Giovanni Filippo De Lignamine e V3 (cannone): differenze tra le pagine

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{{F|armi d'artiglieria|febbraio 2009}}
[[File:Ferdinando I Napoli.JPG|thumb|260px|[[Ferrante d'Aragona]], compagno di formazione di Filippo De Lignanime.]]
{{Infobox arma
{{Bio
|Arma = Artiglieria
|Nome = Giovanni Filippo De
|Nome=V-3
|Cognome = Lignamine
|Altra denominazione=''Hochdruckpumpe''<br />(pompa ad alta pressione)<ref name=Thompson>{{en}} {{Cita libro|cognome=Thompson |nome=Peter |anno=1999 |titolo=The V-3 Pump Gun |città=London |editore=ISO Publications }}</ref>
|PostCognomeVirgola =
|Immagine=Bundesarchiv Bild 146-1981-147-30A, Hochdruckpumpe V-3.jpg
|PreData = a volte [[lingua latina|latinizzato]] in ''Johannes Philippus de Lignamine'', o [[volgarizzamento|volgarizzato]] in '''Giovanni Filippo La Legname'''
|Didascalia=Una parte del cannone.
|Sesso = M
|Tipo=cannone
|LuogoNascita = Messina
|Impiego=[[seconda guerra mondiale]]
|GiornoMeseNascita =
|Costruttore=[[Krupp]]<ref name=Henshall>{{Cita|Henshall|1985|p. 61}}.</ref>
|AnnoNascita = ca. [[1428]]
|Anno progettazione=1943-1944
|LuogoMorte =
|Entrata in servizio= 1944
|GiornoMeseMorte =
|Ritiro dal servizio= 1945
|AnnoMorte = ?
|Costo unitario=
|PreAttività = è stato il primo
|Peso=
|Attività = tipografo
|Lunghezza = 130 m<ref name=theotherside>{{cita web|lingua=en|cognome=|nome=|url=http://www.theotherside.co.uk/tm-heritage/visit/visit-2caps-mimoyec-v3.htm|titolo=Fortress de Mimoyecques|accesso=24 dicembre 2007|editore=theotherside.co.uk}} (a fine pagina)</ref>
|Epoca = 1400
|Lunghezza canna=
|Attività2 = editore
|Calibro=150 mm
|AttivitàAltre =
|Peso proiettile=140 kg
|Nazionalità = italiano
|Angolo di tiro=
|PostNazionalità = &nbsp;dopo l'introduzione in [[Europa]] della [[stampa a caratteri mobili]], e il terzo a stabilirsi a Roma dopo i due monaci [[Konrad Sweynheim]] e [[Arnold Pannartz]] provenienti da [[Subiaco]]
|Elevazione=fissa
|Immagine =
|Gittata massima=165 km
|Didascalia =
|Velocità alla volata=1500 m/s
|Carica=
|Utilizzatori=[[Germania nazista]]
|Rigatura =
|Parte lunghezza =
|Lunghezza parte =
|Ampiezza =
|Altezza =
|Diametro =
|Munizioni =
|Tipo di munizioni =
|Numero canne = 1
|Azionamento =
|Cadenza di tiro =
|Tiro utile =
|Alimentazione =
|Organi di mira =
|Velocità elevazione =
|Velocità di rotazione =
|Raffreddamento =
|Note=
}}
[[File:Mimoyecques portion canon V3.jpg|thumb|Una porzione del cannone.]]
Il '''V3''' '''Hochdruckpumpe - HDP''' (ovvero la ''pompa ad alta pressione'') fu un prototipo di super-[[cannone]] realizzato dalla [[Germania]] durante le ultime fasi della [[seconda guerra mondiale]]. La sigla V3 sta per ''[[Vergeltungswaffen|Vergeltungswaffe]] 3'' ("arma di rappresaglia 3" dal [[lingua tedesca|tedesco]]), data l'idea di [[Joseph Goebbels]] di cambiare nome ad alcune armi per fini [[propaganda|propagandistici]].<ref>{{Google books
|id=H57gDQAAQBAJ
|titolo=Wunderwaffen - Le armi segrete della Seconda Guerra Mondiale
|copertina =
|pagina =7
|romano =
|evidenzia =
}}
</ref>
L'arma era stata progettata per poter sparare granate da 60 chilogrammi, dalla [[fortezza di Mimoyecques]] nei pressi di [[Calais]], dove si stava progettando il V3, sulle coste [[Francia|francesi]], fino a [[Londra]].
 
