Vertova e Kate Mosse: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Divisione amministrativa
|Nome =Vertova Kate
|Cognome = Mosse
|Panorama=Vertova panorama.jpg
|Sesso = F
|Didascalia=
|LuogoNascita = West Sussex
|Bandiera=Vertova-Gonfalone.png
|GiornoMeseNascita = 20 ottobre
|Voce bandiera=
|AnnoNascita = 1961
|Stemma=Vertova-Stemma.png
|LuogoMorte =
|Voce stemma=
|GiornoMeseMorte =
|Stato=ITA
|AnnoMorte =
|Grado amministrativo=3
|Epoca = 2000
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|Attività = scrittrice
|Divisione amm grado 2=Bergamo
|Attività2 = conduttrice televisiva
|Amministratore locale=Luigi Gualdi<!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Nazionalità = inglese
|Partito=[[lista civica]] Continuità e rinnovamento
|Immagine = Kate Mosse 2008 empik.jpg
|Data elezione=26/05/2014 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Didascalia = Kate Mosse a [[Varsavia]] (2008)
|Data istituzione=
|Altitudine=397
|Superficie=15.69
|Note superficie=
|Abitanti=4871
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Semonte
|Divisioni confinanti=[[Casnigo]], [[Colzate]], [[Cornalba]], [[Costa Serina]], [[Fiorano al Serio]], [[Gazzaniga]], [[Oneta]]
|Codice postale=24029
|Prefisso=[[035 (prefisso)|035]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=016234
|Codice catastale=L795
|Targa=BG
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=vertovesi
|Patrono=[[San Marco]]
|Festivo=25 aprile
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Vertova (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Vertova nella provincia di Bergamo
|Sito=http://www.comune.vertova.bg.it
}}
 
È conosciuta soprattutto per il suo romanzo del [[2005]] ''[[I codici del labirinto]]'' (''Labyrinth)'', che è stato tradotto in oltre 37 lingue.
'''Vertova''' [vèr-to-va] (''Vèrtua''<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 696}}</ref>, ''Èrfa'' o ''Èrtoa''<ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di {{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref> in [[dialetto bergamasco]]) è un [[comune italiano]] di 4.790 abitanti della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]]. Situato alla destra orografica del fiume [[Serio]], dista 21&nbsp;chilometri dal [[Bergamo|capoluogo orobico]] ed è compreso nella [[Comunità montana della Valle Seriana]].
 
== TerritorioVita privata ==
Nata nel [[West Sussex]], Kate fu educata alla Chichester High School e al [[New College]] ([[Università di Oxford|Oxford]]). Dopo la laurea, trascorse sei anni nell'editoria. I suoi libri hanno avuto enorme successo e hanno venduto milioni di copie in oltre 40 paesi.<ref>[http://women.timesonline.co.uk/tol/life_and_style/women/article4079288.ece "Bestselling author, Kate Mosse, talks about her new book, Sepulchre, and her fascination with tarot cards"], ''[[The Times]]'', 7 giugno 2008</ref>
[[File:Vertova vista 03.jpg|left|thumb|upright=1.3|Vista di Vertova con il monte Cavlera sullo sfondo]]
Il comune è interamente situato sulla destra orografica della [[val Seriana]], in corrispondenza della confluenza del torrente [[Val Vertova|Vertova]] nel fiume [[Serio]], ad un'altezza di compresa tra i 395 [[Livello del mare|m s.l.m.]] della piana alluvionale ai circa 1.800 delle propaggini del [[monte Alben]].
 
Kate ha sposato il suo vecchio compagno di scuola Greg, dopo averlo incontrato per caso vent'anni dopo su un treno. Mosse vive con suo marito ed i loro figli, Martha e Felix, tra il [[West Sussex]] e [[Carcassonne]].
Amministrativamente è delimitato a Sud-Est dal corso del fiume [[Serio]], che lo divide dal comune di [[Casnigo]], a Sud da [[Fiorano al Serio]] mediante il monte Clocca (594 m s.l.m.), mentre a Sud-Ovest ed Ovest il limite territoriale è dato dal corso del torrente Vertova, situato nell'[[Val Vertova|omonima valle]], che lo suddivide amministrativamente da [[Gazzaniga]]. A Nord-Ovest il confine ricalca lo spartiacque orografico che va al [[monte Suchello]] al monte Secretondo (propaggine del [[monte Alben]]), tra le valli Seriana e [[val Brembana|Brembana]], divisione naturale con il comune di [[Cornalba]]. A Nord e Nord-Est è invece il crinale che scende dall'Alben fino al monte Cavlera a delimitare territorialmente Vertova prima con la [[val del Riso]] ed il municipio di [[Oneta]], e nel suo tratto finale con [[Colzate]], con cui divide anche parte del fondovalle.
 
== Carriera ==
La gran parte della popolazione risiede nel nucleo abitativo posto nel fondovalle lungo l'asta del fiume Serio che, per via dell'espansione edilizia avvenuta nella seconda parte del [[XX secolo]], risulta essere ormai fuso con soluzione di continuità con i limitrofi paesi, in quella che viene ormai definita come una città allungata che si protrae da Bergamo fino a [[Colzate]], includendo anche la frazione di Semonte, posta a Sud del capoluogo.
Nel [[1996]] ha pubblicato il suo primo romanzo, ''Eskimo Kissing'', su una giovane donna adottata in cerca del suo passato. Questo fu seguito nel [[1998]] dal ''thriller'' ''Crucifix Lane''. Dal [[1998]] fino al [[2001]], ebbe l'incarico incarico di direttrice esecutiva del Chichester Festival Theatre. In quel periodo si impegnò nel lavoro di ricerca per il suo successivo romanzo. Nel [[2005]] ha ottenuto il successo internazionale con il suo romanzo ''[[I codici del labirinto]]'' (''Labyrinth''), una storia d'avventure ambientata sia nel Medioevo che nel presente.
[[File:ValVertova 02.JPG|left|thumb|upright=0.8|Uno scorcio della val Vertova]]
Addentrandosi nella valle Vertova, sia nel fondovalle che sulle pendici dei monti circostanti, il livello di antropizzazione si fa via via sempre più limitato, fino a diventare pressoché nullo. Un'eccezione è data dal piccolo borgo di ''Cavlera'', posto sull'omonimo monte, nel quale sono concentrate un discreto numero di abitazioni, per lo più seconde case, abitate soltanto da una manciata di residenti.
 
