Paestum e Saussurea pygmaea: differenze tra le pagine

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{{Tassobox
{{nota disambigua|la pianta acquatica|[[Posidonia]]|Poseidonia}}
|colore=lightgreen
{{nota disambigua|l'omonimo ex [[Comuni della Grecia|comune greco]]|[[Poseidonia (Grecia)]]|Poseidonia}}
|nome= Saussurea monocefala
{{coord|40|25|12|N|15|00|20|E|region:SM_type:city|display=title}}
|statocons=
 
|immagine=Saussurea pygmaea (Zwerg-Alpenscharte) IMG 27963.JPG
'''Paestum''', nome latinizzato del termine '''Paistom'' è una piccolissima e insignificante frazione del.comune di CAPACCIO' con il quale venne definita dopo la sua conquista da parte dei Lucani, è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori '''Poseidonia''' in onore di Poseidone, ma devotissima a Era e Atena. Si ritrova in età più recente come '''Pesto''', nome mantenuto fino al 1926, quando venne ribattezzata nella versione attuale. L'estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e poi romana.
|didascalia=''Saussurea pygmaea''
 
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
È localizzata nella regione Campania, in [[provincia di Salerno]], come frazione del comune di [[Capaccio]], a circa 30 chilometri a sud di Salerno (97 chilometri a sud di Napoli). È situata nella Piana del Sele, vicino al litorale, nel golfo di Salerno, verso il Cilento. La località è munita anche di un piccolo scalo ferroviario denominato per l'appunto Paestum, e di due piccole località adiacenti alla stazione denominate Paestum scalo e Lido di Paestum.
|dominio= [[Eukaryota]]
 
|sottoregno=
Nel 2013 scavi e [[museo archeologico nazionale di Paestum|museo]] di Paestum sono stati il ventiquattresimo sito statale italiano più visitato, con 242.218 visitatori e un introito lordo totale di 733.802,87 Euro<ref>Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, [http://www.statistica.beniculturali.it/RILEVAZIONI/MUSEI/Anno%202013/MUSEI_TAVOLA8_2013.pdf Visitatori e introiti dei musei] </ref>.
|regno=[[Plantae]]
 
|superdivisione=[[Spermatophyta]]
{{UNESCO
|divisione=[[Magnoliophyta]]
|tipoBene = patrimonio
|sottodivisione=
|nome = Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia, e la [[Certosa di Padula]]
|superclasse=
|nomeInglese = Cilento and Vallo di Diano National Park with the Archeological sites of Paestum and Velia, and the Certosa di Padula
|classe=[[Magnoliopsida]]
|immagine = Visione aerea da mongolfiera dei templi di Era e Poseidone.JPG
|sottoclasse=[[Asteridae]]
|anno = 1998
|infraclasse=
|anno2 = 1997
|superordine=
|tipologia = Culturali
|ordine=[[Asterales]]
|criterio = (iii) (iv)
|sottordine=
|pericolo = Nessuna indicazione
|infraordine=
|link = 842
|superfamiglia=
}}
|famiglia=[[Asteraceae]]
{{Sito archeologico
|sottofamiglia=[[Cichorioideae]]
|Nome = Paestum
|tribù=[[Cardueae]]
|Nome_altro =
|sottotribù=[[Echinopsinae]]
|Immagine =
|genere='''[[Saussurea]]'''
|LarghezzaImmagine =
|sottogenere=
|Didascalia =
|specie='''S. pygmaea'''
|Civiltà = Greci, Lucani, Romani
|sottospecie=
|Utilizzo = Città
<!-- CLASSIFICAZIONE APG -->
|Stile =
|FIL?=si
|Epoca = Antica Grecia
|regnoFIL=[[Plantae]]
<!-- Localizzazione -->
{{Tassobox gruppo generico|titolo=([[clade]])|nome=[[Angiosperme]]}}
|Stato = ITA
{{Tassobox gruppo generico|titolo=([[clade]])|nome=[[Eudicotiledoni]]}}
|Suddivisione1 =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=([[clade]])|nome=[[Tricolpate basali]]}}
|Suddivisione2 =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=([[clade]])|nome=[[Asteridi]]}}
|Suddivisione3 =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=([[clade]])|nome=[[Euasteridi II]]}}
|Altitudine =
|ordineFIL=[[Asterales]]
<!-- Dimensioni -->
|famigliaFIL=[[Asteraceae]]
|Superficie =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Sottofamiglia]]|nome=[[Carduoideae]]}}
|Altezza =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Tribù (tassonomia)|Tribù]]|nome=[[Cardueae]]}}
|Larghezza =
{{Tassobox gruppo generico|titolo=[[Sottotribù]]|nome=[[Carduinae]]}}
|Volume =
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE -->
|Inclinazione =
|biautore=([[Nikolaus Joseph von Jacquin|Jacq.]]) [[Kurt Sprengel|Sprengel]]
<!-- Scavi -->
|binome= Saussurea pygmaea
|Data_scoperta =
|bidata=[[1826]]
|Date_scavi =
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE -->
|Organizzazione_scavi =
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|Archeologo =
|trinome=
<!-- Amministrazione -->
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|Parte di =
<!-- ALTRO -->
|Ente =
|sinonimi=
|Responsabile =
|nomicomuni=Saussurea pigmea
|Visitabile = si
|suddivisione=
|Sito_web = http://www.paestum-net.it/
|suddivisione_testo=
}}
 
La '''Saussurea monocefala''' ('''''Saussurea pygmaea''''' <small>([[Nikolaus Joseph von Jacquin|Jacq.]]) [[Kurt Sprengel|Sprengel]], 1826</small>) è una [[Plantae|pianta]] [[erba]]cea delle zone alpine, appartenente alla [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] delle [[Asteraceae]].
== Storia ==
=== Preistoria ===
[[File:Gaudoceramic.jpg|thumb|right|Vaso della civiltà del Gaudo]]
Il sito è stato abitato fin dall’[[Preistoria|epoca preistorica]]. Ad oriente della Basilica, nell’area prospiciente l'ingresso, si sono rinvenuti manufatti databili dall’[[Paleolitico|età paleolitica]] fino all’[[età del bronzo]]; a sud di essa, verso Porta Giustizia, sono stati scoperti i resti di capanne, a testimonianza dell’esistenza di un abitato preistorico. Nell’area del Tempio di Cerere, e tra questo e Porta Aurea, si sono trovate attestazioni archeologiche che documentano uno stanziamento di [[età neolitica]]. In effetti sia la Basilica che il Tempio di Cerere si trovano su due lievi alture (probabilmente in epoca preistoria più accentuate), per cui si può immaginare che esse fossero occupate da due villaggi, separati da un piccolo torrente che scorreva dove oggi si trova il Foro<ref>Il greto di un torrente è stato riconosciuto in profondità in alcuni saggi di scavo</ref>. Forse in epoca [[eneolitica]] le due alture furono abitate dalla popolazione di origine egeo-anatolica appartenente alla ''facies'' della [[Necropoli del Gaudo|Civiltà del Gaudo]], che poi scelse come luogo privilegiato per le sue sepolture la località Gaudo, situata a 1,5 chilometri a nord di Paestum.
 
