Chiesa di Santa Maria di Castello (Genova) e Jaguar X-Type: differenze tra le pagine

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{{Auto
{{Edificio religioso
|nome=Jaguar X-Type
|DedicatoA = [[Maria (madre di Gesù)|Maria]]
|immagine=Jaguar X-Type front.jpg
|NomeEdificio= Chiesa di Santa Maria di Castello
|didascalia=
|Immagine=Genova-chiesa di santa maria di castello-facciata2.jpg
|bandiera=GBR
|Didascalia= Facciata
|costruttore=Jaguar
|Larghezza =
|tipo=Berlina
|Città= {{simbolo|Genova-Stemma.png}}[[Genova]]
|inizio_produzione=2001
|SiglaStato = ITA
|antenata=
|Regione= {{IT-LIG}}
|fine_produzione=2009
|Religione= [[Chiesa cattolica|Cristiana Cattolica]] di [[rito romano]]
|erede=Jaguar XE
|AnnoConsacr= 1237
|esemplari=
|StileArchitett= [[architettura romanica|romanico]]
|stelleEU=4
|InizioCostr= [[XIII secolo]]
|stelleEUanno=2002<ref name="euroncap">{{Cita web |url=http://www.euroncap.com/it/results/jaguar/x-type/15571 |titolo=Test Euro NCAP del 2002 |accesso=5 marzo 2017}}</ref>
|FineCostr=
<!-- Sezione dimensioni e pesi -->
| stelleUSA = 4
| stelleUSAanno = 2004<ref name="nhtsa">{{Cita web |url=https://www.nhtsa.gov/vehicle/2003/JAGUAR/X-TYPE/4%252520DR#safety-ratings-frontal|titolo=Test NHTSA del 2002|accesso=5 marzo 2017}}</ref>
|lunghezza=4670
|larghezza=1790
|altezza=1390
|passo=2710
|peso=da 1502 a 1605
<!-- Sezione altro -->
|altre_versioni=[[Familiare|Wagon]]
|assemblaggio=[[Halewood]]
|progetto=
|design=Ian Callum
|design2=[[Pininfarina]] (Wagon)
|altre_antenate=
|altre_eredi=
|famiglia=[[Ford Mondeo]]
|concorrenti=[[Alfa Romeo 159]]<br />[[Audi A4]]<br />[[BMW Serie 3]]<br />[[Lexus IS]]<br />[[Mercedes-Benz Classe C]]
|note=
|immagine2=Jaguar X-Type rear 20071217.jpg
|didascalia2=
}}
La '''Jaguar X-Type''' è una [[automobile|vettura]] [[berlina]] prodotta dalla [[casa automobilistica]] [[Regno Unito|britannica]] [[Jaguar]] a partire dal [[2001]]. La produzione è terminata il 16 dicembre [[2009]]; il fatto ha creato anche un esubero di personale nella fabbrica di [[Halewood]] dove veniva assemblata<ref>{{Cita web |url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/england/merseyside/8151485.stm |titolo=Jaguar announces 300 job losses |data=15 luglio 2009 |accesso=5 marzo 2017}}</ref>.
La '''chiesa di Santa Maria di Castello''' è un edificio religioso [[Chiesa cattolica|cattolico]] del [[centro storico di Genova]], situato lungo la salita omonima, nel quartiere del [[Molo (Genova)|Molo]]. La sua comunità [[parrocchia]]le fa parte del [[vicariato]] "Centro Est" dell'[[arcidiocesi di Genova]].
 
== Storia e contesto ==
Situata sulla collina di Castello, il primo luogo abitato di Genova nell'antichità, la chiesa di Santa Maria di Castello è uno dei più antichi luoghi di [[culto]] [[cristianesimo|cristiano]] di [[Genova]] ed una delle più integre e suggestive architetture romaniche della città.<ref name="sagep">F. Caraceni Poleggi, Genova - Guida Sagep, 1984.</ref>
 
La produzione della X-Type iniziava nel febbraio [[2001]]. Era il terzo modello Jaguar prodotto sotto la proprietà della [[Ford]], e il secondo ad aver utilizzato una piattaforma accorciata di un modello Ford, quella della [[Ford Mondeo|Mondeo (seconda serie)]], con la quale, però, condivideva non più del 18% della componentistica, grazie alle modifiche apportate dai tecnici Jaguar.
== Storia ==
=== Le origini ===
Secondo la tradizione un primo luogo di culto mariano in questo luogo sarebbe stato costruito per volere del re [[Longobardi|longobardo]] [[Ariperto I|Ariperto]] nel 658, ma le prime notizie documentate risalgono all'[[XI secolo]].<ref name="parrocchia">[http://www.santamariadicastello.it/ Sito della parrocchia di S. Maria di Castello]</ref><ref name= "TCI">Touring Club Italiano, Guida d'Italia - Liguria, 2009</ref>
 
Inizialmente la vettura era proposta con la sola [[trazione integrale]], in seguito veniva aggiunta la versione a [[trazione anteriore]].
La chiesa sorgeva a poca distanza dal castello fortificato del vescovo, costruito fra il [[IX secolo|IX]] e il [[X secolo]] sulla sommità del colle, sul sito già occupato da fortificazioni preromane, romane e bizantine. La presenza del castello vescovile, nei pressi del quale intorno all'[[XI secolo]] si era insediata anche la potente famiglia feudale degli [[Embriaci]], fece di quest'area, al riparo dalle scorrerie dei [[saraceni]] grazie alla sua posizione arroccata, la sede del potere politico e religioso cittadino.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="Ricchetti">Mauro Ricchetti, "Liguria sconosciuta - itinerari insoliti e curiosi", Rizzoli, Milano, 2002, ISBN 88-7423-008-7</ref>
 
