Dichiarazione di guerra dell'Italia a Gran Bretagna e Francia e Scontro del Golobar: differenze tra le pagine

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[[File:Mussolini DOW 10 June 1940.jpg|300px|miniatura|destra|Benito Mussolini durante il discorso sulla dichiarazione di guerra a Francia ed Inghilterra]]
{{W|storia|novembre 2018}}
La '''dichiarazione di guerra dell'Italia a Gran Bretagna e Francia''' di lunedì 10 giugno 1940 fu l'insieme degli atti ufficiali, formali e diplomatici con cui lo [[Italia|Stato Italiano]] sancì la sua entrata in guerra durante il [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale.]]
{{Infobox conflitto
|Tipo = battaglia
|Nome del conflitto = Scontro del Golobar
|Parte_di = [[Seconda guerra mondiale]]
|Immagine =
|Larghezzaimmagine = <!-- <=300px -->
|Didascalia =
|Data = 26 aprile 1943
|Luogo = Piana di Golobar ([[Plezzo]], [[Slovenia]])
|Casus =
|Esito =
|Mutamenti_territoriali =
|Schieramento1 = {{simbolo|Yugoslav Partisans flag 1945.svg}} [[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia|Partigiani jugoslavi]]
|Schieramento2 = {{ITA 1861-1946}}
|Comandante1 = Tone Bavec - Cene
|Comandante2 = Maggiore Attilio Cilento
|Effettivi1 = 130
|Effettivi2 = 150
|Perdite1 = 39 morti<br>35 feriti
|Perdite2 = 3 morti<br>7 feriti
|Perdite3 =
|Perdite4 =
|Note =
}}
'''Lo Scontro del Golobar''' è stato uno scontro a fuoco avvenuto a Malga Golobar, a sud-est di [[Plezzo]] (attuale Slovenia), il 26 aprile 1943 durante la [[seconda guerra mondiale]], quando i soldati italiani attaccarono i partigiani della neocostituita 3ª brigata di liberazione nazionale "Ivan Gradnik".
 
Al termine del breve scontro, si contarono oltre trenta morti, quasi tutti jugoslavi.<ref>{{cita web|titolo=La travagliata strada verso la libertà (Mučeniška Pot k Svobodi)|url=http://muceniskapot.nuovaalabarda.org/libro.php}}</ref> I loro corpi furono trasportati nel villaggio di [[Cal Coritenza]] e caricati su camion (nel luogo in cui oggi si trova il monumento che ricorda le vittime), trasportati a [[Plezzo]], dove furono infine seppelliti in una fossa comune nel cimitero locale.<ref>{{cita web|titolo=POLAGANJE VENCA PADLIM PARTIZANOM NA PLANINI GOLOBAR|sito=Comune di Plezzo|data=2016-05-03|lingua=sl|url=https://obcina.bovec.si/2016/05/03/polaganje-venca-padlim-partizanom-na-planini-golobar/}}</ref>
A questi seguì l'annuncio pubblico, dato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] nel tardo pomeriggio dello stesso giorno dal balcone di [[Palazzo Venezia]] a [[Roma]]<ref name="Fiori">{{cita news|autore=Simonetta Fiori|titolo=Mussolini e il 10 giugno del 1940: il discorso che cambiò la storia d'Italia|pubblicazione=Repubblica|data=10 giugno 2014|url=http://www.repubblica.it/cultura/2014/06/10/news/mussolini-88555416/}}</ref>.
 
