Gulag e Lorenzo Marronaro: differenze tra le pagine

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{{S|calciatori italiani}}
{{nota disambigua|l'omonimo film|[[Gulag 77]]}}
{{Sportivo
{{C|Nonostante la sterminata bibliografia presente, la voce presenta pochissimi riferimenti puntuali; ciò rende la voce a forte rischio di [[Aiuto:Ricerca originale|ricerca originale]], anche a causa dei vari "senza fonte" su affermazioni quasi mai referenziate|storia|marzo 2012}}
|Nome = Lorenzo Marronaro
'''Gulag''' ({{russo|''ГУЛаг - Главное управление исправительно-трудовых лагерей''}} {{Link audio|Ru-Gulag.ogg|<small>ascolta</small>}}, "'''G'''lavnoe '''u'''pravlenie ispravitelno-trudovykh '''lag'''erej", "Direzione principale dei campi di lavoro correttivi"<ref>vedi [http://www.masterandmargarita.eu/en/09context/nkvd.html] [http://www.babylon.com/definition/Gulag/Urdu] [http://www.multitran.ru/c/m.exe?t=4233880_2_1]</ref> - spesso scritto GULag) è stato il ramo della [[Polizia dell'interno e servizio di sicurezza sovietico|polizia politica dell'URSS]] che costituì il sistema penale dei [[campo di lavoro forzato|campi di lavoro forzato]]. Benché questi campi fossero stati pensati per la generalità dei criminali, il sistema dei Gulag è noto soprattutto come mezzo di [[repressione]] degli oppositori politici dell'[[Unione Sovietica]].
|Immagine = Lorenzo Marronaro.jpg
[[File:Gulag Location Map.png|300px|thumb|Carta del Gulag, 1923-1961 (Fondazione russa «Memorial»)]]
|Didascalia = Marronaro alla Lazio
== Terminologia ==
|Sesso = M
Nel corso degli anni furono coniati diversi [[acronimi]] per gli istituti di direzione<ref>vedi [http://www.gulag-italia.it/gulag/frameset_sto.html Sigle e termini russi] e [http://www.gulag-italia.it/gulag/frameset_sto.html La struttura dei luoghi di reclusione] su www.gulag-italia.it</ref>. Dopo l'iniziale creazione del GULag nel [[1926]], man mano le varie organizzazioni confluirono al suo interno sotto il controllo dell'NKVD. Dal [[7 aprile]] [[1930]] i documenti ufficiali adottarono il termine ''ispravitel no-trudovye lagerja'' (ITL) che sostituì l'espressione ''konclager'' (campo di concentramento) in seguito alle minacce di boicottaggio delle merci sovietiche mosse dalla [[Gran Bretagna]] e dagli [[Stati Uniti d'America|USA]]<ref>vedi ''Gulag'' di Anne Applebaum, ed. Mondadori 2003, peg.89</ref>.
|CodiceNazione = {{ITA}}
* '''GULag''' - Glavnoe upravlenie lagerej (Direzione centrale dei lager)
|Disciplina = Calcio
* '''GUITK''' - Glavnoe upravlenie ispravitel'no-trudovych kolonij (Direzione centrale delle colonie di rieducazione attraverso il lavoro)
|Squadra =
* '''GUITU''' - Glavnye upravlenija ispravitel'no-trudovych učreždenij (Direzioni Centrali degli istituti di rieducazione attraverso il lavoro)
|Ruolo = [[Procuratore sportivo]] <small>(ex [[attaccante]])</small>
* '''UITU''' - Upravlenija ispravitel'no-trudovych učreždenij (Direzioni degli istituti di rieducazione attraverso il lavoro)
|TermineCarriera= 1994
* '''GULždS''' - Glavnoe upravlenie lagerej železnodorožnogo stroitel'stva (Direzione centrale dei lager per le costruzioni ferroviarie)
|SquadreGiovanili=
* '''GUMZ''' - Glavnoe upravlenie mest zaključenija (Direzione centrale dei luoghi di reclusione)
{{Carriera sportivo
* '''GUPR''' - Glavnoe upravlenie prinuditel'nych rabot (Direzione centrale dei lavori forzati)
|19??-19?? |{{Calcio Lazio|G}} |
}}
|Squadre=
{{Carriera sportivo
|1980-1981 |{{Calcio Lazio|G}} |12 (0)
|1981-1982 |→ {{Calcio Forlì|G}} |25 (7)
|1982-1984 |{{Calcio Monza|G}} |66 (18)
|1984-1990 |{{Calcio Bologna|G}} |191 (46)
|1990-1993 |{{Calcio Udinese|G}} |71 (9)
|1993-1994 |{{Calcio Empoli|G}} |8 (1)
}}
|Aggiornato=
}}
{{Bio
|Nome = Lorenzo
|Cognome = Marronaro
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita = 16 gennaio
|AnnoNascita = 1961
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = procuratore sportivo
|Attività2 = ex calciatore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , di ruolo [[attaccante]]
}}
Era soprannominato ''Il Puffo'' e la ''Freccia di Prima Porta''.<ref>{{cita libro| a cura di Gianni | Marchesini | Col Bologna, in paradiso| 1988| La Casa dello Sport | Firenze}}</ref>
 
==Carriera==
Taluni autori chiamano ''Gulag'' tutte le prigioni e i campi sparsi lungo la storia sovietica (1917&nbsp;– 1991). Inoltre, l'uso moderno del termine spesso non ha correlazione con l'URSS: per esempio in espressioni come "gulag [[Corea del Nord|nordcoreani]]", "gulag [[Cina|cinesi]]" (vedi [[Laogai]]), o "il gulag privato dell'america". È degno di nota che l'acronimo originale russo, mai al plurale, descriveva non un singolo campo, ma l'amministrazione incaricata dell'intero sistema dei campi nel suo complesso.
Cresciuto nelle giovanili della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] con cui arriva a debuttare in prima squadra in [[Serie B]], passa poi al {{Calcio Forlì|N}} in Serie C1 per una stagione e poi al {{Calcio Monza|N}} in [[Serie B]], dove segna 18 reti in due stagioni.
[[File:Serie A 1988-89 - Bologna vs Milan - Franco Baresi e Lorenzo Marronaro.jpg|thumb|left|Marronaro (a destra) al Bologna nel 1989, alle prese con il capitano milanista [[Franco Baresi]].]]
 
Nel 1984 approda al [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] in Serie B dove gioca tre campionati mettendo a segno rispettivamente 3, 6 e 9 reti. Nella stagione [[Serie B 1987-1988|1987-1988]] viene promosso in Serie A con il Bologna vincendo la classifica cannonieri di [[Serie B]] con 21 realizzazioni complessive, eguagliando il record di gol detenuto da [[Paolo Rossi (calciatore 1956)|Paolo Rossi]], Chinaglia e Rebonato. A oggi è l'ultimo giocatore del Bologna ad avere vinto la classifica cannonieri.
In occidente, il termine ''Gulag'' era ampiamente diffuso sui giornali fin dagli [[Anni 1940|anni quaranta]] e, in contesti più limitati, dagli [[Anni 1930|anni trenta]]. Dagli [[Anni 1920|anni venti]], nei testi italiani erano usati i termini ''campo di concentramento'' o ''campo di lavoro forzato''<ref>vedi ad esempio ''Nella Russia bolscevica'' di Luciano Magrini del [[1920]], ''La Ceka - Il terrore bolscevico'' del [[1923]], ''Tre anni nel paese delle concessioni e della Ceka 1923-1926'' di Boris Cederholm del [[1929]] e ''Fra i deportati dell'U.R.S.S.'' di Ivan Solonevic del [[1939]]</ref>; negli anni quaranta, per la notorietà dei campi nazisti, si è affiancato il termine tedesco ''Lager'' (col significato di "campo di concentramento") per indicare anche i campi sovietici; negli [[Anni 1970|anni settanta]], la risonanza del libro ''[[Arcipelago Gulag]]'' di [[Aleksandr Solženicyn]] portò ad usare il termine ''Gulag'' per indicare i campi (invece che l'organismo amministrativo), ma nella traduzione italiana del libro i campi sono sempre chiamati ''Lager''. Nella letteratura italiana, la traduzione del significato dell'acronimo non è unanime: in ''Arcipelago Gulag'' (1974-75-78) si trova "Direzione generale dei Lager", mentre in ''Fra i deportati dell'U.R.S.S.'' (1939) è indicato "Direzione generale dei Campi di Concentramento".
 