==Progetto==
Oltre che a questo primato, egli deve parte della sua fama anche a un opuscolo, contenente una biografia di [[Ferrante d'Aragona]], che abbraccia il periodo dalla nascita fino all'anno 1472, dal titolo ''Inclyti {{Maiuscoletto|Ferdinandi Regis}} vita et laudes''<ref>Titolo completo ''Inclyti {{Maiuscoletto|Ferdinandi Regis}} vita et laudes a Iohanne Philippo de Lignamine [[Messina|Mesanensi]] ([[sic]]) ad Sixtum IV Pont. Max''.( Cfr. Ernesto Pontieri, ''Per la storia del regno di Ferrante...'', p. 24).</ref>. L'opera, di cui si conserva una sola [[incunabolo|quattrocentina]], è succinta e di non elevato spessore<ref name="Pontieri24">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 24.</ref>, ma conserva una sua importanza per i dettagli che essa aggiunge alle fonti già note, dovuti alla personale conoscenza, e stretta familiarità, che l'autore maturò dalla frequentazione del [[Dinastia aragonese|dinasta aragonese]], fin dagli anni della comune infanzia, quando entrambi furono educati presso la corte [[aragonesi|aragonese]] di [[Napoli]] dallo stesso [[precettore]], il [[Panormita]].
L'idea era di utilizzare la [[polvere da sparo]] per fornire la spinta necessaria affinché il proiettile riuscisse ad uscire dalla canna del cannone con la velocità necessaria per raggiungere l'obiettivo. La spinta avveniva gradualmente, facendo esplodere le granate al fianco della canna. Si trattava quindi di una soluzione abbastanza economica.
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1981-147-31A, Hochdruckpumpe V-3.jpg|thumb|left|Uno dei primi esperimenti, notare le camere di scoppio laterali ancora poste a 90°.]]
[[File:V-3.cannon-installations.Miedzyzdroje.1.JPG|thumb|Alcune installazioni del cannone V3 a [[Wolin]], in [[Polonia]].]]
Il programma originale prevedeva venticinque di queste armi, a [[Marquise (Passo di Calais)|Marquise]]-Mimoyecques tra [[Calais]] e [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]], che, una volta ultimata la fase di progettazione, dovevano lanciare 200 granate all'ora (ma dopo aver effettuato dei test a [[Hillersleben]] nell'autunno [[1943]] e a Miedzyzdroje nel gennaio [[1944]], si decise che si poteva aumentare la cadenza di fuoco del 50%).
 
Fu quindi scavata nel terreno calcareo di tipo [[chalk]] (tipico della zona) una serie di tunnel inclinati a circa 45° collegati da una scacchiera di tunnel orizzontali, quelli superiori sfocianti nel tunnel ferroviario di quasi 2&nbsp;km e quelli inferiore alla base dei tunnel inclinati, ad una profondità di circa 60 metri, posizionati sotto la falda acquifera con i relativi problemi di impermeabilizzazione. Fin dall'inizio i tedeschi si accorsero che il meccanismo aveva degli svantaggi, come il cedimento in alcuni punti della canna, e l'instabilità del proiettile quando superava la velocità di 1100&nbsp;m/s. Il ministro degli armamenti [[Albert Speer]] si era tuttavia convinto che una migliore sagoma del proiettile potesse ovviare a ciò. In realtà secondo il museo di Lussemburgo, andando a modificare l'angolo tra i giunti, il volume delle camere secondarie, la distanza che intercorreva tra esse, la quantità di polvere da sparo e la velocità iniziale del proiettile, si poteva arrivare a cedimenti molto più dilatati nel tempo, ovvero da un valore di dopo 10 lanci a 10&nbsp;000 circa.
Viene ritenuta erronea una tradizione che lo vorrebbe [[medico]] e didatta all'[[Università di Perugia]].
==Biografia==
 
L'arma fu progettata dalla ditta ''Röchling Eisen - und Stahlwerke'' di [[Lipsia]], che presentarono l'idea a Speer che, incuriosito, ne ordinò uno studio di fattibilità alla ditta [[Saar Roechling]].<ref>[http://www.buderus-strip.com/23_DEU_HTML.htm Buderus Historie].</ref> Il cannone aveva una lunghezza della canna di 130 metri, e una capacità di sparare granate di 140&nbsp;kg anche a 165&nbsp;km di distanza (in realtà nei test non si raggiunse mai una tale distanza). L'idea del tipo di cannone può essere fatta risalire al barone [[Guido Von Pirquet]]<ref>Secondo [[David Irving]] il sistema dei V3 deriva dagli studi di Lyman e Haskell sull'incremento di gittata per i cannoni di difesa costieri tramite "una seconda camera di scoppio con innesco a pressione". A confermare questa tesi il fatto che i primi esperimenti sul V3 a Hillersleben si basavano su camere di scoppio laterali a ''T'' (90°) e non a ''Y'' (45°) come invece vennero montate a Marquise-Mimoyecques.</ref>, che studiò il sistema di alloggiamenti laterali che se attivati in giusta sequenza riescono a dare al proiettile la giusta velocità, oltre i 1500&nbsp;m/s. La velocità massima di uscita teorica doveva raggiungere i 1.700&nbsp;m/s con angolazione del cannone a 39°, durante i test però non superò mai i 1.170&nbsp;m/s (con la bocca da fuoco del 15&nbsp;cm F.H.18 non si andò oltre i 935&nbsp;m/s). Inizialmente i proietti dovevano essere dotati di tre pinne direzionali le quali si dovevano aprire non appena il colpo fosse fuoriuscito dalla canna; poi si pensò invece di costruirli privi di questa alette. A queste velocità i proietti erano poco stabili, per cui si decise di dotarli di piccole alette di 2,5&nbsp;cm a raggiera sull'affusto per la stabilità (solo vent'anni dopo i canadesi ripresero l'idea nella serie di Martlet). Si progettò di dare ai questi proietti un peso di 120&nbsp;kg; poi si passò a 85&nbsp;kg ed infine a 130&nbsp;kg. Quindi un'infinità di lavori per modificare la canna. Questi erano però "disobbedienti": o esplodevano prima, frantumando le canne del cannone, o subito dopo, oppure non esplodevano affatto.<ref name=nava/>
===Fonti biografiche===
Molte notizie su di lui si apprendono, anche indirettamente, dalle prefazioni e dalle prolisse dediche che egli premise a opere da lui date alle stampe. Il suo probabile anno di nascita, ad esempio, è desumibile dalla prefazione e dedica al cardinale [[Francesco Gonzaga (1444-1483)|Francesco Gonzaga]], premessa a un'edizione a stampa dell<nowiki>'</nowiki>''Herbarium'' dello [[Pseudo-Apuleio]]<ref>''Herbarium Apulei Platonici ad Marcum Agrippam'', 1481</ref>, mentre altre importanti notizie della sua vita si ricavano dal prologo alla sua ''Vita di Ferrante d'Aragona''.
 