==Contesto Inquadramento storico ==
L'eccidio ebbe luogo nell'alta valle dell'[[Isonzo]], a ridosso della Valcanale, territorio quest'ultimo annesso al [[Regno d'Italia]] solo dopo la fine della [[prima guerra mondiale]] a seguito del [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|trattato di Saint Germain]] del 1919, presso l’Alpe Golobar, nel comune di [[Plezzo]] e fu il primo e quello con il maggior numero di vittime di un trittico di stragi particolarmente efferate che, insieme all'[[eccidio di Bretto]] ed all'[[eccidio di Malga Bala]], ebbero luogo in pochi mesi ad opera di responsabili diversi in quel comune.
Di fronte agli straordinari, rapidi ed inaspettati successi della Germania nazista tra l'aprile e il maggio del 1940, Mussolini credeva che la guerra volgesse ormai al termine e che il suo esito fosse oramai deciso. Affinché l'Italia non restasse esclusa da quello che lui definiva il "''[[Storia militare d'Italia durante la seconda guerra mondiale|tavolo della pace]]''" e pensando di poter approfittare dei successi tedeschi per ottenere immediati vantaggi territoriali, il 10 giugno annunciò in un discorso a piazza Venezia in Roma l'avvenuta consegna della dichiarazione di guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna, dando nel contempo ordine ai comandi di mantenere un contegno difensivo verso la Francia. Di fronte al parere contrario dei propri collaboratori ([[Pietro Badoglio]], [[Dino Grandi]], [[Galeazzo Ciano]]<ref name=":2">{{Cita libro|autore=|nome=Stefano|cognome=Poma|nome2=Galeazzo|cognome2=Ciano|titolo=Diario 1937-1943: Edizione integrale|url=https://books.google.com/books?id=hItoCQAAQBAJ|accesso=11 settembre 2016|data=16 maggio 2015|anno=|editore=Galeazzo Ciano|città=|lingua=it|p=|pp=|citazione=Sono triste, molto triste. L'avventura comincia. Che Dio assista l'Italia|ISBN=9786050379983}}</ref> ed [[Enrico Caviglia]]), Mussolini rispose che gli serviva "''qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo delle trattative''"<ref>{{cita news|titolo=Benito Mussolini e il 10 giugno 1940: il discorso che cambiò la storia dell'Italia|data=10 giugno 2014|sito=Lettera43|url=http://www.lettera43.it/cronaca/benito-mussolini-e-il-10-giugno-1940-il-discorso-che-cambio-la-storia-dell-italia_43675131749.htm}}</ref>.
 