Debutta in Serie A il 9 ottobre 1988 nella partita [[Associazione Calcio Pisa 1909|Pisa]]-Bologna (0-2), nella quale segna la seconda rete. Nella massima serie col Bologna segna 7 reti in due stagioni, venendo infine ceduto nell'estate del 1990 all'[[Udinese Calcio|Udinese]]. Con i friulani conquista una seconda promozione in Serie A e colleziona le ultime presenze nel massimo campionato prima di chiudere la carriera in terza serie con la maglia dell'[[Empoli Football Club|Empoli]].
Un nome colloquiale per un incarcerato in un Gulag sovietico era "'''zeka'''", "'''zek'''". In russo, compagno (di cella), incarcerato si dice "заключённый", ''zaključënnyj'', di solito abbreviato in 'з/к', pronuncia 'зэка' (zèka), trasformato gradualmente in 'зэк' e in 'зек'. Il termine è ancora usato colloquialmente senza alcuna connessione coi campi di lavoro. 'з/к' era in principio un acronimo che stava per "заключённый каналостроитель", "'''z'''aključënnyj '''k'''analostroitel'" (scavatore di canali incarcerato), traendo origine dalla forza lavoro schiava del [[canale Volga-Don]]. Quindi il termine passò a indicare, come [[acrostico]], semplicemente "zaključënnyj".
 
==Dopo Varietàil ritiro==
Ritiratosi diventa di procuratore di giocatori di calcio, tra i quali [[Nicola Amoruso]], [[Angelo Palombo]], [[Marco Pisano]], [[Massimo Mutarelli]], [[Michele Ferri]], [[Alberto Gilardino]], [[Massimo Gobbi]], [[Panagiōtīs Kone|Panagiotis Kone]] e [[Alessandro Diamanti]].<ref>[http://www.rosanerogirls.it/news.asp?i=473CDE9753 Marronaro a RR24: "Qualsiasi cifra per Pastore"] Rosanerogirls.it</ref>
[[File:Butugycheg mine.jpg|thumb|right|250px|Miniera di Butugycheg]]
In aggiunta alla categoria più comune di campi che praticava lavoro fisico pesante e vari tipi di detenzione, esistevano anche altre forme.
* Un tipo singolare di Gulag detti ''[[šaraška]]'' (шарашка, ''luogo d'ozio'') erano in realtà laboratori di ricerca dove gli scienziati arrestati, alcuni dei quali eminenti, venivano riuniti e sviluppavano in segreto nuove tecnologie e ricerche di base. In una šaraška, dove aveva scontato alcuni anni di prigionia, Solženicyn ha ambientato il romanzo [[Il primo cerchio]].
* ''[[Psichuška]]'' (психушка, ''manicomio''), trattamento medico forzato mediante imprigionamento psichiatrico, utilizzato, al posto del campo di lavoro, al fine di isolare ed esaurire psichicamente i prigionieri politici. Questa pratica divenne comunissima dopo lo smantellamento ufficiale del sistema dei Gulag. Vedi [[Vladimir Bukovsky]], [[Petro Grigorovič Grigorenko|Petro Grygorenko]].
* Campi o ''zone'' speciali per fanciulli (nel gergo dei Gulag: "малолетки", ''maloletki'', ''minorenni''), per disabili (a [[Spassk]]), e per madri con neonati ("мамки", ''mamki''). Queste categorie erano considerate improduttive e spesso soggette a molti abusi.
* Campi per "mogli di traditori della Patria" (esisteva una categoria particolare di repressi: "[[Membri familiari dei traditori della Patria]]" (ЧСИР, член семьи изменника Родины).
* Sotto la supervisione di [[Lavrentij Beria]], a capo tanto della [[NKVD]] (precursore del KGB) che del programma sovietico per la [[bomba atomica]] fino alla sua destituzione nel [[1953]], migliaia di ''zek'' furono usati per estrarre minerale di [[uranio]] e preparare attrezzature per i [[Test nucleare|test]] di [[Novaja Zemlja]], nell'isola di [[Vajgac]], a [[Semipalatinsk]], tra gli altri luoghi. Esistono documenti sull'uso di prigionieri dei Gulag nei primi test nucleari (il primo fu condotto a Semipaltinsk nel [[1949]]), per decontaminare aree radioattive e [[sottomarino|sottomarini]] nucleari.
* [[Avraham Shifrin]] (''The First Guidebook to Prisons and Concentration Camps of the Soviet Union'', 1982) definisce come "[[campo di sterminio|campi di sterminio]]" 43 campi dell'Unione Sovietica nei quali i prigionieri furono "forzati a lavorare in condizioni pericolose e insane responsabili di una morte certa". L'autore identifica tre tipi di campi: 1) campi dai quali nessuno uscì vivo (miniere di uranio e impianti di arricchimento); 2) campi di lavoro pericoloso per l'industria bellica (impianti nucleari ad alto rischio); 3) campi di lavoro pericoloso, responsabile di [[disabilità]] e malattie fatali (impianti senza ventilazione)
* [http://www.memo.ru/history/NKVD/GULAG/maps/ussri.htm Mappa dei campi di lavoro forzato]
 
== Storia Palmarès==
===Club===
Nati durante il periodo degli [[zar]] e probabilmente fondati da [[Pietro il Grande]], erano usati come campi per i detenuti politici anti zaristi e personaggi scomodi.
*{{Calciopalm|Campionato italiano Serie B|1}}
Dopo la [[Rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]] avvenne la liberazione di tutti i prigionieri, ma nel [[1917]] [[Lenin]] annunciò che tutti i "nemici di classe", anche in assenza di prove di alcun crimine contro lo Stato, non potevano essere fidati e non dovevano essere trattati meglio dei criminali<ref>L'età delle migrazioni forzate. Esodi e deportazioni in Europa 1853-1953 (Biblioteca storica) [Rilegato]
:Bologna: [[Serie B 1987-1988|1987-1988]]
Antonio Ferrara (Autore), Niccolò Pianciola - Il Mulino</ref>. Dal [[1918]], vennero ristrutturate le attrezzature di detenzione in campi, quali ampliamento e riassetto dei precedenti campi di lavoro [[katorga]], realizzati in [[Siberia]] come parte del sistema penale della Russia imperiale. I due tipi principali erano i Campi speciali [[Vechecka]] (особые лагеря ВЧК) e i [[campi di lavoro forzato]] (лагеря принудительных работ). Questi venivano eretti per varie categorie di persone considerate pericolose per lo stato: criminali comuni, prigionieri della [[Guerra civile russa]], funzionari accusati di sabotaggio e malversazione, nemici politici vari e dissidenti, nonché ex nobili, imprenditori e grandi proprietari terrieri.
 
