Gran Sasso e Oltcit: differenze tra le pagine

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{{Azienda
{{nota disambigua|la canzone di [[Ivan Graziani]]|Ivan Graziani (album)}}
|nome=Oltcit
{{Montagna
|logo=
|nomemontagna=Gran Sasso d'Italia
|forma societaria=
|immagine=Gran sasso italia.JPG
|data fondazione=1977
|sigla_paese=ITA
|forza cat anno=
|div_amm_1 ={{IT-ABR}}
|luogo fondazione=[[Craiova]]
|div_amm_2 = {{IT-AQ}}<br />{{IT-TE}}
|fondatori=
|catenamontuosa=[[Appennini]]
|data chiusura=[[2008]]
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|causa chiusura=acquisizione della fabbrica da parte di Ford e creazione di [[Ford Romania]].
|longitudine_d=13.55
|nazione=ROU
|altrinomi=Gran Sasso<br />Monte Corno<br />Fiscellus Mons
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|dataprimasalita= (documentata) 19 agosto [[1573]]
|filiali=
|alpinistaprimasalita=[[Francesco De Marchi]]<br />[[Francesco Di Domenico]]
|persone chiave=
|image_text=Il [[Corno Grande]] e il [[Corno Piccolo]] (vista dal teramano)
|prodotti=automobili
|settore=automobilistica
|gruppo=[[Citroën]] con partecipazione statale romena fino al 1989. Dal 1994 alla chiusura, partecipazione [[Daewoo]].
}}
 
La '''Oltcit''' è stata una [[casa automobilistica]] attiva con questo nome sino al [[1989]] e con sede a [[Craiova]], capoluogo del [[distretto di Dolj]] in [[Romania]].
Il '''Gran Sasso''' (o '''Gran Sasso d'Italia''') è il [[massiccio montuoso]] più alto degli [[Appennini]] continentali, situato nell'[[Appennino centrale]], interamente in [[Abruzzo]], come parte della dorsale più orientale dell'[[Appennino abruzzese]], al confine fra le province di [[Provincia dell'Aquila|L'Aquila]], [[provincia di Teramo|Teramo]] e [[Provincia di Pescara|Pescara]].
 
==Storia==
Confina a nord con i territori di [[Fano Adriano]], [[Pietracamela]], [[Isola del Gran Sasso d'Italia]], [[Castelli (Italia)|Castelli]] e [[Arsita]], a est con le [[gola (geografia)|Gole]] di [[Popoli (Italia)|Popoli]], a sud-ovest direttamente con la piana di [[Assergi]], più a valle con [[L'Aquila]], a sud è limitato da [[Campo Imperatore]] e a valle dalla [[Altopiano di Navelli|Piana di Navelli]], mentre a ovest-nord-ovest confina con la catena dei [[Monti della Laga]] e il [[Lago di Campotosto]], da questi separato dall'alta [[Valle del Vomano]] e la [[Strada statale 80 del Gran Sasso d'Italia]] che l'attraversa.
[[File:OLTCIT CLUB 11 R.JPG|thumb|Una Oltcit Club 11]]
Fortemente voluta da [[Nicolae Ceaușescu|Ceaușescu]] per formare una [[joint venture]] con importanti gruppi occidentali, al fine di creare una produzione anche [[esportazione (commercio)|esportabile]] di veicoli, nasce nel [[1977]] come fabbrica automobilistica dotata di tecnologia piuttosto avanzate per l'epoca.
Dallo Stato Romeno vengono interpellate la [[Fiat]], la [[Renault]] e la [[Citroën]]. Quest'ultima accetta di collaborare alla produzione di un'autovettura economica e di moderna concezione.
 
L'azienda viene ufficialmente fondata nel 1978 e denominata '''Oltcit''', [[acronimo]] formato con il nome del vicino [[distretto di Olt]] ed il marchio Citroën al 36%, partner dello Stato Rumeno nella gestione d'impresa al 64%.).<ref>{{Cita web |url=http://www.at.ford.com/news/Publications/Publications/@Ford84_Gb.pdf |titolo=Ford-Romanian Expansion |editore=Ford Motor Company |data=5 maggio 2008 |accesso=31 luglio 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110725051259/http://www.at.ford.com/news/Publications/Publications/@Ford84_Gb.pdf |dataarchivio=25 luglio 2011 }}</ref> Dal 1981 inizia a produrre il modello "Oltcit" per il mercato interno ed il modello "[[Oltcit-Citroën Axel|Axel]]" per l'esportazione.
Il Gran Sasso d'Italia è un'area ambientale tutelata con l'istituzione del [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]].
 
Terminata la collaborazione con la Citroën ([[1989]]) l'azienda prende il nome di [[S.C. AUTOMOBILE CRAIOVA S.A.]] '''Oltena''' e continua la medesima produzione, nelle versione "RM" (Romeno Modificato) e RT (Interamente Romeno)<ref>Business operations report: Central Asia Economist Intelligence Unit (Great Britain) - 1999. "Daewoo Automobile Craiova The Oltcit legacy — Romania's other producer of passenger cars also derives from communist-era co-operation with a French carmaker, in this case Citroen, which in 1976 formed a joint venture in Craiova in the ..."</ref><ref>Istvan Oliver Egresi, Geographical dynamics of FDI in Romania - Page 214. The University of Oklahoma, Department of Geography - 2008. "Automobile Craiova/Daewoo The story of Automobile Craiova begins in 1977 when the Romanian government contacted Citroen to establish a joint venture137 to manufacture a certain model of Citroen 138 renamed Oltcit 139."</ref>, con motorizzazioni Dacia fino al 1994, quando viene acquisita dalla [[Daewoo]] ed assume il nome di '''Rodae''' (acronimo di Romania - Daewoo) nel 2002, iniziando a produrre i modelli della casa Coreana già di proprietà della [[General Motors]], che vengono distribuiti anche nel mercato interno con il marchio Daewoo. Nel [[2008]] è stata acquisita dalla [[Ford]] creando la [[Ford Romania]].<ref>{{Cita web |url=http://www.at.ford.com/news/Publications/Publications/@Ford84_Gb.pdf |titolo=Ford - Romanian Expansion |editore=Ford Motor Company |data=5 maggio 2008 |accesso=31 luglio 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110725051259/http://www.at.ford.com/news/Publications/Publications/@Ford84_Gb.pdf |dataarchivio=25 luglio 2011 }}</ref>
== Descrizione ==
[[File:Gran sasso italia.jpg|upright=1.4|thumb|300px|right|Il laghetto Pietranzoni, sulla piana di [[Campo Imperatore]] nel Gran Sasso d'Italia. Sullo sfondo il Corno Grande.]]
Dai suoi punti più distanti, ovvero il [[Passo delle Capannelle]] a nord-ovest e le Gole di [[Popoli (Italia)|Popoli]] a sud-est, il Gruppo del Gran Sasso misura circa 50&nbsp;km in lunghezza e 15&nbsp;km in larghezza con un perimetro di circa 130&nbsp;km. Orientato da nord-ovest e a ovest a sud-est, come la grande maggioranza dei [[gruppo montuoso|gruppi montuosi]] [[appennini]]ci e preappenninici, ma con caratteristiche ben più aspre di [[alta montagna]], fa parte della dorsale più orientale dell'Appennino abruzzese assieme alla [[Maiella]] più a sud e consta di due sottocatene principali parallele in senso longitudinale: la prima, più orientale e più aspra, si estende dal [[Monte Corvo]] (2623&nbsp;m; nord-ovest) al Vado di Sole (sud-est).
 
===Cronologia===
La sottocatena occidentale, meno elevata e aspra, si estende dal Passo delle Capannelle e dal [[Monte San Franco]] (2132&nbsp;m; nord-ovest) al [[Monte Capo di Serre]] (1771&nbsp;m; sud-est). Al di là di questa zona centrale vi è un'ampia zona sud-orientale, chiamata dei "contrafforti occidentali". Questi sono caratterizzati da numerosi rilievi meno elevati: ''[[Monte Ruzza]]'' (1643&nbsp;m), ''[[Monte Bolza]]'' (1904&nbsp;m), ''Monte Camarda'' (1384&nbsp;m), ''Monte Cappucciata'' (1802&nbsp;m), ''[[Monte Picca]]'' (1405&nbsp;m) e molti altri, fino alle Gole di [[Popoli (Italia)|Popoli]].
*1977 - Fondazione della società OLTCIT di Craiova.
*1981 - Inizio produzione automobili nello stabilimento OLTCIT.
*1991 - OLTCIT diviene S.C. [[Automobile Craiova|AUTOMOBILE CRAIOVA]] S.A.
*1994 - Viene fondata la RODAE AUTOMOBILE CRAIOVA S.A. (DAEWOO AUTOMOBILE ROMANIA S.A.), mista tra S.C. Automobile Craiova S.A. e Daewoo Heavy Industries Ltd. Corea (49% + 51%).
*1994-2006 - S.C. Automobile Craiova S.A. (ACSA) diventa produttrice di componenti per [[OLTENA]], [[Dacia (azienda)|DACIA]] e [[Daewoo]].
*2008 - Ford Romania viene creata da [[Ford Motor Company]].
 