=== Fondazione =Etimologia==
Il nome generico (''Saussurrea'') deriva da quello dello scienziato ginevrino [[Horace-Bénédict De Saussure]] (1740 – 1799), naturalista e alpinista, professore presso l'[[Accademia di Ginevra]], che fu il promotore della prima salita al [[Monte Bianco]] nel [[1786]], e da quello del figlio [[Théodore de Saussure]].<ref>{{cita web|url=http://www.calflora.net/botanicalnames/pageSA-SH.html|titolo=Botanical names|accesso=11 dicembre 2011}}</ref><ref name=Motta>{{cita|Motta 1960|Vol. 3 - pag. 645}}.</ref> Il nome specifico (''pygmaea'') è relativo al minuto portamento di questa specie. Mentre il nome comune (''monocefala'') fa riferimento alla sua [[infiorescenza]] formata a una solo [[Fiore delle Asteraceae|capolino]].
[[File:SNGANS 606.jpg|thumb|right|Moneta incusa di Poseidonia (530-500 a.C.), con Poseidone e la sigla ΠΟΣ (=POS<eidonia>)]]
<br />
Non abbiamo notizie precise sulla fondazione della città, ma si potrebbe ipotizzare che essa sia stata fondata da una minoranza di Dori Sibariti, cacciati via dalla maggioranza [[Achei|achea]].
Il [[Nomenclatura binomiale|binomio scientifico]] attualmente accettato è stato definito inizialmente dal medico, chimico e botanico tedesco [[Nikolaus Joseph von Jacquin]] (Leida, 16 febbraio 1727 – Vienna, 26 ottobre 1817) e successivamente perfezionato dal botanico tedesco [[Kurt Polykarp Joachim Sprengel]] (Boldekow, 3 agosto 1776 – Halle, 15 marzo 1833) nella pubblicazione ''”Systema vegetabilium. Editio decima sexta. Gottingae”'' del 1826.<ref>{{cita web|url=http://www.ipni.org/ipni/idPlantNameSearch.do?id=242583-1|titolo=The International Plant Names Index|accesso=19 dicembre 2011}}</ref>
Dai dati archeologici contestuali, si può tentare una ricostruzione verosimile del quadro che portò alla nascita della città: verso la metà del [[VII secolo a.C.]], la città di [[Sibari]] iniziò a creare una serie di "sub-colonie" lungo la costa tirrenica, con funzioni commerciali: tra esse si annoverano ''[[Laos (Magna Grecia)|Laos]]''<ref>Marcellina, dopo [[Scalea]]</ref> ed uno scalo, il più settentrionale, presso la foce del Sele, dove venne fondato un [[Heraion alla foce del Sele|santuario dedicato ad Hera]], con valenza probabilmente [[Emporio|emporica]]<ref>Non sub-colonie, ma fortemente influenzate da Sibari furono invece [[Palinuro (Centola)|Palinuro]]-''[[Molpa|Molpe]]'' e [[Pyxous|''Pyxous''/''Pixunte'']]-''[[Rivello|Sirino]]''</ref>. I Sibariti giunsero nella piana del [[Sele]] tramite vie interne che la collegavano al [[Mare Jonio]]. Grazie ad un intenso traffico commerciale che avveniva sia per mare - entrando in contatto con il mondo greco, etrusco e latino<ref>Va ricordato che la costa tirrena era frequentata sin dall’epoca micenea costituendo tappa fondamentale nella rotta marina verso l’[[Etruria]].</ref> - sia via terra - commerciando con le popolazioni locali della piana e con quelle italiche nelle vallate interne - nella seconda metà del VII secolo a.C. si sviluppò velocemente l'insediamento che poi dovette dar luogo a Poseidonia, sviluppo della città accelerato certamente anche da un preciso progetto di inurbamento. Una necropoli, scoperta nel [[1969]] subito al di fuori delle mura della città, contenente esclusivamente vasi greci di fattura corinzia, attesta che la ''polis'' doveva essere in vita già intorno all’anno [[625 a.C.]]
 
==Descrizione==
=== ''Poseidonia'': età greca ===
[[File:Saussurea pygmaea DESC Hartinger.PNG|upright=2.3|thumb|Descrizione delle parti della pianta]]
[[File:Heeron Paestum.jpg|thumb|right|Il sacello sotterraneo, l'''Heroon''.]]
L'aspetto di queste piante è [[erba]]ceo lievemente cespuglioso con piccole dimensioni (da 2 a 15&nbsp;cm – massimo 20&nbsp;cm). La forma biologica della [[specie]] è [[Sistema Raunkiær#Emicriptofite|emicriptofita rosulata]] ('''H ros'''); ossia sono piante perenni, con [[Gemma (botanica)|gemme]] svernanti al livello del suolo e protette dalla [[Glossario botanico#L|lettiera]] o dalla neve e con le foglie disposte a formare una rosetta [[Glossario botanico#B|basale]]. L'indumento è irsuto.
[[File:WallPaintingTomb Paestum Italy GreekColony sm.jpg|thumb|right|La cosiddetta "[[Tomba del Tuffatore]]", rarissimo esempio di sepoltura greca affrescata]]
===Radici===
Dal [[560 a.C.]] al [[440 a.C.]] si assiste al periodo di massimo splendore e ricchezza di Poseidonia. Tale apice fu dovuto a diversi fattori, alcuni dei quali si possono ravvisare, ad esempio, alla recessione della presenza e dell’influenza etrusca sulla riva destra del Sele nella prima metà del [[VI secolo a.C.]]<ref>Non si può non menzionare la [[Battaglia di Cuma|grande battaglia]] tra [[Greci]] ed [[Etruschi]] a [[Cuma]], nel [[524 a.C.]], dove gli Etruschi furono duramente sconfitti</ref>. Con l'allentarsi della presenza etrusca, si dovette creare un vuoto di potere ed economico nella zona a nord del Sele<ref>Vi sorgeva un grosso centro etrusco, ''Amina'', indentificato da alcuni studiosi in [[Pontecagnano]] o [[Fratte (Salerno)|Fratte]].</ref>, vuoto di cui non poté non avvantaggiarsi ed approfittare Poseidonia. A tale evento devono aggiungersi altri due tragici accadimenti: la distruzione della città di ''[[Siris (Lucania)|Siris]]'' (=[[Policoro]]) sul Mar Jonio, da parte di [[Crotone]], [[Sibari]] e [[Metaponto]], con la conseguenza un predominio di Sibari in tutta la regione della Siritide, per cui dovettero intensificarsi i traffici interni tra Poseidonia e la Siritide; e la distruzione di [[Sibari]] stessa nel [[510 a.C.]], ad opera di [[Crotone]]. L’esplosione di benessere e di ricchezza che si riscontra a Poseidonia, che coincide con quest'ultimo avvenimento, fa sospettare che buona parte dei Sibariti, fuggiti dalla città distrutta, dovettero trovare rifugio nella loro sub-colonia, portandovi le proprie ricchezze. Ascrivibile al medesimo periodo è la costruzione di un monumentale sacello sotterraneo: potrebbe trattarsi di un [[cenotafio]] dedicato ad ''Is'', mitico fondatore di [[Sibari]], eretto a Poseidonia dai profughi Sibariti. Nello stesso arco cronologico, a distanza di cinquant'anni l’uno dall’altro, vengono eretti anche la cosiddetta Basilica ([[550 a.C.]] circa), il Tempio "di Cerere" ([[500 a.C.]] circa) ed il Tempio "di Nettuno" (450 a.C.circa)
Le [[Radice (botanica)|radici]] sono secondarie da [[rizoma]].
===Fusto===
*Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma a portamento orizzontale.
*Parte epigea: la parte aerea del [[fusto]] è eretta, rossastra e striata; [[Glossario botanico#P|pubescente]] alla base e [[Glossario botanico#G|glabrescente]] alla fine.
===Foglie===
Le [[foglie]] sono lineari o strettamente [[Glossario botanico#L|lanceolate]] con punte acuminate; sono inoltre progressivamente ristrette alla base; la pagina inferiore è grigiastra, quella superiore verde; i bordi sono lievemente dentati. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 8&nbsp;mm; 30 – 70&nbsp;mm.
===Infiorescenza===
La [[infiorescenza]] è formata da un unico [[Fiore delle Asteraceae|capolino]] relativamente grande ma a volte superato dalle foglie basali. La struttura del capolino è quella tipica delle [[Asteraceae]]: un breve [[Peduncolo (botanica)|peduncolo]] (in alcuni casi il capolino è sub-[[Sessilità|sessile]]) sorregge un [[Fiore delle Asteraceae|involucro]] piriforme-cilindrico composto da diverse [[Brattea|brattee]] (o [[Glossario botanico#S|squame]]) intere e inermi (senza appendice apicale spinosa), disposte su più serie in modo [[Glossario botanico#E|embricato]] che fanno da protezione al [[Fiore delle Asteraceae|ricettacolo]] più o meno piano, provvisto di pagliette, sul quale s'inseriscono i fiori [[Fiore delle Asteraceae|tubulosi]]. Dimensione del capolino: larghezza 2 – 3&nbsp;cm; 3 – 4&nbsp;cm.
===Fiore===
I fiori sono tutti del tipo [[Fiore delle Asteraceae|tubuloso]]<ref>{{cita|Pignatti 1982|Vol. 3 - pag. 4}}.</ref> (il tipo [[Fiore delle Asteraceae|ligulato]], i [[Fiore delle Asteraceae|fiori del raggio]], presente nella maggioranza delle [[Asteraceae]], qui è assente), sono [[Glossario botanico#E|ermafroditi]], [[Glossario botanico#A|attinoformi]], tetra-ciclici (con quattro [[Glossario botanico#V|verticilli]]: [[Glossario botanico#C|calice]] – [[corolla]] – [[androceo]] – [[Gineceo (botanica)|gineceo]]) e [[Glossario botanico#P|pentameri]] (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi).
 
