiana]] e quella sull'[[Eufrate]]; malgrado ciò, Costantino non riuscì a consolidarle entrambe, tanto che, al momento della sua morte, stava preparando una campagna contro i nemici ad Oriente, i [[Sasanidi]]. Sul piano religioso, invece, il cristianesimo era scosso sin nelle sue fondamenta dalla profonda frattura avvenuta sulla [[natura di Cristo]], che opponeva i sostenitori dell'ortodossia a quelli dell'[[arianesimo]].
Quello [[babilonese]] è stato il primo sistema organizzato di astrologia, che sorse nel II millennio a.C.<ref>{{Cita|Holden|p. 1}}.</ref>; si ipotizza prò che una qualche forma di studio astrologico possa altresì essere sorta tra i [[sumeri]] durante il [[periodo di Uruk]] nel III millennio a.C., ma i riferimenti isolati ad antichi presagi celesti datati a questo periodo non sono considerati elementi di prova sufficienti a dimostrare una teoria integrata dell'astrologia per quanto riguarda quel popolo<ref>{{Cita|Rochberg|p. ix}}. Vedere anche {{Cita|Neugebauer|pp. 29-30}}.</ref>.
 
[[File:Babylon relief.jpg|thumb|Dettaglio della porta di [[Ishtar]] di [[Babilonia]], conservato al [[Pergamonmuseum]] di Berlino]]
Entrambi questi problemi impegnarono tutto il regno di Costanzo.
 
La storia dell'apprendimento della [[divinazione]] celeste è quindi generalmente convenuto come esser cominciato con i testi del tardo periodo della prima dinastia babilonese (1.800 a.C.), proseguendo poi attraverso il loro medio regno e nel corso del periodo di dominazione da parte degli [[assiri]] (1.200 a.C.)<ref>{{Cita|Rochberg|p. X}}.</ref>.
=== Ascesa al trono ===
{{Vedi anche|Cronologia degli spostamenti di Costanzo II durante il suo regno}}
 
Con il XVI secolo a.C. il largo impiego dell'astrologia era per lo più basato sull'interpretazione dei presagi, ciò può essere evidenziato nella compilazione di un lavoro globale conosciuto come ''[[Enuma Anu Enlil]]''; il suo contenuto consisteva in più di 70 tavolette in [[scrittura cuneiforme]] e comprendenti 7 mila presagi celesti. I testi di questo periodo si riferiscono anche all'esistenza di una tradizione orale consolidata, le cui origini e i relativi contenuti possono essere solo ipotizzati<ref>{{Cita|Baigent|p. 71}}.</ref>.
[[Costantino I]] morì il 22 maggio [[337]], mentre preparava una [[Strategia militare|campagna militare]] contro i [[Sasanidi]]: non nominò il suo successore, ma la situazione vedeva il potere spartito tra i suoi ''[[cesare (titolo)|cesari]]''. Costanzo, che era impegnato in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] settentrionale a supervisionare la costruzione delle fortificazioni frontaliere,<ref name="bury12">{{Cita|Bury 1925|p. 12}}.</ref> si affrettò a tornare a [[Costantinopoli]], dove organizzò e presenziò alle cerimonie funebri del padre: con questo gesto rafforzò i suoi diritti come successore e ottenne il sostegno dell'[[esercito romano|esercito]], componente fondamentale della politica di Costantino.<ref>''[[Chronicon paschale]]'', p. 533, 5-17; ''[[Passio Artemii]]'', 8 (8.12-19); {{Cita|Giovanni Zonara|xiii.4, 25-28}}.</ref>
 
In questo lasso temporale l'astrologia babilonese era soprattutto d'intento mondano, volta e maggiormente interessata cioè alla previsione dei tempi più propizi agli atti umani e verso questioni di tipo politico; fino al VII secolo a.C. poi la comprensione della pratica astronomica era piuttosto rudimentale. Solamente a partire dal IV secolo a.C. i loro metodi matematici avevano progredito abbastanza per poter calcolare le posizioni planetarie future con ragionevole accuratezza; a quel punto ampie [[effemeridi]] cominciarono ad apparire<ref>{{Cita|Holden|p. 9}}.</ref>.
Durante l'estate del 337 si ebbe un eccidio, per mano dell'esercito, dei membri maschili della [[dinastia costantiniana]] e di altri esponenti di grande rilievo dello Stato: solo i tre figli di Costantino e due suoi nipoti bambini ([[Costanzo Gallo|Gallo]] e [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], figli del fratellastro [[Giulio Costanzo]]) furono risparmiati.<ref>{{Cita|Giuliano|270 C (3.5-8, p. 215)}}. In particolare furono uccisi i fratellastri di Costantino I, [[Giulio Costanzo]], [[Nepoziano]] e [[Flavio Dalmazio (console 333)|Dalmazio]], alcuni loro figli, come [[Flavio Dalmazio (cesare)|Dalmazio Cesare]] e [[Annibaliano]], e alcuni funzionari, come [[Optato]] e [[Ablabio]].</ref> Le motivazioni dietro questa strage non sono chiare: secondo [[Eutropio]] Costanzo non fu tra i suoi promotori ma non tentò certo di opporvisi e condonò gli assassini;<ref>{{Cita|Eutropio|x.9}}.</ref> [[Zosimo (storico)|Zosimo]] invece afferma che Costanzo fu l'organizzatore dell'eccidio.<ref>{{Cita|Zosimo|ii.40}}.</ref> Nel settembre dello stesso anno i tre cesari rimasti (Dalmazio era stato vittima della purga) si riunirono a [[Sirmio]] in [[Pannonia]], dove il 9 settembre furono acclamati imperatori dall'esercito e si spartirono l'Impero: Costanzo si vide riconosciuta la sovranità sull'Oriente. È probabile che i [[Sarmati]], non appena venuti a sapere della morte di Costantino, fecero un'irruzione nella ''pars imperii'' di Costanzo, venendo respinti dalle truppe dell'imperatore, che per l'occasione assunse anche il titolo di ''[[Sarmaticus maximus]]''.
 
L'astrologia babilonese si è sempre più sviluppata nel contesto della divinazione, una raccolta di 32 tavolette risalente a circa il 1.875 a.C. rappresentano i più antichi testi dettagliati noti di divinazione tra i babilonesi, e questi dimostrano lo stesso formato interpretativo di quello impiegato nelle analisi dei presagi celesti<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|p. 16}}.</ref>. Nelle tavolette erano inscritti i risultati dello studio del fegato dell'animale sacrificato per l'occasione; le eventuali macchie e segni particolari ritrovati su di esso venivano interpretati come messaggi simbolici provenienti dagli Déi e diretti al sovrano.
La divisione del potere tra i tre fratelli durò poco: Costantino II morì nel [[340]], mentre cercava di rovesciare Costante, e Costanzo guadagnò i [[Balcani]]; nel [[350]] Costante fu rovesciato dall'usurpatore [[Magnenzio]], e Costanzo divenne unico imperatore, assumendo il controllo ''de iure'' anche della parte occidentale dell'Impero.
 
I babilonesi credevano inoltre che le varie divinità si presentassero nelle immagini celesti dei [[pianeti]] e delle [[stelle]] con i quali erano stati associati. Presagi celesti negativi collegati ad un certo pianeta erano quindi veduti come segni d'insoddisfazione o ira del dio che quel dato pianeta rappresentava<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|p. 11}}.</ref>. Le indicazioni ricavate dal presagio erano soddisfatte con i tentativi volti a placare il dio e rinvenire così una modalità gestibile con cui l'espressione del dio potesse essere realizzata senza per questo incorrere in un danno troppo elevato per il re e la sua nazione.
=== Confronto con i Sasanidi (338-350) ===
[[File:Shapurii.jpg|thumb|Moneta di [[Sapore II]], sovrano dei [[Sasanidi]] (309-379) contemporaneo di Costanzo: tutto il regno di Costanzo fu caratterizzato da ostilità ad alta e bassa intensità con i vicini orientali, con i due sovrani che ottennero vittorie e sconfitte senza mai portare il colpo decisivo.]]
{{Vedi anche|Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore II}}
 
Un importante rapporto astronomico consegnato al re [[Esarhaddon]] riguardante un'[[eclissi lunare]] verificatasi nel mese di gennaio del 673 a.C. mostra come l'uso rituale di "re o eventi sostitutivi", combinati con una fede cieca nella [[magia]] e nei presagi in una prospettiva puramente meccanica; il punto di vista cioè che l'evento astrologico dovesse avere un qualche tipo di correlazione considerevole all'interno del mondo naturale: ''... All'inizio dell'anno un diluvio verrà a rompere le dighe. Quando la Luna ha fatto l'eclissi, il re, mio signore, dovrebbe scrivere a me. Come sostituto per il re, voglio passare attraverso una diga, qui a Babilonia, nel bel mezzo della notte. Nessuno potrà sapere''<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|p. 12}}, fonte: ''State Archives of Assyria'' 8 250.</ref>.
Dopo essere stato proclamato imperatore, Costanzo si recò ad [[Antiochia di Siria]], città che era stata la sua [[Capitale (città)|capitale]] durante gli ultimi anni da [[cesare (titolo)|cesare]], da dove poteva occuparsi meglio della fondamentale frontiera orientale di quanto avrebbe potuto fare restando nella capitale imperiale di [[Costantinopoli]]. Qui restò dal [[338]] al [[350]].<ref name="bury11">{{Cita|Bury 1925|p. 11}}.</ref>
 
Ulla Koch-Westenholz, nel suo libro del 1995 "L'astrologia mesopotamica", sostiene che questa ambivalenza tra una visione del mondo teistica e al tempo stesso estremamente meccanicistica definisce il concetto babilonese di divinazione celeste come quella che, nonostante la sua pesante dipendenza dalla magia, rimane privo di implicazioni di punizioni mirate con lo scopo di vendetta, e così "condivide alcuni dei tratti che definiscono anche la scienza moderna: è oggettivo e privo di valore, opera secondo regole note, e i suoi dati sono considerati universalmente validi ed infine può essere consultata in tabulazioni scritte"<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|p. 13}}.</ref>.
Per tutto il tempo del suo regno Costanzo II fu impegnato nelle [[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore II|guerre romano-persiane]] contro il re dei [[Sasanidi]] [[Sapore II]]. Se prima di morire [[Costantino I]] intendeva risolvere una volta per tutte il problema della frontiera orientale, toccò a Costanzo affrontare questo problema, ottenendo risultati variabili. Due erano i principali punti di collisione tra i due grandi imperi: la frontiera orientale, con la contesa della provincia della [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]], e il controllo del [[Regno d'Armenia]], che oscillava tra le orbite delle due potenze confinanti.
 
Koch-Westenholz stabilisce anche la distinzione più importante tra l'antica astrologia babilonese e le altre discipline divinatorie, come è che il primo è stato originariamente esclusivamente occupato di astrologia mondana, essendo geograficamente orientata e specificamente applicato ai vari paesi, città e nazioni, e quasi del tutto interessato al benessere dello stato e del re come capo di governo del proprio popolo<ref>{{Cita|Koch-Westenholz|p. 19}}.</ref>. L'astrologia mondana è quindi conosciuta per essere uno dei più antichi rami dell'astrologia<ref>{{cita libro|titolo=From the Omens of Babylon: Astrology and Ancient Mesopotamia|autore=Michael Baigent|editore=Arkana|data=1994}}</ref>. È stato solo con la progressiva comparsa dell'astrologia oroscopica, dal VI secolo a.C. in poi, che l'astrologia ha sviluppato le tecniche e la pratica di astrologia del [[tema natale]]<ref>{{cita libro|titolo=Mundane astrology|autore=Michael Baigent, Nicholas Campion and Charles Harvey|editore=Thorsons|data=1984}}</ref><ref name="Broecke2003">{{cita libro|autore=Steven Vanden Broecke|titolo=The limits of influence: Pico, Louvain, and the crisis of Renaissance astrology|url=https://books.google.com/books?id=y0yDeNFZOT4C&pg=PA185|accesso=5 aprile 2012|data=2003|editore=Brill|isbn=978-90-04-13169-9|p=185}}.</ref>.
Costanzo affrontò per primo il problema dell'Armenia. Dopo la morte di [[Tiridate III di Armenia|Tiridate III]], leale alleato dei Romani per tutto il suo lungo regno, i suoi successori si erano fatti influenzare dal partito filo-persiano e il paese era entrato nella sfera di influenza dei [[Sasanidi]]. Costanzo riuscì a guadagnarsi la lealtà del sovrano [[Arsace II di Armenia|Arsace II]] (''Arshak'') e dell'aristocrazia armena per via diplomatica già nel [[341]], anche grazie ai doni prodigali concessi alla classe dirigente del paese, che tornò sotto l'influenza romana per tutti gli [[anni 340]].<ref name="bury12" /><ref>Arsace accettò di pagare un tributo annuale all'Impero; in cambio Costanzo gli diede in moglie Olimpia (tra il 350 e il 360), figlia del prefetto [[Ablabio]] (messo a morte da Costanzo con una accusa falsa per essere stato un sostenitore del vescovo [[credo niceno|niceno]] di [[Alessandria d'Egitto]] [[Atanasio di Alessandria|Atanasio]]), precedentemente fidanzata di [[Costante I]] ([[William Smith (lessicografo)|William Smith]], ''s.v. Arsaces II'' in ''[[Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology]]'', volume 1, Boston 1849, p. 363).</ref>
 
== Egitto ellenistico ==
Il conflitto per la Mesopotamia fu invece pienamente militare, ma Costanzo fece in questo caso una scelta originale, almeno secondo le strategie romane consolidate: invece di scegliere l'opzione della massiccia campagna militare destinata a colpire il cuore dello Stato nemico, come prevedeva di fare Costantino e come avrebbe in seguito fatto [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], Costanzo scelse di affidarsi ad una linea di fortezze frontaliere disposte in profondità, facendo perno su di esse per contenere gli attacchi sasanidi; si trattò quindi di una guerra difensiva, in cui furono evitate per quanto possibile le manovre in campo aperto con l'esercito al completo. Questa scelta, sebbene molto efficace e poco dispendiosa in termini di mobilitazione di truppe, non portava certo a soddisfare l'aspettativa di vittorie decisive che esisteva nel mondo romano;<ref>È significativo il fatto che al [[340]] circa risalga l<nowiki>'</nowiki>''[[Itinerarium Alexandri]]'', un'opera dedicata a Costanzo e celebrante la vittoria di [[Alessandro Magno]] contro i [[Persiani]], ma in origine contenente anche la descrizione della campagna orientale di [[Traiano]] contro i [[Parti]] ({{Cita|Bury 1925| p. 14}}).</ref> tra gli episodi principali della guerra vi furono una qualche vittoria ottenuta dai suoi generali, che gli permisero di fregiarsi dal [[338]] del titolo di ''Persicus'' e dal [[343]] di quello di ''Adiabenicus Maximus'',<ref name="CIL3, 3705" /> i due assedi sostenuti dalla fortezza di [[Nisibi]] ([[346]] e [[350]], dopo l'assedio dell'estate [[337]]) e l'unico scontro militare di larga scala, la [[battaglia di Singara (348)|battaglia di Singara]] ([[344]] o [[348]]), avvenuto nei pressi di un'altra fortezza frontaliera, in cui la vittoria di Costanzo fu diminuita dalla indisciplina delle truppe.<ref name="bury13">{{Cita|Bury 1925| p. 13}}.</ref>
{{vedi anche|Astrologia egizia}}
[[File:Denderazodiac.jpg|thumb|upright=1.3|Lo [[Zodiaco]] nel [[tempio di Dendera]]]]
Nel 525 a.C. la terra d'Egitto venne conquistata dai [[Persiani]], dando così vita al [[periodo tardo dell'Egitto]], ed è quindi probabile che vi sia stata una certa influenza mesopotamica sull'astrologia egiziana. Argomentando a favore di questo lo storico Tamsyn Barton dà un esempio di quella che sembra essere l'influenza mesopotamica sullo [[zodiaco]] egizio con il quale vi era la condivisione di due [[segni zodiacali]], quello della [[Bilancia (astrologia)]] e quello dello [[Scorpione (astrologia)]], come viene evidenziato nello [[zodiaco di Dendera]] risalente al I secolo a.C. (mentre nella versione greca la Bilancia era conosciuta come parte degli artigli dello Scorpione)<ref>{{Cita|Barton|p. 24}}.</ref>.
 
