Israele e Castello giudiziario di Derby: differenze tra le pagine

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{{Infobox struttura militare
{{Avvisounicode}}
|Nome = Castello giudiziario di Derby
{{nota disambigua|l'eroe [[eponimo]] di '''Israele''' e/o '''Israel''' come [[popolo ebraico]]|[[Giacobbe]]}}
|Nome originale =
{{nota disambigua|il [[prenome|nome proprio di persona]] maschile|[[Israele (nome)]]}}
|Parte di =
{{Stato
|Posizione geografica = Italia settentrionale
|nomeCorrente=Israele
|Struttura = Castello
|nomeCompleto=Stato d'Israele
|Immagine = Derby abc4.JPG
|nomeUfficiale='''מדינת ישראל''' (''Medinat Yisra'el'')<br />'''دولة اسرائيل''' (''Dawlat Isrā'īl'')
|Didascalia =
|linkBandiera=Flag of Israel.svg
|Stato =
|linkStemma=Coat_of_arms_of_Israel.svg
|Stato attuale = ITA
|paginaStemma=Stemma di Israele
|Suddivisione = {{IT-VAO}}
|paginaBandiera=Bandiera di Israele
|Nomemappa = NordItalia
|linkLocalizzazione=LocationIsrael.svg
|Città = Derby, [[La Salle (Italia)|La Salle]]
|linkMappa=Israel-CIA_WFB_Map_(2004).png
|LatGradi = 45
|motto=<!-- il motto dello stato (se esiste) -->
|LatPrimi =43
|lingua=[[lingua ebraica|ebraico]], [[lingua araba|arabo]]
|LatSecondi =31.8
|capitale=[[Gerusalemme]]
|LatNS = N
|capitaleAbitanti={{TA|681 000}}
|LongGradi = 7
|capitaleAbitantiAnno=[[2006]]; non riconosciuta dalla comunità internazionale<ref>''sezione'', "[[#Gerusalemme, capitale contestata|Gerusalemme, capitale contestata]]".</ref>[[Tel Aviv]]<ref>de facto</ref>
|LongPrimi = 5
|governo=[[repubblica parlamentare]]
|LongSecondi = 20.1
|presidente=[[Shimon Peres]]
|LongEW = E
|primoMinistro=[[Benjamin Netanyahu]]
|Tipologia = Castello
|elenco capi di stato=[[Presidenti di Israele|Presidente]]
|Utilizzatore =
|elenco capi di governo=[[Primi ministri di Israele|Primo ministro]]
|Primo proprietario = canonici di Aosta
|indipendenza=[[14 maggio]] [[1948]]
|Stile =
|ingressoONU=[[11 maggio]] [[1949]]
|Funzione strategica = Castello ecclesiastico
|superficieTotale={{TA|20 770}} / {{TA|22 072}}<ref>Escluse / Incluse le [[alture del Golan]] e [[Gerusalemme Est]].</ref>
|Termine funzione strategica =
|superficieOrdine=151
|Inizio costruzione = XIII
|superficieAcqua=~2
|Termine costruzione =
|popolazioneTotale= 7.9 milioni
|Costruttore =
|popolazioneAnno=2012
|Materiale = pietra
|popolazioneOrdine=98
|Armamento =
|popolazioneDensita=365
|Altezza =
|popolazioneCrescita = 1,541% (2012)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2002.html|titolo=Population growth rate|accesso=28 febbraio 2013|opera=CIA World Factbook|lingua=en}}</ref>
|Demolizione =
|confini = [[Egitto]], [[Stato di Palestina|Stato palestinese]], [[Giordania]], [[Libano]], [[Siria]]
|Condizione attuale =
|continente=[[Asia]]
|Proprietario attuale =
|orario=[[Tempo Coordinato Universale|UTC]] +2
|Visitabile = no
|valuta=[[nuovo siclo israeliano]]
|Presidio =
|PIL = 257480<ref name=IMF>[http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2013/02/weodata/index.aspx Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013]</ref>
|Comandante attuale =
|PILValuta = $
|Comandanti storici =
|PILAnno = 2012
|PILOrdineOccupanti = 40
|Azioni di guerra =
|PILprocapite = 33433
|Eventi =
|PILprocapiteValuta = $
|Note =
|PILprocapiteAnno = 2012
|Sito web =
|PILprocapiteOrdine = 26
|PILPPARef = 260909
|PILPPAValuta = $
|PILPPAAnno = 2012
|PILPPAOrdine = 49
|PILPPAprocapite = 33878
|PILPPAprocapiteValuta = $
|PILPPAprocapiteAnno = 2012
|PILPPAprocapiteOrdine = 25
|HDI=0,888 (molto alto)
|HDIAnno=2011
|HDIOrdine=17
|TFT= 3,0 (2010)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2010|accesso=12 febbraio 2013}}</ref>
|energia=<!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
|tld=.il
|telefono=+972
|targa=IL
|inno=[[Hatikvah]]
|festa=[[Yom HaAtzmaut]] (5 [[Iyar]])
|stato precedente = [[File:Palestine-Mandate-Ensign-1927-1948.svg|20px|border]] [[Mandato britannico della Palestina|Palestina britannica]]
}}
Il '''castello giudiziario di Derby''', ''castello giudiziale''<ref name=nigra105/> o ''casaforte di Derby''<ref name=nigra105/>, in epoca medievale era il centro giurisdizionale della [[signoria]] [[ecclesia]]stica di Derby, oggi frazione di [[La Salle (Italia)|La Salle]], in [[Valle d'Aosta]]. Era solo uno degli edifici fortificati di Derby, l'unico edificio di un certo rilievo conservatosi insieme al [[Castello notarile di Derby|palazzo notarile]].
[[File:MiddleEast.A2003031.0820.250m.jpg|thumb|]]
[[File:BritishMandatePalestine1920.png|thumb|]]
[[File:Jerusalem from mt olives.jpg|thumb|]]
[[File:1 Palestine Pound 1939 Obverse.jpg|thumb|]]
[[File:عملة فلسطينية معدنية.jpg|thumb|]]
[[File:British Mandate Palestinian passport.jpg|thumb|]]
 
Lo '''Stato d'Israele''' (in [[lingua ebraica|ebraico]]: {{Link audio|He-Medinat Israel.ogg|מדינת ישראל}}, ''Medinat Yisra'el''; in [[lingua araba|arabo]]: دولة اسرائيل, ''Dawlat Isrā'īl'') è uno Stato del [[Vicino Oriente]] situato in Palestina, area che secondo la [[Bibbia]] ospitò in epoca antica i [[Regno di Israele|regni di Davide e Salomone]], si affaccia sul [[Mar Mediterraneo]].
 
Il 29 novembre 1947 l'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite]] nella Risoluzione 181 approvava il [[piano di partizione della Palestina]], che prevedeva la costituzione di due stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo.
 
Il moderno Stato d'Israele (''Stato Ebreo e democratico''<ref>[http://books.google.it/books?id=QNYdng4YpNgC&printsec=frontcover&dq=cambridge+jewish+history&hl=en&sa=X&ei=wk17UoO-EIOBhAf2qYHgAw&ved=0CDEQ6AEwAA#v=onepage&q=a%20jewish%20and%20democratic%20state&f=false The Cambridge Guide to Jewish History, Religion, and Culture, 2010, p. 270]</ref>)fu proclamato unilateralmente da [[David Ben Gurion]] il [[14 maggio]] [[1948]], alla scadenza del [[Mandato britannico della Palestina]].
Israele confina con l'[[Egitto]] a Sud, il [[Mar Mediterraneo]] ad Ovest, la [[Giordania]] ad Est, il [[Libano]] a Nord e la [[Siria]] a Nord-Est.<ref>{{Cita pubblicazione |url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/is.html |titolo=Israel |autore= |data= |work=CIA Factbook |editore=CIA |accesso=13 aprile 2010}}</ref><ref>http://www.un.org/Depts/Cartographic/map/profile/israel.pdf</ref> La sovranità di Israele non è riconosciuta dalla quasi totalità degli stati arabi (fanno eccezione le due nazioni che hanno firmato accordi di pace con israele, [[Egitto]] e [[Giordania]]; mentre l'ANP, l'organismo preposto al governo dello [[Stato di Palestina]] ha riconosciuto ufficialmente Israele solo nel periodo tra il 1993 e il 2001).
 
I suoi confini e la sua stessa esistenza furono oggetto di [[Conflitti arabo-israeliani|molti conflitti]] con i paesi limitrofi già a partire dal 1948. Ad oggi, Israele ha raggiunto accordi definitivi sui confini solo con [[Egitto]] ([[1979]]) e [[Giordania]] ([[1994]]). Continuano a non essere reciprocamente riconosciuti quelli con [[Siria]] e [[Libano]]. Resta a tutt'oggi in discussione anche lo status finale di territori come la Cisgiordania (in ebraico: יהודה ושומרון, Yehuda ve'Shomron), amministrata da Israele, e la [[Striscia di Gaza]], auto-governata da [[Hamas]] dal 2007 e teatro di scontri armati tra palestinesi e israeliani.
 