Fu inizialmente sviluppato un piccolo prototipo nell'isola polacca [[Wolin (isola)|Wolin]] nei pressi di [[Międzyzdroje|Miedzyzdroje]], dimostrandone le capacità nell'aprile-maggio [[1943]]. Subito si iniziarono quindi gli scavi delle gallerie, necessarie per la costruzione dell'imponente cannone nel litorale nord della Francia, andando a costituire quindi la terza arma di terrore dopo la [[V1 (Fieseler Fi 103)|V-1]] e la [[V2 (Aggregat 4)|V-2]].
Tutto quanto si sa di lui è poi riportato da autori successivi, ma le notizie [[tradizione (filologia)|tràdite]] sulla sua vita sono costellate, secondo [[Ernesto Pontieri|Pontieri]], da frequenti inesattezze e fantasie, fino a quando, nel [[1853]], non fu fatto il punto sulla sua biografia, grazie alla raccolta e compendiazione (definita «compiuta e sicura» dal Pontieri<ref name="Pontieri11">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 11.</ref>) contenuta in un'opera di [[Vito Capialbi]]<ref>Vito Capialbi, ''Notizie circa la vita, le opere e le edizioni di Messer Giovanni Filippo La Legname'', Napoli, 1853.</ref>, «diligentissimo [[erudito]] e [[bibliofilo]] calabrese»<ref name="Pontieri11"/>
 
Il sito francese in costruzione prevedeva delle camere di combustione laterali inclinate di un certo angolo e poste ad una distanza di 3,65 metri l'una dall'altra. Alla sua costruzione si dedicarono molti operai slavi,<ref>secondo altre fonti erano degli operai francesi del servizio obbligatorio raggruppati per dieci sotto la guida di minatori di Colonia e Dusserldorf</ref> ma la resistenza francese, visti gli iniziali sforzi della costruzione, avvisò subito gli alleati, che puntualmente (solo due mesi dopo) iniziarono i bombardamenti; Il 6 luglio [[1944]], tre bombe [[Tallboy]] penetrarono il poco cemento superficiale e la marna fino ad entrare nei tunnel inclinati, percorrendoli fino in fondo. Il disastro fu totale: la parte inferiore della base, dove erano tenuti prigionieri i circa 800 lavoratori forzati durante il bombardamento, si riempì d'acqua uccidendoli tutti.
===Origini===
Nacque da un'antica famiglia [[Messina|messinese]] di condizione abbastanza in vista: un suo esponente, ad esempio, tale Filippo di La Ligname, fu nominato "''vita durante''" da [[Martino I di Sicilia]], nel [[1405]], "''in officio capitaniae feriae nobilis civitatis Messanae ultram portam regalem''".
 
Nonostante il successo alleato, gli americani con il [[progetto Aphrodite]] continuarono fino al mese di agosto '44 a bombardare i bunker costieri utilizzando dei [[Boeing B-17 Flying Fortress|B-17]] radioguidati, ma poi sospesero l'operazione per i pochi risultati ottenuti e per i molti incidenti avvenuti, oltre che al dover mobilitare il principale sforzo dei bombardieri sulle regioni della Germania. In uno di questi incidenti, il 12 agosto 1944, in Inghilterra mentre stava volando verso Mimoyecques, morì Joseph Kennedy Jr., fratello maggiore del futuro presidente.<ref>{{cita web|lingua=en|cognome=Reynolds |nome=George A. |titolo=Azon Project |url=http://www.458bg.com/azonproject.htm |editore=458bg.com |accesso=18 marzo 2009}}</ref>
Potrebbe esser stato suo parente, anche se su questo non vi è certezza<ref name="Pontieri13"/>, l'alto [[prelato]] [[Francesco de Lignamine]] da [[Ferrara]], che fu [[vicario generale]] in Roma di [[Pio II]] e che presiedette, nel 1461, un [[sinodo]] di tutto il clero della [[Curia romana]]<ref name="Pontieri13"/><ref>[[Ludwig von Pastor]], ''Storia dei Papi dalla fine del [[Medio Evo]]'', trad. A. Mercati, vol. II, Roma, 1911 (p. 180).</ref>.
 