Dopo l'occupazione da parte di [[Alessandro Magno]] nel 332 a.C. l'intero Egitto persiano passò sotto il dominio e l'influenza dell'[[ellenismo]]. La città di [[Alessandria d'Egitto]] venne fondata dal conquistatore macedone poco dopo e durante tutto il III e II secolo a.C. gli innumerevoli studiosi ivi residenti furono anche prolifici scrittori di astrologia; ed è proprio nell'Alessandria tolemaica l'astrologia babilonese si mescolò con la tradizione egizia dei [[Decani]] per creare l'astrologia oroscopica: questa comprendeva lo zodiaco babilonese col suo sistema di [[esaltazione (astrologia)]] dei pianeti, triplicità dei segni e l'importanza data alle eclissi. Insieme a tutto ciò incorporò anche il concetto egizio di dividere lo zodiaco in 36 decani di 10 gradi ciascuno, con l'accento posto sul decano crescente, il sistema greco di divinità planetarie, la sovranità dei segni e i quattro [[elementi (filosofia)|elementi]]<ref>{{Cita|Holden|pp. 11-13}}.</ref>.
Quando nel [[350]] si ebbe la ribellione di [[Magnenzio]] in occidente, Costanzo era ad Antiochia, ma le sue forze erano impegnate a difendere Nisibi dal terzo assedio sasanide. Malgrado la minaccia posta da Magnenzio, Costanzo diede la priorità alla frontiera orientale e attese che Sapore si ritirasse, dopo quattro mesi, prima di tornare in Occidente a confrontarsi con l'usurpatore. Ad ogni modo, il prospettato attacco sasanide per il [[351]] non avvenne, in quanto Sapore fu occupato a sedare la rivolta delle genti dell'[[Afghanistan]].<ref name="bury14">{{Cita|Bury 1925| p. 14}}.</ref>
 
I decani erano un sistema di misurazione del tempo secondo le [[costellazioni]] ed erano guidati da Sothis o [[Sirio]]. I moti dei decani nel cielo sono poi stati utilizzati per suddividere la notte in ore; il sorgere di una costellazione poco prima dell'[[alba]] (il suo sorgere o [[levata eliaca]]) veniva così considerata l'ultima ora prima del giorno: nel corso dell'anno ogni costellazione appariva appena prima dell'alba per dieci giorni. Quando divennero parte integrante dell'astrologia nell'età ellenistica, ogni decade venne associata con circa dieci gradi zodiacali; vari testi risalenti al II secolo a.C. pervenutici sono relativi alle posizioni dei pianeti nei segni zodiacali al momento del sorgere di alcuni decani, in particolare il succitato Sirio<ref>{{Cita|Barton|p. 20}}.</ref>.
=== Usurpazione di Magnenzio (350-353) ===
[[File:Double Centenionalis Magnentius-XR-s4017.jpg|thumb|left|Moneta coniata da [[Magnenzio]], l'usurpatore che rovesciò [[Costante I]] ([[350]]), regnò su [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], [[Gallia|Gallie]] e [[Hispania]], per poi essere sconfitto da Costanzo II ([[353]]).]]
{{Vedi anche|Guerra civile romana (350-353)}}
 
Particolarmente importante per lo sviluppo dell'astrologia oroscopica è stato l'astrologo e astronomo [[Claudio Tolomeo]] che visse proprio ad [[Alessandria d'Egitto]]; con la sua opera intitolata ''[[Tetrabiblos]]'' ha posto le basi della tradizione astrologica occidentale e, come fonte di riferimento durante i secoli seguenti, si dice che "''ha goduto quasi dell'autorità di una bibbia per gli studiosi di astrologia per più di mille anni"''<ref>{{cita|Robbins|'Introduction' p. xii}}.</ref>. Questo è stato inoltre uno dei primissimi testi astrologici fatti circolare nell'[[Europa medievale]], dopo essere stato tradotto dall'arabo al [[lingua latina|latino]] da [[Platone Tiburtino]] in Spagna nel 1138<ref>{{Cita|Robbins}}; {{Cita|Thorndike}}.</ref>.
Il 18 gennaio [[350]] l'[[augusto (titolo)|augusto]] d'Occidente, [[Costante I]], fu rovesciato e ucciso da uno dei suoi generali, [[Magnenzio|Flavio Magnenzio]], che si proclamò imperatore ad [[Autun]] e fu riconosciuto in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], nelle [[Gallia|Gallie]] e in [[Hispania]]. Costanzo era all'epoca impegnato sulla [[limes orientale|frontiera orientale]], a contrastare l'[[Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore II|offensiva sasanide]] su [[Nisibis]], e decise di non allontanarsi immediatamente per contrastare direttamente l'usurpatore.
 
Secondo [[Firmico Materno]] (IV secolo) il sistema dell'astrologia oroscopica risalirebbe ad un faraone egizio di nome [[Nekaub]] ed al suo sommo sacerdote Petosiris<ref>{{Cita|Firmicus|(III.4) 'Proemium'}}.</ref>. I testi dell'[[ermetismo (filosofia)]] sono stati anch'essi raccolti e conservati in questo stesso lasso di tempo e [[Clemente Alessandrino]], scrivendo a riguardo dell'epoca dell'[[antica Roma]], sottolinea il grado in cui gli astrologi si attendevano di aver la dovuta conoscenza dei testi nella sua descrizione dei riti sacri egizi: "Questo è principalmente dimostrato dal loro sacro cerimoniale. Per primo giunge il cantore, recante alcuni dei simboli della musica. Perché dicono che egli deve imparare due dei libri di [[Ermete Trismegisto]], quelli in cui sono contenuti gli inni degli dei, in secondo luogo le regole previste per la vita del re. E dopo avanza l'astrologo, con un misuratore del tempo in mano, e una palma, i simboli dell'astrologia. Deve avere i libri astrologici di Ermete, che sono in numero di quattro, sempre in bocca."<ref>{{Cita|Roberts|p. 488}}.</ref>
[[File:Maiorina-Vetranio-siscia RIC 281.jpg|thumb|[[Vetranione]] si proclamò imperatore nel marzo [[350]], oscillò tra Costanzo e l'altro usurpatore [[Magnenzio]], ma fu infine deposto da Costanzo nel dicembre di quello stesso anno.]]
 
== Grecia e Roma ==
Il 1º marzo di quello stesso anno, il ''[[magister militum]]'' [[Vetranione]] si proclamò a sua volta imperatore, dietro istigazione di [[Costantina]] (sorella di Costante e Costanzo); questi fu riconosciuto imperatore dalle truppe [[Danubio|danubiane]]. Costanzo stesso riconobbe Vetranione come proprio collega, inviandogli il diadema imperiale e del denaro, in quanto, probabilmente, intendeva impegnare Magnenzio opponendogli un altro usurpatore; il gioco era alquanto pericoloso, prevedendo un ulteriore giocatore: Vetranione, infatti, tentennò nella sua lealtà a Costanzo quando Magnenzio gli propose un'alleanza.
La conquista dell'Asia da parte di [[Alessandro Magno]] espose i Greci alle culture e alle idee [[cosmologia (filosofia)|cosmologiche]] siriane, [[babilonesi]], [[persiani|persiane]] e dei popoli dell'[[Asia centrale]]. La [[lingua greca antica]] soppiantò lo [[scrittura cuneiforme]] come lingua internazionale della comunicazione e trasmissione intellettuale e parte di questo processo ha coinvolto anche gli scritti astrologici<ref>{{Cita|Campion 1|p. 173}}.</ref>.
 
Intorno al 280 a.C. [[Berosso]], un sacerdote del dio [[Marduk]] proveniente da [[Babilonia]], si trasferì nell'isola greca di [[Cos]] con l'intento d'insegnare l'astrologia e la cultura babilonese agli [[antichi Greci]]; fatto questo che lo storico Nicholas Campion definisce come "l'energia innovativa" che in campo astrologico si trasferì verso ovest, in direzione del mondo ellenistico della Grecia e dell'Egitto<ref>{{Cita|Campion 1|p. 84}}.</ref>.
Sistemate le cose in Oriente, Costanzo si diresse con parte del proprio esercito in Occidente. Ad [[Eraclea Sintica]] in [[Tracia]], incontrò gli ambasciatori di Magnenzio, il quale gli proponeva di riconoscerlo come collega e di suggellare l'alleanza con un doppio matrimonio, di Magnenzio con Costantina e di Costanzo con la figlia di Magnenzio; l'alternativa era la guerra civile. Costanzo imprigionò come ribelli tutti gli ambasciatori meno uno, che inviò a Magnenzio con la propria sdegnata risposta negativa. Si diresse poi a [[Serdica]] (la moderna [[Sofia]], in [[Bulgaria]]) dove incontrò Vetranione e il suo esercito.<ref>{{Cita|Giovanni Zonara|xiii.7.22}}.</ref> L'incontro doveva essere il riconoscimento dell'esistenza di due imperatori legittimi, ma si trasformò nella deposizione dell'anziano usurpatore. Costanzo fece costruire una piattaforma nella pianura, sulla quale salì con Vetranione e, davanti agli eserciti congiunti, iniziò un discorso in cui affermò che un figlio del grande [[Costantino I|Costantino]] era degno di reggere l'impero da solo: alle grida di acclamazione delle truppe, Vetranione comprese di essere stato raggirato, si tolse il diadema dal capo e, inginocchiatosi, riconobbe Costanzo unico imperatore (25 dicembre 350).<ref>{{Cita|Eutropio|x.11.1}}.</ref> Costanzo permise a Vetranione di ritirarsi a vita privata e si mosse verso Occidente.<ref name="bury16">{{Cita|Bury 1925| p. 16}}.</ref>
 
Secondo Campion, l'astrologia che è arrivata dal mondo orientale si è caratterizzata per la sua complessità, con differenti forme emergenti. Con il I secolo a.C. esistevano due varietà di astrologia: una la quale richiedeva la lettura di [[oroscopi]] al fine di stabilire i dettagli precisi sul tempo non solo passato e presente, ma anche futuro; l'altra era invece [[teurgia|teurgica]] la quale sottolineava la risalita dell'[[anima]] in direzione delle stelle. Anche se non si escludevano a vicenda, la prima dava le informazioni richieste sulla vita attuale, mentre la seconda si occupava più della trasformazione personale e qui l'astrologia serviva come forma di dialogo con il divino<ref>{{Cita|Campion 1|pp. 173-174}}.</ref>.
[[File:Solidus-Constantius Gallus-thessalonica RIC 149.jpg|thumb|left|[[Costanzo Gallo]] era cugino e cognato di Costanzo, fu proclamato [[Cesare (titolo)|Cesare]] d'Oriente ([[351]]) e sposò [[Costantina]], sorella di Costanzo, ma fu poi deposto e giustiziato ([[354]]).]]
 
Come per molte altre cose, l'influenza greca ha svolto un ruolo fondamentale nella trasmissione della teoria astrologica all'[[antica Roma]]<ref>{{Cita|Barton|p. 32}}.</ref>; tuttavia i nostri primi riferimenti che dimostrano il suo arrivo a [[Roma]] rivela che l'influenza iniziale avuta è stata sugli ordini più bassi della [[società (sociologia)|società]], con la preoccupazione mostrata nei confronti di un ricorso acritico alle idee dei babilonesi sull'osservazione delle stelle<ref>{{Cita|Campion 1|pp. 227-228}}.</ref>. Tra i Greci e i Romani, la regione di Babilonia, nota anche come terra di [[Caldea]] è venuta così ad identificarsi con l'astrologia (la "saggezza caldea"), fino a diventare un [[sinonimo]] comune per indicare la [[divinazione]] attraverso l'utilizzo dei pianeti e delle stelle<ref>{{Cita|Parkers|p. 16}}.</ref>.
La deposizione di Vetranione era avvenuta all'insegna della proclamazione dei diritti dinastici di Costanzo: in quanto figlio di [[Costantino I]], Costanzo riteneva di aver diritto al regno. Nell'ottica di questa politica dinastica va considerata anche l'elezione a [[Cesare (titolo)|Cesare]] d'Oriente, il 15 marzo [[351]] a [[Sirmio]], di un altro esponente della [[dinastia costantiniana]], il cugino e cognato di Costanzo, [[Costanzo Gallo|Gallo]]. Prevedendo di essere impegnato in Occidente contro Magnenzio, Costanzo volle lasciare una presenza forte in Oriente, e si rivolse quindi all'unico parente adulto rimastogli per affermare l'interesse per la situazione della frontiera con i [[Sasanidi]]; volendo rimarcare i legami famigliari e dinastici con Gallo, il Cesare ricevette il nome di Costanzo,<ref>{{Cita|Teofane Confessore|[[s:la:Chronographia (Theophanes) - AM 5842|AM 5842]]}}.</ref> fu nominato [[console (storia romana)|console]] assieme all'imperatore per gli anni [[352]], [[353]] e [[354]], e sposò [[Costantina]], sorella di Costanzo.<ref>{{Cita|Giovanni Zonara|xiii.8.4}}.</ref> Lo scontro si fece anche propagandistico: la guerra civile divenne una "guerra santa" contro l'assassino di Costante, apparvero segni divini (una croce nel cielo di [[Gerusalemme]], il 7 maggio 351) in favore di Costanzo, le zecche [[danubio|danubiane]] coniarono monete recanti la legenda di reminiscenza costantiniana <small>HOC SIGNO VICTOR ERIS</small>.<ref>''[[Roman Imperial Coinage]]'', VIII, 282B, 282D, 282G, 282E.</ref><ref name="bury17">{{Cita|Bury 1925| p. 17}}.</ref>
 
Il primo riferimento preciso all'uso dell'astrologia d'origine orientale in territorio romano ci viene dall'opera dell'oratore [[Marco Porcio Catone]] (detto "il Vecchio") il quale nel 160 a.C. compose un trattato avvertendo dei pericoli insiti nella consulenza che certi strati della popolazione richiedeva proprio all'astrologia dei Caldei e richiedendo a tal proposito una sorveglianza attiva<ref>{{Cita|Barton|p. 32-33}}. Vedere anche {{Cita|Campion 1|p. 228}}.</ref>.
La campagna del 351 contro Magnenzio non iniziò bene per Costanzo: le sue truppe tentarono di penetrare in [[Italia]] attraverso le [[Alpi Giulie]], ma furono sconfitte ad [[Atrans]] (moderna [[Trojane]] in [[Slovenia]]) e costrette a ritirarsi. Magnenzio ordinò ad una parte del suo esercito di avanzare lungo il [[Sava (fiume)|Sava]], penetrando in [[Pannonia]]. Qui fu raggiunto da un inviato di Costanzo, il [[prefetto del pretorio]] [[Filippo (console 348)|Filippo]], che portò la proposta di Costanzo: Magnenzio si sarebbe ritirato in [[Gallia]], rinunciando ad avanzare ancora e Costanzo gli avrebbe concesso la pace. Il vero intento del prefetto di Costanzo era però quello di indagare lo stato delle truppe dell'usurpatore;<ref>{{Cita|Zosimo|ii.46.2}}.</ref> nella stessa occasione Filippo ebbe la possibilità di arringare i soldati di Magnenzio, cui rinfacciò la loro ingratitudine verso la [[dinastia costantiniana]]. Magnenzio, di tutta risposta, avanzò su [[Siscia]] e la conquistò; infine si diresse verso [[Mursa]]. Costanzo reagì facendo avanzare le sue forze sullo stesso obiettivo, dove si ebbe uno scontro decisivo. Nella successiva [[battaglia di Mursa Maggiore]] (28 settembre 351) la vittoria arrise a Costanzo, malgrado le gravissime perdite di entrambi gli eserciti, l'eco delle quali rimase nella letteratura contemporanea;<ref>{{Cita|Zosimo|ii.50.4}}; {{Cita|Aurelio Vittore|xlii.4}}; {{Cita|Eutropio|x.12.1}}.</ref> la giornata fu decisa dal tradimento della cavalleria di Magnenzio, comandata da [[Claudio Silvano]], che passò a Costanzo, forse a causa del discorso fatto da Filippo nel campo di Magnenzio. La propaganda che voleva Costanzo combattente con il sostegno divino fu accresciuta dal fatto che l'imperatore lasciò lo scontro per andare a pregare sulla tomba di un martire lì vicino e per la dichiarazione del vescovo di Mursa, Valente, che disse di aver ricevuto la notizia della vittoria di Costanzo direttamente da un angelo.<ref>Valente ebbe notevoli vantaggi negli anni a venire dall'influenza che esercitò su Costanzo a seguito di questa dichiarazione.</ref><ref name="bury20">{{Cita|Bury 1925|p. 20}}.</ref>
 
Tra i maggiori astrologi del I secolo a.C. si annovera il poeta [[Manilio]], autore degli ''Astronomica''. Tra i detrattori, invece, il poeta romano del II secolo [[Giovenale]], nel suo attacco satirico alle abitudini delle donne romane (nella sesta delle sue ''[[Satire (Giovenale)|Satire]]''), lamenta anche la forte e pervasiva influenza che avrebbe avuto su di loro la "scienza dei Caldei"; nonostante l'umile status sociale costoro detengono sulle donne un certo potere in quanto esse 'bevono ogni parola pronunciata dall'astrologo... al giorno d'oggi nessuno di loro viene più messo in catene", bensì è onorato e riverito.
[[File:Costanzo contro Massenzio (350-353).png|thumb|upright=1.8|Movimenti della guerra tra Costanzo II e [[Magnenzio]].]]
 