{{cn|La comunità internazionale considera come confini internazionali con Siria e Libano quelli vigenti all'epoca dei [[Mandato|Mandati]] tra le due guerre mondiali, e come confine ''de facto'' tra Israele e [[Stato di Palestina]] la ''Linea verde'' tracciata al tempo degli armistizi successivi alla [[guerra arabo-israeliana del 1948]]}}.
 
La popolazione israeliana nel 2012 conta 7 milioni e 836 unità. È l'unico Stato al mondo a maggioranza [[ebrei|ebraica]] (circa il 76,4% della popolazione), con una consistente minoranza di [[arabi]] (in prevalenza di religione [[Islam|musulmana]], ma anche [[Cristianesimo|cristiana]] o [[Drusi|drusa]]).<ref>{{lingue|en|he}} [http://www1.cbs.gov.il/shnaton57/st02_07x.pdf Statistical abstract of Israel 2006], Israeli Central Bureau of Statistics (.pdf file).</ref>
 
Lo Stato d'Israele non ha una [[Costituzione]] scritta e ha come capitale unica e indivisibile [[Gerusalemme]] (secondo la ''Legge Fondamentale'' del [[1980]]).
 
== Etimologia ==
Sull'etimologia del nome ''Israele'' non esiste un'opinione comune. Secondo Hamilton, il nome deriva dall'unione del verbo ''śarar'' ("governare", "avere autorità") e del sostantivo ''el'' ("Dio"). Il significato sarebbe dunque "Dio governa" o "Possa Dio governare".<ref>{{en}} Victor P. Hamilton, ''The Book of Genesis: Chapters 18-50'', Wm. B. Eerdmans Publishing Company, Grand Rapids (Michigan), 1995, ISBN 0-8028-2309-2.</ref>
 
Secondo Geller, invece, l'etimo è da rintracciarsi nel verbo ''śarah'' ("combattere"), dal momento che Giacobbe cambia nome dopo la lotta con una possibile manifestazione divina. In questo caso, il significato sarebbe "Colui che ha combattuto con Dio" o "Dio combatte".<ref>{{en}} Stephen A. Geller, ''The Struggle at the Jabbok: The Uses of Enigma in a Biblical Narrative'', saggio contenuto in "The Journal of the Ancient Near Eastern Society", numero 14, pag. 46.</ref>
 
{{citazione necessaria|Un'interpretazione comune}} fa derivare il nome dal soprannome di [[Giacobbe]], ovvero Israele (איש רואה אל, ''Ish roe El'', che tradotto significa "l'uomo che vide (l'angelo di) [[JHWH]]"). "Eretz Yisrael" avrebbe dunque il significato di "Terra di Giacobbe". La grafia di questa interpretazione (ישראל) è quella più aderente alla parola Israele (ישראל).
 
Il documento più antico su cui appare la parola "Israele" è la cosiddetta "[[Stele di Merenptah]]", una [[stele]] risalente al [[1209 a.C.|1209]]-[[1208 a.C.]] circa che documenta le campagne militari nella terra di [[Canaan]] del [[Faraone]] della [[XIX dinastia egizia|XIX dinastia]]. La stele parla di Israele come di uno tra i tanti popoli di pastori-nomadi della regione, piuttosto che di una nazione bene organizzata:<ref>{{en}} [http://www.ebonmusings.org/atheism/otarch2.html#merneptah ''The Stones Speak: The Merneptah Stele''], Ebonmusings.org. Una traduzione in [[lingua italiana|italiano]] dell'estratto riportato è disponibile {{cita web|url=http://www.geocities.com/athens/oracle/4168/history/merenpth.htm|titolo=qui|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.reocities.com/athens/oracle/4168/history/merenpth.htm|urlarchivio2=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/athens/oracle/4168/history/merenpth.htm}}.</ref>
{{quote|[…] I principi prosternati gridano pietà! Nessuno alza la testa fra i Nove Archi. Il paese di Tjehnu è distrutto, il Khatti è in pace, Canaan è stata saccheggiata con tutto il male, Ascalona è presa e Gezer catturata, Yenoam è ridotta come se non fosse mai esistita. Israele è desolata e non ha più seme,<ref>Qui il termine "''seme''" è inteso come "''discendenza''".</ref> Khor è rimasta vedova per To-meri […]}}
Il nome ''Israele'' viene citato anche nel Libro della [[Genesi]] ({{passo biblico|Gen|32,28}}), dove viene raccontato l'episodio in cui Dio cambia il nome a Giacobbe, chiamandolo, per l'appunto, Israele.
 
Infine, {{citazione necessaria|secondo quanto riportato dalla [[Bibbia di Re Giacomo]], il nome potrebbe derivare dal sostantivo ''śur'' ("principe"), determinando dunque il significato di "Principe di Dio".}}
 
Lo Stato moderno prende comunque il nome dal termine biblico, nonostante fossero stati proposti <!-- Da chi? --> altri nomi (''[[Eretz Yisrael]]'', ''[[Sion (monte)|Sion]]'' o ''Zion'', ''[[Giudea]]'' e ''Nuova Giudea'').
 
== Storia ==
[[File:Casaforte di derby, fig 233, nigra.tiff|thumb|left|Il Castello giudiziario di Derby in una foto d'epoca.]]
{{Vedi anche|Storia di Israele}}
Costruito nel [[XIII secolo]]<ref>Per il Nigra risale al [[XV secolo]] Cfr. {{cita|Carlo Nigra|pp. 105-106}}</ref>, il castello giudiziario in origine appartenne ai canonici di Aosta, ma non è certo se fosse sotto il controllo dei canonici di [[Collegiata di Sant'Orso|sant'Orso]] o dei canonici della [[Cattedrale di Aosta|cattedrale]].<ref>Quel che sappiamo è che Derby, insieme a La Thuile, Pré-Saint-Didier, Morgex e La Salle, fece parte della [[castellania]] della [[Valdigne]] e che fu [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] a infeudarvi i canonici di san Giovanni e di sant'Orso nel 1040. Cfr. {{cita|Carlo Nigra|pp. 105-106}}</ref>
=== Il popolo ebraico prima della nascita di Israele ===
==== Il popolo ebraico nell'antichità e nel medioevo ====
Una serie di regni e stati ebraici (vedi [[Dodici tribù di Israele]]) ebbe vita nella regione per oltre un millennio a partire dalla metà del secondo millennio a.C. Ricordiamo per brevità il [[Regno di Israele]] distrutto nel [[722 a.C.]], anno dell'invasione assira, e il [[Regno di Giuda]] (distrutto nel [[587 a.C.]]) con la distruzione del tempio da parte di Nabucodonosor II e deportazione a Babilonia della popolazione. Dopo l'[[esilio babilonese]] nel 538/7 a.C. Ciro il Grande che nel 539 a.C. conquista Babilonia, emana un decreto che autorizza gli esuli Ebrei a tornare in patria. Tuttavia la ricostituzione di Giuda non fu immediata per probabile indolenza anche da parte degli stessi esuli oltre che a causa di resistenze e opposizioni esterne, e ciò è dimostrato dall'episodio narrato nel libro di Neemia (Neemia 2:1) avvenuto nel 20º anno di Artaserse I. Il monarca, accogliendo la supplica di Neemia suo coppiere, emanò l'editto che autorizzava la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. L'editto di Artaserse I risale quindi al 445/4 a.C. Giuda fu posto sotto protettorati diversi, dai [[Persiani]] ai [[Storia romana|Romani]], fino al fallimento della [[guerre giudaiche|grande rivolta ebraica]] contro l'[[Impero Romano]], che provocò la massiccia espulsione degli Ebrei dalla loro patria ([[Diaspora ebraica]]).
 