===Individuale===
Come istituzione totalmente sovietica, il Gulag (al singolare, inteso come amministrazione generale) fu ufficialmente fondato il [[25 aprile]] [[1930]], con la sigla di "Ulag", in virtù dell'ordinanza 130/63 dell'[[OGPU]], ai sensi dell'ordinanza 22, p.&nbsp;48, del [[Sovnarkom]], in data [[7 aprile]] 1930, e fu rinominato con la sigla Gulag in novembre. I Gulag crebbero rapidamente. Progetti falliti, cattivi raccolti, incidenti, sottoproduzione, [[pianificazione]] insufficiente, vennero ordinariamente attribuiti a corruzione e sabotaggio, e presunti ladri e sabotatori su cui scaricare la colpa furono trovati in massa. Contemporaneamente, il bisogno di risorse naturali in rapido incremento e le esigenze di un programma accelerato di [[industrializzazione]] alimentarono la domanda di lavoro a basso costo. Si diffusero denunce, arresti a quota, esecuzioni sommarie e attività di polizia segreta. Le opportunità più ampie per una facile, talora automatica, condanna dei "criminali" venne fornita dall'[[Articolo 58 (codice penale della RSFSR)|articolo 58 del codice penale della Repubblica Federale Socialista Sovietica di Russia]].
*[[Cannonieri del campionato italiano di calcio|Capocannoniere]] della [[Serie B]]: 1
:[[Serie B 1987-1988|1987-1988]] <small>(21 gol)</small>
 
==Note==
Durante la [[seconda guerra mondiale]] la popolazione dei Gulag diminuì significativamente, a causa della "liberazione" di massa di centinaia di migliaia di prigionieri che furono arruolati e inviati direttamente sulle linee del fronte, ma soprattutto a causa di una vertiginosa crescita della mortalità nel [[1942]]-[[1943|43]]. Dopo la guerra, il numero di internati nei campi di prigionia e nelle colonie crebbe di nuovo rapidamente e raggiunse il numero di circa due milioni e mezzo di persone all'inizio degli [[Anni 1950|anni cinquanta]]. Sebbene alcuni di questi fossero [[disertori]] e criminali, c'erano anche [[prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]] russi rimpatriati e "lavoratori dell'Est", tutti universalmente accusati di tradimento e "cooperazione col nemico" (formalmente, lavoravano davvero per i paesi occupanti dell'Asse). Vi furono spediti anche un ampio numero di civili dei territori russi caduti sotto occupazione straniera, come pure dai territori annessi all'[[Unione Sovietica]] dopo la guerra. Non fu raro per i sopravvissuti ai [[Lager]] nazisti essere trasportati direttamente ai Gulag sovietici.
 
Nel secondo dopoguerra una significativa parte dei reclusi fu costituita da [[tedeschi]], [[finlandesi]], [[careliani]], [[ebrei]], [[romeni]], [[estoni]], [[lettoni]], [[lituani]] e altri prigionieri di guerra appartenenti a paesi occupati dall'[[Armata Rossa]].<ref>L'età delle migrazioni forzate. Esodi e deportazioni in Europa 1853-1953 (Biblioteca storica) [Rilegato] - Antonio Ferrara (Autore), Niccolò Pianciola</ref>
 
Lo stato continuò a mantenere i Gulag per un certo periodo dopo la morte di Stalin nel marzo del [[1953]]. Il successivo programma di [[amnistia]] fu limitato a coloro che dovevano trascorrere al massimo cinque anni, pertanto, furono liberati soprattutto i condannati per reati comuni. Il rilascio dei [[prigioniero politico|prigionieri politici]] iniziò nel [[1954]] e si diffuse e si accompagnò a riabilitazioni di massa dopo che [[Nikita Khruščёv]] sconfessò lo [[stalinismo]] nel suo "discorso segreto" al [[XX Congresso del PCUS]], nel febbraio del [[1956]].
 
Ufficialmente i Gulag furono soppressi dall'ordinanza numero 20 del [[25 gennaio]] [[1960]] del ministero degli Interni sovietico (all'interno del quale operava la polizia segreta), e lo stesso ministero fu a sua volta ufficialmente soppresso dall'ordinanza 44-16 del [[Praesidium|Presidio]] del Consiglio Supremo dell'Urss, per risorgere col nome di [[KGB]].
 
== Numero di prigionieri ==
[[File:Evolution nombre de prisonniers du Goulag.png|thumb|right|280px|<center>L'evoluzione del numero dei detenuti nel Gulag (1930-1953)]]
Il numero di prigionieri crebbe abbastanza gradualmente dal [[1930]] (176.000) al [[1934]] (510.307), quando crebbe più rapidamente fino all'impennata del [[1938]] legata alle [[Grandi purghe|purghe]] (1.881.570), per poi diminuire durante la seconda guerra mondiale a causa dei reclutamenti nell'esercito (1.179.819 nel 1944). Nel [[1945]] tornò a crescere fino al [[1950]], raggiungendo il valore massimo (circa 2.500.000) che rimase pressappoco costante fino al [[1953]].
 
{| class="wikitable"
|+ Numero di prigionieri dai documenti dell'NKVD e dell'MGB<ref>La tabella, ricavata dai documenti dell'NKVD, è pubblicata in ''Gulag'' di Anne Applebaum, pag. 602, riprende analoghi dati pubblicati in V.N. Zemskov, 1991, "Zaklyuchennyje, spetsposelentsy, ssyl'noposelentsy, ssyl'nyje i vyslannyje (statistiko-geograficheskij aspekt)", Istorija SSSR, no. 5, pp. 151-165, in cui è specificato che sono i detenuti sia dei "ispravitel'no-trudovyje lagerya" sia dei "ispravitel'no-trudovyje kolonii" e viene indicata la quota dei detenuti per crimini controrivoluzionari variabile fra il 12% e il 60% a seconda dell'anno</ref>
|-
| '''1930'''
| align=right | 179.000
| '''1936'''
| align=right | 1.296.494
| '''1942'''
| align=right | 1.777.043
| '''1948'''
| align=right | 2.199.535
|-
| '''1931'''
| align=right | 212.000
| '''1937'''
| align=right | 1.196.369
| '''1943'''
| align=right | 1.484.182
| '''1949'''
| align=right | 2.356.685
|-
| '''1932'''
| align=right | 268.700
| '''1938'''
| align=right | 1.881.570
| '''1944'''
| align=right | 1.179.819
| '''1950'''
| align=right | 2.561.351
|-
| '''1933'''
| align=right | 334.300
| '''1939'''
| align=right | 1.672.438
| '''1945'''
| align=right | 1.460.677
| '''1951'''
| align=right | 2.525.146
|-
| '''1934'''
| align=right | 510.307
| '''1940'''
| align=right | 1.659.992
| '''1946'''
| align=right | 1.703.095
| '''1952'''
| align=right | 2.504.514
|-
| '''1935'''
| align=right | 965.742
| '''1941'''
| align=right | 1.929.729
| '''1947'''
| align=right | 1.721.543
| '''1953'''
| align=right | 2.468.524
|}
 
I flussi di entrata e di uscita dai campi erano molto consistenti; il numero complessivo di detenuti fra il 1929 e il 1953 è di circa 18 milioni. Nell'ambito più ampio dei "lavori forzati", si devono aggiungere circa 4 milioni di prigionieri di guerra, 700.000 detenuti nei campi di smistamento ed almeno 6 milioni di "confinati speciali", cioè [[Kulaki]] e altri contadini deportati durante la [[collettivizzazione]], per un totale di 28.700.000<ref>''Gulag'' di Anne Applebaum</ref>.
 
Il numero di morti è ancora oggetto di indagine: una cifra provvisoria è 2.749.163<ref>''Gulag'' di Anne Applebaum: l'autrice sottolinea che i dati disponibili sono parziali</ref>. Tale cifra non tiene conto delle esecuzioni comunque legate al sistema giudiziario (le sole esecuzioni per motivi politici sono 786.098), dei circa 600.000 Kulaki morti durante la collettivizzazione, né dei decessi successivi al periodo di detenzione ascrivibili alle dure condizioni di vita<ref>''Gulag'' di Anne Applebaum; la cifra di 600.000 Kulaki è riportata anche in ''Il secolo dei genocidi'' di Bernard Bruneteau</ref>.
 
Secondo [[Nicolas Werh]], storico francese del ''[[Centre National de la Recherche Scientifique]]'' di [[Parigi]], nel libro ''Storia della Russia nel Novecento'' alle pagine 318-9 si legge testualmente: «Le stime del numero di detenuti nel Gulag alla fine degli anni trenta variano tra i 3.000.000 (Timasheff, Bergson, Wheatcroft) e i 9-10.000.000 (Dallin, Conquest, Avtorkhanov, Rosefielde, Solzenicyn). Gli archivi del Gulag, confermati dai dati dei [[censimenti]] del [[1937]] e del [[1939]], dai documenti dei ministeri della Giustizia, dell'Interno e della Procura generale, danno una cifra di circa 2.000.000 di detenuti nel [[1940]] (circa 300.000 nel [[1932]], 1.200.000 all'inizio del [[1937]]) a cui si aggiungono più di 1.500.000 deportati. Il numero cumulativo di ingressi nel Gulag durante gli [[anni 1930]] diventa, tenuto conto dell'alta rotazione dei detenuti, di circa 6.000.000 di persone».
Sempre nello stesso libro a pagina 416 si legge: «Come testimoniano gli archivi del Gulag, recentemente riesumati, gli anni 1945-53 conobbero un forte aumento del numero dei detenuti nei campi di prigionia e nelle colonie di lavoro del Gulag (passarono da 1.200.000 a 2.500.000 tra il [[1944]] e il [[1953]]) e del numero di "deportati speciali" (1.700.000 nel [[1943]]; 2.700.000 nel [[1953]]).
 