==Note==
Le cime maggiori si trovano nella sottocatena settentrionale: il [[Corno Grande]] - che consta di quattro vette principali<ref>la quarta vetta, la più bassa, è il Torrione Cambi, 2875&nbsp;m</ref>: quella orientale (2903&nbsp;m), la centrale (2893&nbsp;m) il torrione cambi (2875&nbsp;m) e la maggiore, quella occidentale (2914&nbsp;m, che è anche la vetta più alta di tutti gli [[Appennini]] continentali) - e il [[Corno Piccolo]] (2655&nbsp;m). Incastonato dentro una [[conca (geologia)|conca]] e protetto dalle quattro vette che costituiscono il [[Corno Grande]] si trova il [[Ghiacciaio del Calderone]], il secondo [[ghiacciaio]] più meridionale d'Europa<ref>Grunewald K., Scheithauer J. (2010). Europe's southernmost glaciers: response and adaptation to climate change. Journal of Glaciology, Vol. 56, No. 195, 2010</ref>.
<references/>
 
==Bibliografia==
Alternativamente il massiccio può essere suddiviso in tre grandi aree latitudinali: la parte settentrionale dal Passo delle Capannelle al [[Monte Portella]] che raggruppa le cime maggiori, la parte centrale corrispondente all'altopiano di Campo Imperatore con le sue cime e la parte meridionale che degrada dolcemente da Campo Imperatore fino alla [[Valle del Tirino]] e all'[[Altopiano di Navelli]] con i suoi borghi montani.
* Peter Witt: ''Autos und Motorräder zwischen Eisenach und Moskau.'' [[Peter Kurze]], Bremen 1997, ISBN 3-927485-18-7.
 
* Thijs van der Zanden: ''Citroën Axel: la cousine de Craiova.'' Citrovisie, Eindhoven 2012, ISBN 978-90-815208-0-5.
Nel cuore del massiccio, tra le due sottocatene, è presente il vasto [[Campo Imperatore|altopiano di Campo Imperatore]] e tra le cime maggiori la conca di [[Campo Pericoli]], oltre che profonde valli che ridiscendono tra le suddette cime (es. ''Val Chiarino'', ''Val Maone'', ''Valle del Venacquaro'', ''Valle dell'Inferno'').
 
=== Conformazione ===
[[File:Il Gran Sasso d'Italia, il paretone nord.JPG|La vista del ''paretone'' del Corno Grande nel versante teramano prima della frana del 22 agosto 2006|thumb|upright=1.4|left]]
Da un punto di vista geomorfologico, il Gran Sasso presenta scenari paesaggistici abbastanza diversi e unici nei due versanti: quello occidentale aquilano scosceso, ma prevalentemente erboso, e quello orientale teramano a maggior dislivello più aspro e roccioso. Dal punto di vista geologico è un massiccio di origine [[rocce sedimentarie|sedimentaria]] costituito da [[calcare|calcari]], [[dolomia]], generalmente compatti, e [[marna (roccia)|marne]].
Complessivamente l'altitudine, la composizione delle rocce, il tipo di [[erosione]] a cui è stato soggetto, fanno del Gran Sasso la [[montagna]] appenninica più simile ai [[Dolomiti|gruppi alpini dolomitici]].
 
Data la sua elevazione, che la differenzia dalle altre catene appenniniche, il massiccio è ben visibile da tutti i principali gruppi montuosi dell'Appennino centrale e oltre, dal [[Monte Conero]] al [[Gargano]] e anche - nelle giornate particolarmente limpide - dai massicci montuosi della [[Dalmazia]] ([[Alpi Dinariche]]).
 
Originatosi circa 6 milioni di anni fa ([[Miocene]]), nel contesto dell'emersione degli [[Appennini]], subì successivamente fasi di spinta e compressione che generarono una serie di fratture e di abbassamenti (Val Charino, Valle del Venacquaro, Val Maone, [[Campo Pericoli]], [[Campo Imperatore]]). Su queste, a partire da 600.000 ([[Glaciazione Günz|Günz]]) fino a circa 10.000 ([[Glaciazione Würm|Würm]]) anni fa, agirono le forze [[erosione|erosive]] delle [[glaciazioni]].
 
Queste ultime hanno lasciato segni particolarmente evidenti, soprattutto sul versante settentrionale del gruppo: piccoli [[circo glaciale|circhi glaciali]] caratteristici sono individuabili, ad esempio, nella zona del [[Monte San Franco]] (valli dell'Inferno e del Paradiso), ma anche in prossimità del [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]] e del [[Monte Scindarella]].
 
I [[ghiacciaio|ghiacciai]] più grandi rappresentavano punti di convergenza naturali di questi circhi glaciali posti più in alto; ad esempio, il ghiacciaio che occupava Campo Pericoli si alimentava dai circhi posti a nord delle creste del [[Corno Grande]], del [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]], del [[Monte Portella]] e del [[Pizzo Cefalone]]. In queste conche la [[neve]] si compattava e si trasformava in [[ghiaccio]], che confluiva nella Valle del Venacquaro e in Val Maone verso Pietracamela, dove sono visibili ancora oggi resti [[morena|morenici]] risalenti alla [[Glaciazione Riss|glaciazione del Riss]]. Poiché le glaciazioni successive hanno cancellato i segni lasciati da quelle precedenti, e poiché la glaciazione del [[Riss]] è antecedente a quella del [[Würm]], questa [[morena]] rissiana è una delle rare prove del fatto che le valli del Gran Sasso sono state occupate dai ghiacciai più e più volte nel corso del [[Neozoico]].
 
Il 22 agosto 2006 nella parete nord-est (il ''paretone'') del Corno Grande, a causa di normali processi erosivi, si è verificata una [[frana]] di grandi dimensioni (da 20.000 a 30.000&nbsp;m³ di roccia si sono distaccati dal quarto pilastro), senza conseguenze sull'incolumità pubblica.
Il 23 agosto 2016 a causa del sisma che ha colpito Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri paesi dell'Appennino Centrale è franato un pezzo del Corno Piccolo.
 
=== Rilievi principali ===
{{Colonne}}
{| class="wikitable"
|+ Elenco delle cime principali in ordine di altezza
|-
! width=35% | nome
! width=10% | metri
|-
| [[Corno Grande]], Vetta Occidentale
| 2914 m
|-
| [[Corno Grande]], Vetta Orientale
| 2903 m
|-
| [[Corno Grande]], Vetta Centrale
| 2893 m
|-
| [[Corno Grande]], Torrione Cambi
| 2875 m
|-
| [[Corno Piccolo]]
| 2655 m
|-
| [[Pizzo Intermesoli]], Vetta
| 2635 m
|-
| [[Monte Corvo]]
| 2623 m
|-
| [[Monte Camicia]]
| 2564 m
|-
| [[Monte Prena]]
| 2561 m
|-
| [[Pizzo Cefalone]]
| 2533 m
|-
| [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]]
| 2494 m
|-
| [[Pizzo Intermesoli]], Vetta Settentrionale
| 2483 m
|-
| Monte Infornace
| 2469 m
|-
| Cima delle Malecoste
| 2444 m
|-
|Gendarme delle Malecoste (Cima Wojtyla o Giovanni Paolo II)
| 2425 m
|-
| [[Monte Portella]]
| 2385 m
|-
| [[Monte Brancastello]]
| 2385 m
|-
| Torri Casanova
| 2362 m
|-
| Pizzo di Camarda
| 2332 m
|-
| Monte Tremoggia
| 2331 m
|-
| Picco Pio XI
| 2282 m
|-
| [[Monte della Scindarella]]
| 2233 m
|-
| Monte Brancastello, Anticima Orientale
| 2230 m
|-
| Pizzo S. Gabriele
| 2214 m
|-
| Monte Ienca
| 2208 m
|-
| Monte S. Franco
| 2132 m
|-
| Il Morrone
| 2067 m
|-
| Monte Siella
| 2027 m
|}
 
{{Colonne spezza}}
 
{| class="wikitable"
|+ Cime della sub-catena nord-orientale da nord a sud
|-
! width=35% | nome
! width=10% | metri
|-
| Monte Cardito || align=center| 1740
|-
| [[Colle delle Monache]] || align=center| 1942
|-
| [[Colle Abetone]] || align=center| 1775
|-
| [[Monte Corvo]] || align=center| 2623
|-
| [[Pizzo Intermesoli]] || align=center| 2635
|-
| [[Corno Piccolo]] || align=center| 2655
|-
| [[Corno Grande]]
* Torrione Cambi
* Vetta Centrale
* Vetta Occidentale
* Vetta Orientale
| align=center| &nbsp;<br />2875<br />2893<br />2912<br />2903
|-
| [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]] || align=center|2494
|-
| [[Monte Brancastello]] || align=center|2385
|-
| [[Monte Infornace]] || align=center|2469
|-
| [[Monte Prena]] || align=center|2561
|-
| La Cimetta || align=center|2266
|-
| [[Monte Camicia]] || align=center|2564
|-
| [[Dente del Lupo]] || align=center|2297
|-
| Monte Tremoggia || align=center|2331
|-
| Monte Coppo || align=center|1987
|-
| Monte Siella || align=center|2027
|-
| Monte S. Vito || align=center|1892
|-
| Monte Guardiola || align=center|1808
|-
| Monte Cappucciata || align=center|1801
|-
| [[Cima della Cioccola]] (*) || align=center|1581
|-
| Monte Cimone (*) || align=center|1404
|-
| Colle Madonna (*) || align=center|1350
|}
(*) Nel comune di [[Civitella Casanova]]
 
