Prima guerra civile in Libia e La Primavera: differenze tra le pagine

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{{nota disambigua|l'omonimo dipinto di Sandro Botticelli|Primavera (Botticelli)}}
{{Conflitto
{{nota disambigua|l'omonimo dipinto di William-Adolphe Bouguereau|La Primavera (Bouguereau)}}
|nome del conflitto = Guerra civile libica
{{S|centri abitati della Colombia}}
|parte_di = delle [[proteste nel Nordafrica e Medio Oriente del 2010-2011|proteste nel Nordafrica<br />e Medio Oriente del 2010-2011]]
{{Divisione amministrativa
|immagine = [[File:Libyan Uprising.svg|300px]]
|Nome = La Primavera
[[File:Libyan war final.svg|300px]]
|Nome ufficiale =
[[File:Guerra Civile libica.png|300px]]
|Panorama =
[[File:Tripolitanian Front.svg|300px]]
|Didascalia =
[[File:Gulf of Sirt Front.svg|300px]] |didascalia =
|Bandiera = Flag of La Primavera (Vichada).svg
[[File:550000 dot.svg|12px]] città sotto controllo del CNT<br />
|Stemma =
|data=[[15 febbraio]] [[2011]] - [[20 ottobre]] [[2011]]
|luogoStato = {{LBY}}COL
|Grado amministrativo = 2
|casus = malcontento popolare, desiderio di rinnovamento politico
|Divisione amm grado 1 = Vichada
|mutamenti_territoriali = il [[Consiglio Nazionale Libico]] - riconosciuto da oltre 100 paesi, ONU, Unione Europea e Unione Africana come unico governo legittimo - conquista tutte le principali città e assume la guida ad interim del paese
|Amministratore locale = Kennedy Sanchez Godoy
|esito = Rovesciamento del governo di Mu'ammar Gheddafi, vittoria totale del Consiglio nazionale transitorio e delle forze NATO.
|Partito =
|schieramento1 = {{bandiera|LBY}} [[Consiglio Nazionale Libico]]
|Data elezione =
* <small>[[Esercito Nazionale di Liberazione Libico]]
|Data istituzione =
* [[Milizia (soldatesca)|Miliziani]] anti-[[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]</small>
|Data soppressione =
* <small>Diverse [[tribù]] libiche</small>
|Superficie = 22159
*[[File:Berber flag.svg|20px|border]] [[Berberi]]
|Note superficie = {{cita web|url=http://www.statoids.com/yco.html|titolo=Dato da statoids.com|accesso=28 febbraio 2012|lingua=en}}
{{ONU}}<ref>{{cita web|url=http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/394022/|titolo=Ecco la coalizione dei "volenterosi": chi partecipa all'intervento in Libia|editore=La Stampa|data=18 marzo 2011|accesso=12 settembre 2011}}</ref>
|Abitanti = 4517
* [[File:NATO flag.svg|20px|border]] [[NATO]]
|Note abitanti = {{cita web|url=http://www.dane.gov.co/censo/files/libroCenso2005nacional.pdf|lingua=es|formato=pdf|titolo=Dati del censimento 2005 forniti dal DANE - Departamento Administrativo Nacional de Estadística|accesso=28 febbraio 2012}} Il dato si riferisce alla popolazione effettivamente censita, in quanto in alcune zone il censimento è stato solo parziale a causa delle difficoltà di accesso. Il DANE stima una popolazione reale di 14.344 abitanti.
* {{EAU}}<ref>http://www.infooggi.it/articolo/libia-emirati-arabi-12-aerei-per-rafforzare-coalizione/11394/</ref>
|Aggiornamento abitanti = 2005
* {{EGY}}<ref>http://www.webcitation.org/5xIgvHTxc</ref>
|Sottodivisioni =
* {{QAT}}
|Divisioni confinanti =
* {{TUN}}<ref>http://www.mirror.co.uk/news/top-stories/2011/03/03/egyptian-special-forces-secretly-storm-libya-115875-22962119/</ref>
|Lingue =
* {{SWE}}
|Codice postale =
|schieramento2 = {{bandiera|LBY 1977-2011}} Forze di [[Gheddafi]]
|Prefisso =
* [[Milizia (soldatesca)|Miliziani]] pro-[[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]
|Codice statistico =
* [[Mercenari]]
|Codice catastale =
</small>
|Targa =
|comandante1 = {{bandiera|LBY}} [[Mustafa Abd al-Jalil|Muṣṭafā ʿAbd al-Jalīl]]<br />{{bandiera|LBY}} [[Omar al-Hariri|ʿOmar al-Ḥarīrī]]<br />{{bandiera|LBY}}[[Abd al-Fattah Yunis|ʿAbd al-Fattāḥ Yūnis]]†<br />{{bandiera|LBY}} [[Sulayman Mahmud]]<br />{{bandiera|LBY}} [[Khalifa Belqasim Haftar|Khalīfa Belqāsim Ḥaftar]]<br />[[File:NATO flag.svg|20px|border]] [[Charles Bouchard]]
|Nome abitanti = Primaverenses
|comandante2 = {{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Mu'ammar Gheddafi]]†<br />{{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Sayf al-Islam Gheddafi]]
|Patrono =
{{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Khamis Gheddafi]]†<br />{{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Abu Bakr Yunis Jabr]]† <br />{{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Mutassim Gheddafi]]† <br />{{bandiera|LBY 1977-2011}} [[Jubran Husayn al-Warfali]]†
|Festivo =
|effettivi1 = 8.000 soldati disertori (a Bengasi)<ref>{{cita web|url=http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/03/201131542757285681.html#|titolo=Battle for control rages in Libya |editore=[[Al Jazeera]]|data=15 marzo 2011|accesso=18 marzo 2011}}</ref><br />Battaglione ''Sa'iqa 36'' (al fronte)<ref>{{cita web|url=http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5gfUGuTVpkLLbUgHna__pUmUV__fA?docId=8eb17692d31943d899b902d331525575|titolo=Gadhafi showers strategic oil port with rockets|editore=[[Associated Press]]|data=10 marzo 2011|accesso=18 marzo 2011}}</ref><br />35.000-40.000 volontari e molti aerei NATO.<ref>{{cita web|url=http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/03/20113242554921501.html|titolo=Battle Rages over Libyan Oil Port|editore=[[Al Jazeera English]]|data=3 marzo 2001|accesso=18 marzo 2011
|Mappa = Colombia - Vichada - La Primavera.svg
}}</ref>
|Didascalia mappa =
|effettivi2 = 40.000 soldati (stima di [[Al Jazeera]])<ref>{{cita web|url=http://english.aljazeera.net/video/africa/2011/03/2011331522685587.html|titolo=Gaddafi's Military Capabilities|editore=[[Al Jazeera English]]|data=3 marzo 2011|accesso=18 marzo 2011}}</ref>
|perdite1 = 5.178–6.367 uccisi e 1 MiG-23 dei rivoltosi e 1 F-15 USA<ref name="rep">{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/23/dirette/libia_23_febbraio-12794693|titolo=Massacro in Libia, Al Arabiya: "10mila morti". Frattini e Berlusconi: "No a bagno di sangue"|editore=[[la Repubblica]]|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011
}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE71N0IH20110224
|titolo=Libia, dirigente francese per diritti umani: fino a 2.000 morti|editore=[[Reuters]]|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201103021604-est-rom0071-libia_ong_6_000_morti_dall_inizio_dei_combattimenti|titolo=LIBIA: ONG, 6.000 MORTI DALL'INIZIO DEI COMBATTIMENTI|editore=[[Agi]]|giorno=02|mese=03|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref><ref>http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20110223_00196.shtml</ref> / ~ 8.000 - ~ 10.000 (secondo fonti dei rivoltosi)<ref>{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-nuovi-raid-su-Tripoli-e-Sirte_311828313672.html|titolo=Libia, continuano i raid su Tripoli e Sirte|opera=Adnkronos/Aki|lingua=|data=25 marzo 2011|accesso=26 marzo 2011}}</ref> ~ 50.000 feriti<ref name="rep"/>
|perdite2 = 2.017–2.266 soldati uccisi<small><ref name=redcross>{{Cita news| url=http://af.reuters.com/article/libyaNews/idAFLDE73T07X20110430|titolo=Red Cross flies home five Libyans released by rebels| data=30 aprile 2011|accesso=30 aprile 2011|pubblicazione=Reuters}}</ref><ref>[http://www.nytimes.com/2011/05/18/world/africa/18cemetery.html?_r=1 Libyan City Buries Its Attackers Respectfully]</ref><ref>[http://www.aljazeera.com/video/africa/2011/05/201152451012814342.html Libya's prisoners of war]</ref></small>,2.000 feriti, 812-900 catturati<ref name=redcross/>
|perdite3 = 50.000 civili uccisi<ref>http://mexico.cnn.com/mundo/2011/08/30/al-menos-50000-personas-han-muerto-en-libia-aseguran-los-rebeldes</ref>
|note = Le vittime del primo schieramento conteggiano anche civili, truppe pro-Gheddafi e disertori passati per le armi
}}
 
'''La Primavera''' è un [[Comuni della Colombia|comune]] della [[Colombia]] facente parte del [[dipartimento di Vichada]].
La '''guerra civile libica''' è un [[Guerra|conflitto]] svoltosi nel [[Libia|paese nordafricano]] e che vede opposte le forze lealiste di [[Mu'ammar Gheddafi]] e quelle dei rivoltosi, riunite nel [[Consiglio nazionale di transizione]].
 
Il centro abitato venne fondato da Raimundo Cruz nel [[1959]], mentre l'istituzione del comune è del 13 aprile [[1987]].
La Libia, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare anche nota come '''rivoluzione del 17 febbraio''', a seguito di [[Proteste nel Nordafrica e Medio Oriente del 2010-2011|quanto avvenuto in quasi tutto il mondo arabo]] (e specialmente [[Rivoluzione tunisina del 2010-2011|in Tunisia]] ed [[Rivoluzione egiziana del 2011|in Egitto]]), ha conosciuto in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile.<ref>[[#Limes2010|Limes 2010]], pp. 7-8</ref> La sommossa libica, in particolare, è stata innescata dal desiderio di rinnovamento politico contro il regime ultraquarantennale della "guida" della ''[[Jamāhīriyya]]'' Muʿammar Gheddafi, salito al potere il [[1º settembre]] [[1969]] dopo un [[colpo di stato]] che condusse alla caduta della [[monarchia]] filo-occidentale del re [[Idris I di Libia|Idris]].
 
==Note==
Dopo quasi un mese di scontro il [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] ha deciso, con la [[risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|risoluzione 1973]], di istituire una ''[[Zona d'interdizione al volo|no-fly zone]]'' sulla [[Libia]] a protezione della popolazione civile, legittimando l'[[Intervento militare in Libia nel 2011|intervento militare ad opera di diversi paesi]] avviato il [[19 marzo]] [[2011]].
<references/>
 
== Contesto ==
=== Cause dell'insurrezione ===
[[File:Libya ethnic.svg|thumb|left|270px|Carta etnografica della Libia]]
La rivolta libica ha risentito dell'"effetto domino" delle rivolte nei paesi vicini in quanto, complice anche l'utilizzo da parte delle giovani generazioni di mezzi di informazione come internet (più difficilmente controllabili dalla censura dei regimi), le notizie degli avvenimenti in Tunisia ed Egitto sono riuscite a superare la storica riluttanza della popolazione ad interpretare forme di dissenso.<ref name=caraccolnellab>{{Cita news|autore=Lucio Caracciolo|url=http://temi.repubblica.it/limes/libia-il-colonnello-nel-labirinto/20482|titolo=Il colonnello nel labirinto|pubblicazione=Limes|giorno=19|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref>
La causa del [[carovita]] non è apparsa l'elemento scatenante della rivolta, al contrario degli altri stati coinvolti nella protesta nei quali il fattore di innesco è risultato per molti aspetti l'aumento del livello dei prezzi dei generi alimentari.<ref name=tribulibiadelboca>{{Cita news|url=http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/libia-gheddafi-tribu-fine-ribellione-759057/|titolo=Libia, "La fine per Gheddafi arriverà dalla ribellione delle tribù"|pubblicazione=Blitz|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=22 febbraio 2011}}</ref><ref name=iveriperlavoce>{{cita web|autore=Laura Bottazzi, Rony Hamaui|url=http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002142.html|titolo=I veri perché della rivoluzione egiziana|accesso=8 febbraio 2011|editore=Lavoce.info|data=8 febbraio 2011 |urlarchivio=|dataarchivio= |id=}}</ref> Il [[reddito procapite]] della popolazione infatti è attestato a 11.307 [[dollari]] l’anno, un parametro più elevato rispetto agli altri stati del [[Maghreb]] (cinque volte superiore a quello [[egiziano]]).<ref name=lalibiaenoi>{{Cita news|autore=Marzio Galeotti|url=http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002171.html|titolo=La Libia e noi|pubblicazione=Lavoce.info|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Il [[petrolio]], invece, risorsa della quale il paese è il primo possessore [[africa]]no, seguito da [[Algeria]] e [[Nigeria]], costituisce la risorsa più importante del paese e principale fonte di ricchezza.<ref name=tribulibiadelboca /><ref name=lalibiaenoi/><ref>Nel paese, i cui i proventi derivanti dal greggio riguardano la quasi totalità delle [[Entrate|entrate fiscali]], l'[[Eni]] è presente nelle attività di esplorazione e produzione non solo del petrolio ma anche del [[gas naturale]] dal [[1959]]. Per riserve di gas invece la Libia è al quarto posto nel continente africano e solo quindicesima nella classifica mondiale. L'Italia è beneficiaria di circa il 60% del gas e del 32% del petrolio estratti sul totale e rappresenta il primo partner commerciale del paese. (vedi http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002171.html)</ref> A dispetto, tuttavia, delle condizioni economiche, il contagio della rivolta [[nordafrica]]na e [[Vicino Oriente|vicino-orientale]] si è rivelato inevitabile, contrariamente a quanto sostenuto da diversi analisti secondo i quali la ''[[Jamāhīriyya]]'' non sarebbe stata interessata dai movimenti di piazza o, nella peggiore delle ipotesi, da incidenti e scenari di torbidi.<ref name=libinelcaos>{{Cita news|autore=Claudia Gazzini|url=http://temi.repubblica.it/limes/la-libia-nel-caos/20542|titolo=La Libia nel caos|pubblicazione=Limes|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=22 febbraio 2011}}</ref>
 