== Condizioni di vita ==
{{F|storia contemporanea|settembre 2010}}
[[File:Belomorkanal.png|thumb|right|250px|Prigionieri dei Gulag mentre lavorano alla costruzione del [[Belomorkanal]] ([[1931]]-[[1933]])]]
Le assurde quote di produzione, la brutalità, la fame e la durezza di condizioni furono le principali ragioni dell'alto [[tasso di mortalità]] dei Gulag, che raggiungeva in molti campi anche l'80% nei primi mesi.
 
Il taglio e trasporto del legname e il lavoro in miniera erano le attività più comuni e più dure. In una [[miniera]], la quota di produzione ''pro capite'' poteva raggiungere i tredicimila chili di minerale al giorno. Mancare la quota significava ricevere minori razioni di sostentamento, un ciclo che di solito causava conseguenze fatali, passando attraverso una condizione di spossatezza e devitalizzazione, soprannominata "dohodyaga" (доходяга), traducibile approssimativamente con "spacciato".
 
I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane. A dispetto del clima brutale, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo appena sufficiente, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l'[[avitaminosi]] che conduceva a malattie come lo [[scorbuto]] o sindromi quali la ''[[cecità notturna]]'', detta anche ''cecità del pollo''. Il valore nutrizionale di una razione minima giornaliera era intorno alle 1.200 [[calorie]] (5000 kilo[[joule]]), principalmente da [[pane]] di bassa qualità (distribuito in base al peso e chiamato "пайка", ''paika''). Secondo l'[[Organizzazione mondiale della sanità]] la necessità minima per un lavoratore pesante è compresa tra le 3.100-3.900 calorie (da 13.000 a 16.300 kJ) giornaliere.
 
Le condizioni di lavoro erano talmente insopportabili che alcuni prigionieri si provocavano volontariamente gravi lesioni o addirittura [[Amputazione|amputazioni]] pur di restare a riposo per un certo periodo.
 
Gli amministratori rubavano ordinariamente dagli accantonamenti per guadagno personale e ottenere favori dai superiori. Di conseguenza, i reclusi erano costretti a lavorare ancora più duramente per colmare la differenza. Gli amministratori ed i ''fidati'' (prigionieri assegnati a svolgere i lavori di servizio del campo stesso, quali cuochi, fornai e magazzinieri, soprannominati "pridurki") scremavano i medicinali, i tessuti e i generi alimentari più nutrienti.
 
In alcuni campi si praticava la selezione per eliminazione: quando i prigionieri si allineavano per il turno di lavoro, all'ultimo che si presentava si sparava come monito per gli altri, oppure gli si negava la razione giornaliera di cibo.
 
{{quote|Per fare le camere a gas, ci mancava il gas|Aleksandr Isaevič Solženicyn}}
 
== Geografia ==
[[File:Belomorkanal1.jpg|thumb|left|250px|Prigionieri costruzione del Belomorkanal]]
I campi erano, inizialmente, ubicati in luoghi ritenuti idonei a facilitare l'isolamento dei prigionieri. I [[monasteri]] remoti erano di frequente riutilizzati come siti. Il sito nelle [[Isole Solovki]] nel [[Mar Bianco]] fu uno dei primi e più degni di menzione, ed ebbe origine subito dopo la [[Rivoluzione d'ottobre|Rivoluzione]] nel [[1918]]. Il nome con cui quelle isole sono comunemente note, "Solovki", entrò nella lingua comune come [[sinonimo]] di campo di lavoro in generale. Veniva presentato al mondo come un esempio del modo sovietico di "rieducazione del [[nemico di classe]]" e della sua reintegrazione nella società sovietica per mezzo del lavoro. In principio, i rinchiusi, la maggior parte dei quali apparteneva all'[[intellighenzia]] russa, godevano di relativa libertà (nei limiti dei confini naturali delle isole). Si pubblicavano [[quotidiani]] e [[Periodico (stampa)|periodici]] locali e si praticò, anche, qualche [[ricerca scientifica]] (si coltivò un [[giardino botanico]], poi scomparso; il filosofo e [[mistico]] russo [[Pavel Aleksandrovič Florenskij]] fu uno degli scienziati maggiormente impegnati nelle ricerche sul [[Permafrost|gelo perpetuo]]). Ma alla fine esso fu trasformato in un Gulag ordinario; in effetti alcuni storici ritengono che Solovki fosse un prototipo dei Gulag.
 
Dando importanza ai Gulag come mezzo per concentrare forza lavoro a basso prezzo, si costruirono, quindi, nuovi campi in tutta la sfera d'influenza sovietica, ovunque la convenienza economica ne dettasse la costruzione (o si volesse specificamente approfittarne, come per costruire il [[canale Mar Bianco-Mar Baltico]] o la [[ferrovia Baikal-Amur]]), tenendo anche conto dei rifornimenti dalle grandi città. Parti della famosa [[Metropolitana di Mosca]] e dei ''[[campus]]'' dell'[[Università statale di Mosca]] furono costruiti da lavoratori forzati. Molti altri progetti durante la rapida industrializzazione degli [[anni 1930|anni trenta]], durante la seconda guerra mondiale e dopo, furono compiuti gravando sulle spalle dei condannati, e l'attività dei Gulag si estese in ampi settori dell'industria sovietica.
La maggior parte dei Gulag era situata in aree ultraremote della [[Siberia]] nordorientale (i raggruppamenti più conosciuti erano il ''[[Sevvostlag]]'' (''Campi nordorientali'') lungo il fiume [[Kolyma]] e il ''[[Norillag]]'' vicino a [[Norilsk]]) e nelle zone sudorientali dell'Urss, principalmente nelle steppe del [[Kazakhstan]] (''Luglag'', ''Steplag'', ''Peschanlag'').
Si trattava di vaste regioni disabitate, senza collegamenti (in effetti, la costruzione delle strade era assegnata ai detenuti dei campi specializzati in [[ferrovie]]) o fonti di sostentamento, ma ricche di minerali ed altre risorse naturali (come il legname). Comunque, campi se ne trovavano in tutta l'[[Unione Sovietica]], compresa la parte europea della Russia, la [[Bielorussia]], l'[[Ucraina]]. Esistevano anche numerosi campi situati all'esterno dell'URSS, in [[Cecoslovacchia]], [[Ungheria]], [[Polonia]], [[Mongolia]], ma pur sempre sotto il controllo diretto dell'amministrazione centrale Gulag.
 
Non tutti i campi erano fortificati; in effetti, in Siberia alcuni erano delimitati da semplici pali. La fuga veniva scoraggiata dalla durezza degli elementi, nonché dai cani della polizia presenti in ogni Gulag. Se negli anni venti e trenta le popolazioni [[Autoctono|autoctone]] spesso aiutavano i fuggitivi (e talvolta rimanevano vittime di ladri), allorché vennero allettate da laute ricompense esse presero ad aiutare le autorità a catturarli. Anche alle guardie dei campi si davano severe consegne per tenere sotto controllo ad ogni costo i detenuti; se un prigioniero scappava sotto il controllo di una guardia, spesso questa veniva privata dell'uniforme e degradata a detenuto essa stessa.
 
In alcuni casi, interi gruppi di detenuti venivano deportati in un nuovo territorio con scorta limitata di risorse e abbandonati all'alternativa di costruire un nuovo campo o morire. Spesso, solo dopo tentativi falliti, un'ondata di ulteriori coloni riusciva a sopravvivere agli elementi.
 