{{Colonne spezza}}
 
{{doppia immagine|right|Gran Sasso view from Giulianova Alta.jpg|175|La catena del gran sasso dal porto di giulianova.jpeg|175|La catena del Gran Sasso vista da [[Giulianova]], dalla città alta e dal [[porto di Giulianova|porto]]}}
 
[[File:Gran Sasso d'Italia.JPG|Corno Grande in inverno da [[Campo Imperatore]]|thumb|right|355px]]
 
{{Colonne fine}}
 
----
{{Colonne}}
{| class="wikitable" width="100%"
|+ Cime della sub-catena nord-occidentale da nord a sud
|-
! width=40% | nome
! width=10% | metri
|-
| Colle della Befana || align=center |1363
|-
| [[Monte San Franco]] || align=center |2132
|-
| Colle Fiorentino || align=center |1410
|-
| Il Morrone || align=center |2067
|-
| Colle dei Briganti || align=center |1525
|-
| Monte Ienca || align=center |2208
|-
| Pizzo di Camarda || align=center |2332
|-
| Cima delle Malecoste || align=center | 2444
|-
| Gendarme delle Malecoste || align=center | 2425
|-
| [[Pizzo Cefalone]] || align=center |2533
|-
| [[Monte Portella]] || align=center |2385
|}
 
{{Colonne spezza}}
 
{| class="wikitable" width="100%"
|+ Cime della sub-catena sud-occidentale o contrafforti meridionali da nord a sud
|-
! width="40%" | nome
! width="10%" | metri
|-
|[[Monte della Scindarella]] || align=center |2233
|-
|[[Montecristo (Abruzzo)|Montecristo]] || align=center |1921
|-
| [[Monte Ruzza]] || align=center |1643
|-
| Monte Carpelone || align=center |1592
|-
| Monte Carpesco || align=center |1548
|-
| Colle Biffone || align=center |1471
|-
| Colle Rotondo || align=center |1403
|-
| Monte della Selva || align=center |1623
|-
| Monte Bolza || align=center |1904
|-
| Monte Picca || align=center |1405
|-
| Altre cime: Cima di Faiete, Cima di Monte Bolza, Collalto, Colle Arcone, Colle dei Vallettieri, Colle della Biffa, Colle Mascione, Colle Paradiso, Costa Ceraso, Monte Archetto, Monte Cappellone, Monte Carapellese, monte Cefanello, Monte Cocozzo, Monte Licciardi, Monte Mesola, monte Meta, Monte Rotondo, Monte S. Gregorio.
|}
 
{{Colonne spezza}}
 
[[File:Altopiano del Gran Sasso - Parco Nazionale del Gran Sasso.jpg|thumb|250px|Altopiano del Gran Sasso - Parco Nazionale del Gran Sasso|upright=0.7]]
 
{{Colonne fine}}
 
=== Nevati, nevai, cascate di ghiaccio ===
{{vedi anche|Ghiacciaio del Calderone|Nevaio di Fonte Rionne}}
Alle pendici del [[Corno Piccolo]] e nei pressi del [[Monte Camicia]] sono presenti due [[nevaio|nevai]] perenni. Quello sul Corno Piccolo è ubicato sotto uno sperone roccioso a metà tratto tra il Rifugio Franchetti e la Sella dei Due Corni ed è denominato ''glacionevato Franchetti''. Un canalone (almeno EEA), innevato solitamente per tutto l'anno, è ubicato sul [[Monte Infornace]], dalla [[Nevaio di Fonte Rionne|Fonte Rionne]] fino alle vicinanze della vetta.
 
In tutta l'area del massiccio sono stati segnalati anche alcuni [[glacio nevato|glacio nevati]].
 
Numerose, d'inverno, sono le [[Cascata di ghiaccio|cascate di ghiaccio]], alcune delle quali si trovano alla base del Monte Camicia, nella zona chiamata ''Fondo della Salsa'' (toponimo che probabilmente deriva da "Fondo del Balzo", essendo il "balzo" l'impressionante parete Nord del Camicia). Tra le cascate di ghiaccio più famose vanno ricordate: Ghiaccio del Sud e
[[Cascata del peccato]].
 
== Ambiente ==
[[File:Tramonto - Parco Nazionale del Gran Sasso.jpg|thumb|Tramonto - Parco Nazionale del Gran Sasso]]
 
Fino al [[Cinquecento]], il comprensorio del Gran Sasso era caratterizzato dalla presenza di enormi [[bosco|boschi]]. A partire dal [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]] ebbero inizio operazioni di [[disboscamento]] intensivo, soprattutto allo scopo di fornire nuovi [[pascolo|pascoli]] alla [[pastorizia]], che sconvolsero pesantemente il paesaggio. Tanto è vero, che più volte si dovette vietare alle popolazioni del luogo di insistere nel taglio degli alberi. Ad esempio, un documento del [[1664]], in riferimento ai territori del Marchese della Valle Siciliana (corrispondente, quest'ultima, ai moderni territori di [[Isola del Gran Sasso d'Italia|Isola del Gran Sasso]] e di [[Tossicia]]) proclamava: «''che non sia persona alcuna che ardisca a tagliare abbeti nella selva dell'Eccellentissimo Signor Marchese''». Nel [[1848]] furono redatti verbali di denuncia in cui veniva indicato che la repressione dei disboscamenti aveva prodotto resistenza ai pubblici ufficiali incaricati delle operazioni di salvaguardia dei boschi.
 
=== Flora ===
In particolare, l'essenza maggiormente penalizzata fu proprio l'[[abete bianco]], che si era spinto a queste latitudini nel corso delle glaciazioni, e che fu quasi completamente distrutto; oggi questa meravigliosa [[Pinophyta|conifera]] sopravvive soltanto nei pressi dell'Eremo di Santa Colomba ed in pochi altri luoghi.
 
Per parlare della flora del Gran Sasso, bisogna distinguere, anche in quest'ambito, fra i due versanti, quello teramano e quello aquilano. Il primo, esposto a nord-est, è caratterizzato da un substrato argilloso ed è soggetto a maggiori precipitazioni; questi fattori favoriscono l'egemonia del [[Fagus|faggio]], con lo sviluppo di faggete di notevole pregio. Il versante meridionale, al contrario, possiede un substrato calcareo ed un clima continentale. Questi fattori favoriscono principalmente lo sviluppo di boschetti di [[Populus|pioppi]], di [[Carpino (botanica)|carpini]] e di [[Quercus cerris|cerri]]. Sono presenti, nell'areale, il nocciolo, il castagno (che forma umbratili boschi), l'[[acero]] (spesso presente con esemplari mastodontici). Sui versanti più soleggiati si può trovare il [[Sorbus aria|sorbo montano]] e il ciliegio selvatico. Solo grazie a rimboschimenti sono presenti il [[Pinus nigra|pino nero]], l'[[Picea abies|abete rosso]], e il [[Larix|larice]]. L'introduzione di quest'ultima specie, secondo Fernando Tammaro e Carlo Catonica dell'[[Università dell'Aquila]] è stato un errore perché le condizioni ambientali del luogo sono troppo severe per una conifera decidua quale è, appunto, il larice.
 
Tra gli arbusti possono essere menzionati il [[Juniperus|ginepro]], il [[Vaccinium|mirtillo]] (commestibile), la [[Atropa belladonna|belladonna]] (di aspetto simile al mirtillo, ma velenoso e, talvolta, addirittura mortale), l'[[Ilex aquifolium|agrifoglio]].
 
Le fioriture sono caratterizzate da [[Lilium|gigli]] (specie protetta da una Legge Regionale dell'Abruzzo), [[Campanula|campanule]], sassifraghe, [[Primula|primule]], [[Genziana|genziane]], garofanini e numerose orchidee. Menzione a parte merita la [[Leontopodium|stella alpina]] appenninica, una pianta rarissima sulle montagne dell'[[Appennini|Appennino]].
 