È la [[conduttrice televisiva]] del ''talk show'' letterario di [[BBC Four]], ''Readers' and Writers' Roadshow'' ed una figura notissima nei ''media'' britannici. Nel [[1996]] co-fondò l'annuale [[Orange Prize|Premio Orange per la narrativa]], di cui è anche la direttrice onoraria. Nel [[2000]] fu nominata ''European Woman of Achievement'' ("Donna europea di maggior successo") per il suo contributo alle arti.<ref>[http://www.contemporarywriters.com/authors/?p=auth5689E3E009d721632CKxP2FFF57F Kate Mosse | British Council Literature<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110607231309/http://www.contemporarywriters.com/authors/?p=auth5689E3E009d721632CKxP2FFF57F |data=7 giugno 2011 }}</ref>
Per ciò che concerne l'idrografia, oltre al fiume Serio, numerosi sono i corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale. Il principale è il Vertova, affluente del Serio da destra, che si sviluppa nell'omonima valle e che raccoglie le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dalle propaggini circostanti. Tra questi vi sono quelli che solcano le piccole vallette laterali, tra le quali la ''val Gromalt'', la ''val Scapla'' e la ''val del Gru'' che confluiscono dal versante orografico destro, mentre quelli della ''val Masma'', ''val di Osei'' (entrambe si sviluppano dalle propaggini del monte Cavlera), ''val Lacnì'' e ''val Sterladec'' dal versante sinistro.
 
Nel [[2006]] Kate Mosse vinse un Premio del libro britannico per ''I codici del labirinto'' nella categoria "Richard & Judy's Best Read".
Nella zona alluvionale è presente anche un canale artificiale che scorre parallelamente al corso del Serio, da cui prende vita presso Colzate, e rigetta le acque nel Serio poche centinaia di metri più a valle, dopo aver alimentato alcune piccole aziende tessili.
 
Nell'ottobre 2007 pubblicò il suo romanzo ''[[L'ottavo arcano]]'' (''Sepulchre'').
La viabilità interna del paese ha una rete stradale ordinaria molto semplice, facente riferimento principalmente alla vecchia provinciale che collega il paese con Colzate e Fiorano al Serio mantenendosi al limite dell'abitato, esternamente al quale, a fianco del fiume Serio, scorre invece la [[Strada statale 671 della Val Seriana|superstrada di scorrimento della valle Seriana]]. Tra queste due arterie è posta la zona industriale, in cui sono presenti attività commerciali ed artigianali sia storiche che di recente insediamento.
 
Nel febbraio [[2008]] apparve nello spettacolo di dibattiti sulla moralità ''The Big Questions'' su [[BBC One]].
== Etimologia ==
Numerose sono le teorie che vorrebbero definire l'origine del toponimo, ma nessuna è accettata universalmente come inconfutabile.
 
Nel [[2009]] Kate contribuì con un saggio a ''Modern Delight'', un libro ispirato dal libro di J.B. Priestley del [[1949]], ''Delight'', pubblicato da [[Waterstone's]] per raccogliere fondi per l'associazione di lotta alla [[dislessia]] Dyslexia Action e per la [[London Library]].
Tra queste, quella comunemente considerata come valida al termine del periodo medievale era quella che legava il nome alla presenza, in epoca romana, di un tempio pagano dedicato alla divinità di [[Vertumno]]. A tal riguardo numerosi sono i documenti volti a perorare tale teoria, tra i quali quello di età veneta che indica il paese di Vertova come ''“un tempo dedicato al dio Vertumno, ora a San Marco”''<ref>F.Irranca. Op.cit., pg.17</ref>.
 
Nell'ottobre [[2009]] pubblicò il suo ultimo romanzo, ''Winter Ghosts''.
Tuttavia numerose sono anche le teorie che ricondurrebbero l'origine al periodo preromano. Una di queste prende spunto dalla voce dialettale del paese ''“Erfa”'', che deriverebbe da ''“Ertva”'', lemma di origine etrusca che presenta assonanze con ''“Mantva”'' (Mantova)<ref>U.Zanetti. Op.cit., pg.191</ref>. Sempre pre-latino, ma collegabile alla cultura celtica, sarebbe invece il suffisso onomastico ''“Ver-“'' o ''“Wert-“''.
 
Kate presenta il programma di [[BBC Radio 4]] ''A Good Read'', invitando degli ospiti a discutere i loro libri preferiti.
Meno credito viene invece alle versioni dell'Olivieri e del Volpi, storici ottocenteschi, che vedevano un collegamento del toponimo rispettivamente con “Verta” (ovvero “posizione aperta”) e con ''“vertola”'' (territorio aperto, terra comune).
 
== Cenni storici Note==
=== Dalla preistoria alla conquista romana ===
[[File:Vertova Casa torre.JPG|thumb|left|upright=0.8|La casa-torre in piazza Castello, già sede comunale, risalente al [[XII secolo]]]]
I primi insediamenti umani sarebbero riconducibili al [[VI secolo a.C.]] quando nella zona si stabilirono popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli [[Orobi]]. Ad essi si aggiunsero ed integrarono, a partire dal [[V secolo a.C.]] le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i [[Cenomani|Galli Cenomani]]. Si trattava tuttavia di presenze sporadiche, che non formarono mai un nucleo abitativo definito.
 
La prima vera e propria opera di urbanizzazione fu invece opera dei [[Roma antica|Romani]], che conquistarono la zona e la sottoposero a centuriazione, ovvero ad una suddivisione dei terreni a più proprietari, a partire dal [[I secolo a.C.|I secolo a.C]]. Questa opera assegnò appezzamenti più o meno vasti a coloni e veterani di guerra, di origine o acquisizione romana, i quali bonificarono i terreni al fine di poterli sfruttare per coltivazioni agricole ed allevamento di bestiame.
In ogni caso durante questo periodo gli abitanti si basavano su agricoltura, principalmente nella piana del fondovalle, e pastorizia, nella zona collinare. Il centro abitato aveva dimensioni molto ridotte e si sviluppava attorno alla strada che collegava Bergamo con [[Clusone]] e l'alta val Seriana, in quel tempo importante centro di estrazione mineraria, percorrendo la zona ai piedi della montagna.
 
In tale periodo pare che i nuovi dominatori avessero insediato, nella zona più elevata del fondovalle, un tempio dedicato alla divinità pagana di [[Vertumno]] da cui, secondo la leggenda, il paese avrebbe poi tratto il suo nome<ref>F.Irranca. Op.cit. pg.98</ref>.
Al termine della dominazione romana vi fu un periodo di decadenza ed abbandono del centro abitato, con la popolazione che sovente era costretta a cercare riparo sulle alture circostanti al fine di difendersi dalle scorrerie perpetrate dalle orde barbariche. La situazione ritornò a stabilizzarsi con l'arrivo dei [[Longobardi]], popolazione che a partire dal [[VI secolo]] si radicò notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase “de facto” attivo nelle consuetudini della popolazione fino alla sua abolizione, avvenuta soltanto nel [[1491]].
 