Uno dei primi ad aver portato l'astrologia ermetica in terra romana fu [[Trasillo di Mende]] il quale operò come astrologo di corte per l'[[imperatore romano]] [[Tiberio]]; ma questi non sembra esser stato il primo a chiedere consulti agli astri<ref>{{Cita|Barton|p. 43}}.</ref> in quanto già il suo predecessore [[Augusto]] aveva usato l'astrologia come aiuto per legittimare i propri diritti imperiali quale diretto successore di [[Giulio Cesare]]<ref>{{Cita|Barton|p. 63}}.</ref>.
Costanzo passò l'inverno 351/[[352]] a [[Sirmio]], poi riprese la campagna scacciando Magnenzio da [[Aquileia romana|Aquileia]] e forzandolo a tornare in Gallia. A ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) abrogò con un editto le decisioni del "tiranno",<ref>''[[Codice teodosiano]]'', xv.14.5 del 3 novembre 352.</ref> mentre il nuovo [[praefectus urbi|prefetto dell'Urbe]], [[Nerazio Cereale]] (col quale era imparentato tramite la madre di Gallo), gli dedicava a [[Roma antica|Roma]] una statua che lo celebrava come «restauratore della città di Roma e del mondo e distruttore della pestifera tirannide»;<ref>{{CIL|6|1158}}.</ref> la notizia dell'accusa contro [[Clodio Celsino Adelfio]], prefetto di Magnenzio, di aver tramato contro l'usurpatore e il fatto che sua moglie [[Faltonia Betizia Proba]] abbia poi composto un poema celebrante la vittoria di Costanzo su Magnenzio è un indizio dell'alleanza tra Costanzo e l'aristocrazia senatoriale romana. Un secondo indizio è l'affidamento al rappresentante senatoriale [[Memmio Vitrasio Orfito|Vitrasio Orfito]] del comando delle [[marina militare romana|flotte]] di [[Classis Misenensis|Miseno]] e [[Classis Ravennatis|Ravenna]], che Costanzo poté controllare solo dopo la conquista dell'Italia, con le quali l'imperatore rientrò in possesso della province d'[[Africa (provincia romana)|Africa]].<ref name="bury21">{{Cita|Bury 1925|p. 21}}.</ref>
 
== Mondo islamico ==
Il [[353]] vide la fine dell'avventura di Magnenzio. La propaganda dinastica di Costanzo ebbe il suo apice quando il cesare di Magnenzio, [[Decenzio]], tornando col suo esercito da una sconfitta contro gli [[Alemanni]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xvi.12.5}}.</ref> si vide negato l'accesso a [[Treviri]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xv.6.4}}.</ref> città che doveva la propria floridezza all'essere stata scelta come capitale dai [[dinastia costantiniana|Costantinidi]], e che in questa occasione abbandonò l'usurpatore. Magnenzio fu costretto allo scontro nella [[battaglia di Mons Seleucus]], in cui fu sconfitto; si suicidò a [[Lugdunum]] il 10 agosto e la sua testa fece il giro delle città a dimostrare la sua sconfitta.<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xxii.14.4}}.</ref> Costanzo passò ad [[Arles|Arelate]] l'inverno, celebrando contemporaneamente la sconfitta dell'usurpatore e il trentennale della sua elezione a Cesare.<ref name="bury22">{{Cita|Bury 1925|p. 22}}.</ref>
{{vedi anche|Astrologia islamica}}
L'astrologia venne ripresa con entusiasmo dagli studiosi islamici a seguito della caduta di [[Alessandria d'Egitto]] nelle mani degli invasori [[arabi]] nel corso del VII secolo e poi con la fondazione del [[Califfato abbaside]] nell'VIII secolo: il secondo califfo, [[Al Mansur]] (754-775), fondò la città di [[Baghdad]] per fungere da centro di apprendimento ed includendovi un punto di raccolta e traduzione noto come "Bayt al-Hikma" (Casa della Sapienza) il quale continuò a svilupparsi con i suoi eredi e finendo per dare un importante impulso per le traduzioni arabe-persiane dei testi astrologici ellenistici<ref>{{Cita|Houlding|capitolo 8: 'The medieval development of Hellenistic principles concerning aspectual applications and orbs'; pp.12-13}}.</ref>
 
[[File:Celestial map, signs of the Zodiac and lunar mansions..JPG|thumb|upright=1.4|Carta celeste da un manoscritto illustrato di Zubdat-al Tawarikh (1583)]]
=== Caduta e morte di Gallo (353-354) ===
[[File:Constantius II - solidus - antioch RIC viii 025.jpg|thumb|left|[[Solido (moneta)|Solido]] di Costanzo II, in celebrazione del suo quindicesimo anno di regno.]]
 
I primi traduttori, incluso [[Masha'allah ibn Athari]] (750-815) il quale contribuì ad eleggere il "tempo più propizio" per la fondazione di Baghdad<ref>{{Cita|Albiruni-chronology|Ch. VIII, ‘On the days of the Greek calendar’, ''re''. 23 Tammûz; Sachau}}.</ref>, e [[Sahl ibn Bishr]] (786-845), i cui testi sono stati direttamente influenti sui successivi astrologi europei come [[Guido Bonatti]] nel XIII secolo e [[William Lilly]] nel XVII secolo<ref>{{Cita|Houlding|capitolo 6: 'Historical sources and traditional approaches'; pp. 2-7}}.</ref>. La conoscenza dei testi arabi ha incominciato a divenire maggiormente importante in terra europea durante le [[Traduzioni nell'Occidente latino durante il XII secolo]] il cui effetto più prossimo fu quello di aiutare ad avviare il [[Rinascimento]] europeo.
Nel [[354]] Costanzo ordinò la morte del [[cesare (titolo)|cesare]] d'Oriente [[Costanzo Gallo]], la cui caduta in disgrazia fu dovuta in parte al suo governo e in parte alle macchinazioni di alcuni alti funzionari della corte di Costanzo.
 
Tra i nomi più importanti degli astrologi arabi, uno dei più influenti fu [[Abu Ma'shar al-Balkhi]] (Albumasar, 787-886) la cui opera "Introductorium in Astronomiam" in seguito divenne un trattato popolare in tutta l'Europa medievale<ref name="WDL">{{Cita web|url= https://www.wdl.org/en/item/2998/ |titolo= Introduction to Astronomy, Containing the Eight Divided Books of Abu Ma'shar Abalachus |sito= [[World Digital Library]] |data= 1506 |accesso= 16 luglio 2013 }}</ref>. Un altro autore molto ben conosciuto divenne il persiano [[Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī]] (VIII-IX secolo, matematico, astronomo, geografo ed astrologo). Gli arabi aumentarono notevolmente la conoscenza dell'astronomia dell'epoca in occidente e molti dei nomi dati alle stelle comunemente noti al giorno d'oggi, come [[Aldebaran]], [[Altair]], [[Betelgeuse]], [[Rigel]] e [[Vega]] conservano l'eredità della loro lingua d'origine.
Alcuni funzionari, che volevano abbattere Gallo per ottenerne guadagni personali – [[Ammiano Marcellino]] fa i nomi di [[Dinamio]], Picenzio, [[Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio]], del ''magister equitum'' [[Arbizione]] e del ''[[praepositus sacri cubiculi]]'' [[Eusebio (praepositus sacri cubiculi)|Eusebio]] –, convinsero Costanzo del fatto che [[Ursicino (generale romano)|Ursicino]] volesse causare una rivolta contro Gallo allo scopo di mettere sul trono il proprio figlio: consigliarono allora all'imperatore di dividere il cesare dal suo ''magister equitum'' prima di intervenire contro Gallo.
 
Essi hanno inoltre sviluppato anche l'elenco dei "lotti" ellenistici nella misura in cui essi divennero universalmente noti come parti arabe, per cui si è spesso a torto sostenuto che gli astrologi arabi inventarono il loro utilizzo, mentre sono chiaramente noti per essere stati una delle caratteristiche maggiormente importanti dell'astrologia ellenistica.
Nella primavera del [[354]], mentre era acquartierato a ''[[Mediolanum]]'' dopo una vittoriosa campagna contro gli [[Alemanni]], Costanzo richiamò Ursicino a corte, con la scusa di dover organizzare una campagna contro i [[Sasanidi]], e lo sostituì con un uomo di fiducia. Contemporaneamente, venuto a conoscenza dei processi ordinati da Gallo, decise di fargli terra bruciata intorno, destituendo il prefetto del pretorio d'occidente [[Vulcacio Rufino]], che era zio di Gallo in quanto fratellastro della madre [[Galla (moglie di Giulio Costanzo)|Galla]], e sostituendolo con il più affidabile Lampadio, uno dei cospiratori contro Gallo.<ref>{{Cita|Zosimo|ii.55.3}}.</ref>
 
Durante il progresso della scienza islamica alcune delle pratiche astrologiche vennero confutate su basi teologiche da astronomi come [[al-Farabi]] (870-950), [[Alhazen]] (965-1039) e [[Avicenna]]. Le loro critiche sostennero che i metodi degli astrologi erano [[congettura]]li piuttosto che empirici, oltre che ad essere in conflitto con il punto di vista ortodosso religioso degli [[ʿulamāʾ]] (gli studiosi dell'[[Islam]]), attraverso una qual suggestione che vorrebbe la volontà divina esser conosciuta con precisione e pertanto prevista in anticipo<ref>{{Cita|Saliba|pp. 60, 67-69}}.</ref>.
[[File:Viaggio e arresto di Costanzo Gallo.png|thumb|upright=1.4|Viaggio di [[Costanzo Gallo]] verso ''[[Mediolanum]]'', arresto a [[Poetovio]] e morte a [[Pola]].]]
 
Tali confutazioni interessarono principalmente l'[[astrologia giudiziaria]] (come l'astrologia oraria) piuttosto che l'astrologia medica e mereologica, considerate queste ultime rami naturali e parte integrante delle scienze del tempo. Ad esempio la "confutazione contro l'astrologia" (Resāla fī ebṭāl aḥkām al-nojūm) di Avicenna argomenta contro la pratica astrologica pur sostenendo invece il principio dei pianeti nella loro qualità di agenti della causalità divina, tesi quindi ad esprimere il potere di Dio sopra la creazione intera. Avicenna ritenne che il movimento dei pianeti assume un'influenza deterministica sulla vita terrena, ma sostenne anche la propria contrarietà nei confronti della presunta capacità di determinare l'esatta influenza astrale<ref>{{Cita|Belo|p. 228}}.</ref>. In sostanza Avicenna non ha confutato il dogma essenziale dell'astrologia, ma ha bensì negato la nostra capacità di comprendere esattamente attraverso previsioni astrologiche, precise e fataliste, la volontà divina<ref>George Saliba,[http://www.iranicaonline.org/articles/avicenna-viii ''Avicenna'': 'viii. Mathematics and Physical Sciences']. Encyclopaedia Iranica, Online Edition, 2011. </ref>.
Costanzo richiamò allora il cugino e la sorella a ''Mediolanum'' ([[Milano]]): Gallo mandò avanti la moglie, sperando che questa potesse intercedere per lui presso il fratello, ma [[Costantina]] morì di febbre durante il viaggio, a ''Caeni Gallicani'' in [[Bitinia]]. Gallo, timoroso, volle rimanere ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], ma fu convinto a mettersi in viaggio per ''Mediolanum'' dal ''tribunus scutariorum'' Scudilo, il quale gli rivelò che Costanzo aveva intenzione di elevarlo al rango di ''[[Augusto (titolo)|augustus]]'' in previsione di future campagne nelle province settentrionali. Il cesare, allora, si mosse alla volta di [[Costantinopoli]], dove entrò come in un ''[[adventus]]'' (l'entrata cerimoniale del sovrano nella provincia o nella città); qui indisse delle corse di carri e ne coronò il campione, in un atto evidentemente appartenente alle prerogative imperiali, visto che Costanzo, alla notizia, rimase scosso. Gallo godeva infatti del sostegno delle truppe: alcune legioni [[tebaide (Egitto)|tebane]], acquartierate in [[Tracia]] per svernare, gli suggerirono di rimanere sotto la loro protezione e di non muoversi dalla regione.<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|[[s:la:Res Gestae Libri XXXI - Liber XIV#XI|xiv.11.15]]}}.</ref> Costanzo si premurò di inviare al cugino alcuni ufficiali,<ref>Tra cui [[Flavio Leonzio]], [[Lucilliano]] e [[Bainobaude]] ({{Cita|Ammiano Marcellino|[[s:la:Res Gestae Libri XXXI - Liber XIV#XIII|xiv.13.14]]}}).</ref> che avevano in realtà il compito di controllarne le mosse, e ordinò di allontanare le guarnigioni dal percorso che Gallo avrebbe seguito, in modo da rendergli impossibile l'appello ai soldati.
 
