Jean de Chateaumorand e Museo diocesano (Gallipoli): differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Museo
|Nome = Jean de
| Nome = Museo diocesano di Gallipoli - sez. [[Vittorio Fusco]]
|Cognome = Chateaumorand
|Sesso Logo = M
| Immagine = Gallipoli Cattedrale 5.JPG
|LuogoNascita =
| Larghezza = 220px
|GiornoMeseNascita =
| Didascalia = Tela della Basilica Cattedrale di Gallipoli
|AnnoNascita = seconda metà del [[XIV secolo]]
|LuogoMorte Stato =
| Località = [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]
|GiornoMeseMorte =
| Indirizzo = Via Antonietta De Pace, 51
|AnnoMorte = dopo il [[1403]]
| Tipologia = arte sacra
|Epoca = 1300
| Fondatori = [[Aldo Garzia]], [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]]
|Epoca2 = 1400
| Data di chiusura =
|Attività = militare
| Gestione =
|Nazionalità = francese
| Direttore = Rev.do Mons. Giuliano Santantonio
| Visitatori =
| Anno visitatori =
| Sito = http://museodiocesanogallipoli.it/it/
}}
 
Il '''[http://museodiocesanogallipoli.it/it/ museo diocesano - Sezione di Gallipoli]''', intitolato a "Mons. [[Vittorio Fusco]]", si trova in [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], ed è uno dei musei diocesani appartenenti alla [[Diocesi di Nardò-Gallipoli]], insieme al [http://museodiocesanonardo.it/it/ Museo Diocesano di Nardò], intitolato invece a Mons. [[Aldo Garzia]].
Nel [[1398]], sotto il comando del [[maresciallo di Francia]] [[Jean II Le Meingre]] e per ordine del [[re di Francia]] [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], fu inviato in aiuto dell'[[imperatore bizantino]] [[Manuele II Paleologo]], che aveva la sua capitale assediata dai [[Turchi ottomani]].
 
== Descrizione ==
Jean de Chateaumorand era il comandante in seconda del corpo di spedizione di 1.200 uomini, custode di 12.000 franchi aurei da consegnare all'imperatore. I francesi arrivarono a Costantinopoli nel [[1399]], riuscirono a rompere il blocco ottomano e ad entrare in città.<ref>{{Cita | Ostrogorsky | p. 497 | Ostrogorsky }}.</ref>
Il museo diocesano è stato inaugurato ufficialmente il 12 luglio 2004 su iniziativa della [[Conferenza Episcopale Italiana]], della [[Diocesi di Nardò-Gallipoli]] e della comunità della [[Cattedrale di Sant'Agata (Gallipoli)|Basilica Cattedrale di Sant'Agata]] di [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], con il contributo dell'[[Unione europea]] e della [[Regione Puglia]]. L'idea di dare origine ad un museo diocesano fu dell'allora vescovo [[Aldo Garzia]] e fu elaborata dai suoi successori.
L'imponente architettura si trova nel centro storico di Gallipoli nel punto più importante del borgo antico.
Il museo occupa i locali dell'antico palazzo del Seminario di Gallipoli adiacente alla Basilica Cattedrale, edificato a partire dal 1750; la struttura ha conservato sostanzialmente l'aspetto originario e, con le numerose decorazioni barocche, si articola in tre piani ricoprendo una superficie di 900 metri quadri.
Raccoglie 553 manufatti, argenterie, oreficerie liturgighe, paramenti, mitrie, pastorali, croci pettorali, numerosissimi ritratti, campane in bronzo, gli stemmi dipinti su ceramica di tutti i vescovi della diocesi gallipolitana, opere di [[Gian Domenico Catalano]]: opere provenienti dalla cattedrale, dalla curia e dal palazzo vescovile. L'antica cappella al primo piano ospita le due statue di argento e d'oro dei protettori Sant'Agata e San Sebastiano fusi a [[Napoli]] in origine di proprietà del comune. La statua di Sant'Agata (patrona della Diocesi, della città, nonché titolare della Cattedrale) “ … a 10 giugno 1760 fu portato a Gallipoli sopra gli sciabecchi e foe fatto a spese e devozione di mons. Serafino Brancone e foe consegnato al Vicario Generale d. Carlo Zaccaria". Sono custoditi inoltre il [[baldacchino]] di S.E.R. Mons. Oronzo Filomarini, paramenti sacri preziosi e la copia cinquecentesca della Sacra Sindone, una delle cinque esistenti al mondo. Essa fu donata dal Vescovo Sebastiano Quintiero Ortiz e fu realizzata a contatto diretto con l'originale di Torino. Oltre alla rarissima Sacra Sindone è custodita una reliquia di argento con un pezzo della Croce di Cristo con lo stemma del Vescovo Alessio Zelodano.
 
== Archivio della Curia di Gallipoli ==
Su consiglio di Jean le Maingre, Manuele si recò a [[Parigi]] a richiedere altri aiuti, ma la situazione migliorò, in quanto il [[sultano]] [[ottomano]] [[Bajazet I]] fu sconfitto e catturato nella [[battaglia di Ancyra]] ([[1402]]) da [[Tamerlano]]: ciò portò l'[[impero ottomano]] ad una lunga [[interregno ottomano|guerra di successione]] ([[1402]]-[[1413]]).<ref>{{Cita | Sfranze| I | Sfranze }}.</ref>
Attiguo al Museo Diocesano e all'interno dei locali della [[Cattedrale di Gallipoli]], vi è l'archivio dell'antica curia gallipolina, composto da 4310 circa unità archivistiche. Esso conserva archivi e fonti storiche risalenti al Cinquecento, oltre a documenti contemporanei. Purtroppo non è pervenuto nessun documento precedente al 1500, poiché tutto fu distrutto dai [[Repubblica di Venezia|Veneziani]] nella storica battaglia del 1484.
L'archivio comprende manoscritti relativi a:
*Visite pastorali
*Sinodi diocesani
*Vescovi
*Scomuniche
*Processi penali
*Matrimoni
*Atti di curia
*Parrocchie
*Confraternite e Monasteri
*Sacre ordinazioni
*Patrimoni
*Benefici
*Oratori privati
 
== Collegamenti esterni ==
Jean Le Meingre lasciò il comando a Jean de Chateaumorand, che rimase con 300 uomini a Costantinopoli, per così dirigersi a richiamare Manuele, visto che il pericolo era svanito. Dopo questo fatto non abbiamo più notizie di Jean de Chateaumorand, che però sicuramente tornò in patria.
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{MuseiPuglia}}
== Note ==
{{Portale|Arte|Cattolicesimo|Lecce|Musei}}
<references/>
 
[[Categoria:Musei di arte sacra d'Italia|Gallipoli]]
== Bibliografia ==
[[Categoria:Musei di Gallipoli (Italia)]]
* {{cita libro| autore=[[Georg Aleksandrovič Ostrogorsky]] | titolo=Storia dell'Impero bizantino|anno= 1968|editore= Einaudi|città= Milano| isbn= 88-06-17362-6|cid= Ostrogorsky }}
[[Categoria:Diocesi di Nardò-Gallipoli]]
* {{cita libro| autore=John Julius Norwich | titolo=Bisanzio | anno=2000|editore=Mondadori|città= Milano|isbn= 88-04-48185-4|cid= Norwich }}
* {{cita libro| cid=Sfranze |autore=[[Giorgio Sfranze]]|titolo=Paleologo. Grandezza e caduta di Bisanzio|editore=Sellerio|città=Palermo|anno= 2008|isbn=88-389-2226-8}}
 
{{Portale|Medioevo}}