== Descrizione ==
Nel [[VII secolo]], l'[[Impero Bizantino]] perse la regione per mano degli Arabi che, insediandosi, vi attrassero nuovi coloni, specialmente dalle regioni meridionali della [[Penisola araba]]. Dopo un fortunato periodo sotto il [[Califfo|califfato]] [[Omayyadi|omayyade]], l'area decadde progressivamente in età [[Abbasidi|abbaside]], trovando una qualche nuova vitalità in periodo [[Tulunidi|tulunide]] prima di ricadere sotto il controllo delle tribù nomadi dei Banū Kalb e dei Banū Kilāb.
[[File:Casaforte detta giudiziale, derby, pianta attuale, lug 1936, fig 232, disegno nigra.tiff|thumb|left|La piantina del Castello giudiziario di Derby nel luglio del 1936 ([[Carlo Nigra]]).]]
Il castello si presenta con una struttura massiccia a pianta quadrata, di tre piani; è dotato dei resti di una cinta muraria (o un recinto) con torretta angolare a sezione circolare che presenta alcune feritoie: secondo [[Carlo Nigra]], in origine le torrette sospese erano probabilmente due.
L'accesso, non rialzato se non di qualche scalino, è protetto da una [[caditoia]].
Un tempo, i vari piani erano raggiungibili solo tramite una [[scala alla cappuccina]]: la scala a chiocciola fu aggiunta successivamente.<ref name=nigra105>{{cita|Carlo Nigra|pp. 105-106}}.</ref>
 
Nei sotterranei, adibiti a prigione, venivano portati i rei in attesa di giudizio qui lasciati nel caso in cui fossero ritenuti colpevoli. Tra le cause di lite per le quali si poteva essere condotti in giudizio è citato il furto di legname.
Con le [[Crociata|Crociate]] e le successive dominazioni dei [[Fatimidi]], [[Zengidi]], [[Ayyubidi]] e [[Mamelucchi]], la regione riacquistò una certa importanza. I nuovi dominatori [[Impero Ottomano|Ottomani]] non furono invece del tutto all'altezza del compito, abbandonando l'amministrazione dell'area nelle poco capaci mani degli sconfitti Mamelucchi, trasformati in loro vassalli.
 
Secondo la tradizione, una galleria sotterranea menerebbe dal castello giudiziario al [[Castello notarile di Derby|palazzo notarile di Derby]], sulla stessa strada.
Malgrado un tentativo della dinastia [[khedivè|khediviale]] di [[Mehmet Ali]] di annettersi la regione, grazie ad alcune azioni militari tentate dal figlio del fondatore [[Isma'il Pascià|Ismāʿīl Pascià]], gli Ottomani rimasero al potere fino alla [[Prima guerra mondiale|I guerra mondiale]] che li vide soccombenti per la loro alleanza con gli Imperi Centrali.
 
Oggi la struttura si presenta trasformata in fattoria.
Nell'immediato dopoguerra fu creato in [[Palestina]] e in [[Transgiordania]] un [[Mandato]] della [[Società delle Nazioni]], affidato alla [[Gran Bretagna]], mentre in [[Siria]] un altro Mandato fu attribuito alla [[Francia]].
 
==Note==
==== Il Sionismo e il Mandato britannico ====
<references/>
{{Vedi anche|Mandato britannico della Palestina|Sionismo}}
[[File:Herzl-balcony.jpg|thumb|left|[[Theodor Herzl]], fondatore del [[Sionismo]], nel 1901|upright|alt=Un uomo con una lunga barba nera su un balcone.]]
La popolazione ebraica che sempre aveva abitato la zona, ricominciò ad aumentare costantemente alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Fu in quel periodo che si sviluppò il [[Sionismo]], movimento laico che costituiva una piattaforma comune di idee sociali e politiche differenti e auspicava e prometteva la fondazione di uno Stato ebraico. Il Sionismo ebbe da allora prima in [[Theodor Herzl]] e poi in [[Chaim Weizmann]] e David Ben Gurion i suoi promotori.
 
==Bibliografia==
Alla fine della [[Prima guerra mondiale]], la [[Società delle Nazioni]] trasferisce la [[Palestina]] sotto il controllo dell'[[Impero britannico]], togliendola all'[[Impero Ottomano]]. I britannici, con la [[Dichiarazione Balfour (1917)|Dichiarazione Balfour]], si erano fatti promotori della costituzione di un "''focolare nazionale''" ("''national home''") ebraico in Palestina favorendo lo stanziamento di immigrati ebrei che vedevano in quelle aree un modo per sfuggire alle discriminazioni alle quali erano ancora sottoposti.
*Insegnanti e alunni delle scuole materne e primarie di La Salle (a cura di), ''Chateau judiciaire'', in ''51° Concours Cerlogne'', La Salle, maggio 2013, p. 25. (fonte)
*{{cita libro|nome=André|cognome=Zanotto|wkautore=André Zanotto|titolo=Castelli valdostani|editore=Musumeci|città=Quart (AO)|dataoriginale=1980|data=2002|pagine=112|isbn=88-7032-049-9}}
*{{cita libro|autore=Carlo Nigra|wkautore=Carlo Nigra|titolo=Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI. La Valle d'Aosta|editore=Musumeci|città=Quart (AO)|anno=1974}} (fonte)
 
==Voci correlate==
A seguito della massiccia immigrazione di popolazioni ebraiche provenienti in gran parte dall'Europa orientale, organizzata per lo più dal movimento sionista, la popolazione ebraica nella regione che poi sarebbe divenuta Israele, passò dalle circa {{TA|80 000}} unità registrate nel [[1918]] a {{TA|175 000}} nel [[1931]] e a {{TA|400 000}} nel [[1936]], causando non pochi attriti con la popolazione araba preesistente.
*[[Castelli in Valle d'Aosta]]
 
==Altri progetti==
Nel [[1939]] l'amministrazione britannica, a seguito delle conseguenze dei [[Moti in Palestina del 1929|moti del 1929]] e soprattutto dei quasi quattro anni di guerra civile conosciuta come [[Grande rivolta araba (1936-1939)|Grande rivolta araba]], pose forti limitazioni all'immigrazione e alla vendita di terreni a ebrei, e respinse le navi cariche di immigranti ebrei in arrivo, proprio alla vigilia della [[Shoah]]. {{citazione necessaria|L'avvento del [[Nazismo]] e la tragedia della [[Shoah]] portarono a un ulteriore [[flusso migratorio di ebrei]] provenienti da diverse nazioni europee.}} <!--- E' un falso, ma chi le scrive certe cose? -->
{{Interprogetto|commons=category:Castello giudiziario di Derby}}
 
=== Storia dello Stato di Israele ===
==== Nascita dello stato ====
[[File:Israel-1947-1949.jpg|right|thumb|250px|Territori riconosciuti ad Israele dall'ONU e conquiste del 48-49]]
Nel [[1947]] l'Assemblea delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] (che allora contava 52 Paesi membri), dopo sei mesi di lavoro da parte dell'UNSCOP (''United Nations Special Committee on Palestine''), il 29 novembre approvò la Risoluzione dell'Assemblea Generale n. 181<ref>[http://www.yale.edu/lawweb/avalon/un/res181.htm Il testo della Risoluzione 181 dell'ONU]</ref>, con 33 voti a favore, 13 contro e 10 astenuti, che prevedeva la creazione di uno Stato arabo (sul 42,8% del territorio e con una popolazione di {{TA|800 000}} arabi e {{TA|10 000}} ebrei) e di uno Stato ebraico (sul 56,4% del territorio e con una popolazione di {{TA|500 000}} ebrei e {{TA|400 000}} arabi). La città di Gerusalemme e i suoi dintorni (il rimanente 0,8% del territorio), con i luoghi santi alle tre religioni monoteiste, avrebbe dovuto diventare una zona separata sotto l'amministrazione dell'ONU. Secondo il piano, lo Stato ebraico avrebbe compreso tre sezioni principali, collegate da incroci extraterritoriali; lo Stato arabo avrebbe avuto anche un'''enclave'' a [[Giaffa]].
 
Nella sua relazione l'UNSCOP<ref>[http://www.mideastweb.org/unscop1947.htm relazione dell'UNSCOP]</ref> si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giungendo alla conclusione che soddisfare le pur motivate richieste di entrambi era "''manifestamente impossibile''", ma che era anche "''indifendibile''" accettare di appoggiare solo una delle due posizioni. Nel decidere su come spartire il territorio considerò, per evitare possibili rappresaglie da parte della popolazione araba, la necessità di radunare tutte le zone dove i coloni ebrei erano presenti in numero significativo (seppur spesso in minoranza<ref>Si veda [http://www.passia.org/images/pal_facts_MAPS/dist_of_pop_jews_and_palestinians_1946.gif la mappa della distribuzione della popolazione] nel [[1946]], dal sito passia.org</ref>) nel futuro territorio ebraico.
 
La Gran Bretagna, che negli anni trenta durante la Grande rivolta araba aveva già tentato diverse volte senza successo di spartire il territorio tra la popolazione araba preesistente e i coloni ebrei in forte aumento, si astenne nella votazione e rifiutò apertamente di seguire le raccomandazioni del piano, che riteneva si sarebbe rivelato inaccettabile per entrambe le parti; ben presto annunciò che avrebbe terminato comunque il proprio mandato il [[15 maggio]] [[1948]].
 
Le reazioni alla risoluzione dell'ONU furono diversificate: la maggior parte degli ebrei, rappresentati ufficialmente dall'[[Agenzia Ebraica]], l'accettarono, pur lamentando la non continuità territoriale tra le varie aree assegnate allo Stato ebraico. Gruppi più estremisti, come l'[[Irgun]] e la [[Banda Stern]], la rifiutarono, essendo contrari alla presenza di uno Stato arabo in quella che consideravano "''la Grande Israele''", nonché al controllo internazionale di Gerusalemme.
 