Gheddafi, prima dello scoppio della rivoluzione, poteva fare assegnamento su alcuni elementi basilari del potere nel paese: un'ingente politica di sussidi statali, il massiccio ricorso alla repressione del dissenso e la tacita intesa con le tribù più refrattarie al suo potere.<ref>[[#Limes2011|Limes 2011]], p. 51</ref> Il regime tuttavia non aveva posto rimedio al grosso nodo della disoccupazione, che colpisce il 30% dei cittadini, soprattutto donne e giovani.<ref>http://www.ilo.org/public/english/region/afpro/cairo/countries/libya.htm</ref> Né gli accordi con le imprese straniere, né i piani infrastrutturali, inseriti all'interno di un più ampio progetto di riforma dell'economia avviata nel paese dal [[2000]] (in coincidenza con la fine delle [[sanzioni]]), hanno potuto porre rimedio a questa piaga.<ref>[[#Limes2011|Limes 2011]], p. 52</ref> Il fallimento dei progetti di sviluppo e di [[liberalizzazione]], il crescente malcontento, reso più intenso dall'arrivo in massa di immigrati dall'[[Africa subsahariana]], aveva creato un quadro di tensione esplosiva nel paese.<ref>[[#Limes2011|Limes 2011]], pp. 52-53</ref>
 
La censura e il controllo serrato dell'informazione, insieme alla dissimulazione delle diseguaglianze del paese, abilmente oscurate dai proclami di Gheddafi contro l'[[imperialismo]] [[Occidente (civiltà)|occidentale]], hanno costituito, negli ultimi anni, un potente freno contro l'insorgere di sentimenti eversivi nella popolazione libica.<ref name=limes1>[[#Limes2011|Limes 2011]], pp. 54-55</ref>
 
=== La struttura di potere del ''Colonnello'' ===
[[File:Muammar al-Gaddafi at the AU summit.jpg|thumb|left|[[Mu'ammar Gheddafi]] nel corso di un vertice dell'Unione Africana]]
La genesi e l'evoluzione del moto di protesta e della susseguente repressione hanno risentito della forte divisione interna alla Libia. Ad accentuare gli effetti della recrudescenza della sollevazione, infatti, sono risultati non secondari la frammentazione del paese tra [[tribù]] (se ne contano 140, tra cui 30 le maggiori), talvolta ostili all'unità della nazione, nonché lo iato molto forte tra la parte tripolitana e del [[Fezzan]], fedeli al leader, e quella cirenaica, "storico focolare dell'opposizione al regime di Gheddafi".<ref name=libinelcaos/><ref name=tribulib>{{cita web |autore=|url=http://www.lastampa.it/redazione/cmssezioni/infografica/201102images/libia01.jpg |titolo=Libia, un Paese in frantumi|accesso=24 febbraio 2011 |formato=JPG |lingua= |editore=La Stampa |opera= |volume= |pagine= |pagina= |data=24 febbraio 2011 |urlarchivio=|dataarchivio= |id=}}</ref> Il peso delle divisioni tribali non è stato, ciononostante, l'unico fattore coagulante del moto rivoltoso. A Tripoli, dove la maggioranza della popolazione non si identifica in nessuna tribù, come in altre parti della Libia, l'indignazione popolare è stata la principale leva della rivoluzione.<ref>[[#Limes2011|Limes 2011]], p. 61</ref>
 
Dopo la conquista dell'indipendenza nel [[1951]] e gli incarichi di controllo amministrativo attribuiti dalla [[monarchia]] alle varie tribù, queste ultime si conquistarono ruoli di primo piano all'interno della politica libica.<ref name=daltribalcoscinaz>{{Cita news
|autore=Aldo Nicosia|url=http://temi.repubblica.it/limes/dalla-tribu-alla-coscienza-nazionale/20829|titolo=Dalla tribù alla coscienza nazionale|pubblicazione=Limes|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref>
Successivamente, con la presa del potere da parte di Gheddafi, uno dei primi passi del consolidamento del regime fu la sottrazione del potere che la monarchia aveva demandato ai clan. L'impostazione [[ideologia|ideologica]] del dittatore, inoltre, imponeva il passaggio dalla sclerosi di una società fossilizzata nelle tradizioni e nei riti [[clan]]ici, alla nuova età del [[socialismo reale]] che, attraverso la "dittatura delle masse" (Jamāhīriyya), conducesse al superamento dell'intermediazione dei partiti e delle tribù per assegnare al popolo (sebbene solo virtualmente) il potere decisionale.<ref name=daltribalcoscinaz /> Successivamente il colonnello raggiunse delle intese con i clan, tali per cui rimediò alla sfaldatura del paese lungo linee di demarcazione tribali attraverso la cooptazione dei vertici dei clan.<ref name="Limes 2011, p. 59">[[#Limes2011|Limes 2011]], p. 59</ref>
 
Nel corso della rivolta contro Gheddafi sono stati i clan ad essersi sollevati, a differenza di quanto avvenuto durante l'[[Sommosse popolari in Egitto del 2011|insurrezione in Egitto]], dove l'apporto dei giovani intellettuali assieme alla classe lavoratrice nel sostenere la fine del regime di [[Hosni Mubarak]] è apparso più incisivo e pressante di quanto non sia avvenuto nella sedizione libica.<ref name=rivodelltrib>{{Cita news|autore=Cristiano Tinazzi|url=http://temi.repubblica.it/limes/libia-la-rivolta-delle-tribu/20802|titolo=Libia: la rivolta delle tribù|pubblicazione=Limes|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Né l'esercito ha giocato un ruolo chiave come nel vicino [[Egitto]], in quanto esso qui si è diviso tra la solidarietà ai rivoltosi e la fedeltà al regime.<ref name=rivodelltrib/> Alle divisioni di natura [[etnia|etnica]], si aggiungono quelle ideologiche tra gli oppositori del regime e i "rivoluzionari", eredi degli artefici della [[Storia della Libia#Il regime di Gheddafi|rivoluzione del 1969]], organizzati nei "comitati". Costoro, che costituiscono la componente più vicina al rais, sono osservanti del [[Libro verde (Libia)|libro verde]] del colonnello e si incaricano della "diffusione del pensiero jamahiriano nel mondo".<ref name=rivodelltrib/> All'interno degli stessi comitati tuttavia si segnala una frangia più moderata, vicina alle posizioni [[Riformismo islamico|riformiste]] di uno dei figli di Gheddafi, [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islam]] (in realtà poi rivelatosi nel corso della rivolta feroce fautore della soppressione della "primavera libica"). Accanto ai fedelissimi del regime e ai riformisti una terza componente precipua della consorteria al comando della Libia è rappresentata dai [[tecnocrazia|tecnocrati]], gruppo [[Elite|elitario]] che cura gli interessi economici e finanziari del paese e che interagisce con le [[multinazionali]] estere nella gestione delle [[risorse naturali]].<ref name=rivodelltrib/>
 
== La rivolta ==
=== Primi scontri ===
La scintilla della rivolta è stata l'invito alla sollevazione diffuso sulla rete dai [[blogger]], in concomitanza con le recenti manifestazioni in corso nel mondo arabo, per il giorno 17 febbraio. I giovani libici hanno aderito in gran numero a questo invito. Le proteste hanno avuto come primo focolaio [[Bengasi]], quando, nel pomeriggio del 16 febbraio, numerosi manifestanti si sono radunati per protestare contro l'arresto di un avvocato e [[attivista]] dei [[diritti umani]], rappresentante legale delle famiglie vittime del massacro operato nel [[1996]] dal regime nel [[Massacro di Abu Salim|carcere di Abū Sālim]], nei dintorni di Tripoli, in occasione del quale sarebbero periti 1.200 carcerati<ref>[[#Limes2010|Limes 2010]], p. 59</ref><ref>http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/vociglobali/grubrica.asp?ID_blog=286&ID_articolo=120&ID_sezione=654&sezione=</ref>.
In tutto il Paese, nel frattempo, secondo i media ufficiali, si tengono manifestazioni a sostegno del governo del leader [[Mu'ammar Gheddafi]].<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/16/visualizza_new.html_1587571449.html|titolo=Libia, scontri a Bengasi|pubblicazione=ANSA|giorno=16|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
 
Di 2 morti e decine di feriti sarebbe il bilancio delle vittime a Bengasi, dove le forze dell'ordine fanno ricorso ad armi da fuoco per disperdere i rivoltosi.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/16/visualizza_new.html_1587512952.html|titolo=Libia: due morti in scontri Bengasi|pubblicazione=ANSA|giorno=16|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
 
Il risultato degli scontri a [[Beida]], terza città libica, tra manifestanti antigovernativi e polizia è invece di almeno 9 morti (secondo altri di 13), in occasione dei quali la reazione delle forze di sicurezza libica, sarebbe stata molto dura, mentre il direttore dell'ospedale al-Yala di Bengasi, dove scontri si sono registrati nella notte e per tutta la mattina, ʿAbd al-Karīm Jubaylī, riferisce che "38 persone sono state ricoverate per ferite leggere" in seguito agli incidenti nella città.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/16/visualizza_new.html_1587538090.html|titolo=Libia: scontri Bengasi, 38 feriti|pubblicazione=ANSA|giorno=16|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/17/visualizza_new.html_1586767215.html|titolo=Libia: almeno 9 morti a Beida|pubblicazione=ANSA|giorno=17|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-scontri-Bengasi-sale-a-38-bilancio-feriti_311690787333.html|titolo=Libia: scontri Bengasi, sale a 38 bilancio feriti|pubblicazione=Adnkronos/Aki|giorno=16|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
 
=== La "giornata della collera" ===
[[File:Flag of Libya.svg|thumb|La vecchia bandiera del [[Regno Unito di Libia|regno libico]] usata durante le manifestazioni dalle forze di opposizione.]]
Il [[17 febbraio]] altre 6 persone rimangono uccise in accesi conflitti a Bengasi. I siti di opposizione ''al-Yawm'' (Oggi) e ''al-Manāra'' (Il Minareto, il Faro) parlano di almeno sei morti e 35 feriti. Testimoni riferiscono che sarebbero avvenute vere e proprie esecuzioni da parte delle forze di polizia.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/17/visualizza_new.html_1586679700.html|titolo=Libia: al Jazira, 6 morti in scontri|pubblicazione=ANSA|giorno=17|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
Nella stessa giornata del 17 febbraio, in occasione della quale viene proclamata la "Giornata della collera", milizie giunte da Tripoli a Beida, nell'est della Libia, secondo l'organizzazione Human Rights Solidarity, colpiscono i manifestanti causando almeno 15 morti e numerosi feriti.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/17/visualizza_new.html_1586643372.html|titolo=Libia: ong, 15 morti a Beida|pubblicazione=ANSA|giorno=17|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
La repressione violenta attuata in risposta dal regime è stata percepita più che come una minaccia, come un ulteriore incentivo all'incremento delle agitazioni, grazie altresì al ruolo di incitamento svolto dalle reti arabe come [[Al Jazeera]] e [[Al Arabiya]] nel propalare notizie, in alcuni casi rivelatesi notevolmente amplificate, su massacri messi in atto dalla polizia intervenuta per sedare le manifestazioni.<ref name=limes1 /> Dalle uccisioni dei civili hanno quasi subito preso le distanze alcune tribù e interi reparti dell'esercito, passati successivamente dalla parte dei rivoltosi. Così facendo tutti saranno contro tutti. (circa 20.000 soldati).<ref>[[#Limes2010|Limes 2010]], p. 60</ref>
 
=== Battaglie a Beida e Bengasi ===
[[File:A revolutionary committee office after fire.JPG|thumb|left|Un ufficio governativo dei Comitati Rivoluzionari del Popolo dato alle fiamme nel centro di Bengasi]]
Il 18 febbraio gli scontri proseguono mentre il bilancio delle vittime viene aggiornato a 24 morti e decine di feriti, secondo [[Human Rights Watch]].<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.hrw.org/en/news/2011/02/17/libya-security-forces-fire-day-anger-demonstrations|titolo=Libya: Security Forces Fire on 'Day of Anger' Demonstrations|pubblicazione=Human Rights Watch|giorno=17|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
La città di Beida, secondo quanto dichiarato da Giumma el-Omami del gruppo "Libyan Human Rights Solidarity", sopraffatte le forze di sicurezza, cade sotto il controllo dei manifestanti. Lo stesso 18 febbraio la conta dei morti nel corso della "giornata della collera" sale a cinquanta, secondo fonti dell'opposizione, che nella medesima giornata ha condotto per le strade migliaia di manifestanti contro il regime di Mu'ammar Gheddafi in almeno otto città libiche, secondo l'agenzia Misna.<ref name=giorncollrep>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/18/news/libia_almeno_24_morti-12600135/|titolo=Libia, decine di vittime tra i manifestanti Obama: "Gli Usa condannano la violenza"|pubblicazione=la Repubblica|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
Quando le forze di opposizione prendono il controllo dell'aeroporto di Bengasi, l'edizione online del quotidiano Oea, vicino a [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islam]], uno dei figli del colonnello Gheddafi, riporta la notizia che tre mercenari assoldati per reprimere le proteste sono stati impiccati durante le sommosse contro il regime a Beida.<ref name=giorncollrep />
 
