Campo profughi di Wagna e Újezd nade Mží: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{avviso|testo=Voce in fase di ristrutturazione.}}
|Nome = Újezd nade Mží
 
|Nome ufficiale =
[[File:Wagna2.jpg|thumb|upright=1.4|Ingresso principale del campo profughi di Wagna]]
|Panorama = Zamek Ujezd nade Mzi 01.JPG
 
|Didascalia = Palazzo aristocratico di Újezd nade Mží
Il '''Campo profughi di Wagna''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Flüchtlingslager Wagna'') fu uno dei principali luoghi dove furono collocate forzosamente, in linea di massima divise per nazionalità, le popolazioni del [[Litorale austriaco]] durante la [[Grande Guerra]].<ref>D. Sedmak, Profughi nelle città di legno, in: C. Pavan, "Caporetto", pp. 274-76 </ref> Nel campo di [[Wagna]] forono collocati poco meno di 20.000 profughi provenienti dall' [[Provincia di Gorizia|Isontino]] e dall' [[Istria]], in massima parte italiani, ma anche circa 1600 sloveni evacuati da [[Gorizia]] nell'estate del 1916.<ref>http://www.grandeguerra.ccm.it/scheda_archivio.php?goto_id=1169</ref> Precedentemente, prima del maggio 1915, nel campo erano state sistemate diverse migliaia di sfollati galiziani, in seguito all'offensiva russa dell'autunno 1914.<ref>http://www.grandeguerra.ccm.it/scheda_archivio.php?goto_id=1168</ref>
|Bandiera =
 