Tra la popolazione araba la proposta fu rifiutata, con diverse motivazioni: alcuni negavano totalmente la possibilità della creazione di uno Stato ebraico; altri criticavano la spartizione del territorio che ritenevano avrebbe chiuso i territori assegnati alla popolazione araba (oltre al fatto che lo Stato arabo non avrebbe avuto sbocchi sul [[Mar Rosso]] né sulla principale risorsa idrica della zona, il [[Mar di Galilea]]); altri ancora erano contrari perché agli ebrei, che allora costituivano una minoranza (un terzo della popolazione totale che possedeva solo il 7% del territorio), fosse assegnata la maggioranza (56%, ma con molte zone desertiche) del territorio (anche se la commissione dell'ONU aveva preso quella decisione anche in virtù della prevedibile immigrazione di massa dall'Europa dei reduci delle persecuzioni della [[Germania nazista]]); gli stati arabi infine proposero la creazione di uno Stato unico federato, con due governi.
[[File:Declaration of State of Israel 1948.jpg|right|thumb|250px|[[David Ben Gurion]] (Primo Ministro di Israele) durante la dichiarazione della nascita dello Stato di Israele, il 14 maggio 1948, a Tel Aviv, sotto un grande ritratto di [[Theodor Herzl]], comunemente considerato il fondatore del pensiero sionista.]]
 
Tra il dicembre del [[1947]] e la prima metà di maggio del [[1948]] vi furono cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il piano Dalet (o "Piano D") dell'Haganah, messo a punto tra l'autunno del 1947 e i primi mesi del 1948, aveva come scopo la difesa e il controllo del territorio del quasi neonato Stato israeliano, e degli insediamenti ebraici a rischio posti al di là del confine di questo. Il piano, seppur ufficialmente solo difensivo, prevedeva comunque, tra le altre cose, la possibilità di occupare "''basi nemiche''" poste oltre il confine (per evitare che venissero impiegate per organizzare infiltrazioni all'interno del territorio), e prevedeva la distruzione dei villaggi palestinesi ("''setting fire to, blowing up, and planting mines in the debris''" ovvero "''dar fuoco, brillare e minare le rovine''") espellendone gli abitanti oltre confine, ove la popolazione fosse stata "''difficile da controllare''"<ref>{{en}}[http://www.mideastweb.org/pland.htm Il Piano Dalet], dal sito MidEast Web Historical Documents</ref>, situazione che ha portato diversi storici a considerare il piano stesso indirettamente responsabile di massacri e azioni violente contro la popolazione palestinese (seppur non presenti né giustificate esplicitamente dal piano), in una specie di tentativo di ''pulizia etnica''<ref>Si veda per es {{en}}[http://imeu.net/news/article008084.shtml FAQ on Plan Dalet] dal ''The Institute for Middle East Understanding'' o la [http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=19095 recensione] del libro dello storico [[Ilan Pappé]], ''La pulizia etnica della Palestina'', Fazi Edizioni.</ref>. L'impatto emotivo sull'opinione pubblica del [[massacro di Deir Yassin]], avvenuto il 9 aprile ad opera di membri dell'Irgun e della Banda Stern ed all'insaputa dell'Haganah, fu una delle cause principali della fuga degli abitanti nei mesi seguenti.
 
Il [[14 maggio]] del [[1948]] venne dichiarata unilateralmente la nascita dello Stato di Israele, un giorno prima che l'ONU stessa, come previsto, ne sancisse la creazione.
 
Il [[15 maggio]], le truppe britanniche si ritirarono definitivamente dai territori del Mandato.
 
==== La guerra d'indipendenza ====
{{vedi anche|Guerra arabo-israeliana del 1948}}
Lo stesso 15 maggio 1948 gli eserciti di [[Egitto]], [[Siria]], [[Libano]], [[Iraq]] e [[Transgiordania]], attaccarono l'appena nato Stato di Israele. L'offensiva venne bloccata dall'[[Forze di Difesa Israeliane|esercito israeliano]], e le forze arabe vennero costrette ad arretrare. Israele distrusse centinaia di villaggi palestinesi, concausa dell'esodo degli abitanti<ref>PAPPE I., The Making of the Arab-Israeli Conflict, 1947-1951, London, 1992, p. 92)"</ref>. La guerra terminò con la sconfitta araba nel maggio del [[1949]], e produsse 711&nbsp;000 profughi arabo-palestinesi<ref>[http://domino.un.org/unispal.nsf/9a798adbf322aff38525617b006d88d7/93037e3b939746de8525610200567883 Rapporto Generale e Rapporto Supplementare della Commissione di Conciliazione dell'ONU per la Palestina, sul periodo 11 dicembre 1949 - 23 ottobre 1950], pubblicato dalla [[Commissione di Conciliazione dell'ONU]], [[23 ottobre]] [[1950]]. (U.N. General Assembly Official Records, 5th Session, Supplement No. 18, Document A/1367/Rev. 1) La Commissione asseriva che le stime erano state le più accurate possibili, "per quanto le circostanze lo avevano permesso", e attribuiva che la stima più elevata fosse motivata, fra le altre cose, "dal raddoppio delle tessere di razionamento, dall'incremento di persone che erano state deportate da aree diverse da quelle occupate da Israele e da persone che, per quanto non deportate, erano ridotte alla miseria."</ref>. Alcuni hanno rivelato che numerosi palestinesi seguitarono a credere che gli eserciti arabi avrebbero prevalso ed affermarono pertanto di voler tornare nelle loro terre d'origine.<ref name=NYPost>"The Arab Refugees", ''[[The New York Post]]''. 30 novembre 1948. [http://www.varchive.org/obs/481130.htm Reproduction].</ref> Analogamente, circa 600&nbsp;000 [[Esodo ebraico dai paesi arabi|profughi ebrei]] dovettero abbandonare le loro case nei paesi arabi.
 
In seguito all'armistizio ed al ritiro delle truppe ebraiche l'Egitto occupò la [[striscia di Gaza]], mentre la Transgiordania occupò la [[Cisgiordania]], assumendo quindi il nome di Giordania. Israele si annesse la [[Galilea]] e altri territori a maggioranza araba conquistati nella guerra. Negli anni immediatamente successivi, dopo l'approvazione ([[5 luglio]] [[1950]]) della [[Legge del ritorno|Legge del Ritorno]] da parte del governo israeliano, si assistette ad una nuova forte immigrazione ebraica, che portò al raddoppio della popolazione di Israele. In gran parte, inizialmente, si trattò di profughi ebrei [[sefarditi]] provenienti dai paesi arabi, espulsi dai loro paesi di origine dopo la nascita dello Stato.
 
Per il suo ruolo nel negoziare gli armistizi del 1948 e [[1949]], [[Ralph Bunche]] ricevette il [[Premio Nobel per la Pace]] nel [[1950]].
 
Israele mantenne la legge militare per gli ''arabi israeliani'' fino al [[1966]].
 
==== La crisi di Suez, la guerra dei sei giorni e la guerra del Kippur ====
{{vedi anche|Crisi di Suez|Guerra dei sei giorni|Guerra del Kippur}}
Il 23 luglio [[1952]] un gruppo chiamato "Liberi Ufficiali" depose l'allora sovrano d'Egitto Re Faruk e salì al potere il loro leader [[Gamal Abd el-Nasser]], conosciuto in occidente semplicemente come Nasser. Egli procedette ad un progressivo distaccamento dall'Inghilterra stipulando con essa degli accordi secondo i quali avrebbero sgombrato il [[canale di Suez]] a patto che l'Egitto chiedesse loro aiuto in caso di minacce esterne. Nei tre anni seguenti vennero smantellate tutte le vecchie istituzioni, e nel [[1955]] le truppe egiziane subentrarono a quelle inglesi nel controllo del canale. Gli Inglesi interruppero immediatamente i rifornimenti di armi e i finanziamenti per la costruzione della [[diga di Assuan]], e in tutta risposta, nel [[1956]], Nasser nazionalizzò il [[canale di Suez]] e lo chiuse alle navi commerciali di Israele, iniziando al contempo un avvicinamento all'URSS. Israele, alleato a Francia e Regno Unito (paesi degli azionisti della società di costruzione e gestione del canale), intervenne militarmente.
 
Nel 1956 scoppiò la seconda guerra arabo-israeliana: preoccupati del riarmo egiziano sostenuto dalla [[Cecoslovacchia]], gli Israeliani, appoggiati da Inghilterra, Francia e USA, sferrarono un attacco preventivo contro l'Egitto riportando numerosi successi e annettendo la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai. Il conflitto si risolse tuttavia grazie ad una trattativa tra USA e URSS, che aveva addirittura minacciato l'utilizzo del nucleare in difesa dell'Egitto.
 