*[[Formula fiorale]] :
=== ''Paistom'': età lucana ===
:::'''* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)'''<ref>{{cita web|url=http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Index.html|titolo=Tavole di Botanica sistematica|accesso=22 aprile 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110514052149/http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Index.html|dataarchivio=14 maggio 2011|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Paestum Quadriga1.JPG|thumb|right|Affresco di una tomba lucana proveniente da Paestum.]]
In una data collocabile tra il [[420 a.C.]] e [[410 a.C.]], i [[Lucani]] presero il sopravvento nella città, mutandole nome in ''Paistom''. A parte sporadici riferimenti nelle fonti, non si conoscono i particolari bellici della conquista lucana, probabilmente perché dovette trattarsi di una violenta conquista repentina. È un processo che è possibile riscontrare in altre località (ad esempio per la non distante ''[[Storia di Napoli|Neapolis]]''), dove vi fu una lenta, graduale, ma costante infiltrazione dell’elemento italico, dapprima richiamato dagli stessi Greci per i lavori più umili e servili, per poi divenir parte della compagine sociale mediante il commercio e la partecipazione alla vita cittadina, fino a prevalere e a sostituirsi nel potere politico della città. Sebbene letterati e poeti greci riportino il rimpianto dei Poseidoniati per la perduta libertà e per la decadenza della città, l'archeologia testimonia che il periodo di splendore proseguì ben oltre la "conquista" lucana, con la produzione di splendidi vasi dipinti (talora segnati da artisti di prim'ordine quali ''[[Assteas]]'', ''Python'', e il ''Maestro di Afrodite''), con sepolture copiosamente affrescate e preziosi corredi tombali. Tale ricchezza doveva derivare in larga misura sia dalla fertilità della piana del [[Sele]], sia dalla produzione stessa di oggetti di grande qualità, parte cospicua di quei commerci che proseguivano sull'onda di quelli che avevano caratterizzato il periodo precedente. Neanche il carattere greco della città scomparve del tutto, come attestano, oltre la produzione dei vasi dipinti, anche la costruzione del ''bouleterion'' e la monetazione, che preservò le sue prerogative elleniche.
Piccola parentesi fu aperta nel [[332 a.C.]], quando [[Alessandro il Molosso]], re dell’[[Epiro]] - giunto in Italia su richiesta di [[Taranto]] in difesa contro [[Bruzi]] e Lucani - dopo aver riconquistato ''[[Eraclea (Magna Grecia)|Eraclea]]'', ''[[Thurii]]'', ''[[Cosenza|Cosentia]]'', giunse a ''Paistom''. Qui si scontrò con i [[Lucani]], sconfiggendoli e costringendoli a cedergli degli ostaggi. Ma il sogno del Molosso di conquistare l’Italia Meridionale ebbe breve durata: la parentesi si chiuse nel [[331 a.C.]], con la sua morte in battaglia presso [[Pandosia (Lucania)|Pandosia]]. ''Paistom'' ritornò dunque sotto il dominio lucano.
 