== Medioevo e Rinascimento europeo ==
Gallo fu costretto a lasciare il suo esercito ad [[Edirne|Adrianopoli]] e a mettersi in marcia verso [[Poetovio]], dove alcune truppe scelte guidate da [[Barbazione]], uno dei cospiratori contro di lui, e da [[Apodemio]] circondarono la casa in cui stava: Barbazione lo arrestò, lo privò delle insegne imperiali vestendolo da semplice soldato e, garantendogli l'incolumità, lo inviò sotto scorta a [[Pola]]. Le accuse contro Gallo — portate avanti dal gran ciambellano Eusebio, dal ''notarius'' [[Pentadio (magister officiorum)|Pentadio]] e dal tribuno delle guardie [[Mallobaude]] — riguardavano i processi per tradimento instaurati ad Antiochia e la morte di [[Domiziano (prefetto del pretorio)|Domiziano]] e [[Monzio Magno]]. Gallo pensò di dare la colpa per le condanne a morte alla defunta moglie, Costantina, ma Costanzo si adirò enormemente per l'accusa e ordinò l'esecuzione del cugino, inviando [[Sereniano]] a comunicargli, assieme a Pentadio e Apodemio, la condanna a morte.
[[File:Stars observation (Bartholomeus Anglicus).jpg|thumb|upright=1.3|left|Astrologi intenti a osservare le stelle, miniatura dal manoscritto ''De Proprietatibus Rerum'' (XV secolo)]]
Mentre l'astrologia in tutto l'Oriente fiorì in seguito al crollo del mondo romano antico, con influenze indiane, persiane ed islamiche che si compenetrano in un'opera di revisione intellettuale attraverso un attivo investimento nei progetti di traduzione, l'[[astrologia occidentale]] nello stesso periodo dell'[[alto Medioevo]] era divenuta «frammentaria e non sofisticata [...] in parte a causa della perdita dell'astronomia scientifico-filosofica greca ed in parte anche a causa delle condanne espresse dalla Chiesa».<ref name="karnass">Nick Kanas, ''Star Maps: History, Artistry, and Cartography'', p.79 (Springer, 2007).</ref>
 
Verso la fine del X secolo, tuttavia, le traduzioni di opere arabe in latino iniziarono a fare la loro comparsa in territorio spagnolo, e nel corso del XII secolo la trasmissione d'ingenti lavori astrologici dall'Arabia verso l'Europa «acquisì grande impulso».<ref name="karnass" /> Re [[Alfonso X di Castiglia]] fu tra i primi a raccogliere quegli studi nelle sue ''[[Tavole alfonsine]]''. Nella [[Università nel Medioevo|formazione universitaria]] dell'[[Europa medievale]], inoltre, l'[[astronomia]], che allora era un tutt'uno con l'astrologia, faceva parte integrante dell'insegnamento [[scolastica (filosofia)|scolastico]], essendo una delle sette [[arti liberali]], in particolare del [[quadrivio]], su cui si fondava il ''curriculum'' degli studiosi, generalmente [[chierico|membri del clero]].
Le fonti (Ammiano Marcellino, [[Libanio]] e [[Filostorgio]]) sono concordi nel dire che la condanna a morte di Gallo fu opera dell'eunuco Eusebio; inoltre, quando Costanzo cambiò idea e ordinò di risparmiare il cugino, il ''praepositus cubiculi'' impedì al messo imperiale di raggiungere in tempo gli esecutori della sentenza:<ref>{{Cita|Giovanni Zonara|xiii.9.20}}.</ref> questi legarono le mani a Gallo e gli tagliarono la testa (fine 354).<ref>{{Cita|Filostorgio|[[s:en:Ecclesiastical history (Philostorgius)/Epitome of book IV#Chapter 2|iv.2]]}}, che quasi assolve Costanzo dall'aver condannato Gallo, addossando le colpe ai suoi consiglieri; Libanio, xii.35, xviii.24, xviii.152.</ref>
 
Persino all'interno della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] vari suoi esponenti mostrarono aperture verso l'astrologia, fra tutti [[San Tommaso d'Aquino]], il massimo [[teologia cristiana|teologo]] del Medioevo, che respingendo il [[fatalismo]] la considerò una [[scienza]] affine a quelle congetturali applicate alla [[materia (fisica)|materia]], il cui studio avrebbe potuto consentire il dominio sugli astri stessi. Poiché l'influsso di questi non costringe necessariamente la [[volontà]], altri la considerarono una sorta di «scienza sacra» di cui Dio si serve per interagire con l'uomo tramite i segnali delle stelle.
=== Campagne contro gli Alemanni e usurpazione di Silvano (354-355) ===
[[File:Mosaicootranto.jpg|thumb|upright=1.5|right|[[Mosaico di Otranto|Mosaico nella Cattedrale di Otranto]] che raffigura i [[segni zodiacali|dodici segni]] dello [[Zodiaco]] (1165)]]
[[File:Missorium Kerch.jpg|thumb|left|upright=1.4|Costanzo II, raffigurato sul ''[[missorium]]'' di Kerch, affiancato da un soldato il cui scudo è decorato col [[Monogramma di Cristo|chi-ro]] e dalla [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] con corona d'alloro e ramo di palma.]]
Entro il XIII secolo l'astrologia era diventata così una parte della pratica [[medicina medievale|medica]] quotidiana in terra europea; i medici combinavano la [[medicina greca|medicina ippocratica]] dei [[quattro elementi]] e dei [[quattro umori]] (ereditata dal fisiologo romano [[Galeno]]) con gli studi delle stelle. Entro la fine del '500 poi in tutta Europa essi erano tenuti per legge a calcolare la posizione della [[Luna (astrologia)|Luna]] prima d'effettuare procedure mediche complesse, come operazioni chirurgiche o [[salasso|salassi]]<ref>British Library: ''Learning Bodies of Knowledge'' [https://www.bl.uk/learning/cult/bodies/astrology/astrologyhome.html ''Medieval Astrology'']</ref>.
 
Opere influenti del XIII secolo sono quelle del monaco britannico [[Giovanni Sacrobosco]] e dell'astrologo italiano [[Guido Bonatti]]; quest'ultimo servì i governi comunali di [[Firenze]], [[Siena]] e [[Forlì]] ed agì come consulente di [[Federico II di Svevia]]. Il suo libro di testo astrologico intitolato ''Liber Astronomiae'' (''Libro dell'Astronomia'') e scritto attorno al 1277 aveva fama di essere «il più importante lavoro astrologico prodotto in latino nel XIII secolo».<ref>{{Cita libro|cognome= Lewis |nome= James R. |titolo= The Astrology Book |editore= Body, Mind & Spirit |data= 2003 |url= https://books.google.com/books?id=lmv4930JbY0C&pg=PA91&dq=lynn+thorndike+bonatti&hl=en&ei=9x_qTdK7CMfFswaAgYXoCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CC0Q6AEwAQ}}</ref>
Il [[354]] fu caratterizzato anche dalle campagne di Costanzo contro gli [[Alemanni]] che avevano saccheggiato i territori romani senza che [[Magnenzio]] né [[Decenzio]] riuscissero a contrastarli. Mossosi da [[Arles|Arelate]], Costanzo avanzò verso nord per scontrarsi con i [[Brisigavi]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xiv.10}}.</ref> la più meridionale delle tribù alemanne. L'imperatore riuscì a sottomettere la tribù barbarica e, dopo aver firmato un trattato con i re [[Gundomado]] e [[Vadomario]], ritornò a svernare a ''[[Mediolanum]]''. L'anno successivo, il [[355]], furono i [[Lenziensi]] a recare disturbo ai sudditi dell'impero: questa volta Costanzo non scese in campo personalmente, ma demandò al proprio ''magister equitum'' [[Arbizione]] di debellare questa minaccia, cosa che il generale fece sconfiggendo la tribù alemanna presso il [[lago di Costanza]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xv.4}}.</ref> consentendo all'imperatore di fregiarsi del titolo di ''[[Germanicus Alamannicus maximus]]''.<ref name="CIL3, 3705" />
 
Il poeta fiorentino [[Dante Alighieri]] elogiò apertamente l'astrologia, citando spesso le [[costellazione|costellazioni]], e mostrando di conoscere il proprio [[segno zodiacale]] (i [[Gemelli (astrologia)|Gemelli]]).
Una ulteriore minaccia al regno di Costanzo fu l'usurpazione di [[Claudio Silvano]], il generale di [[Magnenzio]] che era passato dalla parte dell'imperatore e che Costanzo aveva premiato con il conferimento del rango di ''[[magister militum]]'' e inviato in [[Gallia]]. La Gallia aveva sempre avuto, sin dall'epoca di [[Costanzo Cloro]] (il nonno di Costanzo II), un [[Cesare (titolo)|Cesare]] o un [[Augusto (titolo)|Augusto]] residente nel proprio territorio: ciò permetteva allo Stato romano una reazione immediata alle frequenti incursioni delle popolazioni barbariche, dando alle popolazioni galliche un maggior senso di protezione. In questa ottica va anche visto il sostegno all'usurpazione di Magnenzio (dopo la morte di [[Costantino II]], il sovrano era [[Costante I]], che risiedeva però principalmente in [[Italia]]) e il successivo abbandono in favore del legittimo imperatore Costanzo. L'imperatore, però, stabilì la propria capitale a ''Mediolanum'' (Milano), lontano dalla Gallia, creando così quella insoddisfazione tra le truppe galliche che permise la ribellione del loro ''magister militum''.
Egli la indicava come la più alta e ardua delle attività liberali umane, sia per la «''nobilitade del suo subietto''» che per «''la sua certezza''». Attribuiva agli astri una forte influenza sull'uomo, sulle [[stagione|stagioni]] e sul [[Meteorologia|tempo]], connotando le varie [[sfere celesti]] di significati ben specifici nel [[Paradiso (Dante)|Paradiso]] della sua ''[[Divina Commedia]]''. Nel ''[[Convivio]]'', in particolare, equiparava l'astrologia alle caratteristiche di [[Saturno (astrologia)|Saturno]]:
{{citazione|lo cielo di Saturno hae due proprietadi per le quali si può comparare a l'Astrologia: l'una sì è la tardezza del suo movimento per li [[segni zodiacali|dodici segni]], ché ventinove anni e più, secondo le scritture de li astrologi, vuole di tempo lo suo cerchio; l'altra sì è che sopra tutti li altri pianeti esso è alto.<br/>
E queste due proprietadi sono ne l'Astrologia: ché nel suo cerchio compiere, cioè ne lo apprendimento di quella, volge grandissimo spazio di tempo, sì per le sue [dimostrazioni], che sono più che d'alcuna de le sopra dette scienze, sì per la esperienza che a ben giudicare in essa si conviene. E ancora è altissima di tutte le altre, però che, sì come dice [[Aristotile]] nel cominciamento de l'Anima, la scienza è alta di nobilitade per la nobilitade del suo subietto e per la sua certezza; e questa più che alcuna de le sopra dette è nobile e alta per nobile e alto subietto, ch'è de lo movimento del cielo; e alta e nobile per la sua certezza, la quale è sanza ogni difetto, sì come quella che da perfettissimo e regolatissimo principio viene. E se difetto in lei si crede per alcuno, non è da la sua parte, ma, sì come dice Tolomeo, è per la negligenza nostra, e a quella si dee imputare.|[[Dante Alighieri]], ''[[Convivio]]'', XIII}}
[[File:Giovanni di paolo, paradiso 41 sette sfere.jpg|thumb|upright=1.9|Le sette sfere celesti osservate da [[Dante]] e [[Beatrice]] nel [[Paradiso]], con le simbologie personificate dei rispettivi pianeti (miniatura di [[Giovanni di Paolo]], 1440)]]
Le uniche accuse che egli rivolge ad alcuni astrologi, come Bonatti da lui inserito nell'VIII cerchio dell'[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]], luogo in cui coloro che divinano il futuro son costretti ad avere la testa rovesciata all'indietro,<ref>[[s:Divina Commedia/Inferno/Canto VIII#18|''Inferno'', VIII, 18]]</ref> erano dovute non alla pratica in sè, ma al suo utilizzo fraudolento qualora si cercasse di nuocere al [[libero arbitrio]] umano («''veramente de le magiche frode seppe il gioco''»).<ref>{{cita web|url=https://ladante.it/dantealighieri/hochfeiler/inferno/person/bonatti.htm|titolo=Guido Bonatti}}</ref>
 
Riprendendo la suddivisione armonica del sapere medievale in sette aree distinte, ciascuna rappresentata da un particolare [[pianeta (astrologia)|pianeta]] e conosciute come le [[arti liberali]], Dante le vedeva nella loro qualità di discipline in ordine crescente, così come lo sono i pianeti in ordine di velocità decrescente: la [[grammatica]] venne assegnata alla Luna, il corpo celeste più veloce in movimento, la [[dialettica]] a Mercurio, la [[retorica]] a Venere, l'[[aritmetica]] al Sole, la [[musica]] a Marte, la [[geometria]] a Giove e l'astrologia/astronomia al corpo in movimento più lento conosciuto allora, ovvero Saturno.<ref>{{Cita|Burckhardt}}.</ref>
Silvano fu in effetti la vittima degli intrighi della corte di Costanzo: secondo [[Ammiano Marcellino]], il [[prefetto del pretorio]] [[Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio|Volusiano Lampadio]] e il ''[[praepositus sacri cubiculi]]'' [[Eusebio (praepositus sacri cubiculi)|Eusebio]] utilizzarono una spugna per alterare una lettera inviata da Silvano ad alcuni suoi amici a [[Roma]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|[[s:la:Res Gestae Libri XXXI - Liber XV#V|xv.5.4]]}}.</ref> in modo che la lettera corrotta suggerisse che Silvano stesse provando a guadagnarsi sostegni nella città in vista di un colpo di Stato. Silvano aveva contro tutti i collaboratori di Costanzo, a parte i generali franchi Malarico e [[Mallobaude]]: i cortigiani [[Apodemio]] e [[Dinamio]] composero persino nuove lettere false. Costanzo mise sotto processo Silvano, ma i suoi alleati riuscirono a difenderlo dalle accuse infondate. Silvano però, non sapendo del successo dei suoi amici, pensò di difendersi dal pericolo di essere condannato accettando l'acclamazione a imperatore da parte delle truppe galliche, l'11 agosto 355 a ''Colonia Agrippina'' (moderna [[Colonia (Germania)|Colonia]], [[Germania]]).<ref>David C. Nutt (1973). ''Silvanus and the Emperor Constantius II''. Antichton '''7''' (9): pp. 80-89.</ref>
 
[[File:Sol - De Sphaera - Biblioteca Estense lat209.png|thumb|left|Simbolismo astrologico del [[Sole (astrologia)|Sole]], da una miniatura del codice ''[[De Sphaera]]'' attribuita a [[Cristoforo de Predis]] (1470)]]
Costanzo reagì immediatamente alla notizia della rivolta convocando un [[concistorio]] notturno nel suo [[Palazzo imperiale romano di Milano|palazzo]] di ''[[Mediolanum]]''. Il suo piano consisteva, ancora una volta, in un'azione diplomatica invece che militare: un gruppo di funzionari si sarebbe recato a Colonia con una lettera dell'imperatore, con la quale erano comunicate a Silvano la sua promozione ad altro incarico e la sua convocazione a ''Mediolanum''. Del gruppo di funzionari facevano parte alcuni fedelissimi di Costanzo, tra cui Apodemio, mentre fu [[Ursicino (generale romano)|Ursicino]], all'epoca ancora detenuto in quanto sospettato di coinvolgimento nella caduta di [[Costanzo Gallo]], a guidare la missione, ricevendo anche l'incarico di sostituire Silvano al comando delle truppe galliche. [[Ammiano Marcellino]], che partecipò alla missione in qualità di attendente di Ursicino, racconta che il suo comandante ricevette l'ordine di Costanzo di fingere che l'imperatore non fosse ancora venuto a conoscenza dell'usurpazione, e, nel caso non fosse riuscito in questo intento, Costanzo gli ordinò di organizzare la cattura di Silvano: Ursicino ingannò Silvano e ne corruppe la guardia, che lo trasse dalla chiesa in cui stava pregando e lo uccise.<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xv.5.1}}.</ref> Malgrado i panegirici che lodano la magnanimità di Costanzo con i collaboratori di Silvano e il fatto che l'imperatore graziò il figlio dell'usurpatore, Ammiano Marcellino racconta come Costanzo mise a morte molti sostenitori del suo ''magister militum''.<ref name="bury2728">{{Cita|Bury 1925|pp. 27-28}}.</ref>
 
Gli scrittori medioevali utilizzavano poi spesso il simbolismo astrologico nei loro temi letterari. La disputa tra quanti continuavano a condannare l'astrologia come retaggio del [[paganesimo]], e coloro che invece distinguevano l'elemento [[superstizione|superstizioso]], limitativo del libero abitrio, dalla propensione a trattarne gli aspetti materiali e mutevoli come ad esempio la salute o i fenomeni atmosferici,<ref>[[Ugo di San Vittore]], ''De erudictione docta'', II, XI.</ref> si protrasse a lungo. Tra le varie dottrine ebbe fortuna quella del [[congiunzionismo]], sostenuto ad esempio dal cardinale [[Pierre d'Ailly]], che interpretava la [[congiunzione (astrologia)|congiunzione]] dei pianeti superiori (Marte, Giove e Saturno) come portatrice di un significato epocale, simile a quello del 6 a.C. nel quale i [[Re Magi]] lessero l'annuncio della nascita di [[Gesù]].<ref name=cattabiani>[[Alfredo Cattabiani]], ''Astrolabio'', pp. 32-38, Milano, Mondadori, 2015.</ref>
=== Giuliano cesare e ''vicennalia'' (355-357) ===
[[File:JulianusII-antioch(360-363)-CNG.jpg|thumb|left|[[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] era il cugino di Costanzo II, che lo nominò [[Cesare (titolo)|cesare]] d'Occidente nel [[355]].]]
[[File:Constantius II - solidus - antioch RIC viii 165.jpg|thumb|Moneta di Costanzo che celebra i ''[[vicennalia]]''.]]
 