L'area lungo il fiume [[Indigirka]] era conosciuta col nome di ''Gulag dentro il Gulag''. Nel villaggio di [[Ojmjakon|Oymyakon]] (Оймякон) si registrò la temperatura record di −71.2&nbsp;°C.
 
== Influenza ==
=== Cultura ===
[[File:Kolyma road00.jpg|thumb|right|250px|Costruzione di un ponte sul fiume [[Kolyma]]]]
Essendo stati in funzione per quasi quarant'anni ed avendo coinvolto molti milioni di persone, l'impatto dei Gulag sull'immaginario comune è stato enorme.
 
Il libro ''[[Arcipelago Gulag]]'' di [[Aleksandr Solženicyn]], pubblicato negli anni settanta, è il lavoro più noto sull'uso del Gulag come strumento di repressione governativa su scala di massa. L'opera di Solženicyn segnò, dopo una lunga serie di testimonianze, il momento di massima denuncia del Gulag e fu seguito da poche altre<ref>vedi, oltre alla bibliografia, la relazione di Elena Dundovich per il convegno internazionale ''I giusti del Gulag''</ref>.
Già nel 1920 fu pubblicato il primo libro (''Prisoner of Trotsky's'' di A. Kalpašnikov) e decine di altre testimonianze furono pubblicate negli anni venti, anche in italiano. Nel 1999 in Italia viene pubblicato da Einaudi ''[[I racconti di Kolyma]]'' di [[Varlam Tichonovič Šalamov]], una raccolta letteraria divisa in sei sezioni, che esplora con asciutta lucidità l'atroce realtà del lager sovietico. Ne ''[[I racconti di Kolyma]]'' si ripercorre il lungo periodo di detenzione dell'autore durato circa 17 anni, dove emerge con forza il ruolo del contesto nel determinare i comportamenti più efferati e la capacità, nonostante tutto, dell'uomo di andare avanti, giorno dopo giorno, anche, paradossalmente, grazie all'obnubilazione della mente a causa dell'assoluta scarsità di cibo e alle condizioni climatiche inumane. Condizioni in grado di "sospendere" una percezione realistica di sé: «con quale facilità l'uomo può dimenticare di essere un uomo» e rinunciare alla sottile pellicola della civiltà, se posto in condizioni di vita estreme (''[[I racconti di Kolyma]]'', introduzione). L'opera di Šalamov (che ha richiesto all'autore circa 20 anni per la sua stesura) esplora con impressionante lucidità il rapporto tra l'uomo, la natura e il senso della vita, restituendo dei Gulag un'immagine agghiacciante, per via delle vicende vissute dai detenuti e per gli incredibili livelli di sofferenza esperiti.
«Il lager è una scuola negativa per chiunque, dal primo all'ultimo giorno [...] L'uomo non deve vederlo. Ma se lo vede, deve dire la verità, per quanto terribile sia. Per parte mia, ho deciso che dedicherò tutto il resto della mia vita proprio a questa verità», scrisse Šalamov a Solženicyn nei primi anni '60.
 
Alla fine degli anni venti la conoscenza dell'argomento in Occidente era piuttosto diffusa in seguito alla letteratura e a numerosi articoli comparsi sulla stampa tedesca, francese, britannica e americana<ref>vedi ''Il lavoro forzato nella Russia sovietica'' di David J. Dallin e Boris I. Nicolaevsky, 1949, pag. 1948-49 citato in ''Gulag'' di Anne Applebaum, ed. mondadori 2003, pag. 87</ref>. Descrizioni dettagliate dei primi campi delle isole Soloveckij e delle condizioni di maltrattamento e tortura dei prigionieri comparvero nel 1926 (''Island hell'' di S. A. Mal'sagov) e nel 1927 (''Un bagne in Russie rouge'' di Raymond Duguet). La ''Società britannica contro lo schiavismo'' indisse un'indagine sugli abusi sui prigionieri ed un senatore francese scrisse un articolo molto citato basato sulle testimonianze dei rifugiati<ref>vedi ''Gulag'' di Anne Applebaum, ed. mondadori 2003, pag. 88</ref>. Nel 1936 furono molto popolari i libri di Ivan Solonevic (tradotti in una decina di lingue, in italiano nel 1939<ref>''Fra i deportati dell'U.R.S.S.'' e ''La fuga dal paradiso sovietico'' editi da Fratelli Bocca</ref>, furono fra i primi ad introdurre in Occidente il termine ''Gulag''), tanto che i servizi segreti sovietici assassinarono la moglie e il figlio dell'autore. Nel 1938, [[Luigi Barzini senior|Luigi Barzini]] pubblicò ''L'impero del lavoro forzato'' (ed. Hoepli). Nel 1941, l'opera di Kajetan Klug pubblicata a Berlino (''Die grosste Sklaverei der Weltgrdchichte'') stimò in 15 milioni la popolazione del Gulag e, nel 1947, David J. Dallin e Boris I. Nicolaevsky descrissero la storia dettagliata dei campi in ''Forced labour in Soviet Russia'' (tradotto nel 1949 in ''Il lavoro forzato nella Russia sovietica'', ed. Jandi Sapi), stimando la popolazione in 10 milioni.
 
Nella seconda metà degli anni quaranta, grande risonanza ebbero il libro ''Ho scelto la libertà''<ref>pubblicato nel 1946 in inglese e tradotto nel 1948 in italiano per Longanesi</ref> (venduto in milioni di copie in oltre dieci lingue) di [[Viktor Andrijovyč Kravčenko]] e il processo che l'autore vinse contro il settimanale del partito comunista francese ''Les Lettres Françaises'' che lo calunniò, in cui testimoniarono numerosi ex-prigionieri dei campi (fra i quali [[Margarete Buber Neumann]]); diverse testimonianze sono state raccolte dall'autore nel successivo ''Sto con la giustizia''<ref>pubblicato in italiano nel 1949, tradotto da ''I choose justice''</ref> insieme alla storia del processo. Kravčenko è morto in circostanze poco chiare, forse assassinato dal [[KGB]]<ref>ne è convinto il figlio Andrew</ref>. Nel 1950 Isaac Don Levine pubblicò la prima mappa dei campi. David Rousset, anch'egli vincitore in un processo per diffamazione contro il suddetto settimanale, si avvalse di diversi testimoni ed ottenne l'istituzione della ''Commission Internationale contre le regime concentrationaire'' (Commissione Internazionale contro il regime concentrazionario), che nel 1951 pubblicò il risultato delle sue ricerche ne ''Le livre blanc sur le camps concentrationnaires sovietiques'' (Il libro bianco sui campi di concentramento sovietici) e svolse analoghe ricerche e pubblicazioni sui [[laogai|campi cinesi]]<ref>Il ''Libro bianco sui lavori forzati nella Repubblica Popolare Cinese'', di oltre 700 pagine, fu pubblicato in due volumi, uno di testimonianze ed uno di ricerca, nel 1956 e nel 1958.</ref>.
 
I Gulag sono diventati un argomento di grande influenza nel pensiero russo contemporaneo ed una parte importante del moderno [[folk]]lore russo. Molte canzoni di cantautori (chiamati ''bardi''), specialmente [[Alexander Galich]] e [[Vladimir Visotski]] descrivono la vita dei Gulag (benché nessuno dei due ne sia stato prigioniero).
 
Le memorie di Aleksandr Solženicyn, [[Varlam Šalamov]], [[Evgenia Ginzburg]], [[Gustaw Herling]], tra gli altri, sono diventate un simbolo di sfida alla società sovietica. Gli scritti, specie quelli di Solženicyn, hanno severamente rimproverato il popolo sovietico per la sua tolleranza ed apatia nei confronti dei campi di concentramento, ma al contempo hanno fornito un testamento al coraggio e alla risolutezza di coloro che vi furono imprigionati.
 
=== Colonizzazione ===
Documenti di stato sovietici dimostrano che tra i fini dei Gulag c'era la colonizzazione di aree remote scarsamente popolate. A questo scopo, fu introdotta la nozione di "libero insediamento".
 