*[[Fiore delle angiosperme|Calice]]: i [[sepali]] del [[Glossario botanico#C|calice]] sono ridotti ad una coroncina di squame.
=== ''Paestum'': età romana ===
*[[Fiore delle angiosperme|Corolla]]: la [[corolla]] ha una forma cilindrica regolare (tubolare) terminante con 5 profondi lobi; il colore è roseo.
[[File:Piscine Paestum.JPG|thumb|right|Struttura a pilastri con piscina, forse santuario della Fortuna Virile]]
*[[Fiore delle angiosperme|Androceo]]: gli [[stame|stami]] sono 5 con filamenti liberi e [[Glossario botanico#G|glabri]]; le [[antera|antere]] sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo [[Glossario botanico#S|stilo]]. Le appendici delle antere sono lanceolate (alla base sono presenti due sottili ciglia lanose).<ref name=Motta/>
[[File:PaestumAmphitheatre.JPG|thumb|right|L'anfiteatro]]
*[[Fiore delle angiosperme|Gineceo]]: l'[[Ovario (botanica)|ovario]] è [[Glossario botanico#I|infero]] e uniloculare formato da 2 [[Carpello (botanica)|carpelli]]; lo [[Glossario botanico#S|stilo]] è unico con uno [[Glossario botanico#S|stimma]] terminale lungamente bifido e [[Glossario botanico#G|glabro]] (è presente solamente un anello di peli sotto la ramificazione dello [[Glossario botanico#S|stilo]]). La superficie stigmatica è localizzata nella parte interna dello stilo.<ref>{{cita|Judd 2007|pag. 523}}.</ref> Il colore dello stilo è violetto.
Nel [[273 a.C.]] [[Roma]] sottrasse ''Paistom'' alla confederazione lucana, vi insediò una colonia, e cambiò il nome della città in ''Paestum''.
*Fioritura: da luglio a agosto (settembre a quote più basse).
I rapporti tra Paestum e Roma furono sempre molto stretti: i pestani erano ''socii navales'' dei Romani, alleati che in caso di bisogno dovevano fornire navi e marinai. Le imbarcazioni che Paestum (e la non lontana [[Elea-Velia|Velia]]) fornirono ai Romani dovettero probabilmente avere un peso non irrilevante durante la [[Prima Guerra Punica]]. Nella [[Seconda Guerra Punica]] Paestum rimase fedele alleata di Roma: dopo la [[battaglia di Canne]], Paestum addirittura offrì a Roma tutte le patere d’oro conservate nei suoi templi. La generosa offerta fu rifiutata dall'Urbe, che però non disdegnò, invece, le navi cariche di grano grazie alle quali i Romani assediati da [[Annibale]] entro le mura di Taranto poterono resistere. Come ricompensa della sua fedeltà, a Paestum fu permesso di battere moneta propria, in bronzo, fino ai tempi di [[Tiberio]]; tale conio si riconosce per la sigla "PSSC" (''Paesti Signatum Senatus Consulto'').
===Frutti===
Sotto il dominio romano vennero realizzate importante opere pubbliche, che mutano il volto dell'antica ''polis'' greca: il Foro - che va a sostituire l'enorme spazio dell'agorà e che riduce l’area del santuario meridionale - il cosiddetto "Tempio della Pace", probabilmente il ''Capitolium'', il santuario della Fortuna Virile, l’anfiteatro. Anche l’edilizia privata rispecchia benessere di cui Paestum dovette godere in tale periodo, benché fossero state aperte due importanti arterie di comunicazione interne, la [[via Appia]] e la [[via Popilia]]: di fatto esse tagliavano Paestum fuori dalle grandi rotte commerciali, la via Appia collegando Roma direttamente all’Adriatico e di qui all’Oriente, la via Popilia attraversando la [[Magna Grecia]] lungo un percorso interno, lontano dalla città.
I frutti sono degli [[Achenio|acheni]] a forma sub-cilindrica, allungati e stretti; sono striati longitudinalmente. Il [[Pappo (botanica)|pappo]] si compone di un ciuffo di peli bi-seriati: i peli esterni sono persistenti e denticolati, quelli interni più grandi sono più piumosi, caduchi e connati alla base.<ref>{{cita|Pignatti 1982|Vol. 3 - pag. 166}}.</ref>
La città conobbe un fenomeno di cristianizzazione relativamente prococe: infatti sono documentati martirii al tempo di [[Diocleziano]]. Nel [[370]] d.C. un pestàno, Gavinio, vi portò il corpo dell’apostolo [[San Matteo]], poi trasferito a [[Capaccio Vecchio]] ed infine a [[Salerno]].
 
=== Il tramonto =Riproduzione==
*Impollinazione: l'[[impollinazione]] avviene tramite insetti ([[impollinazione entomogama]]).
Il geografo [[Strabone]] testimonia che Paestum era resa insalubre da un fiume che scorreva poco distante e che si spandeva fino a creare una palude. Si tratta del ''Salso'' (identificato con [[Capodifiume]]), corso d'acqua che tuttora fluisce a ridosso delle mura meridionali, dove, in corrispondenza di Porta Giustizia, è scavalcato da un ponticello antico databile al [[IV secolo a.C.]]
*Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Progressivamente dovette iniziare ad impaludarsi l'area circostante la parte sud-occidentale dell'insediamento, in quanto il fiume non riusciva più a defluire normalmente, dato il progressivo insabbiamento della foce e del lido che doveva trovarsi non distante da Porta Marina. È possibile notare come i pestani cercassero di correre ai ripari e difendersi da questa calamità, innalzando i livelli delle strade, sopraelevando le soglie delle case, realizzando opere di canalizzazione a quote sempre maggiori. Caratteristica delle acque del Salso, ricordata da [[Strabone]], era quella di pietrificare in breve tempo qualsiasi cosa, essendo ricchissime di calcare.
*Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – [[disseminazione]] anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione [[Glossario botanico#M|mirmecoria]]).
[[File:Santuario madonna del granato.jpg|thumb|right|Capaccio, Santuario della Madonna del Granato]]
L’impaludamento della città fece sì che essa si contraesse progressivamente, ritirandosi man mano verso il punto più alto, intorno al Tempio di Cerere, lì dove è attestato l’ultimo nucleo abitativo. Tagliata fuori dalle direttive commerciali, insabbiatosi il suo porto, la vita dell'antica ''polis'' dovette ridursi ad un'esistenza di pura sussistenza. Con la crisi della religione pagana, poco lontano dal Tempio di Cerere sorse una basilica cristiana ([[Chiesa dell'Annunziata (Paestum)|chiesa dell’Annunziata]]), mentre pochi anni dopo lo stesso tempio venne trasformato in chiesa. Un interessante caso di [[sincretismo]] religioso si ha nell'iconografia della Vergine venerata nell'area pestana: uno dei simboli della Hera poseidoniate, la melagrana, emblema di fertilità e ricchezza, passò alla Madonna, che difatti prese l'epiteto di ''Madonna del Granato''.
Sebbene fosse divenuta sede vescovile almeno a partire dal [[V secolo]] d.C., nel [[VIII secolo]] o [[IX secolo]] d.C. Paestum venne definitivamente abbandonata dagli abitanti che si rifugiarono sui monti vicini: il nuovo insediamento prese nome dalle sorgenti del Salso, ''Caput Aquae'', appunto, dal quale probabilmente deriva il toponimo [[Capaccio Vecchio|Capaccio]]. Qui trovarono scampo dalla [[malaria]] e dalle incursioni [[Saraceni|saracene]], portando con sé il culto di S. Maria del Granato, tuttora venerata nel santuario della Madonna del Granato.
Nell'[[XI secolo]] [[Ruggero il Normanno]] avviò un'operazione di depredamento dei materiali dei templi di Paestum, mentre [[Roberto il Guiscardo]] fece spoliare gli edifici abbandonati della città per ricavarne marmi e sculture da impiegare nella costruzione del [[Cattedrale di Salerno|Duomo di Salerno]].
 