In ambito [[neoplatonismo|neoplatonico]] si ci rifaceva alla differenza posta dal filosofo [[Plotino]] tra [[Provvidenza]] e [[Fato]], ovvero tra gli esseri dotati di spirito, liberi di modificare il proprio [[destino]], e gli enti fisici soggetti al [[determinismo]] degli eventi.
La rivolta di [[Claudio Silvano]], sebbene di breve durata, fu un segnale dell'insoddisfazione delle [[Gallia|Gallie]] che Costanzo intese bene: sempre nell'ottica della sua politica dinastica, non avendo avuto figli dai suoi due matrimoni, Costanzo pensò quindi di elevare al rango di [[Cesare (titolo)|Cesare]] d'Occidente il cugino [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], fratellastro di [[Costanzo Gallo|Gallo]]. La cerimonia avvenne nella capitale occidentale di Costanzo, ''[[Mediolanum]]'', il 6 novembre [[355]]: oltre a ricevere i simboli del proprio rango, Giuliano sposò la seconda sorella di Costanzo, [[Elena (figlia di Costantino)|Elena]] e fu nominato console per il [[356]] assieme all'imperatore. Scottato dall'esperienza con Gallo, Costanzo limitò subito il raggio d'azione del collega, che del resto non aveva mai mostrato alcun interesse per la politica o la guerra, concedendogli una corte e un contingente militare limitati, affidando poi l'effettivo comando delle truppe a generali di propria fiducia e l'amministrazione civile al proprio [[prefetto del pretorio]]. Non di meno la collaborazione con Giuliano fu proficua, e i due organizzarono un doppio attacco volto alla riconquista di quelle parti della Gallia cadute in mano al nemico (356): Giuliano portò l'attacco principale, mentre Costanzo comandò un attacco contro gli [[Alemanni]], destituendo poi il proprio generale [[Marcello (generale di Costanzo)|Marcello]] che non aveva sostenuto Giuliano (luglio-agosto 357).<ref name="bury29">{{Cita|Bury 1925|p. 29}}.</ref> Sempre nel 356 Costanzo II istituì uno ''scriptorium'' a [[Costantinopoli]], in cui erano copiati i classici della letteratura; la libreria era finanziata direttamente dall'imperatore.<ref>[[Vasiliki Limberis]], ''Divine Heiress: The Virgin Mary and the Creation of Christian Constantinople'', London; New York, Routledge, 1994, p. 65. ISBN 0-415-09677-4</ref>
{{citazione|Soggetto al destino vive soltanto quell'essere che è privo di [[anima]]: per lui quaggiù gli astri non sono soltanto segni, ma diventa egli stesso un frammento e dipende dal mondo di cui è parte.|Plotino, ''[[Enneadi]]'', II, 3, 9}}
 
L'umanista [[Marsilio Ficino]], ad esempio, nella ''Disputatio contra iudicia astrologorum'' (1477) spiegava sulla base della dottrina [[Plotino|plotiniana]] come le pratiche divinatorie andassero intese non come capacità degli astri di esercitare un influsso [[causa (filosofia)|causale]] sugli eventi umani, bensì come una forma di [[consonanza]] tra questi e la posizione dei [[pianeti (astrologia)|pianeti]], i quali si limitano cioè a «descrivere» quel che accade.<ref>Cesare Vasoli, ''Le filosofie del Rinascimento'', pp. 214-216, Pearson Italia S.p.a., 2002.</ref> Quella di Ficino è cioè una concezione basata sulla corrispondenza e interdipendenza di ogni parte dell'universo, da leggere e interpretare secondo l'esperienza psicologica dell'[[anima]], alla quale viene attribuita la capacità oggettiva di tradurre il mondo in forma di [[simboli]].<ref>[[James Hillman]], ''[http://www.rivistapsicologianalitica.it/v2/PDF/4-2-1973-Jung_culturaeuropea/IV-2-1973-cap3.pdf Plotino, Ficino e Vico, precursori della psicologia junghiana]'' (1973), trad. it. di Priscilla Artom. Analogamente [[Plotino]] aveva sostenuto che gli astri sono come delle lettere scritte nel cielo che se correttamente interpretate consentono di prevedere l'esito futuro degli eventi, ma non nel senso che lo "causano" (''Enneadi'', II, 3, 7; III, 1, 6).</ref>
[[File:Obelisk-Lateran.jpg|thumb|L'[[Obelisco Lateranense]] di [[Roma]], eretto da Costanzo II nel [[Circo Massimo]] durante la sua visita nel [[357]], in occasione dei propri ''vicennalia'', reca una iscrizione celebrante la vittoria su [[Magnenzio]].]]
Non sempre tuttavia i filosofi accolsero rigorosamente la dottrina di Plotino, ammettendo una certa affinità fra l'anima e il suo [[tema natale]], almeno ai fini di una sua collocazione in uno dei [[quattro temperamenti]] costituzionali, e riabilitando così anche l'[[astrologia oraria]] individuale.<ref name=cattabiani/>
[[File:Peruzzi Sala delle Prospettive, Villa Farnesina, Rome 06.jpg|upright=1.8|thumb|Affresco di [[Baldassarre Peruzzi]] che raffigura l'[[oroscopo]] di [[Agostino Chigi]], in cui i pianeti e le costellazioni, rappresentati in sembianze [[mitologia|mitologiche]], fanno riferimento ad una precisa posizione astronomica (volta della Loggia di Galatea di [[Villa della Farnesina]] a [[Roma]])<ref>G. Mori , ''Baldassarre Peruzzi, Oroscopo di Agostino Chigi, Loggia di Galatea'', ne ''I luoghi di Raffaello a Roma'', a cura di L. Cassanelli e S. Rossi, pp. 38-40, Multigrafica editrice, Roma 1983.</ref>]]
Nel [[Rinascimento]], pur con vari distinguo, si assistette a una generale riabilitazione dell'astrologia su basi [[ermetismo (filosofia)|ermetiche]] ed [[esoterismo|esoteriche]], che vedevano una corrispondenza tra [[macrocosmo e microcosmo]], tra fenomeni celesti e terreni, nonché tra le strutture della mente umana e quelle reali dell'universo, in quanto generate dalla stessa intelligenza creatrice. Una tale fiducia si inseriva nella tipica ottica [[filosofia rinascimentale|rinascimentale]] incentrata sull'agire pratico, propria di chi, guardando al [[futuro]], non intende subire passivamente gli eventi, ma intervenire attivamente su di essi, prevedendo le circostanze in cui un'iniziativa aveva le maggiori possibilità di sucesso.<ref>[[Ugo Perone|Ugo e Annamaria Perone]], [[Giovanni Ferretti]], Claudio Ciancio, ''Storia del pensiero filosofico'', vol. II, pag. 78, Torino, SEI, 1975.</ref>
 
In ambito ecclesiastico, ad esempio, [[Giulio II]] si fece predire dagli astrologi il giorno più opportuno per la sua elezione al soglio pontificio, mentre [[papa Leone X]] fece istituire una cattedra di astrologia alla [[La Sapienza|Sapienza di Roma]]. Anche i papi [[Adriano VI]] e [[Paolo III]] tennero in grande considerazione gli [[oroscopi]].<ref name=stanzione/>
Nel [[357]] Costanzo celebrò i propri ''[[vicennalia]]'' (venti anni di regno) inaugurando il primo nucleo (un ''atelier'' di calligrafi) della [[Biblioteca di Costantinopoli|biblioteca pubblica a Costantinopoli]] al fine di salvaguardare le opere degli autori greci.<ref>Horst Blanck, ''Il libro nel mondo antico'', a cura di Rosa Otranto, Edizioni Dedalo, Bari 2008, p. 242</ref> Compì inoltre la sua prima ed unica visita all'antica capitale del suo impero, [[Roma]]. L'imperatore giunse nell'Urbe nell'aprile del 357 con tutta la sua corte, con la seconda moglie [[Eusebia]] (sposata nel 353) e la sorella Elena. Fece un [[Adventus|ingresso trionfale]] nella città, tra ali di ''[[clibanarii]]'', immobile sul proprio cocchio d'oro. L'evento è ricordato con grandezza da [[Ammiano Marcellino]] e in quest'occasione [[Temistio]], rappresentante del [[Senato]] di Costantinopoli, tenne un'orazione davanti all'imperatore.<ref>Cfr. Amm., XVII, 4; Temistio, ''Orazioni'', III, 5</ref> La Città Eterna ebbe un notevole effetto su di lui, che ammirò le costruzioni dell'antica capitale, dai templi all'[[colosseo|anfiteatro flavio]], dal [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] fino al [[Foro di Traiano]], rimanendo stupito per la sua statua equestre. Il suo stupore trasformò in questa visita l'atteggiamento del sovrano assoluto, che nelle province si faceva chiamare ''Dominus Noster'' ("Nostro Signore") e viveva distaccato dai suoi sudditi, in quello un ''princeps'': recò omaggio infatti ai [[senato romano|senatori]] recandosi in udienza nella [[Curia Iulia|Curia]], assistette ai giochi organizzati per accontentare la plebe romana, di cui ammirò la ''libertas'' e la varietà delle origini, acconsentendo di non imporre alle gare il proprio volere, ma di lasciare loro il proprio corso. Dal punto di vista politico, la visita a Roma permise all'imperatore di saldare i legami con l'aristocrazia senatoriale romana, che aveva sulla coscienza il sostegno, seppur limitato, a [[Magnenzio]]: a ricordo della sua visita, che terminò il 29 maggio — l'imperatore fu obbligato a partire a causa delle notizie di sommossa di [[Quadi]], [[Suebi]] e [[Sarmati]] sul [[Danubio]] — Costanzo fece trasportare da [[Alessandria d'Egitto]] ed erigere nel [[Circo Massimo]] l'[[Obelisco Lateranense|obelisco]] oggi davanti alla [[basilica di San Giovanni in Laterano]], la cui base celebrava ancora una volta la sua vittoria sul tiranno Magnenzio.<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xvi.10}}; {{Cita|Bury 1925|pp. 30-32}}. Un altro obelisco fu contestualmente portato ad Alessandria per essere inviato a [[Costantinopoli]], cosa che avvenne però solo sotto il regno di [[Teodosio I]], il quale lo eresse nell'[[Ippodromo di Costantinopoli]]: si tratta dell'[[Obelisco di Teodosio]].</ref> L'iscrizione posta alla base dell'obelisco consisteva in un lungo carme onorario di 24 esametri, che commemorava l'erezione del monumento da parte di Costanzo. L'epigrafe antica oggi è perduta, ma il testo è noto in quanto essa fu rinvenuta e trascritta nel 1587.<ref>{{CIL|6|1163}}.</ref> Essa recitava:
 
==Età moderna==
{{citazione|L'opera del padre e il [suo] dono a te Roma dedicò Costanzo Augusto, una volta sottomesso [tutto] il globo, e ciò che nessuna terra portò, né alcuna età aveva visto (a te) eresse perché i doni fossero pari ai famosi trionfi. Volendo [[Costantino I|il genitore]] che questo ornamento fosse decoro della [[Costantinopoli|città che porta il suo nome]], lo tolse dalla rupe tagliata a [[Tebe (Egitto)|Tebe]]. Ma la preoccupazione del trasporto affliggeva grandemente il divo, poiché da nessun ingegno e sforzo e mano sarebbe stata mossa la caucasea mole: (così) ammoniva la fama che si spandeva qua e là. Invece il signore del mondo, Costanzo, convinto che tutto ceda al valore, comandò che si muovesse sulle terre la non piccola parte di monte e ripose la sua fiducia nel mare rigonfio e le acque, con placida onda, condussero la nave alle spiagge d'Occidente, con meraviglia del [Tevere]. Nel mentre che (te) Roma devastava un [[Magnenzio|tetro tiranno]], rimase a giacere il dono così come la preoccupazione dell'Augusto per la sua collocazione: non per orgoglioso disprezzo, ma perché nessuno credeva che un'opera di tanta mole potesse levarsi alle aure celesti. Ora, come di nuovo strappata alle cave rosseggianti questa gloria a lungo conservata brillò e tocca i cieli; una volta morto il tiranno viene restituita al suo committente e, trovato con il valore l'accesso a Roma, il vincitore esultante [affida al tempo stesso l'altissimo] trofeo del principe alla città e [per sempre il (suo)] dono ai trionfi di pari dignità.|Traduzione di Paolo Liverani, in ''[https://www.academia.edu/21561275/Costanzo_II_e_l_obelisco_del_Circo_Massimo_a_Roma Costanzo II e l’obelisco del Circo Massimo a Roma]'', 2012.}}
[[File:Cellarius Harmonia Macrocosmica - Scenographia Systematis Copernicani.jpg|thumb|upright=1.5|left|La nuova visione eliocenrica dell'universo in un'illustrazione di [[Andreas Cellarius]] (''Harmonia Macrocosmica'' , 1661)]]
 
L'avvento della [[rivoluzione copernicana]], che sosteneva l'[[Sistema eliocentrico|eliocentricità]] del [[sistema solare]], non alterò il linguaggio usato dagli astrologi, tra cui vi erano gli stessi [[Keplero]] o [[Galilei]]. Venne anzi formulato da [[Tycho Brahe]] un nuovo modello [[geocentrismo|geocentrico]] completamente equivalente a quello eliocentrico, detto [[sistema ticonico|ticonico]], basato sulle nuove scoperte astronomiche.
=== Nemici esterni ed interni; morte di Costanzo (357-361) ===
[[File:Iscrizione in onore di Costanzo II da Memmio Vitrasio Orfito.jpg|thumb|Base di una statua eretta in onore di Costanzo dal ''praefectus urbis'' [[Memmio Vitrasio Orfito]]]]
 
Nel frattempo, tuttavia, i dibattiti sull'astrologia in seno alla Chiesa portarono nel 1596 a una condanna definitiva di quella divinatoria con la sua iscrizione nell'[[Indice dei libri proibiti]], mentre l'astrologia genetliaca, basata cioè sull'oroscopo individuale, veniva riconosciuta solo in forma congetturale secondo la linea interpretativa esposta da [[papa Sisto V]] nella bolla ''Coeli et terrae'' del 1586.
{{Vedi anche|Campagne suebo-sarmatiche di Costanzo II}}
 
L'inizio della crisi moderna dell'astrologia fu dovuta però, più che a motivi religiosi, alla nascente scienza [[Cartesio|cartesiana]] e deterministica, che rifiutava tutto quanto non rientrasse nei propri canoni interpretativi. Ebbe luogo un progressivo ostracismo verso gli astrologi, che culminò nel 1666 quando [[Jean-Baptiste Colbert|Colbert]] in [[Francia]] vietò l'insegnamento della loro disciplina nell'[[Académie des Sciences]]. Nel 1682 vennero anche proibiti gli [[almanacco|almanacchi]] astrologici.<ref name=cattabiani/> La rivoluzione astronomica d'altro canto, unita alle esplorazioni geografiche nell'[[emisfero australe]], permise di ampliare la conoscenza del cielo stellato, portando alla scoperta di nuove [[costellazioni]] da parte, tra gli altri, di [[Tycho Brahe]], [[Johann Bayer]], [[Johannes Hevelius]], [[John Flamsteed]], e di due nuovi pianeti ([[Urano (astrologia)|Urano]] e [[Nettuno (astrologia)|Nettuno]]).
Per affrontare la minaccia costituita dalle popolazioni barbariche che vivevano al di là del [[Danubio]], Costanzo si dovette recare sul luogo col proprio esercito: dopo aver lasciato [[Roma]] a fine maggio [[357]] si recò a ''[[Mediolanum]]'', di qui in Illirico (da dove sostituì [[Marcello (generale di Costanzo)|Marcello]] con Severo, come voluto da [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] cui però sottrasse il collaboratore [[Saturnino Secondo Salustio|Salustio]]), poi di nuovo a ''Mediolanum'' ad inizio dicembre ed infine a [[Sirmio]], dove pose la corte.
 
