Coordinate chilometriche e Velia (colle): differenze tra le pagine

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[[File:Roma Romolo 753aC.png|thumb|La Velia a [[Roma]] nell'anno della sua [[fondazione di Roma|fondazione]], nel [[753 a.C.]]]]
{{S|geografia}}
[[File:Templo de venus e roma2.jpg|thumb|upright=1.7|Tempio di Venere visto dal [[Colosseo]]]]
 
La '''Velia''' era un'[[Colli di Roma|altura]] di [[Roma]] alta circa 40 metri, <ref name="Terrenato">Velia and Carinae. Some observation on an area of archaic Rome, Nicola Terrenato</ref> posta tra il [[colle Oppio]], una delle propaggini del colle [[Esquilino]], e il [[Palatino]].
Le '''coordinate chilometriche''' sono una tipologia di [[coordinate|coordinate geografiche]].
 
== Localizzazione==
Esse sono alternative alle [[latitudine|latitudini]] e alle [[longitudine|longitudini]], e sono così chiamate perché per convenzione vengono tracciate sulle carte come una griglia di quadrati di lato pari a un chilometro (per quanto siano espresse in metri).
La Velia, con il Palatino e il Campidoglio, era una delle cime che naturalmente sovrastavano l'area dove sarebbe sorto il [[Foro Romano]], e confinava con il quartiere delle [[Carinae]], da cui era separato dal ''Cyprium vicum'', dove secondo la tradizione romana, [[Tullia Minore|Tullia]] avrebbe ucciso il padre [[Servio Tullio]], travolgendolo con il suo carro trainato dai cavalli.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I, 48.</ref>
Per creare la propria cartografia ufficiale, ogni paese assume all'interno del [[datum]] di riferimento un punto di irradazione (che è il punto di tangenza del [[geoide]] con l'[[ellissoide]] di proiezione) che diventa anche punto di riferimento per le coordinate chilometriche. per l'[[Italia]] questo punto è l'[[Osservatorio_astronomico_di_Roma|Osservatorio astronomico di Monte Mario]], a [[Roma]].
 
La Velia (talvolta indicata anche al plurale, come ''Veliae'') era compresa nell'antichissima lista del ''[[Septimontium]]'' <ref>[[Theodor Mommsen]], Storia di Roma, Vol. I, Cap. IV, par. ''La città Palatina ed i Sette colli''.</ref> e insieme al Palatino costituì una delle quattro regioni in cui il re [[Servio Tullio]] aveva diviso la città.
Non bisogna confondere punto di irradiazione e punto di riferimento. Per restare sull'esempio italiano, la [[cartografia]] ufficiale italiana si basa sul sistema dei due fusi: due fasce dall'ampiezza di 6° in longitudine (identificate attraverso il [[meridiano]] centrale) che vengono cartografate con la proiezione Universale Trasversa di [[Mercatore]] ([[Universale Trasversa di Mercatore|UTM]]). Nella [[Gauss-Boaga]] del [[1940]], questi sono chiamati "fuso ovest" (meridiano centrale: 9° E) e "fuso est" (meridiano centrale: 15° E); dall'[[European Datum 1950]] i fusi diventano rispettivamente "fuso 32" e "fuso 33". Ogni fuso ha un punto di riferimento diverso per le coordinate chilometriche (che infatti non collidono minimamente nella zona di sovrapposizione dei due fusi), chiamato "falsa origine", per evitare ambiguità tra le coordinate dei due fusi. Per il fuso 32 questo punto ipotetico si trova sull'[[equatore]], 500 km ad ovest dell'intersezione tra equatore e meridiano centrale (9° E); per il fuso 33, questo punto si trova sempre sull'equatore, ma 500 km ad ovest dell'intersezione tra equatore e meridiano centrale (15° E). Nel sistema Gauss-Boaga la collocazione delle false origini cambiano: si trovano sempre all'equatore, ma nel fuso ovest questa si trova 1500 km ad ovest del meridiano 9° E, e nel fuso est 2520 km ad ovest del meridiano 15° E.
== Storia ==
Tra i [[popoli albensi]], che a seguito della distruzione di [[Alba Longa]], furono costretti a trasferirisi a Roma, anche se equiparati nei diritti agli stessi romani, sono citati i ''Velienses'', dal nome del colle che andarono a popolare.
 