Quando era trascorsa la maggior parte del termine, chi si era ben comportato poteva essere rilasciato per un "libero insediamento" (вольное поселение, "volnoye poseleniye") esterno al campo. Costoro erano conosciuti come "liberamente insediati" (вольнопоселенцы, "volnoposelentsy", da non confondere col termine ссыльнопоселенцы, "sslylnoposelentsy", "insediati in esilio"). Inoltre, si raccomandava l'assegnazione al "libero insediamento" di coloro che avevano trascorso l'intero termine ma ai quali era negata la libera scelta del luogo di residenza, e si assegnava loro un appezzamento di terra non distante dal luogo di confino.
 
Anche questo servizio fu un'eredità del sistema del [[katorga]].
 
=== La vita dopo la scadenza della detenzione ===
Agli ex detenuti in un campo o in prigione era proibita una vasta gamma di occupazioni. L'occultamento di un precedente imprigionamento era un reato processabile. Gli ex detenuti politici erano un fastidio per il "Primo dipartimento", terminali della polizia segreta in tutte le imprese ed istituzioni, in quantoché dovevano essere tenuti sotto controllo.
 
Molti rilasciati non potevano stabilirsi a meno di cento chilometri dalle grandi città.
 
Dopo lunghi periodi di detenzione, molti avevano perduto le precedenti capacità lavorative e i contatti sociali. Pertanto, dopo la liberazione finale, molti di loro decidevano volontariamente di diventare (o restare) "liberamente insediati". Questa decisione era influenzata anche dalla coscienza delle restrizioni che li attendevano in ogni altro posto. Allorché molti ex prigionieri liberati furono reimprigionati durante l'ondata di arresti che iniziò nel [[1947]], ciò accadde soprattutto a coloro che avevano scelto di ritornare nei pressi della loro vecchia residenza, più che a quelli che erano "liberamente stabiliti" nei pressi dei campi.
 
== Recenti sviluppi ==
La monografia di Anne Applebaum (vedi sotto) descrive il rilascio di prigionieri politici dai campi fino al [[1987]]. Nel novembre [[1991]] il nuovo parlamento russo, la [[Duma]], emanò la ''"Dichiarazione dei diritti e delle libertà dell'individuo"'' che garantì, in punto di principio, tra le altre libertà, il diritto di dissentire dal governo.
 
== Personaggi ==
Figure esemplari di resistenza al totalitarismo sovietico (tratto da ''Storie di uomini giusti nel Gulag'', ed. Mondadori, 2004, ISBN 8842491896)
* [[Anna Andreevna Achmatova]]
* [[Lidija Korneevna Čukovskaja]]
* [[Julij Daniel]]
* [[Pavel Aleksandrovič Florenskij]]
* [[Aleksandr Ginzburg]]
* [[Petro Grigorovič Grigorenko]]
* [[Vasilij Semënovič Grossman]]
* [[Gustaw Herling-Grudziński]]
* [[Nadežda Jakovlevna Mandel'štam]]
* [[Osip Ėmil'evič Mandel'štam]]
* [[Anatolij Marcenko]]
* [[Aleksandr Isaevič Solženicyn]]
* [[Varlam Tichonovič Šalamov]]
Italiani
* [[Roberto Anderson]]
* [[Vincenzo Baccalà]]
* [[Maria Pia Piccioni]]
* [[Dante Corneli]]
* [[Emilio Guarnaschelli]]
* [[Nella Masutti]]
* [[Edmondo Peluso]]
Il sito internet [http://www.gulag-italia.it gulag-italia.it] a cura del Centro studi Memorial di Mosca e della Fondazione Feltrinelli di Milano, fornisce un elenco di 1.025 vittime italiane, completo di note biografiche.
 
== Bibliografia ==
* Stéphane Courtois, ''Il libro nero del comunismo. Crimini, terrore, repressione''. Prima edizione francese 1997, traduzione italiana, Mondadori 1998. ISBN 8804473304
* Anne Applebaum, ''Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici''. Milano, Mondadori, 2005. ISBN 8804550171
* J. Arch Getty, Oleg V. Naumov. ''The Road to Terror: Stalin and the Self-Destruction of the Bolsheviks, 1932-1939''. Yale University Press, New Haven, 1999. ISBN 0300077726
* Jacques Rossi, ''Manuale del gulag. Dizionario storico''. L'ancora del Mediterraneo, 2006, ISBN 888325189X
* Oleg V. Chlevnjuk, ''Storia del Gulag: dalla collettivizzazione al Grande terrore''. Torino, Einaudi, 2006. ISBN 8806175203
* Tig Hague, ''Zone 22''. Londra, PENGUIN GROUP, 2008. ISBN 9780718153564 (0718153561)
 
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Segue un elenco di ''testimonianze di prigionieri'' ordinato secondo la data della prima edizione originale<ref>le opere tradotte in più lingue sono citate una volta sola, dando precedenza all'italiano e all'inglese</ref>.
 
'''In Italiano'''
* 1923 - Socialisti rivoluzionari russi profughi in Europa, ''La Ceka - Il terrore bolscevico'', ed. la Promotrice
* 1929 - Boris Cederholm, ''Tre anni nel paese delle concessioni e della Ceka 1923-1926'', ed. S.A.C.E.M.
* 1936 - Ante Ciliga, ''Siberia. Dieci anni dietro il sipario di ferro'', ed. Casini
* 1936 - Ivan Solonevic, ''Fra i deportati dell'U.R.S.S.'', ed. Fratelli Bocca
* 1936 - Ivan Solonevic, ''La fuga dal paradiso sovietico'', ed. Fratelli Bocca
* 1937 - Paolo Zappa, ''Gli evasi dall'inferno rosso'', ed. Corbaccio
* 1941 - Julia De Beausobre, ''Non poter morire'', ed. Bompiani
* 1945 - Zamorski, Kazimierz, Starzewski, Stanislaw, ''Giustizia sovietica'', ed. Magi Spinelli
* 1948 - anonimo (raccolta di testimonianze di prigionieri polacchi), ''L'altra faccia della luna'', ed. Longanesi
* 1949 - [[Margarete Buber Neumann]], ''Prigioniera di Stalin e Hitler'', ed. Il Mulino, ISBN 8815046836
* 1950 - Valentin Gonzalez (El Campesino), ''Vita e morte nell'URSS'', ed. Garzanti
* 1950 - Elinor Lipper, ''11 anni nelle prigioni e nei campi di concentramento sovietici'', ed. La nuova Italia
* 1951 - [[Gustaw Herling]], ''Un mondo a parte'', ed. Feltrinelli, ISBN 8807817640
* 1953 - Helmut M. Fehling, ''Russia: prigione senza ritorno'', ed. Salani
* 1954 - Zbigniew Stypulkowski, ''Invito a Mosca, ed. Opere nuove
* 1957 - Rawicz Slavomir, ''La lunga marcia'', ed. Rizzoli
* 1959 - padre Pietro Leoni S. J., ''"Spia del vaticano!"'', ed. Cinque lune
* 1961 - József Lengyel, ''Sortilegio. Un comunista deportato nei campi di concentramento di Stalin'', ed. Ferro
* 1963 - József Lengyel, ''Dal principio alla fine'', ed. Ferro
* 1963 - [[Aleksandr Solženicyn]], ''[[Un giorno nella vita di Ivan Denisovič]]'', ed. Garzanti
* 1965 - Paolo Robotti, ''La Prova'', ed. Leonardo
* 1966 - Raffaele Pirone, ''Ricordi di Russia 1902 - 1920'', Ed. Paoline
* 1967 - Evgenia Semionovna Ginzburg, ''Viaggio nella vertigine'', ed. Mondadori
* 1969 - Anatolij Marchenko, ''I confortevoli lager del compagno Brezhnev. La mia testimonianza.'', ed. Rusconi
* 1971 - Ekaterina Olitskaja, ''Memorie di una socialrivoluzionaria'', ed. Garzanti
* 1972 - Eduard Kuznecov, ''Senza di me. Diario di un campo di concentramento sovietico. (1970-71)'', ed. Longanesi
* 1973 - [[Andrej Donatovič Sinjavskij|Andrej Sinjavskij]], ''Una voce dal coro'', ed. Garzanti
* 1974 - [[Aleksandr Solženicyn]], ''[[Arcipelago Gulag]]'', ed. Mondadori, ISBN 8804487674
* 1974 - George Saunders, ''Samizdat: cronaca di una nuova vita nell'URSS''
* 1976 - [[Varlam Tichonovič Šalamov]], ''I racconti di Kolyma'', ed. Einaudi, ISBN 8806177346
* 1977 - Dante Corneli, ''Il redivivo tiburtino'', ed. La Pietra, ISBN 8882700275
* 1985 - Karlo Stajner, ''7000 giorni in Siberia'', ed. Tullio Pironti
* 1988 - Natan Sharansky, ''Non temere alcun male - I miei nove anni nel lager di Brezhnev'', ed. Sperling & Kupfer, ISBN 8820008041
* 1990 - Tatjana Scipkova, ''L'impossibile perdono. Cronaca da un lager femminile'', ed. La casa di Matriona
* 1998 - Emilio Guarnaschelli, ''Una piccola pietra'', ed. Marsilio, ISBN 883176943X
* 1999 - Giancarlo Lehner e Francesco Bigazzi, ''La tragedia dei comunisti italiani. Le vittime del PCI in Unione Sovietica'', ed. Mondadori, ISBN 8804458828
* 2000 - [[Pavel Aleksandrovič Florenskij]]. ''"Non dimenticatemi". Le lettere dal Gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo'', ed. Mondadori
* 2001 - Juanusz Bardach e Kathleen Gleeson, ''L'uomo del Gulag'', ed. Il Saggiatore, ISBN 8842808288
* 2001 - Antonio Costa e Enrica Zini, ''La fede e il martirio. P. Pietro Leoni: un missionario italiano nell'inferno dei Gulag'', ed. Il Cerchio, ISBN 8886583982
* 2001 - Sandra Kalniete, ''Scarpette da ballo nelle nevi di Siberia'', ed. Scheiwiller, ISBN 8876444459
* 2003 - Jacques Rossi, ''Com'era bella questa utopia. Cronache dal Gulag'', ed. Marsilio, ISBN 8831779265
* 2005 - Maria Ioffe, ''Una lunga notte. Memorie di rivoluzionari contro Stalin'', ed. Prospettiva, ISBN 8880221116
* 2006 - Elena Dundovich e Francesca Gori, ''Italiani nei lager di Stalin'', ed. Laterza, ISBN 884207926X
* 2006 - Nina Lugovskaja, ''Il diario di Nina'', ed. Sperling & Kupfer, ISBN 8876848088
 