Per il suo ruolo nell'imporre una soluzione pacifica, [[Lester Pearson]] ricevette il Premio Nobel per la Pace nel [[1957]].
 
Nel [[1967]], scoppiò un nuovo conflitto (il terzo) fra Israele e i vicini Paesi arabi, denominato [[guerra dei sei giorni]] per la sua esigua durata. Constatato che Egitto, Siria e Giordania stavano ammassando truppe a ridosso dei propri confini, Israele decise nuovamente di optare per un attacco preventivo. Sotto il comando dei generali [[Ytzhak Rabin]] (Capo di Stato Maggiore) e [[Moshe Dayan]] (Ministro della Difesa), dal 5 giugno 1967, in sole 6 ore Israele ridusse al silenzio le forze aeree nemiche, e in soli sei giorni sconfisse gli eserciti dei tre paesi arabi, conquistando la Cisgiordania con Gerusalemme Est (che erano sotto l'amministrazione giordana), la [[Penisola del Sinai]], le Alture del Golan, la [[Striscia di Gaza]], la [[Cisgiordania]] (Giudea e Samaria), occupando così vaste aree di territorio al di fuori dei propri confini originari.
 
Dopo la guerra, Israele annesse non solo la città di Gerusalemme (6&nbsp;km²), ma anche i villaggi cisgiordani circostanti (64&nbsp;km²). I palestinesi residenti nei territori annessi, ed a Gerusalemme Est, non ottennero i pieni diritti dei cittadini israeliani, ma solo quelli riconosciuti ai 'residenti permanenti' nello Stato di Israele; partecipano alle elezioni amministrative, ma non alle politiche per la [[Knesset]] (Parlamento)<ref>[http://www.btselem.org/english/Jerusalem/Legal_Status.asp Legal Status of East Jerusalem and its Residents | B'Tselem]</ref>.
 
Nel [[1973]] Egitto e Siria attaccarono a sorpresa Israele nel giorno della festività ebraica dello [[Yom Kippur]]. Nei primi giorni di conflitto, denominato oggi appunto [[guerra del Kippur]], i due paesi arabi ebbero la meglio ma, dopo una fase di stallo, le truppe israeliane riuscirono a riprendere il controllo della situazione e a rovesciare le sorti del conflitto, ricacciando egiziani e siriani al di là delle posizioni iniziali. Fu la quarta guerra arabo-israeliana.
 
In seguito, nel [[1978]], con gli accordi di [[Camp David]], Israele si impegnava a restituire la Penisola del Sinai, mentre l'Egitto si impegnava al riconoscimento dello Stato di Israele affiancandosi agli USA, e uscendo (espulso) dalla Lega Araba. Con il trattato per la prima volta si crearono normali relazioni diplomatiche fra Israele e uno dei Paesi confinanti.
 
==== Gerusalemme, capitale contestata ====
{{Vedi_anche|Gerusalemme|Status di Gerusalemme}}
[[Gerusalemme]] è stata proclamata capitale d'Israele nel [[1951]] e confermata come tale, nel [[1980]], con "Legge Fondamentale" promulgata dalla [[Knesset]].
 
Dal 1949 in poi, quasi tutte le istituzioni governative israeliane furono trasferite a Gerusalemme Ovest, mentre alcune, come il Ministero della Difesa, rimasero a Tel Aviv (città dalla quale [[Ben Gurion]] proclamò la nascita dello Stato d'Israele).
 
Le proclamazioni di Gerusalemme a capitale di Israele non sono state riconosciute come valide dalla comunità internazionale, e sono state anzi condannate da Risoluzioni ONU non vincolanti, poiché la città di Gerusalemme comprende territori non riconosciuti internazionalmente come israeliani. La [[Corte Internazionale di Giustizia]] ha confermato nel [[2004]] che i territori occupati dallo Stato di Israele oltre la "Linea Verde" del [[1967]] continuano ad essere "territori occupati", e dunque con essi anche la parte est di Gerusalemme, annessa da Israele nel [[1980]]. A rimarcare questa situazione, tutti gli Stati che hanno rapporti diplomatici con Israele mantengono le proprie ambasciate fuori da Gerusalemme, in genere a [[Tel Aviv]] o nelle immediate vicinanze.
 
Nel [[2006]] gli unici due Stati che avevano l'ambasciata a Gerusalemme, il [[El Salvador|Salvador]] e la [[Costa Rica]], hanno notificato al governo israeliano la decisione di spostare le proprie rappresentanze diplomatiche verso Tel Aviv. Successivamente a tale notifica, il Salvador l'ha spostata a [[Herzliya Pituach]] (un sobborgo di [[Herzliya]], città fondata da coloni sionisti nel [[1924]] e che prende il nome da [[Theodor Herzl]]), e la Costa Rica a [[Ramat Gan]] (un sobborgo di Tel Aviv). Il Congresso degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ha richiesto da diversi anni lo spostamento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, ma nessuno dei governi succedutisi ha messo in atto la decisione.<ref>[http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/PLAW-104publ45/content-detail.html Public Law 104 - 45 - Jerusalem Embassy Act of 1995<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
==== Gli interventi militari in Libano ====
{{vedi anche|Guerra del Libano (1978)|Guerra del Libano (1982)|Guerra del Libano (2006)}}
 
==== Il processo di pace ====
{{vedi anche|Conflitti arabo-israeliani|Proposte per uno Stato di Palestina}}
[[File:Bill Clinton, Yitzhak Rabin, Yasser Arafat at the White House 1993-09-13.jpg|right|thumb|[[Yitzhak Rabin]] e [[Yasser Arafat]] si stringono la mano e firmano gli [[Accordi di Oslo]], con [[Bill Clinton]] dietro di loro, 1993|alt=Un uomo in abito scuro a sinistra stringe la mano di un uomo sorridente con il tradizionale copricapo arabo a destra. Si distingue un uomo più giovane con le braccia aperte nel centro dietro di loro.]]
Gli accordi di pace di [[Camp David]] (1978) fra Israele ed Egitto furono preceduti dalla storica visita di [[Anwar Sadat]], presidente dell'Egitto, alla [[Knesset]] a Gerusalemme il [[19 novembre]] [[1977]]. [[Anwar Sadat]] e [[Menachem Begin]] ricevettero il [[Premio Nobel per la Pace]] 1978, ma Sadat fu ucciso da fondamentalisti islamici il 6 ottobre [[1981]]. Comunque, il ritiro di Israele dai territori egiziani occupati ([[Penisola del Sinai|Sinai]]) si completò come previsto nel [[1983]]. Da allora la pace ha tenuto, e l'Egitto ha spesso mediato fra Israele e i palestinesi.
 
Tra Israele e la Giordania il trattato di pace fu siglato a [[Wadi Araba]] il [[26 ottobre]] [[1994]] da re [[Hussein di Giordania]] e [[Yitzhak Rabin]]. La pace ha tenuto da allora.
 
Gli [[accordi di Oslo]] tra Israele e l'[[OLP]], conclusi il [[20 agosto]] [[1993]] da [[Mahmud Abbas]] e [[Shimon Peres]] e firmati a Washington D.C. il [[13 settembre]] da [[Yasser Arafat]], [[Yitzhak Rabin]] e [[Bill Clinton]], erano stati preceduti dalla [[prima Intifada]] ([[1987]]-[[1993]]). Yasser Arafat, Yitzhak Rabin e Shimon Peres ricevettero il Premio Nobel per la Pace nel [[1994]], ma Rabin fu ucciso da un estremista ebreo nel [[1995]]. Gli accordi istituirono l'[[Autorità Nazionale Palestinese]]. La [[seconda Intifada]] (2000) sancì il fallimento del processo avviato a Oslo. Nel [[2005]], Israele si è ritirato dalla [[Striscia di Gaza]], lasciando completamente il territorio nelle mani delle autorità [[palestinesi]].
 