Davanti all'avanzata alleata la base fu abbandonata. Nel 1945 fu fatta esplodere dal genio inglese per evitare un possibile uso anti-inglese (la demolizione riguardò tutte le basi tedesche situate nel nord della Francia). La base è attualmente visitabile nella parte superiore. Non ci sono fondi per recuperare i corpi dei prigionieri sepolti nella parte inferiore del complesso.
Fu invece con sicurezza suo nipote, un altro ecclesiastico della Curia romana, il [[Ordine dei Frati Predicatori|frate domenicano]] Giovanni Filippo de Lignamine, un teologo e storico che dovette essere piuttosto in vista<ref name="Pontieri13"/> dal momento che a lui venne affidata la continuazione<ref>La continuazione viene a volte attribuita al [[Siracusa|siracusano]] [[Filippo Barbieri|Filippo de Barberiis]], [[teologo]] [[Ordine dei Frati Predicatori|domenicano]] e [[inquisizione|inquisitore]] del [[Sant'Uffizio]] a [[Malta]] e in [[Sicilia]], autore di altre opere pubblicate da Filippo De Lignamine (cfr. la voce [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL06/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol06_003652.xml {{Maiuscoletto|BARBIERI, Filippo}} (Barberi Filippo, Philippus de Barberis, Philippus Siculus)] del ''[[Dizionario biografico degli italiani]]''). Tale attribuzione è considerata erronea dal Pontieri</ref>, fino al [[1469]], della ''Cronaca dei Papi'' di [[Riccobaldo da Ferrara|Riccobaldo Ferrarese]], uscita per tipi dello zio il [[14 luglio]] [[1474]]<ref>Come indicato al repertorio n. 10857 da [[Ludwig Hain]], che attribuisce il testo alla [[cronaca]] di [[Martino di Troppau|Martino Polono]]. Si veda: ''[http://books.google.com/books?id=_pcDAAAAYAAJ&printsec=titlepage&hl=it#PRA1-PA369,M1 Repertorium bibliographicum: in quo libri omnes ab arte typographica inventa usque ad annum MD. typis expressi, ordine alphabetico vel simpliciter enumerantur vel adcuratius recensentur]'', 1831, p. 369.</ref>, importante anche per una sua annotazione che costituisce il primo documento italiano sulla storia della stampa<ref>{{la}} «[[Johann Gutenberg|Iacobus, cognomento Cutembergo]], patria [[Argentoratae|Argentinus]] ([[Strasburgo]], [[NDR|n.d.r.]]), et quidam alter, [[Johannes Fust|cui nomen Fustus]] imprimendarum literarum in membranis cum metallicis formis periti, trecentus cartas quisque eorum per diem facere innotescunt apud [[Magonza|Maguntiam]] [[Germania|Germaniae]] civitatem. [[Johann Mentelin|Iohannes quoque, Mentelinus]] nuncupatus, apud Argentinam eiusdem provinciae civitatem, ac in eodem artificio peritus totidem cartas per diem imprimere agnoscitur». Traduzione: «Giacomo, cognominato Cutemberg, originario di [[Argentoratae]], e un talaltro il cui nome è Fust (trattasi di [[Johannes Fust]], [[NDR|n.d.r.]]), esperti nell'arte di imprimere lettere sulle [[pergamena|membrane]] con [[Tipo (tipografia)|tipi]] metallici, acquisiscono notorietà per realizzare ciascuno trecento fogli al giorno, presso la città di Magonza, in Germania. Anche Giovanni, chiamato Mentelin, presso [[Argentoratae|Argentina]], città della stessa provincia, esperto nella medesima arte, è conosciuto per saper imprimere altrettanti fogli al giorno»</ref><ref name="Pontieri14">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 14.</ref><ref>Johann Friedrich Lichtenberger, ''[http://books.google.it/books?id=uQYCAAAAQAAJ&printsec=titlepage#PPA33,M1 Initia Typographica]'', Treuttel und Würtz, 1811, p. 33 (da [[Google book search]]).</ref>.
 
Non si conoscono, quindi, le effettive potenzialità di quest'arma, considerando anche che furono sparati ben pochi colpi.
[[Bartolommeo Capasso]], in una sua rassegna sulle fonti della storia napoletana medievale e moderna, nel sottolineare l'importanza della sua opera, lo ricorda anche come «non ignobile medico»<ref>[[Bartolomeo Capasso]], ''Le fonti della storia delle provincie napolitane dal [[568]] al [[1500]]'', edizione E. Oreste Mastrojanni, Napoli, 1902, p. 173 (''[[ristampa anastatica]]'', [[Arnaldo Forni Editore]], 1997 ISBN 88-271-0140-3)</ref>.
Si tratta di una delle frequenti menzioni<ref name="Pontieri13">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 13.</ref> che lo vorrebbero medico e didatta all'[[Università di Perugia]], dove avrebbe conosciuto anche [[Sisto IV|Francesco della Rovere]], [[Ordine dei Frati Minori|Maestro generale dell'ordine dei Frati Minori francescani]] e futuro papa [[Sisto IV]]. Ma, secondo [[Ernesto Pontieri]]<ref name="Pontieri13"/>, queste due ultime notizie sono prive di fondamento<ref>Sull'infondatezza delle ipotesi Cfr. anche C. Alaimo, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL36/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol36_052108.xml D<small>E</small> L<small>IGNAMINE</small> (Del Legname, La Legname, o Legname), Giovanni Filippo]», dal ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]''. Roma : Istituto dell'[[Enciclopedia Italiana|Enciclopedia Italiana Treccani]], Vol. XXXVI (1988)</ref>. La loro [[tradizione (filologia)|tradizione]] trae origine da «gratuite congetture»<ref name="Pontieri13"/> del [[Prospero Mandosio|Mandosio]]<ref>[[Prospero Mandosio]], ''Theatron in quo max. christiani orbis Pontificum archiatros ''P<small>ROSPER</small> M<small>ANDOSIUS</small>'' nobilis romanus ord. S. Sthephani eques spectandos exhibet'', Romae, [[1696]], p. 115.</ref> che, già nel [[settecento]], furono entrambe confutate quando, come sostiene Pontieri, «il [[Gaetano Marini|Marini]], esaurientemente dimostrò, in una sua dotta opera su gli [[archiatra|archiatri pontifici]]<ref>La «dotta opera» di [[Gaetano Marini|Luigi Gaetano Marini]], a cui fa riferimento Pontieri, è ''Degli [[archiatra pontificio|Archiatri Pontifici]]'', Roma, 1784, Vol. I, p. 183.</ref>, com'egli non fosse né un medico, né tanto meno un docente di medicina»<ref name="Pontieri13"/>.
 
