Maratea e Museo di merceologia: differenze tra le pagine

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#REDIRECT [[Polo museale Sapienza#Museo Merceologico]]
{{Divisione amministrativa
|Nome=Maratea
|Panorama=Maratea05.jpg
|Didascalia=
|Bandiera=Maratea-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Maratea-Stemma.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1=Basilicata
|Divisione amm grado 2=Potenza
|Amministratore locale=Domenico Cipolla<ref name=elezione2>{{cita web|url=http://www.comune.maratea.pz.it/pagina1521_sindaco.html|titolo=Sindaco - Comune di Maratea|accesso=10 marzo 2014}}</ref><ref name=elezione>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/static/speciale/2014/elezioni/comunali/maratea.html|titolo=Comune di Maratea - Basilicata - Elezioni Comunali - 25 maggio 2014 - la Repubblica.it|accesso=26 giugno 2014}}</ref>
|Partito=[[lista civica]] Maratea viva<ref name=elezione/>
|Data elezione=25-5-2014<ref name=elezione/>
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Superficie=67.84
|Note superficie=
|Abitanti=5133
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2016gen/index.html|titolo=Bilancio demografico (provvisorio)|autore=ISTAT|anno=2016}}
|Aggiornamento abitanti=31-3-2016
|Sottodivisioni=[[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], [[Brefaro]], [[Castrocucco]], [[Cersuta]], [[Fiumicello-Santavenere]], [[Marina di Maratea|Marina]], [[Massa (Maratea)|Massa]], [[Porto (Maratea)|Porto]], [[Santa Caterina (Maratea)|Santa Caterina]]<ref>[http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90007TE5&v=1UH07B07TE50000 dati Istat 2001]</ref>
|Divisioni confinanti=[[Rivello]], [[Sapri]] (SA), [[Tortora (Italia)|Tortora]] (CS), [[Trecchina]]<ref>[http://www.pcn.minambiente.it/viewer_33/viewer.htm?service=comuni_f33&box=554571.7887114643:4419260.745518366:567848.775072904:4434297.263798653 dati del ministero dell'ambiente]</ref>
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=1325
|Nome abitanti=marateoti o marateesi<ref name=review>{{cita web|http://www.comuni-italiani.it/076/044/index.html/|Maratea (PZ), Comuni-italiani.it20 luglio 2012}}</ref>
|Patrono=[[San Biagio vescovo e martire|san Biagio]]<ref name=review/>
|Festivo=dal primo [[sabato]] alla seconda [[domenica]] di maggio<ref name=review/>
|PIL=
|PIL procapite=
|Soprannome= ''la Perla del [[Mare Tirreno|Tirreno]]''<ref name="italiaviaggi.biz">{{cita web|url=http://www.italiaviaggi.biz/maratea-la-perla-del-tirreno.html|titolo=Maratea, la Perla del Tirreno di GranTourItalia | Italia Viaggi|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><ref name="viaggi.virgilio.it">{{cita web|url=http://viaggi.virgilio.it/reportage/europa/italia/maratea-perla-tirreno-basilicata.html|titolo=Maratea, la perla del Tirreno - Italia - Europa - Virgilio Viaggi|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><ref name="basilicatanet.com">{{cita web|url=http://www.basilicatanet.com/ita/web/item.asp?nav=maratea|titolo=Maratea - basilicatanet.com|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><ref name="slowtourismclub.eu">{{cita web|url=http://www.slowtourismclub.eu/main/index.php?option=com_content&view=article&id=190%3Amaratea-perla-del-tirreno-&catid=74%3Aeventi-basilicata&Itemid=132&lang=it|titolo=Maratea. Perla del Tirreno|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><ref name="basilicatavacanze.com">{{cita web|url=http://www.basilicatavacanze.com/l-incantevole-maratea-pz-la-perla-del-tirreno/|titolo=L'incantevole Maratea (PZ): la perla del Tirreno | Basilicata Vacanze|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><ref name="247.libero.it">{{cita web|url=http://247.libero.it/focus/25508065/12/maratea-la-perla-del-tirreno/|titolo=Maratea, la perla del Tirreno - Virgilio - Viaggi - Libero 24x7|accesso=20 luglio 2013, 15:14 (CEST)}}</ref><br />
''la città delle 44 chiese''<ref name="italiamisteriosa.it">{{cita web|url=http://www.italiamisteriosa.it/maratea-citta-delle-44-chiese.html|titolo=Maratea città delle 44 chiese|accesso=20 luglio 2013, 15:54 (CEST)}}</ref><ref name="aptbasilicata.it">{{cita web|url=http://www.aptbasilicata.it/Le-44-chiese.503.0.html|titolo=APT Basilicata: Le 44 chiese|accesso=20 luglio 2013, 15:54 (CEST)}}</ref><ref name="luoghimisteriosi.it">{{cita web|url=http://www.luoghimisteriosi.it/basilicata/marateasanvito.html#chiese|titolo=MARATEA (PZ) - CHIESA DI SAN VITO - TEMPLARI A MARATEA?|accesso=20 luglio 2013, 15:54 (CEST)}}</ref><ref name="palermomania.it">{{cita web|url=http://www.palermomania.it/news.php?id=31490|titolo=Vacanze nella “città delle 44 chiese” tra mare cristallino e feste tradizionali. Maratea: mare, arte e antiche tradizioni articolo di -Palermomania.it il giornale di Palermo a 360° - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Palermo n° 15 Del 27/04/2011|accesso=20 luglio 2013, 15:56 (CEST)}}</ref>
|Motto=
|Mappa=Map of comune of Maratea (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Maratea all'interno della provincia di Potenza
}}
 
'''Maratea''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[maraˈtɛa]}}<ref name="dipionline.it">{{cita web|url=http://www.dipionline.it/dizionario/|titolo=DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana|accesso=29 marzo 2013, 14:55 (CET)}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=37667&r=129148|titolo=Dizionario di ortografia e di pronunzia|accesso=14 luglio 2013, 23:33 (CEST)}}</ref>, ''Marathia'' in [[dialetto di Maratea|dialetto marateota]], {{IPA|[maraˈtia]}}<ref name="dipionline.it"/>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:5133}} [[abitanti]]<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Potenza]], unico della [[Basilicata]] ad affacciarsi sul [[Mare Tirreno|Mar Tirreno]].
 
Per i suoi pittoreschi paesaggi costieri e montani, e per le peculiarità artistiche e storiche, Maratea è una delle principali mete turistiche della regione, tanto da essere conosciuta anche come "la Perla del [[Mare Tirreno|Tirreno]]"<ref name="italiaviaggi.biz"/><ref name="viaggi.virgilio.it"/><ref name="basilicatanet.com"/><ref name="slowtourismclub.eu"/><ref name="basilicatavacanze.com"/><ref name="247.libero.it"/>.
 
Viene anche chiamata "la città delle 44 chiese"<ref name="italiamisteriosa.it"/><ref name="aptbasilicata.it"/><ref name="luoghimisteriosi.it"/><ref name="palermomania.it"/> per le sue numerose chiese, cappelle e monasteri, costruite in epoche e stili diversi, molte delle quali rappresentano un notevole patrimonio artistico-religioso.
 
Il 10 dicembre [[1990]] il [[presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]] ha insignito il comune di Maratea con il titolo onorifico di "[[Città d'Italia|Città]]",<ref>Decreto n. 6529 del 10/12/1990.</ref> titolo che la cittadina già vantava dal [[1531]] per decreto di [[Carlo V d'Asburgo]].
 
== Geografia fisica ==
{{Citazione|Forse in Italia non c'è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene. La separa da una catena dolomitica, tutta rocce color carnicino, punteggiata di villaggi semiabbandonati, di castelli diruti e antiche torri saracene, un declivio boscoso rotto da fiumiciattoli e torrenti e sepolto sotto le fronde dei lecci e dei castagni.|[[Indro Montanelli]]<ref>articolo sul ''[[Corriere della Sera]]'' del 4 ottobre [[1957]]</ref>}}
 
[[File:Infreschidamaratea.jpg|right||thumb|I|Tramonto invernale sul [[golfo di Policastro]] visto da Maratea, con l'abitato di [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello]] e un tratto della costa in basso.]]
Unico comune della provincia ad affacciarsi sul mare, si estende per circa 32 [[Chilometro|km]] sul [[Mar Tirreno]]. La sua costa, incastonata in una singolare posizione geografica ed ambientale, è variegata di insenature e grotte, scogli e secche.
 
Numerose e caratteristiche le spiagge costiere, di fronte ad una delle quali emerge l'[[isola di Santo Janni]].
 
Degni di attenzione sono i fondali e le 131 [[grotta|grotte]] marine e terrestri, delle quali alcune hanno restituito fossili e reperti preistorici. Su tutte spicca la ''[[Grotta di Marina di Maratea|Grotta di Marina]]'' con [[stalattiti]] e [[stalagmiti]].
 
In più, le montagne dell'entroterra, arrivando con i loro costoni direttamente sul mare, creano un forte contrasto visivo di mare e monti, che dà vita a pittoreschi panorami e scorci visivi.
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità medio-alta),<ref>[http://www.regione.basilicata.it/dipinfrastrutture/default.cfm?fuseaction=doc&dir=342&doc=360&link= Classificazione sismica dei comuni lucani]</ref> Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
 
=== Geologia e morfologia ===
[[File:Costamarateamarina2.JPG|thumb|upright=1.6|left|Il caratteristico contrasto di mari e monti visto da [[Marina di Maratea|Marina]]. Si distingue, al largo, l'[[isola di Santo Janni]].]]
La [[storia della geologia]] del territorio di Maratea è iniziata durante l'[[Anisico]] e il [[Miocene|Miocene inferiore]].
Esso evidenzia diverse zone, che si sono succedute attraverso episodi di metamorfismo durante l'Appiano; i cui depositi terrigeni più antichi si presentano fortemente [[tettonica|tettonizzati]]. Questa conformazione si è originata tra il [[Langhiano]] ed il [[Tortoniano]] e ha interessato i depositi accostandoli, sovrapponendoli ed elevandoli sino alla formazione della dorsale carbonatica che caratterizza l'area.
 
I depositi presso la [[costa]] sono formati da [[calcilutiti]], [[calcareniti]] grigie e brune con [[marna (roccia)|marne]], e [[calcari]] conglomeratici.
 
La dorsale è allungata in direzione appenninica, da nord-ovest a sud-est, delimitata verso il [[mare]] e verso l'interno da versanti ripidi che dalla costa si innalzano sino a raggiungere i 1505 metri con il [[Coccovello|monte Coccovello]].<ref name="verrascina1">Rocco Verrascina, ''La vita sui fondali della costa di Maratea''. Leggi qui [http://www.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/BRN4&96/7%20%20Pesce-Santoro.pdf]</ref>
 
=== Orografia ===
La gran parte del territorio di Maratea è costituito da montagne e colline, essendo l'unica zona [[pianura|pianeggiante]] quella dove sorge la frazione [[Castrocucco]], in prossimità della foce del [[Noce (fiume della Basilicata)|fiume Noce]].
 
I rilievi montuosi della zona [[nord]], compresa tra [[Fiumicello-Santavenere]] e [[Acquafredda]], presenta episodi orografici plastici e di alto livello paesaggistico, con i versanti montuosi che calano direttamente sul [[mare]]. I rilievi sono costituiti per lo più da [[calcari]] dolomitici,<ref name="guida a maratea" /> e le pareti rocciose presentano caratteristiche variazione cromatiche, passando dal verde boschivo al rosso della nuda roccia calcarea.
I principali monti di questo sistema sono:<ref name="carta maratea" >Pompeo Limongi, Mimmo Longobardi, ''Guida cartografica di Maratea'', Maratea, Ed. Mondomaratea Servizi Turistici, 2005.</ref>
[[File:Monte Coccovello.jpg|right||thumb|upright=0.9|I|Il monte più alto di Maratea, il [[Monte Coccovello]]]]
* [[Coccovello|Monte Coccovello]]: alto 1505 [[m]], è il rilievo più alto del territorio. Il monte poggia su una vallata con il monte ''Cerrita'', detta ''I Pozzi'', di paesaggio tipicamente montano. Il monte allunga un versante verso il [[mare]], con delle punte dette ''monte Spina'' e ''Serra del Tuono'', che sovrastano [[Acquafredda]].
* Monte Cerrita: alto 1083 [[m]], detto anche ''Cerreta'' o ''Angiuleddi'', è un grande rilievo che distende un fianco lungo tutta la vallata del torrente ''Fiumicello''. Il versante meridionale del monte è spoglio di vegetazione, che si riduce a [[gariga]], mentre quello settentrionale ospita qualche piccolo bosco.
 
La parte centrale del territorio, compresa tra la frazione [[Fiumicello-Santavenere]] e il [[Porto]] e su cui insistono i [[rione|rioni]] della ''valle di Maratea'', è caratterizzata da un sistema montuoso a forma di [[Y]], anch'essi costituiti da formazioni di calcare dolomitico. I rilievi di questo sistema sono:<ref name="carta maratea" />
* Monte Crivo: alto 1277 [[m]], si distingue per la sua struttura con tre punte, con quella centrale caratterizzata dalla presenza di una [[croce|croce votiva]] in ferro battuto. Ai piedi del monte si apre una [[faglia]] che con un fenomeno di ''sackung'' crea una lenta e costante frana fa scivolare, nel corso dei secoli, la [[valle]] sottostante verso il [[mare]].<ref name="pietre nel cielo" />
* [[Monte San Biagio (Maratea)|Monte San Biagio]]: alto 623 [[m]], è il prolungamento sul mare del sistema montuoso del ''monte Crivo'', con la sua caratteristica conformazione allungata verso il mare è l'episodio montuoso più rilevante del territorio di Maratea.<ref name="guida a maratea" /> Sebbene non altissimo, la sua posizione, al centro del territorio, rende la sua cima un notevole punto panoramico sulla costa e sull'entroterra. Anticamente detto ''monte Minerva'', sulla sua cima ospita le rovine dell'antica Maratea detta «''Castello''», la grande [[Redentore di Maratea|statua del Redentore]] e la basilica del santo da cui prende il nome.
* Serra Capeddera: alta 1067 [[m]], sovrasta il settentrione della frazione [[Brefaro]].
* Serra Pollino: alta 1099 [[m]], sulla cima ospita il [[santuario]] della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] di [[Trecchina]].
* Monte Maiorino: alto 1003 [[m]], si trova a [[est]] di [[Brefaro]]. Ha dei versanti molto boscosi.
 
La parte più meridionale del territorio, sulla cui costiera si trovano i villaggi di [[Marina di Maratea|Marina]] e [[Castrocucco]] e nell'entroterra [[Massa (Maratea)|Massa]] e [[Brefaro]], apre grandi vallate attraversate da [[torrenti]] alluvionali. Le formazioni montuose, di grande valore paesaggistico, costituiscono tre piani di visione: la costa rocciosa, con al largo le isolette della ''Matrella'' e di ''[[Isola di Santo Janni|Santo Janni]]'', la zona costiera quasi pianeggiante, caratterizzata da un verde boschivo e le pareti rocciose perpendicolari alla [[costa]].<ref name="guida a maratea" /> Solo due gli episodi montuosi notevoli:<ref name="carta maratea" />
[[File:costamaratea.jpg|right||thumb|upright=1.1|I|Bosco di [[Quercia|ogliastri]] sulla punta omonima della costa di Maratea, nello sfondo il monte ''San Biagio'', con in cima la statua del Redentore, e l'abitato di [[Marina di Maratea|Marina]].]]
* Monte Rotonda: alto 852 [[m]], si trova tra [[Massa (Maratea)|Massa]] e [[Brefaro]]. La cima del monte ospita un piccolo bosco.
* [[Serra di Castrocucco]]: alta 743 [[m]], ha una caratteristica forma a piramide. Sul lato [[nord]], che ospita per lo più [[gariga]] e una solitaria [[pineta]], si posa l'abitato di [[Marina di Maratea|Marina]]. Il lato [[ovest]], più boscoso, posa sul mare due promontori: uno ospita un bosco di [[Cedrus|cedri]], l'altro la [[Torre Caina]]. Il versante [[sud]] ospita, su un costone roccioso, il [[Castello di Castrocucco]]. La parte settentrionale del monte si prolunga in piccole vette, che separano la costa di Marina da [[Massa (Maratea)|Massa]].
 
=== Idrografia ===
Nel territorio di Maratea scorre un solo fiume, il [[Noce (fiume della Basilicata)|Noce]], che sfocia nei pressi della frazione [[Castrocucco]].
 
Molti i torrenti che scorrono tra i monti del territorio, ma solamente quello detto ''Fiumicello'', che sfocia in mare presso l'[[Fiumicello (Maratea)|omonima frazione]], non ha carattere stagionale e alluvionale. I più lunghi corsi d'acqua sono di questo tipo sono il ''canale di Montescuro'', che scorre alle falde del ''[[Coccovello]]'', e quello del ''Carròso'', che nasce presso [[Brefaro]] e sfocia nel Noce.<ref name="carta maratea" />
 
Il reticolo idrografico della zona a [[nord]] del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'' è scarsamente sviluppato in superficie, ma ben presente nel sottosuolo,<ref name="guida a maratea" /> che nella ''valle di Maratea'' dà origine a numerose [[sorgente (idrologia)|sorgenti]], tra le quali si ricordano quella di ''Sorgimpiàno'', di ''San Basile'', e di ''Cavalero''.<ref name="carta maratea" />
 
La zona a [[sud]] presenta invece un più evidente reticolo superficiale, con numerosi torrenti alluvionali che scorrono in profondi valloni verso il [[mare]] o verso il [[Noce (fiume della Basilicata)|Noce]].
 
=== Flora e fauna ===
{{Citazione|[...] È un paese meraviglioso, [...] è magnifico. [...] Non c'è nessun altro luogo che io conosca che sia valido in me come questo che vedi. I colori, l'aria di questa terra, il paesaggio così combinato. I colori soprattutto, sono colori primordiali.|[[Cesare Pavese]] e [[Bianca Garufi]], ''[[Fuoco grande]]'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1959,}}
[[File:Primula palinuri 05.jpg|right||thumb|upright=0.9|I|Un esemplare di ''[[Primula palinuri]]'' al giardino botanico di [[Göteborg]]. A Maratea è presente un [[endemismo]], in maniera puntiforme, di questo fiore, l'unico in [[Basilicata]].]]
La [[flora]] spontanea del territorio di Maratea è tipica [[macchia mediterranea]]. A [[nord]] della [[costa]], presso la frazione [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], si incontra una folta [[pineta]], anche se decimata da due incendi, uno sviluppatosi tra l'8 e il 9 settembre [[2009]]<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/index.php?/sala_stampa/comunicati_stampa/dettaglio/arg/comunicati/id/3205|titolo=Anas S.p.A. - Comunicati stampa|accesso=20 lug 2013, 16:16 (CEST)}}</ref> e uno il 9 giugno [[2012]]<ref>{{cita web|url=http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4951|titolo=Corpo Forestale dello Stato - INCENDI: ROGO DIVAMPATO NEL POTENTINO MINACCIA LA PINETA DI ACQUAFREDDA, PAURA PER 13 ESCURSIONISTI DISPERSI E TRATTI IN SALVO DALLA FORESTALE|accesso=20 lug 2013, 16:17 (CEST)}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.giornaledelcilento.it/it/10-06-2012-sapri_un_incendio_sorprende_un_gruppo_di_escursionisti_diretti_ad_aquafredda-12911.html|titolo=Sapri, un incendio sorprende un gruppo di escursionisti diretti ad Aquafredda|accesso=20 lug 2013, 16:18 (CEST)}}</ref>.
La tipica vegetazione è costituita prevalentemente da [[leccio|lecci]]; come presso la frazione [[Marina di Maratea|Marina]], dove si trova il bosco de ''Ilicini'', formato da caratteristici lecci in miniatura resi nani dalla [[salsedine]];<ref name="guida a maratea" /> insieme a esemplari di [[fillirea]], [[lentisco]], [[cisti (botanica)|cisti]], [[myrtus|mirto]], [[Ceratonia siliqua|carrubo]], [[corbezzolo]], carpinella e [[siliquastro]].<ref>{{cita web|url=http://www.maratea.info/ita_0000d2.htm|titolo=Fauna e Flora della Costa di Maratea}}</ref> Sui monti si trovano macchie di arbusti sparsi, accompagnati da carrubi, fichi d'India, ulivi, e viti. I versanti dei monti in parte riparati dall'eccessiva illuminazione del Sole ospitano anche boschi fitti, come tra i due nuclei di Maratea, dove si sviluppa un carpineto.
 