== Geografia ==
[[File:MidbarYehuda01 ST 06.jpg|right|250px|thumb|Saline nel [[Mar Morto]]]]
[[File:Mount Tabor.jpg|right|250px|thumb|Visione del [[monte Tabor]]]]
[[File:Negev-2005-1.JPG|right|250px|thumb|[[Deserto del Negev]]]]
Israele si trova all'estremità orientale del Mar Mediterraneo.
Il territorio sovrano internazionalmente riconosciuto, esclusi cioè tutti i territori occupati nel [[1967]], ha una superficie di circa {{M|20 770|k|m2}}, di cui il 2% sono acque.<ref>[https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/is.html Pagina su Israele del CIA World Factbook]</ref> Il territorio sottoposto alla legge dello Stato di Israele, inclusi cioè [[Gerusalemme]] Est e il [[Alture del Golan|Golan]], ha una superficie di {{M|22 072|k|m2}}.<ref>{{lingue|en|he}} [http://www1.cbs.gov.il/shnaton57/st02_07x.pdf Area of Districts, Sub-Districts, Natural Regions and Lakes. Statistical abstract of Israel 2006], Israeli Central Bureau of Statistics (.pdf file).</ref> Il territorio sotto controllo israeliano, inclusi cioè i [[territori occupati]], ha una superficie di {{M|27 799|k|m2}}.<ref>Israel (Geography). Country Studies. The Library of Congress. Retrieved on 2007-07-20.</ref>
 
=== Morfologia ===
Il territorio israeliano è prevalentemente arido e desertico
 
Presenta a ovest, parallela alla costa, una pianura (HaShefela o HaSharon) fertile e ricca d'acqua, che ospita il 70% della popolazione.
Al centro si estende una zona occupata da colline e altopiani che attraversano in lunghezza tutto il Paese.
Mentre i versanti occidentali scendono dolcemente verso il Mediterraneo, quelli orientali precipitano verso la valle del fiume Giordano.
La stretta valle, solcata dal [[Giordano (fiume)|Giordano]], si trova al confine con i Paesi vicini: è parte della [[Great Rift Valley]] che prosegue con il [[Mar Morto]], [[Wadi Araba]], il [[golfo di Eilat]] (o [[golfo di Aqaba]]) e il [[Mar Rosso]].
A sud si estende il [[Negev]], un territorio in prevalenza desertico, che occupa circa la metà della superficie del Paese; alla sua estremità sud si trova l'unico sbocco al mare non mediterraneo. Tipici del Negev e della adiacente [[penisola del Sinai]] sono i crateri erosivi (''makhteshim''),<ref>Makhteshim Country. UNESCO. Retrieved on 2007-09-19.</ref> di cui il più ampio del mondo è il [[cratere Ramon]],<ref>Jacobs 1998, p. 284. "The extraordinary Makhtesh Ramon - the largest natural crater in the world..."</ref> lungo 40&nbsp;km e largo 8&nbsp;km.<ref>Ramon R&D Center. Ben-Gurion University of the Negev. Retrieved on 2007-09-19.</ref>
 
Le montagne più importanti sono il [[Monte Meron]] che si trova nell'Alta Galilea e il [[Monte Ramon]] (o [[Makhtesh Ramon]]) situato nel deserto del Negev. Altri rilievi sono il [[Monte Carmelo]] sopra Haifa e il [[Monte Hermon]] (occupato dal 1967) da cui scende il Giordano.
 
=== Idrografia ===
Il [[fiume]] principale è il [[Giordano (fiume)|Giordano]], che nasce dal [[Monte Hermon]]; ne appartiene ad Israele solo la parte del corso superiore, segnando per il resto il confine tra la [[Giordania]] e i [[Territori occupati]] palestinesi; ad esso tributano corsi d'acqua di modeste dimensioni, a regime spiccatamente [[torrente|torrentizio]], che tendono a prosciugarsi nella stagione secca.
 
Altro fiume con portata cospicua è il [[Yarqon]] (115&nbsp;km), che scende nel [[Mar Mediterraneo]] vicino a [[Tel Aviv]].
 
È incluso quasi interamente in territorio nazionale il [[lago di Tiberiade]] (Kinneret), mentre il [[Mar Morto]] bagna Israele solo nel settore orientale ed è prossimo al punto più basso del pianeta (400&nbsp;m sotto il livello del mare).
 
=== Clima ===
Pur essendo un paese di modeste dimensioni, vi sono discrete differenze climatiche da zona a zona, e le temperature variano molto, specie durante l'inverno.
 
La costa ha un tipico clima mediterraneo, con estati lunghe, calde e asciutte e inverni freschi e piovosi. Il caldo è anche maggiore nella valle del Giordano, dove nel 1942 furono registrati 53,7&nbsp;°C (kibbutz Tirat Zvi)<ref>[http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/globalextremes.html NCDC: Global Measured Extremes of Temperature and Precipitation<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, un record per l'Asia. Sulle alture, invece, il clima è da fresco a freddo e umido, comprese precipitazioni nevose (a Gerusalemme almeno una volta l'anno,<ref>Goldreich 2003, p. 85</ref> sul monte Hermon per gran parte dell'anno).
 
Da maggio a settembre le precipitazioni sono rare<ref>Average Weather for Tel Aviv-Yafo. The Weather Channel. Retrieved on 2007-07-11.</ref><ref>Average Weather for Jerusalem. The Weather Channel. Retrieved on 2007-07-11.</ref>; da novembre a marzo il clima è relativamente umido.
 
=== Ambiente ===
La scarsità d'acqua ha spinto Israele a sviluppare svariate tecnologie di [[risparmio idrico]], inclusa l'[[irrigazione a goccia]].<ref>Sitton, Dov (2003-09-20). Development of Limited Water Resources- Historical and Technological Aspects. Israeli Ministry of Foreign Affairs. Retrieved on 2007-11-07.</ref> L'abbondanza di [[insolazione]] ha invece spinto Israele a sviluppare le tecnologie per lo sfruttamento dell'[[energia solare]], per la cui produzione pro capite è prima al mondo.<ref>Grossman, Gershon; Ayalon, Ofira; Baron, Yifaat; Kaufman, Debby. Solar energy for the production of heat. Samuel Neaman Institute. Retrieved on 2007-11-07.</ref>
 
Lo Stato di Israele è molto attivo nella tutela dell'ambiente naturale in regioni periferiche, anche tramite l'opera del [[Fondo Nazionale Ebraico|Keren Kayemeth LeIsrael]].
 
== Demografia ==
Israele obbliga tutti i suoi cittadini a dichiarare o a farsi attribuire la propria appartenenza [[etnia|etnica]] e religiosa ([[Ebrei|ebraica]], [[Arabi|araba]], ..). Sulla base di tali dati - che vengono riportati sulle carte d'identità - vengono riconosciuti doveri differenziati: gli arabi musulmani sono esentati dalla leva obbligatoria che è invece prevista per i Drusi e i Circassi.
 
=== Popolazione ===
 
La popolazione è aumentata a partire dal secondo dopoguerra, a causa dell'arrivo di numerosi immigrati, provenienti, a ondate successive, dall'Europa continentale, dai Paesi arabi, dall'ex [[Unione Sovietica]] e dall'Africa.
 
Le zone più popolate sono quelle costiere, dove il territorio è più fertile. La massima densità demografica si riscontra nei distretti di Tel Aviv e di Gerusalemme.
 
=== Etnie ===
Secondo il ''CIA Factbook'' del 2005<ref name=Cia2005>[https://www.cia.gov/library/publications/download/download-2005/index.html Pagina di Download del CIA Factbook 2005]</ref>, che riportava stime del 1996, in Israele la popolazione sarebbe stata composta da un 80,1% di ebrei (di cui solo poco più di un quarto nato in Israele) e il 19,9% di non ebrei, prevalentemente arabi.
 
Secondo il più recente ''CIA Factbook'' del 2007,<ref name=CiaFacbook>[https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/is.html Pagina su Israele del CIA Factbook]</ref> che riporta stime del 2004, in Israele la popolazione sarebbe così suddivisa:
 
* Ebrei 76,4%, così suddivisi:
*: nati in Israele 67,1%
*: nati in Europa e America 22,6%
*: nati in Africa 5,9%
*: nati in Asia 4,2%
* non ebrei 23,6% (principalmente arabi)
 
Nel dicembre del 2006, secondo l'Ufficio Centrale di Statistica israeliano, vi sono in Israele 7,1 milioni di abitanti. Di questi il 76% sono ebrei e il 20% arabi; il 4% sono classificati come ''altri''.<ref>{{he}}[http://www.cbs.gov.il/hodaot2006n/11_06_279b.pdf Population, by religion and population group], documento del Central Bureau of Statistics</ref>
 
Un sondaggio del dicembre del 2006, svolto per conto del ''Center for the Campaign Against Racism'', ha evidenziato che metà della popolazione ebraica israeliana ritiene che lo Stato debba favorire l'emigrazione dei cittadini arabi.<ref>[http://www.haaretz.com/hasen/spages/842641.html Poll: 50% of Israeli Jews support state-backed Arab emigration], articolo del quotidiano Haaretz del 27 marzo 2007</ref> Agli inizi del dicembre 2008 il ministro degli esteri [[Tzipi Livni]], principale esponente del partito [[Kadima]] e come tale candidata alle vicine elezioni politiche del febbraio 2009, ha affermato che dopo l'eventuale costituzione di uno Stato palestinese, alla popolazione araba di cittadinanza israeliana (circa {{TA|1 400 000}} persone) verrà chiesto di trasferirsi in questo. La dichiarazione ha suscitato le proteste dei deputati arabo-israeliani e del presidente palestinese [[Abu Mazen]].<ref>[http://osservatorioiraq.it/node/7317 Tzipi Livni: Via i palestinesi dallo Stato di Israele] articolo di osservatorioiraq, del 12 dicembre 2008</ref><ref>{{en}}[http://www.haaretz.com/news/livni-national-aspirations-of-israel-s-arabs-can-be-met-by-palestinian-homeland-1.259321 Livni: National aspirations of Israel's Arabs can be met by Palestinian homeland], articolo di [[Haaretz]], del 11 dicembre 2008</ref>
 