=== RiscopertaDistribuzione e scavihabitat ===
[[File:Saussurea pygmaea - Distribuzione.PNG|upright=2.3|thumb|Distribuzione della pianta<br />(Distribuzione regionale<ref name=CIVF>{{cita|Conti et al. 2005|pag. 159}}.</ref> – Distribuzione alpina<ref name=FA>{{cita|Aeschimann et al. 2004|Vol. 2 - pag. 568}}.</ref>)]]
[[File:William Stanley Haseltine - Temple of "Ceres" at Paestum - Walters 371557.jpg|thumb|right|Paestum nel 1858, in un suggestivo disegno di W. S. Haseltine.]]
*Geoelemento: il tipo [[Corologia|corologico]] (area di origine) è [[Corologia#Corotipi della flora italiana|'''Endemico / Est-Alpico / Carpatico''']]
[[File:Cratere a campana.jpg|thumb|right|Cratere di ''Assteas'' ([[Napoli]], [[Museo archeologico nazionale di Napoli|Museo archeologico nazionale]])]]
*Distribuzione: è una specie rarissima e si trova solamente in [[Carnia]] e nelle [[Alpi Giulie]]. Oltre confine, sempre nelle [[Alpi]], si trova in [[Austria]] ([[Stati federati dell'Austria|Länder]] del [[Tirolo Settentrionale]], [[Salisburgo]], [[Carinzia]], [[Stiria]], [[Austria Superiore]], [[Austria Inferiore]]) e [[Slovenia]]. È presente anche nei monti [[Carpazi]].<ref name=FA/>
Con l’abbandono di Paestum, dell’antica città rimase solo un vago ricordo. In epoca [[Rinascimento|rinascimentale]] diversi scrittori e poeti hanno citato Paestum, pur ignorandone l’esatta ubicazione, ponendola ad [[Agropoli]] o addirittura a [[Policastro Bussentino|Policastro]]; si trattava soprattutto di citazioni erudite di [[Virgilio]], [[Ovidio]] e [[Properzio]], che ricordavano la bellezza ed il profumo delle rose pestane che fiorivano due volte in un anno.
*Habitat: l'[[habitat]] tipico sono i ghiaioni consolidati e le rupi calcaree; ma anche le praterie rase subalpine e alpine. Il [[Substrato (ecologia)|substrato]] preferito è [[calcare]]o con [[pH]] basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Nel [[XVI secolo]] il sito, però, iniziò a conoscere una nuova fase di vita, con la formazione di un minuscolo centro imperniato sulla [[Chiesa dell'Annunziata (Paestum)|chiesa dell'Annunziata]]. Soltanto agli inizi del [[Settecento]] si cominciano a trovare accenni eruditi, in opere descrittive del [[Regno di Napoli]], a tre "teatri" o "anfiteatri" posti a poca distanza dal fiume [[Sele]]. A seguito dell’apertura da parte di [[Carlo di Borbone, re di Napoli|Carlo di Borbone]] dell’attuale [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS18]], che tranciò l'anfiteatro in due parti, si ebbe la definitiva riscoperta della città antica. Vennero così realizzati e pubblicati i primi rilievi dei templi, incisioni e stampe che ritraevano i templi ed i luoghi, disegni e schizzi degli ammirati visitatori che andavano via via aumentando. Celebri sono le splendide tavole del [[Piranesi]] ([[1778]]), del [[P. A. Paoli|Paoli]] ([[1784]]), del [[Jean-Claude Richard de Saint-Non|Saint Non]] ([[1786]]). Lo storico dell'arte [[Winckelmann]] richiamò l’attenzione sui monumenti pestani, [[Goethe]] rappresentò suggestivamente l’incontro romantico con Paestum, con i suoi solenni e suggestivi ruderi, muti testimoni immersi nella desolazione della piana pestana.
*Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 2500 {{m s.l.m.}}; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: [[Flora alpina|subalpino]] e [[Flora alpina|alpino]].
A tale diffuso interesse non seguirono però campagne di ricerche e di scavi, a causa del banco di calcare formatosi nel corso dei millenni per precipitazione dalle acque del Salso: coprendo ogni cosa, aveva convinto gli studiosi e gli archeologi che della città antica, oltre ai templi, non si fosse conservato nulla. Fu solamente agli inizi del [[Novecento]] che, riconoscendo nel banco una formazione recente, furono intrapresi i primi scavi: tra il [[1907]] e [[1914]] indagini interessarono l’area della "Basilica" spingendosi in direzione del Foro; tra il [[1925]] ed il [[1938]] si completarono gli scavi del Foro - con l'individuazione del cosiddetto "Tempio della Pace", del ''comitium'', della via di Porta Marina, e dell'anfiteatro - e si intensificarono le ricerche intorno al Tempio di Cerere; venne dunque completato lo scavo delle mura, in parte restaurate con criteri discutibili, e vennero individuate le cosiddette Porta Marina e Porta Giustizia.
===Fitosociologia===
Il 9 settembre [[1943]], Paestum fu interessata, insieme alla località definita [[Laura (Capaccio)|Laura]], dagli sbarchi delle forze alleate, a seguito dell'[[operazione Avalanche]].
Dal punto di vista [[Fitosociologia|fitosociologico]] la [[specie]] di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:<ref name=FA/>
Dopo la [[II Guerra Mondiale]] gli scavi sistematici della città ebbero forte impulso: negli anni cinquanta si approfondirono le indagini delle aree intorno ai templi, portando al recupero delle stipi votive della "Basilica" e del "Tempio di Nettuno"; il "Tempio di Cerere" venne liberato dalle superfatuazioni più tarde, secondo l'allora imperante concezione dell'archeologia volta a scoprire le fasi classiche a scapito di quelle successive. Nel [[1954]] si scoprì il sacello sotterraneo. Più recente fu l'individuazione delle ''insulae'' ad ovest della Via Sacra, consentendo di comprendere alcuni elementi dell’abitato della città antica, del suo impianto urbanistico e del suo sviluppo edilizio.
::Formazione : Comunità delle praterie rase dei piani [[Flora alpina|subalpino]] e [[Flora alpina|alpino]] con dominanza di [[Sistema Raunkiær|emicriptofite]]
Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, vennero scavate sistematicamente le numerose e ricchissime necropoli di Paestum, permettendo il recupero non solo di opere straordinarie e pressoché uniche, come la [[Tomba del Tuffatore]], ma anche dei ricchi corredi funerari con le splendide ceramiche di produzione locale, opera di artisti rinomati come Assteas, Python ed il cosiddetto ''Pittore di Afrodite''.
:::Classe : Elyno-Seslerietea variae;
::::Ordine : Seslerietalia variae;
:::::Alleanza : Seslerion variae;
 
==Sistematica==
==== Paestum nel ''Grand Tour'' ====
La [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] di appartenenza della ''Saussurea pygmaea'' ([[Asteraceae]] o [[Compositae]], ''[[nomen conservandum]]'') è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 [[specie]] distribuite su 1535 [[Genere (tassonomia)|generi]]<ref>{{cita|Judd 2007|pag. 520}}.</ref> (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti<ref>{{cita|Strasburger 2007|pag. 858}}.</ref>). Il genere ''[[Saussurea]]'' <small>DC., 1810</small> ha una distribuzione molto ampia ([[Europa]], [[Asia]] e [[America]]) ma sempre in regioni montuose di tipo alpino. Comprende diverse centinaia di specie di cui 4 sono presenti anche nella flora spontanea italiana.
[[File:Y gianni Tempel Paestum 1898.jpg|thumb|right|Paestum in un dipinto nel 1898. In primo piano, le [[Mozzarella di bufala campana#Cenni storici|bufale]], unici animali a resistere alla malaria]]
<br />
La riscoperta di Paestum, di cui era rimasto solo un vago ricordo, si deve alla costruzione della strada (attuale [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS18]]), voluta da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]] nel 1762, che tuttora passa per il sito archeologico e che divide in due l'anfiteatro.
Il [[basionimo]] per questa specie è: ''Carduus pygmaeus'' <small>Jeacq., 1762</small>
Divenne ben presto celebre: una spedizione nella piana acquitrinosa del Sele era infatti una tappa obbligata del [[Grand Tour]].
 