==Bombardamento del Lussemburgo==
===Presso la corte aragonese di Napoli===
Una versione ridotta del cannone fu utilizzata contro la città di [[Lussemburgo (città)|Lussemburgo]] (che era stata liberata nel settembre del '44). I primi colpi furono sparati il 30 dicembre 1944 per un totale di 183 colpi, fino al 22 febbraio 1945, con 44 centri confermati nell'area urbana. L'arma non si dimostrò molto efficace: i colpi giunti a segno causarono 10 morti e 35 feriti.<ref name=luxem>{{cita web|lingua=en|cognome=|nome=|titolo=The V3 weapon system (HDP), " High pressure pump " or " Centipede "|editore=National Museum of Military History|url=http://www.nat-military-museum.lu/pageshtml/museumspecial.php|accesso=1º giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060822160622/http://www.nat-military-museum.lu/pageshtml/museumspecial.php|dataarchivio=22 agosto 2006|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Alfonso-V-el-Magnanimo.jpg|thumb|260px|[[Alfonso V d'Aragona]], presso la cui corte fu accolto Filippo De Lignanime.]]
Ancora in giovanissima età, si spostò a Napoli, forse appena dopo la conquista del [[Regno di Napoli]] da parte di [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I di Napoli]], o forse direttamente al seguito del re, al pari di tanti altri siciliani durante la conquista<ref name="Pontieri12"/>.
 
==Lamentele==
Accolto presto alla corte napoletana di Alfonso I, ebbe la possibilità di ricevervi un'educazione di primissimo ordine, impartitagli dallo stesso precettore del giovane Ferrante I, il [[Antonio Beccadelli|Antonio Beccadelli il Panormita]]<ref name="Pontieri12"/>. La frequentazione a corte gli permise di venire a contatto con letterati ed eruditi della statura di [[Lorenzo Valla]], di [[Bartolomeo Facio]] e del [[Porcellio]] (Giannantonio de' Pandoni), personalità che, insieme allo stesso [[Antonio Beccadelli|Panormita]], ebbero grande influenza sulla sua futura inclinazione<ref name="Pontieri12"/>.
Tra coloro che non apprezzavano il super-cannone vi era [[Martin Bormann]] e il professor Osenberg, capo dell'ufficio programmazione del consiglio delle ricerche del Reich. Entrambi pensavano che tale arma fosse un fallimento: la costruzione della canna, il tipo di proiettili e il consumo di carburante era troppo alto. Inoltre il numero di operai che lavoravano per questo progetto era pari a circa 5000 persone che dovevano scavare il complesso di tunnel anche fino a 30 metri di profondità. Inoltre servivano 1000 "serventi" per i 25 pezzi che si stavano costruendo.<ref name=nava>{{Cita libro|cognome = Nava| nome = Nino | titolo = Le armi sergete | editore = Fermi | città = Ginevra | anno = 1973| cid=Nava}}</ref>
 
Il professor Osenberg disse: "gli inventori del cannone hanno trascurato le più elementari norme e leggi della fisica!"<ref name=nava/>
Durante gli anni della sua permanenza alla corte napoletana, ricevette anche incarichi pubblici: dopo la nascita del duca di Calabria [[Alfonso II di Napoli|Alfonso II]], venne ad esempio incaricato di esigere i "[[fasciola (tributo)|fasciola]]", così com'erano chiamati, nella sua originaria [[Sicilia]], i [[tributo|tributi]] straordinari imposti al popolo in occasione della nascita di un rampollo reale<ref name="Pontieri12">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 12.</ref>.
 
==Musei==
===Trasferimento a Roma===
Esistono due musei sul V3: uno sull'isola polacca [[Usedom]] dove fu costruito il prototipo e l'altro presso la [[fortezza di Mimoyecques]] in Francia.<ref name=basev3>{{cita web|lingua=en|cognome=|nome=|url=https://translate.google.com/translate?hl=en&sl=fr&u=http://www.basev3-mimoyecques.com/&sa=X&oi=translate&resnum=1&ct=result&prev=/search%3Fq%3Dbasev3-mimoyecques%26hl%3Den|titolo=Forteresse de Mimoyecques|accesso=24 dicembre 2007|editore=basev3-mimoyecques.com}}</ref><ref name=bunkierv3>{{cita web|lingua=en|cognome=|nome=|url=https://translate.google.com/translate?hl=en&sl=pl&u=http://www.infoturystyka.net.pl/bunkierv3/&sa=X&oi=translate&resnum=1&ct=result&prev=/search%3Fq%3Dbunkierv3%26hl%3Den |titolo=bunkierv3|accesso=9 giugno 2008|editore=infoturystyka.net.pl}}</ref>
[[File:Sisto IV.jpg|thumb|260px|[[Sisto IV|Francesco della Rovere]], futuro [[Sisto IV]], intimo amico di Lignamine.]]
 