|Voce bandiera =
==Vicende storiche==
|Stemma =
{{D|Evacuazione del Trentino e del Litorale austriaco}}
|Voce stemma =
Nei giorni precedenti al 23 maggio 1915, data della dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, i comandi militari austriaci e il Ministero dell'interno fecero scattare il piano di evacuazione del [[Trentino]] e del [[Litorale austriaco]], predisposto già da mesi. Per quanto riguarda il Litorale, le aree da sgomberare erano quelle lungo la linea di difesa dell'[[Isonzo]] e del [[Carso]], e la zona di [[Pola]], piazzaforte della marina asburgica.<ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 99-100</ref> Il piano prevedeva inizialmente l'evacuazione di 40.000 persone dal Trentino (di cui 10.000 {{chiarire|tedeschi}}) e di 30.000 dal Litorale austriaco (5.000 tedeschi e 25.000 tra italiani, sloveni e croati), di cui 18.000 da Pola e 12.000 da Trieste e dall'Isontino.<ref>P. Malni "Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-18" p. 21</ref> Nel corso del conflitto il numero aumentò fino a raggiungere le 230.000 unità. Le fonti concordano nell'indicare in 70.000 il numero degli sfollati trentini nel corso della Grande Guerra.<ref>F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" p. 104</ref> Qui ci soffermeremo sugli spostamenti di popolazioni dal Litorale, in particolare dalle città di [[Pola]], [[Gorizia]] e [[Trieste]].
|Stato = CZE
*La città di [[Pola]] vide una prima evacuazione forzata di 26.000 persone nell'estate del 1914. In quel caso gli sfollati furono dislocati nell'Istria interna e a Trieste. I polesani rientrarono in città dopo qualche mese. <ref>S. De Menech, M.L. Santin "Pola e Rovigno. L'esodo negli anni della Prima guerra mondiale" in F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 198-200</ref> Nel maggio 1915, alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, la città fu evacuata nuovamente. L' ordine di evacuazione, che riguardava le persone che non possedessero viveri sufficienti per almeno sei mesi o che non appartenessero alle categorie ritenute indispensabili al funzionamento della piazzaforte, fu emanato il 17 maggio ed esteso alle città di [[Rovigno]] e [[Dignano]] il 23 maggio.<ref>S. De Menech, M.L. Santin "Pola e Rovigno. L'esodo negli anni della Prima guerra mondiale" in F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" p. 102</ref><ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 99-100</ref> Il piano iniziale prevedeva che gli sfollati venissero destinati all'Istria settentrionale, ma viste le difficoltà logistiche, il 23 maggio le autorità austriache decretarono si dovesse procedere al trasferimento forzoso in Stiria di circa 40.000 persone dall'Istria meridionale. Alla base di questi trasferimenti non vi fu solo la preoccupazione per l'incolumità della popolazione civile, ma anhe la necessità strategica di garantire libertà di manovra alle forze militari. L'evacuazione riguardò sia gli italiani che i croati della zona, in quanto la discriminante tra chi doveva partire e chi poteva restare era di ordine socio-economico e non nazionale. Essendo la zona abitata prevalentemente da italiani, anche tra i profughi gli italiani erano la maggioranza.<ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" p. 102</ref>
|Note stato =
*La città di [[Gorizia]], che allo scoppio della guerra contava 28.000 abitanti, dopo la [[Quarta battaglia dell'Isonzo|quarta battaglia dell'Isonzo]], in seguito ai bombardamenti dell'artiglieria italiana che l'avevano quasi completamente rasa al suolo, era stata quasi completamente abbandonata e la sua popolazione si era ridotta a 5.000 abitanti.<ref>Malni in Cecotti</ref>
|Grado amministrativo = 3
*La città di [[Trieste]], durante le operazioni belliche, passò da circa 240.000 a circa 150.000 abitanti anche a causa del rimpatrio forzoso di circa 30.000 "regnicoli". Numerosi funzionari statali furono trasferiti in Austria e molte aziende trasferirono in Austria la propria attività, costringendo gli impiegati e gli operai a seguirle.<ref>Cecotti</ref>
|Tipo = Comune
Oltre alle evacuazioni, le autorità austriache predisposero anche l'arresto, l'internamento o il rimpatrio di regnicoli o cittadini austriaci ritenuti sospetti per le loro posizioni [[Irredentismo italiano|irredentiste]] o comunque filoitaliane. Nella primavera del 1915 i regnicoli internati o confinati furono circa 5.000, quelli rimpatriati circa 10.000. I cittadini austriaci di nazionalità italiana internati o confinati furono poco meno di 1.000.<ref>F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 73 e 80-81</ref><ref>Nel 1914 gli arresti e gli internamenti invece avevano riguardato soprattutto sloveni e croati, ritenuti potenzialmente filoserbi. Si veda ad es. Marta Verginella, [http://www.fupress.net/index.php/sdd/article/download/14072/13078 Profughe slovene tra Grande Guerra e ascesa del fascismo], p. 140</ref>
|Divisione amm grado 1 = Plzeň
|Voce divisione amm grado 1 =
[[File:Wagna.jpg|thumb|upright=1.4|left|Campo profughi di Wagna. Foto attribuita a don Pietro Sepulcri.]]
|Stemma divisione amm grado 1 =
 
|Divisione amm grado 2 = Plzeň-sever
 
|Voce divisione amm grado 2 = Distretto di Plzeň-sever
Non meno importante fu il flusso di sfollati verso l'Italia, che interessò soprattutto le zone di operazioni militari del [[Collio (territorio)|Collio]], di [[Gradisca]] e di [[Monfalcone]]. Circa 50.000 profughi del Litorale e 30.000 profughi del Trentino furono sistemati in varie località della penisola. Tra questi anche circa 13.000 sloveni,<ref>Marta Verginella, [http://www.fupress.net/index.php/sdd/article/download/14072/13078 Profughe slovene tra Grande Guerra e ascesa del fascismo], p. 141</ref> residenti soprattutto nella zona di [[Caporetto]] e del Collio.<ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" p. 105</ref> Le autorità italiane effettuarono numerosi arresti tra gli sfollati, soprattutto tra il clero e gli insegnanti, considerati come possibili nemici dell'Italia<ref>Marta Verginella, [http://www.fupress.net/index.php/sdd/article/download/14072/13078 Profughe slovene tra Grande Guerra e ascesa del fascismo], pp. 138-141</ref><ref>Si veda anche: Giovanna Procacci, [http://www.unive.it/media/allegato/dep/Ricerche/3_Procacci.pdf L’internamento di civili in Italia durante la prima guerra mondiale]</ref> e avviarono all'internamento o al confino circa 4.000 persone, in gran parte in Sardegna.<ref>F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 83</ref>
|Stemma divisione amm grado 2 =
 