In più, a [[Marina di Maratea|Marina]], si trova un [[endemismo]] floristico degno di nota: la presenza, sulle rocce di ''Punta Caina'', di una stazione puntiforme (l'unica presente in [[Basilicata]]) di ''[[Primula palinuri|Primula di Palinuro]]'' (''Primula palinuri''),<ref>Massimo Ricciardi, ''Nuove stazioni di [[Primula palinuri]] ''[[Vincenzo Petagna|Petagna]]'' lungo la costa tirrenica meridionale''. Webbia, 28(2): 417-421, 1973.</ref>
un raro e protetto endemismo delle coste tirreniche, il cui fragile areale si presenta estremamente ridotto e puntiforme.
 
Per quanto riguarda la [[fauna]], sull'[[isola di Santo Janni]] si registra un altro endemismo, di tipo zoologico, unico: il cosiddetto ''[[Podarcis sicula paulae|Drago di Santo Janni]]'', una lucertola bruno-azzurra, che vive confinata sugli anfratti rocciosi dell'isolotto, sottoposta a specifiche tutele.<ref>Allegato II della Convenzione di
Berna del 1979 sulla conservazione di fauna selvatica e habitat naturali e Allegato IV della [[Direttiva Habitat]] 92/43 CEE (Specie animali e vegetali di interesse comunitario che
richiedono una protezione rigorosa). Si veda anche il seguente [http://www.regione.basilicata.it/dipambiente/default.cfm?fuseaction=linkdir&dir=1&doc=&link=1244 documento] del ''Dipartimento ambiente'' della [[Regione Basilicata]].</ref>
 
Nel resto del territorio, oltre alle specie comuni, si possono trovare simpatici cuccioli di [[cinghiali]] nei boschi e il grande [[falco pellegrino]] che svetta nel cielo sopra la costa.
 
=== Misure di protezione ambientale ===
Per la protezione delle fitocenosi e dei preziosi endemismi sono state istituite nel territorio comunale di Maratea ben quattro aree SIC ([[Sito di importanza comunitaria]]), facenti parte della rete europea ''[[Natura 2000]]'':<ref>come elencate nel [http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/allegati/rete_natura_2000/dm_14_04_2011_sic_regione_mediterranea.pdf Decreto del 14 marzo 2011, G. U. della Repubblica Italiana n. 77 del 4 aprile 2011, S. O. n. 90]</ref>
 
* ''[[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda di Maratea]]'' (codice IT9210015)
* ''[[Isola di Santo Janni]] e costa prospiciente'' (codice IT9210160)
* ''Marina di [[Castrocucco]]'' (codice IT9210155)
* ''[[Coccovello|Monte Coccovello]] e Monte Crivo'' (codice IT9210150)
 
Gli [[habitat]] di pregio, di interesse comunitario, sono i seguenti:
* ''Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)'', habitat prioritario (codice Natura 20001120) rappresentato sui fondali compresi nelle aree SIC
* ''Grotte marine sommerse o semisommerse'' (codice Natura 2000 8330)
* ''Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee, con [[Limonium]] [[sottospecie|ssp.]]'' (codice Natura 2000 1240)
* ''Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica'' (codice Natura 2000 8210)
* ''[[Matorral]] arborescenti di [[Juniperus]] ssp.'' (codice Natura 2000 5210).
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Maratea}}
Secondo i dati medi del trentennio [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7&nbsp;°C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +23,4&nbsp;°C<ref>{{Meteo DBT|590%20%5BMaratea%5D%20capoluogo.}}</ref>.
{{ClimaAnnuale
| nome = MARATEA
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 12.0
| tempmax02 = 12.2
| tempmax03 = 14.3
| tempmax04 = 17.0
| tempmax05 = 20.9
| tempmax06 = 25.1
| tempmax07 = 28.2
| tempmax08 = 28.5
| tempmax09 = 25.9
| tempmax10 = 21.6
| tempmax11 = 17.0
| tempmax12 = 14.0
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 5.4
| tempmin02 = 5.3
| tempmin03 = 7.0
| tempmin04 = 8.9
| tempmin05 = 12.2
| tempmin06 = 15.7
| tempmin07 = 18.2
| tempmin08 = 18.2
| tempmin09 = 16.2
| tempmin10 = 12.8
| tempmin11 = 9.6
| tempmin12 = 7.0
}}
* [[Classificazione climatica]]: zona C, 1325 [[Gradi giorno|GG]]<ref>
{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/076/044/clima.html|titolo=Classificazione Climatica di Maratea|accesso=15 febbraio 2012}}</ref><ref>
{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-BASILICATA.htm|titolo=Classificazione Climatica dei comuni lucani|accesso=15 febbraio 2012}}</ref>
 
== Storia ==
=== Preistoria ===
[[File:Grottefiumicellomaratea.jpg|thumbnail|left|Le grotte di [[Fiumicello-Santavenere|Fiumicello]].]]
Le prime frequentazioni umane attestate sul territorio di Maratea risalgono al [[Paleolitico|Paleolitico Medio]], epoca a cui sono stati datati gli insediamenti delle grotte costiere presso la spiaggia della località [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello]], dove sono stati rinvenuti strumenti di [[industria litica]] e resti di [[fauna]] [[Pleistocene|pleistocenica]].<ref name="costadimaratea1">[http://www.costadimaratea.it/storia/index.html Storia di Maratea - Paleolitico].</ref> Altri insediamenti sono attestati in alcune grotte sul litorale costiero compreso tra la frazione [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]] e [[Sapri]], e anche in grotte costiere presso [[Marina di Maratea]].
 
Nell'epoca [[Età del rame|eneolitica]] il promontorio detto ''Capo la Timpa'', posto a ridosso dell'odierno [[Porto di Maratea|porto turistico]], diventa uno scalo di scambio, coinvolto in traffici con le [[isole Eolie]] (che distano da Maratea solo 137 [[Chilometro|km]]), come attestato dal ritrovamento di [[ossidiana]] nella zona delle frazioni [[Massa (Maratea)|Massa]] e [[Brefaro]].<ref name="costadimaratea1" />
 
=== Età antica ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 275px
|titolo = Origini del Nome
|contenuto = Diverse sono le interpretazioni date dagli storici all'origine e al significato del toponimo ''Marathìa'', antico nome ancora conservato nel [[dialetto di Maratea|dialetto]]. Molti di questi hanno concordato che il nome è di chiara derivazione [[lingua greca|greca]],<ref name=Damiano /> ed è quasi universalmente accettata la tesi di [[Giacomo Racioppi]], che vuole il nome derivante dalla parola greca ''marathus'' ("[[foeniculum vulgare|finocchio selvatico]]") e quindi col significato di «terra del finocchio selvatico».<ref>[[Giacomo Racioppi]], ''Storia dei Popoli della Lucania e della Basilicata'', Loescher, 1889.</ref>
Altra tesi, che ha riscosso per un certo periodo un discreto seguito, è quella che il nome sia invece il composto del latino ''màris'' e del greco ''théa'',<ref name="Damiano">{{cita|Damiano}}</ref> cioè «dea del [[mare]]» o «spettacolo del [[mare]]»,<ref name=Damiano /> a seconda del significato attribuibile alla seconda parola.
}}
A partire dal [[XV secolo a.C.|XV]]-[[XIV secolo a.C.]], il [[Area archeologica di Capo la Timpa|promontorio detto ''Capo la Timpa'']] ospita un insediamento indigeno entro capanne, costruite con un pavimento a battuto steso con ciottoli decorativi e focolare centrale.<ref name="rotta venus">Paola Bottini, Alice Freschi, ''Sulla Rotta della Venus'', Taranto, Scorpione Editrice, 1993.</ref> Questo villaggio, la cui conformazione rientra nei parametri della cosiddetta «cultura appenninica», sopravvive grazie alle relazioni commerciali instauratesi in seguito alle prime navigazione [[Micenei|micenee]] in Italia.<ref name="bronzo a roma">[http://www.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/BRN2_3_96/28%20Paola%20Bottini%20%203.pdf Paola Bottini, ''Maratea: dall'età del Bronzo a quella Romana'']</ref> Il resto del territorio ospita piccoli insediamenti sparsi.<ref name="rotta venus" />
 
All'avvento della [[Magna Grecia|colonizzazione greca]], la vita del villaggio su ''[[Area archeologica di Capo la Timpa|Capo la Timpa]]'' si interrompe; per riprendere nel [[VI secolo a.C.]] in seguito alla cosiddetta «colonizzazione indigena della costa»<ref>Espressione coniata da E. Greco per indicare il fenomeno.</ref> operata da popoli di [[Enotri|cultura enotria]]. La vocazione commerciale del villaggio spinge i traffici dalle [[Magna Grecia|colonie magno-greche]] alla [[Siritide]], fino alla [[Grecia]] stessa.<ref name="rotta venus" />
 
Si suppone che il villaggio fosse fortificato, ma gli scavi archeologici non hanno confermato inequivocabilmente il dato, così come non hanno ancora svelato l'ubicazione della [[necropoli]] corrispondente al sito.<ref name="rotta venus" />
 
=== Età romana ===
Dopo la conquista [[Roma (città antica)|romana]] della [[Lucania]], avvenuta tra il [[III secolo a.C.|III]] e il [[II secolo a.C.]], il [[Area archeologica di Capo la Timpa|promotorio ''Capo la Timpa'']] viene abbandonato per sempre.<ref name="bronzo a roma" />
È ancora da chiarire il conseguente contesto topografico e modello di insediamento successivo, ma la ricerca storica e archeologica lascia presumere l'esistenza di un ''vicus'' nella zona di [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello-Santavenere]],<ref name="forma italiae" >[[Gioacchino Francesco La Torre]], ''Blanda, Laos, Cirillae, Clampetia, Tempsa, Forma Italiane XXXVIII'', Firenze 1999.</ref> dove nel [[1840]] furono osservati ruderi di [[Roma (città antica)|età romana]] tra cui quelli di un [[tempio]] dedicato a [[Venere (divinità)|Venere]] che la tradizione popolare vuole all'origine del toponimo,<ref name=Damiano /> o di una area politico-religiosa sul ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'', anticamente detto ''monte Minerva'' in quanto sito designato dalla tradizione di un tempio dedicato alla [[Minerva|dea della sapienza]], dove sono stati ritrovati reperti di epoca romana.<ref name="rotta venus" />
[[File:Santoianni.JPG|thumbnail|left|L'[[isola di Santo Janni]].]]
Il territorio ospita poi altri piccoli nuclei, a cui si affiancano le grandi ''villae marittimae'' patrizie della classe agiata romana.<ref name="forma italiae" />
È infatti stata ritrovata una villa romana, con annessa pescheria, nella località ''Secca di Castrocucco'', la cui cronologia si estende dal [[I secolo a.C.]] al [[IV secolo d.C.]];<ref name="rotta venus" /> a cui si accompagna una distante [[necropoli]] usata fino all'inizio del [[Medioevo]].<ref name="bronzo a roma" />
 
Anche in questo periodo continuano i commerci, avendo come scalo l'[[Isola di Santo Janni]], su cui sono state ritrovate strutture per la produzione di [[garum]] e nei cui fondali ospita il più grande giacimento di [[àncora|ancore]] del [[Mediterraneo]],<ref name="bronzo a roma" /> ripescate ed esposte nella mostra perenne di [[Palazzo De Lieto]]. Queste testimoniano traffici che si spingono fino alla [[Spagna]] e all'[[Africa]].<ref name="rotta venus" />
 
=== Medioevo ===
Le invasioni barbariche successive alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] e le prime incursioni [[Saraceni|saracene]] spingono la popolazione presente sul territorio a rifugiarsi sulla cima del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'',<ref name="costadimaratea2">[http://www.costadimaratea.it/storia/medioevo.html Storia di Maratea - Medioevo.]</ref> dove nasce l'antica '''''Marathìa''''' (nome che fa la prima apparizione in documento del [[1079]]).<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
Questa cittadella, inespugnabile e al sicuro da ogni attacco, riceve le reliquie di [[Biagio di Sebaste|San Biagio di Sebaste]] nell'anno [[732]], trasportate secondo la tradizione su una nave da parte di uomini [[Armenia|armeni]].<ref name="di san biase e di maratea" />
 
Nell'[[850]] Maratea entra a far parte del Gastaldato di [[Laino Castello|Laino]], per poi passare, forse nel [[1077]], nei domini [[Normanni]].<ref name="costadimaratea2" />
 
Nell'epoca paleo-cristiana, Maratea ospita numerosi [[eremita|eremiti]] e asceti che conducono vita contemplativa nelle [[grotta|grotte]] e sui monti del territorio.<ref>[http://www.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/brn104_2003/pdf/19.pdf Paola Bottini, ''Dal culto di S. Francesco alle testimonianze Paleocristiane'']</ref>
 
Nel [[1098]] la cittadina viene smembrata dalla [[Diocesi di Teggiano-Policastro|diocesi di Policastro]] e assegnata a quella di [[Diocesi di Cassano allo Ionio|Cassano Ionico]].<ref>Luigi Tancredi, ''Maratea'', Napoli 1978.</ref>
 
Durante il regno di [[Federico II di Svevia]], la suddivisione in [[Giustizierato di Basilicata|Giustizierati]] toglie Maratea alla [[Basilicata]] e la pone, forse per errore, in [[Calabria]].<ref name="costadimaratea2" /> La collocazione territoriale risulta poi corretta nei documenti redatti dalla successiva dominazione [[Angioini|angioina]].
 
Nel [[1278]] la cittadina fortificata di Maratea conta circa 1.000 abitanti ed è annoverata tra le principali fortezze della [[Basilicata]] nei documenti del ''provisor castrorum'' Guiard d'Argeneuil.<ref name="costadimaratea2" />
 
Nel [[1284]] Maratea viene coinvolta nella [[Vespri siciliani|guerra dei Vespri]]. Rimasta presto l'unica roccaforte angioina della Basilicata, il 26 ottobre dello stesso anno vi viene mandato un capitano in seguito alla conquista di [[Scalea]], da cui partono numerosi attacchi degli aragonesi. Ma Maratea resiste senza mai cedere la piazza ai nemici fino alla fine del conflitto.<ref>Tommaso Pedio, ''La Basilicata dalla caduta dell'Impero Romano agli Angioini'', Bari, Levante Editore, 1987.</ref>
 
Nel [[1324]] la [[parrocchia]] del Santuario di San Biagio è l'arcipretura del territorio.<ref name="pietre nel cielo" />
Ma quello sulla cima del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'' non è più l'unico centro del territorio: durante i secoli se n'è sviluppato un altro, alle pendici dello stesso che lo rende invisibile dal [[mare]] e al sicuro dagli attacchi [[Saraceni]].<ref name="costadimaratea2" /> Questa nuova Maratea viene soprannominata con il nome di ''Borgo'', per distinguerla dall'antica che, poiché fortificata, sarà detta ''Castello''.<ref name="di san biase e di maratea" />
 
=== Quattrocento ===
All'inizio del [[XV secolo]] Maratea, che secondo la tradizione non fu mai sottoposta al potere di un [[feudatario]],<ref name=Damiano /> fa parte delle terre alle dipendenze dirette della corona. Alla città vengono anche riconosciuti numerosi [[privilegio|privilegi]], il più antico documento noto in tal senso è un diploma datato 20 luglio [[1404]],<ref name="pietre nel cielo" /> in cui re [[Ladislao I di Napoli|Ladislao I]] assegna dei privilegi che saranno confermati da [[Giovanna II d'Angiò]] il 2 settembre [[1414]].
Nel frattempo il ''Borgo'', cresciuto con la popolazione del ''Castello'', nel [[1434]] viene elevato a parrocchia assestante da quella di San Biagio.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" >José Cernicchiaro, ''Conoscere Maratea'', Napoli, Guida Editori, 1979.</ref>
 
Nel [[1440]] il ''Castello'' viene messo sotto assedio da parte del conte Sanseverino di [[Lauria]],<ref name="maratea 40" /> alleato degli [[Aragonesi]] che ambivano al trono di [[Napoli]]. Ma la fortezza resiste all'attacco, e oltre alla vittoria ottiene il risarcimento dei danni provocati da parte del conte.<ref name=Damiano />
 
Anche dopo l'avvento del dominio spagnolo nel [[Regno di Napoli]], i privilegi di Maratea sono confermati dal re [[Ferdinando I d'Aragona]] con un documento datato 20 settembre [[1444]].<ref name="pietre nel cielo" />
[[File:Karl V.-Carlos I. 1548 (Tiziano Vecellio?) 066.jpg|thumbnail|[[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] concesse a Maratea il titolo di ''Città Regia'' nel [[1531]].]]
Nel [[1495]] alcuni soldati angioini al servizio di [[Carlo VIII di Francia]] tentano di saccheggiare Maratea, mettendo di nuovo sotto assedio il ''Castello''. Ma anche stavolta la popolazione ha la meglio, grazie, secondo tradizione, all'aiuto miracoloso di [[Biagio di Sebaste|San Biagio]] che si dice abbia svegliato a schiaffi le sentinelle addormentate.<ref name=Damiano />
 
Con un nuovo privilegio, datato 22 novembre [[1496]], il re [[Federico I di Napoli]] concede l'esenzione da dogane e dazi in ogni parte del regno ai marinai di Maratea per i loro commerci.<ref name="blanda e maratea">[http://www.calderano.it/Testi/TARANTINI.mht Biagio Tarantini, ''Blanda e Maratea: saggio di monografia storica'', Napoli, Società Editrice Italiana, 1883.]</ref>
 
=== Cinquecento e Seicento ===
Dopo che nel [[1506]] il re [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando III]] aveva dichiarato Maratea «''feudo della regia corona''»,<ref name="blanda e maratea" /> le carenti finanze del [[Regno di Napoli]] impongono la vendita delle terre demaniali ai [[feudatari]].
 