=== L'alto medioevo ===
[[File:Vertova Ponte San Carlo.JPG|thumb|upright=1.2|Il ponte di san Carlo]]
Con l'arrivo dei [[Franchi]], avvenuto verso la fine dell'[[VIII secolo]], il territorio venne sottoposto al sistema feudale, con il paese che inizialmente venne assegnato, al pari di gran parte della valle, ai monaci di [[Tours]] per poi essere infeudato al Vescovo di Bergamo.
 
A tal riguardo è importante segnalare la figura del vertovese ''Alcherius'' (o ''Alcherio''), della famiglia degli Alcheri, che ricoprì la carica di Vescovo di Bergamo dal [[1013]] al [[1022]].
 
Con il passare degli anni al potere vescovile si affiancò quello di alcune famiglie della zona, che riuscirono ad ottenere sempre più spazio, passando dal ruolo di grandi proprietari a quelli di feudatari ''de facto''. È il caso della famiglia Albertoni, i cui membri vennero insigniti della carica di conti e capitani di Vertova, con l'elemento di maggior spicco nella persona di Bernardo, che già nel [[1160]], risulta feudatario diretto dell'episcopato.
 
Questo casato si radicò sul territorio vertovese al punto di creare una propria residenza fissa con tanto di cinta fortificata che ben presto assunse le fattezze di un vero e proprio castello (detto appunto Castello dei Capitanei degli Albertoni), entro il quale vi era una chiesa dedicata a santa Caterina, una roggia privata e la ''“luvera”'', ovvero una buca con galleria sotterranea da utilizzare in caso di assedio.
 
=== Età comunale ===
[[File:Vertova torre Colombera.JPG|thumb|left|upright=0.8|La ''torre Colombera'']]
Nel corso della seconda metà del [[XII secolo]] cominciarono a svilupparsi i primi sentimenti di autonomia da parte delle città lombarde, contrastati però da [[Federico Barbarossa]], [[imperatore del Sacro Romano Impero]]. Quest'ultimo condusse numerose campagne in Italia, tra cui quella del [[1166]] quando scese in val Seriana attraverso la [[val Camonica]], occasione in cui i soldati imperiali diedero alle fiamme il borgo di Vertova, unitamente a quello di Fiorano, in quanto gli abitanti si erano rifiutati di dar loro da mangiare. Tuttavia la spinta autonomistica non fu fermata, tanto che nel [[1210]] Vertova scelse di confederarsi con i comuni limitrofi nella [[Confederazione de Honio]], un'istituzione sovra comunale che aveva il compito di gestire i beni indivisi quali prati, pascoli, boschi, sotto il controllo di un feudatario, incaricato dal [[vescovo di Bergamo]], a sua volta investito dall'[[imperatore del Sacro Romano Impero]].
 
Il passo successivo fu quello di emanciparsi definitivamente dal giogo feudale, redigendo nel [[1235]] il primo statuto che diede il via all'esperienza comunale. Negli statuti della città di [[Bergamo]] redatti nel [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo]] Vertova risulta inserita nella circoscrizione denominata ''facta di san Lorenzo'', con confini territoriali pari 250 [[ettaro|ettari]], circoscritti quindi al solo centro abitato, in quanto il resto era affidato al Concilio.
 
Nel frattempo il paese si era ritagliato un importante spazio nella pastorizia, con ingenti produzioni di pelli, latticini e lana. Si stima difatti che nel corso del [[XII secolo]] nel paese vi fossero più di 15.000 pecore, a fronte di una popolazione di circa 1.500 anime. Questo portò alla fioritura dell'industria laniera, che ben presto rese Vertova il mercato di riferimento della media valle, sia per la tessitura che per la filatura della lana. Ciò garantì un grande benessere alla popolazione anche per via dell'indotto: numerosi erano difatti i tosatori di pecore, i fabbri ed i falegnami per la costruzione di telai, i carrettieri per il trasporto dei materiali, gli operai del [[follo]] per la tintura, la striatura, la [[cimatura]] e la [[cardatura]] di quello che venne chiamato [[panno grosso bergamasco]].
[[File:Confederazione de Honio.png|thumb|upright|Mappa della Confederazione de Honio]]
I commerci si spinsero anche oltre confine, così come testimoniato dal fatto che alcuni nuclei di commercianti di Vertova entrarono in contatto con degli irlandesi, venendo per questo chiamati ''Ibernini'' (da [[Iberni|Iberna]], antico nome dell'Irlanda), il cui cognome fu poi fissato in ''Bernini''.
Essi importarono inoltre il culto di [[san Patrizio]], tanto da fondare una chiesa a lui dedicata in località ''Gromi'', a monte di Colzate, località allora inclusa nei confini vertovesi.
 
Conseguentemente il centro abitato ebbe un notevole sviluppo, tanto da dotarsi di quattro porte d'accesso poste ai punti cardinali, al cui interno vi era un castello e ben sette torri. La vita pubblica era regolata dall’''Arengo'', un'assemblea popolare che veniva convocata una volta all'anno nella piazza del castello (dove ora sorge la chiesa parrocchiale) il giorno del [[solstizio d'estate]], ed ogni famiglia aveva l'obbligo di presenziarvi tramite un proprio rappresentante compreso tra i 15 ed i 70 anni. L'assemblea eleggeva 21 ''credendari'', sette per ognuna delle tre contrade (''Druda'', ''Bernazio'' e ''Nunglaqua''), i quali a loro volta nominavano due consoli che avevano compito di legiferare e potere di delibera. Questi ultimi rimanevano in carica un anno e non potevano essere rieletti se non dopo sei anni. Anche la famiglia Albertoni si adeguò ai cambiamenti, dal momento che ben sei dei suoi membri, seppur in tempi differenti, ricoprirono questo incarico.
 
Poco dopo, nel [[1263]], La Confederazione de Honio venne sciolta, anche se mantenne ugualmente nel corso dei secoli successivi i suoi statuti per ciò che riguardava la parte montuosa del territorio, cessando di esistere soltanto nel [[1827]]. In seguito a ciò Vertova optò, nel [[1331]], per un'unione fiscale con il vicino borgo di Colzate.
 
=== Le lotte tra fazioni ===
[[File:Vertova Sede Pro-Vertova.JPG|left|thumb|upright=1.3|La sede della Pro-Vertova]]
Ben presto tuttavia cominciarono a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra [[guelfi e ghibellini]], che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi.
 
L'appartenenza del paese all'una o all'altra fazione ha sovente diviso gli storici, anche se ormai pare universalmente accettata l'idea di una Vertova ghibellina, teoria perorata in primis da [[Bortolo Belotti]]. Numerosi furono difatti gli esponenti della suddetta parte, anche se non mancarono appartenenti allo schieramento guelfo.
 