===Sinonimi===
{{Citazione|Finalmente, incerti, se camminavamo su rocce o su macerie, potemmo riconoscere alcuni massi oblunghi e squadrati, che avevamo già notato da distante, come templi sopravvissuti e memorie di una città una volta magnifica.|[[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'', 23 marzo 1787|Endlich, ungewiss, ob wir durch Felsen oder Trümmer führen, konnten wir einige große länglich-viereckige Massen, die wir in der Ferne schon bemerkt hatten, als überbliebene Tempel und Denkmale einer ehemals so prächtigen Stadt unterscheiden.|lingua=de}}
Questa entità ha avuto nel tempo diverse [[Nomenclatura binomiale|nomenclature]]. L'elenco seguente indica alcuni tra i [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimi]] più frequenti:
:*''Cirsium pygmaeum'' <small> Scop. </small>
:*''Cnicus pygmaeus'' <small> L. </small>
:*''Lagurostemon pygmaeus'' <small> (Jacq.) Cass. </small>
:*''Lagurostemon pygmaeus'' var. ''pygmaeus''
:*''Saussurea monocephala'' <small>Cass. </small>
 
===Specie simili===
== Area archeologica ==
:*''[[Saussurea discolor]]'' <small>(Willd.) DC.</small>: si distingue in quanto l'[[infiorescenza]] è [[corimbo]]sa (con 5 – 15 [[Fiore delle Asteraceae|capolini]]); le foglie [[Glossario botanico#B|basali]] hanno una lamina triangolare, mentre alla base possono essere troncate o cuoriformi; la pagina inferiore della foglia è candida.
=== La cinta muraria ===
:*''[[Saussurea alpina]]'' <small>(L.) DC.</small>: le foglie sono più strette e la faccia inferiore è grigia o biancastra.
[[File:Map_of_Paestum_1732.JPG|thumb|right|Pianta di Paestum del [[1732]], realizzata prima dell'apertura da parte di [[Carlo di Borbone, re di Napoli|Carlo di Borbone]] della strada, attuale [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS18]], che tuttora la attraversa. La pianta della città, ben riconoscibile in tutti i suoi elementi, risulta tuttavia molto imprecisa e approssimativa.]]
:*''[[Saussurea depressa]]'' <small>Gren.</small>: la pianta ha un portamento nano (i capolini spesso sono superati dalle foglie) e la faccia inferiore è bianco-nivea.
Paestum è circondata da una [[Mura (architettura)|cinta muraria]] quasi totalmente conservata, con un perimetro poligonale che si sviluppa per circa 4,75&nbsp;km, seguendo l'andamento del banco di travertino sul quale sorge la città. È costituita da una muratura a doppia cortina di grandi blocchi squadrati, riempita al centro con terra ed intervallata da 28 [[Torre|torri]] a pianta quadrata e circolare, di cui quasi tutte sono distrutte o ridotte a ruderi.
 
==Altre notizie==
In corrispondenza dei [[punti cardinali]] si aprono le quattro porte principali d'accesso; vi sono inoltre una serie di ben 47 aperture minori, chiamate ''posterulae'', funzionali sia all'accesso in città sia all'organizzazione della difesa.
La '''Saussurea pigmea''' in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
*{{de}} ''Zwerg-Alpenscharte''
*{{fr}} ''Saussurée naine''
 
==Note==
La ''Porta Sirena'', così chiamata da un [[Sirena|animale fantastico]] scolpito con funzioni apotropaiche all'esterno di essa, si trova sul lato [[est]].
 
Sul lato [[sud]] si apre invece ''Porta Giustizia'', con un ampio [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]] d'accesso, difesa ai lati da due torri, una circolare, una quadrata.
 
L'ingresso ad [[ovest]], quello che affaccia verso il mare, avveniva attraverso presso ''Porta Marina'', dotata anch'essa di un ampio [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]] lastricato e difesa ai lati da due torri, una circolare ed una quadrata.
 
Poco resta invece della ''Porta Aurea'', a [[nord]] della città, demolita agli inizi dell'[[XIX secolo|ottocento]]<ref>{{cita|Cipriani|p. 4|Cipriani, 2010}}</ref>.
 
=== Via Sacra e quartieri di abitazione ===
La VIA SACRA, strada delle processioni religiose, è
stata rimessa in luce nel 1907, è larga 9 metri, lastricata da grossi blocchi
di calcare che conservano il solco lasciato dal passaggio delle ruote dei carri
e munita di marciapiedi sopraelevati; il suo lastricato è romano, ma il
tracciato risale all’età greca; sulla sinistra si estende un vasto quartiere di
abitazione della città, parzialmente scavato con grandi case signorili
sovrapposte a più antiche costruzioni.{{...}}
=== Il Foro ===
L’area del FORO è una piazza rettangolare sistemata
dopo l’insediamento della colonia latina in un settore dell’agorà della città
greca, era fiancheggiato da vari edifici pubblici e religiosi e botteghe e
cinto su tre lati almeno da un porticato su un piano leggermente rialzato.
 
Sul lato meridionale si nota un ''edificio'' quadrato e absidato, sorto su una precedente costruzione
greca, forse una ''stoà''. Della fase di età imperiale si conservano tra l’altro quattro basi marmoree di colonne
poste intorno ad un ottagono, per cui si tratta del ''macellum''. Segue un edificio rettangolare comunicante con il
precedente che presenta alle pareti semicolonne e un’esedra, probabilmente si
tratta della ''curia''. Sotto il suo muro
meridionale sono i resti di un tempio italico di età romana repubblicana. Un’altra
sala rettangolare rappresenta i resti delle ''Terme''
, parzialmente scavate e ricostruite; una piccola costruzione con tre podi
sul muro di fondo invece era probabilmente il ''Larario'' cittadino.
 
Sul lato nord del Foro si trova il ''Tempio Italico'', progettato attorno al 273 a.C. e compiuto con
modificazioni non molto dopo, probabilmente doveva essere il ''Capitolium'' della città; esso sorge su un
alto podio, preceduto da un’ampia gradinata, davanti alla quale è un semplice
altare rettangolare, aveva 6 colonne sulla fronte, e 8 sui lati lunghi. Sul
alto orientale del tempio è un edificio a gradinate in cui si riconosce il ''Comitium'' la cui area centrale è
accessibile attraverso corridoi a volta sia dal Foro, dove la facciata fungeva
da ''suggestum'' (podio per gli oratori),
sia da oriente.
 
Ancora ad est, si trova una piccola costruzione greca,
rettangolare, di perfetta muratura, probabilmente ''l’Aerarium'', o tesoro della città. Dietro sorge ''l’Anfiteatro Romano'', esternamente in laterizio, tagliato in due da un tratto della vecchia statale 18.
{{...}}
 
=== I templi ===
 
[[File:Paestum BW 2013-05-17 13-58-28.jpg|thumb|right|Il tempio di Atena a Paestum (detto "tempio di Cerere")]]
Miracolosamente giunti in ottime condizioni, tanto da essere considerati esempi unici dell'architettura magno-greca, sono i tre [[tempio greco|templi]] di [[ordine dorico]] edificati nelle due aree santuariali urbane di Paestum, dedicate rispettivamente ad Hera e ad Athena.
==== Tempio di Hera I ====
{{Vedi anche|Tempio di Era (detto Basilica di Paestum)}}
La cosiddetta "[[Tempio di Era (detto Basilica di Paestum)|Basilica]]" è in realtà un tempio dedicato ad Hera. Edificato nel [[540 a.C.]] circa, deve all'arcaicità delle sue forme il fraintendimento della propria funzione: una delle peculiarità strutturali più evidenti è nel fronte enneastilo (di 9 colonne), con una colonna in asse, mentre in età più recente il numero di colonne frontali sarà sempre pari.
 