Le vicende belliche della [[seconda guerra mondiale]] avevano acuito, tra gli appartenenti ai tre gruppi linguistici locali (italiano-friulano, sloveno e tedesco), tensioni derivanti dalle politiche di italianizzazione forzata e di discriminazione degli allogeni, tensioni per ulteriormente accresciute dall'applicazione in Valcanale dalla politica delle opzioni che allontanò dalla valle la maggior parte dei residenti di lingua non italiana [1], [2] e [3].
La dichiarazione di guerra era già attesa all'estero da diversi giorni, tanto che l'agenzia di stampa [[Reuters]] l'aveva pre-annunciata già dal 6 giugno, ma la data fu decisa e posticipata a seguito di un lungo carteggio fra Hitler e Mussolini<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Benito Mussolini|titolo=Lettere cifrate a Adolf Hitler|anno=30 Maggio 1940, 1 Giugno 1940|editore=http://www.larchivio.org/xoom/dichiarazioneguerra.htm|città=|p=|pp=|citazione='''PRIMA LETTERA''' “Fuhrer, Ancora una volta Vi ringrazio cordialmente per il messaggio che mi avete mandato e nel quale ho trovato assai interessanti le notizie concernenti il valore dei soldati dei diversi eserciti. Nel frattempo mi è giunta notizia della capitolazione del Belgio e Vi mando le mie felicitazioni. Ho tardato qualche giorno a risponderVi perché volevo darVi l’annunzio della mia decisione di entrare in guerra dal prossimo 5 giugno. Se Voi riterrete che per una migliore sincronia coi Vostri piani io debba ritardare ancora qualche giorno, me lo direte; ma oramai il popolo italiano è impaziente di schierarsi al fianco del popolo germanico nella lotta contro i nemici comuni. Durante questi nove mesi lo sforzo compiuto nella preparazione militare è stato veramente considerevole. Oggi sono in stato di buona efficienza circa 70 divisioni, delle quali 12 stazionanti oltre mare (Libia, 220 mila uomini; Albania 100 mila). L’Africa Orientale Italiana dispone di 350 mila uomini fra italiani ed indigeni che non entrano in questo conto. Come gia’ Vi ho detto Marina ed Aviazione sono già sul piede di guerra. Il Comando di tutte le forze armate sarà assunto da me. Avendone i mezzi potrei formare altre 70 divisioni, perché non sono gli uomini che mancano in Italia. Dal punto di vista politico ritengo necessario non estendere il conflitto al bacino danubiano e balcanico, dal quale anche l’Italia deve trarre quei rifornimenti che non le verranno più da oltre Gibilterra. Considero che una dichiarazione in tal senso, che faro’ al momento opportuno, avrebbe un effetto calmante presso quei popoli e li renderebbe del tutto refrattari ad eventuali tentativi degli alleati. Ciò stabilito i nostri Stati Maggiori prenderanno le misure necessarie per quanto riguarda lo sviluppo delle operazioni. Nell’attesa di una Vostra risposta, accogliete, Fuhrer, le espressioni della mia cameratesca amicizia”. <br />'''SECONDA LETTERA''' "Führer, Vi ringrazio cordialmente del messaggio che mi avete mandato in risposta al mio consegnatoVi dall’Ambasciatore Alfieri. La vittoriosa conclusione della gigantesca battaglia delle Fiandre ha sollevato, insieme al mio, l’entusiasmo di tutto il popolo italiano. Circa la data intervento Italia mi rendo perfettamente conto sulla opportunità di procrastinarla onde permettere alla Vostra aviazione di identificare e distruggere le forze aeree francesi. Questo breve ritardo permette anche a me di perfezionare la mia preparazione in tutti i settori metropolitani e di oltre mare. Mio programma è il seguente: lunedì 10 giugno dichiarazione di guerra e discorso al popolo italiano e al giorno 11 mattino inizio ostilità. Quanto al nostro incontro Vi ringrazio di averlo prospettato ma ritengo più opportuno che avvenga dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Nel discorso che pronuncerò poche ore dopo la dichiarazione di guerra, dirò che l’Italia conformemente alla sua politica non intende allargare l’area della guerra e citerò i paesi danubiano-balcanici compresa la Grecia e la Turchia. Ora Vi esprimo il mio desiderio di vedere almeno una rappresentanza dell’esercito italiano combattere insieme coi Vostri soldati per suggellare sul campo la fraternità delle armi e il cameratismo delle nostre Rivoluzioni. Se Voi accettate questa mia offerta Vi manderò subito alcuni reggimenti di bersaglieri che sono soldati valorosi e resistenti. Vi mando il mio più cordiale saluto insieme con l’augurio più fervido per i futuri successi delle Vostre forze armate."|ISBN=}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=UNITED STATES. GOVERNMENT PRINTING OFFICE. WASHINGTON : 1954 ...|titolo=DOCUMENTS ON. GERMAN FOREIGN POLICY. 1918–1945|rivista=|volume=From the Archives of the German Foreign Ministry. Series D (1937-1945). Volume XII. The War Years.|numero=|url=http://www.ibiblio.org/pha/policy/pre-war/1918-00-00a.pdf}}</ref> in cui Hitler consigliava di attendere per non costringere l'esercito tedesco a modificare i piani circa la guerra in Francia<ref>{{Cita libro|nome=Enrica Costa|cognome=Bona|titolo=Dalla guerra alla pace: Italia-Francia : 1940-1947|url=https://books.google.com/books?id=qDxYIsLG_mkC|accesso=12 settembre 2016|data=1º gennaio 1995|editore=FrancoAngeli|lingua=it|ISBN=9788820493462}}</ref>; inoltre per ragioni esoteriche di cattivo auspicio consigliava una data successiva al "venerdì" 7 giugno<ref>{{Cita web|url=http://www.larchivio.org/xoom/dichiarazioneguerra.htm|titolo=L'Archivio "storia - history"|cognome=Enzo Antonio Cicchino, scrittore, storico, autore di "[[La Grande Storia]]" Prod. Rai|sito=www.larchivio.org|accesso=6 settembre 2016}}</ref>. Nelle sue lettere a Hitler, Mussolini dichiara di non voler estendere l'intervento bellico oltre l'area di intervento tedesco, anche se in un ambiguo inciso (ribadito anche nell'annuncio), rivendica l'interesse per l'area danubiano-balcanica (ventilando la futura [[Invasione della Jugoslavia|occupazione della Jugoslavia]]), compresa la [[Campagna italiana di Grecia|Grecia]] e la [[Turchia]]<ref name=":0" />.
 
