Isabella di Morra e Mazerolles (Vienne): differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{Bio
|Nome = IsabellaMazerolles
|Nome ufficiale =
|Cognome = di Morra
|SessoPanorama = F
|Didascalia =
|LuogoNascita = Favale
|Bandiera =
|GiornoMeseNascita =
|Stemma =
|AnnoNascita = 1520
|Voce stemma =
|LuogoMorte =
|Stato = FRA
|GiornoMeseMorte =
|Grado amministrativo = 5
|AnnoMorte = 1546
|Divisione amm grado 1 = Nuova Aquitania
|Attività = poetessa
|Divisione amm grado 2 = Vienne
|Epoca = 1500
|Divisione amm grado 3 = Montmorillon
|Nazionalità = italiana
|Divisione amm grado 4 = Lussac-les-Châteaux
|Amministratore locale =
|Partito =
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Latitudine decimale = 46.4
|Longitudine decimale = 0.683333
|Altitudine =
|Superficie = 21.12
|Abitanti = 820
|Note abitanti = [http://www.insee.fr/fr/ppp/bases-de-donnees/recensement/populations-legales/commune.asp?annee=2009&depcom=86153 INSEE popolazione legale totale 2009]
|Aggiornamento abitanti = 2009
|Divisioni confinanti =
|Prefisso =
|Codice catastale =
|Targa =
|Nome abitanti =
|Patrono =
|Festivo =
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
 
'''Mazerolles''' è un [[comuni della Francia|comune francese]] di 820 abitanti situato nel dipartimento della [[Vienne (dipartimento)|Vienne]] nella regione della [[Nuova Aquitania]].
Giovane [[donna]] che nella prima metà del [[XVI secolo]] illuminò il [[panorama]] [[letteratura|letterario]] Italiano, figura tra le poetesse [[Francesco Petrarca|petrarchiste]] del [[Rinascimento]]; all'età di 26 anni fu uccisa dai suoi stessi fratelli per via di una presunta relazione clandestina.
 
==Società==
Era la terza degli otto figli di [[Giovanni Michele di Morra]], barone di [[Favale]] (odierna [[Valsinni]]) , e di Luisa Brancaccio. Gli altri figli furono Marcantonio, Scipione, Decio, Cesare, Fabio, Porzia e Camillo. Fu costretto ad emigrare, nel [[1528]], assieme al secondogenito Scipione, a [[Parigi]], dopo la sconfitta delle truppe di [[Francesco I]] di cui era alleato e la vittoria di [[Carlo V]] per il possesso della penisola. Il possesso del feudo di [[Favale]], spettante ai di Morra fin dall' epoca [[Normanni|normanna]], fu alienato per alcuni anni, passando alla Corona di [[Spagna]]. Dopo varie trattattive legali, il feudo tornò ai di Morra, e fu affidato al primogenito Marcantonio.
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Mazerolles (Vienne)}}
 
== Note ==
A Favale rimase la moglie con sette degli otto figli, compresa la giovane Isabella che spesso invocò il padre nelle sue ''Rime'', considerandolo l'unico in grado di aiutarla nella sua situazione: i rapporti con i fratelli erano infatti aspri e continuarono ad incrinarsi fino alla tragedia. Il preciso anno di nascita di Isabella rimane ignoto; [[Benedetto Croce]] lo situa attorno al [[1520]], mentre il Caserta pensa sia nata qualche anno prima, ponendo il [[1515]] come data ''ante quem''.
<references/>
 
== Altri progetti ==
Isabella manteneva una relazione segreta con [[Diego Sandoval de Castro]], poeta a sua volta e barone di [[Bollita]], inviandogli messaggi e versi tramite il suo [[pedagogo]]. Scoperta la relazione i fratelli di Isabella uccisero la poetessa e il suo pedagogo nel [[1546]]. Poco più tardi ammazzarono in un agguato in bosco di [[Noepoli]] anche Diego Sandoval per poi fuggire in [[Francia]].
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
Di che natura fosse la relazione tra Diego Sandoval de Castro e Isabella, nella [[Basilicata]] remota e al di fuori delle maggiori correnti culturali del tempo, rimane ad oggi un mistero. Certo si sa che le lettere che don Diego spedì ad Isabella furono inviate a nome di sua moglie, Antonia Caracciolo. Gli storici hanno così supposto che Isabella e Antonia Caracciolo si conoscessero già prima dell' inizio dello scambio epistolare. Perdute invece restano le risposte di Isabella a Diego, poeta di qualche reputazione, che nel [[1542]] aveva pubblicato, a Napoli, un volume di rime [[petrarchismo|petrarchiste]]. Che si trattasse di una relazione sentimentale o di una semplice amicizia intellettuale in condizioni di duro isolamento, i fratelli ne furono informati già alla fine del [[1545]]. Decio, Cesare e Fabio decisero rapidamente di porre fine alla relazione uccidendo prima la sorella e poi il nobile spagnolo. Alcune fonti [[anglosassoni]] ipotizzano che fu picchiata a morte, mentre altre fonti italiane indicano che fu [[pugnale|pugnalata]]. Don Diego, temendo che la [[vendetta]] si abbattesse su di lui, si munì invano di una [[Stato di necessità|scorta]]: i tre assassini, con l' aiuto di tre zii, gli tesero un agguato vicino al bosco di Noepoli e lo uccisero.
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Dipartimento Vienne}}
L' assassinio di don Diego de Sandoval provocò, all' epoca, reazioni di deplorazione molto più ampie che non l' uccisione di Isabella. Nel [[codice d'onore]] del [[XVI secolo]], era infatti ammissibile lavare col sangue il disonore arrecato alla famiglia da uno dei suoi membri, specie se donna. Ciò che non era ammissibile era il coinvolgimento di persone terze nella risoluzione di un contenzioso mediante [[duello]] e l' uccisione, a tradimento, di un superiore in [[rango]]. Per questi motivi, i tre fratelli furono costretti a fuggire in [[Francia]], dove raggiunsero Scipione e il padre. Fonti coeve sostengono che il padre, Giovanni Michele, fosse deceduto prima di Isabella, ma Benedetto Croce ha dimostrato come ciò non fosse vero. Di Fabio non si hanno notizie certe dopo il suo arrivo in Francia; Decio si fece [[prete]] e Cesare sposò una nobildonna francese. Marcantonio non risulta essere tra gli ideatori del delitto; ciononostante, fu imprigionato per alcuni mesi e in seguito rilasciato. Camillo, l'ultimogenito, fu invece completamente assolto dall' accusa di complicità nel delitto.
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Francia}}
 