=== Fauna ===
<!-- [[File:Wieszczek.jpg|thumb|300px|Il gracchio alpino]] -->
L'esponente più imponente della fauna del Gran Sasso è l'[[Ursus arctos marsicanus|orso marsicano]], una sottospecie endemica dell'Appennino, di taglia relativamente ridotta, che fino a qualche anno fa sembrava scomparsa ma che recentemente è stata monitorata nelle sporadiche incursioni nei territori del parco nazionale. Presenti anche esemplari di [[Canis lupus italicus|lupo appenninico]] e di [[Vulpes vulpes|volpe]]. Altri comuni mammiferi che vivono nel territorio sono: il [[Felis silvestris|gatto selvatico]], il [[Sus scrofa|cinghiale]], il [[Dama dama|daino]] ed il [[Capreolus capreolus|capriolo]]. Il [[Rupicapra pyrenaica ornata|camoscio appenninico]] si era estinto sul Gran Sasso (per l'eccessiva caccia) intorno al 1890, ma è stato reintrodotto nel 1992, ed ora forma una colonia stabile composta da oltre 1.000 esemplari<ref>{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/sostenibilita/best-practices/2016/07/28/ritorno-del-camoscio-appenninico-popolazione-aumento-del-nel_12iqrbNKv7Cbzwlb6auUXP.html?refresh_ce|titolo=Il ritorno del camoscio appenninico, popolazione in aumento del 45% nel 2015|editore=Adnkronos|data=28 luglio 2016|accesso=23 agosto 2016}}</ref>.
 
Fra i [[rapace|rapaci]] meritano menzione l'[[Aquila chrysaetos|aquila reale]], il [[Falco peregrinus|falco]], il [[Gyps fulvus|grifone]] la [[Buteo buteo|poiana comune]] e lo [[Accipiter nisus|sparviero]]. Spicca, fra gli altri uccelli, la presenza del [[Pyrrhocorax graculus|gracchio alpino]] e del [[Picidae|picchio]].
 
Fra i rettili va segnalata la [[Vipera ursinii|vipera dell'Orsini]], anch'essa endemica, di dimensioni inferiori rispetto alla [[Vipera aspis|vipera comune]] e caratterizzata da velenosità meno letale e pressoché innocua, vista la rarità degli avvistamenti di tale specie. Staziona nelle pietraie, vicino ai corsi d'acqua e nelle zone di bassi cespugli di ginepro evitando, ove possibile, il contatto con l'uomo.
 
== L'uomo ==
[[File:Rifugio - Parco Nazionale del Gran Sasso.jpg|thumb|300px|left|[[Hotel Campo Imperatore]] - Parco Nazionale del Gran Sasso]]
{{Vedi anche|Paleoantropologia}}
Il massiccio del Gran Sasso risulta popolato da almeno 100.000 anni. Frammenti del [[femore]] di un [[uomo di Neandertal]] di circa 14 anni di età, vissuto 80.000 anni fa durante il [[Paleolitico]], sono stati trovati nella zona di [[Calascio]], in alcune anguste cavità rocciose, chiamate "Grottoni", a quota 670&nbsp;m [[s.l.m.]] Si tratta dei resti del più antico Neandertal ritrovato in [[Abruzzo]]. Negli anfratti rocciosi c'erano anche schegge ossee di molti differenti animali, il che fa supporre che le specie cacciate fossero numerose: il [[Canis lupus italicus|lupo]], il leopardo, il cavallo, la iena delle caverne, e finanche i topi e le lucertole. Tra gli [[Artiodattili|ungulati]], prede privilegiate erano il cervo, il camoscio, il capriolo ed il [[Bos taurus primigenius|bue ancestrale]]. Frammenti di carbone e scaglie di selce hanno consentito di ricostruire le abitudini di questi Neandertal; essi macellavano le prede nelle grotte e le consumavano crude o le arrostivano su fuochi di legno di ginepro e di abete; ricavavano le punte delle lance dalle rocce del Monte Scarafano e del [[Monte Bolza]].
 
Reperti ritrovati a [[Campo Pericoli]] attestano che, in [[Età del bronzo]], i cacciatori preistorici traversavano il territorio da Campo Imperatore a Campo Pericoli attraverso i valichi della Portella e della Sella dei Due Corni. In quest'epoca ([[XIII secolo a.C.|XIII]]-[[XI secolo a.C.]]) vi era certamente un insediamento di cacciatori-raccoglitori nella zona di Rocca Calascio, come dimostrano resti di ceramiche rinvenuti in loco ed una punta di freccia, in bronzo, con due fori, considerata, ancora in anni recenti (2000), unica in Italia.
 
Scavi effettuati nella Grotta a Male<ref name="grotta">o Grotta Amare</ref>, a 2&nbsp;km da [[Assergi]], confermano la permanenza stanziale dell'uomo in quest'area nell'[[Eneolitico]] e nell'[[Età del Ferro]].
 
I numerosi passi che mettono in comunicazione il versante teramano con quello aquilano favorirono, fin dalla preistoria, un intenso scambio commerciale fra l'economia prevalentemente agricola del versante settentrionale e quella basata sulla pastorizia del versante meridionale. In epoca storica, vi sono testimonianze di un intenso sfruttamento di Campo Imperatore come pascolo. Dopo la ricompattazione del Sud Italia operata dai [[Normanni]], in questa zona vennero aperti numerosi ''[[Tratturo|tratturi]]''<ref>dal latino ''tractoria''</ref>, cioè vie di transito per la transumanza delle bestie, utilizzati dai pastori per condurre le mandrie ai pascoli del [[Tavoliere delle Puglie]] prima dell'arrivo dei rigidi mesi invernali.
 
Un altro, interessante, commercio che è stato presente nel territorio, e di cui si ha certezza che fosse già praticato nel [[XVI secolo]], è lo sfruttamento della neve. Questa, ricavata da nevai presenti in quota, veniva stoccata in pozzi profondi anche 20 metri ed utilizzata d'estate per la produzione di sorbetti e per usi medicali. Il commercio della neve era regolamentato dai comuni, che stabilivano apposite tariffe per le concessioni demaniali, e che stilavano anche tabelle di valutazione del prodotto.
 
La neve, principalmente, veniva distinta in ''"nera"'', il che significava che era stata raccolta nei dintorni dei paesi, quindi senza garanzia di purezza; e in ''"candida"'', denominazione che indicava la provenienza dalle zone di alta montagna.
Questo tipo di attività commerciale è perdurato fino agli inizi del [[Novecento]].<div style="clear:left;"></div>
[[File:Crostone sull'altopiano - Parco Nazionale del Gran Sasso.jpg|thumb|upright=1.4|right|Crostone sull'altopiano - Parco Nazionale del Gran Sasso]]
 
=== Origine del nome ===
Chiamato dagli [[Storia romana|antichi Romani]] ''Fiscellus Mons'' (Monte Ombelico) per la sua posizione centrale nella [[Italia geografica|penisola italiana]] ([[Marco Porcio Catone|Catone]], [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], [[Silio Italico]]), questo massiccio montuoso era denominato nel [[Medioevo]] ''Monte Corno'', dizione che serviva ad indicare sia il [[Corno Grande]] sia – per estensione&nbsp;– l'intera catena.
 
Secondo il celebre geografo [[Roberto Almagià]], la denominazione "Gran Sasso" è molto tarda e risalirebbe addirittura al Rinascimento. Per questo autore, il primo abbozzo del toponimo è da ricercarsi in un poemetto del [[1636]] scritto da Francesco Zucchi di Montereale, in cui si fa riferimento al massiccio come al «Sasso d'Italia».
 
Il primo documento in cui entrambe le denominazioni compaiono senza possibilità di equivoco è la "Carta topografica del Contado e della diocesi dell'Aquila" (seconda metà del [[XVIII secolo]]), nella frase: «Monte Corno overo Gran Sasso d'Italia».
 
A dare conferma alle parole dell'Almagià sembra essere la consuetudine delle popolazioni locali che, ancora oggi, nei paesi che circondano la montagna, fanno riferimento al massiccio utilizzando il toponimo "Monte Corno".
 
=== Territorio e tradizioni ===
{{vedi anche|Storia dell'Abruzzo}}
[[File:Capestrano 05(RaBoe).JPG|thumb|250px|Panorama di [[Capestrano]]]]
Il [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]] interessa ben [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga#Comuni|44 comuni]] distribuiti in cinque province. L'area del massiccio vero e proprio, inclusa in quella - più estesa - dell'intero Parco, costituisce un territorio ricco di storia e di antiche tradizioni, legate non solo all'agricoltura e alla pastorizia, ma anche all'artigianato pregiato ed alla cultura enogastronomica.
 
In tutto l'Abruzzo, ed anche nel contiguo [[Molise]], antichi culti pagani furono inglobati nei riti cristiani, dando origine ad usanze religiose pregne di echi dionisiaci e di allegorie con il mondo della natura. A [[Campotosto]], paese sull'omonimo lago, si svolge ad esempio, nella penultima settimana di agosto, il rito in costume della "sposa poiana", caratterizzato da una complessa simbolizzazione riguardante il matrimonio. In questo stesso comune i risvolti soprannaturali del rapporto con la divinità si concretizzano nella chiesa di Santa Maria Apparente, che la tradizione vuole edificata per volere della Madonna, apparsa, secondo la leggenda, il 2 luglio [[1604]] ad una fanciulla del paese.
 