|Capoluogo =
Complessivamente durante la Grande Guerra furono dislocati nelle province continentali dell’[[Impero austro-ungarico]] quasi 230.000 civili provenienti dalle zone a ridosso del fronte italiano. Circa 70.000 erano italiani del Trentino, 85.000 erano italiani dell'Isontino e dell'Istria, 65.000 erano sloveni dell'Isontino e del Carso, e 10.000 erano croati dell'Istria. Diverse decine di migliaia di questi furono collocate - per periodi di tempo che potevano andare da pochi mesi fino all'intera durata della guerra - in campi come quelli di Wagna, Pottendorf, Steinklamm, Bruck a.d. Leitha ecc., dove molti di loro, soprattutto vecchi e bambini, trovarono la morte a causa delle proibitive condizioni di vita.<ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" pp. 104-08</ref> I dati ricavati dai registri dei profughi che ricevevano l'assistenza statale fotografano la seguente situazione al 1 gennaio 1918:<ref>F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria", scheda a pag. 104</ref>
|Amministratore locale = Jan Slepička
* Campo di Mitterndorf: 9.170 profughi, di cui 8.899 italiani.
|Partito =
* Campo di Pottendorf: 4.382 profughi, di cui 4.382 italiani.
|Data elezione =
* Campo di Bruck an der Leitha: 4834 profughi, di cui 4.827 sloveni.
|Lingue ufficiali =
* Campo di Steinklamm: 4.377 profughi, di cui 1.108 sloveni e 3.238 croati.
|Data istituzione =
* Campo di Mistelbach: 900 profughi, di cui 900 italiani.
|Data soppressione =
* Campo di Braunau: 5.697 profughi, di cui 5.686 italiani.
|Latitudine decimale =
* Campo di Wagna: 11.574 profughi, di cui 10.700 italiani e 850 sloveni.
|Longitudine decimale =
 
|Latitudine gradi = 49
Nel leggere questi dati, bisogna tener conto che nel gennaio 1918 molti profughi avevano già abbandonato i campi per tornare ai loro paesi oppure avevano trovato sistemazione nelle località prossime ai campi. In particolare, il campo di Wagna raggiunse due picchi di popolazione, rispettivamente nell'autunno del 1915 (quando al suo interno si trovavano 21.000 profughi italiani provenienti dall'istria e dall'isontino) e nell' autunno del 1916, quando al suo interno si trovavano poco più di 18.000 profughi, di cui circa 17.000 italiani (provenienti dall'Istria e dall'Isontino) e 1.600 sloveni (provenienti da Gorizia).<ref>P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria" p. 123</ref><ref>P. Malni "Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-18" p. 58</ref>
|Latitudine minuti = 47
Va infine ricordato che furono complessivamente circa mezzo milione i profughi e gli sfollati (italiani, sloveni, croati, rumeni, ucraini, polacchi, ecc.) all'interno dell'Impero austroungarico.<ref>F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria", scheda a pag. 104</ref>
|Latitudine secondi = 22
 
|Latitudine NS = N
== Il campo ==
|Longitudine gradi = 13
[[File:Baracca.jpg|thumb|upright=1.4|Una baracca del campo di Wagna]]
|Longitudine minuti = 11
 
|Longitudine secondi = 41
Nell'estate del 1914, sia a causa delle disposizioni per l'evacuazione coatta delle zone militarmente strategiche, sia a causa delle fughe spontanee dalle zone interessate ai combattimenti, la sola parte austriaca dell'Impero si trovò a dover gestire oltre mezzo milione di profughi. Il 15 settembre il Ministero dell'Interno emanò una serie di disposizioni riguardanti il trasporto e il ricovero dei profughi dalla Galizia e dalla Bucovina. Tali disposizioni prevedevano la costruzione di campi "ad un'adeguata distanza dai centri abitati" in cui collocare i profughi privi di mezzi di sostentamento, nella evidente volontà di isolarli dalla popolazione locale, sia per motivi di carattere sanitario e di ordine pubblico, sia per attutire l'impatto che la loro presenza avrebbe potuto avere sul morale delle comunità che li ospitavano.<ref>P. Malni "Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-18". Edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese, 1998, pp. 12-14</ref>
|Longitudine EW = E
 