Le cronache del tempo raccontano di numerosi episodi tragici in tutta la provincia di Bergamo, che venne dilaniata da questa sanguinosa faida. Tra i documenti che attestano episodi in cui fu coinvolto il borgo o qualche suo abitante, vi sono quelli che raccontano di tale ''Ugotto da Vertova'' che il 18 aprile [[1379]] fu condotto a Bergamo davanti al Vescovo ed ai luogotenenti dei Duca di Milano, insieme ad altri 140 ghibellini, per rispondere dei delitti di cui si era reso protagonista. Oppure quando, un mese più tardi, precisamente l'11 maggio, nel paese trovò alloggio una colonna di 1.200 ghibellini provenienti dalle città vicine, intenti a muovere aiuto ai ghibellini della valle Seriana superiore assediati nel castello di San Lorenzo presso [[Rovetta]].
 
Ma gli eventi che segnarono la storia del borgo avvennero nel [[1398]]. In quell'anno il paese fu attaccato una prima volta da una guarnigione di circa mille guelfi il 19 maggio, quando gli assalitori furono però costretti al ritiro a causa del contrattacco ghibellino. Questo evento provocò la volontà di rivalsa da parte dei guelfi che, dopo aver organizzato un esercito di circa seimila unità provenienti dalle province di Bergamo, Brescia e Milano, il 10 giugno devastarono il nucleo abitato uccidendo 34 uomini e 10 donne, depredando tutto quanto fosse possibile e bruciando 500 abitazioni, con i danni che furono valutati in circa 10.000 lire imperiali<ref>P.Gelmi e B.Suardi. Op. cit. Pg.78</ref>. Si salvò soltanto il castello degli Albertoni e sei case poste sotto la sua protezione.
 
Terminata questa furia distruttrice il paese subì un forte contraccolpo, tanto che ci vollero decenni prima che la situazione ritornasse alla normalità. Difatti numerosi abitanti abbandonarono le proprie case, al punto che su 300 famiglie ne rimasero soltanto 25, con conseguente perdita del prestigio sociale ed economico che Vertova aveva acquisito fino a quel momento.
 
=== La Repubblica di Venezia ===
[[File:Vertova casa della Soppressa.JPG|upright=1.2|thumb|La ''casa della Soppressa'', dove avveniva la stiratura della lana]]
Alla definitiva pacificazione si arrivò pochi anni più tardi grazie al passaggio alla [[Repubblica di Venezia]], avvenuto nel [[1427]] dopo un'espressa richiesta di Bergamo e delle sue valli, e ratificato dalla [[Pace di Ferrara]] del [[1428]]. La Serenissima inserì Vertova nella ''Quadra della val Seriana di Mezzo'', con capoluogo [[Gandino]], e diede il via ad un periodo di tranquillità in cui l'intera zona riprese a prosperare, garantendo una diminuzione della pressione fiscale ed offrendo maggiore autonomia.
 
In quegli anni si verificarono episodi che evidenziarono la spiccata animosità degli abitanti. In primo luogo la lite con gli abitanti di [[Oneta]] per lo sfruttamento dei boschi posti sul lato sinistro della [[Val del Riso]]. Secondo i vertovesi difatti questi spazi erano sfruttati in modo illegittimo dagli abitanti di Oneta, tanto da organizzare contro questi una spedizione armata, avvenuta il 18 maggio 1548. A ciò seguirono numerose vertenze, culminate con una sentenza che nel [[1594]] obbligò Vertova al versamento di una somma come parziale indennizzo dei danni procurati.
 
Problemi si verificarono anche all'interno dei confini comunali, con una diatriba che vide schierati da una parte gli abitanti “originari”, dall'altra i “forestieri” immigrati da paesi o città vicine. I primi difatti non volevano che i secondi utilizzassero liberamente i beni comuni. La situazione venne definita mediante l'accordo che fissava in vent'anni di residenza nel paese con obbligo di pagare tutte le tasse, il limite per essere considerato “originario”. Chi non rientrava in questo parametro fu obbligato al pagamento di un indennizzo per l'usufrutto delle proprietà collettive.
 
Altri dissidi si verificarono anche in ambito religioso, con le parrocchie di Fiorano e Vertova intente a contendersi l'assegnazione del borgo di Semonte. Quest'ultimo infatti, amministrativamente ricadeva nei confini di Vertova, mentre a livello religioso era, da sempre, competenza di Fiorano. La vertenza fu risolta mediante un decreto del cardinale [[Pietro Priuli]] che, in data 23 ottobre [[1723]], confermò la pertinenza a Fiorano.
 
Un violento scossone alla tranquillità della popolazione arrivò tra il [[1629]] ed il [[1631]], quando la violenta epidemia di [[peste]] di manzoniana memoria causò la morte di 1.042 abitanti su un totale di 1.880, oltre il 55% dei residenti.
 
Nella seconda metà del [[XVIII secolo]] il paese fu invece colpito dalla crisi della produzione dei panni di lana, dovuta all'importazione di prodotti esteri a prezzo più basso, che mise in ginocchio la pastorizia ed il commercio della materia prima.
 
=== Dall'avvento di Napoleone fino ai giorni nostri ===
[[File:Bergamo e sue valli, Brescia e sue valli, Lago d'Iseo, Valcamonica p070a.jpg|left|thumb|upright=1.2|Immagine di Vertova alla fine XIX secolo]]
Ma il potere della Repubblica di Venezia era ormai agli sgoccioli, tanto che nel [[1797]], in seguito al [[trattato di Campoformio]], venne sostituita dalla [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] [[Repubblica Cispadana]].
Il cambio di dominazione comportò una revisione dei confini, che portarono Vertova ad inglobare nuovamente il territorio di Colzate, senza tuttavia le frazioni di [[Bondo (Colzate)|Bondo]] e [[Barbata (Colzate)|Barbata]]. Quest'unione durò poco, dal momento che già nel [[1805]] i due comuni vennero nuovamente scissi.
 
Dopo quattro anni i limiti territoriali vennero nuovamente ridisegnati mediante un'imponente opera di accorpamento dei piccoli centri ai più grandi: in questo frangente Vertova assorbì nuovamente Colzate (sempre senza Bondo e Barbata), che riuscì a riottenere la propria autonomia nel [[1816]], in occasione del nuovo cambio di governo che vide subentrare l'austriaco [[Regno Lombardo-Veneto]] alle istituzioni francesi.
 