==Note==
In un'epoca imprecisata, ma sicuramente almeno dal 1469, si allontanò da moglie e figli per trasferirsi a [[Roma]]. Vi era attratto, come egli stesso ci informa, dalla passione per l'[[antica Roma|antica città]] e le [[Arte romana|sue antichità]]<ref>Dedica a [[Papa Sisto IV|Sisto IV]] del ''De Sanitatis conservatione'' di [[Benedetto da Norcia]].</ref>. Fu nella capitale pontificia diede inizio alla sua attività di editore.
<references/>
 
== Bibliografia ==
Ma, pur avendo lasciato il [[regno di Napoli]], conservò sempre un legame di affetto e riconoscenza verso la corte aragonese, un sentimento che, a quanto si sa, dovette essere ricambiato dalla corte, alla quale egli poté ricorrere quando, dopo qualche anno di attività, si ritrovò in ristrettezze finanziarie. Un documento di archivio<ref>[[Archivio di Stato di Napoli|Archivio del Regno di Napoli]], ''Privilegiorum Summariae'', vol. XV, p. 1441.</ref>
* {{Cita libro|cognome=Henshall|nome=Philip|titolo=Hitler's Rocket Sites|editore=Philip Hale|anno=1985|isbn=0-7090-2021-X|cid=harv|lingua=en}}
Ci informa infatti che Ferrante I, il 22 novembre 1476, gli concesse un ''[[guidaticum]]'', ovvero un [[salvacondotto]], che lo tenesse temporaneamente indenne da pretese creditorie; la garanzia di salvaguardia si accompagnava, alla scadenza del suo termine, all'ulteriore privilegio di aver modo di onorare i debiti contratti fuori dal [[Regno di Napoli]], accedendo a una dilazione di sei mesi<ref name="Pontieri13"/>.
* {{Cita libro|cognome=Irving|nome=David|wkautore=David Irving|titolo=The Mare's Nest|anno=1964|editore=William Kimber and Co|città=London|url=http://www.fpp.co.uk/books/MaresNest/MaresNest_2010.pdf|isbn=978-1-872197-22-7|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome1= Wood |nome1= Paul |nome2= Roger |cognome2=Ford |titolo= Germany's Secret Weapons in World War II |editore= Zenith Imprint |anno= 2000 |città= |pp= 117–19 | isbn = 0-7603-0847-0|cid=harv|lingua= en}}
* {{Cita libro|cognome=Zaloga|nome=Steven J.|cognome2= Johnson |nome2= Hugh |cognome3= Taylor |nome3= Chris |titolo=German V-Weapon Sites 1943-45|editore=Osprey Publishing|città=Oxford|anno=2008|isbn=978-1-84603-247-9|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Ginisty|nome=Paul|titolo=Un nouveau cannon|rivista=L'Actualité militaire illustrée|data=2 marzo 1884|numero=6|url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5743604f/f2|accesso=29 giugno 2011|titolotradotto=A new cannon|cid=harv|lingua=fr}}
* {{Cita libro|titolo=L'artillerie à l'exposition de 1878|anno=1879|url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k75102k/f13|accesso=29 giugno 2011|editore=Berger-Levrault|città=Paris|cid={{harvid|L'artillerie à l'exposition de 1878|1879}}|lingua=fr}}
* {{Cita libro|cognome=Birnie|nome=Rogers|titolo=Gun making in the United States|anno=1907|editore=Government printing office|città=Washington|url=https://www.archive.org/stream/gunmakinginunit00deptgoog#page/n45/mode/2up|accesso=28 giugno 2011|capitolo=The multicharge gun|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita libro|curatore-cognome=Birnie|titolo=Gun making in the United States|anno=1907|editore=Government printing office|città=Washington|url=https://www.archive.org/stream/gunmakinginunit00deptgoog#page/n129/mode/2up|accesso=28 giugno 2011|pp=121–124|capitolo=Discussion|nome=James Richard |cognome=Haskell|lingua=en}}
* {{Cita libro|capitolo=The Lyman Accelerator Gun|titolo=Van Nostrand's eclectic engineering magazine|volume=3|editore=D. Van Nostrand|anno=1870|cid=harv|pp=658–659|url=https://www.google.com/books?id=4ctMAAAAYAAJ&pg=PA658#v=onepage&q&f=false|lingua=en}}
*{{Cita libro|cognome= Bull |nome= Stephen |titolo= Encyclopedia of military technology and innovation |editore= Greenwood Press |città= Westport, Conn |anno= 2004 | isbn = 978-1-57356-557-8 |capitolo=V3|p=282|url=http://books.google.be/books?id=HN3AUx_3Mn4C&pg=PA282#v=onepage&q&f=false|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|titolo= Warfare's new weapon; casting the first of Lyman-Haskell cannon|data= 25 ottobre 1881|rivista= [[The New York Times]]|url=http://query.nytimes.com/mem/archive-free/pdf?res=F20C1FFE3A581B7A93C7AB178BD95F458884F9|lingua= en}}
* {{Cita libro|nome=Alexander |cognome=Lyman Holley |titolo=A treatise on ordnance and armor |anno=1865|editore=D. Van Mostrand|pp=885–886|url=https://www.archive.org/stream/treatiseonordnan00hollrich#page/884/mode/2up|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome= Porezag |nome= Karsten |titolo= Geheime Kommandosache: Geschichte Der "V-Waffen" Und Geheimen Militaraktionen Des Zweiten Weltkrieges an Lahn, Dill Und Im Westerwald |editore= Verlag Wetzlardruck |anno= 1997 | isbn = 3-926617-20-9|cid=harv|lingua= de}}
* {{Cita libro|autore=United States Army&nbsp;— Ordnance Dept|titolo= Report of the Chief of Ordnance to the Secretary of War |editore=Government Press Office |anno= 1884 |città= |url= http://books.google.com/books?id=J5ktAAAAIAAJ|cid=harv|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Pallud|nome=Jean-Paul|titolo=Le Bunker de Mimoyecques&nbsp;— Hochdrukpumpe|rivista=39/45 Magazine|anno=2003|volume=197|pp=44–57|issn=0761-7348|cid=harv|lingua=fr}}
* {{Cita libro|cognome=Hogg|nome=Ian V.|titolo=German artillery of World War II|anno=2002|editore=Greenhill|città=London|isbn=1-85367-480-X|cid=harv|lingua=en}}
 