=== Religione ===
[[File:Western wall jerusalem night.jpg|thumb|200px|right|Ebrei pregano al [[Muro del pianto]] a [[Gerusalemme]].]]Secondo il ''Libro dei fatti'' della [[CIA]] americana del 2007,<ref name=CiaFacbook /> che riporta stime del 2004, in Israele la popolazione sarebbe così suddivisa:
 
* [[Ebraismo|Ebrei]] 76,4%
* [[Islam|Musulmani]] 16%
* [[Arabi cristiani]] 1,7% (per i [[cattolici]] vedi [[Chiesa cattolica in Israele]])
* Altri [[Cristianesimo|cristiani]] 0,4%
* [[Drusi]] 1,6%
* Altri ([[Bahaismo|Bahai]], ecc.): 3,9%
 
Secondo l'Ufficio Centrale di Statistica israeliano, nel 2005 la popolazione era suddivisa tra un 76,1% di ebrei, un 16,2% di musulmani, 2,1% cristiani, e 1,6% drusi, con il rimanente 3,9% (principalmente immigrati dall'ex Unione Sovietica) non classificati per religione. Tra gli arabi residenti in Israele l'82,7% era musulmano, l'8,4% druso e l'8,3% cristiano<ref>{{lingue|en|he}}[http://www1.cbs.gov.il/shnaton57/st02_01.pdf Statistical Abstract of Israel 2006 (No. 57), Table 2.1 -- Population, by Religion and Population]</ref>. In Israele sono presenti anche 1379 [[testimoni di Geova]].<ref>Annuario dei Testimoni di Geova 2013, pagina 182</ref>
 
== Cultura ==
=== Folclore e cultura popolare ===
La variegata cultura israeliana deriva dalla diversità della sua popolazione: ebrei provenienti da tutto il mondo hanno portato con sé le proprie tradizioni religiose e culturali, dando vita a un originale ''[[melting pot]]''. Israele è il solo paese al mondo in cui la vita è organizzata secondo il [[calendario ebraico]]: il giorno di riposo ufficiale è il [[sabato]] (con inizio dopo il tramonto del venerdì) e le vacanze sono determinate dalle [[feste ebraiche]]. La consistente minoranza araba ha pure influenzato la cultura di Israele, soprattutto nella cucina, nella musica e nell'architettura.
 
=== Musica ===
La musica d'Israele rivela influenze da tutto il pianeta: la scena musicale offre musica yemenita, melodie hassidiche, musica araba, musica greca, jazz, pop, rock, musica classica. Le tipiche canzoni popolari ("Canzoni della Terra d'Israele") narrano le esperienze dei pionieri del Sionismo nella prima metà del XX secolo.
 
L'orchestra più prestigiosa è la Israel Philharmonic Orchestra, fondata negli anni 30, che tiene più di 200 concerti l'anno. Fra i musicisti classici di fama internazionale i più noti sono [[Itzhak Perlman]], [[Pinchas Zukerman]] e [[Daniel Barenboim]].
 
I cantanti pop israeliani più noti a livello internazionale sono l'interprete [[Noa]], la cantautrice [[Francia|franco]]-israeliana [[Yael Naim]] e [[Asaf Avidan]].
 
Israele ha partecipato allo [[Eurovision Song Contest]] quasi ogni anno a partire dal [[1973]], vincendo tre volte e ospitandola due volte.
 
Ogni estate dal [[1987]] a [[Eilat]] si tiene il Red Sea Jazz Festival, un evento internazionale.
 
=== Lettere ===
{{vedi anche|Letteratura israeliana}}
Israele ha due lingue ufficiali: la [[lingua ebraica]] e la [[lingua araba]]. Sono molto diffusi anche la [[lingua inglese]], la [[lingua russa]] e la [[lingua francese]].
 
Israele continua la forte tradizione teatrale della cultura [[Yiddish]] in Europa orientale. A Tel Aviv l'[[Teatro Habimah|Habima]], fondato nel 1918, è la più antica compagnia teatrale ed è teatro nazionale.
 
La letteratura israeliana è principalmente (85%) poesia e prosa scritta in [[lingua ebraica]], parte della sua rinascita come lingua parlata a partire da [[Eliezer Ben Yehuda]] (metà del [[XIX secolo]]); la produzione letteraria è pubblicata anche in [[yiddish]], [[Ladino (giudeo-spagnolo)|ladino]], [[lingua inglese|inglese]] e [[lingua araba|arabo]]. Durante la settimana del libro ebraico, che si tiene ogni giugno, oltre a fiere, letture pubbliche e conferenze ha luogo la consegna del Premio Sapir, il principale premio letterario di Israele. Nel 1966 [[Shmuel Yosef Agnon]] condivise il premio Nobel per la letteratura con [[Nelly Sachs]] (ebrea tedesca). Altri autori israeliani noti all'estero sono: [[Abraham Yehoshua]], [[Amos Oz]], [[Yoram Kaniuk]], [[Aharon Appelfeld]], [[David Grossman]], [[Uri Orlev]], [[Meir Shalev]], [[Benjamin Tammuz]], [[Emile Habibi]] (con doppia cittadinanza palestinese e arabo-israeliana) .
 
=== Comunicazioni ===
La stampa è diffusa e indipendente; fra i maggiori quotidiani:
* [[Jerusalem Post]], liberal-nazionalista, anglofono
* [[Haaretz]] (La Terra), liberal-progressista, online anche in versione inglese
* [[Maariv]] (Sera), popolare
* [[Yediot Aharonot]] (Ultime Notizie), popolare a grande tiratura
* [[HaTzofe]] (L'Osservatore), sionista religioso
* [[Globes]], economico-finanziario
* [[Israeli]], gratuito
* [[Israel HaYom]], gratuito
Sono attive numerose emittenti [[Televisione|televisive]] e [[Radio (mass media)|radiofoniche]]. Tra le radio più seguite, per la tempestività con cui fornisce notizie urgenti e l'affidabilità dei suoi servizi, vi è la ''Israel Army Radio'', gestita dalle Forze Armate ([[Tsahal]]).
 
All'inizio del 2009, Reporters Sans Frontieres nel suo "Press freedom index" riporta la stampa israeliana al 46º posto su 173 paesi e territori<ref>{{Cita web|url=http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29031|titolo=Only peace protects freedoms in post-9/11 world|lingua=en|accesso=28 gennaio 2009|editore=[[Reporter Senza Frontiere]]}}</ref>; come peraltro segnala la medesima organizzazione, ad effetto delle situazioni di conflitto, l'accesso di giornalisti stranieri, nella [[striscia di Gaza]] ([[Operazione Piombo fuso]]) di inizio 2009, è stato fortemente limitato, se non direttamente impedito.<ref>[http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29925 Ouvrez la bande de Gaza à la presse!], Appel des médias du monde entier et de Reporters sans frontières aux autorités israéliennes.</ref>.
 
=== Archeologia e architettura ===
Israele è sede di numerosi scavi archeologici di scuola israeliana, e di scuole straniere, di [[archeologia biblica]] e di [[archeologia paleocristiana]]. Tra questi siti, [[Masada]] è [[Patrimonio dell'Umanità]] dal [[2001]], i [[tell]] di [[Megiddo]], [[Hazor]] e [[Tel Be'er Sheva|Be'er Sheva]] dal [[2005]].
 
Dal 1981 la [[Città Vecchia di Gerusalemme]] e le sue mura sono Patrimonio dell'Umanità .
 
[[Tel Aviv]], la ''città bianca'', è un esempio di architettura razionalista in stile [[Bauhaus]] ([[movimento moderno]]), Patrimonio dell'Umanità dal [[2003]].
 
Sono Patrimonio dell'Umanità anche la Città vecchia di [[Akko|Acri]] dal 2001 e la [[Via dell'incenso - città nel deserto del Negev]] dal 2005.
 
=== Musei ===
[[Israel Museum]], a Gerusalemme, ospita i [[rotoli del Mar Morto]]e una collezione di arte ebraica ed europea.
 
[[Yad Vashem]], a Gerusalemme, è il museo nazionale sulla [[Shoah]].
 
[[Beth HaTefutsoth]] (il museo della [[Diaspora ebraica|Diaspora]]), nel campus dell'Università di Tel Aviv, è un museo interattivo dedicato alla storia delle comunità ebraiche nel mondo.
 