[[Capestrano]], centro affacciato sulla [[Valle del Tirino]], risale all'epoca preromana, ma si sviluppò intorno al [[XII secolo]], arroccato al Castello dei Piccolomini. Suscitò scalpore il ritrovamento, nel settembre del [[1934]], del "[[Guerriero di Capestrano]]", una statua in pietra di eccezionale interesse, alta più di due metri, caratterizzata da un ampio elmo circolare, la cui datazione sembra collocabile intorno al [[VI secolo a.C.]] Sul piedistallo della statua è incisa un'iscrizione, "MA KUPRI KORAM OPSUT ANANIS RAKI NEVII", il cui significato non è, ancora oggi, chiarito. Il "Guerriero" è utilizzato, spesso, nell'iconografia della Regione Abruzzo.
{| style="background:transparent;text-align:justify;" width="100%"
| width=70% valign=top |
Alla sinistra del fiume [[Tirino]], vi è l'antica chiesa di S. Pietro ad Oratorium, fondata da [[Desiderio (re)|Desiderio]], l'ultimo re [[Longobardi|longobardo]], nel [[756]] d.C. Murato nella facciata della chiesa è incastonato un quadrato magico ([[quadrato del Sator]]), recante un'[[palindromo|iscrizione palindroma]] che può essere letta in qualunque direzione. L'iscrizione, incisa al rovescio, dice: "SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS"; non si tratta di un semplice palindromo come "Anna" o "1991", poiché le parole sono disposte in una matrice che rende possibile la lettura per righe e per colonne in tutte le direzioni. Le frasi del quadrato significano: "Il paesano tiene le ruote al carro con attenzione".
Erano le frasi principali dei primi cristiani che s'installavano in Italia in epoca Romana, allorché erano ancora perseguitati.
|
{| class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;text-align:center;"
|-
!colspan=5| Il quadrato di Capestrano
|-
| R || O || T || A || S
|-
| O || P || E || R || A
|-
| T || E || N || E || T
|-
| A || R || E || P || O
|-
| S || A || T || O || R
|}
|}
[[Castelli (Italia)|Castelli]], in [[provincia di Teramo]], è un comune rinomato, fin dall'[[età barocca]], per le ceramiche. Le prime testimonianze di questa lavorazione artigiana nel comune risalgono al [[XIII secolo|Duecento]], ma è solo nel [[XVI secolo]] che il paese diventa famoso, presso le corti europee, come centro di produzione dei [[ceramica|«vasellamenti nobili di candida terra»]] (fra' Serafino Razzi, [[1575]]). Tipici del [[XVIII secolo|periodo settecentesco]] sono i grandi piatti e le zuppiere fiorate, mentre il "fioraccio" è un motivo decorativo più proprio dell'[[XIX secolo|Ottocento]].
[[File:tragedia fonte vetica.jpg|thumb|Una delle sculture commemorative della tragedia di Fonte Vetica]]
 
=== La seconda guerra mondiale ===
Il territorio abruzzese è stato interessato ampiamente dagli eventi bellici della [[seconda guerra mondiale]] ma il Gran Sasso è ricordato in particolare per la famosa [[Operazione Quercia]] del 12 settembre [[1943]], in cui Mussolini fu liberato dall'albergo di Campo Imperatore (dove era tenuto prigioniero) ad opera della II Divisione Tedesca del Lehrbataillon e trasportato su un piccolo aereo fino a [[Pratica di Mare]], dove si imbarcò per [[Vienna]]. Nell'unica sparatoria di breve durata del ''blitz'' nazista caddero una guardia forestale ed un carabiniere. Infatti, vennero uccisi in un posto di blocco presidiato dai soldati tedeschi: il carabiniere Giovanni Natale che fu ferito a un fianco e poi morì il giorno dopo e la guardia forestale Pasqualino Vitocco che quel giorno non era neppure in servizio, ma si trovava in divisa nei dintorni del posto di blocco.<ref>[[Vincenzo Di Michele]], Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso, Firenze, Curiosando Editore, 2011</ref>
 
=== Monumenti e luoghi d'interesse ===
{{vedi anche|Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga}}
[[File:S Stefano di Sessanio 01(RaBoe).JPG|thumb|200px|[[Santo Stefano di Sessanio]]]]
[[File:Rocca Calascio 3.jpg|thumb|200px|[[Rocca Calascio]]]]
* [[Santuario della Madonna d'Appari]] a [[Paganica]]
* Borgo medievale di [[Assergi]]
* Santuario di San Pietro della Ienca in Assergi
* Borgo medievale di [[Santo Stefano di Sessanio]]
* Castello di [[Rocca Calascio]]
* Centro storico di [[Castel del Monte (Italia)|Castel del Monte]]
* Chiesa di San Cipriano a [[Castelvecchio Calvisio]]
* Torre Forca di Penne di [[Capestrano]]
* [[Castello di Barisciano]]
* Centro storico di [[Ofena]]
* Castello Dragonetti di [[Pizzoli]]
* Chiesa di Santo Stefano del Monte in Pizzoli
* Località [[Prati di Tivo]] di [[Fano Adriano]]
* Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Fano Adriano
* Borgo medievale di [[Pietracamela]]
* [[Santuario di San Gabriele dell'Addolorata]] a [[Isola del Gran Sasso d'Italia]]
* Borgo San Leonardo di Isola del Gran Sasso
* [[Chiesa di San Giovanni ad insulam]] a Isola del Gran Sasso
* Eremo di San Colombo (Isola)
* [[Chiesa di San Donato (Castelli)|Chiesa maiolicata di San Donato]] a Castelli
* Chiesa della Madonna della Tibia a [[Crognaleto]]
 
=== Tragedie ed incidenti ===
{{vedi anche|Valanga di Rigopiano}}
Già il De Marchi riporta un drammatico episodio accaduto nel [[1569]] nei pressi del Passo della Portella: «L'anno mille cinquecento e sessanta nove, diciotto uomini tornavano sù per la montagna, si staccò una palla di neve e gli affogò tutti. Sono sepolti a [[Assergi|Sercio]].» ([[Francesco De Marchi]], ''Il Corno Monte'', 1573)
 
Alcuni episodi, in particolare, restano impressi nelle cronache e nell'eco della memoria:
* la [[Campo Imperatore#Fonte Vetica e la sua storia|tragedia di Fonte Vetica]] (che si consumò, in realtà, alle falde del [[Monte Bolza]]), in cui morirono il pastore Pupo Nunzio di Roio e i suoi due figlioletti;
* la tragedia del terribile inverno [[1929]], quando due alpinisti, Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, rimasero intrappolati nel Rifugio Garibaldi a causa del maltempo e della enorme quantità di neve che cadde in quella stagione. I soccorsi partiti da [[Pietracamela]] non riuscirono in alcun modo a raggiungere i due. Solo dopo enormi sforzi, una squadra riuscì ad aprirsi la strada fino al Rifugio, dove trovò il diario degli ultimi giorni di sofferenze. Cichetti, alla fine, aveva tentato di tornare a Pietracamela, riuscendo a giungere a 3&nbsp;km dal paese prima di morire. Il corpo di Mario Cambi fu trovato solo in aprile. A Cambi è stata intitolata la quarta vetta del Corno Grande nota come ''Torrione Cambi''.
* Il 29 gennaio [[1942]] perse la vita la [[guida alpina]] e [[sci|maestro di sci]] [[Cortina d'Ampezzo|ampezzano]] Ignazio Dibona, nel corso di un salvataggio. Il Dibona era già riuscito a mettere in salvo tre suoi allievi, che erano stati investiti da una massa di neve, e si stava dirigendo alla volta di altri tre sciatori, che si trovavano a mal partito, quando fu travolto insieme a loro da una valanga.
 
Differenti riflessioni vengono suscitate dalle perdite umane ed ambientali causate da fenomeni di tutt'altra natura:
{| style="background:transparent;text-align:justify;clear:both;" width="100%"
| width=30% valign=top |
{| class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;"
|-
!colspan=2| Diminuzione della portata delle sorgenti:
|-
! align=left | Sorgente|| align=left | Portata
|-
| Ruzzo || -70%
|-
| Sopra Casale S. Nicola || -70%
|-
| Rio Arno || -40%
|-
| Chiarino || -40%
|-
| Mortaio d'Angri || -40%
|-
| Vitello d'Oro || -40%
|-
| Tempera || -25%
|-
| Vetoio || -25%
|-
| Tirino || -10%
|-
| [[Aterno-Pescara|Aterno]] || -10%
|}
| valign=top |
* il 15 settembre [[1970]], nel contesto degli scavi del [[traforo del Gran Sasso]], la grande talpa escavatrice bucò l'enorme serbatoio sotterraneo di acqua presente nelle viscere della montagna. Gli ambienti montani caratterizzati da rocce [[calcare]]e lasciano infatti penetrare l'acqua dai rilievi superiori fino in profondità, per farla poi riemergere molto più a valle. Lo stesso ghiacciaio del Calderone ha sempre agito da cisterna di compensazione: l'acqua di fusione del ghiacciaio, infatti, contribuisce ad alimentare sia il [[bacino idrografico]] del Fosso S. Nicola sia la circolazione sotterranea che avviene in profondità nella montagna. Quando la "talpa" bucò il serbatoio sotterraneo, alto 600 m, un getto di acqua e fango dalla pressione di 60 atmosfere travolse ogni cosa. La parte bassa della città di Assergi fu allagata, costringendo ad una evacuazione, ed il corso di molte sorgenti fu compromesso. Complessivamente, nella realizzazione dell'opera, costata, negli [[anni 1970|anni settanta]], 2.000 miliardi di lire, persero la vita 11 persone, il livello della [[falda acquifera]] si abbassò di 600&nbsp;m e la portata delle sorgenti del Rio Arno e del Chiarino fu quasi dimezzata.
 