== Profilo e tecnica ==
La chiesa attuale fu costruita nella prima metà del [[XII secolo]] da maestranze antelamiche<ref>I [[Magistri Antelami]], provenienti dalla [[val d'Intelvi]], giunsero a Genova intorno alla fine dell'[[XI secolo]]; furono una potente corporazione di costruttori, i primi a realizzare in città importanti monumenti in stile romanico, tra cui la [[porta cittadina|porta]] Soprana e quella di S. Fede delle [[Mura di Genova|mura cittadine]] e la [[Commenda di San Giovanni di Prè]].</ref> sui resti di quella più antica, della quale nella cappella del battistero si conservano alcune sculture.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="diocesi">[http://www.genova.chiesacattolica.it/home_page/itinerari/00363229_Genova_citta_di_Maria.html La chiesa di S. Maria di Castello] sul sito dell'[[arcidiocesi di Genova]]</ref>
[[File:Washauto06 jaguar x type.jpg|sinistra|miniatura|Frontale di una X-Type 3.0 V6 Sport del 2006; notare la statuina del giaguaro presente sul [[cofano]] motore]]
Il cambio era di tipo meccanico a 5 rapporti e il [[bagagliaio]] ospitava fino 452 dm³, mentre la capacità del serbatoio di carburante era di 61 litri.
La X-Type all'inizio veniva prodotta con due motori [[Motore V6|6 cilindri a V]] di 60°: il 2.5 V6 con tre allestimenti Classic (senza nome fino a giugno 2003), Executive, Sport (fino all'agosto 2005) e il 3.0 V6 con due allestimenti (Executive e Sport).
 
Le potenze dei due propulsori erano rispettivamente:
La nuova chiesa aveva tre [[navata|navate]] con copertura a [[capriata|capriate]] lignee, [[transetto]] e tre [[abside|absidi]]. Per la costruzione furono impiegati materiali di recupero come [[colonna|colonne]] in [[granito]] e [[capitelli]] [[Ordine corinzio|corinzi]] di epoca romana, risalenti al [[III secolo]], sapientemente integrati nel nuovo edificio dai maestri antelami.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="diocesi"/>
* 2.5 litri V6, 196&nbsp;CV a 6800 giri/min e coppia di 241 [[N·m|Nm]], velocità massima 225&nbsp;km/h, accelerazione 0–100&nbsp;km/h in 8,3 secondi;
* 3.0 litri V6. 231&nbsp;CV a 6800 giri/min e coppia di 279 Nm, velocità massima 235&nbsp;km/h, accelerazione 0–100&nbsp;km/h in 7 secondi.
 
Era il modello base della gamma Jaguar, e collezionava diversi primati nella storia del marchio. È stata la prima Jaguar della categoria berline di [[segmento D]], è stata il primo modello Jaguar ad avere di serie la trazione integrale e in seguito la prima vettura della casa inglese ad avere la trazione anteriore, nonché il primo modello ad avere una motorizzazione diesel e la versione [[Familiare|station wagon]].
La chiesa, [[consacrazione|consacrata]] nel 1237 da Geroldo di Losanna, [[Patriarcato di Gerusalemme dei Latini|Patriarca di Gerusalemme]], era già [[collegiata]] in epoca precedente alla ricostruzione e tale rimase fino al 1441, quando con una [[bolla pontificia|bolla]] del [[papa Eugenio IV]] fu assegnata ai [[Ordine dei Frati Predicatori|Domenicani]], che ancora oggi la officiano.<ref name="diocesi"/><ref name= cevasco>G.B. Cevasco, in "Descrizione di Genova e del Genovesato", Tipografia Ferrando, Genova, 1846</ref> I frati ne presero possesso solo il 13 novembre 1442, poiché per oltre un anno i [[canonico|canonici]], sostenuti dall'[[arcivescovo]] [[Giacomo Imperiale]], si opposero all'arrivo dei Domenicani, ai quali erano state assegnate tutte le proprietà e le rendite della chiesa.<ref name="parrocchia"/>
[[File:Jaguar XKR - Flickr - The Car Spy (7).jpg|miniatura|Motore V6 Jaguar da 2.0 litri]]
 
=== La versione a trazione anteriore ===
Dopo l'arrivo dei Domenicani, nella seconda metà del [[XV secolo|Quattrocento]] il complesso fu ampliato e divenne un importante polo culturale: acquistando proprietà adiacenti alla chiesa fu costruito il convento e realizzati i tre [[chiostro|chiostri]] e la [[sacrestia]]. A questo periodo risale la costruzione del primo chiostro (1453 -1462) con gli affreschi nella volta del loggiato e nelle pareti, di cui resta la celebre [[Annunciazione]] di [[Giusto d'Alemagna]] (1451). Inoltre i Domenicani trasformarono il tetto della chiesa, a [[Capriata|capriate]] di legno, in una [[Volta a crociera|volta a crociere]] in muratura. Tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVII secolo]] numerose famiglie patrizie fecero costruire lungo le navate laterali le loro cappelle gentilizie, arricchite da opere d'arte dei maggiori artisti dell'area genovese.<ref name="sagep"/><ref name="TCI"/><ref name="diocesi"/>[[File:Loggiato Superiore.jpg|thumb|Loggiato Superiore]]
Nel dicembre [[2001]] iniziava la commercializzazione della ''X-Type 2 litri V6'', il primo modello a trazione anteriore prodotto dalla casa del giaguaro.
 
Per contenere il prezzo si era, infatti, deciso di rinunciare alla trazione integrale. Questo modello usciva di produzione nell'agosto [[2005]]. Due gli allestimenti: Classic (senza nome fino a giugno 2003) ed Executive. La vettura si presentava più leggera di 100&nbsp;kg rispetto alle altre versioni per via dell'assenza della trazione integrale; il motore aveva una cilindrata effettiva di circa 2.1 litri ed era derivato dal 2.5, anch'esso V6.
Nel [[XVI secolo]] furono modificate le [[abside|absidi]] e costruita la [[cupola]], ma dalla seconda metà del [[XVII secolo]] il complesso visse un periodo di declino e i Domenicani furono costretti ad affittare alcuni locali del convento. La chiesa subì gravi danni per il [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale francese del 1684]].<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
 
Erogava 156&nbsp;CV a 6800 giri/min, mentre la coppia massima si attestava a 196 Nm. Così equipaggiata la X-Type raggiungeva una velocità massima di 210&nbsp;km/h, accelerando da 0 a 100&nbsp;km/h in 9,4 secondi. Nel complesso si dimostrava un'auto versatile e di economica gestione. L'adozione di un propulsore di tipo V6 favoriva la fluidità dell'accelerazione, mantenendo i consumi relativamente contenuti.
Nel 1801, quando i resti del [[papa Pio VI]], morto prigioniero in Francia nel 1799, vennero traslati a Roma, il feretro sostò nella chiesa di S. Maria di Castello, dove si tenne una solenne funzione.<ref>Giovanni Battista Semeria, Storia ecclesiastica di Genova e della Liguria dai tempi apostolici sino all'anno 1838, Tipografia Canfari, Torino, 1838</ref> Il convento fu risparmiato dalle leggi di soppressione del 1797, ma nella prima metà del [[XIX secolo]] si trovava in stato di degrado. Parzialmente espropriato dallo Stato nel 1859 a seguito della legge [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] del 1855, parte del convento nel 1870 fu trasformata in appartamenti, sopraelevando anche i loggiati dei chiostri.<ref name="parrocchia"/>
 