Nel [[1827]] venne definitivamente sciolta la [[Confederazione de Honio]], con Vertova che acquisì formalmente il possesso di tutte le terre collinari e montuose ricoperte dai boschi a Nord dell'abitato.
 
Nella seconda parte del [[XIX secolo]], contestualmente all'[[Unità d'Italia]], si verificò uno sviluppo dell'industria, con numerose realtà che si insediarono e radicarono sul territorio.
Un ulteriore impulso venne dall'apertura della [[Ferrovia della Valle Seriana]], che dal [[1884]] permise il collegamento di merci e passeggeri da Bergamo a Clusone.
 
Anche il numero di abitanti risentì di questa condizione, raddoppiando di numero tra il [[1861]], quando i residenti erano 1962, ed il [[1901]], quando passò a 3696 unità.
Il livello di crescita della popolazione subì tuttavia una brusca frenata nel [[XX secolo]], assestandosi su valori prossimi alle 4.500 unità.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa parrocchiale di santa Maria Assunta ====
[[File:Vertova chiesa.JPG|left|thumb|upright=1.4|La chiesa parrocchiale vista da Sud]]
Il più importante edificio in ambito religioso è indubbiamente la chiesa parrocchiale, dedicata a [[santa Maria Assunta]]. Questa è posta in posizione dominante sul centro storico, nella parte più antica del borgo dove in epoca alto-medievale era posto un castello (del quale è ancora visibile parte della torre, ora utilizzata come campanile, con le finestre a bifore), ed affonda le sue origini nel [[XIII secolo]], come testimoniato da alcuni documenti del [[1235]].
 
Secondo la tradizione tuttavia la data di costruzione sarebbe da anticipare attorno all'[[XI secolo]], con la chiesa edificata in luogo di un antico tempio pagano, dedicato al dio [[Vertumno]]<ref>F.Irranca, op. cit. pg. 98</ref>. Inizialmente era intitolata a ''santa Maria Cirialis'' (ovvero santa Maria celeste e gloriosa) ed aveva dimensioni alquanto ridotte, circa venti metri di lunghezza ed otto di larghezza, con una sola navata, ed era considerata sussidiaria della chiesa di san Giorgio presso Fiorano. L'autonomia religiosa arrivò nel [[1710]], quando il cardinale [[Pietro Priuli]] la elevò a parrocchiale in seguito ai lavori di ristrutturazione che, iniziati nel [[1688]] e terminati quell'anno su progetto di Giovanni Battista Quadrio, le diedero le dimensioni attuali.
 
La struttura, nonostante altre ristrutturazioni in tempi più recenti, ha mantenuto l'impostazione settecentesca fino ai giorni nostri: presenta un portico esterno sui due lati occidentale e meridionale, con una grande navata centrale raccordata alle cappelle degli altari laterali mediante due piccole navate laterali.
 
L'interno è in stile barocco, con numerose decorazioni in stucco dorato, e ben nove altari. Il principale di questi è il neoclassico altare maggiore dedicato a santa Maria Assunta, che presenta una pala dipinta da [[Domenico Carpinoni]], il coro eseguito dalla bottega dei [[Giovan Battista Caniana|Caniana]], delle cariatidi di [[Andrea Fantoni]], medaglie in terracotta di Donato Bianchi e sculture bronzee del Siccardi. Gli altari minori sono invece disposti in egual misura sui due lati: il primo a sinistra, intitolato alla Madonna del Rosario, è stato disegnato da [[Giovan Battista Caniana]] e realizzato dalla [[Bottega di Bartolomeo Manni]] e comprende anche il pulpito ed un paliotto di [[Andrea Fantoni]]. Di quest'ultimo artista sono anche sia il crocifisso che la statua del Cristo Risorto, appartenenti al secondo altare sinistro, detto appunto del Crocifisso, mentre il terzo ed il quarto sono dedicati rispettivamente a sant'Orsola e san Luigi. Sul lato opposto vi sono gli altari di san Mauro, con il dipinto ''“Vergine con i santi Patrizio, Giovanni Battista e Marco”'' di [[Enea Salmeggia]], dell'Addolorata, in cui si trova una ''“Pietà”'' un tempo erroneamente attribuita al [[Tintoretto]] e poi a [[Palma il Giovane]], dei Morti, con una pala d'altare di Giuseppe Brina, e di sant'Antonio, in cui sono custodite le reliquie dei santi Callisto, Silverio, Lucio e Vincenzo.
 
Tra le altre opere d'arte sono da segnalare la tela ''“san Marco, san Giacomo e san Patrizio con la Madonna con Bambino”'' di Giovanni Gallo, la ''“Discesa dello Spirito Santo”'' di [[Ludovico Dorigny]], posta nel presbiterio, l’''”Ultima cena”'' di [[Gregorio Lazzarini]], il ''“Suffragio”'' di [[Vincenzo Angelo Orelli]], ''“I due ciechi”'' di [[Carlo Bellosio]], la ''“Natività”'' di Giovanni Carobbio, il ''“Cristo alla colonna”'' di [[Antonio Cifrondi]], ''”Incontro di Cristo con Maria”'', ''“Adorazione dei pastori”'', ''“Adorazione dei magi”'', ''“flagellazione di Cristo”'' di scuola lombarda del settecento, ''“Incoronazione di spine”'' di Pietro Ronzelli , ''“San Pietro che guarisce lo storpio”'' di scuola veneta.
 
==== Altre chiese ====
[[File:Vertova Chiesa San Lorenzo.JPG|thumb|La chiesa di san Lorenzo]]
Oltre alla parrocchiale numerosi sono gli edifici di culto presenti sul territorio.
 
In primo luogo la chiesa di Nostra Signora di Lourdes, edificata all'inizio del [[XX secolo]] a ridosso della parrocchiale al punto di condividerne il sagrato in direzione Nord. Il corpo dell'edificio principale risulta essere leggermente rialzato rispetto alla parrocchiale, ed è raggiungibile mediante due scalinate curve. La facciata è suddivisa da quattro [[lesena|lesene]] sormontate da un timpano, mentre l'interno è costituito da un corpo a navata singola. Sul fondo il piccolo presbiterio è diviso in due dalla ricostruzione della grotta di Lourdes, costruita in gesso colorato, entro la quale si trova anche l'altare.
[[File:Vertova chiesa fraz Semonte.jpg|left|thumb|La chiesa parrocchiale di Semonte]]
Nella parte più bassa del paese, in località ''Plazzoli'', si trova invece la chiesa di san Rocco, risalente alla prima parte del [[XVI secolo]]. In principio poco più grande di una cappelletta votiva, in seguito all'ondata di peste del [[1630]] venne ampliata fino a diventare un vero e proprio luogo di culto dedicato al santo protettore dei contagiati, assumendo una struttura a pianta circolare in stile tardo-rinascimentale. All'interno sono custoditi affreschi secenteschi ed un quadro d'altare raffigurante la “Madonna con i santi Rocco, Antonio, Giuseppe, Fabiano e Sebastiano”, opera di Giovanni Carobbio.
 