In zona erano numerosi gli obiettivi strategici per la Resistenza, essendo presenti sia una importante arteria di collegamento tra [[Gorizia]] e l'[[Austria]] che passava attraverso il [[passo del Predil]] e successivamente [[Tarvisio]], sia, parallelamente ad essa, un importante collegamento telegrafico e telefonico, che le miniere di [[Cave del Predil]].
Alle 16:30 del 10 giugno il conte [[Galeazzo Ciano]], all'epoca ministro degli esteri, convocò l'ambasciatore francese [[André François-Poncet]]<ref>{{cita libro|autore=[[André François-Poncet]]|curatore=Maurizio Serra|titolo=A palazzo Farnese. Memorie di un ambasciatore a Roma (1938-1940)|anno=2009|editore=Le Lettere|edizione=Biblioteca di Nuova Storia Contemporanea|pp=146}}</ref> e quello inglese [[Percy Loraine]] a [[Palazzo Chigi]], ai quali consegnò la dichiarazione di guerra ufficiale<ref name=Fiori/>, che così recitava:
{{citazione|Sua Maestà il Re e Imperatore dichiara che l'Italia si considera in stato di guerra con la Francia <nowiki>[con la Gran Bretagna - n.d.r.]</nowiki> a partire da domani 11 giugno.}}
Secondo quanto riportato nei [[Galeazzo Ciano#I diari|diari del conte Ciano]] (spesso indulgenti sulla sua persona<ref>{{Cita web|url=http://www.bresciaoggi.it/home/cultura/il-voltarsi-indietro-di-ciano-1.3935134|titolo=IL VOLTARSI INDIETRO DI CIANO|cognome=Athesis|nome=Gruppo|accesso=12 settembre 2016}}</ref>), egli si rivolse con: «Probabilmente avete già compreso le ragioni della mia chiamata.», cui l'ambasciatore francese rispose: «Benché io sia poco intelligente, questa volta ho capito.» e, dopo aver ascoltato la lettura della dichiarazione, aggiunse: «È un colpo di pugnale ad un uomo in terra<ref>secondo le memorie di Francois-Poncet le parole esatte sarebbero state: «E così, avete aspettato di vederci in ginocchio, per accoltellarci alle spalle. Se fossi in voi non ne sarei affatto orgoglioso.» e Ciano avrebbe risposto, arrossendo: «Mio caro Pocet, tutto questo durerà ''l'espace du un matin''. Ben presto ci ritroveremo tutti davanti a un tavolo verde.» {{cita news|autore=Francesco Perfetti|titolo=Niente pugnale alla schiena|pubblicazione=Il Tempo|data=10 giugno 2009|url=http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2012/12/13/niente-pugnale-alla-schiena-1.222559}}</ref>. Vi ringrazio comunque di usare un guanto di velluto», precisando che non vedeva in Ciano un nemico, né poteva considerare tale alcun italiano e concludendo che «I tedeschi sono padroni duri, ve ne accorgerete anche voi. Cercate di non farvi ammazzare.» Il diplomatico britannico, Sir Percy Loraine, invece ascoltò con calma ed in silenzio la dichiarazione "senza battere ciglio" e, dopo aver chiesto conferma dell'ufficialità della dichiarazione, si congedò dal conte Ciano con una educata stretta di mano<ref name=":2" /><ref>{{cita libro|autore=Galeazzo Ciano|titolo=10 giugno 1940|opera=Diario 1937-1943: Edizione integrale|curatore=Stefano Poma|editore=L'Universale|anno=2015|isbn=605037998X|url=https://books.google.it/books?id=hItoCQAAQBAJ&pg=PT538&lpg=PT538&dq=Probabilmente+avete+gi%C3%A0+compreso+le+ragioni+della+mia+chiamata&source=bl&ots=e6fEaA7RrB&sig=qcRo_aCPX_rs3c0-M-hCNjMyOYM&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjaqPWm8frOAhVDvBQKHYJmBuUQ6AEIHDAA#v=onepage&q=Probabilmente%20avete%20gi%C3%A0%20compreso%20le%20ragioni%20della%20mia%20chiamata&f=false}}</ref>.
 