Evasioni dalle carceri e rivolte nei penitenziari si registrano a Tripoli e Bengasi. Numerosi prigionieri evadono nella mattinata del 18 febbraio dalla prigione al-Kuifiya a Bengasi, a seguito di una rivolta, mentre sei detenuti rimangono uccisi dalla Polizia libica nella repressione di una ribellione nel carcere di Jadayda a Tripoli.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/18/visualizza_new.html_1585873460.html|titolo=Libia: 6 i detenuti uccisi da polizia|pubblicazione=ANSA|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/18/visualizza_new.html_1585928136.html|titolo=Libia: detenuti evasi da carcere Bengasi|pubblicazione=ANSA|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
[[File:People on a tank in Benghazi1.jpg|thumb|Civili festeggiano l'insurrezione di [[Bengasi]] su un carro armato strappato all'esercito.]]
Secondo il giornale online Oea, le città di Bengasi e Derna, nelle quali ci sono stati in totale 27 morti, vengono occupate dai rivoltosi e l'esercito riceve l'ordine di lasciare le località. I familiari di Gheddafi intanto, abbandonata [[Beida]], si dirigono a [[Sebha]], dove secondo fonti non accertate sarebbero decedute 14 persone nei passati giorni di proteste.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/18/visualizza_new.html_1585843816.html|titolo=Libia: sito figlio Gheddafi, 27 morti|pubblicazione=ANSA|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
 
In totale dall'inizio delle proteste secondo [[Amnesty International]] sono 46 le persone rimaste uccise per mano delle forze libiche.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.amnesty.org/en/news-and-updates/death-toll-mounts-libyan-security-forces-target-protesters-2011-02-18|titolo=Death toll mounts as Libyan security forces target protesters|pubblicazione=Amnesty International|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
 
Mentre il bilancio dei morti sale a 84 il [[19 febbraio]], secondo stime dell'organizzazione per i diritti umani [[Human Rights Watch]], le proteste si allargano a coinvolgere l'intero paese in base a quello riportato dall'emittente [[Al Jazeera]].<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.hrw.org/en/news/2011/02/18/libya-security-forces-kill-84-over-three-days|titolo=Libya: Security Forces Kill 84 Over Three Days|pubblicazione=Human Rights Watch|giorno=18|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref><ref name=corr19febb>{{Cita news|autore=Redazione online|url=http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_19/libia-scontri_2175297c-3bfb-11e0-b39a-01c3e2bb173c.shtml|titolo=Libia: ancora scontri, almeno 84 morti|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=19|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref>
Nelle stesse ore le rivolte si intensificano anche nella vicina [[Algeria]], in [[Bahrein]] e [[Kuwait]]. Molti dei decessi registrati in Libia sarebbero concentrati nella sola città di Bengasi, città tradizionalmente poco fedele al leader libico e più influenzata dalla [[confraternita]] [[islam]]ica della [[Senussi]]a. L'intera [[Cirenaica]] risulta in stato di fermento più che nel resto del paese, in cui Gheddafi ha saputo cementare negli anni un consenso più diffuso. La [[internet|rete internet]] inoltre risulta nella stessa giornata disattivata in tutto il paese.<ref name=corr19febb/>
 
Uno dei figli del dittatore libico, Saʿd Gheddafi, rimane assediato a Bengasi da manifestanti che intendono trarlo in arresto.<ref>{{Cita news
|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/19/visualizza_new.html_1585721558.html|titolo=Libia: ancora scontri, almeno 84 morti|pubblicazione=ANSA|giorno=19|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref>
Saad, e altri uomini fedeli al colonnello, riescono tuttavia a fuggire dall'albergo nel quale erano prigionieri, ma restano ancora bloccati nella città.<ref name=saadbloccadnkro>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-e-strage-a-Bengasi-cecchini-in-strada-La-polizia-spara-a-un-funerale-15-vittime_311702752552.html|titolo=Libia, è strage: a Bengasi cecchini in strada La polizia spara a un funerale, 15 vittime|pubblicazione=Adnkronos/Ign|giorno=19|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref>
Per liberare Saʿd Gheddafi, il governo invia un commando composto da 1500 uomini della sicurezza guidati del genero del leader libico, [[Abd Allah al-Sanussi]].<ref name=saadbloccadnkro/>
 
Al Jazeera riferisce che, in serata, le guardie del colonnello aprono il fuoco contro un corteo funebre a Bengasi, uccidendo circa quindici persone.<ref>{{Cita news|url=http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/389701/|titolo=Caos Libia, decine di morti in strada Spari su un corteo funebre a Bengasi|pubblicazione=La Stampa|giorno=19|mese=febbraio|anno=2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref>
 
=== Il ricorso ai mercenari stranieri ===
Il giorno dopo gli accesi scontri a Bengasi, dove mercenari di origine africana reclutati dal regime per soffocare la rivolta hanno aperto il fuoco contro i manifestanti, il numero dei morti nella città rivoltosa, secondo fonti citate dal quotidiano libico ''Quryna'', si attesta intorno alle 24 persone.<ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-Quryna-24-i-morti-negli-scontri-di-ieri-a-Bengasi_311706674805.html|titolo=Libia: Quryna, 24 i morti negli scontri di ieri a Bengasi|pubblicazione=Adnkronos/Aki|giorno=20|mese=febbraio|anno=2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref>
Secondo altre fonti, non ufficiali, riportate da Al Jazeera, la conta sarebbe di molto superiore, con 250 morti causati dalla repressione attuata nella sola Bengasi.<ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-fonti-mediche-ad-al-Jazeera-250-morti-negli-scontri-di-ieri-a-Bengasi_311706674909.html
|titolo=Libia: fonti mediche ad al-Jazeera, 250 morti negli scontri di ieri a Bengasi|pubblicazione=Adnkronos/Aki|giorno=20|mese=febbraio|anno=2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/20/visualizza_new.html_1585005828.html|titolo=Libia, fonti mediche: 285 morti a Bengasi|pubblicazione=ANSA|giorno=20|mese=febbraio|anno=2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref>
I mercenari sono in larga parte miliziani arrivati in Libia attraverso il [[Ciad]] dalla regione occidentale del [[Sudan]], già distintisi per le atrocità compiute in [[Darfur]] nel corso dell'[[Conflitto del Darfur|omonima guerra]].<ref name=mercenrisudanesi>{{Cita news|autore=Antonella Napoli|url=http://temi.repubblica.it/limes/i-mercenari-sudanesi-in-aiuto-a-gheddafi/20814|titolo=I mercenari sudanesi in aiuto a Gheddafi|pubblicazione=Limes|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
La repressione è affidata anche a mercenari [[serbi]], ex componenti dei "Berretti Rossi", il corpo istituito dal leader serbo [[Slobodan Milošević]], con legami con la [[Legione straniera]].<ref name=mercenrisudanesi /> Le milizie ricevono 30.000 dollari per ogni giorno di combattimenti al fianco del regime e 10.000-12.000 per ogni manifestante ucciso.<ref>{{Cita news|autore=Giampaolo Cadalnu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/21/al-soldo-del-colonnello-la-violenza-dei.html|titolo=Al soldo del colonnello la violenza dei mercenari|pubblicazione=''la Repubblica''|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Successivamente, altre stime, riportate dal giornale [[Daily Telegraph]], valuteranno in 10.000 dollari il compenso pro capite per l'esercizio di due mesi di attività di guerra al fianco del regime.<ref>http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/04/21/visualizza_new.html_898746925.html</ref>
 
Il reperimento delle informazioni e il riscontro agli echi degli eventi che giungono dal paese risulta molto difficoltoso a causa del blocco posto dalle autorità alla rete internet.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/20/blocco-dell-informazione-in-libia-oscurato-il-massacro/|titolo=Blocco dell'informazione in Libia, oscurato il massacro|pubblicazione=Euronews|giorno=20|mese=febbraio|anno=2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref>
In serata il bilancio delle vittime aumenta, giungendo a lambire le 300 vittime, quando si registrano ancora scontri nella città di Bengasi, dove il ricorso a soldati prezzolati africani ha provocato un numero molto elevato di morti.<ref name=300morlib>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/E-strage-in-Libia-quasi-300-morti_311706475631.html|titolo=È strage in Libia: quasi 300 morti|pubblicazione=Adnkronos/Aki/Ign|giorno=20|mese=febbraio|anno=2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref>
La città principale della Cirenaica è contesa tra rivoltosi e esercito regolare che in seguito sarà costretto al ripiegamento. Il sito informativo libico "Lībiya al-Yawm" (Libia oggi) denuncia che "i militari inviati dal regime libico per reprimere i manifestanti di Bengasi stanno usando in queste ore armi pesanti contro le persone riunite davanti al tribunale cittadino" come [[RPG (lanciarazzi)|razzi Rpg]] e armi anti-carro.<ref name=300morlib />
 
=== I disordini si allargano a Tripoli ===
Il [[21 febbraio]] la rivolta si allarga anche a Tripoli, centro nevralgico del potere del dittatore libico Gheddafi. Nella capitale, in seguito a violenti scontri, viene dato fuoco anche alla sede della televisione di stato, a stazioni di polizia e a diversi edifici pubblici.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-in-fiamme-sede-del-governo-a-Tripoli-A-Bengasi-polizia-si-unisce-ai-manifestanti_311708881935.html|titolo=Libia, in fiamme sede del governo a Tripoli. A Bengasi polizia si unisce ai manifestanti|pubblicazione=Adnkronos/Aki/Ign|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=21 febbraio 2011}}</ref>
 
Mentre nella città principale della Libia si raccolgono un milione di persone e incidenti furiosi si verificano con la polizia che continua illegittimamente a fare fuoco sui rivoltosi, caccia militari dell'aviazione libica ricevono l'ordine di effettuare dei raid contro i manifestanti che provocano, secondo alcune stime, 250 morti nella sola Tripoli.<ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Raid-aerei-a-Tripoli-250-morti_311708881935.html|titolo=Raid aerei a Tripoli: 250 morti|pubblicazione=Adnkronos/Aki/Ign|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=21 febbraio 2011}}</ref><ref name=bombtrip>{{Cita news|url=http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/02/21/libia_scontri_morti_voci_fuga_muammar_gheddafi_guerra_civile.html|titolo=Bombardamenti sulla folla a Tripoli|pubblicazione=[[Sky TG 24]]|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=21 febbraio 2011}}</ref>
Il ministro della Giustizia si dimette per protesta contro le violenze indiscriminate, mentre non si hanno notizie certe su dove si trovi realmente Gheddafi, che il ministro degli esteri britannico [[William Hague]], a margine del vertice dell'[[Unione europea]] in corso a [[Bruxelles]], ha dato per fuggito in [[Venezuela]].<ref name=bombtrip /><ref>{{Cita news|url=http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20110221_00253.shtml|titolo=Libia/ Caracas smentisce che Gheddafi si trovi in Venezuela|pubblicazione=TMNews|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=21 febbraio 2011}}</ref>
Il vice-[[ambasciatore]] libico presso le [[Nazioni Unite]] richiede un intervento internazionale contro quello che definisce "un [[genocidio]]" perpetrato dal regime di Gheddafi contro il popolo libico.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/21/visualizza_new.html_1584857712.html|titolo=Libia: è giallo su dove sia Gheddafi|pubblicazione=ANSA|giorno=21|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
 
=== Defezioni da parte delle tribù e dell'esercito ===
Nella notte Gheddafi appare in televisione in un filmato di appena 22 secondi per smentire le voci sulla sua partenza.<ref name=lib22febbr>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/22/diplomazia-e-fronda-interna-la-libia-contro-la-libia/|titolo=Diplomazia e fronda interna: la Libia contro la Libia|pubblicazione=Euronews|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=22 febbraio 2011}}</ref>
Crescono intanto le divisioni in seno alle istituzioni e all'apparato militare, sempre più lacerati tra [[lealisti]] e favorevoli a un colpo di mano contro il colonnello.<ref name=lib22febbr/>
[[Eni]] chiude intanto il [[gasdotto]] [[Greenstream]], che trasporta dalla Libia alla [[Sicilia]] un grosso quantitativo di [[gas naturale]]. L'Aviazione esegue nuovi attacchi dal cielo contro gli insorti nelle strade.<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_22/libia-nalut-petrolio-martedi_5c2b40e6-3e5e-11e0-a025-f4888ad76c86.shtml|titolo=Bombe su Tripoli: «Mille morti» Chiuso il gasdotto di GreenStream|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=22 febbraio 2011}}</ref>
 
Mentre le forze di opposizione mantengono il controllo delle città orientali del paese, forze di sicurezza fedeli al colonnello nelle strade della capitale mantengono il controllo del territorio. Oltre alle città principali della Cirenaica, Bengasi e Sirte, città natale del colonnello, anche larga parte del sud del paese finisce in mano agli insorti. Alcune delle principali [[Tribù|comunità tribali]] del paese (tra cui Tebu, Tuareg, Zawiya e Warfalla), componenti fondamentali della società libica e fattori di instabilità dell'unità della nazione (che il dittatore libico ha saputo tenere a bada nei decenni), dichiarano che combatteranno al fianco dei civili per cacciare Gheddafi.<ref name=tribulib /><ref>{{cita web|nome=Anthony|cognome=Ham|url=http://books.google.it/books?id=BujnFe06rNUC&pg=PA33&dq=tribu+libia&hl=it&ei=EeBkTYLnH8eeOrH0_JsG&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CDIQ6AEwAQ#v=onepage&q&f=false|titolo=Libia|opera=books.google.it|lingua=|accesso=23 febbraio 2011}} p. 33</ref> Per [[Angelo Del Boca]], storico del colonialismo italiano, "se in Tripolitania queste tribù si associano alla rivolta, la fine è vicina".
 