Dopo la demonizzazione dell'astrologia da parte dell'[[illuminismo]], essa riemerse in maniera piuttosto inaspettata verso la fine dell'[[Ottocento]].<ref>A. Cattabiani, ''Astrolabio'', op. cit., pag. 30.</ref> Anche in ambito [[cattolico]], i moralisti Schmitt e Nordin hanno sostenuto come non sia sbagliato di per sé cercare di indagare i rapporti fra il mondo umano e quello celeste, purché si eviti il fatalismo.<ref name=stanzione>{{cita web|url=http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1119/136/lang,it/|autore=Don Marcello Stanzione|titolo=Rapporto tra Astrologia e Cristianesimo|editore=Atti del Convegno su "Astrologia, Arte, Cultura tra Rinascimento e Barocco"|città=San Giorgio a Cremano|anno=15 maggio 2004}}</ref> Un'apertura di credito è venuta inoltre da [[Vittorio Messori]]:
Per tutto l'anno le province danubiane avevano subito gli assalti e i saccheggi delle popolazioni barbare: i [[Suebi]] avevano devastato la [[Rezia]], i [[Quadi]] erano penetrati in Valeria, mentre i [[Sarmati]] avevano invaso [[Mesia]] e [[Pannonia]]. La scelta di Costanzo fu quella di evitare un attacco in grande scala, ma di dosare l'opzione militare con quella diplomatica. Dopo l'equinozio di primavera del [[358]], l'imperatore passò il [[Danubio]] con l'esercito, [[Campagne suebo-sarmatiche di Costanzo II|affrontando]] i Sarmati e i Quadi a piccoli gruppi e costringendoli con la forza e la diplomazia ad accettare dei trattati di pace, garantiti dall'invio di ostaggi e ottenuti in cambio della restituzione di prigionieri romani. Per attenuare la pericolosità dei Sarmati, Costanzo allontanò i [[Limiganti]], una tribù formata da ex-schiavi sarmati ribellatisi ai propri padroni, inviandoli lontano dal Danubio, mentre mise Zizais, un giovane principe a lui fedele, sul trono dei Sarmati rimasti vicino alla frontiera fluviale. Tornò poi ai quartieri invernali a Sirmio, dove fu acclamato dall'esercito e accettò per la seconda volta il titolo di ''[[Sarmaticus maximus]]''.<ref name="AmmianoMarcellino" /> L'anno successivo Costanzo ricevette la notizia che in Oriente [[Sapore II]] aveva ripreso le ostilità, in una campagna che portò alla conquista [[sasanidi|sasanide]] della fortezza frontaliera di [[Diyarbakır|Amida]] in ottobre; l'imperatore, però, poté lasciare l'area danubiana solo dopo la caduta della città, in quanto fu impegnato contro i Limiganti. Questa popolazione, infatti, non rispettò i patti conclusi l'anno precedente e che prevedevano il loro stanziamento lontani dal territorio romano.<ref>Bury 1925, p. 32.</ref>
{{citazione|L'attuale prevalente atteggiamento cristiano – e cattolico in particolare – ci sembra qui troppo sbrigativo e sembra avere ereditato lo sprezzo e il rifiuto proprio di coloro che furono gli avversari della fede: i vecchi illuministi, razionalisti, positivisti. Quindi tutto nell'astrologia, sarebbe imbroglio, menzogna o, nei casi migliori, illusione. Tanto che non varrebbe neppure la pena di discuterne, lasciando simili cose ai superstiziosi e ingenui. Sul piano pastorale questa chiusura senza spiragli non sembra affatto positiva. L'attrazione che su molti cristiani esercitano certe religioni orientali, certe sette, certe proposte alla "[[New Age]]" è determinata anche dal rigido rifiuto "cattolico" attuale di tutto ciò che non rientri nel quadro di una "[[razionalità]]" che sembra talvolta sconfinare nel [[razionalismo]], nato come anticristiano, di cui parlavamo sopra. Magistero e prassi ecclesiali sembrano talvolta non rendersi conto che l'incapacità della proposta cattolica di raggiungere oggi le masse deriva anche dal fatto che ci si sbaglia sui destinatari di quell'annuncio. Si crede, cioè, di rivolgersi ancora all'uomo "moderno" quello formato (o deformato) dall'Illuminismo, mentre in realtà è ormai l'uomo entrato nella "postmodernità" dove la [[Ragione]], quella con la maiuscola, non è più la divinità davanti alla quale inchinarsi silenziosi e riverenti. […] <br/>
Se oggi in tutto l'Occidente ritornano in forze e trovano fortuna proposte giudicate per due secoli "irrazionali" come quelle astrologiche è inutile scandalizzarsi e lanciare anatemi, come si fa anche in un certo mondo cattolico. Proprio quel dovere, per il credente, di "scrutare i segni dei tempi" sottolineato dal [[Concilio Vaticano II|Vaticano II]] deve portare alla riflessione: non ci sarebbe offerta se non ci fosse domanda, da parte di un così grande numero di nostri contemporanei.|[[Vittorio Messori]], ''Davvero nell'astrologia tutto è imbroglio e illusione?'', dalla rivista "Jesus", pag. 91, gennaio 2000}}
 
== India ==
Nel [[360]] Sapore prese le fortezze orientali di [[Singara]] e [[Bezabde]]; Costanzo, obbligato a riprendere le ostilità con i Sasanidi, richiese al cesare Giuliano alcune sue truppe, anche allo scopo di assicurarsi che non potesse progettare l'usurpazione, ma le truppe galliche si ribellarono all'idea di essere mandate in oriente e proclamarono ''[[Augusto (titolo)|augusto]]'' Giuliano, che aveva dato valide prove di capacità militari difendendo la Gallia da vari tentativi d'invasione: fu l'inizio di una nuova guerra civile. Costanzo decise che la guerra contro i Sasanidi aveva la precedenza sulla ribellione di Giuliano, e nella primavera del 360 iniziò la propria campagna orientale, occupando [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] e cercando di riprendere Bezabde; l'attacco però fallì e Costanzo decise di ritirarsi a svernare ad [[Antiochia di Siria]].<ref>{{Cita|Clinton 1853|p. 121}}.</ref>
{{vedi anche|Astrologia indiana}}
 
== Cina ==
Nel [[361]], ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], Costanzo sposò [[Faustina (augusta)|Faustina]], che nominò poi [[augusta (titolo)|augusta]], da cui avrebbe avuto l'agognata figlia, [[Flavia Massima Faustina Costanza]], nata postuma. In quell'anno l'imperatore riprese inizialmente la campagna sasanide, muovendo su Edessa e da qui su [[Ierapoli]], ma poi riprese la strada per Antiochia, muovendo incontro a Giuliano, che col suo esercito stava avanzando verso oriente. Lo scontro fratricida tra gli ultimi due membri della [[dinastia costantiniana]] non avvenne, però: partito da [[Tarso (Asia Minore)|Tarso]] in autunno, il 3 novembre Costanzo morì per una febbre mentre si trovava ancora in [[Asia]], a Mopsucrenae.<ref name="clinton_122">{{Cita|Clinton 1853|p. 122}}.</ref>
{{vedi anche|Astrologia cinese}}
 
== Mesoamerica ==
Costanzo aveva 44 anni e regnava da 24.
{{...}}
 
== Politica religiosa ==
Tutti gli imperatori tardo-antichi, a partire da [[Costantino I]] e con l'esclusione del pagano [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], dovettero ripetutamente confrontarsi con le dispute teologiche che laceravano il [[Cristianesimo]]. La principale controversia era [[cristologia|cristologica]], riguardava cioè la "natura" di [[Cristo]], ed opponeva i trinitari agli [[arianesimo|ariani]]. [[Ario]], un presbitero di [[Alessandria d'Egitto]], aveva annunciato che era esistito un tempo in cui Gesù non era esistito: Gesù non era, dunque, "della stessa sostanza del Padre" (''homousios''), come ritenevano in molti e come riconosciuto dal [[primo concilio di Nicea]] ([[325]]), ma solo "di sostanza simile a quella del Padre" (''homoiusios''). Gli insegnamenti di Ario, condannati come [[eresia|eretici]] dalla maggior parte dei vescovi, non trovarono terreno fertile in Occidente, ma furono molto popolari in Oriente: oltre ad essere molto accesa, la diatriba fu anche molto popolare, coinvolgendo i fedeli che erano ansiosi di sapere quale fosse l'interpretazione corretta cui aderire.
 
=== Sostegno all'arianesimo ===
[[File:Sainta15.jpg|thumb|[[Icona (arte)|Icona]] raffigurante [[Atanasio di Alessandria]]: fu il principale sostenitore dell'ortodossia durante il regno di Costanzo II, che per questo motivo dovette organizzare diversi concili per espellerlo, pur talvolta reintegrandolo, specie dietro pressione del proprio fratello [[Costante I]].]]
 
Costanzo II ereditò dal padre, in ambito religioso, una visione del ruolo imperiale che lo voleva garante e promotore dell'unità della Chiesa; educato alla corte di [[Costantinopoli]] dai vescovi orientali, al contrario di suo fratello [[Costante I]] difese le posizioni dell'[[arianesimo]] in contrapposizione alle posizioni dei vescovi occidentali e del vescovo [[Atanasio di Alessandria]]: questi, che propugnò il [[simbolo niceno|credo di Nicea]], questione su cui anche [[papa Liberio]] fu inizialmente in contrasto, fu il principale avversario religioso di Costanzo.
 
Nel [[337]], subito dopo la sua proclamazione ad imperatore, nominò vescovo di [[Costantinopoli]] [[Eusebio di Nicomedia|Eusebio]], il vescovo di [[Nicomedia]] che aveva battezzato [[Costantino I]] sul letto di morte e che ricevette il vescovado della capitale probabilmente in cambio della sua collaborazione all'elezione di Costanzo. Atanasio era stato rimesso sul trono vescovile di [[Alessandria d'Egitto]] per volere del suo sostenitore [[Costantino II]] nell'estate del 337, ma Costanzo, dietro suggerimento di Eusebio, convocò un concilio ad Antiochia nell'estate del [[338]], in cui Atanasio fu esiliato in occidente;<ref name="bury11" /> in questa occasione fece mettere a morte il prefetto [[Flavio Ablabio|Ablabio]], sostenitore di Atanasio, con una falsa accusa.
 
Costanzo, sostenitore dell'Arianesimo, non di meno intendeva unificare la Chiesa: il primo ostacolo era il [[credo niceno]]. Nel gennaio [[341]], in occasione della dedica della chiesa di Costantino I ad Antiochia, novantasette vescovi, alla presenza di Costanzo, ricercarono una formulazione del problema della relazione tra [[Dio Padre|Padre]] e [[Figlio di Dio|Figlio]] che portasse dalla posizione ortodossa della ''homoousios'' (Padre e Figlio della stessa sostanza) ad una più vicina alle posizione ariane.<ref name="bury12" /> Sempre nel 341 fu emanato un editto che proibiva i sacrifici pagani<ref>''Codice teodosiano'', [[:s:la:Codex Theodosianus - Liber XVI#X.2|xvi.10.2]].</ref> e un altro stabiliva che tutti i templi pagani dovessero essere chiusi e il loro accesso proibito,<ref>''Codice teodosiano'', [[:s:la:Codex Theodosianus - Liber XVI#X.4|xvi.10.4]].</ref> ma sembra fossero largamente disattesi e la continuazione della pratica del culto pagano è attestata in diverse fonti dell'epoca.<ref>Ammiano Marcellino (9.10, 19.12) descrive sacrifici pagani e cerimonie di culto che avevano luogo apertamente ad Alessandria e a Roma e il ''[[Cronografo del 354]]'' cita numerose festività pagane come ancora apertamente osservate. Descrizioni di culti pagani si trovano anche in [[Giulio Firmico Materno]], ''De errore profanorum religionum'' e nella ''Vetus orbis descriptio Graeci scriptoris sub Constantio''.</ref> Costanzo e suo fratello [[Costante I|Costante]] emanarono anche leggi per le preservazione dei templi situati al di fuori delle mura cittadine,<ref>''Codice teodosiano'', [[:s:la:Codex Theodosianus - Liber XVI#X.3|xvi.10.3]].</ref> e un altro editto stabiliva multe contro i vandalismi rivolti a tombe e monumenti, ponendoli sotto la custodia dei sacerdoti pagani.<ref>''Codice teodosiano'', [[:s:la:Codex Theodosianus - Liber IX#XVII.2|iX.17.2]].</ref> Nel [[357]], però, ordinò che l'[[altare della Vittoria]], posto da [[Augusto]] nel [[29 a.C.]] nella [[curia Iulia]] e sul quale prestavano giuramento i senatori e i magistrati, fosse rimosso dalla sede del [[Senato romano]].<ref>[[Ivano Dionigi]]; [[Alfonso Traina]]; [[Massimo Cacciari]], ''La maschera della tolleranza'', Milano, Rizzoli, 2006. ISBN 88-17-00961-X</ref>
 
Nel [[343]] fu convocato il [[concilio di Serdica]] (la moderna [[Sofia]] in [[Bulgaria]]), voluto da Costanzo per accontentare il fratello Costante; entrambi gli imperatori non parteciparono al concilio stesso. Vi parteciparono invece pochissimi vescovi orientali, in quanto questi si opponevano al fatto che ad Atanasio fosse permesso di prendere parte al concilio. Il tentativo di riconciliazione non ebbe frutto: all'arrivo della notizia della vittoria di Costanzo sui Sasanidi, i vescovi orientali abbandonarono il concilio.<ref>{{Cita|Potter 2004|p. 466}}.</ref>
 
Fu forse il pericolo sasanide in oriente e la conseguente necessità di ricostruire il legame interrottosi con Costante<ref>Dopo il concilio di Serdica, i due fratelli si allontanarono: nel [[344]] non riconobbero l'uno i [[console (storia romana)|consoli]] scelti dall'altro, mentre nel [[345]] i due fratelli non assunsero congiuntamente il consolato come prevedibile (erano stati consoli insieme nel [[339]] e nel [[342]]).</ref> a convincere Costanzo a permettere che Atanasio tornasse sul trono vescovile di Alessandria d'Egitto il 21 ottobre [[345]].<ref>{{Cita|Potter 2004|p. 467}}.</ref> La situazione, però, non fu sanata, visto che i vescovi d'Oriente non concordavano con la restaurazione di Atanasio, sostenendo nel [[sinodo di Antiochia (351)|sinodo di Antiochia]] ([[351]]) Gregorio di Cappadocia; Costanzo, che si trovava a [[Sirmio]] (dove aveva nominato [[Costanzo Gallo|Gallo]] al rango di [[cesare (titolo)|cesare]]) organizzò un [[sinodo di Sirmio|sinodo in quella città]], che produsse un credo ariano. Costanzo prese atto della condanna, da parte del sinodo, di [[Fotino di Sirmio]] e lo bandì definitivamente.<ref>{{Cita|Hanson 2005| p. 325}}.</ref>
 