{{chiarire|Va inoltre ricordato che tale zona era contigua alla cosiddetta ''Kobariska Republika'', un territorio che, per poco meno di due mesi a partire dal 10 settembre 1943, era stato sottratto dai partigiani alla dominazione nazifascista. In questo contesto, la notte tra l'8 ed il 9 settembre 1943, a seguito dell'[[armistizio di Cassibile]] si verificò a Tarvisio uno dei primi e più importanti episodi di resistenza all'invasione tedesca, attuato dal [[Guardia alla frontiera|XVII Guardie alla Frontiera]], che fronteggiò invano per ore con pochi uomini male armati le forze preponderanti delle SS, sino ad essere sopraffatto, riportando 29 caduti e dovendo affrontare la deportazione e la detenzione in campo di concentramento [5].|chiarire il nesso introduttivo di un evento posteriore al soggetto della voce}}
==L'annuncio pubblico==
{{Approfondimento|contenuto={{Interprogetto|s=Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra|s_oggetto=il testo integrale|s_preposizione=dell'|etichetta=annuncio della dichiarazione di guerra dell'Italia a Gran Bretagna e Francia}}}}[[File:Dichiarazione di guerra a Piazza Venezia (10 giugno 1940).jpg|300px|miniatura|destra|Una "folla oceanica" assiste al discorso di Mussolini in piazza Venezia a Roma il 10 giugno 1940]]Annunciato dal segretario del partito [[Pietro Capoferri]], che ordina alla folla il saluto al Duce, Mussolini pronunciò il discorso alle ore 18:00, indossando l'uniforme da primo caporale d'onore della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|milizia fascista]], di fronte a una straripante folla entusiasta radunatasi in Piazza Venezia (al tempo retoricamente chiamata "folla oceanica"). Il discorso venne minuziosamente preparato, studiando le pause oltre che la postura e la mimica (viene riportato che Mussolini utilizzò uno specchio nelle prove del discorso).
 
== Ricostruzione dei fatti ==
Il discorso di Mussolini venne trasmesso dall'[[EIAR]] anche nelle principali città italiane, tra cui Bari, Bologna, Firenze, Forlì, Genova, Milano, Napoli, Torino, Trieste e Venezia<ref name=Fiori/>, tramite altoparlanti appositamente allestiti già nel pomeriggio<ref name=":1">{{cita web|autore=Luciano Di Pietrantonio|titolo=10 giugno 1940: l’Italia dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna|sito=abitarearoma.net|data=9 giugno 2013|url=http://www.abitarearoma.net/10-giugno-1940-litalia-dichiara-guerra-a-francia-e-gran-bretagna/#.V856RTVffcs}}</ref>.
[[File:Una_delle_vittime_della_strage_di_Malga_Golobar.jpg|miniatura|Una delle vittime della strage di Malga Golobar]]
All'inizio dell’aprile 1943 il comando della Resistenza Jugoslava aveva deciso di riorganizzare le forze partigiane operanti in zona in una nuova brigata, da intitolarsi in memoria di [[Ivan Gradnick]] e la cui costituzione era stata sancita formalmente il 10 aprile e che doveva costituirsi e raggrupparsi il 26 dello stesso mese presso l'Alpe Golobar, situata poco a est di Plezzo.
 
In tale occasione, il [[Regio Esercito Italiano]] (secondo fonti italiane elementi del del Battaglione Alpini di Vicenza Bis -costituito il 1º aprile 1942 per operare nell'Alta Valle dell'Isonzo, all'interno del 9º Reggimento Alpini- al comando del Maggiore Attilio Cilento, dettagliati nelle fonti jugoslave come 150 militari delle CCpp. 408, 409, 647, 649 e 655), probabilmente a conoscenza della cosa per mezzo di qualche delazione (il luogo dell'incontro fu spostato solo il giorno prima rispetto alla designazione iniziale della piana di Predolina), sfruttò l'occasione per circondare i convenuti, giovandosi anche dell'inesperienza militare degli stessi e di un contesto territoriale che ben si prestava all'imboscata, dato che le sentinelle, posizionare solo in prossimità dell'accampamento confidando nel fatto che l'Esercito Italiano non avrebbe operato il lunedì di Pasqua, avrebbero potuto accorgersi di eventuali attacchi nemici solo in maniera molto limitata e tardivamente.
Di seguito si riportano l'incipit e la chiusura del discorso<ref>{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Italia_-_10_giugno_1940,_Annuncio_della_dichiarazione_di_guerra|titolo=Italia - 10 giugno 1940, Annuncio della dichiarazione di guerra - Wikisource|sito=it.wikisource.org|accesso=11 settembre 2016}}</ref>:
{{citazione|Combattenti di terra, di mare, dell'aria.
 