In un lungo discorso alla nazione, Gheddafi, stringendo in mano il [[Libro verde (Libia)|libro verde]], elencante i principi del credo politico del colonnello, annuncia con veemenza che "chi attacca la costituzione merita la pena di morte, la meritano tutti coloro che cercano attraverso la forza o attraverso qualsiasi mezzo illegale di cambiare la forma di governo" e prosegue dicendo che "non ho dato l’ordine di sparare sulla gente, ma se sarà necessario lo farò e bruceremo tutto".<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/23/un-leader-eccentrico-e-brutale-l-occidente-apre-ghi-occhi-su-gheddafi/|titolo=Un leader eccentrico e brutale, l’Occidente apre gli occhi su Gheddafi|pubblicazione=EURONEWS|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
Il ministro francese per gli Affari europei Laurent Wauquiez definisce il discorso televisivo tenuto dal leader libico "spaventoso" per "la violenza usata nelle sue parole" e per "la mancanza totale di una prospettiva politica".<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-LIBIA__FRANCIA__IL_DISCORSO_DI_GHEDDAFI___E__STATO_SPAVENTOSO__-992831-ORA-.html|titolo=Francia, il discorso di Gheddafi "è stato spaventoso"|pubblicazione=ASCA-AFP|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|agcesso = 23 febbraio 2011}}</ref> Il dittatore conferma di trovarsi a Tripoli e attacca i [[servizi segreti]] degli stati esteri con riferimento all'[[intelligence]] USA, ritenuta dal regime spalleggiatrice della rivolta; lancia strali anche contro l'Italia, primo partner commerciale, accusata di aver fornito dei [[Razzo|razzi]] (non meglio specificati e senza prove documentali) ai manifestanti.<ref>{{Cita news|url=http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=150347|titolo=Berlusconi a Gheddafi: "Scongiurare la guerra civile"|pubblicazione=RAINEWS24|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
Giunge però la smentita del [[Ministro degli esteri|ministro degli Esteri italiano]] [[Franco Frattini]], che definisce l'affermazione del colonnello una "purissima falsità che lascia sgomenti e sbigottiti".<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/22/visualizza_new.html_1584057292.html|titolo=Libia: Frattini, falsità razzi italiani|pubblicazione=ANSA|giorno=22|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
 
==== Gli scontri si concentrano nell'ovest ====
Altre città dell'est del paese e ormai anche della [[Tripolitania]], compresi grossi centri come [[Misurata]] e [[Tobruk]], finiscono sotto il controllo dei rivoltosi e non si avverte la presenza di forze di sicurezza, già in via di ripiegamento.<ref>{{Cita news|lingua= en|url=http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/02/2011223125256699145.html|titolo=Gaddafi loses more Libyan cities|pubblicazione=Al Jazeera|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/23/libia-tobruk-sarebbe-in-mano-ai-rivoltosi/|titolo=Libia: Tobruk sarebbe in mano ai rivoltosi|pubblicazione=Euronews|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011
}}</ref><ref name=alarabmorti>{{Cita news|url=http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=150354|titolo=Al Arabya, 10mila morti in Libia|pubblicazione=RaiNews24|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
Numerose migliaia di stranieri abbandonano in fretta il paese soccorsi dai mezzi degli Stati di appartenenza.<ref name=alarabmorti /> Citando un membro della [[Corte Penale Internazionale]], [[Al Arabiya]] attraverso [[Twitter]] riferisce che sono almeno 10.000 le uccisioni e 50.000 i ferimenti avvenuti in una settimana di [[guerra civile]].<ref name=alarabmorti/>
 
Si moltiplicano intanto i casi di [[insubordinazione]] da parte dei militari, segno di una sempre più incalzante perdita di potere di Gheddafi: due caccia del tipo [[Sukhoi Su-17|Sukhoi Su-22]] sono stati fatti precipitare dopo che i piloti, [[Seggiolino eiettabile|eiettandosi]] fuori dal velivolo prima che venisse distrutto, rifiutano l'ordine di bombardare [[Bengasi]]; due navi alle quali era stato dato l'ordine di bombardare la città insorta non eseguono gli ordini e si rifugiano in acque [[Malta|maltesi]].<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_23/libia-cronaca_1938f84a-3f45-11e0-ad3f-823f69a8e285.shtml|titolo=«In Libia si parla di 10mila morti» A Tripoli si scavano le fosse comuni|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
Nello stesso giorno [[Malta]] rifiuta l'atterraggio all'[[Aeroporto di Malta|aeroporto di Luqa]] di un [[ATR 42]] della [[Libyan Airlines]] con 42 persone a bordo, tra cui [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha Gheddafi]], figlia del dittatore, con la motivazione di "non creare un precedente"; il governo del [[Libano]], inoltre, sostiene che la notte tra il 20 e il 21 febbraio sono pervenute altre richieste di asilo dalla famiglia Gheddafi, anch'esse rifiutate.<ref>{{Cita news|url=http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/390363/|titolo=Gheddafi, famiglia in fuga Ma Malta respinge la figlia|pubblicazione=LaStampa|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
 
=== Prima controffensiva del regime ===
Mentre le forze dei rivoltosi controllano ancora buona parte del paese ([[al-Sa'adi Gheddafi|al-Saʿadī Gheddafi]], secondogenito del colonnello, assicura invece che il regime controlla ancora l'85% del paese), giungendo ad assumere anche il controllo di [[Zuara]], città ad appena un centinaio di chilometri ad ovest di Tripoli, l'esercito di mercenari al soldo di Gheddafi, insieme a pezzi delle forze armate ancora fedeli al rais, lancia l'offensiva contro [[Ez Zauia]], roccaforte filo-governativa a 40 chilometri dalla capitale.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/24/tripoli-quasi-accerchiata-bombe-sulle-citta-vicine/|titolo=Tripoli quasi accerchiata. Bombe sulle città vicine|pubblicazione=Euronews|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=4 febbraio 2011}}</ref><ref name=adkroninsorsotatt>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-insorti-sotto-attacco-morti-Tra-breve-discorso-di-Gheddafi_311721116594.html|titolo=Libia, insorti sotto attacco: morti Tra breve discorso di Gheddafi|pubblicazione=Adnkronos/Ign|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref><ref name=strageazawia>{{Cita news|url=http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=150376|titolo=Strage a Zawia, Gheddafi nel bunker. Intervento umanitario UE|pubblicazione=RaiNews24|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Anche Misurata è presa di mira dalle forze lealiste che fanno ricorso massiccio ad armi pesanti e al supporto dall'aviazione militare.<ref name=adkroninsorsotatt /> Nel frattempo l'organizzazione di "[[Al-Qa'ida nel Maghreb islamico]]" interviene con un messaggio in sostegno alla rivolta del popolo libico, affermando: "Gheddafi è un assassino, sosteniamo la rivolta degli uomini liberi, nipoti di [[Omar al-Mukhtar]]".<ref name=adkroninsorsotatt />
 
Dopo gli aumenti del prezzo del petrolio dei giorni precedenti, il costo del greggio continua la sua salita, sospinta dall'incertezza e dalla caoticità della situazione nella regione nordafricana e in [[Vicino Oriente]].<ref name=strageazawia/> Il [[Fondo Monetario Internazionale]], oltretutto, rivede al rialzo le stime sui prezzi del petrolio per l'anno 2011.<ref name=strageazawia/>
 
Gheddafi tiene un nuovo discorso via telefono alla nazione. Il dittatore, ormai isolato e chiuso in un [[bunker]] sotterraneo a Tripoli accerchiato da pochi fedelissimi, accusa [[Osama bin Laden]] di "traviare i giovani" e afferma che il leader di al-Qāʿida "ha distribuito stupefacenti agli abitanti di al-Zāwiya per farli combattere contro il paese".<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/24/gheddafi-manifestanti-manipolati-da-bin-laden/|titolo=Gheddafi: “manifestanti manipolati da Bin Laden”|pubblicazione=Euronews|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Gheddafi minaccia anche di chiudere i pozzi petroliferi, paventando l'abbassamento dei "salari e degli altri redditi".<ref name=ascagheddbarric>{{Cita news|url=http://www.asca.it/copertina-LIBIA__GRAN_PARTE_DEL_PAESE_NELLE_MANI_DEI_RIBELLI__GHEDDAFI_BARRICATO_A_TRIPOLI%3Cbr%3E%3Ci%3EIl_rais____E__Al-Qaeda_che_sta_armando_i_nostri_figli__%3C_i%3E-4069.html|titolo=Libia: gran parte del paese nelle mani dei ribelli, Gheddafi barricato a Tripoli|pubblicazione=ASCA|giorno=24|mese=febbraio|anno=2011|accesso=24 febbraio 2011}}</ref>
Le città di al-Zawiya e Misurata, oggetto della controffensiva del regime in mattinata, sono al centro di aspri conflitti tra truppe ancora fedeli al rais e forze ribelli. A [[Sebha]], nel sud del paese, e a [[Sabratha]], vicino Tripoli, si registrano combattimenti che vedono gli uomini del colonnello sempre più incapaci di rintuzzare l'ondata dei rivoltosi.<ref name=ascagheddbarric />
 
All'interno della comunità internazionale si affaccia l'ipotesi di un intervento militare a carattere umanitario da parte della [[NATO]], poi smentita dal [[segretario generale della NATO]] [[Anders Fogh Rasmussen]], al termine dei colloqui avuti a [[Kiev]] con il [[Presidente dell'Ucraina|presidente ucraino]] [[Viktor Yanukovych]]<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-LIBIA__RASMUSSEN__LA_NATO_NON_HA_ALCUNA_INTENZIONE_DI_INTERVENIRE-993394-ATT-.html
|titolo=Libia:Ramussen, la NATO non ha alcuna intenzione di intervenire|pubblicazione=ASCA|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref>
L'intervento di Rasmussen arriva dopo che il leader [[cubano]] [[Fidel Castro]] aveva accusato gli [[Stati Uniti]] e le Nazioni Unite di essere pronti a invadere il paese nordafricano per difendere i propri interessi petroliferi.
 
=== I rivoltosi raggiungono i dintorni di Tripoli ===
Nella mattina del 25 febbraio, le forze dei rivoltosi conquistano definitivamente la città di Misurata.<ref name=batttrip>{{Cita news|url=http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201102251438-ipp-rt10141-libia_la_rivolta_arriva_a_tripoli_fuoco_sui_manifestanti|titolo=Scontri e morti a Tripoli, "conquistato l'aeroporto"|pubblicazione=AGI|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref> Successivamente, i rivoltosi iniziano la battaglia per Tripoli, di cui, nel pomeriggio, riescono a conquistare l'aeroporto.<ref name=batttrip /> Quando la morsa si fa più stretta sulla capitale, dove il colonnello rimane asserragliato nel suo bunker insieme ad alcuni figli, [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islam]], secondogenito del rais, riferisce in un'intervista televisiva che "il piano A è di vivere e morire in Libia, il piano B è di vivere e morire in Libia, il piano C è di vivere e morire in Libia".<ref name=batttrip />
 
Mentre nell'est del paese si festeggia il primo venerdì di preghiera a Bengasi, libera dopo oltre quarant'anni dal controllo del regime e governata da un comitato di giudici e avvocati, prosegue l'emorragia di membri dell'[[establishment]] che abbandonano il dittatore: anche il procuratore generale e uno dei più stretti collaboratori del colonnello, Ahmed Kadhaf al-Dam, si uniscono agli insorti.<ref name=batttrip /><ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/25/bengasi-in-festa-nel-venerdi-islamico/|titolo=Bengasi in festa nel venerdì islamico|pubblicazione=Euronews|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref><ref name=amortchiprotes>{{Cita news|url=http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/02/25/libia_scontri_morti_massacri_rivolta_gheddafi_misurata_assedio_tripoli.html|titolo=L'ultima minaccia di Gheddafi: "A morte chi protesta"|pubblicazione=Sky TG 24|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref>
 
Verso sera, Muʿammar Gheddafi tiene un discorso alla folla riunita nella piazza Verde di Tripoli, esortandola a prepararsi a combattere per difendere la Libia e preannunciando di essere in procinto di mettere a disposizione del popolo i depositi di armi. Il colonnello incita la (molta) gente che ancora lo sostiene affermando che è stata "la rivoluzione ad aver piegato il [[regno d'Italia]] in Libia".<ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201102251807-ipp-rt10237-gheddafi_ai_suoi_a_tripoli_pronti_a_difendere_il_paese|titolo=Gheddafi a Tripoli: "Pronti a difendere il paese"|pubblicazione=AGINews|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref>
 
Secondo il sito [[israeliano]] Debkafile, centinaia di consulenti militari [[Stati Uniti|statunitensi]], [[britannici]] e [[francesi]], inclusi agenti dei rispettivi [[servizi segreti]], raggiungono la [[Cirenaica]] per aiutare i rivoltosi.<ref name=amortchiprotes /> I consulenti, sbarcati a Bengasi e Tobruk, hanno lo scopo di organizzare i rivoltosi in unità paramilitari, addestrandoli all'uso delle armi, di preparare l'arrivo di altre unità militari e di aiutare i comitati rivoluzionari a stabilire infrastrutture governative.<ref name=amortchiprotes />
 
Secondo quanto riferisce la tv satellitare [[al Arabiya]] presente ad [[Ez Zauia]] i rivoltosi sono ormai in pieno controllo del centro della cittadina, situata nella zona occidentale della Libia, tuttavia le forze fedeli a Gheddafi la circondano ancora. Esponenti dell'opposizione libica presenti a Bengasi annunciano il [[27 febbraio]] la nascita di un [[Consiglio Nazionale Libico]], che coordinerà le attività dei gruppi di rivoltosi e governerà le aree della Libia liberate dal regime di Mu'ammar Gheddafi.<ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-23-morti-a-Misurata-Al-Zawiyah-in-mano-ai-ribelli_311733680609.html|titolo=Ventitré morti a Misurata, al-Zawiyah in mano a ribelli. A Bengasi opposizione forma il Consiglio nazionale|pubblicazione=Adnkronos/Aki|giorno=27|mese=febbraio|anno=2011|accesso=27 febbraio 2011}}</ref>
 
Il [[28 febbraio]], il [[colonnello]] Rashīd Rajab, che ha defezionato dal regime con il suo reggimento, riferisce alla stampa che sono in corso preparativi per lanciare l'attacco sulla capitale libica e che i militari e le forze dei rivoltosi dispongono di tutto l'equipaggiamento necessario, blindati e sistemi antiaerei, per sostenere un'offensiva.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/02/28/libia-militari-dissidenti-organizzano-l-attacco/|titolo=Libia, militari dissidenti organizzano l'attacco|pubblicazione=Euronews|giorno=28|mese=febbraio|anno=2011|accesso=28 febbraio 2011}}</ref>
Il colonnello conferma anche che gran parte della zona orientale fino al confine con l’[[Egitto]] è in mano ai rivoltosi.
 