Nel [[1530]] la città viene quindi venduta al conte di [[Policastro Bussentino|Policastro]] Ettore Pirro Carafa, che però versa alla corona solo 3.000 dei 10.000 ducati accordati.<ref name="maratea 40">Giulio Pane, ''Maratea quarant'anni'', Maratea 2000.</ref> I marateoti ne approfittano quindi per ricomprare la città e i suoi privilegi dal conte per 6.000 ducati.
L'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]], dopo aver approvato questa risoluzione il 9 marzo [[1531]], concede a Maratea il titolo di «''città regia''», e per questo ringraziato dai marateoti con l'aggiunta dell'aquila bicipite, stemma familiare dell'imperatore, allo stemma comunale.<ref name=Damiano />
 
Nel frattempo, la crescita esponenziale di ''Maratea Borgo'' rispetto a ''Maratea Castello'' porta alla formazione di un complesso sistema amministrativo sul territorio: nella prima metà del [[XVI secolo|secolo]], attraverso la ''Statua Universitatis'', si sancisce la divisione di poteri tra le due popolazioni di Maratea: agli abitanti del ''Borgo'', ossia la ''Maratea inferiore'', spettano i 5/6 delle risorse fiscali, mentre a quelli del ''Castello'', ossia ''Maratea superiore'', prendono il restante 1/6.<ref name="l'antica terra di maratea" >José Cernicchiaro, Perretti Vincenzo, ''L'antica ”terra” di Maratea nel secolo XVIII'', Lavello, Il Salice Editore, 1992.</ref>
 
Per difendere la costiera del [[Regno di Napoli]] dai [[Saraceni]], il viceré [[Pietro di Toledo|Pedro da Toledo]] ordina la costruzione di oltre trecento [[Torri costiere del Regno di Napoli|torri anti-corsare]], di cui sei, costruite tra il [[1566]] e il [[1595]], sono dislocate sul litorale di Maratea.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
Il 21 maggio [[1626]]<ref name="di san biase e di maratea" >Carmine Iannini, ''Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II.'', Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.</ref> il ''Borgo'' viene attaccato da una banda di centosessanta banditi, che mettono in assedio le abitazioni delle famiglie più facoltose di Maratea.
Dopo tre ore di battaglia urbana, in cui i banditi provocano la morte del cittadino Diego Mari, ucciso a colpi di pugnale, i malviventi vengono messi in fuga dai colpi di cannone che vengono lanciati dal ''Castello''.<ref name=Damiano />
 
{{Citazione|in mezzo di Essi si diresse il Cannone, che si sparò per la seconda volta; ed oh portento! La palla del Cannone, diede in un grosso sasso, e lo stesso nel frangersi, ne infranse degli altri; e si venne a formare come una mitraglia, di tanta violenza, che fece de' Banditi un gran macello; de' quali i superstiti sempreppiù fuggendo, siccome camin facevano, così si andavano spogliando di ogni senso di Umanità. Sulle prime scannarono que' loro compagni, che non si fidavano di proseguire la marcia, perché feriti. Indi da tale barbarie, accaniti tra di loro, ne' luoghi più deserti, e cavernosi si trucidarono vicendevolmente.|Carmine Iannini, ''Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II.'', Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.}}
 
Durante la rovinosa fuga, i quattro banditi sopravvissuti ai colpi del ''Castello'' rapiscono tre cittadini, che però vengono liberati incolumi dopo pochi giorni.<ref name="di san biase e di maratea" />
 
=== Settecento ===
Il [[XVIII secolo]] è un'epoca molto fortunata per Maratea. Trovandosi a capo di uno dei quattro ''Ripartimenti'' regionali all'inizio della dominazione borbonica, nel [[1734]] viene aperto il primo vero ospedale, a opera del benefattore Giovanni De Lieto.<ref name=Damiano />
 
Sebbene la sede del ''Terzo Ripartimento'' venga spostata nel [[1736]] nella vicina [[Lauria]]<ref>Se ne appropriarono illegalmente i potenti signori di Lauria. Nel 1806, con la creazione della Provincia Di Basilicata, Maratea era capoluogo dell'omonimo circondario, che comprendeva anche [[Trecchina]], sotto il [[Distretto di Lagonegro]].</ref>, la continua crescita economica di Maratea la porta a diventare uno dei paesi più agiati della [[Basilicata]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /> Dopo la fioritura di nuovi piccoli villaggi sul territorio, come [[Massa (Maratea)|Massa]], [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], [[Cersuta]] e [[Porto (Maratea)|Porto]], resa possibile anche dal trattato della ''Porta Ottomana'' del [[1740]],<ref name="l'antica terra di maratea" /> la cittadina commercia ed esporta vari generi in ogni parte del regno.
 
Il viaggiatore [[Lorenzo Giustiniani (viaggiatore)|Lorenzo Giustiniani]], sulla fine del secolo, descrive le attività produttive di Maratea nel suo ''Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli'', edito nel [[1802]]:
{{Citazione|Gli abitanti ascendono al numero di circa 3800 addetti all'agricoltura, alla pastorizia, facendosi de' buoni formaggi, ed hanno ancora l'industria de' bachi da seta, e di fare calze di [[cotone (tessuto)|cotone]], e di filo, che vendono ad altri paesi della provincia. Le donne son molto dedite alla fatica si' della campagna; che a quella del trasporto di varj generi. In [[Napoli]] quelli, che hanno le botteghe di formaggio per lo più sono di Maratea, come anche i pizzicagnoli.|Lorenzo Giustiniani, ''Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli'', Napoli 1802.}}
Riguardo alle produzioni e ai commerci, Giustiniani specifica:
{{Citazione|Il territorio di questa città non è molto fertile, perché assai petroso, nulla di meno fa del buon [[vino]], specialmente in alcuni luoghi, ed ogni altra produzione ancora per forza d'industria. È abbondante di [[acqua]], e vi sono molti [[mulino|molini]], gualchiere, che recano del guadagno a quella popolazione. Il massimo prodotto è quello dell'[[olio di oliva|olio]]. Il detto territorio abbonda di mortelle, le quali ridotte in polvere vendono altrove per la concia de' cuoj. Gli [[ortaggi]] vi si coltivano con successo e similmente gli agrumi, e i fichi d'India, che ne' mesi estivi serve per alimento della povera gente, come anche le carrube. Vi è la caccia di lepri, volpi, lupi, e di più specie di pennuti, e il [[mare]] dà abbondante pesca.|Lorenzo Giustiniani, ''Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli'', Napoli 1802.}}
 
Ma la ricchezza di Maratea sta principalmente nel suo [[Porto di Maratea|porto]], o meglio dagli approdi sparsi sulla costa, che diviene il naturale sbocco dei traffici della cittadina e delle zone circostanti. Il viaggiatore Giuseppe Alfano scrive infatti di Maratea:<ref>[http://books.google.it/books?id=e5NMAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=giuseppe+maria+alfano#v=onepage&q=&f=false Giuseppe Maria Alfano, ''Istorica descrizione del Regno di Napoli'', Napoli, 1797.]</ref>
 
{{Citazione|Ella è molto ricca, e frequentata per cagione del traffico, giacché avendo un piccol Porto commodo per legni minuti nel mar Tirreno, da cui è un miglio lontana fa sì che la Basilicata in buona parte da quivi incamina le sue merci per [[Napoli]], onde molti i quei Cittadini, applicando alla Negoziazione sono divenuti assai ricchi.|Giuseppe Maria Alfano, ''Istorica descrizione del Regno di Napoli'', Napoli, 1797.}}
 
Dopo una dura protesta della popolazione, nel [[1792]], per il controllo dell'amministrazione locale, nel [[1799]] Maratea viene coinvolta nei moti che portarono alla costituzione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]. L'11 febbraio dello stesso anno i cittadini Biase Ginnari, Pietro Maria Aloise e Gaetano Siciliani recingono a colpi d'ascia l'''albero della libertà'' innalzato dai repubblicani capeggiati da don Giuseppe d'Alitti, Gennaro Rascio, Angelo d'Albi e il frate Giambattista Basile<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />. Durante il breve governo repubblicano, il comune, ancora diviso in ''Moratice sopra'' e ''Moratice sotto'', rientrò nell'ordinamento amministrativo del [[dipartimenti italiani|dipartimento]] del [[Crati]] e, a livello più strettamente locale, del [[cantone francese|cantone]] di [[Lauria]]<ref>{{Cita libro|||Proclami e sanzioni della Repubblica Napoletana|1863|Stamperia Dell'Iride|[[Napoli]]|curatore=Carlo Colletta|url=http://books.google.it/books?id=XNssAAAAYAAJ&pg=PR4|capitolo=Legge concernente la fissazione e la distribuzione del Dipartimento del Crati. Articolo IX|url_capitolo=http://books.google.it/books?id=XNssAAAAYAAJ&pg=PA45|pagine=Pagina 45}}</ref>.
 
=== Assedio francese ===
{{vedi anche|Assedio di Maratea|Insurrezione calabrese (1806-1809)}}
[[File:AlessandroMandarini.JPG|thumb|upright=0.5|Il colonnello [[Alessandro Mandarini]].]]
Nell'agosto del [[1806]] l'esercito francese inizia l'invasione del [[Regno di Napoli]].
Dopo l'[[Insurrezione calabrese (1806-1809)|insurrezione calabrese]], la vicina cittadina di [[Lauria]], ribellatasi ai francesi, viene messa a ferro e a fuoco.
 
Nominato governatore di Maratea, [[Alessandro Mandarini]], riceve ordine da re [[Ferdinando IV di Borbone]] di organizzare una resistenza contro l'avanzata dei francesi. Dopo aver riunito 600 irregolari armati, rimane a difesa del ''Castello'', e per diversi giorni riesce a resistere all'assedio condotto da parte del generale [[Jean Maximilien Lamarque]], al comando di 4500 uomini.<ref name=Damiano />
 
Costretto infine ad accettare una onorevole capitolazione, [[Alessandro Mandarini|Mandarini]] il 10 dicembre consegna la fortezza, capendo che in caso di sconfitta le truppe [[Napoleone I|napoleoniche]] avrebbero distrutto l'intera città e fatto strage della popolazione.<ref name=Damiano />
 
I francesi, accettate le condizioni di Mandarini di non nuocere alla popolazione, demoliscono parte delle [[Mura (architettura)|mura]] e i torrioni del ''Castello'', per evitare nuove insurrezioni.
Questo evento accelera la spopolazione dell'antico nucleo di Maratea, la cui municipalità viene soppressa nel [[1808]], per essere accorpata a quella di ''Maratea inferiore'',<ref name="di san biase e di maratea" /> dopo quasi trecento anni di doppia municipalità sul territorio.
 
=== Ottocento ===
Anche nella prima parte del [[XIX secolo]], e dopo la [[Congresso di Vienna|Restaurazione]], perdura la condizione di discreto benessere della cittadina, che è per breve periodo a capo di un [[circondario]] regionale.<ref name="di san biase e di maratea" />
Maratea produce ed esporta [[lino (fibra)|lino]], [[cotone (fibra)|cotone]] e [[lana]], usata per fare calze e tele;<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /> conta ancora diversi [[mulini]], e può vantare ottimi calderai che lavorano il [[rame]] spingendosi nel resto d'[[Italia]] e in [[Europa]].<ref>Tommaso Pedio, ''La Statistica Murattiana nel Regno di Napoli'', Potenza, La Nuova Libreria di Vito Riviello, 1968.</ref>
 
Apertasi la stagione delle [[carboneria|vendite carbonare]], si consuma il 19 luglio [[1820]] quella organizzata dal cittadino Nicola Ginnari, capo della vendita carbonara locale, in cui alla presenza della [[parroco]] Giuseppe D'Alitti, si giura fedeltà alla Costituzione Nazionale.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
Maratea rimane però estranea ai successivi [[moti del Cilento (1828)|moti rivoluzionari del Cilento]], sebbene sia costretta ad assistere alla ingiustificata fucilazione del frate cappuccino Carlo Da Celle, giustiziato di fronte al suo convento dalla milizia borbonica il 12 agosto [[1828]], perché sospettato di essere un cospiratore.<ref name=Damiano />
[[File:CostabileCarducci.jpg|thumb|upright=0.6|left|[[Costabile Carducci]], patriota [[Capaccio|capaccese]] ucciso ad [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]].]]
Moltissimi sono i cittadini di Maratea iscritti nei registri del «rei di stato» per i moti rivoluzionari del [[1848]],<ref name="dizionario" >Tommaso Pedio, ''Dizionario dei patrioti lucani: artefici e oppositori (1700-1870)'', Bari, Grafica Bigiemme, 1969-1990.</ref> ma i liberali marateoti vedono naufragare le loro aspirazioni sulla spiaggia di [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], dove il 4 luglio dello stesso anno il patriota [[Costabile Carducci]] viene catturato da alcuni sicari borbonici. La notte seguente Carducci viene portato in catene sui monti sopra la frazione e lì assassinato a tradimento con un colpo di pistola in testa<ref>[[Matteo Mazziotti]], ''[[Costabile Carducci]] e i [[Moti del Cilento 1848|moti del Cilento del 1848]]'', Roma 1909</ref>.
 
Nel [[Terremoto del 1857 in Basilicata|terremoto del 16 dicembre 1857]] la città conta una sola vittima, mentre sono danneggiate molte abitazioni e la [[Chiese di Maratea#Chiesa di Santa Maria Maggiore|Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore]].<ref>Vito Claps, ''Cronistoria dei terremoti in Basilicata'', Congedo, 1982.</ref>
 
Nel [[1860]] anche a Maratea si costituisce un comitato insurrezionale per l'[[Insurrezione lucana (1860)|azione lucana per l'unità d'Italia]]; organizzato, tra gli altri, dal cittadino [[Raffaele Ginnari]].<ref name="dizionario" />
Il 3 settembre dello stesso anno Garibaldi attraversa in barca la costa della cittadina, diretto a [[Sapri]], dopo aver sostato, ospite dei baroni Labanchi, nel Palazzo Baronale alla ''Secca di Castroucco''.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /><ref>G. Guida, ''Il Lagonegrese nel XIX secolo'', 1961</ref> Nella [[battaglia del Volturno]] perde la vita il cittadino marateota Carlo Mazzei.<ref name="dizionario" />
 
Al contrario del resto della regione, Maratea non viene mai coinvolta nel fenomeno del [[brigantaggio]]. Nella cittadina non è ricordata alcuna rivolta, probabilmente a causa dell'adozione di un moderno sistema di distribuzione delle terre, frammentario e completamente privo di [[latifondi]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
Nei primi anni del [[Regno d'Italia]] l'economia di Maratea è molto diversa dal resto della [[Basilicata]], che per lo più vive nella miseria. La cittadina sopravvive dignitosamente, e anzi può vantare una ''Società Operaia di Mutuo Soccorso'', fondata il 21 agosto [[1881]],<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /> nonché pochi ma significati commerci marittimi.<ref name="blanda e maratea" />
 
Il 30 luglio [[1894]] per la prima volta il [[treno]] attraversa il territorio di Maratea.<ref name="racconto fotografico" >Giovanni Lamarca, ''Racconto Fotografico di Maratea'', Sapri, Tip. S. Francesco, 1987.</ref>
 
=== Novecento ===
All'inizio del [[XX secolo]] anche i cittadini di Maratea sono costretti a sostenersi grazie all'[[emigrazione]]. Principali mete per i marateoti sono il [[Venezuela]], la [[Colombia]], il [[Brasile]] e gli [[Stati Uniti d'America]].<ref name="maratea pane mare" />
 
Mantenuta con le rimesse degli esuli, nel [[1902]] Maratea si dota dell'acquedotto;<ref name="racconto fotografico" /> poi, nel [[1921]], del primo impianto elettrico pubblico;<ref name="racconto fotografico" /> e nel [[1929]] viene aperta al traffico la [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS 18]] che attraversa la costa.<ref name="maratea trenta" />
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], la sera del 15 agosto [[1943]] Maratea viene bombardata da un aereo americano con 17 bombe.<ref>[http://www.calderano.it/Testi/Sergio/33.htm Sergio de Nicola, ''Bombardamenti dell'estate 1943.'']</ref> Queste colpiscono prevalentemente la [[valle]], e non ci sono feriti. L'8 settembre dello stesso anno Maratea viene occupata dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].<ref name="racconto fotografico" />
 
Annoverata come «stazione balneare» già prima delle [[guerre mondiali]],<ref>[http://www.calderano.it/Testi/Sergio/12.htm Sergio De Nicola, ''Industria e turismo al Sud nell'esempio di Rivetti'',]</ref> le bellezze di Maratea acquistano grande visibilità su campo nazionale dopo il [[1953]], quando l'industriale [[Stefano Rivetti di Val Cervo]] installa uno stabilimento tessile e una azienda agricola,<ref name="maratea trenta" /> usufruendo dei fonti della [[Cassa per il Mezzogiorno]]. Rivetti costruisce poi un hotel di lusso che avvia l'attività turistica. In questo periodo si sviluppa anche il villaggio di [[Fiumicello-Santavenere]], che si unisce a [[Marina di Maratea|Marina]], [[Brefaro]] e [[Castrocucco]], formatisi nel secolo precedente<ref>Domenico Dammiano, Maratea nella storia e nella luce della fede, Sapri 1965.</ref>.
 
Nel [[1962]] viene completato il [[Porto di Maratea|porto turistico]].<ref name="maratea trenta" />
 
Nel [[1965]] Rivetti dona alla popolazione di Maratea, con cui aveva un rapporto non sempre felice,<ref name="maratea trenta" /> una [[Redentore di Maratea|colossale statua del Cristo Redentore]], scolpita dallo scultore [[Bruno Innocenti]]. Ma tra il [[1967]] e il [[1973]] le industrie di Rivetti vanno in bancarotta, e da allora l'economia di Maratea si imposta principalmente sul [[turismo]].<ref name="maratea trenta">Giovanni Lamarca, ''Trent'anni di Storia di Maratea'', Sapri, Tip. S. Francesco, 1987.</ref>
 
In campo amministrativo, dal dopoguerra alla crisi della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]] l'amministrazione comunale è sempre stata nella mani della [[Democrazia Cristiana]]. In particolare, al sindaco Biagio Vitolo, in carica dal [[1952]] al [[1961]] e a cui oggi è dedicata una delle piazze del centro storico, è legata una energica azione per dotare il paese di servizi essenziali (fognature, acquedotto, edifici scolastici). Dopo una parentesi, tra il [[1964]] e il [[1969]], in cui si impose una lista civica, la D.C. tornò con nuove giovani figure, tra cui spicca quella di Fernando Sisinni, sindaco dal [[1975]] al [[1986]], il cui nome è legato varie iniziative di sviluppo in campo turistico e di servizi e a una lunga serie di piani progettuali.<ref>B. Trotta, ''Fernando Sisinnie il tarlo dell'utopia'', Maratea, s. n., 2011.</ref>
 
Dopo la lunga ascesa di Maratea nel panorama delle località turistiche italiane, il 21 marzo [[1982]] la città è colpita da un violento terremoto, che danneggia molte abitazioni e alcune chiese, poi restaurate, e il 12 gennaio [[1987]] il porto viene quasi completamente distrutto da una eccezionale mareggiata.
 