==Voci correlate==
===Attività di tipografo o editore===
*[[V1 (Fieseler Fi 103)|V-1]]
De Lignanime fu il primo tipografo italiano da quando fu introdotta in [[Europa]] la [[stampa a caratteri mobili]] secondo il procedimento ideato da [[Johann Gutenberg]]<ref name="Pontieri15">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 15.</ref>. Fu inoltre il terzo tipografo a stabilirsi a Roma, preceduto dai due monaci [[Konrad Sweynheim]] e [[Arnold Pannartz]], che vi si erano trasferiti da [[Subiaco]]<ref name="Pontieri16">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 16.</ref>.
*[[V2 (Aggregat 4)|V-2]]
*[[Progetto Babilonia]]
*[[Parisgeschütz]]
 
==Altri progetti==
Sua fu poi la pubblicazione, nel 1481<ref>L'enciclopedia online Sapere.it-[[De Agostini]] fa erroneamente risalire la pubblicazione al 1470 (v. alla voce [http://www.sapere.it/gr/ArticleViewServletOriginal?otid=GEDEA_erbario&orid=GEDEA_erbario Erbario] da Sapere.it)</ref>, dell'''[[editio princeps]]'' del già citato ''Herbarium'' dello [[Pseudo-Apuleio]], che egli afferma di aver effettuato da un [[codice (filologia)|codice]] dell'[[Abbazia di Montecassino]]. Negli [[anni 1930|anni trenta]] del [[XX secolo|Novecento]], l'originale è stato identificato con il [[manoscritto]] ''[[Codex Casinensis]] 97'' (xxv-xxviii) del [[IX secolo]], andato perduto durante i [[Battaglia di Montecassino|bombardamenti subiti dall'abbazia]] nella [[seconda guerra mondiale]]<ref>Friedrich Wilhelm Tobias Hunger, ''The Herbal of Psudo-Apuleius from the Ninth Century MS. in the Abbey of Monte Cassino - Codex Casinensis 97 - Together with the first printed edition of Joh. Phil. de Lignamine [[Editio princeps]] Romae 1481] both in [[facsimile]]''. Leiden: E. J. Brill, 1935 (edizione limitata a 200 copie)</ref>.
{{interprogetto}}
 
Si deve a lui la pubblicazione degli ''Opuscula'' di [[Orazio]], dei tre libri ''de Officiis'' di [[Sant'Ambrogio]], i ''Sermones'' e le ''Epistolae'' di [[San Leone Magno]], delle ''[[Vite dei dodici Cesari]]'' di [[Svetonio]] e dell'[[editio princeps]] delle ''[[Institutio oratoria|Institutiones oratoriae]]'' di [[Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]]<ref name="Pontieri16"/>.
 
====Controversie accademiche====
La vera natura della sua attività - tipografo o editore - è stata oggetto di diversi apprezzamenti: attraverso l'analisi della sua produzione libraria, Maury D. Feld, della ''Littauer Library'' dell'[[Università Harvard]], in un suo scritto<ref> Maury D. Feld, ''A Theory of the Early Italian Printing Firm'' in "Harvard Library Bulletin" Voll. <small>XXXIII-XXXIV</small> (1985-1986): ''Variants of Humanism'' (Voll. <small>XXXIII</small>, n. 4). Part II. ''The political Economy of Patronage'' (Vol. <small>XXXIV</small>, n. 1)</ref>, è giunto alla provocatoria conclusione secondo cui Lignamine sarebbe stato non un tipografo e nemmeno un editore, ma uno [[Editoria a pagamento|stampatore in conto autore]], cioè un'attività orientata soprattutto a prodotti di ''[[vanity press]]'', perseguendo poi il preciso scopo di accrescere il proprio [[status sociale]] attraverso pubblicazioni in grado di compiacere le sue influenti frequentazioni. Questa isolata posizione è stata però decisamente osteggiata da Edwin Hall in uno scritto successivo<ref>Edwin Hall, ''[[Konrad Sweynheim|Sweynheym]] & [[Arnold Pannartz|Pannartz]] and the Origin of Printing in Italy'', Phillip J. Pirage Fine Books and Manuscripts, McMinnville [[Oregon|OR]], 1991 <small>ISBN 0-9628568-0-0</small></ref>.
 