[Nella tabella vengono riportati i dati approssimati (per difetto – altre stime<ref>{{Cita web|http://abruzzoweb.it/old_site/terzo/cifre.php|Le cifre di un disastro|editore=Abruzzoweb}}</ref> delineano un quadro della situazione ancora più fosco) relativi alla riduzione di portata delle sorgenti, causata dall'abbassamento della falda.]
|}
* Un altro incidente causato dall'imperizia dell'uomo è avvenuto il 16 agosto [[2002]], quando 50 litri di [[trimetilbenzene]] sono fuoriusciti dai [[Laboratori Nazionali del Gran Sasso]], inquinando un corso d'acqua nella zona di Casale S. Nicola, frazione di Isola del Gran Sasso d'Italia. Secondo un documento filmato di [[Legambiente]]<ref>{{Cita web|http://www.legambienteonline.it/news2002/gransasso.htm|Gran Sasso, acque coperte di schiuma|editore=Lega Ambiente}}</ref>, vi sarebbe la possibilità che un incidente già verificatosi il 4 dicembre [[2001]], caratterizzato dai medesimi fenomeni osservabili (schiuma sulle acque), abbia avuto la stessa genesi. L'[[1,2,4-trimetilbenzene]] (o pseudocumene, C<sub>9</sub>H<sub>12</sub>) è un [[idrocarburo]] incolore e aromatico, utilizzato come scintillatore nell'esperimento [[Problema dei neutrini solari#Altri esperimenti|Borexino]], per la rivelazione dei neutrini. Tracce di trimetilbenzene furono rilevate, nei limiti di sicurezza, nell'acqua potabile di Silvi Marina (Te) ancora l'8 settembre 2002, a quasi un mese dall'incidente.
* Il [[18 gennaio]] [[2017]], a seguito di una eccezionale nevicata, unita al susseguirsi di forti scosse di [[Terremoto del Centro Italia del 2016|terremoto]], una valanga travolge l'Hotel [[Rigopiano]] provocando 29 vittime; altre 9 persone sono state estratte dalle macerie.
 
=== Istituto nazionale di fisica nucleare ===
Situati sotto oltre 1400 metri di roccia nel cuore del Gran Sasso d'Italia ci sono i [[Laboratori nazionali del Gran Sasso]] (LNGS), di proprietà dell'[[Istituto nazionale di fisica nucleare]] (INFN), che ha il primato di essere il più grande laboratorio scientifico sotterraneo del mondo assieme al [[CERN]]. Qui si studiano, tra le altre cose, le più piccole [[particella (fisica)|particelle]] dell'[[Universo]] come, ad esempio, i [[neutrino|neutrini]] e i [[monopolo magnetico|monopoli di Gut]]<ref>[http://server11.infn.it/pub/galileo/archivio/mag/971122/7_art.html E Macro resta in attesa]. Galileo</ref>.
 
=== Comuni interessati ===
Ricadono nel territorio del massiccio del Gran Sasso numerosi comuni delle province dell'Aquila, Teramo e Pescara:
{{div col|cols=3}}
* [[L'Aquila]]
* [[Castel del Monte (Italia)|Castel del Monte]]
* [[Calascio]]
* [[Santo Stefano di Sessanio]]
* [[Castelvecchio Calvisio]]
* [[Carapelle Calvisio]]
* [[Barisciano]]
* [[Ofena]]
* [[Villa Santa Lucia]]
* [[Pizzoli]]
* [[Fano Adriano]]
* [[Pietracamela]]
* [[Isola del Gran Sasso d'Italia]]
* [[Castelli (Italia)|Castelli]]
* [[Farindola]]
* [[Crognaleto]]
{{div col end}}
 
== Sport ==
=== [[Alpinismo]] ===
[[File:Torrione Cambi.jpg|thumb|Salita al Torrione Cambi (nel gruppo del [[Corno Grande]])|left]]
La prima scalata documentata al [[Corno Grande]] fu compiuta il 19 agosto [[1573]] dal [[Bologna|bolognese]] [[Francesco De Marchi]], che raggiunse la Vetta Occidentale (2912 metri sul livello del mare allora, oggi 2914) dalla [[Via normale al Gran Sasso|Via Normale]], accompagnato dal cacciatore di camosci Francesco Di Domenico, dal milanese Cesare Schiafinato, da Diomede dell'Aquila e dai portatori Simone e Giovampietro di Giulio.
 
«Quand'io fuoi sopra la sommità» ricorderà il De Marchi nella sua puntuale Cronaca dell'ascensione «mirand'all'intorno, pareva che io fussi in aria, perché tutti gli altissimi Monti che gli sono appresso erano molto più bassi di questo» ([[Francesco De Marchi]], ''Il Corno Monte'', 1573).
 
Il De Marchi riferì, comunque, che la cima era stata già raggiunta in precedenza da alcuni cacciatori di [[Rupicapra rupicapra|camosci]], fra cui proprio il Francesco Di Domenico, che per questo fu scelto come guida e che è stato, di fatto, la prima guida di montagna italiana.
 
Bisognò aspettare 221 anni, il 30 luglio [[1794]], per vedere una replica: il [[Teramo|teramano]] [[Orazio Delfico]] realizzò la prima scalata della Vetta Orientale (2903&nbsp;m). Delfico era convinto di essere il primo ad aver raggiunto la cima, ed in un certo senso lo era perché, pur essendo la montagna scalata unica (il [[Corno Grande]]), la vetta raggiunta era differente. Tra l'altro, Delfico, che, giunto sulla cima, misurò l'altezza della montagna (stimandola in 9577 "[[Piede (unità di misura)#Cenni storici|piedi parigini]]" [[Livello del mare|m s.l.m.]]), effettuò anche una delle prime misurazioni di altezze di montagne mai fatte in Italia (in precedenza erano stati misurati soltanto il [[Vesuvio]], l'[[Etna (vulcano)|Etna]] ed il [[Monte Legnone]]).
 
La prima salita invernale al [[Corno Grande]] fu compiuta dai figli dello statista [[Quintino Sella]]: Corradino e Gaudenzio, nel gennaio del [[1880]]. I due, che erano navigati alpinisti con esperienza di salite invernali sulle [[Alpi]], schernirono pesantemente le guide locali, che non erano preparate né equipaggiate per una invernale e che non li accompagnarono sulla vetta. Tra le guide "cosiddette" (come i due alpinisti le definirono) vi era, però, Giovanni Acitelli, che diverrà poi un alpinista storico del massiccio, e che aprirà numerose vie, come il Moriggia-Acitelli (PD) proprio sul Corno Grande.
 
Con il diffondersi dell'alpinismo "alla moda", di fine [[Ottocento]], questi monti conobbero frequentazioni sempre più assidue; i montanari locali venivano reclutati «per Lire 2 a Lire 5» ma, durante l'inverno, avevano «la massima paura e sconoscenza della neve». L'alpinista più ardito avrebbe quindi trovato, in essi, «soltanto degli indicatori della via da seguire» (Enrico Abbate. ''Guida d'Abruzzo''. 1903).
 
Con il primo decennio del [[secolo XX]], la moda dei signori che, dalle città, si recavano in montagna per compiere escursioni guidati da montanari del posto tramontò ed il massiccio conobbe un nuovo genere di alpinismo: quello delle grandi sfide, della ricerca della salita "tecnica". Nel [[1931]] Domenico e Dario d'Armi scalarono la Vetta Orientale dalla cresta nord. Nel 1934 Bruno Marsili e Antonio Panza superano la parete nord del [[Monte Camicia]], soprannominato "l'[[Eiger]] dell'Appennino". Su queste cime, negli anni '40, si cimentarono alpinisti del calibro di [[Giusto Gervasutti]], [[Gigi Panei]] e Andrea Bafile.
 