=== Stemma civico ===
{{Citazione|Tre torri sovrastate da aquila bicipite su onde del mar.<ref name="Aaa">[http://www.comuni-italiani.it/078/149/stemma.html Descrizione degli stemmi a cura di www.comuni-italiani.it] URL consultato il 13-05-2008</ref>}}
[[File:Maratea-Gonfalone.png|right|250px|I|Il [[gonfalone]] civico di Maratea]]
{{Citazione|D'azzurro alla torre castellata di tre pezzi d'argento, movente da un mare in punta dello stesso, fluttuoso del campo; al capo dell'impero, d'oro all'aquila bicipite spiegata di nero.<ref>[http://www.calderano.it/Pagina_11.htm Calderano.it: Storia in pillole.] URL consultato il 26-03-2011</ref>|[[Giuseppe Gattini]], ''Delle armi de' comuni della provincia di Basilicata'', Matera 1910}}
{{Citazione|D'azzurro di cielo, alle tre torri di argento, murate di nero, merlate alla guelfa di quattro, finestrate di due, di nero, chiuse dello stesso, munite di due forti marcapiani, fondate sulla pianura di azzurro, mareggiata di argento, la torre centrale cimata dall'aquila bicipite, di nero. Ornamenti esteriori da Città.<ref>Decreto del Presidente della Repubblica del 27 febbraio [[2009]]</ref>|Blasonatura dello stemma comunale secondo la [[Repubblica Italiana]]}}
 
Lo [[stemma]] civico di Maratea fu adottato nel [[XVI secolo]], in sostituzione di uno più antico, che raffigurava una [[sirena]] sdraiata nuda sugli [[scoglio|scogli]].<ref name=Damiano />
[[File:FontanaSirenaMaratea.jpg|left||thumb|upright=0.9|I|''La Sirena'' di [[Alessandro Romano (scultore)|Romano]].]]
Il nuovo e l'antico stemma comunale sono stati sintetizzati nell'artistica [[fontana]] de ''La Sirena'', opera in [[bronzo]] dello scultore [[Alessandro Romano (scultore)|Alessandro Romano]], che troneggia al centro di ''piazza Vitolo''.
 
Blasonatura del gonfalone:
{{Citazione|Drappo di bianco con la bordatura di azzurro recante lo scudo comunale}}
 
Lo stemma è completato dalla scritta sottostante «''Regia Civitas, Marisque Dea''», che ricorda lo stato storico di ''Città Regia'' goduto da Maratea sin dal [[XV secolo]] e ricorda l'antico stemma della sirena (che si può considerare una dea del [[mare]]).
 
Lo stato di ''Città Regia'' è ribadito anche dalla [[corona (copricapo)|corona]], e il legame della città con il [[mare]] dal fatto che le torri poggiano proprio sulle onde.
 
Diverse sono invece le interpretazioni sull'identità delle [[torre|torri]]. Tutte poste nel ''Borgo'', secondo alcune fonti sarebbero state costruite nel [[1573]]<ref name=Damiano /> per difendere l'abitato che era privo di [[Mura (architettura)|mura difensive]], ma questa tesi non mette d'accordo tutti gli storici.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
Quella centrale è molto probabilmente la [[torre]] inglobata nel corpo della [[Chiese di Maratea|Chiesa di Santa Maria Maggiore]],<ref name=Damiano /> quella di destra viene identificata con la torre del ''Palazzo Eredi Picone'', mentre quella di sinistra è stata identificata con la ''Torre d'Alitto'', posta nel rione ''Galata'', ai piedi dell'abitato.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine= Corona_di_città.svg
| nome_onorificenza= Titolo di Città.
| collegamento_onorificenza= Città dell'Italia#Basilicata
| motivazione = Antico diritto
| luogo= [[1531]]
}}
Il comune di Maratea si fregia del titolo di città ottenuto con [[Decreto del Presidente della Repubblica|D.P.R.]] n. 6529 del 10 dicembre [[1990]], titolo che la cittadina già vantava dal [[1531]] per decreto di [[Carlo V d'Asburgo]]<ref name=Damiano/><ref>Carlo V d'Asburgo il 9 marzo 1531 concesse a Maratea il titolo di "città regia"</ref>.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Chiese di Maratea}}
Per le sue numerose [[chiesa (architettura)|chiese]], [[cappella|cappelle]] e [[monasteri]], Maratea è detta anche la ''città delle 44 chiese''.
Costruite in epoche e stili diversi, molte di esse rappresentano un notevole patrimonio artistico-religioso.
[[File:Sanit Blaise Basilica.jpg|left|thumb|La Basilica di San Biagio]]
;[[Basilica di San Biagio (Maratea)|Basilica di San Biagio]]
:È il [[santuario]] del [[santo|santo patrono]], si trova in cima al ''monte San Biagio'', dove sorgono i resti dell'antica Maratea, che i marateoti chiamano popolarmente il ''Castello''. Il 10 agosto [[1940]] fu elevato a [[Basilica|Basilica Pontificia]]. La tradizione vuole che la chiesa sia sorta su un antico [[tempio]] dedicato alla dea [[Minerva]]<ref>{{cita|Damiano|pag. 132}}</ref>. La chiesa fu originariamente intitolata alla [[Madonna delle Grazie]]<ref>{{cita|Damiano|pag. 133}}</ref>, ma quando nel [[732]] ricevette le reliquie di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] divenne il santuario del santo<ref>{{cita|Iannini|pag. 197}}</ref>. Niente di certo si conosce dell'aspetto originale della chiesa, che probabilmente consisteva in principio solo dell'attuale [[presbiterio]]<ref>{{cita|Cernicchiaro|pag. 100}}</ref>. Nel [[XVI secolo]] la chiesa subì alcuni lavori di restauro<ref>{{cita|Cernicchiaro & Perretti|pag. 114}}</ref>. Nel [[1618]] venne costruita la ''regia cappella'' che custodisce le reliquie e la [[statua]] del santo<ref>{{cita|Cernicchiaro & Perretti|pagg. 114-115}}</ref>. Nel [[1620]] la chiesa subì nuovi lavori di restauro e probabile ampliamento, portato definitivamente a termine nel [[XVIII secolo]], quando assunse l'attuale dimensioni<ref>{{cita|D'Alitti|pag. 56}}</ref>. Nel [[1741]] fu costruito il [[campanile]]<ref>{{cita|Iannini|pagg. 150-151}}</ref>. Nel [[1878]] il parroco Buraglia abbellì ancora la chiesa e la ''regia cappella''<ref name="cita|Damiano|pag. 137">{{cita|Damiano|pag. 137}}</ref>. Tra il [[1963]] e il [[1969]] è stata totalmente ristrutturata nel tentativo di riportare la struttura all'aspetto originale, spogliando la chiesa di tutti gli abbellimenti e le decorazioni, che sono stati parzialmente ricollocati a partire dal [[1978]]<ref>{{cita|Cernicchiaro|pag. 101}}</ref>. Nella facciata principale si nota una [[statua]] in marmo del [[XVIII secolo]] raffigurante [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], ubicata nella nicchia al centro del timpano. Come la maggior parte delle chiese marateote, l'interno della chiesa fu ristrutturato nel [[XVIII secolo]] secondo lo stile del [[barocco]]: fu aggiunto alla facciata principale un portico a tre arcate, mentre le parti interne furono abbellite con altari e decorazioni. Sebbene questi abbellimenti settecenteschi siano stati cancellati durante i lavori di restauro avvenuti tra il [[1963]] e il [[1969]], all'interno si possono ancora ammirare l'altare della [[Madonna delle Grazie]] del [[XVIII secolo]], il [[tabernacolo]] in marmo del [[1519]] proveniente dalla bottega di Jacopo della Pila, un affresco del [[XV secolo]] della [[Madonna con Bambino]] (chiamato ''Madonna del Melograno''), la pietra tombale della famiglia Deodato del [[1540]], un bassorilievo in marmo dell'[[Annunciazione]] del [[XVII secolo]], il dipinto di [[Macario il Grande|San Macario]] del [[XVIII secolo]], un bassorilievo della cosiddetta ''Madonna della Sapienza'' del [[XVIII secolo]], e il dipinto chiamato ''[[San Biagio di Sebaste|San Biagio]] in Gloria'' del [[XVIII secolo]]. Di pregevole fattura è anche l'organo del [[XVII secolo]], sito nella parte alta della navata di destra. Il [[sacello]] che contiene l'urna con le [[reliquie]] di San Biagio fu costruito nel [[XVII secolo]], e dichiarato ''regia cappella'' dal re [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV d'Asburgo]] nel [[1629]]<ref>{{cita|D'Alitti|pagg. 74-76}}</ref>. Il sacello fu poi abbellito il [[1878]] dal monsignor Buraglia, che commissionò allo scultore Domenico Oglia da [[Napoli]] un medaglione in marmo raffigurante il santo. All'interno del sacello si trova il busto argenteo di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], scolpito nel [[1979]] da [[Romano Vio]]<ref>{{cita|Cernicchiaro|pag. 103}}</ref> sul modello dell'originale simulacro del [[1706]] scolpito a [[Napoli]] da Domenico De Blasio<ref name="cita|Damiano|pag. 137"/> e trafugato da ladri ignoti il 28 ottobre [[1976]].
[[File:Chiesa di Santa Maria Maggiore di Maratea.JPG|thumb|La [[chiesa matrice]]]]
;[[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Maratea)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]
:Chiamata anche dell'Assunta<ref name="Cernicchiaro 1992">José Cernicchiaro & Vincenzo Perretti, ''L'antica “terra” di Maratea nel secolo XVIII'', Potenza, Il Salice Editore, 1992.</ref>, è la chiesa parrocchiale del ''Borgo'' di Maratea, perciò viene chiamata semplicemente ''chiesa madre''. Nel mese di agosto vi viene celebrata la festività dell'[[Assunzione di Maria|Assunta]]. Il nucleo originario nacque nel [[XII secolo|XII]]-[[XIV secolo]], riprendendo l'intitolazione della chiesa di Santa Maria al ''Castello''. Nel [[1434]] si separò dalla parrocchia della [[Basilica]] di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]]<ref name="Cernicchiaro 1979">José Cernicchiaro, ''Conoscere Maratea'', Napoli, Guida Editore, 1979.</ref>, e da allora costituisce la principale parrocchia di Maratea. Nel [[1505]] furono eseguiti i lavori di ampliamento che hanno portato la chiesa, a gradi linee, alle attuali dimensioni. Risale forse a questo periodo anche il grande [[campanile]], a base rettangolare con sopraelevazione ottagonale, di chiaro [[Arte romanica|stile romanico]]. Durante il [[XVIII secolo]] fu incorporata al coro della chiesa una [[torre]], che costituisce il [[presbiterio]]. La chiesa subì notevoli danni nel [[Terremoto del 1857 in Basilicata|terremoto del 1857]]<ref name="Cernicchiaro 1992" />. Sopra l'entrata della chiesa si trovano due [[angelo|angeli oranti]], scolpiti nel [[XVI secolo]]. All'interno, a navata unica (decorato da stucchi, archi, lesene, con volute e motivi floreali di tipo [[barocco]]), si trovano numerose opere: sulla parte sinistra vi sono una statua lignea della [[Madonna con Bambino]] del [[XVIII secolo]], un altare in marmo bianco e marmi policromi, un altare in marmo nero e marmi policromi del [[XVII secolo]] e un altro altare del [[XVII secolo]], adornato da decorazioni della [[Vergine Maria|Vergine]] e dei [[Santo|Santi]]. Sulla parete destra si trovano un olio su tavola raffigurante l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] del [[1690]], un'altra tavola simile rappresentante la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]], dipinta da Francesco d'Oliva nel [[1760]], il dipinto su tela raffigurante l'[[Adorazione]] dei pastori e [[Santi]] del [[XVIII secolo]], la scultura raffigurante l'[[Ecce Homo]] in legno dipinto del [[XVII secolo]] e la scultura in legno di [[San Michele Arcangelo]] del [[1890]]. Sempre sulla parete destra, adagiate in un altare, si trovano le sacre reliquie di [[Donato d'Arezzo|San Donato Martire]], donate da una famiglia di Maratea nel [[1827]]. Dietro l'altare maggiore, del [[XVII secolo]], lavorato in marmi policromi si trova un coro ligneo del [[XV secolo]], rifinito da Marco de Sanctis nel [[1721]]. Sopra il presbiterio è collocata l'artistica statua della Madonna degli Angeli del [[XVII secolo]]. È infine degno di nota l'organo del [[1866]].
 
[[File:Facade - Annunziata - Maratea - Italy 2015.JPG|left|upright=0.7|thumb|La Chiesa dell'Annunziata, con di fronte la colonna votiva di San Biagio]]
;[[Chiesa dell'Annunziata (Maratea)|Chiesa dell'Annunziata]]
:La chiesa fu realizzata come ampliamento di una cappella del [[XVI secolo]]<ref name="Cernicchiaro 1992"/>, e le dimensioni attuali furono raggiunte nel [[1748]]. I frequenti lavori delle epoche successive hanno cancellato l'aspetto originale<ref name="Dammiano 1965">Dammiano Domenico, Maratea nella Storia e nella Luce della Fede, Sapri 1965.</ref>, per far posto all'attuale disegno barocco, consoffitto a botte con crociere a triplice diramazione<ref name="Cernicchiaro 1979" />. All'interno si trovano l'altare maggiore in marmi policromi, un dipinto del [[martirio (Cristianesimo)|martirio]] di [[San Lorenzo]] del [[XVIII secolo]] e un altro di [[Santa Lucia]] del [[1775]]. Sopra l'altare è stata collocata una finissima [[Annunciazione]] del [[XVI secolo]], attribuita a [[Simone da Firenze]]. Di grande importanza storica è il busto in legno (dipinto d'argento) di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], che fu usato per il giuramento di armistizio da [[Alessandro Mandarini]] e [[Jean Maximilien Lamarque]] nel [[1806]]. Il portale della chiesa, [[barocco]], è delineato tra due antichissimi leoni in pietra<ref name="Cernicchiaro 1979" />, ed è sormontato da un affresco dell'[[Annunciazione]] del [[XVII secolo]]. Poco più in là del portale si trova l'obelisco in pietra di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], eretto a spese di tutta la cittadinanza nel [[1758]].
[[File:Facade - Addolorata - Maratea - Italy 2015.JPG|upright=0.7|thumb|La chiesa dell'Addolorata con l'obelisco]]
;[[Chiesa dell'Addolorata (Maratea)|Chiesa dell'Addolorata]]
:La chiesa fu realizzata come ampliamento di una cappella del [[XVI secolo]], e le dimensioni attuali furono raggiunte nel [[1748]]. I frequenti lavori delle epoche successive hanno cancellato l'aspetto originale, per far posto all'attuale disegno barocco, controsoffitto a botte con crociere a triplice diramazione. All'interno si trovano l'altare maggiore in marmi policromi, un dipinto del martirio di [[San Lorenzo]] del [[XVIII secolo]] e un altro di [[Santa Lucia]] del [[1775]]. Sopra l'altare è stata collocata una finissima [[Annunciazione]] del [[XVI secolo]], attribuita a [[Simone da Firenze]]. Di grande importanza storica è il busto in legno (dipinto d'argento) di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], che fu usato per il giuramento di armistizio da [[Alessandro Mandarini]] e [[Jean Maximilien Lamarque]] nel [[1806]]. Il portale della chiesa, [[barocco]], è delineato tra due antichissimi leoni in pietra, ed è sormontato da un affresco dell'[[Annunciazione]] del [[XVII secolo]]. Poco più in là del portale si trova l'obelisco in pietra di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], eretto a spesa di tutta la cittadinanza nel [[1758]].
 
[[File:Immacolata - Maratea - Italy 2015.JPG|left|upright=0.7|thumb|La chiesa dell'Immacolata. Nella cripta ospita l'antica chiesa di San Pietro.]]
;[[Chiesa dell'Immacolata (Maratea)|Chiesa dell'Immacolata]]
:Edificata nel [[XVIII secolo]]<ref name="Maratea Sacra">Aa. Vv., ''Maratea Sacra'', Roma, 2001.</ref> sulla chiesa di [[San Pietro]]<ref name="Cernicchiaro 1992"/>, la chiesa ha una navata, sormontata da un soffitto a piccole crociere riquadrate, al cui centro si trova un affresco dell'[[Immacolata Concezione|Immacolata]] del [[1923]]. All'interno della chiesa si trovano una statua di [[Rita da Cascia|Santa Rita]], una di [[San Luigi Gonzaga]] e una, del [[XVIII secolo]], della [[Immacolata Concezione|Madonna Immacolata]], affiancata da due dipinti, del [[XVIII secolo]], raffiguranti [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] e [[San Pietro]]. Al centro della facciata esterna si trovano un rosone a stucco e una statuetta della [[Immacolata Concezione|Vergine Immacolata]] del [[1904]]. Durante dei lavori di restauro, è stata ritrovata sotto la chiesa dell'Immacolata, l'antica Chiesa di San Pietro, risalente all'[[XIV secolo]], che si credeva fosse andata perduta. Vi si trova un interessante affresco dell'[[Ascensione]] del [[XIV secolo|XIV]]-[[XV secolo]], probabilmente di un allievo di [[Giotto]]<ref name="Maratea Sacra" />.
[[File:MarateaCappucciniSAntonio.JPG|thumb|La chiesa e il convento di Sant'Antonio.]]
;Chiesa di Sant'Antonio Abate
:Viene chiamata anche ''chiesa dei Cappuccini'', in quanto fa parte di un antico convento dei [[Cappuccini]] (abbandonato nel [[1866]]). Fu edificata nel [[1615]], la chiesa ha tutte le caratteristiche di sobrietà dell'ordine: non ci sono tracce dei virtuosismi artistici del [[barocco]], il soffitto è realizzato a botte con crociere riquadrate e le navate sono separate da archi a tutto sesto. Ai lati delle navate sono disposti altari e nicchie vetrate contenenti statue, tra cui quella in legno di [[San Rocco]] del [[XIX secolo]]. L'altare maggiore, rivestito in marmo nero levigato, è sovrastato da una tavola in olio del [[XVII secolo]], raffigurante la Madonna in Gloria, tra [[Sant'Antonio Abate]] e [[Sant'Antonio da Padova]], ai due lati del dipinto principale ce sono altri, raffiguranti Santa Rosa e [[Santa Chiara]] (dipinti su tavola), San Francesco, [[San Domenico]], l'Eterno Padre, Sant'Agostino e [[San Michele Arcangelo]] (dipinti su tela). I dipinti secondari sono separati da lesene aggettanti, riccamente lavorate in legno.
 
[[File:ChiesaSanVitoMaratea.jpg|left|upright=0.9|thumb|La chiesa di San Vito, al limitare del bosco de I Carpini.]]
;Chiesa di San Vito
:Costruita nel [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] è la chiesa più antica del ''Borgo''. Fu restaurata nel [[1883]]. Ha una sola navata, in cui si trovano degli antichi sedili lavorati in pietra. All'interno si trovano un altare maggiore e un presbitero del [[XVI secolo]], un affresco di [[San Rocco]], uno di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] e un altro di [[San Vito di Lucania|San Vito]] anch'essi del [[XVI secolo]]. Nel catino absidale si trova invece un affresco della [[Madonna col Bambino|Madonna in trono con Bambino]] del [[XIV secolo]].
 