Sulla Velia si trovava la [[domus]] di [[Publio Valerio Publicola]], che lo stesso fece demolire in una sola notte, non appena seppe che tra il popolo girava la voce che avesse intenzione di farsi re. Ricostruita la sua Domus alle pendici dello stesso colle, alla sua morte, al posto domus casa fu eretto il tempio dedicato alla dea [[Vica Pota]].<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita]], II, 7.6</ref> Accanto alla casa si trovava anche la tomba, che gli fu concesso di costruire in via eccezionale dentro il ''[[pomerium]]''. Il Colle rimase comunque appannaggio della [[Gens Valeria|famiglia dei Valeri]], una delle famiglie romane più illustri ed influenti, che qui ebbero la loro residenza principale.
 
Sin dai tempi antichi, il colle fu oggetto di opere edili, che ne modificarono profondamente la forma originale. Sul lato orientale sono state ritrovate pavimentazioni di abitazioni risalenti all'epoca repubblicana. Sotto la [[Basilica di Massenzio]], è stata ritrovata la pavimentazione di [[horrea|magazzini]] della prima epoca imperiale (horre piperitaria, perché vi si conservava il pepe).<ref>[https://www.romanoimpero.com/2019/05/horrea-romane-magazzini-romani.html Horrea su Romano Impero]</ref> Dopo il [[Grande incendio di Roma]] [[Nerone]] sul suo lato orientale vi fece costruire l'atrio della sua [[Domus Aurea]], dove poi fu costruito il [[Tempio di Venere]], mentre la sua parte occidentale fu sbancata per la costruzione del [[Tempio della Pace]].<ref name="Terrenato" />
[[Categoria:geografia]]
 
Infine, la collina venne in gran parte sbancata negli [[anni 1930|anni trenta]] per l'apertura di [[Fori Imperiali|via dei Fori Imperiali]], puntellando ciò che ne rimaneva con l'alto muro di sostegno che ora delimita la strada verso nordest. I lavori portarno al rinvenimento, poco distante dal Tempio di Venere, di un piccolo altare, il [[Compitum Acili]] descritto da [[Guglielmo Gatti]], costruito per i [[Lares Compitales]], le divinità preposte a sorvegliare gl incroci.
 
==Edifici antichi ==
Sull'area della collina risparmiata dagli sterri (compresa grosso modo nel triangolo tra le attuali [[Via Cavour (Roma)|via Cavour]], [[Via dei Fori Imperiali|Fori imperiali]] e via degli Annibaldi) sorgono tuttora, a destra guardando il [[Colosseo]], i resti del [[tempio di Venere e Roma]] e della [[Basilica di Massenzio]], e a sinistra quanto rimane del [[Palazzo Silvestri-Rivaldi]] e del suo giardino.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*[[Andrea Carandini]], ''Palatino, Velia e Sacra via. Paesaggi urbani attraverso il tempo'', Ghezzano (PI) 2005. ISBN 88-8476-014-3
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.archaeogate.org/classica/pubblicazione.php?id=118 Recensione al volume di Carandini] sul sito Archeogate.
*{{cita web|http://www.the-colosseum.net/ita/architecture/velia-it.htm|Lo sterro degli anni Trenta}}
 
{{Foro Romano}}
{{Regio IV Templum Pacis}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|Roma}}
 
[[Categoria:Colli di Roma]]
[[Categoria:Roma R. X Campitelli]]
[[Categoria:geografiaForo Romano]]