Presso la contrada di san Lorenzo (un tempo chiamata con il nome di ''Nunglaqua'') a fianco del torrente Vertova, si trova l'omonima chiesa, la cui presenza è documentata già nel [[XIV secolo]]. Dotata di struttura rettangolare, possiede un'abside quattrocentesca, coeva degli affreschi di san Domenico e san Francesco (restaurati nel [[1941]]) ed una navata secentesca.
 
A completare il novero delle chiese del paese vi sono anche l'oratorio di santa Croce, piccola struttura a pianta circolare in stile classico, posto all'estremità meridionale del centro storico, a fianco della vecchia provinciale, e la chiesa di [[Angela Merici|sant'Angela Merici]], situata in via cardinal Gusmini.
 
Nella frazione di Semonte, al limite occidentale del borgo antico, è inoltre presente la chiesa parrocchiale di san Bernardino. Risalente al [[XVI secolo]], è sempre stata inclusa negli ambiti religiosi di Fiorano al Serio, ma sovente rivendicata da Vertova, tanto da scatenare litigi tra le autorità religiose dei due paesi confinanti, fino ad essere elevata a parrocchia autonoma nel [[1911]]. La facciata esterna è lineare e piatta, mentre all'interno la struttura a navata singola è scandita da quattro campate e dotata di tre altari, opera della [[Bottega di Bartolomeo Manni]]. Altre opere di rilievo sono il coro in legno ed un medaglione in marmo raffigurante la ''“Madonna, san Bernardino ed il Diavolo”'', eseguite dalla bottega di [[Andrea Fantoni]], un organo del [[1743]] di Gian Antonio Bossi e due tele di [[Antonio Cifrondi]], tra cui l’''Assunta''.
 
Infine in località ''Cavlera'', posta sull'omonimo monte che svetta sull'abitato, si trova la piccola chiesetta dell'Immacolata Concezione, risalente alla prima parte del [[XVIII secolo]].
 
=== Architetture civili ===
[[File:Vertova centro storico.JPG|left|thumb|Scorcio tipico del centro storico]]
In ambito civile di grande rilievo è il nucleo originario del paese, corrispondente all'attuale centro storico. Questo, posto nel tratto finale del torrente Vertova sul lato orografico sinistro dello stesso, ha una struttura primitiva risalente al XII secolo, periodo in cui era totalmente inscritto in una cinta muraria con quattro porte di accesso ad ognuno dei punti cardinali.
 
Lo stesso è sempre stato suddiviso in tre contrade: ''Druda'', ''Bernazio'' e ''Nunglaqua''. Nella parte più elevata del borgo, nella contrada ''Druda'', era situato il castello, poi sostituito dall'attuale chiesa parrocchiale, ma ancora presente nella toponomastica. Difatti l'attuale piazza Castello risulta essere il centro di questo borgo medievale, dove si trovano sia la casa-torre, che nel XIII secolo era sede del comune e che presenta una muratura in pietra a vista nonché volte a botte e a crociera nei sotterranei, sia numerose costruzioni rurali tipiche di quel periodo.
Queste sono caratterizzate da una chiusura esterna ed un'apertura verso l'interno in cui si trovano porticati e cortili con orti in cui gli agricoltori svolgevano parte delle loro mansioni.
 
Molto caratteristici sono anche gli attigui stretti vicoli, che trovano un valido esempio nell'attuale via Morandi, conosciuta anche come ''“Antica strada del Cantone”'' (tanto che in dialetto è ancora chiamata ''"I Cantù"''), che ha un particolare andamento spezzettato ad angoli retti.
In via Lorenzoni si trova invece la ''Torre Colombera'', antica fortificazione ora adibita ad uso residenziale, disposta su quattro piani con pianta quadrata, con una struttura rustica con colonne ed archi in mattoni, nonché antichi affreschi profani che versano però in cattivo stato di conservazione.
Omonima alla torre è la casa, situata in via Scalarola presso l'entrata Nord del borgo, recentemente ristrutturata secondo le caratteristiche originali del XVI secolo, periodo nel quale era una struttura fortificata.
 
[[File:Vertova ex convento.jpg|thumb|upright=1.2|L'ex convento dei Cappuccini, ora biblioteca comunale]]
Interessanti sono numerosi altri esempi di abitazione cinquecentesca, con porticati, archi, colonne e loggiati, presenti in via San Carlo, nel vicolo Inondacqua ed in via Santa Caterina. Altre invece furono importanti per la crescita dell'artigianato, dal momento che nei loro cortili si svilupparono attività legate alla lavorazione dei metalli, come la ''casa Guerini-Casale'' (detta ''dei Maresciai''), ed alla tessitura dei panni lana, come ''Casa Balini'', ''Casa Mistri'', ''Casa Paganessi'' e ''Casa Gualdo''. In queste ultime due, entrambe situate in via Albertoni, sono inoltre presenti affreschi di pregio.
Ai limiti meridionali del borgo si trova la ''Casa della Soppressa'', un edificio con pianta a forma di U e dotata di arcate, barriere in legno e volte a crociera ed a botte. Edificata nel [[XV secolo]], era il luogo in cui avveniva la stiratura dei panni di lana prodotti nel paese.
 
Anche nella vicina frazione di Semonte sono presenti edifici storici rilevanti, concentrati nella zona centrale corrispondente all'attuale piazza Leone XIII, detta ''La Plaza'', tra cui una casa-torre ed alcuni complessi in cui risaltano interessanti loggiati ed archi.
Storicamente rilevanti sono gli edifici facenti parte del complesso residenziale fortificato che un tempo era proprietà della famiglia degli Albertoni-Vertova, signori del paese. Questo includeva un castello del XII secolo, di cui sono riscontrabili tracce nell'edificio posto tra le vie Cardinal Gusmini, San Lorenzo e Cornelli. Alla destra di questo vi era anche una piccola chiesa che, dedicata a santa Caterina, era una sorta di oratorio privato della famiglia, la cui struttura muraria è ancora visibile in principio a via San Lorenzo.
Degno di nota è anche il ponte di san Carlo che attraversa il torrente Vertova, che per decenni ha segnato il confine del paese. Risalente all'XI secolo, ma riedificato dopo la distruzione del paese avvenuta nel [[1398]], presenta un ottimo livello di conservazione.
[[File:Vertova Loggiato via Albertoni.JPG|left|thumb|upright=1.2|Casa con loggiato in via Albertoni]]
 
Per quanto riguarda invece l'archeologia industriale, è da segnalare la fornace posta a fianco del canale dell'area industriale del paese. Il complesso, edificato nel [[1923]] e conosciuto come ''Forni Perani'', sfruttava l'energia idrica per far funzionare i macchinari presenti nei differenti fabbricati, permettendo la produzione di cemento e derivati.
 