=== La versione diesel ===
Nello stesso periodo fu affidato all'architetto [[Maurizio Dufour]] l'incarico di restaurare l'interno della chiesa, mettendo in luce le parti medioevali, coperte nel tempo da uno spesso strato di [[intonaco]]. Lo stesso Dufour realizzò l'affresco nella volta del coro, raffigurante "Dio Padre in gloria".<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/maurizio-dufour_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia e opere di Maurizio Dufour] sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref>
Nel giugno [[2003]] veniva commercializzata la ''X-Type 2.0D'', la prima Jaguar motorizzata con motore diesel.
[[File:Jaguar XKR - Flickr - The Car Spy (5).jpg|sinistra|miniatura|Interni di una X-Type]]
La trazione era anteriore con tre allestimenti: Classic, Executive (fino all'agosto 2005) e Sport (fino all'agosto 2005). Il motore era il ''[[Motore Ford Duratorq|DuraTorq]] TDCi'' di derivazione Ford da 2 litri con 4 cilindri in linea sovralimentato tramite [[turbocompressore]] e [[intercooler]], in grado di offrire gli stessi livelli di raffinatezza e di guidabilità di un motore a benzina. Sviluppava una potenza massima di 131&nbsp;CV (96&nbsp;kW), con una coppia estremamente elastica di 330&nbsp;Nm con la possibilità portare la coppia a fino a 350&nbsp;Nm per qualche secondo nel caso in cui vi fosse la necessità di avere più potenza, come per esempio nei sorpassi; la velocità massima era di 201&nbsp;km/h e passava da 0 a 100&nbsp;km/h in 9,9 secondi. I consumi medi erano pari a 5.6 litri/100&nbsp;km, con un'autonomia potenziale di più di 1.000&nbsp;km con un pieno di carburante.
 
Il motore ''X404'' specificatamente utilizzato nella X-TYPE 2.0 era dotato di nuovi e sofisticati [[software]], fra i quali un innovativo sistema per la rilevazione e la riduzione della rumorosità della combustione. Il ''CNS'' (''Combustion Noise Sensor'') "ascolta" ogni fase di ogni [[Cilindro (meccanica)|cilindro]]; mediante regolazioni fini ogni 0,3 millisecondi dell'[[Iniezione (motore)|iniezione]] pilota e di quella principale, in modo tale che rendeva il [[Motore Diesel|motore diesel]] ''Jaguar X404'' silenzioso ed all'altezza degli standard di regolarità e sensibilità dei motori a benzina.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2004/c/motori/marzo04/provajaguarx/provajaguarx.html|titolo=Repubblica.it / Automobile: Jaguar X-Type Wagon Confort, stile e sicurezza|sito=www.repubblica.it|accesso=2017-03-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.carpages.co.uk/jaguar/jaguar_the_new_x_type_diesel_part_6_15_06_03.asp|titolo=The New Jaguar X-TYPE 2.0D {{!}} Part Six|sito=www.carpages.co.uk|lingua=en|accesso=2017-03-05}}</ref> Inoltre il sistema aveva una funzione ad "apprendimento", la cui efficacia aumentava durante il suo funzionamento. In virtù di tale tecnologia l'X404 imparava a diventare più silenzioso, ottimizzandosi dopo circa 800&nbsp;km di guida.
La chiesa fu colpita da bombardamenti aerei durante la [[seconda guerra mondiale]], una prima volta nel 1942, quando le macerie di un vicino edificio rovinarono sulla navata sinistra, ed ancora nel 1944, con danni alla copertura causati da spostamenti d'aria dovuti alle bombe cadute sul [[porto di Genova|porto]]. I restauri vennero eseguiti nel [[secondo dopoguerra|dopoguerra]] sotto la direzione degli ingegneri [[Cesare Fera (1922-1995)|Cesare Fera]] e [[Luciano Grossi Bianchi]], riportando alla luce, con il recupero dei finestroni medioevali, anche l'originaria architettura romanica della [[facciata]], in parte alterata dalle ristrutturazioni del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]].<ref>[http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1358430213777_C._Ceschi_p_75.pdf C. Ceschi, Restauro di edifici danneggiati dalla guerra –Liguria], su “Bollettino d'Arte”, anno 1953 - fascicolo I, Ministero per i Beni e le Attività Culturali</ref>
L'intero complesso è stato nuovamente oggetto di restauro nei primi [[anni 2000|anni duemila]], quando venne risistemato ed ampliato anche l'annesso [[museo]].<ref name="sagep"/><ref name="TCI"/>
 
Un'altra delle caratteristiche dell'X404 era la riduzione al minimo della manutenzione, grazie all'impiego di componenti di lunga durata e di materiali all'avanguardia che permettevano di portare gli intervalli programmati a 20.000&nbsp;km o 12 mesi.
Nel convento di Santa Maria di Castello ha vissuto per molti anni [[Enrico di Rovasenda]] (1906-2007), [[Presbitero|sacerdote]] domenicano e cancelliere della [[Pontificia accademia delle scienze]], che vi morì ultracentenario il 15 dicembre 2007.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/18/padre-di-rovasenda-ultimo-atto-di-fede.html "Padre di Rovasenda, ultimo atto di fede 'La città ha perso la sua stella cometa'"], articolo su [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] del 18 dicembre 2007</ref>
 
Nell'agosto del [[2005]] entrava in produzione la Jaguar ''X-Type 2.2D'' sempre nei tre classici allestimenti. Le novità meccaniche erano il cambio meccanico a 6 rapporti e il nuovo motore da 2.2 litri, sempre di derivazione Ford. Le potenza era di 155&nbsp;CV a 3500 giri/min, con 360&nbsp;Nm di coppia e prestazioni nella velocità massima di 220&nbsp;km/h con accelerazione nello 0–100&nbsp;km/h in 8,9 secondi.
Nel 2015 i domenicani hanno abbandonato il convento di Santa Maria di Castello e il complesso è stato affidato ai sacedoti della [[Società delle missioni africane]].<ref name="parrocchia"/>
 