==Attività di scrittore==
Nella sua produzione scrittoria, oltre alla già citata ''Inclyti Ferdinandi Regis vita et laudes...'', vanno annoverate le prolisse prefazioni che antepose alle sue edizioni a stampa, «in un [[lingua latina|latino]] scorrevole e di sapore [[Marco Tullio Cicerone|ciceroniano]]»<ref name="Pontieri18">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 18.</ref>, con dediche indirizzate principalmente a [[Sisto IV]], o ad altri prelati<ref name="Treccani">C. Alaimo, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL36/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol36_052108.xml D<small>E</small> L<small>IGNAMINE</small> (Del Legname, La Legname, o Legname), Giovanni Filippo]», dal ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]''. Roma : Istituto dell'[[Enciclopedia Italiana|Enciclopedia Italiana Treccani]], Vol. XXXVI (1988)</ref>.
Compose anche qualche opera organica, di scarso spessore, come una perduta ''Delle donne illustri''.
 
===''Inclyti Ferdinandi Regis vita et laudes...''===
==== Edizioni ====
L'[[editio princeps]] fu pubblicata a Roma nel 1472<ref name="Pontieri32">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 32.</ref>
Ne sopravvive una sola copia a [[Palermo]], dove costituisce uno dei più preziosi [[incunabolo|incunaboli]] della ''Biblioteca centrale della [[regione siciliana]]''<ref>Segn.: 3, C. 11. (Cfr. Pontieri, ''op. cit.'', p. 24).</ref>.
 
L'opera è stata poi pubblicata nel 1796, nella ''Nuova raccolta di opuscoli di autori siciliani'' (Palermo, t. VIII, pp. 149-197) con correzioni di refusi e nuova veste tipografica. Essa è poi riprodotta e annotata nelle pagine da 37 a 56 della già citata opera del Pontieri, fatta salva l'espunzione di alcuni passaggi che il curatore ha ritenuto divaganti e stucchevoli, e di scarso rilievo storiografico<ref name="Pontieri36">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 36.</ref>.
 
====Limiti e pregi del ''Ferdinandi Regis vita et laudes...''====
L'opera, dal succinto contenuto biografico, non spicca nemmeno per complessità dei contenuti<ref name="Pontieri24"/><ref name="Bentley242"/>, essendo diretta, per dichiarata intenzione dell'autore, all'esaltazione delle virtù del personaggio, uno scopo che l'autore persegue con prosa peraltro «lucida e scorrevole»<ref name="Pontieri35-36">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 11.</ref>, ma con artificiosi [[eloquenza epidittica|esiti epidittici]] ed [[encomio|encomiastici]]<ref name="Pontieri34">[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]], p. 34.</ref>
 
L'opera ebbe anche una sua importanza politica, per i rapporti tra il sovrano aragonese e papa [[Sisto IV]] al secolo Francesco della Rovere, intimo amico dell'autore, eletto al soglio papale appena l'anno prima, nel 1471<ref name="Pontieri35-36"/><ref name="Bentley242">Jerry H. Bentley, ''Politica e cultura nella Napoli rinascimentale'', Guida Editori, 1995 p. 242</ref>: Lignamine colse subito l'occasione di quell'amicizia per provare a rasserenare i rapporti tra i due stati, piuttosto deteriorati negli anni dell'«irritabile [[Paolo II]]<ref name="Bentley242"/>», adoperandosi personalmente per un'alleanza<ref name="Bentley242"/> che si sarebbe concretizzata del 1474.
 
La '''Vita et laudes'' conserva poi un rilievo come [[fonte testuale]] [[fonte primaria|primaria]], grazie alla già citata contiguità e familiarità maturata dall'autore con il re aragonese fin dai tempi dell'infanzia e del comune magistero ricevuto dal [[Panormita]], una circostanza che fece di lui un vero e proprio testimone oculare<ref name="Pontieri35-36"/>. Infatti, sfrondati delle esagerazioni retoriche ed encomiastiche, i contenuti dell'opera sono confermati da altre fonti coeve, a cui riescono però ad aggiungere dettagli importanti per la comprensione della personalità e della storia del sovrano aragonese<ref name="Pontieri35-36"/>.
 
==Note==
 
{{references|2}}
 
==Fonti==
*[[Ernesto Pontieri]], ''Per la storia di Ferrante I d'Aragona re di Napoli'', [[Morano editore]]
*Jerry H. Bentley, ''Politica e cultura nella Napoli rinascimentale'', Guida Editori, 1995 <small>ISBN 88-7835-183-0</small>
*Carmelo Alaimo, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL36/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol36_052108.xml D<small>E</small> L<small>IGNAMINE</small> (Del Legname, La Legname, o Legname), Giovanni Filippo]», dal ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]''. Roma : Istituto dell'[[Enciclopedia Italiana|Enciclopedia Italiana Treccani]], Vol. XXXVI (1988)
*[[Ludwig von Pastor]], ''Storia dei Papi dalla fine del [[Medio Evo]]'', trad. A. Mercati, vol. II, Roma, 1911
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.netwargamingitalia.net/storia-militare/articoli/gli-equipaggiamenti/il-super-cannone-v-3/il-super-cannone-v-3-pag-2.html|Il super cannone V3}}
*{{cita web|http://www.bunkierv3.pl/de_index.html|Bunker V3 a Usedom (PL)|lingua=de, pl}}
 
{{Wunderwaffen}}
*[http://www.historyofinformation.com/index.php?era=1450 «The First Printed Herbal with Illustrations and Probably the First Series of Illustrations on a Scientific Subject (Circa 1481 – 1482)»] <small>da ''From Cave Paintings to the Internet A Chronological and Thematic Database on the History of Information and Media'' di Jeremy Norman (HistoryofScience.com)</small>
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