[[File:Chiesa della Madonna del Rosario - Maratea - Italy 2015.jpg|upright=0.9|thumb|La chiesa del Rosario.]]
;Chiesa della Madonna del Rosario
:Fu costruita nel [[1575]] con il contributo di tutti i cittadini di Maratea, come ricorda una lapide all'interno. Ubicata nel ''Largo Monastero'', la chiesa ha un'unica grande navata, finemente lavorata in stile [[architettura barocca|tardo barocco]]. Le pareti sono state finemente lavorate in bassorilievo (si possono contare ben 100 visi di [[angelo|angeli]] e altre finezze artistiche) nel [[XVIII secolo]]. Nella navata destra della chiesa sono presenti un quadro di [[San Francesco d'Assisi|San Francesco]] del [[1670]] di [[Joseph Trombadore]] e un olio su tavola della [[Madonna del Rosario|Madonna dei Misteri del Rosario]] del [[XVII secolo]]. Sulla navata sinistra invece troviamo una rappresentazione della [[Madonna Addolorata]] del [[1730]], una [[Madonna del Soccorso|Madonna del Soccorso con Santi]] del [[XVI secolo]] e una statua della [[Madonna del Carmine]] del [[1695]]. Sul soffitto si trova un affresco di [[Caterina da Bologna|Santa Caterina di Bologna]] del [[1715]], a opera di [[Gaetano Cusati]] e di [[Casadoglio]]. Sul paliotto dell'altare è raffigurata una ''[[Pietà (arte)|Pietà]]'', l'altare stesso è rivestito di marmo nero decorato con marmi policromi. Il coro in legno retrostante è del [[XVII secolo]]. Sopra il presbitero, la cupola è affrescata con immagini degli [[evangelisti]], opera di [[Angelo Galtieri]] del [[1721]]. Nella parte posteriore della chiesa si trovano un organo finemente dipinto del [[XVII secolo]] e le pietre tombali, del [[XVI secolo]], di alcune nobili famiglie di Maratea.
 
[[File:MarateaSFrancescoPaola.JPG|upright=0.7|thumb|Facciata della chiesa di San Francesco di Paola.]]
;Chiesa di San Francesco di Paola
:Si trova nel [[rione]] omonimo, ai piedi del ''Borgo''. Fu costruita nei primi anni del [[XVII secolo]], è una chiesa a una navata e ha subito sostanziosi rifacimenti, in stile barocco, verso la fine del secolo stesso. Nel piccolo esterno si trovano un portale in pietra con decorazioni in bassorilievi di cherubini e festoni, e un affresco di [[San Francesco di Paola|San Francesco]] al centro della volta a botte. All'interno tutte le opere sono del tardo [[XVIII secolo]]: nel dipinto della [[Pietà (arte)|Pietà]], sull'altare maggiore, sono rappresentati anche, oltre alla Madonna e il Cristo nella tradizionale iconografia della scena, le figure di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]], [[San Filippo Neri]] e [[San Francesco di Paola|San Francesco]]. Di ottima fattura è anche la statua di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] in legno a tutto tondo, le cui vesti sono colorate in oro. La chiesa fa parte dell'antico convento dei [[Paolotti]], sede dell'Istituto Alberghiero.
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzi e residenze nobiliari ====
[[File:MarateaPalazzoDeLieto.JPG|thumbnail|left|Palazzo De Lieto. Si distingue la terrazza arcata.]]
;[[Palazzo De Lieto]]
:Donato alla comunità nel [[1734]] da Giovanni De Lieto, divenne il primo vero e proprio ospedale di Maratea. Mantenne questa funzione fino all'inizio del [[XX secolo]], quando il nosocomio cittadino fu trasferito nell'ex-[[convento]] di [[San Francesco di Paola]].<ref name=Damiano /> Posto sotto la tutela del [[Ministero dei beni culturali]] nel [[1979]],<ref name="beni culturali">[http://www.beniarchitettonicibasilicata.beniculturali.it/index.php?it/174/provincia-di-potenza-m Beni culturali Maratea.]</ref> è stato restaurato ed ospita mostre perenni ed eventi museali. La struttura presenta una terrazza con tre arcate.
 
;Palazzo Calderano
:Si trova nel rione più antico del ''Borgo'' di Maratea, detto ''Capo Casale''. Il palazzo del [[XVIII secolo]], posto sotto la tutela del [[Ministero dei beni culturali]] nel [[1990]],<ref name="beni culturali" /> presenta una bella [[loggia]] con colonne e un grande [[portale]] in pietra quarzitica. Sulla doppia [[facciata]], traforata, si innesta un sistema di scale e ponti volanti.<ref name="guida a maratea">[http://books.google.it/books?id=Iv1oKBKMFgsC&printsec=frontcover&dq=guida+a+maratea&hl=it&ei=bVj1S-bZLYqAnQPdjsnpCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA#v=onepage&q&f=false Aldo Garofano, Massimo Locci, Florangela Papa, Tania Sarli, ''Guida a Maratea: valenze e problemi del territorio'', edizioni Dedalo, 1984.]</ref>
[[File:Palazzo Eredi Picone - Maratea - Italy 2015.JPG|thumbnail|La «torre» di Palazzo Eredi Picòne.]]
;Palazzo Eredi Picone
:Sul ciglio del rione ''Pietra del Pesce'', il palazzo si distingue per la caratteristica loggia a forma di [[torre]], tradizionalmente identificata come una di quelle presenti nello stemma comunale.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /> La struttura, di proprietà privata, è stata posta sotto la tutela del [[Ministero dei beni culturali]] nel [[1981]],<ref name="beni culturali" /> ma non ancora restaurata.
 
;Palazzo Marini-D'Armenia
Sito nel rione ''Casaletto'', ha un bel portale, sopra cui si trova un bassorilievo raffigurante un [[angelo]]. Sottoposto alla tutela del [[Ministero dei beni culturali]] nel [[1991]],<ref name="beni culturali" /> ha un caratteristico [[angiporto]] che permette il passaggio sotto un piano.
 
;Palazzo baronale Labanchi
Si trova in località ''Secca di [[Castrocucco]]''. Fu costruito nel [[XVI secolo]],<ref name="guida a maratea" /> e, nel [[1860]], ospitò per una notte [[Giuseppe Garibaldi]], di passaggio durante la [[spedizione dei Mille]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" /> L'edificio si distingue per la presenza di due massicce torri circolari, che rendono l'aspetto di una fortificazione. Il palazzo è sotto la tutela del [[Ministero dei beni culturali]] dal [[1979]].<ref name="beni culturali" />
[[File:VillaNitti.jpg|thumb|Villa Nitti ad [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]].]]
;[[Villa Nitti]]
:È una struttura di grande valore storico, in quanto casa del presidente [[Francesco Saverio Nitti]], e architettonico, in quanto rivisitazione [[architettura neogotica|neogotica]]-[[Art déco|decò]] di una tipica casa rurale, ad opera di [[Vincenzo Rinaldo]], architetto veneziano. È situata in posizione panoramica, presso il litorale della frazione [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]].
 
;Villa comunale Casimiro Gennari
:È la villa comunale intitolata al cardinale [[Casimiro Gennari]] fu voluta dal sindaco Biagio Vitolo e realizzata grazie a una donazione territoriale dello stesso cardinale. Fu inaugurata il 16 agosto [[1953]]<ref>[http://www.calderano.it/Testi/Sergio/19.htm Sergio de Nicola, ''La Villa Comunale'', 2001.]</ref> con una grande partecipazione popolare. La villa, più volte restaurata e ri-valorizzata, ospita un busto marmoreo del cardinale e uno di [[Alessandro Mandarini]], nonché una scultura che rappresenta lo stemma comunale corredata di laghetto artificiale. Dalla villa si apre un belvedere verso la valle e il centro storico.
[[File:TorreMarateaCastello.jpg|thumbnail|Rudere di una torre tra le case del ''Castello''.]]
=== Architetture militari ===
==== Mura, torri e porte del ''Castello'' ====
L'antica Maratea, posta sulla cima del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'', è soprannominata dai marateoti ''Castello'' perché era un tempo fortificata con [[Mura (architettura)|mura]], [[bastione|bastioni]] e [[torre|torri]].<ref name="di san biase e di maratea" />
 
Questi elementi non sono più ben distinguibili nell'ammasso di rovine che costituisce il sito, ma sono ancora presenti resti di alcune di queste strutture, di cui fu ordinata la distruzione dopo l'[[Resistenza di Maratea|assedio napoleonico]] del [[1806]].<ref name=Damiano /> Nulla rimane delle due porte d'accesso alla cittadina,<ref name="pietre nel cielo" /> mentre i tratti delle antiche [[Mura (architettura)|mura]] sono ancora esistenti.
 
Di fronte alla [[Basilica di San Biagio (Maratea)|basilica di S. Biagio]], sono presenti due [[torre|torri]] diroccate, originariamente poste a guardia di una delle due porte.<ref name="pietre nel cielo" />
Un'altra struttura simile si può scorgere nella parte alta dell'antico nucleo urbano, mentre nei pressi dell'attuale asse viario si vede chiaramente il rudere di una [[torre]] quadrangolare con una grande [[feritoia]] sul lato esterno.
 
==== [[Castello di Castrocucco]] ====
[[File:CastrocuccosCastle.JPG|left|thumbnail|Il castello di Castrocucco.]]
Sito nei pressi della [[Castrocucco|frazione omonima]], si trova su un grande costone di roccia sospeso sopra la SS 18. Nel [[2005]] è stato sottoposto a tutela dal [[Ministero dei beni culturali]].<ref name="beni culturali" /> e proclamato [[monumento nazionale]].<ref>''Il castello di Castrocucco è monumento nazionale'', articolo de «Il Cittadino di Basilicata», n. 21 dicembre 2007, pag. 9.</ref> Tutta l'area circostante è stata anche individuata quale [[Sito di Interesse Comunitario]] dall'[[Unione europea]]. Il [[castello]] fu abbandonato nel [[XVII secolo]], e pertanto presenta un pessimo stato di conservazione. Sono comunque ancora distinguibili alcuni elementi, come la porta, i [[bastioni]] e alcuni tratti della mura.<ref name="guida a maratea" />
 
==== Torri Costiere ====
Sulla costa di Maratea si notano, disposte come fari, sei [[torri costiere del Regno di Napoli|torri costiere anti-corsare]], risalenti alla fine del [[XVI secolo]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
;[[Torre dei Crivi]]
:Si trova a nord di [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], su un costone di roccia sopra il 221,5 [[Chilometro|km]] della [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS 18]]. È in stato di rudere, sebbene ben conservatasi nella sua forma esterna.
[[File:Torre dei Crivi.JPG|thumbnail|La [[torre dei Crivi]], posta su una roccia sopra il mare, nei pressi di [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]].]]
 
;[[Torre di Acquafredda]]
:Si trova ad [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], sul promontorio della ''Rotondella'', presso il 225,5 [[Chilometro|km]] della SS 18. È la torre peggio conservata.
 
;[[Torre Apprezzami l'Asino]]
:Si trova a nord della frazione [[Cersuta]], su un costone di roccia sopra il 229 [[Chilometro|km]] della SS 18. Ha subito un intervento di restauro,<ref>[http://www.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/villa_nitti/villa_06.pdf Paola Bottini, Valeria Verrastro, ''Villa Nitti: il luogo del pensiero'', Potenza 2002.]</ref> e deve il suo nome a un episodio della tradizione popolare, che racconta di quando, nell'unica e strettissima strada che passa sotto la torre, due contadini si incrociarono con i loro asini nel punto dove non c'era lo spazio materiale per far passare tutti e due gli animali. Non restò altro che ''apprezzare'' quale animale avesse minor valore e, per fare strada libera all'altro, precipitarlo in mare.<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
 
;[[Torre Santavenere]]
:Giudicata da [[Giovan Battista Pacichelli]] la più bella torre del [[Regno di Napoli]],<ref>[[Giovan Battista Pacichelli]], ''Il Regno di Napoli in Prospettiva'', Napoli, 1702.</ref> si trova nella frazione [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello-Santavenere]]. È stata riadattata come abitazione nel [[XX secolo]], ma questo intervento ne ha modificato radicalmente la struttura.
 
;[[Torre di Filocaio]]
:Era la torre a guardia del [[Porto di Maratea|porto]]. È stata restaurata nel [[XX secolo]] e adattata ad abitazione privata.
 
;[[Torre Caina]]
:Si trova in posizione pittoresca su un grande promontorio a picco sul mare, presso il 240 [[Chilometro|km]] della SS 18, a sud della frazione [[Marina di Maratea|Marina]].
 
=== Altro ===
==== [[Statua del Redentore (Maratea)|Statua del Redentore]] ====
[[File:CristoRedentoreMaratea.jpg|thumb|upright|La [[Statua del Redentore (Maratea)|Statua del Redentore]].]]
Si trova sulla vetta più alta del [[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]], sovrastante il [[centro storico]] di Maratea. È stata completata nel [[1965]], con un impasto di cemento misto a [[marmo di Carrara]], da [[Bruno Innocenti]], scultore fiorentino, su idea di [[Stefano Rivetti di Val Cervo|Stefano Rivetti]]. Con i suoi 22 metri di altezza circa, è la statua più alta d'Italia e la sessantaseiesima più alta del mondo, nonché il più famoso monumento di Maratea. Raffigura il [[Gesù|Cristo Redentore]], dopo la [[Resurrezione]], in una iconografia molto distante da quella tradizionale. In più, un particolare effetto ottico fa sì che osservandola da lontano pare guardare il mare, mentre invece ha lo sguardo rivolto verso i monti della Lucania.
 
[[File:Colonnasbiagio.jpg|thumb|upright=0.7|left|La colonna di San Biagio, eretta nel [[1758]] dalla popolazione di Maratea.]]
 
==== Colonna di San Biagio ====
La colonna votiva a San Biagio, posta in fronte alla [[Chiese di Maratea|chiesa dell'Annunziata]] nella piazza di Maratea, fu eretta per volere di popolo nel [[1758]].<ref name=Damiano /> Essa si compone di tre corpi: una base squadrata, un'antica [[colonna]] di marmo (che tradizione vuole essere stata ripescata a largo della costa presso [[Marina di Maratea|Marina]]<ref name="di san biase e di maratea" />) e la [[statua]] del santo a figura intera.
Sulla base si trova l'iscrizione:
<small><center>
D.O.M. / DIVO BLASIO MARTYRI INVICTO / MARATHENSIUM CIVITATIS / PATRONO ATQUE OPITULATORI / PRO MERITIS IN SE OMNI INDULGENTHIA / EXMIAQUE LARGITATE COLLATIS / ORDO POPULUSQUE
</center></small>
 
==== Obelisco dell'Addolorata ====
[[File:ObeliscoAddolorata.jpg|right||thumbnail|I|L'obelisco dell'Addolorata.]]
Il piccolo e semplice monumento, eretto nel [[1788]] dal cittadino Gerardo Laurelli a memoria della scomparsa di uno dei suoi figli,<ref name="blanda e maratea" /> si trova di fronte alla [[Chiese di Maratea|chiesa dell'Addolorata]]. È composto da una guglia su cui trova posto una piccola statua della [[Madonna Addolorata]], raffigurata nella classica iconografia.
 
Sulla base si trovano incise le parole:
<small><center>
VIATOR / SI QUICQUAM HUMANITUS IN TE EST / SISTE PAULULUM DONEC / DOLOREM MEUM LUGEAM / NULLUS DOLOR AMARIOR / NAM
NULLA PROLES CARIOR / EGO SOLA MAESTAS CELEBRAVI VIGILIAS
</center></small>
 
==== Croce commemorativa ====
Il semplice monumento, in pietra e cemento, fu costruito nel [[1941]] per iniziativa del [[podestà (fascismo)|podestà]] Biagio Vitolo sulla cima del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]''. Nel [[1963]] la croce fu smontata per far posto al cantiere del [[Redentore di Maratea|monumento al Redentore]] e ricostruita, insieme all'annesso belvedere, su un'altura nella [[valle]] di Maratea, nei pressi del [[cimitero]] centrale.
 
=== Siti archeologici ===
{{vedi anche|Area archeologica di Capo la Timpa|Area archeologica dell'isola di Santo Janni|Area archeologica della Secca di Castrocucco}}
Maratea ospita numerosi siti di interesse archeologico.<ref>Paola Bottini, ''Valenze archeologiche del territorio di Maratea'', in ''Maratea: il mare e la costa da proteggere'', Lavello 1996.</ref>
 
Il promontorio detto ''[[Area archeologica di Capo la Timpa|Capo la Timpa]]'' è stato a lungo oggetto di ricerche archeologiche, che hanno riportato alla luce un insediamento indigeno in capanne che visse, a più riprese, dal [[XV secolo a.C.]] fino al [[III secolo a.C.]]. I rinvenimenti del periodo romano si concentrano principalmente intorno all'[[isola di Santo Janni]], dove è stato scoperto il più grande giacimento del [[Mediterraneo]] di ancore e anfore di questo periodo.<ref name="rotta venus" /> Altro sito dello stesso periodo storico è quello presso la ''Secca di Castrocucco'', dove è stata rinvenuta una ''villa marittima'' romana. Per la storia medioevale i protagonisti sono il sito del ''Castello'' e il [[Castello di Castrocucco]], entrambi siti non ancora oggetto di ricerche sistematiche. Degne di attenzione sono anche le sei [[torri costiere del Regno di Napoli|torri costiere]] presenti sul territorio, di cui tre restaurate.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Maratea}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Sebbene la presenza straniera sia ridotta rispetto alla media nazionale, i residenti di nazionalità non italiana sono 114, pari al 2,18% della popolazione marateota. L'unica comunità nazionale numericamente significativa è quella [[Romania|rumena]] con 68 residenti.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2010/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P076&Com=44&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Statistiche ISTAT 31/12/2010. La presenza straniera a Maratea|accesso=15 febbraio 2012}}</ref>
 
=== Dialetto ===
{{Vedi anche|Dialetto di Maratea}}
Il dialetto di Maratea, pur appartenente alla famiglia dei [[dialetti lucani]], si discosta sensibilmente da quelli dei paesi circostanti per [[fonetica]] che per [[grammatica]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
I vocaboli derivano principalmente dal [[greco antico]] e dal [[Lingua latina|latino]], da cui il dialetto prende in blocco le desinenze nella coniugazione dei verbi. Inoltre non mancano etimologie [[lingua spagnola|spagnole]], [[osco|osche]] e addirittura [[lingua araba|arabe]].
 