== DescrizioneRestyling 2008 ==
[[File:Sky Tour 2010 stage 1 start.jpg|miniatura|Jaguar X-Type Wagon restyling in allestimento per il [[Team Sky]] al [[Tour de France 2010]]<ref>{{Cita news|lingua=|nome=Sky|cognome=Sport|autore=|url=http://sport.sky.it/altri-sport/fotogallery/2010/03/19/fotogallery_team_sky.html#17|titolo=Tutti i segreti hi-tech del Team Sky fotogallery|pubblicazione=|data=|accesso=2017-03-05}}</ref>]]
Il complesso, costituito da chiesa, convento e [[chiostri]], si presenta come un insieme complesso di volumi che si sviluppano lungo la salita che conduce verso la sommità del colle, antica sede del castello vescovile.<ref name="TCI"/><ref name="Ricchetti"/>
Nel [[2008]] la X-Type veniva commercializzata con un [[Restyling (auto)|restyling]] che comportava modifiche non solo dal punto di vista estetico ma anche di contenuti.
[[File:Genova-chiesa santa maria di castello-dipinto.jpg|thumb|left|Dipinto del XVII secolo in cui viene rappresentata la chiesa, dalla cui facciata pendono alcuni degli anelli delle [[catene di Porto Pisano]].]] La [[chiesa (architettura)|chiesa]], in [[Architettura romanica|stile romanico]], attraverso la [[Beneficio ecclesiastico#Il patronato|concessione]] delle [[Cappella|cappelle]] alle [[famiglie genovesi|grandi famiglie]] della nobiltà genovese ha incrementato durante i secoli il proprio corredo artistico, specie [[pittura|pittorico]] e [[scultura|scultoreo]], con opere dei più importanti artisti liguri che vanno dal [[XV secolo|Quattrocento]] al [[XVIII secolo|Settecento]].
 
Esteriormente si distingueva per un nuovo frontale, completamente rivisto, con una nuova [[Calandra (veicoli)|calandra]], [[paraurti]] ridisegnato così come l'alloggiamento dei fari [[fendinebbia]]. Veniva ridisegnato anche il posteriore della vettura con un nuovo paraurti, ritoccati anche i fari e la linea del bagagliaio con integrato un nuovo profilo cromato con la scritta “Jaguar”.
=== Esterno ===
L'ampio [[facciata|prospetto]] romanico, tripartito da due grandi [[lesena|lesene]] che individuano la navata principale, è coronato da archetti pensili; il [[portale]] principale, unico elemento decorativo della facciata, è realizzato con un [[architrave]] romano del [[III secolo]] decorato con elementi fitomorfi e [[Grifone (mitologia)|grifi]].<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="Ricchetti"/>
 
All'interno le novità riguardavano nuove finiture e materiali di qualità superiore con possibilità di personalizzazioni e combinazioni. Si ampliava anche la gamma di optional ed anche le tinte esterne ed interne. Complessivamente le modifiche estetiche e funzionali rispetto al modello precedente erano circa 500.
=== Interno ===
[[File:Genova-chiesa di santa maria di castello-interno navata.jpg|thumb|upright=1.4|L'interno]]
L'interno, ampio e luminoso, ha [[basilica|pianta basilicale]] [[Arte romanica|romanica]] a tre [[navata|navate]] con colonne e capitelli romani di reimpiego che sostengono gli archi romanici e un finto [[matroneo]] sopra gli archi. Il soffitto, in origine a capriate lignee, è formato da [[Volta a crociera|volte con crociere]] a costoloni, realizzate intorno al 1468. Lungo ciascuna delle navate laterali si aprono cinque cappelle: quelle di sinistra furono realizzate nella seconda metà del [[XV secolo]], mentre le cinque di destra risalgono al [[XVI secolo]]. Tra la fine del XVI e l'inizio del [[XVII secolo]] furono modificate le absidi laterali, mentre quella centrale venne ampliata per contenere un grande [[coro (architettura)|coro]].<ref name="parrocchia"/>
 
La gamma propulsori subiva variazioni con l'introduzione di una nuova versione del motore [[turbodiesel]] 2.2D associato ad una trasmissione automatica a sei rapporti dotata anche della funzione one-touch Jaguar Sequential Shift e la possibilità di installare il [[Filtro antiparticolato|filtro anti particolato]] con una riduzione di potenza di circa 10 CV.<ref>{{Cita news|lingua=it|nome=Redazione|cognome=Motorbox|url=http://www.motorbox.com/auto/auto-viste-e-provate/auto-primo-contatto/jaguar-x-type-2-2-diesel|titolo=Prova: Jaguar X-Type 2.2 Diesel|pubblicazione=MotorBox|accesso=2017-03-05}}</ref>
Al centro della [[controfacciata]] si trovava la statua in [[marmo]] di [[Domenico di Guzman|S. Domenico]], di [[Francesco Maria Schiaffino]] (attualmente all'interno del Teatro Carlo Felice); alla sinistra, [[affresco]] di [[Lorenzo Fasolo]] (fine del [[XV secolo]]), raffigurante la ''[[Madonna col Bambino]] e i santi Domenico e [[Pietro apostolo|Pietro martire]]'', proveniente dalla scomparsa [[Chiesa di San Domenico (Genova)|chiesa di S. Domenico]]. Alla destra del portale una [[nicchia]] contiene un [[crocifisso]] ligneo quattrocentesco. Sopra le porte laterali sono collocate due tele del [[Cremona|cremonese]] [[Francesco Boccaccino]] (1660-1750)<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-boccaccino/ Cenni biografici su Francesco Boccaccino], sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref> (''Il Crocifisso parla a san Pietro Martire'' e ''Miracolo di San Pietro'').<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
 
== La Wagon ==
Un recente restauro ha portato alla luce il portale interno originale romanico, al quale era stato sovrapposto il portale quattrocentesco d'accesso alla sacrestia, ricollocato ora sulla parete destra della chiesa.<ref name="parrocchia"/>
Nel dicembre 2003 esce la prima [[familiare]] Jaguar, la ''X-Type Wagon'', realizzata in collaborazione con la carrozzeria [[Pininfarina]].<ref>{{Cita web|url=http://www.pininfarina.it/media/files/comunicati_stampa/2003/news_comunicato_stampa_jaguar_05122003.pdf|titolo=Comunicato collaborazione Pininfarina Jaguar}}</ref> [[File:Washauto06 jaguar1.jpg|thumb|Vista posteriore della Wagon]]La gamma ricalca le versioni berlina. Il bagaglio ha una capienza che va da 445 litri a 1.415 litri con il divano posteriore abbattuto.
 