Sono inoltre presenti altri due edifici, un tempo utilizzati per fini religiosi ed ora sconsacrati. Il primo è quello attualmente conosciuto con il nome di ''“casa delle Angeline”'', ma che originariamente ospitava la chiesa di santa Maria Maddalena, edificata all'inizio del [[XVII secolo]], nella quale aveva sede la confraternita dei [[Disciplinati di Bergamo|disciplini]] e quindi nota anche come Oratorio dei Disciplini. L'edificio, dotato di facciata in stile barocco con influssi classici, dopo la sconsacrazione passò alla [[Congregazione della Misericordia Maggiore|MIA]], che vi insediò un ricovero per persone anziane, mansione svolta tutt'ora.
 
Il secondo invece è il convento dei [[Ordine dei frati minori cappuccini|frati cappuccini]], al cui interno si trovava la chiesa di san Giuseppe. Costruita nel [[1529]] in seguito ad un voto fatto dalla popolazione durante un'epidemia di peste, inizialmente aveva dimensioni tanto ridotte da essere considerata una piccola cappelletta. Nel [[1576]] un radicale intervento di ristrutturazione la rese una chiesa a tutti gli effetti, dotandola anche di un attiguo fabbricato nel quale si insediò l'ordine mendicante, che vide tra i suoi novizi anche [[Celestino Colleoni]]. La chiesa aveva una pianta rettangolare, con all'interno una tela raffigurante il ''“Bambino Gesù con Maria e Giuseppe”'' eseguita da [[Vincenzo Campi]]. Nel [[1769]] il convento subì una prima chiusura, revocata poco dopo, mentre nel [[1802]] venne soppresso definitivamente dal governo [[Napoleone|napoleonico]], venendo quindi acquistato prima dalla famiglia Bettonagli, poi dai Gilberti ed infine dai Bonomi. Dal [[1953]] è proprietà del comune che, dopo aver sottoposto l'intero complesso a ristrutturazione, l'ha adibito a biblioteca e centro culturale, mentre nel rustico del convento è stato collocato il centro per gli anziani.
 
=== Percorsi naturalistici ===
[[File:ValVertova 01.JPG|left|thumb|upright|Cascata in val Vertova]]
Numerose sono le possibilità che il territorio offre a chi volesse passare un po' di tempo nella natura.
 
Il percorso più rinomato è senza dubbio quello che, salendo dal centro abitato passa lungo via Cinque Martiri e si inoltra nella val Vertova.
 
Qui l'itinerario si sviluppa a lato dell'omonimo torrente che, alimentato da numerose sorgenti di cui la valletta è ricchissima, si snoda in numerose cascate e pozze d'acqua scavate nella roccia, in un percorso facile ed adatto anche ai bambini.
 
Nella stessa valle vi sono anche altri sentieri che, diramandosi dall'itinerario principale, salgono sui rilievi circostanti, molti dei quali contrassegnati dai segnavia del [[Club Alpino Italiano|CAI]].
 
Tra questi vi sono il numero 517 che, dopo aver solcato la verde ''Val del Gru'', raggiunge [[La Forca]] di [[Aviatico]]; il 525 che, noto con il nome di ''sentiero della Borleda'', sale fino al ''Colle di Barbata''; il 527 che tramite la conca del Sedernel arriva al ''Bivacco Testa'', collocato poco sotto la vetta del [[monte Alben]]; il 529 che permette di spingersi fino al ''Passo di Bliben'', ed il 530 che, partendo invece dal centro abitato, si inerpica sulle pendici del monte Cavlera e, dopo essersi congiunto con il segnavia 529, raggiunge anch'esso la vetta dell'Alben.
 
Per quanto riguarda il tempo libero, è d'obbligo citare la [[Ciclovia della Valle Seriana]] che, seppur per un breve tratto, transita nella parte sud del comune a ridosso del fiume Serio. Questa permette passeggiate e pedalate nella natura, lontano da traffico ed inquinamento, permettendo la riscoperta e la valorizzazione di spazi un tempo abbandonati nell'incuria.
 
== Manifestazioni e folclore ==
* [[Via Crucis]] ([[Venerdì Santo]]). Storica rappresentazione della via crucis di Cristo, in costumi originali del settecento<ref>[http://www.youtube.com/watch?v=6r19KKdKO30 La Via Crucis di Vertova (video)]</ref>.
* Fiera di San Marco (25 aprile). Nel giorno del Santo Patrono, le vie di Vertova si riempiono di bancarelle di ogni genere e presso l'ex stazione ci sono le giostre per il divertimento dei ragazzi, richiamando molta gente anche dai paesi vicini. La sera della vigilia vengono esplosi i fuochi artificiali.
* Palio delle Contrade (metà maggio). Le quattro contrade (San Patrizio, San Rocco, San Lorenzo e San Carlo) si sfidano per una settimana in giochi per bambini e adulti (sul genere di [[Giochi senza frontiere]]) organizzati dal locale oratorio.
* Festa della vita (inizio settembre). Dagli [[Anni 1990|anni novanta]], presso la ex stazione, si svolge una festa di 4/5 giorni, organizzata dai volontari di Vertova con l'associazione Paolo Belli, per la lotta alla [[leucemia]]. Il ricavato è devoluto appunto alla ricerca contro la leucemia.
* Trofeo Paganessi, Gara ciclistica internazionale (fine agosto). In genere nell'ultimo weekend di agosto, si sfidano le promesse del ciclismo internazionale, categoria Juniores, nelle corse a cronometro e in linea organizzate da comune e dalla famiglia Paganessi. Tra i vincitori delle passate edizioni si segnala [[Lance Armstrong]].
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Vertova}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri residenti nel comune sono 398, ovvero l'8.3% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2010/index.html|titolo=Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza|editore=ISTAT|accesso=23 ottobre 2013}}</ref>:
 
# [[Senegal]], 122
# [[Marocco]], 82
# [[Cina]], 58
# [[Tunisia]], 26
# [[Ucraina]], 21
# [[Romania]], 19
# [[Albania]], 15
# [[Moldavia]], 7
# [[Serbia]], 7
# [[India]], 4
 