|Altitudine =
Il campo di Wagna fu progettato e costruito nell'ottobre/novembre 1914 per ospitare 10.000 profughi polacchi provenienti dalla Galizia. Inizialmente il campo contava 25 baracche, in grado di alloggiare 400 persone ciascuna. Comprendeva anche 7 cucine e alcuni edifici di servizio (scuole, ospedali, gendarmeria, amministrazione). In dicembre fu deciso di raddoppiare la capienza di Wagna. Nella primavera del 1915 il campo aveva raggiunto le dimensioni di una vera e propria cittadina, con una chiesa, un bazar, e baracche più piccole e curate per sacerdoti, maestri e impiegati. Anche nell'organizzazione degli spazi, il campo rispondeva quindi a una organizzazione sociale di tipo gerarchico, che unita alla rigida sorveglianza degli ingressi e alla stretta disciplina che regolava le entrate e le uscite dei profughi, lo rendeva una sorta di microsocietà avulsa dal territorio circostante.<ref>P. Malni "Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-18". Edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese, 1998, pp. 14-15</ref>
|Superficie = 8.46
 
|Note superficie = {{cita web|url=http://www.czso.cz/csu/2011edicniplan.nsf/engt/60003B18C8/$File/32101111t2513.xls|lingua={{lingue|cs|en}}|formato=xls|titolo=Dati forniti dall'Istituto Statistico Ceco|accesso=22 aprile 2012}}
I primi profughi dal Litorale giunsero al campo di Wagna, che istanto si era svuotato in seguito alla controffensiva austro-tedesca sul fronte orientale, verso la fine del maggio 1915.
|Abitanti = 82
 
|Note abitanti = {{cita web|url=http://www.czso.cz/csu/2011edicniplan.nsf/engt/760029E11D/$File/13011103.pdf|lingua={{lingue|cs|en}}|formato=pdf|titolo=Dati forniti dall'Istituto Statistico Ceco|accesso=22 aprile 2012}}
Il campo era dotato di case, baracche, un ospedale e due scuole (nel 1917 venne aperta una terza scuola con lingua di insegnamento slovena).<ref>http://www.grandeguerra.ccm.it/scheda_archivio.php?goto_id=1180</ref> Quasi tremila persone, soprattutto vecchi e bambini, perirono a Wagna per le condizioni igienico-sanitarie, tanto che fu costruito un cimitero a loro dedicato.
|Aggiornamento abitanti = 1º gennaio 2011
 
|Sottodivisioni =
{{Citazione|Carenze nutrizionali, precarie condizioni igieniche e sanitarie e non ultimo il clima rigido degli inverni stiriani furono le principali ragioni che fecero lievitare la mortalità nel campo profughi. I primi mesi di permanenza a Wagna dei fuggiaschi del Litorale furono funestati da gravi epidemie: difterite, tifo, scarlattina e soprattutto il morbillo provocarono, da ottobre a febbraio, 516 morti, in prevalenza bambini. Probabilmente la tesi dei medici del campo, secondo cui le malattie infettive sarebbero state importate a Wagna dai profughi provenienti dall’Ungheria, è corretta ma ciò non toglie che il sovraffolamento e la promiscuità nelle baracche abbiano giocato un ruolo decisivo nel determinare il dilagare di queste epidemie. A stento e con drastiche misure, intere baracche venivano isolate per settimane impedendo agli abitanti di uscire mentre gli ospedali per infettivi erano sorvegliati da sentinelle armate; i medici del campo riuscirono a fermare il contagio, non prima però che la popolazione infantile fosse decimata. Mortalità a Wagna (1915 - 1918): Ottobre 1915 - Settembre 1916, 18.187 profughi e 1.946 morti; Ottobre 1916 - Settembre 1917, 16.268 profughi e 627 morti; Ottobre 1917 – Settembre 1918, 8.662 profughi e 286 morti.<ref>Egeo Petean, [http://www.comune.foglianoredipuglia.go.it/portale/export/sites/foglianoredipuglia/allegati/archivio_file/Tutto_and_perduto.pdf TUTTO ANDO’ PERDUTO Cronache di Guerra, esodi, e internamenti nella storia di Fogliano Redipuglia 1914-1918], ed. Comune di Fogliano Redipuglia, 2003, [http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/scheda.jsp?bid=IT\ICCU\TSA\0672470 OPAC]</ref>}}
|Sottosottodivisioni =
 