La notte del [[1º marzo]], a Misurata, secondo un portavoce dei "Giovani della rivoluzione del 17 febbraio", diverse persone rimangono uccise dopo che forze fedeli a Gheddafi aprono il fuoco su un veicolo di civili.<ref>{{Cita news|url=http://www.informazione.it/a/12B44C70-8D8C-4C4A-83D0-6B8D71635639/LIBIA-TRE-MORTI-QUESTA-NOTTE-A-MISURATA|titolo=Libia: Tre morti questa notte a misurata|pubblicazione=aginews|giorno=01|mese=marzo|anno=2011|accesso=1° marzo 2011
}}</ref> Il regime intanto, che rafforza il confine con la [[Tunisia]] attuando posti di blocco per garantirsi uno sbocco per la fornitura di armi e uomini, all'inizio di marzo continua a mantenere il controllo della capitale e del circondario di Tripoli, mentre nel resto del paese non detiene più alcuna autorità e perde anche la gestione dei principali campi petroliferi libici, oltreché dei maggiori giacimenti di gas e petrolio in corso di sfruttamento.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/01/gheddafi-resiste-e-rafforza-le-truppe-alla-frontiera-con-la-tunisia/|titolo=Gheddafi resiste e rafforza le truppe alla frontiera con la Tunisia|pubblicazione=euronews|giorno=01|mese=marzo|anno=2011|accesso=1° marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/28/visualizza_new.html_1561893747.html|titolo=Libia,Ue:Gheddafi non controlla petrolio|pubblicazione=ANSA|giorno=28|mese=02|anno=2011|accesso=1º marzo 2011}}</ref>
 
=== Seconda controffensiva del regime ===
Forze fedeli al leader libico e comandate dal [[Generale|gen.]] [[Jubran Husayn al-Warfali]],<ref>Comandante di un battaglione di ''élite'' e responsabile della seconda controffensiva lealista in Cirenaica, morto poi il [[22 marzo]] [[2011]] nei pressi di Tripoli in un bombardamento NATO.</ref> <ref>[http://www.guardian.co.uk/world/blog/2011/mar/22/libya-air-strikes-live-updates Notizia comparsa sul londinese ''The Guardian'']</ref> <ref>{{Cita video|url=http://www.youtube.com/watch?v=FyvB5YVONYs&skipcontrinter=1|titolo=LVideo shock - Le truppe di Gheddafi - Report 12/06/2011 |pubblicazione=Report|giorno=12|mese=06|anno=2011|accesso=29 10 2011}}</ref> all'interno del quadro di un progetto di recupero dell'egemonia in Cirenaica, il [[2 marzo]] riprendono il controllo, sebbene solo per un breve periodo, di [[Marsa Brega|Marsa el-Brega]], città dell'est della Libia.<ref>{{Cita news|url=http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE72103920110302|titolo=Libia, forze Gheddafi riprendono controllo Brega|pubblicazione=Reuters|giorno=02|mese=03|anno=2011|accesso=02 03 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Pugno-duro-del-rais-su-Ajdabiya-e-Brega-Caccia-in-azione-morti_311743078976.html|titolo=Pugno duro del raìs su Ajdabiya e Brega. Caccia in azione: morti|pubblicazione=Adnkronos|giorno=02|mese=03|anno=2011|accesso=02 03 2011}}</ref>
 
Controffensive alle città prese dai rivoltosi da parte dei sostenitori del regime si prolungano per tutta la giornata del 2 marzo nelle città di Marsa el-Brega (al centro per tutto il giorno di aspri scontri) e ad [[Agedabia]], con l'utilizzo di mezzi pesanti tra cui [[carri armati]] e [[Aereo da caccia|caccia bombardieri]]. Il regime fa ricorso anche ai bombardamenti per riprendere la città di Brega, 700&nbsp;km a est di Tripoli, zona di impianti petrolchimici. I rivoltosi, esposti soprattutto agli attacchi dall'alto richiedono l'aiuto della comunità internazionale e l'istituzione di una ''[[zona d'interdizione al volo|no fly zone]]'' per impedire agli aerei del regime di alzarsi in volo.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/02/libia-controffensiva-delle-forze-fedeli-a-gheddafi/|titolo=Libia, controffensiva delle forze fedeli a Gheddafi|pubblicazione=Euronews|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.fanpage.it/libia-gheddafi-non-si-arrende-i-ribelli-chiederanno-aiuto-alloccidente/|titolo=Libia, Gheddafi non si arrende. I ribelli chiederanno aiuto all'occidente|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/02/libia-gheddafi-scatena-controffensiva-al-nord-est/|titolo=Libia: Gheddafi scatena controffensiva al nord est|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref>
[[File:Libya Brega rebel fighters 10 March 2011 - VOA Ittner.jpg|left|thumb|Rivoltosi libici con la bandiera del [[Consiglio nazionale di transizione]]]]
Il [[3 marzo]] si diffonde la notizia di una trattativa di pace avviata attraverso la mediazione e l'iniziativa di [[Hugo Chavez]]. Gheddafi si dice favorevole al piano, mentre il Segretario generale della [[Lega araba]], [[ʿAmr Mūsā]], afferma di prendere in esame la proposta.<ref name=ribelguardtripo>{{Cita news|url=http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE72200820110303|titolo=Libia, i ribelli guardano a Tripoli, spunta piano di pace Chávez|pubblicazione=Reuters|giorno=03|mese=marzo|anno=2011|accesso=3 marzo 2011}}</ref> Mustafa Gheryani, portavoce del [[Consiglio Nazionale Libico|Consiglio nazionale]], declina però ogni proposta di trattativa.<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/copertina-LIBIA__RICONQUISTATA_ZAWIYAH__UCCISO_LEADER_DEI_RIBELLI%3Cbr%3E%3Ci%3EAllerta_Interpol_contro_il_Rais%3C_i%3E-4101.html|titolo=Chavez: Gheddafi d'accordo con mia proposta di mediazione|pubblicazione=ASCA|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref>
[[File:Refugie Choucha Tunisia 1.JPG|thumb|Profughi provenienti dalla Libia ammassati al confine tunisino]]
I rivoltosi, intanto, respingono definitivamente l'attacco lealista al terminal petrolifero di Brega, mentre il leader libico invia minacce alle potenze straniere sul fatto che si rischierebbe un nuovo Vietnam qualora si verificasse un intervento NATO a supporto dei sediziosi.<ref name=ribelguardtripo/> Ai confini con la Tunisia, nel frattempo, da giorni si accalcano migliaia di persone, in gran parte profughi e gente in fuga dalle violenze, in attesa di poter varcare il confine.<ref name=profuconftunis>{{Cita news
|autore=RAS AJDIR|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-03/doppio-esodo-profughi-zarzis-063701.shtml?uuid=Aa75P1CD|titolo=Il doppio esodo dei profughi da Zarzis|pubblicazione=Sole24ore|giorno=03|mese=marzo|anno=2011|accesso=3 marzo 2011}}</ref>
Secondo alcune cifre, si tratterebbe di 60.000 persone. In Europa, e in [[Italia]] soprattutto, si teme l'arrivo in massa di rifugiati di nazionalità tunisina e egiziana per la maggior parte già presenti in Libia.<ref name=profuconftunis /> Per prevenire tale eventualità il governo italiano avvia una missione umanitaria in Tunisia inviandovi [[Croce Rossa]], [[Protezione civile]] e [[Vigili del fuoco]] (protetti da militari), che allestiscono un [[campo profughi]] per dare assistenza a coloro che scappano dal territorio libico.<ref name=profuconftunis>{{Cita news|autore=Ras Ajdir|url=http://www.asca.it/copertina-LIBIA__PARTE_MISSIONE_ITALIANA__IN_TUNISIA_PER_ASSISTERE_PROFUGHI%3Cbr3E%3Ci%3EMaxi_sbarco_nella_notte%3C_i%3E-4090.html|titolo=Libia: Parte missione italiana, in Tunisia per assistere profughi|pubblicazione=ASCA|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=3 marzo 2011}}</ref>
 
Il [[4 marzo]], forze fedeli al colonnello Muʿammar Gheddafi riconquistano Zawiya, città situata in posizione strategica ad appena 50 chilometri di Tripoli, anche se sacche di resistenza resistono nella città. Si continuano a registrare bombardamenti presso la base militare di [[Agedabia]] (in [[Lingua araba|arabo]] ''Aǧdābiya'') in mano ai rivoltosi, che nel frattempo riconquistano lo scalo aereo di Ra's Lanuf, uno dei principali centri petroliferi del paese.<ref>{{Cita news|url=http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE7230BH20110304?pageNumber=1&virtualBrandChannel=0|titolo=Libia, proteste a Tripoli. Forze Gheddafi sparano|pubblicazione=reuters|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103041633-ipp-rt10187-libia_gheddafi_riconquista_zawiyah_esercito_fa_una_strage|titolo=L'ESERCITO RICONQUISTA ZAWIYAH ALLERTA INTERPOL SU GHEDDAFI|pubblicazione=agi|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news
|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_04/libia-spari-tripoli-moschea-ribelli-vincere-o-morte_cfbb0cb2-465b-11e0-9838-118c1ba8bdb4.shtml|titolo=Spari a Tripoli dopo la preghiera Interpol «allertata» per Gheddafi|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news
|url=http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/03/04/libia_gheddafi_bombe_spari_tripoli_ribelli_vittoria_o_morte.html|titolo=Libia, si combatte per il controllo di Zawiya|pubblicazione=Sky TG 24|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref>
In un distretto di Tripoli, intanto, l'esercito spara contro una folla di contestatori, mentre in altre parti della capitale avvengono scontri fra manifestanti fedeli e contrari a Gheddafi. Secondo Al Jazeera, nella giornata del 4 marzo si contano almeno 50 vittime in tutto il paese.<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/03/04/visualizza_new.html_1560015981.html|titolo=Libia: scontri in tutto il Paese|pubblicazione=ANSA|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref>
 
Il [[5 marzo]], l'esercito di Gheddafi sferra l'ennesimo attacco alla città di al-Zāwiya, ricorrendo a carri armati e [[mortai]], mentre i rivoltosi continuano l'avanzata verso ovest e, dopo aver conquistato il piccolo agglomerato costiero di Ben Giawad, puntano verso [[Sirte]], città natale del leader libico.<ref>{{Cita news
|url=http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103051608-ipp-rt10055-libia_nuovo_attacco_lealisti_tank_martellano_zawiyah|titolo=LIBIA: CARRI ARMATI ENTRANO A ZAWIYAH, SPARI SULLA FOLLA|pubblicazione=Agi|giorno=05|mese=marzo|anno=2011|accesso=5 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_05/libia-scontri-onu_3050074a-46fb-11e0-b6b9-265b0f3bef10.shtml|titolo=Scontri a Zawiya, Gheddafi fa sparare con i tank sulla folla: centinaia di morti|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=05|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref>
Il giorno successivo prosegue la battaglia ad al-Zāwiya: i governativi, dopo aver bombardato con i mortai il centro cittadino, entrano al mattino nella città appoggiati dai blindati, provocando un alto numero di uccisioni che, secondo alcune fonti, sarebbero 200. L'esercito riconquista anche la zona attorno Ben Jawad<ref>{{Cita video|url=http://www.youtube.com/watch?v=FyvB5YVONYs&skipcontrinter=1|titolo=LVideo shock - Le truppe di Gheddafi - Report 12/06/2011 |pubblicazione=Report|giorno=12|mese=06|anno=2011|accesso=29 10 2011}}</ref>, rimasta scarsamente presidiata dalle forze rivoluzionarie. Nelle stesse ore la televisione di stato dirama la notizia di un accordo per la fine delle ostilità, raggiunto nella notte tra Gheddafi e i capi di alcune tribù, poi rivelatosi fasullo.<ref>{{Cita news|url=http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=150708|titolo=Gheddafi riconquista Zawiya |pubblicazione=RaiNews24|giorno=06|mese=marzo|anno=2011|accesso=6 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_06/gheddafi-libia_b55547ec-47c4-11e0-9c0b-cba0d8eea70e.shtml|titolo=«Accordo tra Gheddafi e le tribù». Battaglia a Misurata: 20 morti e 100 feriti|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=06|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.cronacalive.it/libia-forse-accordo-tra-gheddafi-e-tribu-per-stop-alle-ostilita-rais-atteso-in-tv.html|titolo=Libia, forse accordo tra Gheddafi e tribù per stop alle ostilità. Rais atteso in tv|pubblicazione=Cronache Live|giorno=06|mese=marzo|anno=2011|accesso=6 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/estero/notizie/201103061541-est-rt10022-libia_ribelli_perdono_solo_bin_jawad_attacco_lealista_a_3_centri|titolo=Libia: ribelli perdono solo Bin Jawad, attacco lealista a 3 centri|pubblicazione=agi|giorno=06|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref>
 