Le prestazioni per via del maggior peso di circa 60&nbsp;kg dovuta alla parte posteriore, sono leggermente inferiori rispetto alle corrispondenti versioni berlina:
==== Presbiterio ====
* 2.1 litri V6 207&nbsp;km/h 9,7 secondi;
Negli ultimi decenni del [[XVI secolo]] vennero ampliati il [[presbiterio]] e l'[[abside]] per adeguare la chiesa alle norme del [[Concilio di Trento|concilio tridentino]] ed inserirvi gli stalli lignei del [[coro (architettura)|coro]] e alcuni monumenti funebri.<ref name="parrocchia"/>
* 2.5 V6 222&nbsp;km/h 8,6 secondi;
L'[[altare maggiore]], rifatto dopo il bombardamento del 1684, è sormontato dal gruppo marmoreo dell'''[[Assunzione di Maria|Assunzione]]'' di [[Anton Domenico Parodi]]<ref>AA. VV. ''La scultura a Genova e in Liguria dal seicento al primo novecento.'' Volume II, Editore: Cassa di Risparmio, Genova (1988), p. 278.</ref>.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* 3.0 V6 232&nbsp;km/h 7,3 secondi;
Il pavimento dell'originaria zona presbiterale venne abbassato a livello del pavimento del transetto ed oggi vi è collocato il moderno altare [[Concilio Vaticano II|postconciliare]], realizzato nel 1985 su disegno di Cesare Fera.
* 2.0 D 198&nbsp;km/h 10,2 secondi;
* 2.2 D 215&nbsp;km/h 9,3 secondi.
===== Il ''Cristo moro'' =====
[[File:Crocifisso di s. maria di castello detto il cristo moro, 1250-1300 ca.jpg|thumb|Il ''Cristo moro'']]
Addossato ad un [[pilastro]] nei pressi del nuovo altare è collocato un [[crocifisso]] ligneo trecentesco, di autore ignoto, detto il ''Cristo moro'', molto venerato dai fedeli. Nei secoli il crocifisso subì vari rimaneggiamenti, con l'aggiunta di una folta barba e lunghi capelli, in origine del tutto assenti; un restauro eseguito negli [[anni 1970|anni settanta]] ha ripristinato lo stato originario. Tuttavia, poiché i fedeli erano ormai abituati all'immagine del Cristo con barba e capelli, ne fu realizzata una copia, esposta in una cappella della chiesa.<ref>[https://dearmissfletcher.wordpress.com/2012/03/16/santa-maria-di-castello-il-cristo-moro-e-gli-inganni-dellamore/ Storia del ''Cristo moro'' di S. Maria di Castello]</ref><ref>[http://www.academia.edu/6990877/Scultura_lignea_medievale_a_Genova_e_in_area_genovese._Appunti_per_un_bilancio_e_nuove_riflessioni Storia e descrizione artistica del ''Cristo moro'' di S. Maria di Castello], in ''Scultura lignea medievale a Genova e in area genovese'', di C. Di Fabio</ref>
 
==== Cappelle laterali ====
Lungo ciascuna delle navate laterali si trovano cinque [[cappella|cappelle]] riccamente decorate e con un pregevole corredo di opere d'arte. Quelle nella navata di sinistra hanno dimensioni maggiori di quelle di destra, la cui profondità è limitata dalla presenza del chiostro lungo la parete esterna ed hanno spazio sufficiente per contenere il solo altare. Oltre a queste, due cappelle chiudono sul fondo le navate facendo da corona all'altare maggiore. Gli altari vennero concessi in [[giuspatronato]] a note famiglie patrizie, che favorirono la realizzazione di opere d'arte di alta qualità.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
 
===== Cappelle di destra =====
* Prima cappella, dedicata a [[papa Pio V|san Pio V]], con dipinti settecenteschi di [[Alessandro Gherardini]] (''San Pio V e il Crocifisso'') e [[Giuseppe Palmieri (pittore)|Giuseppe Palmieri]] (''[[Maria Maddalena]]'').<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Seconda cappella: ''Martirio di [[San Biagio]]'', di [[Aurelio Lomi]] (1556-1622).<ref name="parrocchia"/>
* Terza cappella, dedicata a [[Antonino Pierozzi|sant'Antonino]]: nella volta affreschi cinquecenteschi raffiguranti ''Storie del re Davide'' e un rivestimento di "laggioni", le caratteristiche [[maiolica|maioliche]] dipinte di scuola genovese del [[XVI secolo]]. All'altare ''[[Madonna Odigitria]] con i santi [[Giovanni Battista]], Antonino e [[Nicola da Tolentino]]'' di [[Pier Francesco Sacchi]] (1526).<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Quarta cappella, dedicata a san [[Pietro da Verona]], con la [[pala d'altare|pala]] raffigurante il ''Martirio di San Pietro da Verona'' di [[Bernardo Castello]] (1597).<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Quinta cappella: ''[[Assunzione di Maria]]'' di [[Aurelio Lomi]] e, alla testata del transetto, il monumento funebre di Demetrio Canevari, patrizio genovese e celebre [[medico]] dell'epoca, di [[Tommaso Orsolino]] (1626).<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Sesta cappella: posta in capo alla navata destra, è dedicata a san [[Giacinto Odrovaz]] con un dipinto di Aurelio Lomi (''San Giacinto riceve da san Domenico l'abito dell'ordine'', affreschi sulla volta di Bernardo Castello (Padre Eterno ed episodi della vita di san Giacinto) e due monumenti funebri, opera di [[Battista Casella]].<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>.
 