=== Tradizioni e folclore ===
==== Festa della traslazione delle reliquie di San Biagio ====
Le manifestazioni più note e diffuse del folklore di Maratea sono legate alle feste religiose. Su tutte spicca la festa dell'anniversario della traslazione delle reliquie di San Biagio, che dura un'intera settimana, dal primo [[sabato]] di maggio fino alla seconda [[domenica]] del mese.
[[File:SanBiagioaCapocasale.JPG|right||thumbnail|I|Arrivo della statua di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] a ''Capo Casale''. Da notare il panno rosso che copre la statua.]]
Questa festa, che si affianca quella religiosa del 3 febbraio,<ref name=Damiano /> ha origini remote, e vuole celebrare l'arrivo delle reliquie del santo a Maratea, avvenuta, secondo alcuni, nel mese di maggio del [[732]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
Nel [[1695]] venne istituito, con il consenso del [[vescovo]] della [[diocesi di Cassano allo Ionio]], il protocollo della manifestazione.<ref name=Damiano />
[[File:SanBiagiocapocasale.jpg|left||thumbnail|I|La statua di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]] dopo la svestizione.]]
Il primo [[sabato]] del mese si tiene la prima processione della statua argentea del santo, detta ''San Biagio va per la terra'', che si svolge per le strade del ''Castello''. Dopo alcuni giorni di preghiera, il secondo [[giovedì]] del mese si svolge la seconda processione, detta ''San Biagio scende dal Castello'', in cui la statua viene trasportata, attraverso un antico sentiero, dal ''Castello'' al ''Borgo''. Questa è una processione davvero particolare, in quanto il simulacro del santo viene coperto da un panno rosso fino all'arrivo alla località detta ''Capo Casale'': ciò avviene poiché l'atto del passaggio della statua tra le due parrocchie di Maratea è qualcosa di strettamente privato, come stabilito nel [[1781]] dopo una lite tra i due parroci,<ref name="di san biase e di maratea" /> infatti il [[Sacerdote|prete]] che porta la statua non indossa né [[cotta (liturgia)|cotta]] né [[stola (liturgia)|stola]]. A ''Capo Casale'' la statua viene spogliata e consegnata alla ''responsabilità'' del sindaco,<ref name=Damiano /> che qui consegna al santo le chiavi della città, rendendolo simbolicamente la massima autorità di Maratea. Subito dopo la statua viene trasportata nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il secondo [[sabato]] di maggio si tiene la terza processione, in cui il busto argenteo di San Biagio attraversa in pompa magna le strade del ''Borgo''.
Arrivati alla domenica che segue, si tiene l'ultima processione, detta ''San Biagio torna al Castello'', in cui la statua, nuovamente coperta dal manto rosso, ripercorre all'indietro l'antico sentiero per ritornare alla [[Basilica]] al ''Castello'', sua sede abituale. In seguito alla ricollocazione della statua nella [[Basilica]], avviene saltuariamente il fenomeno della [[Santa Manna|Manna]], certificato già in una bolla papale del [[1562]].
 
==== Leggende popolari ====
Note folkloristiche interessanti si trovano nelle leggende popolari, riguardanti creature mitiche come il ''[[Monachicchio|Mommachicchiu]]'', un dispettosissimo folletto, o le ''Mahàre'', creature di aria calda che minaccerebbero la salute dei neonati.<ref name="maratea pane mare" >Tina Polisciano, ''Maratea: quando il pane aveva il sapore del mare'', Newton Compton, 2004</ref>
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
==== Sanità ====
[[File:OspedaleMaratea.jpg|thumbnail|Il plesso ospedaliero e l'ex convento dei Paolotti.]]
L'[[ospedale]] civile di Maratea fu fondato per volere di Giovanni Di Lieto, che il 12 aprile [[1734]] lasciò in testamento una rendita e un palazzo per dare il via alla primitiva struttura. Ripristinato dopo esser stato soppresso per motivi poco chiari durante il decennio francese, nel [[1831]] il re [[Ferdinando II delle Due Sicilie]] lo proclamò ospedale distrettuale per tutta l'area del [[Lagonegrese]].<ref name=Damiano /> Nei primi anni del [[XX secolo|Novecento]] fu spostato nell'ex [[convento]] dei Paolotti e li rimase fino agli anni settanta del secolo. Nel [[2001]] molti reparti furono chiusi, con il progetto di far trasformare l'ospedale in un polo multispecialistico per la riabilitazione da parte dell'[[INAIL]]. Tale progetto fu duramente contestato dalla popolazione e, in parte, dall'amministrazione comunale scaturita dalle elezioni di quell'anno. Negli ultimi tempi tale progetto è stato rivalutato ed è ampiamente sostenuto: negli incontri tra comune e regione tenutisi il 23 agosto [[2009]] e il 3 febbraio [[2010]] ne venne assicurata la messa in opera,<ref>[http://www.comune.maratea.pz.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_48_12_1.html Comune di Maratea: Il Presidente De Filippo incontra per la seconda volta il Sindaco e la Giunta Comunale.]</ref><ref>[http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=536162&dep=100055 Regione Basilicata: vertice su problemi di Maratea con De Filippo.]</ref> con una gara di bando conclusasi il 22 giugno [[2012]].<ref>[http://www.bandi.it/bandi/lavori/BASILICATA_lavori.htm Bandi lavori Regione Basilicata.]</ref> Nell'ospedale marateota sono funzionanti i reparti e i laboratori di [[Oftalmologia|chirurgia oculistica]], [[Residenza Sanitaria Assistenziale]] e [[fisioterapia]]<ref>[http://www.comune.maratea.pz.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_192_0_1.html Comune di Maratea: Ospedale e sue prospettive.]</ref> oltre ai servizi di [[pronto soccorso]], [[radiologia]], [[Emodialisi|dialisi]] e [[farmacia]].<ref>[http://www.aspbasilicata.net/servizi/ospedale-di-maratea ASP Basilicata: Servizi e reparti dell'ospedale di Maratea.]</ref>
 
Dal [[1965]] esiste anche una [[casa di riposo]] intitolata a "Maria Consolatrice".
Edificio più nuovo ma di certo molto importante per la sanità di Maratea è l'RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) che rappresenta un'eccellenza nel territorio ed ospita molti pazienti (ragazzi con disturbi intellettivi) lungodegenti.
 
=== Qualità della vita ===
* 5 Vele: [[Legambiente]] ha attribuito a Maratea tre volte, per gli anni [[2011]], [[2012]], [[2013]], [[2014]] e [[2015]] le "5 Vele" della sua ''[[Guida Blu]]''. Sono stati premiati per l'anno 2012 lo stato di conservazione del territorio (4 “petali” su 5), la qualità dell'accoglienza e la sostenibilità turistica (4 “stelle” su 5), la pulizia del mare e delle spiagge (bollino “Mare e spiagge”), la gestione sostenibile (bollino “Sostenibilità ambientale”), la presenza di fondali interessanti per l'attività subacquea (bollino “Sub”), i servizi per disabili motori (bollino "Servizi per disabili") e di luoghi d'interesse storico-culturale (bollino “Non solo mare”).<ref>[http://www.legambiente.it/guida-blu-2012 Guida Blu 2012 di Legambiente.]</ref><ref>[http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/legambiente-e-touring-club-italiano-presentano-la-classifica-delle-localita-b-4 Guida Blu 2013 di Legambiente.]</ref><ref>[http://www.legambiente.it/guida-blu/2014 Guida Blu 2014 di Legambiente.]</ref><ref>[http://www.ansa.it/basilicata/notizie/2015/06/05/maratea-cinque-vele-nel-mare-piu-bello_343faead-c9e0-4d9d-b1b5-a7485f47a56d.html Ansa: Maratea, Cinque Vele nel mare più bello.]</ref>
* Inoltre nella classifica di [[Legambiente]] "La più bella sei tu", dedicata alla spiaggia italiana più bella, nel 2015 Maratea si è classificata al secondo posto con la Spiaggia del Nastro di [[Cersuta]].
* [[Bandiera Blu]]: a Maratea è stata assegnata numerose volte la Bandiera Blu [[Foundation for Environmental Education|Fee]] - in questo secolo è risultata vincitrice del riconoscimento nel [[2001]], [[2002]], [[2003]], [[2004]], [[2007]], [[2008]], [[2009]], [[2010]], [[2011]], [[2012]], [[2013]], [[2014]] e [[2015]]<ref>[http://www.bandierablu.org/common/blueflag.asp?anno=2015&tipo=bb Elenco Bandiere Blu FEE per il 2015.]</ref> - che premia la qualità delle acque di balneazione, le spiagge e i servizi offerti.
* [[Bandiera verde]]: la quale premia le località balneari che dispongono di spiagge adatte ai bambini secondo le indagini redatte da pediatri, è stata vinta per gli anni [[2012]], [[2013]], [[2014]] e [[2015]]<ref>[http://www.primadanoi.it/news/527418/-I-pediatri-decidono-%C2%ABa-Vasto-bandiera-Verde-mare-ideale-per-i-pi%C3%B9-piccoli%C2%BB.html Bandiere verdi.]</ref><ref>[http://viaggi.libero.it/news/6442b2e30fa6d8ff9aa48abb7c11274b/le-spiagge-piu-belle-d-italia-per-bambini?refresh_ce Le bandiere verdi del 2013.]</ref>
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Scuole ====
Fino a poco tempo fa in Maratea figuravano ben quattro plessi di scuola elementare, dislocati dislocate nel capoluogo comunale e nelle frazioni [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], [[Porto (Maratea)|Porto]] e [[Massa (Maratea)|Massa]]. A partire dal 16 settembre [[2010]] queste sono state riunite in un'unica [[scuola elementare]], che per la prima volta raccoglie gli scolari di tutto il comune.
Altra scuola elementare è quella del ''Sacro Cuore'', scuola parificata dell'antico istituto di educazione ''De Pino''.<ref>N. N., ''Sessantesimo'', Sapri 1977.</ref>
 
La locale [[scuola media]] statale, invece, fu avviata nel [[1952]] ed è intitolata al cardinale [[Casimiro Gennari]].
 
Per l'istruzione superiore figurano:
* un [[liceo scientifico]], aperto nell'anno scolastico [[1970]]-[[1971|71]];<ref name=Calza>Carlo Calza, ''Cronologia della storia della Città di Maratea'', Lagonegro, 2010</ref>
* un [[Ipssar|istituto alberghiero]], aperto nell'anno scolastico [[1974]]-[[1975|75]];<ref name=Calza />
* un [[liceo artistico]], istituito nel [[2002]] ed aperto nel [[2004]]-[[2005|05]];<ref name=Calza />
* un [[istituto tecnico nautico]], istituito il 5 gennaio [[2011]]<ref>[http://www.comune.maratea.pz.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_144_12_1.html Comune di Maratea: Il LICEO SCIENTIFICO resta a MARATEA - MISSIONE COMPIUTA.]</ref> ed aperto nell'anno [[2012]]-[[2013]].<ref>[http://www.comune.maratea.pz.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_230_12_1.html Anno Scolastico 2012/13.]</ref>
 
Esiste, in oltre, una scuola di alti studi sullo sviluppo gestita dalla Fondazione [[Francesco Saverio Nitti]] - associazione compartecipata dalla [[Regione Basilicata]], dal Comune di Maratea e da quello di [[Melfi]] - con sede nella [[Villa Nitti|villa]] dello statista lucano nella frazione [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]]. Questa scuola, aperta il 4 marzo [[2012]], offre per tre mesi a trenta allievi (giovani studenti laureati, preferibilmente in possesso di master o dottorato, paganti retta o borsisti) 360 ore di formazione su temi inerenti allo sviluppo del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], ed ha acquisito presto un certo prestigio grazie alla presenza, nel corpo docenti e comitato scientifico, di personalità come [[Giuseppe Galasso]], Antonio Lerra e [[Fabrizio Barca]].<ref>[http://www.altistudinitti.it/site/nitti/home.html Sito Ufficiale della Scuola di alti studi della Fondazione Nitti.]</ref>
 
==== Musei ====
Nel [[Palazzo De Lieto]] è presente una mostra archeologica subacquea dove si possono ammirare le ancore e le anfore di epoca romana ritrovate nei fondali di Maratea. Inoltre il palazzo viene utilizzato come sede di eventi espositivi.
 
==== Biblioteca comunale ====
[[File:MarateaBiblioteca.jpg|thumb|Sede della biblioteca di Maratea.]]
La biblioteca comunale è sita nel cosiddetto ''Parco Tarantini''. La biblioteca conserva molti volumi rari inerenti allo studio della storia di Maratea e ospita l'archivio storico del centro culturale locale. Nel dicembre [[2011]] è stata aggiunta anche una sezione per i bambini.
 
=== Media ===
==== Letteratura ====
Romanzi, racconti e raccolte di poesie ambientati a Maratea:<ref name="maratea.info">[http://www.maratea.info/ita_00007e.htm Maratea Cinema | Film | Libri<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
* ''[[Fuoco grande]]'' ([[1946]]) di [[Cesare Pavese]] e [[Bianca Garufi]].
* ''Terra Mia'' ([[1946]]) di Pasquale Epifanio Iannini.
* ''Tutti al Mare'' ([[1992]]) di [[Michele Serra]].
* ''Tre Sentieri per il Lago'' ([[1994]]) di [[Ingeborg Bachmann]].
* ''Blu Maratea'' ([[2002]]) di [[Corrado Calabrò]].
* ''Una notte piena di stelle. Tredici racconti del mistero'' ([[2002]]) di Sergio Licinio Greco.
* ''Il cappotto del nonno'' ([[2007]]) di [[Francesco Sisinni]].
* ''Il testimone di pietra e altri racconti'' ([[2008]]) di Raffaele Ruggiero.
* ''Marisdea'' ([[2008]]) di Andrea Di Consoli.
* ''Le rose del sud'' ([[2008]]) di Sandro Florio.
* ''L'isola di Santo Janni'' ([[2010]]) di Gianni Jannini.
* ''Guarda giù per la strada'' ([[2013]]) di Lelia Meola Nava.
* ''Uno dei tanti. Raffaele Ginnari, patriota di Maratea'' ([[2014]]) di Mimmo Esposito.
* ''Il Porto: racconto'' ([[2015]]) di [[Francesco Sisinni]].
 
==== Cinema ====
[[Film]] ambientati o girati a Maratea:<ref name="maratea.info" />
 
* ''[[A porte chiuse (film 1961)|A Porte Chiuse]]'' ([[1961]]) di [[Dino Risi]].
* ''La Vedovella'' ([[1964]]) di Sergio Siano.
* ''[[Ogni lasciato è perso]]'' ([[2000]]) di [[Piero Chiambretti]].
* ''[[Basilicata coast to coast]]'' ([[2010]]) di [[Rocco Papaleo]]. Le riprese di questo film sono iniziate proprio a Maratea il 24 agosto [[2009]].
* ''Cruel Tango'' ([[2012]]) di Salvatore Metastasio
 
[[Film indipendenti]] e [[cortometraggio|cortometraggi]]:
* ''751 Tommaso Campanella'' ([[2008]]) di Andrea Nuzzi e Marco Zanelli
 
==== Radio ====
Dal 26 luglio [[2010]] sono iniziate le trasmissioni di [http://www.marateawebradio.it/ ''Maratea Web Radio''], la prima [[web radio]] della [[Basilicata]]. Questa emittente ha la particolarità di trasmettere solo musica autoprodotta di giovani o aspiranti artisti.
 
In passato, a Maratea è nata ed ha prosperato, con grande seguito negli [[anni 1980|anni ottanta]], l'emittente ''Radio 91 Maratea'', una delle prime radio libere lucane. Sorta nella seconda metà degli [[anni 1970|anni settanta]], edita dalla SCM 91, Radio 91 aveva sede in via [[Casimiro Gennari]] 21 e trasmetteva su 94,4&nbsp;mHz, 103&nbsp;mHz, e 103,7&nbsp;mHz. Ha cessato l'attività nel [[2006]], cedendo testata, concessione ed impianti ad una società potentina che però non ha proseguito nell'originario progetto editoriale.
 
=== Cucina ===
La cucina tipica di Maratea è un misto di sapori di frutti della [[terra]] e del [[mare]]. Le antiche ricette marateote, di cui alcune sono scomparse perché sostituite dalle moderne abitudini alimentari, sono basate su tradizioni che legavano un determinato piatto a un certo periodo dell'anno o a una occasione particolare.
Tra le varie pietanze, meritano una menzione particolare le ''lagàne'': queste sono un particolare impasto di farina, olio, sale e uova, tagliato in strisce di 2,5 [[centimetro|cm]] di larghezza. Queste derivano direttamente dalle ''lagàni'' degli [[Storia romana|antichi Romani]].<ref name="cernicchiaro conoscere maratea" />
Tra le ricette più comuni, troviamo:
 
* Zirpule («zeppole»): dolce tipico della tradizione natalizia marateota, unico nel panorama regionale per impasto e preparazione, si presenta a forma di 8 oppure di e, vanno consumate calde, ricoperte di miele locale oppure di zucchero a granelli.
* Mozzarelle di Massa: Un tipo particolare di mozzarella, lavorata con metodo artigianale ed intrecciata stretta, va consumata nell'arco di un giorno dalla preparazione.
* Lagàne e ciciri («''lagàne'' e ceci»): dopo aver fatto stare a mollo i [[ceci]] per una notte intera con l'aggiunta di un cucchiaio di bicarbonato, si lessano in acqua abbondante e a fuoco lento insieme a del sedano. Successivamente friggere della pancetta con olio, aglio, pomodoro e prezzemolo. Poi unire le ''lagàne'' ai ceci e far cuocere per qualche minuto, quindi servire con peperone e pepe. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato il [[mercoledì delle Ceneri]].
* Frittata 'i cipuddine («frittata di cipolline»): si prepara come una frittata con patate fritte, sostituendo alla patate le cipolline. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato il giorno di [[pasquetta]].
* Vermicelli cu' i patedde («vermicelli con le [[Patella (zoologia)|patelle]]»): preparare il sugo con le patelle ripulite, e poi servire con i vermicelli.
* Alici a' scapice («alici alla scapece»): friggere le [[Engraulis encrasicolus|alici]] fino a che diventino dorate. Successivamente versare sopra una marinata di olio, aglio, origano e pepe. Dopodiché aggiungere menta fresca e fare riposare per un giorno. Così preparato, il piatto può conservarsi per oltre una settimana. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato durante le festività di [[San Biagio vescovo e martire|San Biagio]].
 
=== Eventi ===
Maratea ospita numerose manifestazioni culturali, che prendono luogo principalmente nella [[estate|stagione estiva]] o nelle sue vicinanze. A partire dal [[2011]], l'insieme degli eventi estivi viene riassunto nel cartellone del «''Maratea Scena''», il festival di eventi più lungo d'Italia,<ref>[http://www.italiainweekend.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2245:maratea-scena-il-festival-piu-lungo-ditalia&catid=34:spettacoli&Itemid=58 Maratea Scena 2001: il festival più lungo d'Italia.]</ref> coordinato da un [[direttore artistico]] nominato dal municipio.<ref>Tale risoluzione è stata ratificata con la delibera di giunta comunale n.° 56 del 3 maggio [[2011]].</ref> Gli eventi vertono per lo più nell'ambito culturale, come rassegne letterarie, musicali, teatrali e cinematografiche, ma vengono programmati anche seminari e convegni di studi e manifestazioni organizzate che mirano alla promozione e alla scoperta del patrimonio naturalistico della cittadina.
 