Una volta ottenuto il controllo sull'intero impero, con la caduta di [[Magnenzio]], Costanzo accelerò la sua azione per riunificare la Chiesa eliminando il pericolo niceno. L'imperatore si trovava ad [[Arles|Arelate]] nel [[353]] in occasione dei suoi ''tricennalia'' dall'elezione a cesare; colse l'occasione per convocare un [[sinodo di Arles|sinodo]] per il [[354]], cui parteciparono molti vescovi occidentali; [[papa Liberio]] era convinto di riuscire ad ottenere una condanna dell'Arianesimo, ma Costanzo, tramite il proprio rappresentante [[Valente di Mursa]], riuscì a far firmare un documento che permetteva una interpretazione ariana. Anche il successivo concilio di ''Mediolanum'' ([[355]]) fu convocato per rafforzare le posizioni degli ariani, con Atanasio che fu esiliato dall'inviato di Costanzo nel [[356]].<ref>{{Cita|Hanson 2005| pp. 331-332}}.</ref> Pare che in entrambi i casi, Arelate e ''Mediolanum'', Costanzo abbia inviato una lettera al concilio con una dichiarazione che si aspettava fosse controfirmata dai vescovi; questa dichiarazione era chiaramente ariana e non sembra sia stata accettata dal concilio.<ref>{{Cita|Hanson 2005|p. 330}}.</ref>
 
Un ulteriore tentativo di ricomporre l'unità della cristianità sotto l'Arianesimo fu fatto da Costanzo nel [[359]], con il [[sinodo di Rimini]]; 400 vescovi furono riuniti nel maggio di quell'anno ad [[Rimini|Ariminum]] e il partito ariano elaborò un credo al quale tutti avrebbero dovuto, per volere di Costanzo, conformarsi. Il [[prefetto del pretorio]] [[Tauro (console 361)|Tauro]], incaricato di presiedere il sinodo, aveva infatti l'ordine di detenere i vescovi finché non avessero sottoscritto il credo, e il sinodo durò fino all'inverno, fin quando tutti non firmarono, sebbene controvoglia, il documento filo-ariano. Contemporaneamente, nel settembre dello stesso anno, fu convocato il [[Concilio di Seleucia (359)|sinodo di Seleucia]], con lo scopo di raccogliere i vescovi orientali; anche qui Costanzo affidò la presidenza del sinodo ad un uomo di sua fiducia, [[Leonas (delegato di Costanzo II)|Leonas]], e anche qui, tra i 150 vescovi prevalsero gli ariani, e il documento voluto da Costanzo fu firmato. Il [[360]] vide un ultimo concilio a [[Costantinopoli]], in cui i risultati dei due concili precedenti furono confermati.<ref>{{Cita|Jones 1986|pp. 117-118}}.</ref> Un ultimo concilio ariano fu tenuto ad Antiochia, dove si trovava Costanzo a svernare, nel [[361]], in cui i 74 vescovi ariani decisero alcune nomine a proprio favore; fu l'ultimo intervento di Costanzo nella politica religiosa dell'impero, in quanto quello stesso anno morì.
 
Sebbene Costanzo sia riuscito alla fine del proprio regno a riunificare la Chiesa in una posizione, il credo "omoeano" o [[semi-ariano]]; in realtà furono proprio i teologi da lui messi in minoranza, gli omoousiani radicali, che presero il sopravvento, e alla storia della Chiesa Costanzo e gli ariani sono passati come eretici.<ref name=jones118>{{Cita|Jones 1986|p. 118}}.</ref>
 
=== Privilegi del clero ===
Costanzo garantì tutta una serie di privilegi, in particolare fiscali, al clero cristiano.
 
Nel [[346]] promulgò una legge secondo la quale i clerici orientali furono esentati dal pagamento delle tasse e dalle prestazioni straordinarie; le loro eventuali attività commerciali erano esentate dalle tasse, e loro e le loro famiglie non pagavano l'imposta sulla persona, la ''[[capitatio]]''; nel [[356]] questi privilegi furono concessi anche al clero d'Occidente. Quando però i vescovi riuniti nel [[sinodo di Rimini]] ([[359]]) chiesero l'esenzione dalle tasse per le terre della Chiesa e per quelle proprie, Costanzo riformulò le proprie concessioni: le terre della Chiesa furono esentate, non quelle dei religiosi, e solo il clero che viveva del proprio piccolo commercio ebbe diritto all'esenzione dalle tasse, mentre i commercianti che si erano poi fatti ordinare sacerdoti furono nuovamente obbligati a pagare.<ref name=jones118 />
 
=== Proselitismo ===
Costanzo non si accontentò di segnare profondamente la vita religiosa del proprio impero, ma promosse una politica di evangelizzazione, basata sul cristianesimo [[arianesimo|ariano]], dei paesi vicini e lontani.
 
Inviò in missione per l'India [[Teofilo indiano]] ([[356]]), un emissario indiano giunto alla corte di [[Costantino I]] e qui convertitosi all'arianesimo; secondo [[Filostorgio]], un autore ariano, Costanzo lo fece scortare da duecento cavalli, che trasportavano i doni per i popoli da convertire. Teofilo si recò in [[Arabia Felix]], a [[Sri Lanka|Ceylon]] e poi in [[India]] per tornare passando poi dal [[Regno di Axum]]: giunto a [[Costantinopoli]], Costanzo lo nominò vescovo ''in partibus'', cioè senza sede.<ref>A.J. Valpay (1813). The Classical Journal: pp. 383—390.</ref>
 
Costanzo ordinò anche all'ufficiale [[Artemio (dux Aegypti)|Artemio]] di recarsi a prendere le reliquie di [[Andrea apostolo|sant'Andrea apostolo]], [[Luca evangelista|san Luca evangelista]] e [[Timoteo vescovo|san Timoteo]] dai territori oltre il [[Danubio]] e di portarle a [[Costantinopoli]]: Costanzo lo premiò poi nominandolo ''[[duce (storia romana)|dux]] Aegypti'', governatore militare dell'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]].<ref>''Passio Artemii'', 16—18.</ref>
 
È anche attestata una lettera inviata da Costanzo al re [[Ezanà di Axum]] e a suo fratello Sazana, che richiedeva di inviare il capo della chiesa copta, [[Frumenzio d'Etiopia|Frumenzio]], che era stato nominato vescovo da [[Atanasio di Alessandria|Atanasio]], ad [[Alessandria d'Egitto]], affinché la sua dottrina fosse esaminata dal nuovo vescovo ariano Gregorio, ed eventualmente approvata o bollata come eretica. Il sovrano axumita non rispose.<ref>[[Glen Warren Bowersock]]; [[Peter Brown (storico)|Peter Brown]]; [[Oleg Grabar]], ''Late Antiquity: A Guide to the Postclassical World'', Cambridge, (Mass.); London, Belknap Press of Harvard University Press, 1999, p. 458. ISBN 0-674-51173-5</ref>
 
Costanzo II, come il padre [[Costantino I]] prima di lui, predilesse la religione cristiana, favorendola rispetto a tutte le altre, [[Ebraismo]] compreso; a differenza del padre, però, permise ai cristiani di mettere in atto delle persecuzioni contro i pagani e gli Ebrei. Il clero cristiano praticò l'intolleranza verso i non-cristiani: in questo furono strumento sia il braccio secolare che dirigendo le folle inferocite, le quali attaccavano e distruggevano sinagoghe e templi.<ref>{{Cita|Lazare 1995|p. 46}}.</ref> La reazione degli Ebrei fu quella di reagire: al proselitismo cristiano fu opposto il proselitismo ebraico e l'intolleranza verso i convertiti; gli infuocati sermoni, predicati nelle sinagoghe contro ''Edom'', erano indirizzati in realtà contro quei Romani che, dopo aver sottratto agli Ebrei la loro indipendenza politica stavano reprimendo ora la loro religione. La strada imboccata non poteva portare che ad una insurrezione. La [[rivolta ebraica contro Gallo|rivolta ebraica del 351/352]] scoppiò in concomitanza della partenza di Costanzo per l'Occidente contro Magnenzio e l'arrivo di Gallo in Oriente; gli Ebrei, guidati da Isacco di Seffori e da un certo Patrizio massacrarono la guarnigione romana di [[Diocesarea]] e conquistarono [[Tiberiade]] e [[Lidda]]; la reazione romana fu spietata, con donne e bambini uccisi e città rase al suolo.<ref name="lazare47">{{Cita|Lazare 1995|p. 47}}.</ref>
 
== Vita culturale ==
[[File:07 constantius2Chrono354.png|thumb|Costanzo II raffigurato nel ''[[Cronografo del 354]]''.]]
 
Tra le opere letterarie prodotte sotto Costanzo va ricordato l'anonimo ''[[Itinerarium Alexandri]]'', scritto in occasione della campagna di Costanzo contro i [[Sasanidi]], ed incentrato su due parti che descrivevano guerre vittoriose contro i predecessori dei nemici orientali dell'impero. La prima parte, l'unica pervenuta, trattava della conquista dell'[[Impero persiano]] da parte di [[Alessandro Magno]], mentre la seconda, andata perduta, della campagna vittoriosa di [[Traiano]] contro i [[Parti]].<ref>[[Waldemar Heckel]]; [[John Yardley]], ''Alexander the Great: Historical Sources in Translation'', Oxford, Blackwell Publishing, 2004, p. xxvi. ISBN 0-631-22821-7</ref> Sia i Persiani che i Parti avevano regnato sulla stessa area dei Sasanidi e, come questi, erano stati acerrimi nemici dei Romani, come testimoniato dalle lunghissime [[guerre romano-persiane]]: senza dubbio il tema era molto sentito sotto il regno di Costanzo, che aveva scelto un approccio al conflitto a bassa intensità, diverso dalle eroiche guerre del passato.
 
Sempre dedicato ad uno scontro militare è la prima opera, perduta, di [[Faltonia Betizia Proba]], un'aristocratica poetessa cristiana contemporanea di Costanzo (il marito di Proba, [[Clodio Celsino Adelfio]], era stato ''[[praefectus urbi]]'' di [[Roma]] nel [[351]]), che scrisse un poema epico sulla guerra tra Costanzo e [[Magnenzio]].<ref>[http://www.newadvent.org/cathen/12440a.htm "Faltonia Proba"], ''The Catholic Encyclopedia'', Volume XII, 1911, New York, Robert Appleton Company.</ref>
 
Un'opera di tutt'altro genere è invece il ''[[Cronografo del 354]]'': si tratta di un almanacco che contiene al proprio interno anche una raffigurazione di Costanzo e del suo [[cesare (titolo)|cesare]] [[Costanzo Gallo]].
 
== Considerazioni su Costanzo ==
[[File:Head Constantine Musei Capitolini MC1072.jpg|thumb|left|Testa in bronzo di [[Costantino I]] o di Costanzo II,<ref>Si veda [http://www.rome101.com/Portraiture/Constantine/ Portraits and Iconography of Constantine] per l'attribuzione a Costanzo basata sullo stile della pettinatura e per quella a Costantino basata sul naso adunco.</ref> presso i [[Musei Capitolini]], a [[Roma]].]]
 
Costanzo ha storicamente sofferto del giudizio negativo dei suoi critici, principalmente a causa dei giudizi non lusinghieri espressi da [[Ammiano Marcellino]], che al riguardo di questo imperatore perde molta della propria obiettività; recentemente, però, gli storici hanno iniziato a mettere in dubbio questa visione, fino talvolta a ribaltarla.<ref>{{Cita|Jones 1986}}; [[Pedro Barceló]], ''Constantius II. und seine Zeit. Die Anfänge des Staatskirchentums'', Stuttgart, Klett-Cotta, 2004. ISBN 3-608-94046-4, recensito da [[Richard Klein]] in [http://www.plekos.uni-muenchen.de/2004/rbarcelo.html Plekos '''6''' (2004): pp. 111-115].</ref>
 
Certamente uno dei problemi di Costanzo fu la sua cattiva selezione dei collaboratori più stretti, in particolare quella del ''[[praepositus sacri cubiculi]]'' [[Eusebio (praepositus sacri cubiculi)|Eusebio]], il quale esercitò sull'imperatore una notevole influenza: Eusebio fu al centro di molti intrighi di corte, contro i quali Costanzo agiva con estrema durezza. Non è chiaro se Ammiano dica la verità quando afferma che Costanzo teneva in eccessiva considerazione il parere di cortigiani e di donne, come quelli dell'imperatrice [[Eusebia]],<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xxi.16.16}}.</ref> ma è pur vero che, sebbene Costanzo non fosse certo una marionetta nelle mani dei propri collaboratori, la corte ebbe una notevole influenza nelle decisioni politiche; la sua pecca fondamentale fu la totale assenza di contatto con il mondo esterno, in quanto tutte le informazioni che a lui giungevano erano filtrate dalla sua corte, la quale gli offriva inevitabilmente una visione distorta e falsata della realtà. Lo stesso Ammiano dipinge Costanzo come un imperatore intento nel proprio ruolo, ma stupido e vanesio; timido, sospettoso e molto sensibile alle lusinghe, era facilmente manipolato dai suoi collaboratori, come dimostra l'episodio di [[Claudio Silvano]].<ref>{{Cita|Jones 1986|p. 116}}.</ref>
 
Un altro esempio di giudizio negativo riguarda l'accusa portata da Ammiano a Costanzo di aver aumentato le tasse, ''[[topos]]'' del [[tiranno]], un ruolo che lo scrittore avrebbe gradito attribuire a Costanzo allo scopo di mettere in miglior luce [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]].<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xxi.16.17}}, citato in Timothy David Barnes, ''Ammianus Marcellinus and the Representation of Historical Reality'', Ithaca (N.Y.), Cornell University Press, 1998, p. 134. ISBN 0-8014-3526-9</ref> Il fatto che Ammiano sia la principale fonte del regno di Costanzo non aiuta quindi a delineare correttamente il profilo di questo imperatore.
 
A causa dei limitati successi militari di Costanzo in politica estera, molti dei suoi contemporanei affermavano che l'imperatore era più abile contro i nemici interni che con quelli esterni. In realtà tra i più accaniti oppositori della politica militare di Costanzo vi furono i sostenitori di Giuliano: questi criticarono l'atteggiamento prudente di Costanzo, confrontandolo con le campagne offensive progettate da Giuliano e [[Costantino I]]. Tuttavia, dal punto di vista militare, il regno di Costanzo fu nel complesso positivo, in quanto riuscì a preservare e consolidare i confini orientali dell'Impero, tanto più considerando che all'inizio del suo regno non aveva a disposizione le truppe della parte occidentale del regno. Evitò accuratamente avventure militari, impostando una strategia difensiva, la cui efficacia può essere constatata considerando la disastrosa pace conseguente alla [[campagna sasanide di Giuliano]], la prima campagna offensiva in Oriente dai tempi di Costantino I.
 
Malgrado il fatto che, in fin dei conti, la sua politica religiosa sia stata fallimentare, l'interpretazione del ruolo imperiale come ''Imperator christianissimus'' risale in gran parte a Costanzo, specie per quanto riguarda il cerimoniale di corte o il ruolo dell'imperatore nelle questioni religiose.
 
Costanzo non fu certo un trascinatore, ma ebbe l'obiettivo di garantire l'unità dell'impero, sia contro i nemici interni sia sul piano religioso; sebbene non sia stato in grado di raggiungere tutti i suoi obiettivi e abbia dovuto frequentemente accettare delle sconfitte, ciò non deve distogliere dal fatto che Costanzo fu ampiamente in grado di sostenere il proprio ruolo con dignità e attenzione: quando Giuliano gli si rivoltò contro, Costanzo reagì senza farsi prendere dal panico, e non è detto che Giuliano avrebbe avuto la vittoria assicurata contro l'esercito orientale.
 