===== Cappelle di sinistra =====
* Prima cappella, dedicata a santa [[Caterina da Siena]], dal 1874 ospita il [[fonte battesimale]], realizzato con un [[sarcofago]] romano di epoca tardo-imperiale. Vi si trovano un [[polittico]] attribuito a maestri lombardi del [[XV secolo]], il cui scomparto centrale raffigura le ''Nozze mistiche di Santa [[Caterina d'Alessandria]] e Santa Caterina da Siena'', e un tabernacolo per gli [[Unzione#Liturgia cristiana|oli santi]] dello stesso periodo. Nella volta affreschi con storie di santa Caterina.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Seconda cappella: dedicata a [[Vincenzo Ferreri|San Vincenzo Ferrer]], con la ''Guarigione di san Vincenzo'' di [[Giovan Battista Paggi]], del primo [[XVII secolo|Seicento]], ''San Vincenzo in estasi dinnanzi alla [[Sovrani d'Aragona|regina d'Aragona]]'' di [[Andrea Ansaldo]], ''Predica di san Vincenzo fanciullo'' di [[Luciano Borzone]].<ref name="parrocchia"/>
* Terza cappella: [[polittico]] di [[Giovanni Mazone]], raffigurante ''Annunciazione e santi'' (circa 1470) incastonato in una cornice gotica di legno indorato ed un dipinto di [[Domenico Piola]] raffigurante ''San [[Tommaso d'Aquino]] in adorazione del [[Santissimo Sacramento]]''.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Quarta cappella, dedicata al beato [[Sebastiano Maggi]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/sebastiano-maggi_%28Dizionario_Biografico%29/ Biografia di Sebastiano Maggi] sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref><ref>[http://books.google.it/books?id=8MFRAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false G. Brunati, Leggendario o vite di santi Bresciani, con note istorico-critiche, Lorenzo Gilberti Editore, Brescia,1834]</ref>, domenicano [[brescia]]no morto nel 1496 nel convento di Santa Maria di Castello, con una tela di [[Francesco Zignago]] (1750-1810) raffigurante l'arrivo di Sebastiano Maggi in Santa Maria di Castello, e quattro tavole dipinte su [[ardesia]] con scene [[Vangelo|evangeliche]], di [[Andrea Semino]] ([[XVI secolo]]).<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/>
* Quarta cappella, dedicata alla ''[[Madonna del Rosario]]'', con un gruppo ligneo attribuito a [[Pasquale Navone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pasquale-navone_%28Dizionario_Biografico%29/ Biografia di Pasquale Navone] sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref> (1746-1791), considerato il continuatore dell'opera del [[Anton Maria Maragliano|Maragliano]]. Alle pareti laterali due medaglioni affrescati di [[Giovanni Battista Carlone]] (''[[Presentazione al Tempio|Presentazione di Gesù al tempio]]'' e ''[[Ritrovamento di Gesù al Tempio|Disputa di Gesù con i dottori]]'') e quattro tele: a destra ''Sposalizio della Vergine'' di [[Domenico Piola]] e ''[[Natività della Beata Vergine Maria|Natività di Maria]]'' di artista genovese ignoto, a sinistra ''[[Fuga in Egitto]]'' e ''[[Presentazione della Beata Vergine Maria|Presentazione di Maria al tempio]]'', attribuiti a [[Luciano Borzone]]. Completano la decorazione stucchi ed affreschi [[XIX secolo|ottocenteschi]].
* Quinta cappella, posta nel transetto sinistro: all'altare, in marmi policromi, una tela del [[Giovanni Benedetto Castiglione|Grechetto]] raffigurante il ''[[miracolo]] di [[Soriano Calabro|Soriano]]''<ref>Il quadro raffigura un evento che sarebbe avvenuto nel 1530 nella località [[Calabria|calabrese]] di Soriano: la Madonna, s. Caterina d'Alessandria e s. Maria Maddalena consegnano ad un frate del locale convento, da poco fondato, l'effigie di san Domenico</ref> ed una di Francesco Boccaccino raffigurante il ''Miracolo dei pani''.<ref>Il dipinto si riferisce ad un prodigio compiuto da san Domenico nel convento di [[Bologna]] quando, trovandosi i frati senza pane, per invocazione del santo due angeli sarebbero entrati nel refettorio portando due ceste colme di pane appena sfornato {{cita web |url=http://www.potenzadellacroce.net/contenuti/san_domenico.html |titolo=Copia archiviata |accesso=1º giugno 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130616095948/http://www.potenzadellacroce.net/contenuti/san_domenico.html |dataarchivio=16 giugno 2013 }}</ref>
* Cappella del Crocifisso. Dalla cappella del transetto si accede alla grande cappella del Crocifisso, in cui è collocata la copia del ''Cristo moro'' nella versione [[barocco|barocca]]. Nella zona di accesso, affresco raffigurante la ''[[Maria Addolorata|Vergine addolorata]]'', di [[Gregorio De Ferrari]] e i monumenti funebri di due arcivescovi di Genova, appartenenti all'ordine domenicano: [[Giulio Vincenzo Gentile]] e [[Nicolò Maria De Franchi]], opera rispettivamente di [[Filippo Parodi]] e [[Pasquale Bocciardo]].
* Sesta cappella: posta in capo alla navata sinistra, è dedicata a santa [[Rosa da Lima]], con una pala di Domenico Piola raffigurante la santa che venera la Madonna col Bambino. Sotto la mensa dell'altare una statua giacente del beato [[Jacopo da Varazze]], arcivescovo di Genova nel [[XIII secolo]], i cui resti furono conservati qui per quasi un secolo.<ref>Dopo la chiusura della [[Chiesa di San Domenico (Genova)|chiesa di San Domenico]], nel centro di Genova, in cui era sepolto Jacopo da Varagine, i suoi resti furono trasferiti prima in Santa Maria di Castello ed infine nel 1974 collocati definitivamente nella [[Chiesa di San Domenico (Varazze)|chiesa di S. Domenico]] a [[Varazze]] [http://duquedegandia.blogspot.it/2006/01/dei-sepolcri-iv.html]</ref> Nella volta, affreschi seicenteschi raffiguranti il ''[[Battesimo di Cristo]] e santi domenicani'', rimaneggiati nell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Il rivestimento marmoreo (fine del [[XVI secolo]]) è opera di [[Taddeo Carlone]] in collaborazione con Battista Bagutti di [[Rovio]].
 