== Persone legate a Vertova ==
[[File:Vertova Targa Card. Gusmini.JPG|thumb|upright=1.3|Targa dedicata al cardinal Gusmini]]
* [[Servilio Conti]] (1916-2014), vescovo cattolico missionario in Brasile.
* [[Costante Coter]] (1899 - 1972), scultore e pittore.
* [[Eugenio Coter]] (1957), vescovo cattolico missionario in Bolivia.
* Emanuele da Vertova (? - 1503), teologo.
* [[Alessandro Gritti]] (1947), motociclista.
* [[Giovanni Gualdi]] (1979), atleta.
* [[Mirco Gualdi]] (1968), ciclista.
* Maria Eletta Crocifissa Gualdo (1757 - 1794), religiosa e serva di Dio.
* [[Giuseppe Guerini (ciclista)|Giuseppe Guerini]] (1970), ciclista.
* [[Giorgio Gusmini]] (1855 - 1921), cardinale e arcivescovo cattolico.
* Pandolfo Lorenzoni (XV secolo), orefice.
* Pietro Lorenzoni (XIII - XIV secolo), notaio.
* [[Mario Merelli]] (1962 - 2012), alpinista.
* [[Marino Morettini]] (1931 - 1990), ciclista campione olimpico e mondiale su pista.
* [[Franco Nodari]] (1939-2015), calciatore.
* [[Andrea Nozzari]] (1776 - 1832), tenore.
* [[Pierluigi Rottigni]] (1947), motociclista.
* [[Giovanni Ruggeri della Torre]] (1819 - 1896), politico.
* [[Daniele Vimercati]] (1957 - 2002), giornalista televisivo.
* Prof. Rocco Guerini (1913-2003), insegnante, ricercatore e scrittore
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[1975]]
|Gian Filippo Rapetti
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1975]]
|[[1980]]
|Gian Filippo Rapetti
|[[Democrazia Cristiana|DC]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1980]]
|[[1995]]
|...
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|23 aprile [[1995]]
|12 giugno [[1999]]
|Gian Pietro Testa
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|13 giugno [[1999]]
|4 settembre [[2003]]
|Gian Pietro Testa
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|4 settembre [[2003]]
|13 giugno [[2004]]
|Adriano Eustachio Coretti
|
|[[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|14 giugno [[2004]]
|7 giugno [[2009]]
|Riccardo Cagnoni
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|8 giugno [[2009]]
|25 maggio [[2014]]
|Riccardo Cagnoni
|[[lista civica]] "Continuità e rinnovamento-Sindaco Cagnoni"
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 maggio [[2014]]
|''in carica''
|Luigi Gualdi
|[[lista civica]] "Continuità e rinnovamento"
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Sport ==
 
=== Calcio ===
La principale squadra di calcio della città è il ''Gruppo sportivo Vertovese'', nato nel [[1922]], che milita nel girone C [[Lombardia|lombardo]] di [[Promozione (calcio)|Promozione]].
 
'''Atletica'''
 
La squadra si chiama Gruppo Alpinistico Vertovese, GAV, fondata negli anni 50 è composta da bambini (6/7 anni) ad appassionati runner ormai in pensione.
 
'''Ciclismo'''
 
U.C. San Marco Vertova è la squadra ciclistica del paese, è apprezzata nell'ambiente del ciclismo provinciale e regionale. Ogni anno organizza la manifestazione internazionale per juniores '2 giorni internazionale di Vertova' con il trofeo Comune di Vertova e il Trofeo Emilio Paganessi.
 
== Note ==
<references/>
 
==Altri Bibliografia progetti==
{{interprogetto|q}}
* ''Vertova Medioevale'' di Pino Gusmini. Istituto grafico Litostampa. Gorle (BG), 1980
* ''Vertova veneta (1427-1797)'' di Franco Irranca. Vertova, 2010
* ''Paesi e luoghi di Bergamo. Note di etimologia di oltre 1.000 toponimi'', Umberto Zanetti. Bergamo, 1985
* ''Atlante storico del territorio bergamasco'', Monumenta Bergomensia LXX, Paolo Oscar e Oreste Belotti.
* ''La famiglia bergamasca dei Manni marmorari intarsiatori'', Luigi Angelini, in La Rivista di Bergamo, prima parte, ottobre 1960, 5-11; seconda parte, novembre 1960, 5-14.
* ''Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bergamo. Appunti di storia e di arte'', L. Pagnoni, Edizione Il Conventino, Bergamo 1974.
* ''Vertova. Una comunità rurale nel Medioevo'', Paolo Gabriele Nobili, Nerbini, Firenze 2008.
* ''Gandino, la storia'', Pietro Gelmi e Battista Suardi. Gandino, 2012.
 
== Voci correlate ==
* [[Val Vertova]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Vertova}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.labyrinthbook.net/|Sito ufficiale di Kate Mosse|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.fondazionebernareggi.it/it/rete-dei-musei/museo-parrocchiale-vertova/la-chiesa-parrocchiale-di-santa-maria-assunta-345|Scheda della chiesa parrocchiale di santa Maria Assunta}}
* {{cita web|url=http://www.canaglia.it/forum/viewthread.php?tid=4873|titolo=Scheda biografica di Kate Moss sul forum di Canaglia.it|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060220222743/http://www.canaglia.it/forum/viewthread.php?tid=4873|dataarchivio=20 febbraio 2006}}
* {{cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=32197&Chiesa_di_San_Bernardino__Semonte,_Vertova|titolo=Scheda della chiesa di san Bernardino in Semonte}}
* {{cita web|1=http://www.mosselabyrinth.co.uk/|2=Sito e blog de ''I codici del labirinto''|lingua=en|urlmorto=sì|accesso=30 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326095103/http://www.mosselabyrinth.co.uk/|dataarchivio=26 marzo 2015}}
* {{cita web|http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/luoghi/565.1033/|Pagina di Vertova sul sito di Lombardia Beni culturali}}
* {{cita web|1=http://www.sepulchre.co.uk/|2=Sito e blog de ''L'ottavo arcano''|lingua=en|accesso=30 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/19991201005950/http://www.sepulchre.co.uk/|dataarchivio=1 dicembre 1999|urlmorto=sì}}
 
* {{en}} {{collegamento interrotto|1=[http://www.theinterviewonline.co.uk/library/books/kate-mosse.aspx/ Kate Mosse parla de ''L'ottavo arcano''] |date=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }} su [http://www.theinterviewonline.co.uk The Interview Online]
{{Comuni di Val Seriana}}
* {{cita web|https://www.bbc.co.uk/worldservice/specials/1246_the_forum/page31.shtml|Audio: Kate Mosse in conversazione con il programma di discussione del BBC World Service ''The Forum''|lingua=en}}
{{Provincia di Bergamo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Bergamo|Lombardiabiografie}}
 
[[Categoria:Vertova| ]]
[[Categoria:Comuni di Val Seriana]]