|Divisioni confinanti =
Il 4 ottobre del 1917, in seguito ad un arresto ritenuto arbitrario, scoppiò una rivolta a cui presero parte soprattutto donne e ragazzi. La reazione delle guardie provocò la morte di un ragazzo istriano, colpito da un proiettile. In seguito a questi fatti, una delegazione parlamentare, di cui faceva parte anche [[De Gasperi]], visitò il campo per condurre un'inchiesta sulle condizioni di vita dei profughi. I risultati dell'inchiesta furono dibattuti alla Camera dei Deputati, e da allora i cancelli del campo vennero aperti, e gli internati poterono eleggere una propria commissione interna.<ref>http://www.grandeguerra.ccm.it/scheda_archivio.php?goto_id=1188</ref><ref>[http://books.google.it/books?id=JfiFPKxRA68C&pg=PA407&lpg=PA407&dq=campo+di+concentramento+di+wagna+1915&source=bl&ots=Jz9pfgBw2r&sig=-fZ81t3EU-Ci4_XP1JsXqtH0E80&hl=it&sa=X&ei=H1ryT4alJqPb0QGd3-n6Ag&ved=0CGEQ6AEwBw#v=onepage&q&f=false. Intervento di De Gasperi su Wagna]</ref>
|Lingue =
 
|Prefisso =
{{chiarire|Nel 1918 tutti gli italiani superstiti furono fatti sgomberare e vennero rimpatriati con treni speciali della [[Croce Rossa Italiana]].|Il rientro avvenne in più fasi e con varie modalità}}
|Codice ISO =
 
|Codice catastale =
Il Campo di Wagna fu riutilizzato (ed ingrandito) dai nazisti durante la [[seconda guerra mondiale]].
|Zona sismica =
|Gradi giorno =
|Diffusività =
|Nome abitanti =
|Patrono =
|Festivo =
|PIL =
|PIL procapite =
|PIL PPA =
|PIL procapite PPA =
|Immagine localizzazione =
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Incipit =
|Categoria =
}}
'''Újezd nade Mží''' è un [[Comuni della Repubblica Ceca|comune]] della [[Repubblica Ceca]] facente parte del [[distretto di Plzeň-sever]], nella [[regione di Plzeň]].
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
== Altri progetti ==
==Bibliografia==
{{interprogetto}}
* F. Cecotti ''“Un esilio che non ha pari”. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria''. Goriziana editoriale. Gorizia, 2001.
* M. Eichta ''Braunau – Katzenau – Mitterndorf 1915 – 1918. Il ricordo dei profughi e degli internati del Trentino''. Persico editoriale. Cremona, 1999 ISBN 88-87207-07-0
*P. Malni "Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-18". Edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese, 1998.
* C. Pavan ''Caporetto: storia, testimonianze, itinerari''. Volume 1 di "Grande guerra e popolazione civile". Editore CamilloPavan. Gorizia, 1997
 
== Collegamenti esterni ==
==Voci correlate==
* {{Collegamenti esterni}}
*[[Campo di internamento di Katzenau]]
 
{{Comuni del distretto di Plzeň-sever}}
{{Portale|Grande Guerra|Storia d'Italia|Venezia Giulia e Dalmazia}}
 
{{Portale|Repubblica Ceca}}
 
[[Categoria:ItaliaComuni nelladel primadistretto guerradi mondialePlzeň-sever|Ujezd nade Mzi]]
[[Categoria:Impero austro-ungarico nella prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Storia della Venezia Giulia]]