Alla fine degli anni settanta, l'alpinismo sul Gran Sasso venne rivoluzionato dal romano [[Pierluigi Bini]], che tracciò una dozzina di vie ben oltre il sesto grado classico, dando origine a un tipo di scalata del tutto originale e rivoluzionaria<ref>[http://www.up-climbing.com/it/eventi/incontri/ardito-e-pierluigi-bini UP-CLIMBING]</ref>
 
Oltre al Corno Grande e al Corno Piccolo sono presenti numerosi itinerari di ascensioni alle altre vette del massiccio sia di tipo escursionistico che alpinistico ([[Monte Portella]], [[Monte Aquila]], [[Monte Scindarella]], [[Monte San Franco]], [[Pizzo Cefalone]], [[Monte Corvo]], [[Pizzo d'Intermesoli]], [[Monte Brancastello]], [[Monte Prena]], [[Monte Camicia]]).
 
=== Escursionismo ===
[[File:Gran sasso 010.jpg|Il [[Pizzo d'Intermesoli]] dai Prati di Tivo|thumb|upright=1.6]]
Il Gran Sasso offre notevoli possibilità di [[escursionismo]] a piedi. Tra tutte le più suggestive sono le traversate da Campo Imperatore al [[Lago di Provvidenza]] attraverso la Valle di Chiarino, da Campo Imperatore a [[Prati di Tivo]]/[[Pietracamela]] passando tra [[Corno Grande]] e [[Corno Piccolo]] attraverso il [[Rifugio Carlo Franchetti]] e il Vallone delle Cornacchie, oppure attraverso la Val Maone, da Campo Imperatore a [[Prato Selva]] attraverso la valle del Venacquaro, il [[Sentiero del Centenario]] e l'anello di [[Campo Pericoli]]. Di rilevanza storica e religiosa è la traversata da Assergi a [[Isola del Gran Sasso]] attraverso Vado di Corno fino al [[santuario di San Gabriele dell'Addolorata]] che unisce il versate aquilano con quello teramano.
 
In località Fonte Cerreto nel 2016 è stato aperto al pubblico un parco avventura, il ''Gran Sasso Adventure Park''.
 
==== Marcia dei Tre Prati ====
La Marcia dei Tre Prati, è una passeggiata ecologica non competitiva. Si svolge lungo un percorso di 15&nbsp;km che congiunge i [[Prati di Tivo]] e i [[Prati di Intermesoli]], nel comune di [[Pietracamela]], a [[Prato Selva]], nel comune di [[Fano Adriano]]. La prima edizione si svolse nel [[1975]] per iniziativa di [[Aldo Possenti]], presidente della sezione teramana del [[Club Alpino Italiano|Club Alpino]], e di Vincenzo Di Benedetto, imprenditore in [[Fano Adriano]]. L'edizione [[1977]] vide la partecipazione di oltre mille persone. Dopo un periodo di sospensione la Marcia dei Tre Prati è stata riproposta nel [[2006]] ([[Prati di Tivo]], domenica 23 luglio), per iniziativa delle Sezioni del [[Club Alpino Italiano]] di [[Teramo]] e [[Isola del Gran Sasso d'Italia]] con la partecipazione della Sezione Alpini di [[Teramo]] e dei [[Medici del 118]].
 
==== [[Rifugio alpino|Rifugi]] e ostelli ====
* ''Ostello Campo Imperatore'' (2130&nbsp;m): situato accanto alla stazione di monte della [[funivia del Gran Sasso]]. È composto dai locali della stazione di monte dell'antica funivia; vi è un museo.
* ''[[Rifugio Franchetti|Rifugio Carlo Franchetti]]'' (2433&nbsp;m): gestito da Luca Mazzoleni, di proprietà del C.A.I. sezione di Roma. È situato al centro del Vallone delle Cornacchie, incuneato tra il Corno Grande ed il Corno Piccolo. Inaugurato nel 1960 dal CAI è il rifugio più alto del Gran Sasso. È dotato di 23 posti letto (un locale invernale con 4 posti letto è sempre aperto).
* ''[[Rifugio Duca degli Abruzzi (Gran Sasso)|Rifugio Duca degli Abruzzi]]'' (2388&nbsp;m): gestito da Luigi D'Ignazio e Carlotta Bonci. Di proprietà del [[Club Alpino Italiano|CAI]]. È situato sulla cresta tra Sella Monte Aquila e Monte Portella. È dotato di 20 posti letto (un locale invernale con 3 posti letto è sempre aperto).
* ''Rifugio del Monte'' (1614&nbsp;m): gestito da Arnaldo Di Crescenzo. Di proprietà del Comune di [[Fano Adriano]]. È situato nella Valle del Fosso del Monte alle pendici nord di Monte Corvo. È dotato di 18 posti letto.
* ''Rifugio Giuseppe Garibaldi'' (2231&nbsp;m): non gestito. È situato a Campo Pericoli ed è stato il primo rifugio costruito nel Gran Sasso, nel 1886. È sempre aperto per le situazioni d'emergenza. D'inverno è spesso completamente coperto dalla neve.
* ''Bivacco Andrea Bafile'' (2669&nbsp;m). È situato sulla cresta sud-est della Vetta Centrale del Corno Grande. Costruito nel 1966 dal CAI, è sempre aperto per le emergenze.
* ''Rifugio Fontari'': gestito da una società, di proprietà del consorzio "il Gran Sasso" (che gestisce gli impianti). È situato sopra le Fontari.
* ''Rifugio Nicola D'Arcangelo'' (1665&nbsp;m): situato sul versante nord del Vado di Corno (località Vaduccio).
* ''[[Rifugio Miramonti Prati di Tivo]]'', quota (1460&nbsp;m) alle pendici del [[Gran Sasso d'Italia]], [[Corno Piccolo]] - (comune [[Pietracamela]]).
[[File:Snow - Parco Nazionale del Gran Sasso.jpg|thumb|upright=1.4|Parco Nazionale del Gran Sasso]]
* ''[[Rifugio Antonella Panepucci Alessandri]]'' (1700&nbsp;m). È situato sul versante nord del monte San Franco.
* ''Rifugio Fonte Vetica'' (1632&nbsp;m) (forestale): situato presso l'omonima fonte, possiede un locale sempre aperto per le emergenze.
* ''Rifugio Racollo'': nella parte meridionale di Campo Imperatore.
* ''Ostello Il Faro Verde'' (850&nbsp;m): domina l'Alta Valle del Castellano ed è situato in Località Basto.
 
=== [[Sci]] ===
Sul Gran Sasso vi sono 5 [[stazione sciistica|stazioni sciistiche]] dotate di [[impianti di risalita]] per poter praticare lo sci da discesa (o [[sci alpino]]), di cui 3 sul versante aquilano, le altre due su quello teramano:
* [[Campo Imperatore]] (AQ), con 15&nbsp;km di piste per lo sci alpino.
* [[Montecristo (Abruzzo)|Montecristo]] (AQ) (l'ultima apertura risale al 2000).
* Fossa Paganica (AQ) (chiusi).
* [[Prati di Tivo]] (TE).
* [[Prato Selva]] (TE).
 
Esistono progetti per unire in comprensorio le tre stazioni sciistiche sul versante aquilano.
 
Vi sono inoltre località dove poter praticare lo [[sci di fondo]] (o [[sci nordico]]):
* [[Campo Imperatore]], con 60&nbsp;km di piste per lo [[sci nordico]].
* Prati di Tivo.
 
==== Fuoripista del Gran Sasso ====
{{Disclaimer|pericolo}}
Oltre ad offrire la possibilità di praticare [[sci|discipline sciistiche]] tradizionali, l'intero massiccio del Gran Sasso è rinomato per le sue fuoripista e i suoi itinerari di [[scialpinismo]], tra cui [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]], Passo Portella, l'attraversata alta e bassa, Fossa Paganica.
* ''Valle Fredda'': offre un'ampia panoramica del paesaggio verso occidente; vi sono tre canalini e una discesa larga, si passa accanto Fossa Paganica per poi terminare sulla S.S.17 bis Fonte Cerreto-Monte Cristo. Si parte dalla stazione di monte della seggiovia Scindarella, si prosegue camminando fino alla vetta del [[Monte Scindarella]] e si scende a occidente. In primavera vi cadono molte [[valanga|valanghe]].
* ''Topparamine'' (il nome ha molte varianti): fuoripista ripidissima e stretta, con frequente caduta di valanghe; è presente un salto di circa 9 metri. Si scende verso occidente, in un canalino parallelo a valle Fredda. Imboccandolo, si può prendere per errore un canalino che finisce a strapiombo. È una fuoripista molto impegnativa.
* ''Lo "Schioppatore"'': fuoripista ripidissima. Vi sono due canalini di pendenza elevatissima (quasi perpendicolari) e una discesa ripida e larga. La [[neve]] è spesso ghiacciata. Offre un'ampia panoramica di [[Monte Prena]] e, in parte, del [[Monte Aquila (Gran Sasso)|Monte Aquila]]. La discesa termina circa 200 metri a valle della seggiovia Scindarella. Si parte dalla stazione di monte della seggiovia Scindarella, si prosegue camminando fino alla vetta del Monte Scindarella e si scende a oriente.
* ''I tre valloni'': famosa fuori pista. L'itinerario è il canalone ubicato sotto la funivia del Gran Sasso. Vi si accede dallo "Scontrone", dall'"Uccellaccio", dal rifugio Duca degli Abruzzi o dalla stazione di monte della funivia. Panorama ad occidente, specialmente al tramonto.
* ''Monte Aquila'': si può scendere sia verso il Teramano che verso l'Aquilano. Comunemente vi è neve fino a giugno. Si sale sul monte o seguendo la passeggiata "Botanica" oppure con le pelli di foca.
* ''Passo Portella'': ha molte varianti; si scende lungo il canalone verso Fonte Cerreto. Vi cadono spesso delle valanghe.
* ''Traversata bassa'': si scende verso il Teramano o dal Duca degli Abruzzi verso Val Maone.
* ''Traversata alta'': consiste nel salire il Corno Grande per la direttissima e discendere sciando sul Ghiacciaio del Calderone.
* ''Altre: Uccellaccio e Dentone'' sono fuoripista piccole al termine delle quali si riprendono gli impianti. Una parte del Dentone veniva utilizzata come pista agonistica.
 