Le fonti jugoslave indicano come invece i soldati italiani, visti dai partigiani durante il loro avvicinamento ma non riconosciuti come nemici, poterono circondare i 130 partigiani convenuti ed aprire il fuoco tra le 10 e le 11 da quota superiore, utilizzando per l'imboscata anche mitragliatrici e mortai, contro un bersagli descritti come intenti a recuperare le forze se non proprio a dormire nei pressi della malga dopo le fatiche delle marce di avvicinamento (secondo fonti italiane sarebbero stati invece impegnati in una sorta di festa popolare, con canti, balli e suoni).
Camicie nere della rivoluzione e delle legioni.
 
Sempre secondo le fonti jugoslave, in assenza di piani difensivi e di preparazione militare al punto spesso di non cercare riparo ai colpi o cercare di contrattaccare le mitragliatrici italiane cantando ed urlando slogan, i partigiani accusarono più di metà delle vittime totali nel giro di pochi minuti: la battaglia era sostanzialmente terminata attorno alle 12, lasciando spazio a spari isolati sino a sera, quando le CCpp. 409, 647 e parte della 655 rientrarono a Plezzo lasciando le CCpp. 408 e 649 a presidiare il campo.
Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno d'Albania.
 
Tale rientro senza prigionieri, unitamente all'assenza di indicazione degli stessi nei pur dettaglati documenti italiani successivi porterà le fonti yugoslave ad ipotizzare che feriti e prigionieri siano stati giustiziati sul posto dagli italiani.
Ascoltate!
 
A seconda delle fonti il numero delle vittime della battaglia oscilla tra i 39 ed i 43 partigiani morti e numerosi feriti tra le file dei partigiani ed un ufficiale (il tenente Enrico Bonfiglioni secondo le fonti jugosalve) e tre alpini morti ed un ufficiale e sei soldati feriti tra le file italiane.
Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria.
 
Il bilancio documentato dell'azione è poi completato da un bottino in armi ed esplosivi, ma, come detto non da prigionieri.
L'ora delle decisioni irrevocabili.
 
I cadaveri di almeno 29 dei caduti jugoslavi (gli altri, probabilmente morti durante i rastrellamenti e la fuga successive alla battaglia, non furono ritrovati immediatamente) furono utilizzati a scopo propagandistico dal Regio Esercito Italiano per ammonire la popolazione locale: legati come tronchi e trascinati a valle sino al villaggio di Cal Coritenza, furono poi ammassati nei cassoni di alcuni camion e portati a Bovec tra canti e suoni di fisarmonica per essere esposti in piazza prima che ne fosse concessa la sepoltura.
La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.
 
Tra i caduti gli storici Jugoslavi ricorderanno il commissario politico Močnik Cveto-florjan e Vera Palcic, che si uccise insieme alla sorella Francka per non cadere in mano agli italiani.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano...(omissis)
 
L'avvenimento, descritto da storici italiani quali A. Russo e A. Buvoli utilizzando temini come massacro, scempio e strage, è stato considerato da fonti italiane uno dei motivi della successiva strage di Malga Bala ed è a tutt'oggi oggetto di una commemorazione annuale.
(omissis)...L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai.
 
== Elenco dei caduti ==
La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.
Questo è l'elenco delle vittime:
 
{|class="wikitable"
Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere!
|Bajt Venceslav
|Komac Stanko
|Palčič Francka
|-
|Benedičič Jakob
|Kanalec Andrej
|Pogačnik Jože
|-
|Cvek Bogomir
|Kenda Ivan
|Perdih Andrej
|-
|Čopi Viljem
|Leban Ivan
|Rot Franc
|-
|Čujec Ivan
|Leban Marija
|Rutar Mihael
|-
|Černuta Anton-mitja
|Ličen Žitko-batjuska
|Rutar Stanko-živko
|-
|Doljak Ludvik
|Mlekuž Anton
|Skocir Anton
|-
|Gašperčič Jože
|Mlekuž Marija
|Strle Alojz
|-
|Gabršček Albin – Soboda
|Močnik Cveto-florjan
|Rakuš Ček Janko
|-
|Jan Anton
|Pirjevec Anton
|Uršič Janko
|-
|Koren Ignac
|Belin Marko
|
|-
|Kuk Andrej
|Palčič Vera
|
|}
 