Raʾs Lanuf è di nuovo al centro degli attacchi aerei e terrestri dell'esercito e dell'aviazione al servizio del regime che conduce una massiccia offensiva nell'est del paese per strapparlo al controllo dei rivoltosi.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/07/a-ras-lanuf-altri-scontri-tra-forze-del-regime-e-insorti/|titolo=A Ra's Lanuf altri scontri tra forze del regime e insorti|pubblicazione=euronews|giorno=07|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE72603G20110307?pageNumber=3&virtualBrandChannel=0|titolo=Libia, ancora scontri. Obama: NATO valuta opzioni militari|pubblicazione=reuters|giorno=07|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref>
Bombardamenti si verificano anche ad [[Agedabia]], una delle principali località della Cirenaica in mano ai rivoltosi.<ref>{{Cita news
|url=http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103071515-ipp-rt10155-libia_nato_se_continuano_attacchi_non_staremo_a_guardare|titolo=OBAMA AVVERTE GHEDDAFI, "LA NATO PRONTA A INTERVENIRE"|pubblicazione=agi|giorno=07|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref> L'[[8 marzo]] al-Zawiya è di nuovo attaccata dalle forze armate rimaste fedeli al colonnello Gheddafi, mentre Raʾs Lanuf in mattinata è raggiunta da quattro raid aerei e [[al-Zintan]] è posta sotto assedio dai governativi. A Ben Jawad intanto la popolazione è alle prese con le conseguenze della battaglia dei giorni precedenti. In totale, secondo stime delle organizzazioni umanitarie, 200.000 persone sono state obbligate a mettersi in salvo dalle violenze.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/08/si-spara-ancora-in-libia-scontri-attorno-a-diverse-citta/|titolo=Si spara ancora in Libia. Scontri attorno a diverse città|pubblicazione=euronews|giorno=08|mese=marzo|anno=2011|accesso=8 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/03/08/libia_gheddafi_trattative_insorti_ribelli_tripoli_guerriglia.html|titolo=Libia, l'ultimatum dei ribelli: Gheddafi lasci entro 72 ore|pubblicazione=Sky TG 24|giorno=08|mese=marzo|anno=2011|accesso=8 marzo 2011}}</ref>
 
==== Proposta di via d'uscita a Gheddafi ====
L'[[8 marzo]] i rivoltosi propongono a Gheddafi di lasciare il potere entro 72 ore in cambio dell'improcedibilità al processo che potrebbe vedere il dittatore imputato per crimini contro l'umanità.<ref>{{Cita news|url=http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/03/09/libia_scontri_muammar_gheddafi_intervista_complotto_colonialista_occidente.html|titolo=Al Jazeera: Gheddafi in fuga|pubblicazione=Sky TG 24|giorno=08|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref> Il giorno dopo, mentre Gheddafi interviene sulla tv nazionale lasciando presagire un allargamento del caos "a tutta la regione, fino a Israele, qualora l'organizzazione terroristica di Bin Laden dovesse conquistare la Libia", Zawiya capitola di fronte all'imponente schieramento di forze governative, che entrano nella città impiegando una cinquantina di carri armati. A Misurata, invece, l'esercito di Gheddafi avanza, ma i rivoltosi oppongono una forte resistenza; a [[Ras Lanuf]] e [[Ben Giauad|Ben Giawad]] la battaglia infuria ancora.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/09/libia-forze-gheddafi-attaccano-a-ras-lanuf-e-a-zawiya/|titolo=Libia: forze Gheddafi attaccano a Ras Lanuf e a Zawiya|pubblicazione=euronews|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Paolo Stella|url=http://tg.la7.it/esteri/video-i392348|titolo=GHEDDAFI CONTRO TUTTI. DELIRIO IN TV. VOCI DI FUGA ALL'ESTERO|pubblicazione=tgla7|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref> Nel corso dei bombardamenti a [[Ras Lanuf]] vengono colpiti i depositi di greggio, mentre la raffineria di Zawiya chiude per l'intensificarsi della battaglia.<ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/09/libia-colpite-le-infrastrutture-petrolifere/|titolo=Libia: colpite le infrastrutture petrolifere|pubblicazione=euronews|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref> Dallo scoppio della rivolta in Libia la produzione petrolifera si riduce a meno di un terzo, dai precedenti 1,6 milioni di barili al giorno a 500.000.<ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201103092140-ene-rom0126-libia_produzione_petrolio_ridotta_ad_1_3|titolo=LIBIA: PRODUZIONE PETROLIO RIDOTTA AD 1/3|pubblicazione=agi|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref>
 
=== Ripiegamento dei rivoltosi e arretramento del fronte ===
[[File:Golfe de Syrte 2011.svg|400px|thumb|Il Golfo di Sirte, ormai completamente in possesso del CNT.]]
Per la prima volta dall'esplosione della rivolta il fronte dei rivoltosi si ritira e cede terreno all'esercito governativo. Le truppe di Gheddafi conquistano nuovamente al-Zawiya, mentre avanzano sempre più risolutamente verso [[Ras Lanuf]], dal cui controllo dipende la generale tenuta del baluardo anti governativo.<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/copertina-LIBIA__GHEDDAFI_RIPRENDE_IL_CONTROLLO_DI_ZAWIYAH%3Cbr%3E%3Ci%3EE_la_Nato_decide_di_inviare_piu__navi%3C_i%3E-4122.html|titolo=LIBIA: GHEDDAFI RIPRENDE IL CONTROLLO DI ZAWIYAH|pubblicazione=ASCA|giorno=10|mese=marzo|anno=2011|accesso=10 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/10/libia-la-controffensiva-delle-forze-fedeli-a-gheddafi/|titolo=Libia: la controffensiva delle forze fedeli a Gheddafi|pubblicazione=euronews|giorno=10|mese=marzo|anno=2011|accesso=10 marzo 2011}}</ref>
Il [[10 marzo]] le forze aeree governative bombardano la città di Brega e le postazioni degli insorti situate nella città petrolifera di [[Ras Lanuf]].<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-Medvedev-chiude-a-Gheddafi-Mosca-blocca-la-vendita-delle-armi-a-Tripoli_311772906226.html</ref> Il [[15 marzo]] le brigate fedeli a Muʿammar Gheddafi entrano in mattinata nel centro della città di Zuwara, in Tripolitania, a pochi chilometri dal confine con la Tunisia, mentre raid aerei dei caccia libici vengono eseguiti in contemporanea su [[Agedabia]], nella Cirenaica, e combattimenti continuano a svolgersi a Brega.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-truppe-Gheddafi-entrano-nel-centro-di-Zuara_311790938972.html</ref><ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-raid-aerei-su-Ajdabiya-si-combatte-ancora-a-Brega_311787065687.html</ref>
 
Il [[17 marzo]] la zona dell'[[aeroporto di Bengasi]], capitale della rivolta, è soggetta ad attacchi aerei, mentre continui bombardamenti aerei avvengono anche su Agedabia. Il fronte delle forze fedeli a Gheddafi guadagna un significativo vantaggio e si appresta a sferrare l'attacco decisivo su Misurata e la stessa Bengasi, unici grossi centri ancora nelle mani dei rivoluzionari.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-raid-aerei-sullaeroporto-di-Bengasi-Gheddafi-verso-battaglia-finale-a-Misurata_311799108412.html</ref> Il [[18 marzo]] Misurata è oggetto di pesanti bombardamenti da parte dell'aviazione libica.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-ribelli-forze-Gheddafi-bombardano-Misurata_311802323609.html</ref>
 
Lo stesso giorno [[al-Zintan]] e [[Nalut]], in Tripolitania, tra le prime ad essere state occupate dai rivoltosi il mese precedente, finiscono nella mani di Gheddafi.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-al-Arabiya-truppe-Gheddafi-entrate-ad-al-Zintan-e-Nalut_311802956989.html</ref> Al Arabiya annuncia nelle stesse ore che carri armati di Mu'ammar Gheddafi avanzano verso il centro di Misurata.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-ribelli-truppe-Gheddafi-avanzano-verso-Misurata-4-morti-e-70-feriti_311802956833.html</ref> Nonostante la dichiarazione di "cessate il fuoco", seguita alla decisione dell'intervento armato ai danni di Gheddafi da parte dell'ONU, le forze del colonnello riprendono gli attacchi contro i rivoltosi a Misurata, mentre anche ad al-Zintan e Arrujban, nella zona di [[Gebel Nefusa]], a sud di Tripoli, vengono operati indebiti attacchi dal cielo.<ref>http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-annuncia-il-cessate-il-fuoco_311802172467.html</ref>
 
Durante il mese di aprile, mentre l'intervento delle [[Nazioni Unite]] non produce un significativo arretramento della posizione dei lealisti e non sembra aver prodotto risultati rimarchevoli sotto il profilo del loro indebolimento militare e logistico, lo scontro tra l'esercito di Gheddafi (il cui potenziale, in circa un mese, è ridotto del 30-40% per effetto degli attacchi aerei delle forze armate dell'Alleanza Atlantica)<ref>http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/04/22/visualizza_new.html_898682597.html</ref> e le forze rivoluzionarie che controllano gran parte della Cirenaica raggiunge una fase di stallo. Da una parte le milizie rivoltose non riescono a guadagnare terreno nella marcia verso la Tripolitania, mentre le forze al servizio del colonnello non hanno modo di dare la spallata definitiva al nemico.<ref>{{Cita news|autore=Livio Ricciardelli|url=http://www.thepostinternazionale.it/2011/04/come-uscire-dallo-stallo-libico/|titolo=Come uscire dallo stallo libico?|pubblicazione=The Post Internazionale|data=|accesso=18 aprile 2011
}}</ref> Il 1º luglio, in un discorso tenuto a Tripoli in cui chiama a raccolta i suoi sostenitori, Gheddafi accusa nuovamente la NATO di un intervento militare mirato esclusivamente ad impadronirsi delle risorse libiche. Dal numero di sostenitori presenti nella città si comprende che il consenso popolare nei confronti di Gheddafi è tutt'altro che finito.
 
=== Avanzata dei rivoltosi ad ovest ===
[[Gheddafi]], nello stesso tempo, ha proseguito l'assedio di [[Misurata]], completamente isolata in un territorio sotto il controllo delle sue truppe, per due mesi al centro di un'aspra battaglia risoltasi a metà maggio quando i ribelli hanno cacciato definitivamente i lealisti dal centro urbano conquistando l'aeroporto e hanno così potuto attaccare le postazioni nemiche intorno l'area cittadina. Quasi contemporaneamente le forze ribelli stanziate tra le montagne a sud di [[Tripoli]] hanno occupato una vasta area sotto il controllo del regime cercando a più riprese di avvicinarsi alla capitale.<ref>http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/04/18/visualizza_new.html_900532495.html</ref> Ad agosto i ribelli sono riusciti a riconquistare la città di al-Zawiya, avanzando verso [[Tripoli]].
 
=== Battaglia per Tripoli ===
Il 20 agosto le forze anti-Gheddafi conquistarono il distretto di Tajura a est di [[Tripoli]]. Il 21 agosto i ribelli entrano a Tripoli ed affermano di aver catturato i tre dei figli di Gheddafi, Sayf al-Islam - ricercato come il padre dalla Corte penale internazionale dell’Aja per crimini contro l'umanità –, [[Saadi Gheddafi|Saadi]] e Mohammed, ma in realtà non è così, tanto che poco dopo Sayf compare in televisione acclamato dai suoi sostenitori, mentre i suoi fratelli guidano l'esercito lealista per le strade di Tripoli.<ref>http://www.cfnews13.com/article/news/ap/august/298125/Libya-rebels-capture-coastal-city-of-Zawiya</ref><ref>http://www.3news.co.nz/Heavy-gunfire-in-Tripoli-as-rebels-close-in/tabid/417/articleID/222904/Default.aspx</ref> Il 22 agosto un portavoce dei ribelli ha sostenuto che le truppe governative controllavano ancora "dal 15% a 20% della città".<ref>{{cita web|url=http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=234967|lingua=en|titolo=Il figlio di Gheddafi, Mohammed, fugge agli arresti domiciliari|editore=''The Jerusalem Post''|autore=Reuters|data=22 agosto 2011|accesso=26 agosto 2011}}</ref> Il 23 agosto i ribelli sono riusciti ad attaccare il bunker del raìs, decapitando l'imponente statua che lo raffigurava, ma del colonnello e dei suoi figli non è risultata alcuna traccia. Nonostante la crescente euforia dei ribelli, [[Mustafa Abd al-Jalil]] ha avvisato che per dichiarare conclusa la guerra è ancora presto.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/23/news/battaglia_finale_compound-20792494/|titolo=Assalto finale al bunker del raìs. Mistero su Gheddafi e o suoi figli|editore=''la Repubblica''|data=23 agosto 2011|accesso=26 agosto 2011}}</ref> Il 24 agosto il presidente del [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]] ha offerto una taglia di 1,6 milioni di dollari per la cattura o l'uccisione di Gheddafi.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/24/news/gheddafi_rapimento-italiani-20834625/|titolo=Rapiti quattro giornalisti italiani. Caccia al raìs: una taglia, vivo o morto|editore=''la Repubblica''|data=24 agosto 2011|accesso=26 agosto 2011}}</ref> Inoltre vengono rapiti quattro giornalisti italiani, liberati il giorno seguente.<ref name="25aug">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/25/news/libia-20878801/|titolo=Liberati i giornalisti italiani. ONU, via libera allo sblocco dei beni|editore=''la Repubblica''|data=25 agosto 2011|accesso=26 agosto 2011}}</ref>
 
Il 25 agosto, mentre i ribelli hanno iniziato le prime esecuzioni dei [[mercenari]] alleati al governo, sono stati sbloccati i primi fondi per la ricostruzione libica: l'ONU ha infatti donato 1,5 miliardi di dollari all'ex regime, mentre Berlusconi ha assicurato al primo ministro del CNT [[Mahmud Jibril]] che l'Italia si impegnerà ad elargire una prima tranche di 350 milioni di euro. Intanto Gheddafi è stato localizzato nella sua [[Sirte (Libia)|città natale]].<ref name="25aug"/>
 