'''Prigionieri italiani della campagna di Russia'''
* 1947 - Enrico Fanciulli, ''In terra di Russia. Ricordi di un prigioniero'', ed. Il Maglio
* 1948 - Franco Serio, ''La steppa accusa'', ed. La prora
* 1948 - Gabriele Gherardini, ''La vita si ferma. Prigionieri italiani nei lager russi'' (nell'edizione del 1966 ''Morire giorno per giorno. Gli italiani nei campi di prigionia dell'URSS'' ), ed. Mursia
* 1948 - Agostino Bonadeo, ''Sangue sul Don'', ed. Rozza di Corbella
* 1949 - Fabio Fabietti, ''Redivivo. Quattro anni di prigionia nella Russia sovietica'', ed. Garzanti
* 1955 - don [[Giovanni Brevi]] [http://www.webalice.it/giulorma/don_brevi.htm], ''Russia 1942-1953'', ed. Garzanti
* 1955 - [http://www.anaconegliano.it/sezione/1990/1990reginato.htm Enrico Reginato], ''Dodici anni di prigionia nell'Urss'', ed. Garzanti
* 1955 - Armando Odenigo, ''Prigioni moscovite'', ed. Cappelli
* 1956 - Pietro Alagiani, ''Le mie prigioni nel paradiso sovietico'', ed. Edizioni Paoline
* 1958 - Gen. [[Alberto Massa Gallucci]], ''No! 12 anni prigioniero in Russia'', ed. Cacciari
* 1960 - [[Ruggero Y. Quintavalle]], ''Un soldato racconta. Diario di un reduce dalla prigionia sovietica'' (nell'edizione del 1988 ''Ital'janskij davaj! Dalla Siberia all'Asia centrale''), ed. Athena
* 1966 - Nuto Revelli, ''La strada del "Davai"'', ed. Einaudi
* 1970 - Guido Maurilio Turla, ''Sette rubli per il cappellano'', ed. Longanesi
* 1973 - Carlo Silva, ''Vengo dalla siberia. Diario di prigionia'', ed. Bietti
* 1973 - [[Fidia Gambetti]], ''Né vivi né morti. Guerra e prigionia dell'ARMIR in Russia 1942- 1945'', ed. Mursia
* 1976 - Settimo Malisardi, ''Presente alle bandiere'', ed. APE
* 1982 - Donato Guglielmi, ''Attendimi. Diario di un medico prigioniero in Russia'', ed. Elpis
* 1984 - Diego Cadeddu, ''La storia non si ferma'', ed. IUANUA
* 1986 - Carlo Vincentini, ''Noi soli vivi'', ed. Cavallotti
* 1986 - Ernesto Barbieri, ''La mia guerra in Russia'', ed. Lugo Walberti
* 1987 - Mario Giannone, ''La tentazione di un prete. Ricordi di prigionia'', edizioni Vocazioniste
* 1992 - Giulio Bedeschi, ''Prigionia: c'ero anch'io'', ed. Mursia
* 1994 - Nikolaj Terescenko, ''L'uomo che torturò i prigionieri di guerra italiani'', ed. Vangelista
* 2001 - Corrado Bertoldi, ''La mia prigionia nei lager della Russia di Stalin'', ed. Tielle Sequals
* 2004 - Lelio Zoccai, ''Prigioniero in Russia. Un Guastatore Alpino nei lager sovietici'', ed. Mursia
* 2009 - Dante Carnevale, ''Dimenticati all'inferno. Un carabiniere nei lager sovietici 1942-1946'', ed. Mursia, ISBN 8842540358
* 2009 - Ada Caruso Trombetti, ''Prigioniero di guerra'', ed. Fornaca, ISBN 9788895163178
* 2010 - [[Vincenzo Di Michele]], ''[[Io, prigioniero in Russia]]'', ed. La Stampa
 