==Note==
E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.
<references/>
 
== Bibliografia ==
Popolo italiano!
* La Valcanale nella seconda guerra mondiale, Mario Gariup
 
* Antonio Russo, Come foglie al vento, Ribis, 1983
Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!}}
* Antonio Russo, ''Planina Bala'', Centro Culturale d'Informazione Sociale "Voce della Montagna" - Aviani & Aviani Editori, Pontebba-Udine
 
*Stanko Petelin, Gradnikova Brigada, ppgg. 30-42
==Reazioni==
*J.Peterska, R. Ursic, Cas Clovecnosti, ppgg. 260-266
A seguito della Dichiarazione di guerra, [[Adolf Hitler|Hitler]] inviò immediatamente due telegrammi di solidarietà, uno indirizzato a Mussolini, l'altro al Re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]:<ref>{{Cita web|url=http://www.storiaxxisecolo.it/fascismo/fascismo10a.htm|titolo=Fascismo: documenti|sito=www.storiaxxisecolo.it|accesso=6 settembre 2016}}</ref><ref>Dato che gli errori di sintassi dei telegrammi sono riportati in modo identico dalle numerose fonti reperibili in rete, così come riportati dai giornali d'epoca, in mancanza di immagini dei documenti originali d'epoca, si deve supporre che essi siano stati redatti già originalmente in italiano e gli errori non siano frutto di moderna cattiva traduzione ma di uso sbagliato della lingua italiana da parte degli uffici del Reich e qui fedelmente riportati conformemente alle fonti reperibili. Si auspica, qualora ancora esistenti, il reperimento e inserimento dei documenti originali.</ref>
*A. Russo, Alle porte dell'inferno, ppgg. 97 e 129-130
 
{{citazione|'''Berlino, 10/6/40'''
 
'''Telegramma di Hitler al Re'''
 
La provvidenza ha voluto che noi fossimo costretti contro i nostri stessi propositi a difendere la libertà e l'avvenire dei nostri popoli in combattimento contro Inghilterra e Francia. In quest'ora storica nella quale i nostri eserciti si uniscono in fedele fratellanza d'armi, sento il bisogno d'inviare a Vostra Maestà i miei più cordiali saluti.
 
Io sono della ferma convinzione che la potente forza dell'ITALIA e della GERMANIA otterrà la vittoria sui nostri nemici. I diritti di vita dei nostri due popoli saranno quindi assicurati per tutti i tempi.}}
 
{{citazione|'''Berlino, 10/6/40'''
'''Telegramma di Hitler a Mussolini'''
 
Duce, la decisione storica che Voi avete oggi proclamato mi ha commosso profondamente. Tutto il popolo tedesco pensa in questo momento a Voi e al vostro Paese. Le forze armate germaniche gioiscono di poter essere in lotta al lato dei camerati italiani.
Nel settembre dell'anno scorso i dirigenti britannici dichiararono al Reich la guerra senza un motivo.
Essi respinsero ogni offerta di un regolamento pacifico. Anche la Vostra proposta di mediazione si ebbe una risposta negativa. Il crescente sprezzo dei diritti nazionali dell'ITALIA da parte dei dirigenti di Londra e di Parigi ha condotto noi, che siamo stati sempre legati nel modo più stretto attraverso le nostre Rivoluzioni e politicamente per mezzo dei trattati, a questa grande lotta per la libertà e per l'avvenire dei nostri popoli.}}
[[File:Popolo d Italia 11-06-1940.png|thumb|Prima pagina del «Popolo d'Italia» dell'11 giugno [[1940]].]]Il giudizio di [[Winston Churchill|Churchill]] sull'ingresso dell'Italia nel conflitto bellico e sull'operato di Mussolini fu affidato al commento pronunciato a [[Radio Londra]]:<ref name="Fiori" />{{citazione|Questa è la tragedia della storia italiana. E questo è il criminale che ha tessuto queste gesta di follia e vergogna.}}
La stampa italiana, anche perché condizionata da censura e controllo imposti dal regime fascista, diede la notizia con grande enfasi, con titoli a caratteri cubitali che facevano uso entusiasta di citazioni dal discorso e manifestavano completa adesione alle decisioni prese<ref name=":1" />: {{citazione| ''[[Corriere della sera]]'': Folgorante annunzio del Duce. ''[[Il Popolo d'Italia]]'': POPOLO ITALIANO CORRI ALLE ARMI! ''[[Il resto del Carlino]]'': Viva il Duce Fondatore dell'Impero GUERRA FASCISTA. ''[[Il Gazzettino]]'': Il Duce chiama il popolo alle armi per spezzare le catene del Mare nostro. ''[[L'Italia]]'': I dadi sono gettati L'ITALIA È IN GUERRA. ''[[La Stampa]]'', Il Duce ha parlato.}} Unica voce critica che si levò, oltre ai giornali clandestini, fu l'''[[Osservatore Romano]]'':{{citazione| E il duce (abbagliato) salì sul treno in corsa.}}
Il titolo fu accolto con grande disappunto dai vertici italiani, tanto che [[Roberto Farinacci]], segretario del partito fascista, in un commento alla stampa disse: «Bene, bene. La Chiesa è stata la costante nemica dell’Italia»<ref name=":1" />.
 