==== Organo a canne ====
Nella chiesa si trova un [[Organo (strumento musicale)|organo a canne]], costruito ditta organaria [[Mascioni]] di [[Cuvio]] (''opus 333'') dell'anno [[1915]]. Completamente a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione pneumatica]], ha due tastiere e pedaliera. Di seguito la sua disposizione fonica:
 
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Duodecima || 2.2/3'
|-
|XV || 2'
|-
|Cornett || combinato
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Ripieno || 4 file
|-
|Bordone || 8'
|-
|Gamba || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Cromorno || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Viola || 8'
|-
|Flauto || 8'
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Concerto violini || 3 file
|-
|Salicionale || 4'
|-
|Ottavina || 2'
|-
|Pienino || 1.1/3'
|-
|Oboe || 8'
|-
|Voci corali || 2 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Principale violone || 16'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Armonico || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Unioni e accoppiamenti'''
----
|-
|Unione || I-P
|-
|Unione || II-P
|-
|Unione || II-I
|-
|Ottava grave || II-I
|-
|Ottava acuta || II-I
|-
|Ottava || I
|-
|Ottava || P
|-
|}
|}
 
==== Sacrestia ====
Nella [[sacrestia]] (alla quale si accede dal [[transetto]] destro attraverso un piccolo atrio, già cappella [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], con un'[[acquasantiera]] di [[Giovanni Gagini]]), arredata con armadi settecenteschi in [[Juglans|noce]], è presente una pala del [[1738]] con ''[[San Sebastiano]]'', di [[Giuseppe Palmieri (pittore)|Giuseppe Palmieri]]. Pregevole il cosiddetto "portale maggiore", opera di matrice toscana dovuta a [[Leonardo Riccomanni]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/riccomanni/ Cenni biografici sulla famiglia di artisti Riccomanni], sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref> e allo stesso Gagini ([[1452]]); sopra, una [[lunetta]] [[gotica]] del [[XIV secolo]] con la ''[[Crocifissione]]''. Accanto al portale è collocato un gruppo settecentesco in legno policromo raffigurante la ''[[Madonna col Bambino]] e [[Bernardo di Chiaravalle|san Bernardo]]'', proveniente dallo scomparso [[Oratorio (architettura)|oratorio]] di Santa Maria, San Bernardo e santi Re Magi, che sorgeva poco distante dalla chiesa.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="segreti">[http://www.isegretideivicolidigenova.com/p/le-chiese-di-genova.html Il complesso di S. Maria di Castello su www.isegretideivicolidigenova.com]</ref>
 
Dalla sacrestia si passa all'atrio della Loggia dell'Annunciazione, con affreschi di [[Giacomo Serfolio]] nella [[volta (architettura)|volta]] (''San Pietro martire, il beato [[Raimondo da Capua|Raimondo]] e [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso]]''); sulla parete sinistra, ''Predicazione di S. Vincenzo Ferrer'', del [[XV secolo]] e una Madonna su [[ardesia]] del [[XVII secolo]]); a destra, disegno preparatorio dell'affresco di [[Carlo Braccesco]] che si trova nella biblioteca.<ref name="TCI"/>
 
=== Campanile ===
[[File:Campanile di S.M. di Castello.jpg|thumb|alt=Campanile di S.M. di Castello|Campanile]]
Il [[campanile]] della chiesa è quello originario romanico, pesantemente modificato nel corso dei secoli. Dell'originale restano alla sommità una serie di archetti pensili.<ref name="TCI"/><ref>[http://digilander.libero.it/egorstavros/S_MARIA_di_CASTELLO-campanile.htm Il campanile romanico di Santa Maria di Castello su digilander.libero.it]</ref>
 
=== Convento e chiostri ===
Il convento adiacente alla chiesa si sviluppa intorno a tre [[chiostro|chiostri]]. Il primo e il secondo chiostro vennero sopraelevati nell'Ottocento per costruirvi delle abitazioni, nel periodo in cui il convento fu espropriato dallo Stato.<ref name="parrocchia"/><ref name="TCI"/><ref name="segreti"/>
[[File:Giusto di ravensburg e collaboratori, loggia dell'annunciazione, 1450 ca. 01.jpg|thumb|left|Decorazione del loggiato del secondo chiostro]]
Nel primo chiostro, costruito tra 1445 ed il 1452, si trovavano i locali di servizio del convento ([[refettorio]], cucina, infermeria e al piano superiore i dormitori).<ref name="parrocchia"/><ref name="segreti"/>
 
Il secondo chiostro, coevo al primo, fu costruito sulle fondamenta di preesistenti case medievali acquisite dai Domenicani. Ospitava la [[sala capitolare]], la [[biblioteca]], la [[spezieria]] e i parlatori. Restaurato negli [[anni 1960|anni sessanta del Novecento]], è formato da un [[portico|porticato]] a piano terreno su due lati e due [[loggiato|loggiati]] ai piani superiori, la cui ricca decorazione, patrocinata dalla famiglia Grimaldi-Oliva, rappresenta uno straordinario esempio di pittura genovese del Quattrocento. È quello più conosciuto perché la loggia al primo piano conserva il celebre affresco dell'Annunciazione.<ref name="TCI"/><ref name="segreti"/>
 
Il terzo chiostro, più piccolo dei precedenti, fu costruito tra il 1492 ed il 1513. Oggi è inglobato in una residenza universitaria, per cui non è visitabile. Sotto di esso esisteva una delle [[cisterna|cisterne]] per la raccolta dell'acqua piovana di cui era dotato il convento, oggi trasformata in un salone per eventi e manifestazioni. La cisterna risaliva al [[IX secolo]] ed era stata realizzata con materiali di recupero, come testimoniano frammenti di colonne romane.<ref name="segreti"/>
 
Del complesso faceva parte un altro chiostro, più antico dei precedenti, quello della collegiata, risalente all'[[XI secolo]], oggi divenuto il cortile interno di un caseggiato adiacente alla chiesa.<ref name="segreti"/>
 