Persino Ammiano dovette ammettere che Costanzo procedette con attenzione nell'assegnazione delle cariche pubbliche, senza trascurare l'apparato militare.<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xx1.16.1}} e seguenti; per la caratterizzazione negativa dell'imperatore si veda Barnes, ''op. cit.'', pp. 132–138 e [[Michael Whitby]], ''Images of Constantius'' in Jan W. Drijvers, ''The late Roman world and its historian. Interpreting Ammianus Marcellinus'', London; New York, Routledge, 1999, pp. 77–88. ISBN 0-415-20271-X.</ref> Anzi, nei brani che non riguardano Giuliano o la politica difensiva seguita nella guerra sasanide, Ammiano giunge ad ammettere le capacità militari di Costanzo, come nel caso della campagna contro i [[Sarmati]] del [[358]].<ref>{{Cita|Ammiano Marcellino|xvii.12}}.</ref>
 
Alla sua ascensione al trono, Costanzo ricevette la parte più difficile dell'Impero, quella minacciata non solo dai Sasanidi, ma anche da divisioni interne: ostacolato da molti nemici esterni, usurpatori e dispute teologiche, Costanzo II non rimase senza successi, malgrado le avversità. Imperatore durante il difficile periodo di transizione del [[IV secolo]], durante il quale la [[tarda antichità]] assunse i suoi caratteri distintivi, non ebbe il fascino di un Giuliano o la statura di un Costantino; tuttavia non fu quel sovrano debole e perdente che le fonti descrivono.
 
== Antenati ==
<div align="center">
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Costanzo II, imperatore romano'''
| rowspan="4" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Costantino I|Costantino I, imperatore romano]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Costanzo Cloro|Costanzo Cloro, imperatore romano]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />Eutropio
|-
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Claudia
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Flavia Giulia Elena]]
| align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />?
|-
| align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />?
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Fausta]]
| rowspan="2" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Massimiano|Massimiano, imperatore romano]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />?
|-
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />?
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Eutropia (imperatrice)|Eutropia]]
| align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />?
|-
| align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />?
|}
</div>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita testo|cid = Albiruni-chronology | autore= Al Biruni|titolo=The Chronology of Ancient Nations|traduttore= C. E. Sachau|città=Londra|editore=W.H Allen & Co|anno=1879|url=https://archive.org/download/chronologyofanci00biru/chronologyofanci00biru.pdf|lingua=en}}
<div class="references-small" style="-moz-column-count: 2; column-count: 2;">
* {{cita testo|cid = Barton | autore= Tamsyn Barton|titolo=Ancient Astrology|editore=Routledge|anno=1994|ISBN= 0-415-11029-7|lingua=en}}
;Fonti primarie
* {{cita testo|cid = Belo | autore= Caterina Belo|titolo=Chance and determinism in Avicenna and Averroës|città=Londra|anno=2007|editore=Brill|ISBN 90-04-15587-2|lingua=en}}
* ''[[Passio Artemii]]''
* {{cita testo|cid = Burckhardt | autore=Titus Burckhardt|titolo=The Seven Liberal Arts and the West Door of Chartres Cathedral|pubblicazione=Studies in Comparative Religion|vol=3|numero=3|anno=1969| url=http://www.studiesincomparativereligion.com/public/articles/The_Seven_Liberal_Arts_and_the_West_Door_of_Chartres_Cathedral.aspx|lingua=en}}
* ''[[Codice teodosiano|Codex theodosianus]]'' [http://ancientrome.ru/ius/library/codex/theod/tituli.htm]
* {{cita testo|cid = Campion 1 |autore=Nicholas Campion|titolo=A History of Western Astrology: The Ancient and Classical Worlds|vol=1|città=Londra|editore=Continuum|anno=2008|ISBN= 978-1441127372|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Ammiano Marcellino]]|titolo=[[Wikisource:la:Res Gestae Libri XXXI|Historiae]]|cid=Ammiano Marcellino }} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{cita testo|cid = Campion 2 |autore=Nicholas Campion|titolo=A History of Western Astrology: The Medieval and Modern Worlds|vol=2|città=Londra|editore=Continuum|anno=2008|ISBN= 9781441181299|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]]|titolo=Epitome de Cesaribus |url=http://www.thelatinlibrary.com/victor.caes2.html|cid=Aurelio Vittore }}
* {{cita testo|cid = Crane | autore=Joseph Crane|titolo=Between Fortune and Providence: Astrology and the Universe in Dante's Divine Comedy|editore=Wessex|anno=2012|ISBN= 9781902405759|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=Breviarium ab Urbe condita |url=http://www.thelatinlibrary.com/eutropius.html|cid=Eutropio }}
* {{cita testo|cid = Firmicus | autore=Julius Firmicus Maternus|titolo=Matheseos libri VIII|traduttore=Jean Rhys Bram|serie=Ancient Astrology. Theory and Practice|editore=Noyes Press|anno= 1975|ISBN= 978-1-933303-10-9|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Filostorgio]]|titolo=[[Storia ecclesiastica (Filostorgio)|Storia ecclesiastica]]|cid=Filostorgio }}
* {{cita testo|cid = Hesiod | autore=Hesiod|titolo=Hesiod, the Homeric Hymns, and Homerica|traduttore=Hugh G. Evelyn-White|serie=Loeb classical library|città=Cambridge|editore=Harvard University Press|anno=1964|ISBN= 978-0-674-99063-0|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]]|titolo=Lettera agli Ateniesi|cid=Giuliano }}
* {{cita testo|cid = Kelley-Milone | autore= David, H.Kelley|autore2=E. F. Milone|titolo=Exploring ancient skies: an encyclopedic survey of archaeoastronomy|città=Heidelberg / New York|editore=Springer|anno=2005|ISBN= 978-0-387-95310-6|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Ilario di Poitiers]]|titolo=Lettere a Costanzo |url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/04z/z_0315-0367__Hilarius_Pictaviensis__Ad_Constantinum_Augustum_Liber_Primus__MLT.pdf.html|cid=Ilario di Poitiers, ''Lettere a Costanzo'' }}
* {{cita testo|cid = Holden | autore= James Herschel Holden|titolo=A History of Horoscopic Astrology|editore=AFA|anno=1996|ISBN= 978-0-86690-463-6|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Ilario di Poitiers]]|titolo=Contro Costanzo|url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/04z/z_0315-0367__Hilarius_Pictaviensis__Contra_Constantinum_Imperatorem_Liber_Unus__MLT.pdf.html
* {{cita testo|cid = Houlding | autore=Deborah Houlding|titolo=Essays on the history of western astrology|città=Nottingham|editore=STA|anno=2010|lingua=en}}
|cid=Ilario di Poitiers, ''Contro Costanzo'' }}
* {{cita testo|cid = Koch-Westenholz | autore= Ulla Koch-Westenholz|titolo=Mesopotamian astrology|editore=Museum Tusculanum Press|anno=1995|ISBN= 978-87-7289-287-0|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Teofane Confessore]]|titolo=[[s:la:Chronographia (Theophanes)|Chronographia]]|cid=Teofane Confessore}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{cita testo|cid = Marshak | autore=Alexander Marshack|titolo=The roots of civilisation: the cognitive beginnings of man's first art, symbol and notation|città=Londra|editore=Weidenfeld & Nicolson|anno=1972| ISBN= 978-1-55921-041-6|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Giovanni Zonara]]|titolo=Ἐπιτομή Ἱστορίων (Epitome delle storie)|url=http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_20_1050-1150-_Ioannes_Zonaras.html|cid=Giovanni Zonara}}
* {{cita testo|cid = Parkers | autore= Derek Parkers|autore2=Julia Parkers|titolo=A history of astrology|editore=Andre Deutsch|anno=1983|ISBN 978-0-233-97576-4|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Zosimo (storico)|Zosimo]]|titolo= Ἱστορία νέα (Storia nuova)|cid=Zosimo}} Trad. in inglese del libro II [http://www.tertullian.org/fathers/zosimus02_book2.htm qui]
* {{cita testo|cid = Pingree | autore=David Edwin Pingree|titolo=From astral omens to astrology: from Babylon to Bīnāke|editore=Istituto italiano per l'Africa et l'Oriente (Serie orientale Roma)|anno=1997|lingua=en}}
 
* {{cita testo|cid = Robbins | curatore= Frank E. Robbins|titolo=Ptolemy Tetrabiblos|città=Cambridge, Massachusetts|editore=Harvard University Press (Loeb Classical Library)|anno=1940|ISBN= 0-674-99479-5|lingua=en}}
;Fonti secondarie
* {{cita testo|cid = Roberts | traduttore= Alexander Roberts|titolo=The Ante-Nicene Fathers: The Writings of the Fathers Down to AD 325 - Fathers of the Second Century - Hermas, Tatian, Theophilus, Athenagoras, Clement of Alexandria|vol=2|editore=W. B. Eerdmans Pub. Co|anno=1970|ISBN= 978-1-60206-471-3|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Averil Cameron]]|coautori=''et al.''|titolo=The Cambridge Ancient History - Volume XIII The Late Empire 337-425|anno=1925 |editore=Cambridge University Press |pp=11-32|lingua=inglese|cid=Cameron 1925|isbn=0-521-30200-5}}
* {{cita testo|cid = Rochberg | autore=Francesca Rochberg|titolo=Babylonian Horoscopes|pubblicazione=American Philosophical Society|anno=1995|ISBN= 0-87169-881-1|lingua=en}}
* {{cita libro|cognome=Bury|nome=John Bagnell|wkautore=John Bagnell Bury |coautori=''et al.'' |titolo=The Cambridge Ancient History - Volume XIII The Late Empire 337-425 |anno=1925 |editore=Cambridge University Press|pp=11-32|lingua=inglese|cid=Bury 1925|isbn=0-521-30200-5}}
* {{cita librotesto|autorecid =Richard PatrickSaliba | autore= CrosslandGeorge HansonSaliba|titolo=TheA SearchHistory forof theArabic Christianastronomy: Doctrineplanetary oftheories God:during Thethe ArianGolden Controversy,Age 318-381of Islam|annocittà=2005New York|editore=ContinuumState InternationalUniversity Publishingof GroupNew York Press|linguaanno=inglese1994|cidISBN=Hanson 2005|isbn=0-5678147-030927962-X|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=[[Henry Fynes Clinton]]|titolo=An Epitome of the Civil and Literary Chronology of Rome and Constantinople |anno=1853 |url=https://archive.org/stream/anepitomecivila00clingoog#page/n5/mode/2up|editore=Oxford University Press |lingua=inglese|cid=Clinton 1853}}
* {{cita web|autore=[[Michael DiMaio]]|coautori=[[Robert Frakes]]|url=http://www.roman-emperors.org/constaii.htm |titolo=Constantius II (337-361 A.D.)|accesso=7 ottobre 2007 |lingua=en |sito=De Imperatoribus Romanis |anno=1998 |cid= DiMaio 1998 }}
* {{cita libro|cognome=Jones |nome=Arnold Hugh Martin |wkautore=Arnold Hugh Martin Jones |titolo=The Later Roman Empire, 284-602: A Social Economic and Administrative Survey |anno=1986 |città=Baltimore|editore=Johns Hopkins University Press |lingua=inglese|cid=Jones 1986|isbn=0-8018-3353-1}}
* {{cita libro|autore=[[Bernard Lazare]]|coautori=[[Robert Wistrich]]|titolo=Antisemitism: Its History and Causes|anno=1995|editore=University of Nebraska Press |lingua=inglese|cid=Lazare 1995|isbn=0-8032-7954-X}}
* {{cita web|autore=[[Jona Lendering]]|url=http://www.livius.org/cn-cs/constantius/constantius_ii.html |titolo=Constantius II |accesso=7 ottobre 2007 |lingua=en |sito=livius.org |cid=Lendering }}
* {{RE|IV,1|1044|1094|Constantius 4|[[Otto Seeck]]|RE:Constantius 4}}
* {{cita libro|autore=[[David Stone Potter]]|titolo=The Roman Empire at Bay: AD 180-395 |anno=2004 |editore=Routledge|città=Londra; New York|lingua=inglese|cid=Potter 2004|isbn=0-415-10057-7}}
* Pierre Maraval, ''I figli di Costantino,'' traduzione italiana a cura di Alice Borgna, Palermo, 2015.
 
;Approfondimenti
* [[Paola Ombretta Cuneo]], ''La legislazione di Costantino II, Costanzo II e Costante (337-361)'', Milano, Giuffrè, 1997. ISBN 88-14-06666-3.
* [[Guido Gigli]], ''L'ortodossia, l'arianesimo e la politica di Costanzo II'', Napoli, Perrella, 1949.
* [[Sonia Laconi]], ''Costanzo II. Ritratto di un imperatore eretico'', Roma, Herder, 2004. ISBN 88-89670-61-4
* [[Roger Rémondon]], ''La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio'', Milano, Mursia Nuova Clio, 1975.
* [[Michael Grant]], ''Gli imperatori romani: storia e segreti'', Roma, Newton Compton, 1984.
 
;Romanzi
* {{cita libro|cognome=Vidal|nome=Gore|wkautore=Gore Vidal|titolo=Giuliano|anno=2003 |città=Roma|editore=Fazi Editore|isbn=88-8112-418-1}}
</div>
 
== Voci correlate ==
* [[Astrologia cabalistica]]
* [[Cronologia degli spostamenti di Costanzo II durante il suo regno]]
* [[Astrologia maya]]
 
* [[Astrologia occidentale]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita web |url=http://cura.free.fr/DIAL.html|titolo=Digital International Astrology Library|lingua=en|accesso= 28 ottobre 2017}} Repertorio di testi antichi sull'astrologia
* {{cita web|http://www.wildwinds.com/coins/ric/constantius_II/i.html|Monete emesse da Costanzo II|lingua=En}}
* {{Cita web |url=http://www.biblioastrology.com/en/index.aspx |titolo=Biblioastrology|autore=Leandro Cantamessa Arpinati |lingua= en |accesso= 28 ottobre 2017}} Bibliografia sull'astrologia dal 1465 al 1930
* [http://www.thewalters.org/works_of_art/itemdetails.aspx?aid=53 Gioiello raffigurante Costanzo]: una cintura con ritratto di Costanzo II
* {{Cita web |url=http://www.iep.utm.edu/astr-hel/ |titolo=Hellenistic Astrology|autore=Marilynn Lawrence|sito=Internet Encyclopedia of Philosophy |lingua= en |accesso= 28 ottobre 2017}}
 
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Imperatori romani|<span style="color:#FFA257;">Imperatore romano</span>]]
|immagine= Project Rome logo Clear.png
|periodo = [[337]]-[[361]] (con [[Costantino II]] fino al [[340]]; [[Costante I]] fino al [[350]]; [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] fino al [[361]])
|precedente = [[Costantino I]]
|successivo = [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]]
}}
{{Box successione
|tipologia = magistrato romano
|carica = [[Consoli tardo imperiali romani|<span style="color:#FFA257;">Console romano</span>]]
|immagine=Consul et lictores.png
|periodo = [[326]]
|precedente = [[Sesto Anicio Fausto Paolino]]
|coreggentepre = [[Giulio Giuliano]]
|coreggente = [[Costantino I|Imperatore Cesare Flavio Valerio Costantino Augusto]]&nbsp;VII
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|coreggentesucc = [[Valerio Massimo (console 327)|Valerio Massimo]]
 
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|coreggente2 = [[Costante I|Imperatore Cesare Flavio Giulio Costante Augusto]]
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|periodo3 = [[342]]
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|periodo4 = [[346]]
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}}
{{Imperatori romani}}
 
{{Portale|astrologia|storia}}
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{{Portale|Antica Roma|biografie|Bisanzio}}
 
[[Categoria:PersonalitàStoria dell'arianesimoastrologia| ]]
[[Categoria:Consoli imperiali romani]]
[[Categoria:Dinastia costantiniana]]
[[Categoria:Morti in Turchia]]
[[Categoria:Costanzo II| ]]