==== Tempio di Hera II ====
{{Vedi anche|Tempio di Era (o di Nettuno, di Paestum)}}
Il cosiddetto "[[Tempio di Era (o di Nettuno, di Paestum)|Tempio di Nettuno]]" era in realtà dedicato ad [[Era (mitologia)|Hera]]. Costruito in arenaria intorno al [[460 a.C.]], costituisce il più grande tra i templi di Paestum. L'edificio mostra le forme mature dell'ordine dorino classico, simile in questo al [[tempio di Zeus (Olimpia)|Tempio di Zeus]] di [[Olimpia]].
 
==== Tempio di Atena ====
{{Vedi anche|Tempio di Athena (Paestum)}}
Il [[Tempio di Athena (Paestum)|Tempio di Athena]], edificato intorno al [[500 a.C.]], era in precedenza noto come ''Tempio di [[Cerere (divinità)|Cerere]]''. È il più piccolo tra gli edifici templari, con colonne doriche nel peristilio e ioniche nella cella.
 
=== Le aree pubbliche ===
==== Tempio Italico ====
{{...}}
 
==== Piscina ====
{{...}}
 
==== Anfiteatro ====
{{...}}
 
==== Agorà ====
{{...}}
==== Bouleuterion ====
{{...}}
 
=== Il santuario di Hera alla foce del Sele ===
{{Vedi anche|Heraion alla foce del Sele}}
Il [[Heraion alla foce del Sele|santuario]] posto in prossimità della foce del Sele è un antichissimo luogo di culto extramurario dedicato alla dea Hera, che la tradizione mitica vuole fondato dagli [[Argonauti]]. Aveva molto probabilmente funzioni [[Emporion|emporiche]].
 
=== Necropoli ===
{{vedi anche|Necropoli del Gaudo}}
Numerose necropoli costellano l'area esterna alle mura. Una delle più grandi, a circa un chilometro dal sito archeologico, è la [[necropoli del Gaudo]]. Estesa per circa 2000&nbsp;m², presenta una serie di caratteristiche proprie tale da essere attribuita ad una ''facies'' culturale a sé stante, definita appunto ''cultura del Gaudo''. La necropoli fu scoperta casualmente nel corso dell'''[[operazione Avalanche]]'' dell'[[US Army]], durante i lavori per la realizzazione di una pista di atterraggio.
 
== Museo ==
{{vedi anche|Museo archeologico nazionale di Paestum|Tomba del Tuffatore}}
 
Il museo raccoglie un'importante collezione di reperti rinvenuti nelle aree che circoscrivono Paestum, in primo luogo i corredi funebri provenienti dalle [[necropoli]] greche e lucane. Innumerevoli sono i vasi, le armi e le lastre tombali affrescate.
 
Le più celebri provengono dalla cosiddetta ''[[Tomba del Tuffatore]]'' ([[480 a.C.|480]]-[[470 a.C.]]), esempio unico di pittura greca di età classica e della [[Magna Grecia]], con una raffigurazione simbolica interpretata come la transizione dalla vita al regno dei morti.
 
Notevole, per importanza, risulta anche la serie di tombe affrescate, risalenti al periodo lucano della città.
 
Nel museo sono inoltre esposti i cicli [[metopa]]li provenienti dall'[[Heraion del Sele]].
 
== Il litorale ==
[[File:Torre di Paestum.jpg|thumb|right|[[Torri costiere|Torre]] di Paestum, ad un chilometro dagli scavi, una delle tante per il controllo del litorale tirrenico.]]
Paestum è anche località balneare, dotata di una spiaggia sabbiosa lunga 12 chilometri e costeggiata da una pineta affacciata sul [[mar Tirreno]].
 
== Come raggiungere Paestum ==
L'accesso all'area è in Via Magna Grecia 151, a Capaccio.
 
=== Ferrovie ===
Lungo la tratta regionale Napoli-Sapri, scendere alla fermata ''[[Stazione di Paestum|Paestum]]''.
 
=== Autostrade ===
Paestum è raggiungibile tramite l'autostrada [[Autostrada A3 (Italia)|A3]], uscendo a [[Battipaglia]] o a [[Eboli]] e percorrendo la [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|SS18]] oppure la SP430.
 
=== Aeroporto ===
[[File:Italian traffic signs - icona aeroporto.svg|25px|Aereo]] [[Aeroporto di Napoli-Capodichino]]. Aeroporto di Salerno-Pontecagnano
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita pubblicazione|url=https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:rjbacq79ZG0J:botany.si.edu/BDG/pdf/Panero%26Funk2002.pdf+Toward+a+phylogenetic+subfamilial+classification+for+the+Compositae+(Asteraceae)&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgQeSaOz7sSgn60YLE3wLlgSZpnbOvrCP-oQrCjf9gdF3dVRoDwuglQPpuTl5VCvp80lcFvd4n9YTHzP8dQcwcc01BHbQe3dhpxxZrRdo8D7jivudqjQ12L-1yYt2mTZGr1lo0&sig=AHIEtbQPlkU-UB43bnkvNj_48kFxANUmDw |autore=Jose L. Panero and Vicki A. Funk|titolo=Toward a phylogenetic subfamilial classification for the Compositae (Asteraceae)| rivista=Proceeding of the biological society of Washington. 115(a):760– 773. 2002}}
* AA.VV., Paestum, ''Città e territorio nelle colonie greche d'Occidente'', 1, Istituto per la Storia e l'Archeologia della Magna Grecia, Napoli 1987.
*{{cita libro|url_capitolo=http://www.compositae.org/pdf/CB_Classification.pdf |autore= Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H.| capitolo=Classification of Compositae|titolo=Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae |editore=International Association for Plant Taxonomy (IAPT) anno=2009 |città=Vienna}}
* A.M. Ardovino, ''I culti di Paestum antica e del suo territorio'', Salerno, 1986.
*{{cita pubblicazione |url=http://www.bgbm.org/willdenowia/w-pdf/w29Haeffner%2BHellwig.pdf |autore=Häffner E. & Hellwig F.H |titolo=Phylogeny of the tribe Cardueae (Compositae) with emphasis on the subtribe Carduinae: an analysis based on ITS sequence data. |rivista=Willdenowia 1999; 29: 27 – 39 |urlmorto=sì }}
* R. Cantilena, ''Il gruzzolo di denari da Paestum. Un rinvenimento di età augustea'', Roma, Istituto Italiano di Numismatica, 2000.
*{{cita libro|url=http://books.google.com/books?id=VhUZnM8S47IC&pg=PA125&lpg=PA125&dq=Cardopatiinae&source=bl&ots=EImcAJq4is&sig=z8TSefk8ELHYkawnTO8uGWl77yk&hl=it&ei=s4JzTfGQD9D2sga21_30Bg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CHYQ6AEwCA#v=onepage&q=Cardopatiinae&f=false |autore=Joachim W. Kadereit, Charles Jeffrey |titolo=Flowering plants: Eudicots ; Asterales |anno=2007 |editore=Springer|città=New York |ISBN=3-540-31050-9|p=127}}
* R. Cantilena et al.,'' Monete da Paestum (I-IV d.C.)'', Annali vol. 50, Roma, Istituto Italiano di Numismatica, 2003, pp. 25-156.
*{{cita libro|Giacomo | Nicolini | Enciclopedia Botanica Motta.| 1960| Federico Motta Editore. Volume 3 | Milano |p=645|cid=Motta 1960}}
* F. Carbone, ''Le monete di Paestum tra I sec. a.C. e I sec. d.C. Analisi dei conî'', Milano, Società Numismatica Italiana, 2014.
*{{cita libro|autore=Sandro Pignatti |wkautore=Sandro Pignatti |titolo=Flora d'Italia. Volume 3 |anno=1982 |editore=Edagricole |città=Bologna |ISBN=88-506-2449-2 |p=166 |cid=Pignatti 1982}}
 