Dopo la presa della città, per mano dei ribelli, si sono verificati episodi di stupro verso le donne di colore, lavoratrici provenienti dai paesi subsahariani che hanno trovato casa in Libia grazie alla politica delle «porte aperte» voluta da [[Mu'ammar Gheddafi]].<ref>http://www.corriere.it/esteri/11_settembre_05/africani-cacciati-dai-ribelli-Cremonesi_c9f4d84a-d7f0-11e0-af53-ed2d7e3d9e5d.shtml#.TmZz_n5dA60.facebook</ref>
 
=== Le ultime roccaforti: Sirte e Beni Ulid ===
[[File:Tripolitanian Front.svg|thumb|400px|La [[Tripolitania]], ormai completamente sotto il controllo del CNT.]]
Così il 26 agosto sono iniziati i bombardamenti NATO presso Sirte,<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/26/news/caccia_a_gheddafi_a_sirte-20917718/|titolo=Continua la caccia a Gheddafi, bombe NATO sul bunker di Sirte|editore=''la Repubblica''data=26 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref> anche se il giorno seguente è stato comunicato che delle auto blindate avevano oltrepassato il confine, in direzione di [[Algeri]].<ref name="fuga">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/27/news/gheddafi_forse_in_algeria-20942255/|titolo="Gheddafi è fuggito in Algeria"|editore=''la Repubblica''|data=27 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref> Nonostante l'iniziale smentita del CNT e di Algeri stessa,<ref name="fuga"/> il 28 agosto è stata proprio la nazione limitrofa ad annunciare che la moglie di Gheddafi, la figlia e i figli Hannibal e Mohammad, accompagnati dai loro figli, si trovano in Algeria, malgrado non vi fosse alcuna traccia del colonnello.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/29/news/l_algeria_conferma_famiglia_gheddafi_qui_ribelli_da_paese_nordafricano_atto_di_aggressione-21019785/|titolo=L'Algeria: "I Gheddafi sono qui". Per i ribelli è un atto di aggressione|editore=''la Repubblica''|data=29 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref>
 
Frattanto, sebbene Gheddafi si fosse più volte dimostrato disposto a trattare,<ref name="siarrenda">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/gheddafi-pronto_trattare-20978903/|titolo=Gheddafi ora è pronto a trattare, ma i ribelli dicono no: "Si arrenda"|editore=''la Repubblica''|data=28 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/31/news/cnt_boccia_ipotesi_invio_forza_militare_onu-21069849/|titolo=Saadi Gheddafi offre una "tregua" ai ribelli|editore=''la Repubblica''|data=31 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref> i ribelli sono sempre rimasti inflessibili,<ref name="siarrenda"/> al punto da inviare a Sirte un ultimatum con scadenza prevista per il 3 settembre, il quale proponeva la soluzione unilaterale della resa del Ra'ìs.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/30/news/libia-21038191/|titolo=Ribelli: "Sirte si arrenda entro sabato"|editore=''la Repubblica''|data=30 agosto 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref> Tuttavia, dopo l'incitamento di Gheddafi ai suoi sostenitori a "mettere la Libia a ferro e fuoco", l'ultimatum è stato prorogato di una settimana<ref name="ultimatum">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/01/news/libia_russia_riconosce_cnt-21099424/|titolo=Gheddafi: "Mettete Libia a ferro e fuoco". Conferenza internazionale su ricostruzione|editore=''la Repubblica''|data=01 settembre 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref> ed esteso alle rimanenti città lealiste: [[Beni Ulid]] (Beni Walid), Giofra e [[Sebha]].
Il 29 agosto 2011 è stato reso noto dal direttore di "[[Unicef]] Italia", [[Roberto Salvan]], l'elevato "rischio di un'epidemia sanitaria senza precedenti" nella zona circostante [[Tripoli]], la quale sarebbe dovuta alle carenze di acqua<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/08/29/visualizza_new.html_730688301.html|titolo=Libia: Unicef, a Tripoli rischio epidemia|editore=[[ANSA]]|data=29 agosto 2011|accesso=6 settembre 2011}}</ref> provocate dai bombardamenti della [[NATO]] sulle tubature dell'acquedotto libico conosciuto come [[Grande fiume artificiale]].<ref>{{cita web|http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=516574}}</ref>.
 
Il [[1º settembre]] a Parigi si è svolta un'assemblea di 63 delegazioni che ha deciso lo scongelamento immediato di beni del regime per 15 miliardi di dollari (pari a 10,5 miliardi di euro) ed ha lanciato un forte appello al CNT affinché promuova la riconciliazione nazionale.<ref name="ultimatum"/> A seguito di questa assemblea, il CNT ha assicurato una nuova [[costituzione]] entro 8 mesi, dopo la stesura della quale saranno tenute libere elezioni.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/02/news/libia_costituente-21141552/|titolo=Una roadmap per la nuova Libia: "Costituente entro 8 mesi, poi elezioni"|editore=''la Repubblica''|data=02 settembre 2011|accesso=2 settembre 2011}}</ref>
 
Intanto Bouzaid Dorda, il capo dei servizi segreti di Gheddafi, è stato arrestato, mentre [[Saadi Gheddafi]] è fuggito in [[Niger]]<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/11/news/libia_attacco-21501555/|titolo=I ribelli: "Imminente l'attacco a Sirte". Saadi Gheddafi fugge in Niger|editore=la Repubblica|data=11 settembre 2011|accesso=17 settembre 2011}}</ref> ed altri familiari in [[Algeria]], in un contesto in cui il Niger ha dichiarato di volersi adeguare alle decisioni della Corte penale internazionale, mentre l'Algeria, per riconoscere ufficialmente il CNT, è in attesa della formazione di un nuovo esecutivo libico.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/12/news/libia_ultimatum-21548141/|titolo=Continua la battaglia a Beni Ulid. Nuovo messaggio del Colonnello in tv|editore=la Repubblica|data=12 settembre 2011|accesso=17 settembre 2011}}</ref>
 
Dopo 6 giorni dalla scadenza dell'ultimatum, i ribelli riescono ad entrare a Beni Ulid, ma vengono subito respinti dalle forze armate del raìs. A Sirte, invece, i ribelli riescono a piantare la bandiera del CNT sul palazzo del governo.<ref name="bulid">{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/16/news/ribelli_libia-21745698/|titolo=Libia, i ribelli si ritirano da Beni Ulid. Sirte, bandiera Cnt sul palazzo del governo|editore=la Repubblica|data=16 settembre 2011|accesso=17 settembre 2011}}</ref> Successivamente i ribelli penetrano a fondo nel territorio lealista conquistando le roccaforti di Sebha, Hun, Adana e Ghat, strappando il deserto libico alle truppe del raìs, che rimangono asserragliate nella sola Beni Ulid e nei sobborghi di Sirte.<ref>{{cita web|url=http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-f777d595-c317-4e89-8b9f-2f2d6bca5d6d.html}}</ref>
 
=== La sconfitta delle ultime città lealiste ===
Il 10 ottobre il CNT annuncia che i due terzi della città di Sirte sono in mano ai ribelli, che tenteranno di occuparla definitivamente entro pochi giorni. Il [[17 ottobre]] Beni Ulid cade, lasciando ai gheddafiani solo alcuni rifugi situati fra le montagne intorno la città e nei pressi di [[Sirte (Libia)|Sirte]].
Il territorio libico è, alla data del [[18 ottobre]] [[2011]], completamente sotto il controllo del [[Consiglio Nazionale di Transizione]], con l'unica esclusione di piccole zone nei dintorni di [[Sirte (Libia)|Sirte]] e di [[Beni Ulid]], le quali vengono soppresse il 20 ottobre con la cattura e la morte del colonnello Gheddafi.
 
=== Morte di Gheddafi ===
Il [[20 ottobre]] [[2011]] cade, dopo un assedio di 2 mesi, la città di Sirte, nella quale [[Mu'ammar Gheddafi]], dopo aver lasciato Tripoli, si era asserragliato dal [[21 agosto ]] [[2011]].</br> [[Mu'ammar Gheddafi]], risultando vana ogni difesa, tenta di guadagnare il deserto per continuare la lotta ma il suo convoglio viene attaccato da parte di aerei francesi NATO.<ref>[http://af.reuters.com/article/topNews/idAFJOE79J09O20111020 Flash della Reuters sulla morte dei Gheddafi annunciata dal CNT]</ref><ref>http://www.unita.it/mondo/gheddafi-catturato-br-la-notizia-circola-1.344375</ref>. Raggiunto da elementi del CNT, Gheddafi viene catturato vivo ma subito linciato.<ref>http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/425808/</ref> Gli ultimi momenti di vita del Ra'is libico vegono impressi in numerosi video dei presenti all'avvenimento. Anche il figlio [[Mutassim Gheddafi]], che ha guidato militarmente la difesa di Sirte, viene fatto prigioniero da miliziani del CNT e, poco dopo, sommariamente giustiziato. Nel corso della stessa convulsa giornata trova la morte anche il Ministro della Difesa, il Gen. [[Abu Bakr Yunis Jabr]]. Trasferiti a Misurata, i corpi dei tre uomini vengono esposti al pubblico.</br>
Il Presidente del CNT [[Mustafa Abd al-Jalil]], dichiarando che [[Mu'ammar Gheddafi]] è stato, secondo la sua opinione, vittima del fuoco degli uomini della sua stessa scorta, ha annunciato una commissione indipendente che indagherà e farà, a suo dire, definitiva chiarezza sulle circostanze in cui è maturata quella morte.</br>
Nel frattempo, smentite le voci diffuse dal CNT, che lo volevano ancora una volta morto, ferito, in fuga in Niger a seconda delle circostanze [[Sayf al-Islam Gheddafi]] è succeduto al padre nella guida della resistenza nazionale libica e della Jamāhīriyya e - secondo quanto riferisce l'Agenzia di stampa russa RIA Novosti - sta raccogliendo l'adesione dei clan tribali, molto influenti nella struttura sociale libica, al fine di continuare la lotta.</br>
I ribelli hanno inoltre compiuto esecuzioni di massa verso i prigionieri di guerra e verso i civili schierati con Gheddafi (inclusi donne e bambini), sia durante sia dopo la battaglia.<ref name="telegraph_sirte">{{cite news|last=Sherlock|first=Ruth|title=Gaddafi loyalists stranded as battle for Sirte rages|url=http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/libya/8802302/Gaddafi-loyalists-stranded-as-battle-for-Sirte-rages.html|accessdate=28 October 2011|newspaper=[[The Daily Telegraph]]|date=2 October 2011}}</ref>
Il [[23 ottobre]] [[2011]] il Presidente del CNT [[Mustafa Abd al-Jalil]] dichiarava pubblicamente al mondo - raccogliendo il plauso entusiastico dell'organizzazione [[al-Qa'ida]] - che la [[shari'a]] (la legge islamica) sarà la fonte fondamentale della Costituzione della nuova Libia, spingendosi, in questo campo, molto più in là sia di [[Hamid Karzai]] in Afghanistan che di [[Ahmed Sheikh Sharif]] in Somalia, i quali hanno sempre affermato che la sharia è la fonte principale della loro legislazione, ma hanno anche lasciato intendere che accanto ad essa c'erano anche altre fonti legislative. Il clero ha negato i funerali religiosi a [[Mu'ammar Gheddafi]] bollandolo come miscredente, e i corpi di Mu'ammar e di [[Mutassim Gheddafi|Mutassim]] sono stati sepolti in locazione segreta<ref>http://www.guardian.co.uk/world/2011/oct/25/muammar-gaddafi-buried-libya</ref>. [[Sayf al-Islam Gheddafi]], a mezzo della Tv siriana ''al-Ra'i'' ("L'opinione"), in un breve messaggio audio rivolto al CNT ha dichiarato : "Io vi dico, andate all'inferno, voi e la NATO dietro di voi. Questo è il nostro Paese, noi ci viviamo, ci moriamo e stiamo continuando a combattere".</br>
 
== Reazioni internazionali ==
{{vedi anche|Risoluzione 1970 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite}}
La risposta violenta alla rivolta civile da parte di Gheddafi è stata duramente condannata dalla [[Diritto internazionale|comunità internazionale]]. Il regime di Muʿammar Gheddafi perde l'appoggio di alcuni dei suoi più importanti diplomatici libici in Europa e nel mondo, tra cui l'[[ambasciatore]] in Italia, gli ambasciatori a [[Parigi]], [[Londra]], [[Madrid]] e [[Berlino]] e i diplomatici presso l'[[Unesco]] e l'[[ONU]].<ref name=amortchiprotes/><ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_25/libia-scontri_7366132e-40a9-11e0-a0e9-e3433e14003f.shtml|titolo=Gheddafi in piazza a Tripoli: «Difendete il paese»|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref>
 
La maggior parte degli stati [[occidente|occidentali]] condanna gli avvenimenti e le minacce di chiudere i [[Pompa petrolifera|pozzi di petrolio]], anche se nessuno interviene ufficialmente. L'[[Unione europea|UE]] procede intanto all'attuazione di [[Sanzione|sanzioni]] contro la Libia di Gheddafi.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-23/presidente-parlamento-libico-tutto-100024.shtml|titolo=In Libia diecimila morti. Obama: «Violenza mostruosa, i responsabili dovranno rispondere»|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=23|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201102251704-est-rom0082-libia_ue_accordo_embargo_armi_e_congelamento_beni|titolo=Libia: UE, accordo embargo armi e congelamento beni|pubblicazione=Aginews|giorno=25|mese=febbraio|anno=2011|accesso=25 febbraio 2011}}</ref> Il 26 febbraio il [[presidente degli Stati Uniti d'America]] [[Barack Obama]] firma una serie di sanzioni contro la Libia, tra cui il congelamento dei beni di Muʿammar Gheddafi e dei suoi familiari.<ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201102251704-est-rom0082-libia_ue_accordo_embargo_armi_e_congelamento_beni|titolo=Libia: Usa da' via libera a sanzioni|pubblicazione=ANSA|giorno=26|mese=febbraio|anno=2011|accesso=27 febbraio 2011}}</ref>
 