[[Categoria:Comuni della Vienne|Mazerolles]]
Isabella trascorse la maggior parte della sua breve esistenza nel [[Castello di Valsinni]], in [[Basilicata]], dove eventi in commemorazione della sua vita e lavoro si svolgono durante tutto l'anno. Il [[castello di Valsinni]], che fu sua dimora, risale all'incirca all'[[anno 1000]]; leggende locali vogliono il fantasma della poetessa infestare silenziosamente il sito.
 
L'interesse attorno alla figura e all' opera di Isabella di Morra si è accresciuto nel corso dei quattro secoli e mezzo che ci separano dalla sua morte, nonostante il ''corpus'' (soltanto tredici [[poesia|poesie]]) estremamente esiguo a noi pervenutoci. Se fino al [[XIX secolo]] i meriti della sua opera poetica furono sufficienti a tramandarne la fama, per parte dell' [[XIX secolo|Ottocento]] e per tutto il [[XX secolo|Novecento]], la sua tragica biografia ha in larga parte oscurato la comprensione e il pieno apprezzamento dei suoi testi. Molte sono state, infatti, le letture della sua opera in chiave meramente [[femminismo|femminista]],specie in ambito [[Stati Uniti d'America|americano]] senza che tenessero in sufficiente considerazione il retroterra [[cultura|culturale]] e [[storia|storico]] dell' epoca.
E' generalmente assodato che i tredici testi giunti fino a noi fossero stati scoperti dagli ufficiali del [[Viceré]], durante l'indagine che seguì l' uccisione di Don Diego de Sandoval, quando il [[Castello di Valsinni]] fu perquisito. Pochissimi anni dopo la morte di Isabella, qualche sua poesia apparve nel terzo libro di [[Ludovico Dolce]], che raccoglieva le ''Rime di diversi illustri signori napoletani'' ([[Venezia]], Giolito, [[1552]]), e fu positivamente accolta dall' ambiente [[letteratura|letterario]] [[Italia|italiano]]. Non ci furono notizie ufficiali inerenti alla sua vita fino a che Marcantonio (figlio del fratello minore Camillo), non pubblicò una storia della famiglia, nel [[1629]].
Nei due secoli passati, la tragica esistenza di Isabella colpì a tal punto l'immaginazione dei critici tanto da oscurarne e travisarne la [[poetica]], in parte a causa della natura strettamente personale e intima dei suoi versi, che ha incoraggiato l'indagine della sua [[arte]] in relazione con gli eventi della sua vita. La [[poetica]] di Isabella fu incoraggiata dalla corrente, in voga al tempo, del [[petrarchismo|Petrarchismo]], ma i suoi versi dispiegano, un' originalità inusitata ai poeti petrarchisti, e altre influenze includono Dante e i classici della [[letteratura italiana]]. Qualche critico cita Isabella come precorritrice delle tematiche esistenziali care a [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], incluse la descrizione del ''natio borgo selvaggio'' e dell' invettiva alla ''crudel fortuna''.
 
 
==Bibliografia==
 
* Domenico Bronzini, ''Isabella di Morra, con l'edizione del Canzoniere''. Matera, Figli Montemurro, 1975.
 
* Giovanni Caserta, ''Isabella di Morra e la società meridionale del Cinquecento''. Roma-Matera, Edizioni Meta, 1976.
 
* Natalia Costa-Zelassow, '''Isabella di Morra''', in ''Scrittrici italiane dal XIII al XX secolo''. Ravenna, Longo Editore, 1982.
 
* Benedetto Croce, ''Isabella di Morra e Diego Sandoval de Castro'' , Palermo, Sellerio, 1983. (Originariamente in: ''Vite di avventure e di fede e di passione''. Bari, Laterza, 1936).
 
* André Pieyre de Mandiargues, ''Isabella Morra. Dramma in due atti''. Note a cura di Gina Labriola. Venosa, Osanna, 1990.
 
* Adele Cambria, ''Isabella. la triste storia di Isabella Morra''. Venosa, Osanna, 1997.
 
* Maria Antonietta Grignani, ''Introduzione'' alle ''Rime'' di Isabella di Morra. Roma, Salerno Editrice, 2000, pp. 11-42.
 
* Neria De Giovanni, ''Isabella di Morra e la poesia del Rinascimento europeo''. Alghero, Nemapress, 2001.
 
* Maria Antonietta Elia, ''I sonetti di Isabella di Morra''. Bari, Adda, 2005.
 
* Rossella Grenci, ''Isabella di Morra. Poesie parallele''. Modena, Mucchi, 2006.
 
 
==Collegamenti esterni==
 
[[http://www.basilicata.cc/artistilucani/morra/ Sito contenente cenni biografici e i sonetti della poetessa lucana]]