==Conseguenze==
{{vedi anche|Storia militare d'Italia durante la seconda guerra mondiale#La dichiarazione di guerra e le prime operazioni}}
Come preannunciato nella corrispondenza con il governo tedesco<ref name=":0" />, dal giorno 11 giugno le truppe italiane cominciarono le operazioni militari al confine francese in vista della [[Battaglia delle Alpi Occidentali|pianificata occupazione]] delle Alpi occidentali ed effettuarono dei bombardamenti aerei di carattere dimostrativo su [[Port Sudan]], [[Aden]] e sulla base navale inglese di [[Malta]].
 
==Note==
<references />
 
== Voci correlate ==
*[[Eccidio di Bretto]]
*[[Storia militare d'Italia durante la seconda guerra mondiale]]
*[[Eccidio di Malga Bala]]
 
== Collegamenti esterni ==
==Altri progetti==
* [http://www.provincia.trieste.it/opencms/export/sites/provincia-trieste/it/provincia/rapporti-istituzionali/memoria/convegno-2014/ITA/Lara-Magri-.pdf Le opzioni in Valcanale/Kanaltal nel 1939, Lara Magri]
{{interprogetto}}
* [https://issuu.com/museo.storico.trentino/docs/dall_aquila_bicipite_alla_croce_uncinata Dall'aquila bicipite alla croce uncinata, Mauro Scroccaro]
* [https://fauna31.files.wordpress.com/2008/01/slavia40_07.pdf Chiesa e Fascismo nella Slavia Friulana, Faustino Nazzi]
* [http://www.znaci.net/00003/7xx.php?bk=825 Gradnikova brigada, Stanko Petelin]
*[https://slov.si/doc/cas_clovecnosti.pdf Čas človečnosti, J. Peterka, R. Uršič]
* [http://www.ana.it/page/l-alba-della-resistenza-quei-300-eroi-della-guardie-di-frontiera-a-tarvisio2903 L'alba della Resistenza: quei 300 eroi della Guardie di frontiera a Tarvisio, ''ana.it'']
*[https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000012896/2/ricchezze-del-sottosuolo-breve-visita-nelle-miniere-zinco-e-piombo-del-predil.html Cinegiornale Luce 23 agosto 1940]
 
{{Portale|Seconda guerra mondiale|Slovenia|Storia|Venezia Giulia e Dalmazia}}
==Collegamenti esterni==
*{{YouTube|autore=Istituto Luce|id=uiYICtn0r6k|titolo=Video "Mussolini, Dichiarazione di guerra - 10 Giugno 1940"|data=10 giugno 1940}}
*[http://www.instoria.it/home/testo_dichiarazione_guerra_italiana.htm Testo completo del discorso]
{{portale|Fascismo|guerra|storia}}
 
[[Categoria:DiscorsiStragi dinazifasciste Mussoliniin Italia]]
[[Categoria:Italia nella seconda guerra mondialePlezzo]]