=== Loggia dell'Annunciazione ===
[[File:Giusto di ravensburg, annunciazione, 1451, 01.jpg|thumb|Affresco di Giusto d'Alemagna raffigurante l'''Annunciazione'']]Si apre sul secondo chiostro ed è raggiungibile dall'atrio attraverso una scala. Al primo piano della loggia si trova l’''[[Annunciazione]]'', affresco di [[Giusto d'Alemagna]] del [[1451]]<ref>[http://www.arte.it/artista/jos-amman-von-ravensburg-detto-giusto-d-alemagna-285 Biografia di Jos Amman], detto Giusto di [[Ravensburg]] o Giusto d'Alemagna</ref>; sulla volta, [[Volta a crociera|crociere]] con ''foglie fiammeggianti'' e tondi con ''Sibille e Profeti'', forse anch'esso risalente al Quattrocento; sul fondo, portale d'ardesia con ''San Domenico che invita al silenzio'' nella [[lunetta]]; nel [[refettorio]], lunette con ''Santi'' dell'antica abside sinistra della chiesa (metà XVI secolo) e ''Crocifisso'' ligneo su tavola (XIV secolo).<ref name="TCI"/>
 
Al secondo piano, o Loggia superiore, vi è una statua [[rinascimento|rinascimentale]] di ''Santa Caterina d'Alessandria''; un [[tabernacolo]] [[marmo]]reo attribuito a [[Domenico Gagini]] (XV secolo); la Biblioteca vecchia (portale quattrocentesco con ''[[San Giorgio]]'' di Giovanni Gagini); una lapide in marmo del [[1453]] con cornice d'angeli; ''Annunciazione e santi'', polittico di [[Giovanni Mazone]] del [[1470]] circa, con ricca cornice [[gotico|gotica]], già presente in passato nella chiesa.<ref name="TCI"/>
 
== Il museo di Santa Maria di Castello ==
Il museo fu realizzato da Gianvittorio Castelnovi nel 1959 per esporre quelle opere d'arte che per le trasformazioni subite dal complesso non avevano più una loro collocazione.<ref>[http://it.cathopedia.org/wiki/Museo_Santa_Maria_di_Castello_di_Genova Il museo di S. Maria di Castello su it.cathopedia.org]</ref> Rinnovato e ampliato nel 2001, il museo raccoglie in dodici sale del convento reperti archeologici che testimoniano la storia più antica della città, dal [[II secolo]] fino al tardo medioevo, oltre alle opere d'arte di pertinenza della stessa chiesa, raccolte dai [[Domenicani]] a partire dal loro insediamento nel 1442 ed una raccolta di [[icona (arte)|icone]] [[Russia|russe]] dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e del [[XX secolo|Novecento]] donate al convento da [[Enrico di Rovasenda]].<ref name="TCI"/><ref name="museo">[http://www.santamariadicastello.it/contesto.html Il museo di Santa Maria di Castello sul sito della chiesa]</ref>[[File:Padre Enrico di Rovasenda.jpg|thumb|alt=Padre Enrico di Rovasenda|destra|Padre Enrico di Rovasenda]]
 
Sono esposti marmi di varie epoche, dipinti, [[reliquiario|reliquiari]], [[paramento liturgico|paramenti]] ed oggetti per uso [[liturgia|liturgico]], [[manoscritto miniato|codici miniati]], [[ex-voto]] (legati alla devozione per il Cristo Moro), ed inoltre quadri ed oggetti di uso quotidiano provenienti da monasteri soppressi delle [[Monache domenicane|suore domenicane]].<ref name="TCI"/>"/><ref name="museo"/>
 
Tra le principali opere d'arte, la pala di ''[[Ognissanti]]'' di [[Ludovico Brea]] (1513), il [[polittico]] della ''[[Conversione di San Paolo]]'', della scuola dello stesso Brea, la ''[[Madonna col Bambino]]'' di [[Domenico Gagini]], in [[marmo]] dipinto (XV secolo), e la statua lignea dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] del [[Anton Maria Maragliano|Maragliano]] (XVIII secolo).<ref name="museo"/>
 
L'annessa [[biblioteca]] contiene [[codice (filologia)|codici]] e [[incunabolo|incunaboli]] di notevole interesse, oltre ad un affresco raffigurante ''San Domenico che ritrova i suoi frati in Paradiso'', opera di [[Carlo Braccesco]], risalente a fine [[XV secolo|Quattrocento]].<ref name="TCI"/>
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
File:Genoa, Santa Maria di Castello 07.JPG|Interno della cupola
File:Genoa, Santa Maria di Castello 02.JPG|"Madonna del Rosario" (Pasquale Navone)
File:Genoa, Santa Maria di Castello 04.JPG|"Annunciazione e santi" (Giovanni Mazone)
File:Genoa, Santa Maria di Castello 06.JPG|''Nozze mistiche di S. Caterina d'Alessandria e S. Caterina da Siena'', polittico quattrocentesco nella cappella del battistero
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|||Guida d'Italia - Liguria|2009|[[Touring Club Italiano|TCI]]|Milano|}}
* {{cita libro|Fiorella|Caraceni Poleggi|Genova - Guida Sagep|1984|SAGEP Editrice - Automobile Club di Genova}}
* {{cita libro|Raimondo Amedeo|Vigna|L'antica collegiata di Santa Maria di Castello|1859|Dario Giuseppe Rossi|Genova|}}
* {{cita libro|Raimondo Amedeo|Vigna|Illustrazione storica, artistica ed epigrafica dell'antichissima chiesa di S. Maria di Castello in Genova|1846|Genova|}}
* {{cita libro||Autori vari|Descrizione di Genova e del Genovesato|1846|Tipografia Ferrando|Genova|}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Santa Maria di Castello (Genoa)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.santamariadicastello.it|Sito web ufficiale della parrocchia}}
* [http://www.genova.chiesacattolica.it/home_page/itinerari/00363229_Genova_citta_di_Maria.html Approfondimenti] sul sito dell'[[Arcidiocesi di Genova]]
* {{cita web|http://www.stoarte.unige.it/gewiki/index.php/Chiesa_di_Santa_Maria_di_Castello_e_Museo|La chiesa sul sito www.stoarte.unige.it}}
* {{cita web|https://dearmissfletcher.wordpress.com/tag/santa-maria-di-castello/|Immagini della chiesa e delle opere d’arte}}
* {{cita web|http://ww1.zenazone.it/luoghi_di_culto/smaria_di_castello.html|La chiesa di Santa Maria di Castello su ww1.zenazone.it}}
 
{{Jaguar}}
{{Portale|architettura|cattolicesimo|Genova}}
{{Portale|automobili}}
 
[[Categoria:ArchitettureAutomobili romaniche di GenovaJaguar|X-Type]]
[[Categoria:Chiese di Genova|Maria di Castello]]
[[Categoria:Edifici di culto dedicati a Maria]]
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]