In ordine di anzianità, le principali manifestazioni sono:
 
* {{chiarire|Marajazz: [[festival musicale|festival]] internazionale di [[musica jazz]] nato nel [[1998]] che prende luogo tra Maratea e [[Potenza (Italia)|Potenza]]. Tra i numerosi artisti internazionali, nel [[2001]] vide la partecipazione straordinaria di [[Pat Metheny]].<ref>http://italia.allaboutjazz.com/italy/articles/arti0901_008_it.htm</ref>|il sito della manifestazione non basta...inserire una fonte terza rilevante}}
* {{chiarire|Phonetica Jazz Festival: [[festival musicale|festival]] organizzato dal [[2008]] dall'Associazione Culturale Phonetica con la direzione artistica del musicista barese Aldo Bagnoni. Ricerca nel [[jazz]] contemporaneo, della multimedialità e della interdisciplinarità, che ha ospitato concerti e produzioni originali con solisti di primo piano tra cui [[Michel Godard]], [[Furio Di Castri]], Achille Succi, Maria Pia De Vito, Andrea Centazzo, [[Cristina Zavalloni]], Marco Sannini, [[Antonello Salis]], [[Stefano Pastor]], [[Boris Savoldelli]].<ref>[http://www.phoneticafestival.com Phonetica Jazz Festival]</ref>|il sito della manifestazione non basta...inserire una fonte terza rilevante}}
* {{chiarire|Maratea International Film Festival: dal [[2009]] porta a Maratea importanti personalità del mondo del [[cinema]] e dello spettacolo in una tre giorni di rassegna cinematografica nazionale ed estera.<ref>[http://www.marateafilmfestival.it Maratea International Film Festival]</ref>|il sito della manifestazione non basta...inserire una fonte terza rilevante}}
* {{cn|Maratea Outdoor Festival: dal [[2010]] offre dieci giorni di manifestazioni naturalistiche tese a far scoprire e valorizzare la natura del territorio di Maratea.}}
 
== Persone legate a Maratea ==
[[File:Casimirogennari.jpg|thumb|[[Casimiro Gennari]].]]
* [[Giovanni Battista Labanchi]] (1677-1749), [[vescovo]] della [[Chiesa cattolica]].
* [[Francesco Labanchi]] (1720-1770), ambasciatore e ammiraglio della marina del [[Regno di Napoli]].
* [[Onofrio Maria Ginnari]] (1730-1804), [[vescovo]] della [[Chiesa cattolica]].
* [[Alessandro Mandarini]] (1762-1820), colonnello e patriota del [[Regno di Napoli]].
* [[Raffaele Ginnari]] (1799-1865), patriota del [[Insurrezione lucana (1860)|movimento insurrezionale lucano]].
* [[Ferdinando Vincenzo Giovanni Ginnari|Ferdinando Ginnari]] (1801-?), patriota del [[Insurrezione lucana (1860)|movimento insurrezionale lucano]]
* [[Costabile Carducci]] (1804-1848), patriota risorgimentale.
* [[Casimiro Gennari]] (1839-1914), cardinale della [[Chiesa cattolica]].
* [[Francesco Saverio Nitti]] (1868-1953), statista e meridionalista.
* [[Angelo Brando]] (1878-1955), pittore.
* [[Biagio Lammoglia]] (1891-1967), soldato della [[prima guerra mondiale]], decorato con [[Medaglia d'oro al valor militare]] a vivente.
* [[Pasquale Epifanio Iannini]] (1906-1988), [[poeta]].
* [[Bruno Innocenti]] (1906-1986), [[scultore]].
* [[Stefano Rivetti di Val Cervo|Stefano Rivetti]] (1914-1988), industriale.
* [[Giorgio Bassani]] (1916-2000), scrittore.
* [[Giuseppe Reale]] (1918-2010), intellettuale e politico.
* [[Giovanni di Puglia]] (1913-2012), [[pittore]].
* [[Francesco Sisinni]] (1934), docente e politico.
* [[Max Neuhaus]] (1939-2009), musicista.
* [[Dino Vincenzo Patroni]] (1947), scultore e ceramista, marateota di adozione<ref>{{Cita libro|titolo = Maratea|autore = Sergio De Nicola|url = https://books.google.it/books?id=M8CsjbswO44C&pg=PA152-IA163&dq=dino+vincenzo+patroni&hl=it&sa=X&ved=0CB8Q6AEwAGoVChMI1sb1xbmXyQIVQ7YUCh1bJws2#v=onepage&q=dino%20vincenzo%20patroni&f=false|editore = Pellegrini Editore|anno = 2005|p = 152|ISBN = 9788881012695|cid = }}</ref>.
 
== Geografia antropica ==
Il territorio comunale di Maratea ospita numerosi nuclei urbani, che spesso tendono addirittura a far identificare il centro come una vera e propria città-territorio con delle realtà urbane estremamente disgregate.
 
In realtà, Maratea si compone di due nuclei, posti sulla cima e sul fianco del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte San Biagio]]'', a cui fanno capo nove [[frazione comunale|frazioni]], dislocate sulla costa e nell'entroterra.
 
Il nucleo superiore di Maratea è la città antica, chiamata tradizionalmente «''Castello''» perché fu fortificata con mura e bastioni, mentre quello inferiore è il [[centro storico]], chiamato invece «''Borgo''» in quanto privo di fortificazioni particolari. Questa duplicità urbana di Maratea era puntualmente notata dai viaggiatori che hanno descritto la città nel corso dei secoli:
 
{{Citazione|È divisa in due parti: una detta il ''Borgo'', o Maratea inferiore, messa tra due monti, […] l'altra più in alto e in collina detta il ''Castello'', o Maratea superiore, che è la più antica, gode bellissima vista.|Gustavo Strafforello, ''La Patria'', vol. XXVII, [[1899]]}}
 
Ai piedi del monte si trova poi una deliziosa [[valle]], popolata di molte contrade.
 
Al comune di Maratea appartengono poi numerose frazioni. Sei quelle sulla costa: [[Castrocucco]], [[Marina di Maratea|Marina]], [[Fiumicello-Santavenere]], [[Porto (Maratea)|Porto]], [[Cersuta]] ed [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]]. Nell'interno, oltre le montagne che si affacciano sul mare, si trovano le frazioni montane [[Santa Caterina (Maratea)|Santa Caterina]], [[Massa (Maratea)|Massa]] e [[Brefaro]].
 
=== Suddivisioni storiche ===
I due nuclei di Maratea si svilupparono in tempi e modi diversi, non del tutto noti agli storici. La città superiore, posta sulla cima del ''monte San Biagio'', è per immemore tradizione la più antica, e i suoi abitanti fondarono quella inferiore sul versante settentrionale dello stesso monte durante l'[[Medioevo|età medioevale]].
 
I due appellativi derivano dalle fortificazioni della città antica, così come puntualizzato dalle fonti letterarie:
{{Citazione|la superiore è cinta di mura e bastioni, la dicono ''Castello'', mentre l'altra chiamano ''Borgo.''|Attilio Zuccagni-Orlandini, ''Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue Isole'', vol. XI, Firenze, 1845.}}
 
I due centri presentano notevoli differenze nell'impianto urbano l'una dall'altra, dovuti alle caratteristiche dei loro siti e all'epoca del loro sviluppo. Solo la città inferiore è popolata; mentre la superiore è abbandonata e in rovina.
 
==== Il Castello ====
{{Citazione|Più antica è la prima Maratea, chiusa con mura per mille passi e munita di inespugnabili bastioni e vari pezzi di artiglieria, con due porte esposte alla furia dei venti, e le case picciole di un sol Quarto, nominandosi volgarmente ''Castello''|[[Giovan Battista Pacichelli]], ''Il Regno di Napoli in Prospettiva'', [[Napoli]] [[1702]]}}
Il ''Castello'' è il nome con cui i marateoti indicano colloquialmente la città vecchia di Maratea,<ref name="di san biase e di maratea" /> sita sui costoni rocciosi della cima del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte san Biagio]]''.
Questo antico centro, disabitato e in gran parte ridotto in stato di rudere, nacque probabilmente in età [[Medioevo|alto-medioevale]],<ref name="forma italiae" /> sebbene sul sito non manchino tracce archeologiche di un insediamento di [[Roma (città antica)|età romana]].<ref name="rotta venus" />
A differenza di altri luoghi lucani con lo stesso appellativo, il soprannome ''Castello'' non si deve alla presenza di una fortezza o di un vero e proprio maniero sul sito, ma al fatto che la cittadina fosse posta in cima a una rupe inespugnabile e protetta da mura di cinta, bastioni e torri, che la difesero dagli attacchi subiti del [[1440]] e del [[1495]], ma che furono distrutti dopo la [[Resistenza di Maratea|resistenza del 1806]].
 
[[File:MarateaCastello.jpg|left|thumb|upright=1.4|I ruderi delle case del ''Castello'' di Maratea.]]
 
{{Citazione|quando era circondata di Muraglie, e Torrioni, faceva una bella, luminosa, magnifica comparsa. Non ostante che adesso di Torrioni, e di Muraglie, è priva; pure da lontano bella comparisce; ma al di dentro è deserta|Carmine Iannini, ''Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II.'', Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.}}
Le abitazioni dell'antica Maratea presentavano caratteristiche di «miniaturizzazione»,<ref name="pietre nel cielo">José Cernicchiaro & Mimmo Longobardi, ''Pietre nel Cielo: il Castello di Maratea'', Lagonegro, Tipografia Editrice Zaccara, 1988.</ref> completamente sconosciute nel resto del territorio: ogni vano era circa 1/4 più piccolo del normale, per economizzare lo spazio e ridurre al minimo la dispersione del calore, garantito da un forno per la panificazione di cui disponevano tutte le case.<ref name=Damiano /> In ogni dimora trovava posto anche una [[cisterna]] per l'acqua, in quanto sulla cima del monte non vi sono sorgenti. Non mancavano comunque palazzi e residenze più grandi, riservate alle famiglie più agiate, e su tutte spicca ''Palazzo Ventapane'', grandioso edificio di cui si scorge ancora la loggia esagonale.<ref name=Damiano />
 
La viabilità all'interno era costituita da stradine, vicoli, [[angiporto|angiporti]] e scalinate, e solo due porte permettevano l'accesso alla cittadina fortificata: ''Porta Santa Maria'', posta alle mura meridionali, e ''Porta dei Carpini'', posta su quelle settentrionali.<ref name="pietre nel cielo"/>
 
Le difficili condizioni abitative del sito, esposto alle intemperie e alla caduta di fulmini, unite al pendolarismo dei contadini che coltivavano le terre della [[valle]] sottostante, furono i presupposti per la nascita della nuova Maratea. Divenute queste città di pari dignità chiamate a governare congiuntamente il territorio nel [[XVI secolo]], la cittadina, chiamata ''Maratea superiore'' nei documenti giuridici e sulle mappe, perse rapidamente peso politico in favore della consorella, ma si mantenne sempre cuore religioso della comunità, in quanto custode delle reliquie di [[Biagio di Sebaste|San Biagio di Sebaste]], patrono di Maratea.
Dopo essere stata teatro della [[Resistenza di Maratea|resistenza contro i soldati napoleonici]], venuti a conquistare il [[Regno di Napoli]], ed essere quindi stata mutilata delle sue fortificazioni artificiali, il processo di spopolamento accrebbe, e già nel [[1808]] la sua municipalità fu soppressa,<ref name="di san biase e di maratea"/> e la cittadina incorporata completamente a quella dell'altra Maratea con il nome popolare di ''Castello''.<ref name="blanda e maratea" />
 
==== Il Borgo ====
{{Citazione|[...] È situata alle falde di un monte a settentrione. Gode di un vago orizzonte, e di aria niente insalubre, sebbene da novembre fino a gennaio non gode affatto del sole venendo impedito dall'altezza della montagna. [...]|[[Lorenzo Giustiniani]], ''Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli'', [[1802]], [[Napoli]], Tomo V, pag. 357}}
[[File:Maratea Borgo.jpg|thumb|upright=1.5|Il ''Borgo'', [[centro storico]] di Maratea. Tra le case si distingue la figura della ''chiesa madre'' con il suo campanile romanico.]]
Il ''Borgo''<ref name="di san biase e di maratea" /> (più frequentemente indicato come ''il Paese'') è il [[centro storico]] della città di Maratea. Si trova arroccato su un costone di roccia del ''[[Monte San Biagio (Maratea)|monte san Biagio]]'' che lo rende invisibile dal [[mare]], e quindi, in antichità, al sicuro dalle insidie dei pirati [[Saraceni]]. Questa posizione ha il grave svantaggio di isolare la cittadina dai raggi solari nel mese di dicembre e di gennaio, bloccati dalla cima della montagna soprastante.
 
Nato come sobborgo dell'antica Maratea, questo è dal [[1808]] l'unico capoluogo comunale.<ref name="di san biase e di maratea"/> Fu edificato dagli abitanti del ''Castello'' che coltivavano le terre della [[valle]] sottostante. Questi, secondo la tradizione
{{Citazione|incominciarono, quando la Stagione lo permetteva, a trattenersi nelle Grotti, alla falda del monte. Ivi costruirono delle capanne: indi delle piccole case: e nello spazio di qualche tempo, queste piccole fabriche formarono un Casale: ed avendovi sperimentato del commodo: ed essendosi più moltiplicati, un altro Casale pure edificarono, non molto lontano dal primo; ma perché più piccolo, lo chiamarono ''Casaletto'', dando al primiero la denominazione di ''Capo Casale''.|Carmine Iannini, ''Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II.'', Napoli, Istituto Grafico Italiano, 1985.}}
 
Espansosi con la costruzione di nuovi casali, nel [[1434]] il ''Borgo'' si emancipò dalla circoscrizione ecclesiastica di San Biagio al ''Castello'', costituendo la [[Chiese di Maratea#Chiese di Santa Maria Maggiore|chiesa di Santa Maria Maggiore]] parrocchia autonoma.<ref name="maratea sacra">AA.VV., ''Maratea Sacra'', Roma 1999.</ref> Nel [[XVI secolo]] si elevò a dignità di città, distinguendosi dall'altra con il nome di ''Maratea inferiore'', formando una propria amministrazione che governava congiuntamente con l'antica Maratea il territorio.
 
Accresciuto ulteriormente, nel [[1626]] fu teatro di un assalto banditesco, sedato grazie all'intervento dei soldati del ''Castello''.
 
Il ''Borgo'' presenta una struttura urbanistica diseguale e caotica, dovuta all'asperità del sito: i palazzi e le abitazioni più grandi, persino alcune chiese, sono formate con l'unione di piccole case e altre strutture. Oltre agli edifici sacri, tra cui figurano l'antica [[Chiese di Maratea#Chiesa di San Vito|chiesa di San Vito]], la settecentesca [[Chiese di Maratea#Chiesa dell'Annunziata|chiesa dell'Annunziata]], la seicentesca [[Chiese di Maratea#Chiesa dell'Addolorata|chiesa dell'Addolorata]], la [[Chiese di Maratea#Chiesa dell'Immacolata|chiesa dell'Immacolata]] e la [[Chiese di Maratea#Chiesa di Sant'Antonio|chiesa di Sant'Antonio]]; le emergenze architettoniche principali sono gli antichi palazzi della nobiltà marateota: ''[[Palazzo De Lieto]]'', che dal [[1734]] ospitò il primo [[ospedale]] di Maratea,<ref name=Damiano /> ''Palazzo Calderano'', ''Palazzo D'Orlando'', ''Palazzo De Filippo'', ''Palazzo Eredi Picone'' e ''Palazzo Gennari''.
 
La viabilità, chiusa in tortuosi ma pittoreschi [[vicolo|vicoli]], si apre in un lungo corso, detto ''la Piazza'', alle cui estremità si trovano due colonne votive, ingrandito nel [[XX secolo|novecento]] con l'apertura di due piazzali: ''Piazza Biagio Vitolo'' e ''Piazza Gennaro Buraglia''.
 
=== La valle ===
La grande [[valle]] compresa tra i monti ''San Biagio'' e ''Cerreta'' (o ''Cerrita''), anticamente luogo dedicato alla pastorizia e all'agricoltura, negli ultimi cinquant'anni è stata oggetto di una massiccia azione di urbanizzazione. La valle di Maratea è infatti ricolma di una miriade di case sparse che, sebbene rappresentino un unico grande agglomerato senza una precisa identità urbana, sono convenzionalmente divise in rioni:
 
* Caìni: si trova nella parte bassa, vicino a [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello]]. Spesso viene accorpato con ''Campo Mulìni''.
* il Càmpo: si trova nella zona alta, presso il centro storico.
* Campo Mulìni: si trova nella parte centrale della [[valle]], a oriente rispetto a Caìni.
* il Cùrzo: nella parte più alta, sulla via di [[Trecchina]].
* i Giardélli: plesso residenziale a poca distanza dal centro storico.
* l'Ondàvo: piccolo rione posto al centro della [[valle]].
* i Profìti: chiamato anche Porto-Scalo, si trova nella parte bassa della [[valle]], a ridosso del [[Porto (Maratea)|Porto]]. Ospita la [[Stazione di Maratea|stazione ferroviaria centrale]].
* San Basìle: si trova nella zona medio-alta della [[valle]], a poca distanza dai Giadélli.
* San Francésco: ai piedi del [[centro storico]], si raggruppa in una piazzetta dove si trova la chiesa omonima.
* San Nicòla: quasi un unico gruppo di case con San Francésco, ospita l'[[ospedale]] e una [[casa di riposo]].
* Sorgimpiàno: prende il nome da un piccolo [[torrente]], si trova vicino ''San Basìle''.
* i Trecchinàri: occupa la parte più a nord-ovest della valle.
* la Vallìna: si trova a ridosso di [[Fiumicello (Maratea)|Fiumicello]].
[[File:VallediMaratea.jpg|center|thumb|upright=3.3|I|La valle di Maratea.]]
 
=== Frazioni ===
==== Frazioni costiere ====
* [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]], è la frazione più a nord del comune, si trova incastonata tra una corona di monti, coperti da una fitta pineta, che la isolano dalle zone circostanti. Fu residenza estiva di [[Francesco Saverio Nitti]], nonché luogo del martirio di [[Costabile Carducci]] nel [[1848]]. Ha una chiesa ottocentesca di pregevole architettura, hotel e lidi balneari. Di fronte a una delle sue spiagge si trova una sorgente marina di acqua dolce, più fredda di quella del mare, donde il nome.
[[File:Cersuta.jpg|thumb|Cersuta]]
* [[Cersuta]], la piccola frazione, si sviluppa intorno a una chiesa seicentesca. Prende il nome dalla presenza di [[querce]], in dialetto locale dette «''cerse''». Ha tre piccole spiagge limpide e incontaminate.
* [[Fiumicello-Santavenere]], sviluppatasi in tempi recenti con l'aggregazione dei due villaggi da cui prende il nome, è uno dei principali centri del turismo locale. È attraversata da un [[torrente]] che convoglia in mare le acque delle principali sorgenti della valle di Maratea.
* [[Porto (Maratea)|Porto]], borgo di pescatori, si sviluppa a forma di anfiteatro intorno alla struttura portuale, realizzata a partire dal [[1962]]. È uno dei centri principali del turismo locale, durante la stagione estiva ospita manifestazioni di vario genere.
[[File:Seccadicastrocucco.jpg|thumb|Castrocucco]]
* [[Marina di Maratea|Marina]], è la frazione più grande per estensione superficiale, ma è composta per lo più da case sparse senza una precisa identità urbana. Il nucleo principale si raggruppa intorno alla [[Stazione di Marina di Maratea|stazione ferroviaria]]. Sul suo tratto di costa, dall'alto valore paesaggistico, ha numerose spiagge. Vi si trova la [[Grotta di Marina di Maratea|Grotta di Marina]] e il grazioso bosco de ''Ilicini''.
* [[Castrocucco]], à la frazione più a sud, nonché unica zona pianeggiante del territorio comunale. Piccolo borgo, fu nel [[XX secolo|Novecento]] sede di molte attività agricole. Su un picco del monte retrostante si trova il grande [[Castello di Castrocucco]], da cui prende il nome.
 