=== [[Ciclismo]] su strada ===
Il Gran Sasso è meta di numerosi ciclisti e [[cicloturismo|cicloturisti]] provenienti da tutta Italia. Le località più frequentate sono [[Prati di Tivo]] (quota 1500&nbsp;m) nel versante teramano, una suggestiva scalata lunga 15&nbsp;km per un dislivello di 1000 metri su un percorso ricco di tornanti, la [[Strada maestra del Parco]] e la piana di [[Campo Imperatore]] (quota 2100&nbsp;m), nel versante aquilano.
 
Il Gran Sasso (teramano o aquilano) è stato più volte arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]:
 
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:600px;"
! Edizione
! Tappa
! Percorso
! km
! Vincitore di tappa
|-
| align="center"| [[Giro d'Italia 1971|1971]] (25 maggio) || align="center" | 5ª || [[Pescasseroli]] > Campo Imperatore || align="center" | 198,0 || {{Bandiera|ESP}} [[Vicente López Carril]]
|-
| align="center"| [[Giro d'Italia 1971|1971]] (19 maggio) || align="center" | 3ª || [[Ancona]] > Prati di Tivo || align=center | 175 || {{Bandiera|ITA}} [[Giovanni Battaglin]]
|-
| align="center"| [[Giro d'Italia 1985|1985]] (31 maggio) || align="center" | 14ª || [[Frosinone]] > Campo Imperatore || align="center" | 195,0 || {{Bandiera|ITA}} [[Franco Chioccioli]]
|-
| align="center"| [[Giro d'Italia 1989|1989]] (28 maggio) || align="center" | 8ª || [[Roma]] > Campo Imperatore || align="center" | 179,0 || {{Bandiera|DNK}} [[John Carlsen]]
|-
| align="center"| [[Giro d'Italia 1999|1999]] (22 maggio) || align="center" | 8ª || [[Pescara]] > Campo Imperatore || align="center" | 253,0 || {{Bandiera|ITA}} [[Marco Pantani]]
|-
|}
 
In estate si svolge la [[Gran Fondo]] "''Giro intorno al Gran Sasso d'Italia''", con partenza e arrivo a [[Montorio al Vomano]]. Giunta alla 15ª edizione, nel 2008 si è svolta domenica 20 luglio.
 
=== Ciclismo in mountain bike ===
Numerosi percorsi consentono di poter pedalare in [[mountain bike]] alle falde del Gran Sasso. Il [[Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]] sta completando la sistemazione di 320&nbsp;km di [[ippovia]], chiamata [[Ippovia del Gran Sasso]] adatta per andare a cavallo, in [[mountain bike]] e a piedi.
 
== Note ==
<References/>
 
== Bibliografia ==
* Autori vari. ''L'Appennino Meridionale''. Club Alpino Italiano Sezione di Napoli. Anno II Fascicolo I, luglio 2005.
* Autori vari. ''Abruzzo e Molise - Viaggio attraverso le regioni italiane''. Fininternet, 2002.
* Stefano Ardito ''A piedi sul Gran Sasso''. Subiaco, [[Iter Edizioni]], 2008.
* Stefano Ardito ''Guida ai Sentieri''. Assergi, Edizioni Gransassolagapark, 2006.
* Alberto Osti Guerrazzi. ''I 2000 dell'Appennino'', 1<sup>a</sup> edizione. Pereto, Edizioni Il Lupo & Co., 2002.
* A. Alesi; M. Calibani; A. Palermi. ''Gran Sasso/Parco Nazionale Gran Sasso-Laga: le più belle escursioni'', 1ª ristampa. Ascoli Piceno, Club Alpino Italiano / Società Editrice Ricerche. 2000.
* [http://www.delfico.it/Testi%20ranalli%20gransasso.htm ''Saggio di bibliografia e di iconografia sul Gran Sasso d'Italia''], a cura di Lina Ranalli, in ''Aprutium'', 2001 [ma 2006], Teramo, Paper's World - Edigrafital, 2002
* Luca Mazzoleni. ''"La Montagna Incantata" 204 itinerari di scialpinismo nell'Appennino Centrale''. Porzi Editoriali, 2004.
* Leo Adamoli. ''"Il gigante di pietra" La storia geologica del Gran Sasso d'Italia'', 2002, 128 pp., ill., rilegato. CARSA Editore.
* Luca Mazzoleni. ''Guida dell'"Alta Via scialpinistica dell'Appennino Centrale"'', Porzi Editoriali 2010.
* [http://www.ricercheeredazioni.com/homepage.php?v_prod_id=1353671956157&prod_id=1353671956152&id_tipo=1229521422446 ''Atlante storico del Gran Sasso d'Italia''], di Silvio Di Eleonora, Fausto Eugeni, Lina Ranalli, Teramo, Ricerche&Redazioni, 2012.
 
== Galleria d'immagini ==
<gallery>
Image:Gran_Sasso _02.jpg|Monte Prena
Image:Cefalone001.jpg|Pizzo Cefalone
Image:Gransasso dal cefalone.jpg|Gran Sasso dal Cefalone
Immagine:Gran sasso.jpg|Gran Sasso da Forca di Valle
Immagine:La catena del gran sasso.jpg|La parte sud-orientale della catena vista da [[Forca di Valle]]
Immagine:Gran sasso aq.JPG|Il versante aquilano del Gran Sasso da [[gruppo montuoso di Monte Calvo|Monte Calvo]]
Immagine:Due corni teramano.JPG|I due Corni in veste invernale dal versante teramano
 
</gallery>
 
== Voci correlate ==
*[[Oltcit-Citroën Axel]]
* [[Parco Nazionale del Gran Sasso]]
*[[Citroën]]
* [[Laboratori Nazionali del Gran Sasso]]
*[[Gruppo PSA]]
* [[Rifugio Miramonti Prati di Tivo]]
* [[Traforo del GranCitroën SassoVisa]]
* [[Campo Imperatore]]
* [[Via normale al Gran Sasso]]
* [[Fonte Vetica]]
* [[Ippovia del Gran Sasso]]
* [[Ghiacciaio del calderone]]
* [[Sentiero del Centenario]]
* [[Francesco De Marchi]]
* [[Orazio Delfico]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{interprogetto|q=Gran_Sasso|q_preposizione=sul|commons=Gran Sasso|commons_preposizione=sul}}
{{VoceLibro|L'Abruzzo}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.lagagransasso.it/project/gs/de_marchi/cronaca_fdm.pdf ''Il Corno Monte'' - cronaca della prima ascensione ufficiale [[Francesco De Marchi|di Francesco De Marchi]] ([[1573]])]
* [http://www.lagagransasso.it/project/gs/o_delfico/o_delfico.pdf ''Osservazioni di Orazio Delfico su di una piccola parte degli Appennini'' [[Orazio Delfico|di Orazio Delfico]] ([[1812]])] - (Ed. Club Alpino Italiano con presentazione di A. Mascitti)
* {{cita web|http://www.lagagransasso.it/|Lagagransasso.it - Informazioni, itinerari, mappe e foto per scoprire le bellezze di questi luoghi}}
* {{cita web|http://www.ilcalderone.biz|ilCalderone.biz sito dedicato alla nivologia appenninica}}
* {{cita web|http://www.ilgransasso.com|Portale del Gran Sasso con notizie e fotografie}}
 
;Alpinismo, Scialpinismo, Escursionismo
:* [http://www.ariasottile.net/index.php/Itinerari/Massiccio-del-Gran-Sasso/ Sentieri e percorsi sul Gran Sasso]
:* [http://gransasso.splinder.com/ Gran Sasso da vivere - notizie]
:* [http://www.adrphoto.com/Gran-Sasso/ Sentieri sul Gran Sasso - fotografie e immagini]
 
{{Portale|aziende|trasporti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Abruzzo|alpinismo|arrampicata}}
 
[[Categoria:GranCase Sasso|automobilistiche rumene]]
[[Categoria:Case automobilistiche del passato]]