L'Unione europea infine il [[28 febbraio]] decide le sanzioni contro il regime di Gheddafi: il [[Consiglio europeo]], attraverso i ministri dell'Energia dei 27 stati membri, approva l'[[embargo]] sulle armi stabilito dalla risoluzione ONU del 26 febbraio, aggiungendo anche l'embargo su tutti quegli strumenti che il regime potrebbe utilizzare nella repressione della rivolta in Libia. Inoltre, il Consiglio aggiunge il congelamento dei beni e restrizioni sui visti per lo stesso leader Gheddafi e 25 dei suoi familiari e persone della cerchia.<ref>{{Cita news|url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201102281441-est-rom0051-libia_ue_decise_sanzioni_contro_regime_gheddafi|titolo=LIBIA: UE, DECISE SANZIONI CONTRO REGIME GHEDDAFI|pubblicazione=AGINews|giorno=28|mese=febbraio|anno=2011|accesso=28 febbraio 2011}}</ref>
 
Intanto le marine di numerosi stati, tra cui gli [[USA]] e [[Regno Unito]], si posizionano nel [[Mediterraneo]] nell'eventualità di un attacco. Gli Stati Uniti studiano un piano d'azione per intervenire, valutando la possibilità di un attacco preventivo per neutralizzare le postazioni [[Armi contraerei|contraeree]]. In caso venga dichiarata una ''[[zona d'interdizione al volo|no-fly zone]]'' sui cieli libici si predispone la portaerei ''[[USS Enterprise (CVN-65)|Enterprise]]'' con il probabile appoggio della stessa [[Marina Militare|marina italiana]]. Il [[ministro della Difesa]] [[Ignazio La Russa|La Russa]] dichiara che potrebbe essere utilizzata la stessa [[Sicilia]] come punto strategico per far rispettare l'[[embargo]].<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_02/sistema-difesa-libia-guido-olimpio_1d2c8cca-44a2-11e0-9331-d6a950f4a7ad.shtml|titolo=E gli Usa valutano la consistenza dello scudo missilistico di Gheddafi|pubblicazione=Corrieri della Sera|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-LIBIA__GRANDI_MANOVRE_NAVI_USA_E_GRAN_BRETAGNA_NEL_MEDITERRANEO-995339-ORA-.html|titolo=Libia: grandi manovre, navi USA e Gran Bretagna nel mediterraneo|pubblicazione=ASCA|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://oltrelostretto.blogsicilia.it/libia-venti-di-guerra-nel-mediterraneo/33143/|titolo=Libia, venti di guerra nel Mediterraneo|pubblicazione=BlogSicilia|giorno=02|mese=marzo|anno=2011|accesso=2 marzo 2011}}</ref>
 
Il procuratore [[Luis Moreno-Ocampo]] della [[Corte Penale Internazionale]] annuncia l'apertura di un'[[inchiesta]] per crimini contro l'umanità in Libia, mentre Barack Obama sostiene di prendere in considerazione l'opzione militare affermando che "ciò di cui voglio essere sicuro è che gli Stati Uniti abbiano una piena capacità di azione, potenzialmente rapida, se la situazione dovesse degenerare in modo da scatenare una crisi umanitaria".<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_03/libia-bombardaento-brega-resistenza-gheddafi_e56d7e20-4573-11e0-be93-d37b38d5ef64.shtml
|titolo=«Sono disgustato, Gheddafi se ne vada»|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=03|mese=marzo|anno=2011|accesso=3 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20110303_video_17113595.shtml|titolo=Libia, Corte penale Aja apre inchiesta per crimini contro umanità|pubblicazione=TM news|giorno=03|mese=marzo|anno=2011|accesso=3 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://it.euronews.net/2011/03/04/libia-l-opzione-militare-resta-sul-tavolo/|titolo=Libia, l’opzione militare resta sul tavolo|pubblicazione=euronews|giorno=04|mese=marzo|anno=2011|accesso=4 marzo 2011}}</ref>
L'[[Interpol]] diffonde un'allerta internazionale a tutte le [[Polizia|polizie mondiali]] per facilitare le operazioni della Corte Penale Internazionale e l'attuazione delle sanzioni ONU.<ref>{{Cita news|url=http://www.infooggi.it/articolo/la-battaglia-per-rovesciare-il-regime-non-si-ferma-allerta-dell-interpool-per-gheddafi/10668/|titolo=La battaglia per rovesciare il regime non si ferma. Allerta dell'Interpool per Gheddafi.|pubblicazione=info OGGI|giorno=05|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-04/ancora-bombe-brega-ribelli-091728.shtml|titolo=Libia nel caos. I ribelli controllano Brega. Allerta Interpol su Gheddafi. Napolitano: si fermi la violenza|pubblicazione=Il Sole 24ore|giorno=05|mese=marzo|anno=2011|accesso=7 marzo 2011}}</ref>
 
Il [[9 marzo]] proseguono le pressioni di Francia, Regno Unito e Stati Uniti sull'ONU per l'attuazione di una zona di divieto di sorvolo sui cieli libici.<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-LIBIA__CLINTON__DECISIONE_SU__NO-FLY_ZONE__SPETTA_A_ONU_E_NON_AGLI_USA-997108-BRK-.html|titolo=LIBIA: CLINTON, DECISIONE SU 'NO-FLY ZONE' SPETTA A ONU E NON AGLI USA|pubblicazione=ASCA|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref>
Il vicepresidente Usa, [[Joe Biden]], giunge a [[Mosca]] allo scopo di persuadere la [[Russia]], contraria ad un attacco contro Gheddafi, a dare il consenso alla realizzazione della ''no-fly zone'', che richiederebbe il ricorso allo stato di guerra contro Tripoli, primo passo informale verso l'apertura di un fronte di terra con l'obiettivo di sostenere i rivoltosi libici e disarcionare Gheddafi.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-09/gheddafi-accusa-occidente-complotto-084354.shtml?uuid=AaaKJeED|titolo=Gheddafi invia uomo al Cairo per Lega araba, Obama e Cameron preparano la no-fly zone|pubblicazione=ilsole240re|giorno=09|mese=marzo|anno=2011|accesso=9 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://temi.repubblica.it/limes/la-trappola-dellintervento/21172|titolo=La trappola dell’intervento|pubblicazione=Limes|giorno=08|mese=marzo|anno=2011|accesso=8 marzo 2011}}</ref>
 
[[File:110319-N-XO436-138.jpg|thumb|Il lancio di un [[missile da crociera|missile]] ''[[BGM-109 Tomahawk|Tomahawk]]'' verso la Libia dalla [[USS Barry (DDG 52)|USS Barry]], nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2011]]
 
== Intervento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite ==
{{vedi anche|Intervento militare in Libia nel 2011|Risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite}}
[[File:Coalition action against Libya.svg|thumb|left|Mappa delle principali basi aeree usate per gli attacchi]]
Il 17 marzo il [[consiglio di sicurezza dell'ONU]] discute una seconda proposta di no-fly zone, avanzata dalla [[Francia]], che viene approvata a tarda sera<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_17/onu-risoluzione-intervento-libia_3ba1922a-50ac-11e0-9bca-0ee66c45c808.shtml|titolo=ONU: sì all'uso della forza contro Gheddafi. Juppé detta i tempi: «questione di ore»|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=18|mese=marzo|anno=2011|accesso=18 marzo 2011}}</ref>.
La [[risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], che chiede "un immediato [[cessate il fuoco]]", autorizza la [[comunità internazionale]] ad istituire una [[zona d'interdizione al volo]] in [[Libia]] e a utilizzare tutti i mezzi necessari per proteggere i civili ed imporre un cessate il fuoco forzoso,<ref name=risolonu>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/19/la-risoluzione-dellonu-contro-il-regime-libico/98779/ La risoluzione dell'ONU contro il regime libico], ''[[Il fatto quotidiano]]'', 19 marzo 2011</ref> ad esclusione di qualsiasi azione che comporti la presenza di una "forza occupante".
 
=== Operazioni militari ===
Il 19 marzo, a seguito del proseguimento delle operazioni militari libiche contro gli insorti e in ottemperanza alla risoluzione ONU, la [[Francia]] avvia l'[[operazione Harmattan]] con le [[Aereo da ricognizione|ricognizioni aeree]] dello spazio aereo libico da parte dei caccia [[Rafale]], [[Mirage 2000|Mirage 2000-D]] e Mirage 2000-5<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_19/vertice-parigi-libia_61f4b144-5225-11e0-a034-1db210fa1eaf.shtml|titolo=Da Parigi via libera all'attacco «Ma Gheddafi può evitare il peggio»|pubblicazione=Corriere della sera|giorno=19|mese=marzo|anno=2011|accesso=19 marzo 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/19/news/libia_vertice_parigi-13829939/?ref=HREA-1|titolo=Da Parigi via libera all'attacco Sarkozy: "Gheddafi non ci ha ascoltati"|pubblicazione=la Repubblica|giorno=19|mese=marzo|anno=2011|accesso=19 marzo 2011}}</ref> che successivamente, alle 17:45 circa (ora di Parigi), eseguono un attacco contro le forze lealiste al regime di [[Mu'ammar Gheddafi]] colpendo mezzi corazzati dell'[[esercito libico]]<ref>Corriere della Sera on-line, ''[http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_19/libia-bengasi-gheddafi-bombardamenti_e5fefcf6-51f8-11e0-a034-1db210fa1eaf.shtml Raid dei caccia francesi attorno a Bengasi. Migliaia di civili in fuga dalla città. Il colonnello nega l'attacco e dice a Obama: i libici moriranno per me]'', edizione del 19 marzo 2011.</ref> nelle zone attorno la città di [[Bengasi]]. L'attacco è seguito, qualche ora più tardi, dal lancio di 112 [[missili da crociera]] tipo ''[[BGM-109 Tomahawk|Tomahawk]]'' da parte di 25 unità navali e [[sommergibili]] statunitensi e britannici, dispiegatesi per l'[[operazione Odyssey Dawn]].<ref>Letteralmente "Alba dell'odissea", ma tradotta dai media in lingua italiana come "Odissea all'alba"; {{Cita news|autore=|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-19/1745-iniziano-operazioni-militari-184519_PRN.shtml|titolo=Operazione Odissea all'alba in Libia - Raid francesi e britannici, missili americani - Le forze di Gheddafi|pubblicazione=Il Sole 24 Ore|giorno=19|mese=marzo|anno=2011|accesso=19 marzo 2011}}</ref>
 
Nella notte tra il 19 e il 20 marzo la [[Royal Air Force|RAF]] impiega i missili del tipo [[SCALP]] (''Storm Shadow'') su obbiettivi militari libici, lanciati da aerei [[Panavia Tornado|Tornado GR4]], decollati dalla base RAF di [[Norfolk]] ([[operazione Ellamy]]).<ref>{{Cita news|url=http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/africaandindianocean/libya/8393514/Tornados-and-Tomohawks-begin-Libya-bombardment.html|titolo=RAF Tornado jets join Libya operations|pubblicazione=Telegraph|giorno=20|mese=marzo|anno=2011|accesso=20 marzo 2011}}</ref>
 
Tra i mezzi messi a disposizione per operazioni risultano anche velivoli delle forze aeree [[Aeronautica Militare|italiane]], [[Kongelige Norske Luftforsvaret|norvegesi]], [[Al-Quwwat al-Jawiyya al-Sultaniyya al-'Umaniyya|omanite]], [[Flyvevåbnet|danesi]] e [[Ejército del Aire|spagnole]] (i Paesi della c.d. '''coalizione''' partecipanti alla missione ''Odissea all'Alba'') che però nelle prime fasi, fino al 27 marzo, non hanno effettuato in modo comprovato operazioni con l'uso attivo di missili o bombe. I loro schieramenti sono mostrati nel paragrafo successivo con i relativi riferimenti esterni. L'Italia ha partecipato inizialmente con la messa a disposizione delle basi aeronautiche di Trapani-Birgi (che hanno provocato la chiusura dell'aeroporto civile che utilizza le stesse piste) al Regno Unito e agli Stati Uniti; di Sigonella ([[Provincia di Catania|CT]]) alla Danimarca, e altre basi, in seguito alla partecipazione diretta dei propri aerei alle operazioni di attacco al suolo contro obbiettivi militari libici.
 
== Note ==
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
* <cite id=Limes2011> </cite>{{cita libro|cognome=Limes|titolo=Il grande tsunami|data=2011|editore=[[Gruppo Editoriale L'Espresso|Gruppo Editoriale l'Espresso]]|città=Roma|lingua=|id={{NoISBN}}}}
 
== Voci correlate ==
* [[Libia]]
* [[Consiglio nazionale di transizione]]
* [[Esercito Nazionale di Liberazione Libico]]
* [[Intervento militare in Libia nel 2011‎]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{interprogetto|q=Sommosse popolari in Libia del 2011|commons=Category:2011 Libyan civil war}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://temi.repubblica.it/limes/libia-la-rivolta-delle-tribu/20802 Libia: la rivolta delle tribù]
 
{{Comuni del dipartimento di Vichada}}
{{Proteste in Nordafrica e Medio Oriente del 2010-2011}}
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[[en:2011 Libyan civil war]]
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[[fr:Guerre civile libyenne de 2011]]
[[gl:Libia - ليبيا#Protestas en contra do Goberno en 2011]]
[[he:ההתקוממות בלוב (2011)]]
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[[ms:Perang saudara Libya 2011]]
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[[vi:Nội chiến Libya 2011]]
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