==== Frazioni montane ====
[[File:MarateaMassa.jpg|thumb|Massa]]
* [[Santa Caterina (Maratea)|Santa Caterina]], è la frazione più piccola e la meno popolata, si trova a breve distanza dal ''Castello'' e da Massa. Si sviluppa intorno, e prende il nome, da una chiesetta intitolata a [[Santa Caterina d'Alessandria]].<ref name="maratea sacra" />
* [[Massa (Maratea)|Massa]], è la frazione più popolosa. Frequentata già nell'antichità, nell'[[Medioevo|alto-medioevo]] fu sede di masserie, donde il nome.<ref name="greca e romana">[http://www.calderano.it/Testi/Stoppelli.mht Pasquale Stoppelli, ''Maratea Greca, Maratea Romana'', pubblicato nei Quaderni del Centro Culturale di Maratea.]</ref> Vi si producono ancora mozzarelle e altri prodotti caserecci.
* [[Brefaro]], frazione isolata dalle montagne dell'entroterra marateota, si sviluppa intorno a una chiesetta ottocentesca dedicata alla [[Madonna della Mercede]]. Vi si produce del [[vino]].
 
=== Comuni confinanti ===
Maratea confina con quattro comuni, due [[Basilicata|lucani]], uno [[Campania|campano]] e uno [[Calabria|calabrese]]: [[Rivello]], [[Trecchina]], [[Sapri]] e [[Tortora (Italia)|Tortora]].
 
Una delle particolartà di Maratea è quella di avere, a [[nord]] e [[sud]], linee di confine che delimitano contemporaneamente [[provincia]] e [[regione geografica|regione]].
 
Il confine [[nord]] con [[Sapri]] è il cosiddetto ''[[Canale di Mezzanotte]]'', attraversato da un piccolo [[ponte]] della [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS 18]] che permette il passaggio dalla [[Basilicata]] alla [[Campania]]. Il ''[[Coccovello|monte Coccovello]]'' delimita il confine con [[Rivello]], mentre il ''passo della Colla'' segna il passaggio da Maratea a [[Trecchina]], comune con cui confinano anche i monti presso [[Brefaro]]. Il confine [[sud]] con [[Tortora (Italia)|Tortora]] è delimitato dal [[Noce (fiume della Basilicata)|fiume Noce]] che, sfociando nei pressi di [[Castrocucco]], segna il passaggio dalla [[Basilicata]] alla [[Calabria]].
 
== Economia ==
=== Artigianato ===
Le radici dell'[[artigianato]] marateota affandano profonde nella cultura contadina lucana. Si basa principalmente su oggetti di uso quotidiano, come cestini, contenitori per cibi e gratelle di canna, costruiti con diverse qualità di [[fibre naturali|fibre vegetali]].
La produzione in [[legno]] si concentra principalmente su bastoni e strumenti per l'agricoltura e la pastorizia.
La [[ceramica]], che vive una stagione di rinascita grazie a nuovi laboratori artistici, produce oggetti tradizionali e piccoli elementi per l'arredo della casa, come piatti e brocche decorate.
 
=== Turismo ===
[[File:maratea.jpg|right||thumbnail|I|Turisti in una serata estiva tra le strade di Maratea.]]
Le bellezze artistiche e naturali e l'ampia varietà delle proposte culturali, le [[albergo|infrastrutture alberghiere]], spesso con [[animazione turistica|animazione]], di cui è dotata, rendono Maratea una meta turistica attraente ed apprezzata. Se i primi tentativi di lanciare la città nel campo turistico risalgono ai primi del secolo, solo a partire dalla fine degli anni cinquanta del [[XX secolo]], grazie all'opera di [[Stefano Rivetti di Val Cervo]], Maratea è diventata una delle principali mete turistiche della [[Basilicata]], sviluppando una grande considerazione nel panorama nazionale.
 
In campo internazionale, il ''[[Sunday Times]]'' nel [[2003]] la indicò come una delle «''dieci perle nascoste d'[[Europa]]''»;<ref>[http://www.corriere.it/speciali/viedelgusto/maratea.shtml Corriere della Sera: «Il lusso dei sapori veri. La piccola Maratea conquista l'Europa».]</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/08/21/perla-del-mediterraneo-parola-del-sunday-times.html La Repubblica: «Perla del Mediterraneo parola del Sunday Times».]</ref> mentre nel [[2006]] il ''[[Financial Times]]'' la definì più semplicemente «''una gemma''».<ref>Financial Times, ''Piccoli passi verso la contemplazione'', nel numero del 6/8/2006</ref>
 
L'attrattiva si concentra principalmente sulla balneazione, ma negli ultimi anni Maratea è stata capace di attrarre turisti anche grazie ai suoi luoghi di interesse artistico. Praticamente inesistente però è il turismo legato ai beni storici, di cui il territorio è molto ricco.<ref>Mario Faggella, ''La «vetusta» Maratea tra turismo e archeologia''.</ref>
 
Gli arrivi e le presenze turistiche nel comune di Maratea sono quantificabili, per il periodo dal [[2001]] al [[2014]], come segue:<ref>[http://www.aptbasilicata.it/Dati-statistici-2013-2010.2081.0.html Dati statistici sul turismo in Basilicata 1999-2014.]</ref>
 
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
! || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2007]] || [[2008]] || [[2009]] || [[2010]] || [[2011]] || [[2012]] || [[2013]] || [[2014]]
|-
| align=left |'''Arrivi''' || 36.082 || 38.992 || 45.859 || 45.235 || 44.983 || 43.869 || 42.732 || 46.872 || 47.291 || 47.858 || 46.766 || 48.552 || 48.263 || 49.590
|-
| align=left |'''Presenze''' || 162.876 || 180.374 || 191.358 || 185.944 || 186.516 || 155.220 || 164.143 || 181.865 || 197.102 || 164.546 || 165.430 || 214.271 || 210.189 || 210.832
|-
|}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Le principali arterie stradali nel comune di Maratea sono:
* [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS 18]] che collega Maratea, attraversando tutte le sue [[Maratea#Frazioni costiere|frazioni costiere]], a [[nord]] con [[Sapri]] ed a [[sud]] con [[Tortora (Italia)|Tortora]].
* SP 3 Tirrena, collega Maratea con [[Lauria]], attraversa la valle e si innesta con la SS 18 all'altezza della località Ondavo.
* SP 103 collega la frazione [[Massa (Maratea)|Massa]] alla frazione [[Santa Caterina (Maratea)|Santa Caterina]], dove si innesta la SP 3 bis.
* SP 131 collega la frazione [[Brefaro]] alla frazione [[Santa Caterina (Maratea)|Santa Caterina]], dove si innesta la SP 3 bis.
* [[Strada statale 585 del Fondo Valle del Noce|SS 585 Fondo Valle Noce]] mette in comunicazione Maratea con l'[[Autostrada A3 (Italia)|Autostrada A3]] ("[[Salerno]] ↔ [[Reggio Calabria]]")
 
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Maratea|Stazione di Acquafredda|Stazione di Marina di Maratea}}
Sulla linea [[Napoli]]-[[Reggio Calabria]] si trovano tre stazioni nel comune di Maratea: la [[Stazione di Maratea|stazione centrale]], quella di Acquafredda e quella di Marina.
 
=== Porti ===
[[File:View of Marina di Maratea from Cristo Redentore - Italy 2015 (2).JPG|thumbnail|Il porto di Maratea]]
{{vedi anche|Porto di Maratea}}
Il porto di Maratea, sito nella [[Porto (Maratea)|frazione omonima]], è un approdo turistico.
 
== Amministrazione ==
[[File:Maratea mairie.jpg|thumbnail|Il municipio di Maratea]]
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|26 maggio [[2014]]
|''in carica''
|Domenico Cipolla
|<small>Lista civica</small> ''[[Lista civica|Maratea Viva]]''
|[[Sindaco]]
|<ref name=elezione2/><ref name=elezione/>
}}
{{ComuniAmminPrec
|7 giugno [[2009]]
|25 maggio [[2014]]
|Mario Di Trani
|<small>Lista civica</small> ''[[Lista civica|Per Maratea]]''
|[[Sindaco]]
|<ref>{{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=07/06/2009&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=17&levsut1=1&lev2=64&levsut2=2&lev3=430&levsut3=3&ne1=17&ne2=64&ne3=640430&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S|titolo=::: Ministero dell'Interno ::: - Archivio Storico delle Elezioni - Comunali del 7 giugno 2009|accesso=10 marzo 2014}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|1º luglio [[2008]]
|7 giugno [[2009]]
|Luca Rotondi
| -
|[[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|3 aprile [[2005]]
|30 giugno [[2008]]
|Francesco Ambrosio
|<small>lista civica</small> ''Alleanza di [[centro-sinistra]]''
|[[Sindaco]]
|<ref>{{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=03/04/2005&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=17&levsut1=1&lev2=64&levsut2=2&lev3=430&levsut3=3&ne1=17&ne2=64&ne3=640430&es0=S&es1=S&es2=S&es3=S&ms=S|titolo=::: Ministero dell'Interno ::: - Archivio Storico delle Elezioni - Comunali del 3 aprile 2005|accesso=10 marzo 2014}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|1º luglio [[2004]]
|4 aprile [[2005]]
|Angelo Di Caprio
| -
|[[Commissario straordinario]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|13 maggio [[2001]]
|30 giugno [[2004]]
|Giuseppe Schettino
|centro-destra
|[[Sindaco]]
|<ref>{{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=13/05/2001&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=17&levsut1=1&lev2=64&levsut2=2&lev3=430&levsut3=3&ne1=17&ne2=64&ne3=640430&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S|titolo=::: Ministero dell'Interno ::: - Archivio Storico delle Elezioni - Comunali del 13 maggio 2001|accesso=10 marzo 2014}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|7 aprile [[1997]]
|12 maggio [[2001]]
|Mario Di Trani
|centro-sinistra
|[[Sindaco]]
|<ref>{{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=27/04/1997&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=17&levsut1=1&lev2=64&levsut2=2&lev3=430&levsut3=3&ne1=17&ne2=64&ne3=640430&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S|titolo=::: Ministero dell'Interno ::: - Archivio Storico delle Elezioni - Comunali del 27 aprile 1997|accesso=10 marzo 2014}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|1º marzo [[1997]]
|6 aprile [[1997]]
|Alberico Gentile
| -
|[[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|24 aprile [[1995]]
|28 febbraio [[1997]]
|[[Francesco Sisinni]]
|centro-destra
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|5 marzo [[1993]]
|23 aprile [[1995]]
|Giuseppe Della Morte
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|16 maggio [[1987]]
|4 marzo [[1993]]
|Antonio Brando
|<small>coalizione</small> [[Democrazia Cristiana|DC]]-[[Partito Socialista Italiano|PSI]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|29 luglio [[1986]]
|15 maggio [[1987]]
|Pietro Limongi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|11 dicembre [[1975]]
|15 giugno [[1986]]
|Fernando Sisinni
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{bandiera|ITA}} [[Cento (Italia)|Cento]], dal 3 febbraio [[1980]]<ref>J. Cernicchiaro, T. Polisciano, ''San Biagio a Sebaste e Maratea'', Lagonegro, Zaccara, 2010, pag. 125.</ref>
* {{bandiera|ITA}} [[Carosino]], dal 12 ottobre [[2001]].<ref>[http://www.parrocchiacarosino.it/Storia%20San%20Biagio1.htm Maratea e Carosino gemellate per San Biagio]</ref>
* {{bandiera|ITA}} [[Bolzano]], da maggio [[2008]].<ref>[http://www.confindustria.basilicata.it/rassegna/Il%20Quotidiano%20della%20Basilicata/20080507_ilpotentinotrionfa.pdf Gemellaggio Maratea-Bolzano]</ref>
* {{bandiera|ITA}} [[Avetrana]], dal 28 aprile [[2010]].<ref>[http://www.comune.maratea.pz.it/archivio2_notizie-ed-eventi_0_60_0_1.html Gemellaggio Maratea-Avetrana.]</ref>
* {{bandiera|ITA}} [[Chiaravalle Centrale]], dal 12 maggio [[2012]].<ref>[http://www.comune.chiaravalle-centrale.cz.it/ Comune di Chiaravalle Centrale, comunicato stampa sul gemelaggio con Maratea].</ref>
* {{bandiera|ITA}} [[Rocca Priora]], dal 10 maggio [[2013]].
 
== Sport ==
 
I principali sport praticati a Maratea sono il calcio e la [[pallavolo]].
 
La principale squadra di calcio della città è ''F.C. Maratea 2004'' che milita nel girone B [[Basilicata|lucano]] di [[Prima Categoria|1ª Categoria]]. Nato nel [[2004]], ha come colori sociali il granata ed il bianco.
 
La squadra di [[calcio a 5]] l'''A.S.D. Real Maratea'', milita con due squadre in serie C1 e nella categoria juniores.<ref>[http://www.asdrealmaratea.nelsito.it/ Sito ufficiale - Real Maratea.]</ref> I colori sociali sono il blu e il verde.
[[File:Parapendio Maratea.jpg|thumbnail|Parapendio sulla costa ad [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]].]]
Maratea è stata scelta più volte per ospitare le gare del campionato nazionale di [[Beach Volley]]. A Maratea è stato inoltre stabilito, il 21 settembre [[2002]], il record mondiale di immersione in [[apnea]], da parte di Alessandro Rignani Lolli.<ref>[http://www.maratea.info/ita_0000d9.htm Statistiche su Maratea]</ref>
 
Sempre legate al [[mare]] sono le attività del ''Circolo Subacqueo Andrea Scoppetta'', nato nel [[2007]], che organizza gare di pesca in [[apnea]] ed altre competizioni.
 
=== Ciclismo ===
 
Tappe del Giro d'Italia con arrivo/partenza a Maratea
 
* [[Giro d'Italia 1965|1965]] 7ª tappa [[Potenza (Italia)|Potenza]]-Maratea, vinta da [[Luciano Armani]].
* [[Giro d'Italia 1965|1965]] 8ª tappa Maratea-[[Catanzaro]], vinta da Frans Brands.
 
Il comune ospita una gara ciclistica nel periodo della festa di [[Biagio di Sebaste|San Biagio]].
 
=== Altri sport ===
Nell'agro di Maratea viene praticato il [[parapendio]], che utilizza la particolare orografia del territorio per decolli dai monti e dal mare, promossa in primo luogo dall'associazione ''Fly Maratea'', fondata nel [[2009]], che si occupa anche di [[trekking]], arrampicata, mountain bike, equitazione, immersioni e canoa.<ref>[http://www.flymaratea.it/index.php?option=com_content&view=article&id=109&Itemid=106 Presentazione Fly Maratea.]</ref>
 
Nel [[2010]] è nata l'associazione ''Special Forces'', per la pratica del [[softair]].<ref>[http://www.flymaratea.it/index.php?option=com_content&view=article&id=106&Itemid=103 Special Forces Maratea.]</ref>
 
=== Impianti sportivi ===
Il comune di Maratea possiede diversi impianti [[tennis]]tici e di calcetto.
 
Il principale impianto sportivo è lo ''Stadio Europa'', campo di [[calcio (sport)|calcio]] con [[pista di atletica]], spogliatoi sotterranei e tribuna con copertura.
 
== Note ==
{{references|strette}}
== Bibliografia ==
* AA.VV., ''Maratea Sacra'', Roma 1993.
* Dammiano Domenico, ''Maratea nella Storia e nella Luce della Fede'', Sapri 1965.
* Iannini Carmine, ''Di San Biase e di Maratea. Discorso Istorico'', Maratea 1835.
* {{cita libro|Paolo|D'Alitti|Della Vita e del Martirio di S. Biagio vescovo di Sebaste, e della sua Santa Manna, che scaturisce nella Città di Maratea|2007|Istituto Grafico Italiano|Napoli|cid=D'Alitti}}
* {{cita libro|José|Cernicchiaro|Conoscere Maratea: guida storico-turistica|1979|Guide Editore|Napoli|cid=Cernicchiaro}}
*{{cita libro|José Cernicchiaro &|Tina Polisciano|San Biagio a Maratea: Vescovo e Martire di Sebaste, patrono e protettore della città di Maratea|2010|Zaccara editore|Maratea|cid=Cernicchiaro & Polisciano}}
* {{cita libro|Josè Cernicchiaro &|Mimmo Longobardi|Pietre nel Cielo: il Castello di Maratea|1988|Tipografia Zaccara|Lagonegro|cid=Cernicchiaro & Longobardi}}
* {{cita libro|Josè Cernicchiaro &|Vincenzo Perretti|L'antica "terra" di Maratea nel secolo XVIII: note di storia civile e religiosa|1992|Il Salice Editore|Potenza|cid=Cernicchiaro & Perretti}}
* {{cita libro|Domenico|Damiano|Maratea nella storia e nella luce della fede|1965|Tipografia S. Francesco|Sapri|cid=Damiano}}
* {{cita libro|Carmine|Iannini|Di S. Biase e di Maratea. Discorso Istorico. Libri II|1985|Istituto Grafico Italiano|Napoli|cid=Iannini}}
* {{cita libro|Michele|Lacava|Del Sito di Blanda, Lao e Tebe Lucana|1891|Napoli|cid=Lacava}}
* {{cita libro|Biagio|Tarantini|Blanda e Maratea: saggio di monografia storica|1888|Napoli|cid=Tarantini}}
* {{cita libro|Ingeborg|Bachmann|Tre sentieri per il lago e altri racconti|1994|Adelphi Editore|cid= Bachmann}}
* {{cita libro|Marco|Fagioli|Bruno Innocenti: l'anima e la forma|2006|Aion|Firenze|cid=Fagioli}}
* {{cita libro|Gennaro|Buraglia|Cenno intorno alla Traslazione del Sacro Torace di San Biagio in Maratea superiore o Castello|1896|Tipografia Mariana|Lerida|cid=Buraglia}}
* {{cita libro|Giuseppe|Ferrari|L'insurrezione calabrese e l'assedio di Amantea del 1806|2002|Nicola Bruno Editore|Potenza|cid=Ferrari}}
* {{cita libro|Luigi Maria|Greco|Annali di Citeriore Calabria|1979|Edizioni del Tornese|Roma|cid=Greco}}
*{{cita libro|Tina|Polisciano|Maratea: quando il pane aveva il sapore del mare|2004|Newton Compton|Roma|cid=Polisciano}}
 
== Voci correlate ==
{{vedi categoria|Maratea}}
* [[San Biagio vescovo e martire]]
* [[Chiese di Maratea]]
* [[Dialetto di Maratea]]
* [[Isola di Santo Janni]]
* [[Museo De Lieto]]
* [[Golfo di Policastro]]
* [[Comunità montana Lagonegrese]]
* [[Stazione meteorologica di Maratea]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Maratea|q|n=Categoria:Maratea}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.maratea.pz.it/|Sito ufficiale del Comune di Maratea}}
* {{cita web|http://www.maratea.info/|Guida di Maratea}}
* {{cita web|http://www.marateaproloco.it/|Pro Loco "La Perla" di Maratea}}
* {{cita web|http://www.calderano.it/|Calderano.it - Fotografie di Maratea, storia e storie di Maratea e dei marateoti}}
 
{{Bandiera Blu}}
{{Provincia di Potenza}}
{{Comunità montana Lagonegrese}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
 
[[Categoria:Maratea| ]]