* {{cita libro|cognome=Cipriani|nomeautore= D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat |titolo=Paestum:Flora i templi e ilAlpina. museoVolume 2| anno=20102004 | editore=Casa Editrice BonechiZanichelli | città=FirenzeBologna |idp= 568|cid=Cipriani,Aeschimann et al. 20102004}}
*{{cita libro|autore=Alfio Musmarra |titolo=Dizionario di botanica | 1996 | editore=Edagricole |città=Bologna |cid=Musmarra 1996}}
* M. Cipriani in E. Greco (a cura di), ''Poseidonia'', ''Gli Achei e l'identità etnica degli Achei d'Occidente'', Tekmeria vol. 3, Paestum 2002, pp.363-389.
* {{cita libro|cognome=Greco |nomeautore=Strasburger E. |curatorewkautore=F.Eduard LongoStrasburger |titolo=Paestum: scavi, studi, ricerche: bilancioTrattato di unBotanica. decennioVolume (1988-1998)secondo |anno=20002007 |editore=PandemosAntonio Delfino Editore |città=PaestumRoma |idISBN=88-7287-344-4 |cid=Greco,Strasburger 20002007}}
* {{cita libro|cognomeautore=Greco|nome=EJudd S.W. et al|titolo=PaestumBotanica |Sistematica - Un approccio filogenetico|anno=19852007| editore=Piccin VisionNuova Libraria| città=RomaPadova|idISBN= 978-88-299-1824-9|cid=Greco,Judd 19852007}}
*{{cita libro|autore=F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi|titolo=An annotated checklist of the Italian Vascular Flora|anno=2005 |editore=Palombi Editore|città=Roma |ISBN=88-7621-458-5|p=159|cid=Conti et al. 2005}}
* E. Greco, Ricerche sulla chora poseidoniate. Il paesaggio agrario dalla fondazione della città alla fine del sec. IV a.C., in Dial. di Archeologia, 1 (1979), pp. 7-26.
* M. Mello, Paestum Romana, Ricerche storiche, Roma, 1974.
* {{cita libro|cognome=Napoli |nome=M. |titolo=Paestum | anno=1970| editore= | città=Novara |id= |cid=Napoli, 1970}}
* A. Pontrandolfo e A. Rouveret, ''Le Tombe dipinte a Paestum, ''Modena 1992.
* A. Pontrandolfo, ''Segni di trasformazioni sociali a Poseidonia tra la fine del V e gli inizi del III a.C.'', in Dial. di Archeologia, 2 (1979), pp. 27-50.
* ''Poseidonia-Paestum, Atti del XXVII Convegno di Studi sulla Magna Grecia'', (Taranto 1987), Napoli 1992.
* ''Poseidonia-Paestum I - la "Curia"'' (E.Greco - D. Theodorescu edd.), Collection de l'Ecole Francaisede Rome, Roma 1980.
* ''Poseidonia-Paestum II - l'"Agora"'' (E.Greco - D. Theodorescu edd.), Collection de l'Ecole Francaisede Rome, Roma 1983.
* ''Poseidonia-Paestum III - Forum Nord'' (E.Greco - D. Theodorescu edd.), Collection de l'Ecole Francaisede Rome, Roma 1987.
* ''Poseidonia-Paestum IV - Forum ovest-sud-est'' (E.Greco - D. Theodorescu edd.), Collection de l'Ecole Francaisede Rome, Roma 1999.
* ''Poseidonia'', in ''Bibliografia Topografia della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole Tirreniche,''vol. XIV, Pisa - Roma - Napoli 1996, pp. 301-395.
* M. Torelli, ''Paestum romana'', in ''Poseidonia-Paestum, Atti del Ventisettesimo Conv. di Studio sulla Magna Grecia'', cit., pp. 33-115.
* M. Torelli in M. Cipriani (a cura di), ''Paestum Romana''i, Paestum, 1999.
* P. Zancani Montuoro - U. Zanotti Bianco, ''Heraion I'', Roma 1951.
* P. Zancani Montuoro - U. Zanotti Bianco, ''Heraion II'', Roma 1954.
== Voci correlate ==
* [[Magna Grecia]]
* [[Cilento]]
* [[Costiera cilentana]]
* [[Elea-Velia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Paestum|q=Paestum|q_preposizione=su|q_etichetta=Paestumwikispecies}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{collegamento interrotto|1=[http://dbiodbs1.univ.trieste.it/checklist/index.php?procedure=taxon_page&id=5988 ''Saussurea pygmaea''] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} Checklist della flora vascolare d'Italia
*[http://rbg-web2.rbge.org.uk/cgi-bin/nph-readbtree.pl/feout?FAMILY_XREF=&GENUS_XREF=Saussurea ''Saussurea pygmaea''] Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
*[http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx?Page=NameDetails&TabNum=0&NameId=75281793-b6d0-4b0c-8642-718754a1e857 ''Saussurea pygmaea''] Global Compositae Checklist Database
*[http://www.ipni.org/ipni/idPlantNameSearch.do?id=242583-1 ''Saussurea pygmaea''] IPNI Database
*[http://ww2.bgbm.org/EuroPlusMed/PTaxonDetail.asp?NameId=129321&PTRefFk=7000000 ''Saussurea pygmaea''] EURO MED - PlantBase Checklist Database
*[http://www.tropicos.org/Name/50057169 ''Saussurea pygmaea''] Tropicos Database
 
{{portale|biologia|botanica}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.archeosa.beniculturali.it/ Soprintendenza dei Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta]
* [http://www.paestum-net.it/ Sito ufficiale dei servizi aggiuntivi del Parco archeologico]
* [http://www.alenapoli.org/perle/mpa005.htm Museo archeologico nazionale di Paestum]
* [http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S82.html Il museo nel sito della Direzione generale per i beni archeologici]
* {{lingue|it|en}} [http://wonderland.dia.unisa.it/projects/paestumgate/index_it.html PaestumGate - Ricostruzione virtuale interattiva degli scavi di Paestum] [http://www.youtube.com/watch?v=idTmqGMsSRo# PaestumGate Video]
* {{en}} [http://www.magnagraecia.nl/coins/Lucania_map/Paestum_map/Paestum.html La monetazione di Poseidonia-Paestum]
 
<!-- http://vs.aka-online.de/cgi-bin/globalwpsearch.pl? -->
{{Capaccio}}
<!-- interwiki da verificare -->
{{Costiera cilentana}}
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
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