'''In Inglese'''
* 1920 - Andrew Kalpašnikov, ''Prisoner of Trotsky's'', ed. Garden City
* 1925 - International Committee for Political Prisoners, ''Letters from Russian prisons'', ed. Albert & Charles Boni
* 1926 - S. A. Mal'sagov, ''An island Hell: A Soviet prison in the Far North'', ed. A.M. Philpot
* 1933 - Tatiana Tchernavina, ''Escape from the Soviets'', ed. E. P. Dutton & Co
* 1933 - ''Out of the deep: letters from Soviet timber camps'', ed. London
* 1935 - G. Kitchin, ''Prisoner of the OGPU'', ed. Longmans
* 1935 - Vladimir Tchernavin, ''I speak for the silent prisoners of the Soviets'', ed. Hamish Hamilton
* 1935 - Olga Dmitrievna, ''Red gaols'', ed. Burns Oates & washbourne
* 1941 - Lilian T. Mowrer, ''Arrest and exile'', ed. W. Morrow & Co
* 1946 - Elma Dangerfield, ''Beyond the Urals'', ed. British League for European Freedom
* 1948 - Jerzy Gliksman, ''Tell the West…an account of his experiences as a slave laborer'', ed. Gresham press
* 1949 - Jozef Czapski, ''The inhuman land''
* 1949 - Jean Rounault, ''Nightmare''
* 1951 - Vladimir Petrov, ''It happens in Russia: seven years of forced labour in the Siberia goldfields'', ed. Eyre 1 Spottiswoods
* 1952 - Nicholas Prychodko, ''One of the fifteen million'', ed. Little Brown
* 1952 - Alexander Weissberg, ''Conspiracy of silence'', ed. Hamilton
* 1954 - Geoffrey Lias, ''I survived'', ed. Evans
* 1954 - C. A. Smith, ''Escape from paradise''
* 1955 - Otto Larsen, ''Nightmare of the innocents'', ed. Mimrose
* 1955 - Elizabeth Lermolo, ''Face of a victim'', ed. Harper
* 1955 - W.E.B. Piddington, ''Russian frenzy'', ed. Elete Books
* 1955 - Josef M. Bauer, ''As far as my feet will carry me'', ed. Carroll & Graf, ISBN 0786712074
* 1956 - W. Claudius, ''A Soviet Isolator'', ed. St.Anthony's Colledge
* 1957 - [[Menachem Begin]], ''White nights. The story of a prisoner in Russia'', ed. Macdonald
* 1958 - John H. Noble, ''I was a slave in Russia'', ed. Devin Adair Company
* 1958 - G. Fittkau, ''My thirty-third year: a priest's experience in a Russian work camp''
* 1959 - U. Parvilahti, ''Beria's gardens. A 10 Years' Captivity in Russia and Siberia'', ed. Hutchinson
* 1961 - Barbara Armona, ''Leave your tears in Moscow''
* 1963 - Aleksander Thomsen, ''In the name of humanity'', ed. Longmans
* 1963 - R. Rupert, ''A hidden world, Cleveland'', ed. World Publications
* 1964 - Walter J. Ciszek, ''With God in Russia'', ed. McGraw Hill
* 1966 - Joseph Stanley Wnukowski, ''Sun without warmth'', ed. Veritas Foundation
* 1967 - E. Wallach, ''Light at Midnight'', ed. Doubleday
* 1968 - Y. A. Gilbon, ''Confess! Confess! Eight years in soviet prisons'', ed. Little Brown
* 1969 - Marchenko Anatoly, ''My testimony'', ed. Pall Mall
* 1971 - Joseph Berger, ''The Shipwreck of a Generation'', ed. Hartville
* 1971 - Michael Solomon, ''Magadan''
* 1972 - Galina von Meck, ''As I remember them'', ed. D. Dobson
* 1972 - Michael Wurmbrand, ''Christ or the red flag'', ed. Hodder & Stoughton
* 1975 - Alexander Dolgun, ''Alexander Dolgun's story: an American in the Gulag'', ed. [[Random House]]
* 1975 - H. Celmina, ''Women in the Gulag and in soviet prisons'', ed. Paragon
* 1976 - Edward Buca, ''Vorkuta'', ed. Constable
* 1979 - Tommaso Sgovio, ''Dear America! The odissey of an american communist youth who miraculously survived the harsh labor campis ok Kolyma'', ed. Partner's press
* 1983 - [[Lev Zinov'evič Kopelev]], ''Ease my sorrows'', ed. Random House
* 1988 - S. Rosenberg, ''A soviet odyssey'', ed. Oxford U. P.
* 1988 - Irina Ratushinskaya, ''Grey is the color of of hope'', ed. Alfred A. Knopf
* 1989 - ''Till my tale is told: women's memoirs of the Gulag'', ed. Indiana U. P.
* 1991 - Feliks Lachman, ''I was a Gulag prisoner (1939-1942)'', ed. Caldra House
* 2006 - Karl Tobien, ''Dancing under the Red Star: the extraordinary story of Margaret Werner...'', ed. WaterBrook, ISBN 1400070783
 
'''In Francese'''
* 1927 - Raymond Duguet, ''Un bagne in Russie rouge''
* 1928 - Yuri Bessonov, ''Mes 26 prisons et mon évasion de Solovki''
* 1935 - ''Bagne rouge. Souvenirs d'une prisonnière aux pays des Soviets'', ed. Juvisy
* 1947 - Francisque Bornet, ''Je reviens de Russie'', ed. Plon
* 1949 - Antoni Ekart, ''Echappé de Russie'', ed. Hachette
* 1949 - Jean Rounault, ''Mon ami Vassia'', ed. Sulliver
* 1954 - Joseph Scholmer, ''La grève de Vorkuta'', ed. Amiot-Dumont
* 1956 - Wilhelm Starlinger, ''Limites de la puissance soviétique'', ed. Spes
* 1958 - Etienne Caubet, ''Rescapé'', ed. Del Duca
* 1958 - Dumitru Nimigeanu, ''Inseminarile unui taran deportat din Bucovina'', ed. Fundatia regala universitara Carol I
* 1963 - A. Sentaurens, ''Dix-sept ans dans les camps soviétiques'', ed. Gallimard
* 1966 - Aleksandr V. Gorbatov, ''Les années de ma vie. Un général soviétique dans les camps de Staline'', ed. Stock
* 1966 - József Lengyel, ''Le Pain amer'', ed. Denoel
* 1973 - Pierre Alagiani, ''Ni la mort ni la vie''
* 1973 - Eduard Kuznecov, ''Dnevniki'', ed. Les Editeurs Réunis
* 1973 - L.L. Kerber, ''En prison avec Tupolev'', ed. A. Michel
* 1976 - André Kanas, ''Kanas'', ed. Balland
* 1976 - Armand Maloumian, ''Les Fils du Goulag'', ed. Presses de la Cité
* 1979 - Eduard Kuznecov, ''Lettres de Mordovie''
* 1982 - J. Cathala, ''Sans fleur ni fusil'', ed. A. Michel
* 1983 - P. Valat, ''Les sentiers de la nuit'', ed. J. C. Lattes
* 1985 - Vadim Delaunay, ''Pour cinq minutes de liberté'', ed. Robert Laffont
* 1986 - Georg Csikos, ''Katorga: un Européen dans les camps de la mort soviétique'', ed. Seuil
* 2000 - W. Krasniewska e Barbara Skarga, ''Une absurde cruauté: témoignage d'une femme au Goulag''
 
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== Note ==
<references />
 
==Collegamenti esterni==
== Voci correlate ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [[Accordi di Helsinki]]
*{{Tuttocalciatori|Marronaro_Lorenzo}}
* [[Articolo 58 (codice penale della RSFSR)|Articolo 58 del Codice penale della RSSFR]]
*{{cita web|http://www.federossoblu.com/it/almanacco/monografie/296-monografia-di-lorenzo-marronaro.html|Monografia su federossoblu.com}}
* [[Campo di concentramento]]
* [[Campo di sterminio]]
* [[Deportazioni sovietiche dall'Estonia]]
* [[Diritti umani]]
* [[Dissidente]]
* [[Grandi purghe]]
* [[Impero del Male]]
* [[Lager]]
* [[Laogai]]
* [[Norillag]]
* [[Rivolta di Norilsk]], la sollevazione nel "Gorlag" di [[Norilsk]] (il campo-miniera [[Norillag]]), [[1953]]
* [[Rivolta di Kengir]]
* [[Samizdat]]
* [[Storia dell'Unione Sovietica]]
* [[Troika (triumvirato)]]
* [[Operazione Lentil]]
* [[Sharashka|Detenuti famosi del sharashka]]
 
== Wikisource ==
* [[Wikisource:Декрет ВЦИК Советов о лагерях принудительных работ|Decreto sui campi di lavoro del 1919, in russo]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* Zemskov/Articles [http://www.pereplet.ru/history/Author/Russ/Z/Zemskov/Articles/ZEMSKOV.HTM].
* [http://www.memo.ru/history/NKVD/GULAG/maps/ussri.htm Mappa dei Gulag].
* [http://www.satelliteviews.net/cgi-bin/w.cgi/cgi-bin/w.cgi?c=rs&DG=CMP&l2000=y Collocazioni dei campi] con mappe satellitari.
* [http://www.gulag-italia.it Storia del Gulag ed elenco delle vittime italiane delle repressioni], a cura del Centro Memorial di Mosca e della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano.
* [http://www.nytimes.com/2003/06/11/books/11MCFA.html?th ''Camps of Terror, Often Overlooked''], ''[[New York Times]]'', articolo dell'[[11 giugno]] [[2003]], di Michael Mcfaul.
* [http://www-hoover.stanford.edu/publications/books/gulag.html ''The Economics of Forced''] Labour: ''The Soviet Gulag''. (ed. by Paul Gregory, Valery Lazarev), Stanford: Hoover Institution Press, 2003.
* [http://www.angelfire.com/de/Cerskus/english/Gulag1.html Album fotografico del Gulag.]
* [http://museum.gulagmemories.eu/ Museo virtuale dedicato ai Gulag]
 
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