Altri musei a Gerusalemme: il Museo Herzl, il Museo delle Terre della Bibbia, il Museo Rockfeller e il Museo dell'Arte Islamica.
Altri musei a Tel Aviv: il Museo di Eretz Israel, il Museo della Haganah, il Museo delle Antichità, il Museo d'Arte Moderna.
 
Nel Negev, nei pressi del kibbuz di Lahav, c'è il Museo dei [[Beduini]] e della cultura beduina.
 
=== Istruzione e ricerca ===
Secondo le Nazioni Unite Israele ha il più alto tasso di durata degli studi e di scolarizzazione del Medio Oriente, e in Asia è al vertice con [[Corea del Sud]] e [[Giappone]]. La Legge sull'Istruzione Statale, approvata nel 1953, istituì cinque tipi di scuole: laiche di stato (il più vasto), religiose di stato, ultra-ortodosse, di kibbutz/moshav e in lingua araba. L'obbligo scolastico va dai 3 ai 18 anni, diviso in materna, primaria (1º-6º), media (7º-9º) e superiore (10º-12º), al termine del quale si sostiene un severo esame di maturità o [[Bachelor|baccalaureato]] (''[[Bagrut]]'').
 
Israele è il terzo paese al mondo per numero di laureati (20% della popolazione), anche grazie al fatto che il flusso di immigrati dall'ex Unione Sovietica negli anni 90 era laureato al 40%. Israele ha prodotto quattro vincitori di [[Premio Nobel]] ed è fra i primissimi paesi al mondo per articoli scientifici pubblicati pro capite. Nel 2003, [[Ilan Ramon]] divenne il primo [[astronauta]] israeliano. Israele ha otto [[università]] pubbliche, sussidiate dallo Stato:
* [[Università Ebraica di Gerusalemme|Università Ebraica]] ([[Gerusalemme]]), la più antica d'Israele (1918), sede della Biblioteca Nazionale, fra le migliori al mondo,
* [[Technion]]-IIT ([[Haifa]]), fondato anch'esso prima dell'indipendenza (1924),
* [[Weizmann Institute of Science]] ([[Rehovot]]), fondato prima dell'indipendenza (1934) e aperto solo a studi post-laurea,
* [[Università Bar-Ilan]] ([[Ramat Gan]]), fondata nel 1955 e l'unica religiosa (ma comunque sionista),
* [[Università di Tel Aviv]] ([[Tel Aviv]]), fondata nel 1956,
* [[Università di Haifa]] (Haifa), fondata nel 1963,
* [[Università Ben Gurion del Negev]] ([[Beersheba]]), fondata nel 1969,
* [[Open University]] (Tel Aviv), fondata nel 1974 per gli studenti a distanza.
 
Nel rapporto dell'Adva Center<ref>[http://www.adva.org/default.asp?pageid=5 Adva Center - Home page<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> (istituto indipendente di analisi politica israeliano) del maggio 2011 vengono evidenziate le disparità caratteristiche dello Stato di Israele.
 
Il secondo paragrafo del rapporto si apre con queste parole: «Israele è un classico caso di un Paese in cui gli indicatori macroeconomici sono buoni, ma la maggior parte delle famiglie non è invitata alla festa di fine anno. Israele ha uno dei più alti livelli di povertà tra i paesi dell’Ocse, uno dei più alti tassi di disuguaglianza e una delle peggiori performance nei test internazionali sul livello di istruzione».<ref>http://www.adva.org/uploaded/Israel%20in%20a%20nutshell.pdf</ref>
 
A Gerusalemme è presente anche l'università araba [[Al Quds University]], fondata nel 1984.
 
== Economia ==
Israele ha una [[economia di mercato]] mista ed è considerato uno dei paesi più avanzati del [[Medio Oriente]] e di tutta l'Asia per quanto riguarda il progresso economico e industriale, nonché uno di quelli più competitivi<ref>World Economic Forum, ''Global Competitiveness Report''.</ref> e dove è più semplice fare affari<ref>World Bank, ''Ease of Doing Business Index''.</ref> e creare nuove imprese. Nel 2012 il [[Prodotto interno lordo|PIL]] ([[Parità dei poteri di acquisto|PPP]]) era pari a 260,9 miliardi di [[Dollaro statunitense|$]] (49º al mondo) e il PIL [[pro capite]] (PPP) era pari a {{TA|33 878 [[Dollaro statunitense|$]]}} (25º al mondo). Dal 2010 aderisce all'[[Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico|OCSE]], organismo di cooperazione fra paesi democratici e ad economia di mercato.
Malgrado la limitatezza delle risorse naturali, lo sviluppo dei settori industriale e agricolo, protrattosi per decenni, ha reso Israele ampiamente autosufficiente per la produzione alimentare, eccetto per le granaglie e per le carni. Israele è un grande importatore di idrocarburi, materie prime, equipaggiamenti militari. Per l'export, si distingue per frutta, verdura, farmaceutici, software, chimici, tecnologia militare, diamanti. È un leader mondiale per la conservazione dell'acqua e per l'energia geotermica. Fin dagli [[anni 1970|anni settanta]], Israele riceve aiuto economico dagli [[Stati Uniti d'America]], in particolare per sostenere il debito estero, il debito pubblico e le spese militari.<ref>http://www.fas.org/sgp/crs/mideast/RL33222.pdf</ref>
 
=== Agricoltura ===
Dotato di scarse risorse idriche, il paese non è ambiente favorevole a una grande agricoltura. I coloni ebraici hanno saputo sviluppare una tecnologia irrigua che ha moltiplicato la produttività di ogni litro d'acqua imponendo la propria agricoltura come modello insuperato di efficienza di irrigazione. Agronomi e ingegneri di Israele vantano il titolo di creatori delle metodologie di "[[irrigazione a goccia]]", più in generale delle tecniche di "microirrigazione". Seppure l'acqua disponibile per l'agricoltura continui a diminuire, gli agricoltori israeliani la usano con efficienza crescente, dedicandola a colture di sempre maggiore pregio, primizie, fiori, piante di vivaio. Il primato tecnologico consente, peraltro, di sopperire al calo delle vendite di prodotti agricoli con la vendita crescente di impianti sempre più sofisticati, richiesti, con il ''know how'' relativo, in tutto il mondo<ref name="gocciolatoio">Antonio Saltini, ''Israele: prodigi irrigui nel paese delle contraddizioni'', in ''Terra e vita'', n. 19 1993 e ''Innovazione tecnologica dal Negev a Tiberiade'', in ''Terra e vita'', n. 22 1993</ref>.
 
Attualmente i terreni israeliani, che per una delle leggi fondamentali (''Basic Laws'', che nel loro insieme svolgono più o meno la funzione di una Costituzione) di Israele {{cn|non possono essere venduti}} (se non a ebrei che abitano all'estero), per il 92% sono proprietà dello Stato, del Fondo Nazionale Ebraico o dell'Amministrazione Israeliana dei Terreni. Detti terreni possono essere affittati a lungo termine (99 anni) {{cn|solo ad ebrei. Gli ''arabi israeliani'' non possono tuttora far parte di comunità agricole collettive}}, i moshav e i [[kibbutz]] (occorre ricordare che i kibbutz, pur essendo laici, sono istituzioni legate all'ebraismo; i non ebrei possono esserne ospitate ma non farne parte come membri effettivi, come accade per molte organizzazioni legate alla Chiesa cattolica nei confronti dei non cattolici).
 
=== Industria ===
Il settore industriale israeliano si è da sempre caratterizzato per la presenza di piccole aziende nei settori tradizionali e di poche grandi aziende in quelli di tecnologia avanzata. Per la sua competenza nella produzione e ricerca info-telematica, Israele è stato paragonato alla [[Silicon Valley]] ([[Silicon Wadi]]). [[Intel]] e [[Microsoft]] hanno creato qui i loro primi centri di [[ricerca e sviluppo]] fuori degli USA, e anche [[IBM]], [[Cisco Systems]] e [[Motorola]] hanno strutture qui. Dal 1948 in avanti, gli Israeliani, per difendersi da vicini ostili, hanno sviluppato una forte industria militare che ora è avanzatissima (dovuta a ripetuti embargo, anche da parte di alleati). Una percentuale molto alta del bilancio nazionale è stata destinata al mantenimento dell'esercito e alla ricerca scientifica per ottenere armi sempre più potenti e sofisticate. Israele ora è in grado di fabbricare senza aiuto esterno armi nucleari, missili, aerei da combattimento e una grande varietà di armi leggere.
 
Altri settori sviluppati sono quelli dell'aeronautica e della robotica. La lavorazione dei diamanti costituisce un'industria fiorente avviata da immigrati ebrei provenienti da Amsterdam e specializzati nel taglio delle pietre preziose.
 
Le risorse minerarie ed energetiche sono quasi inesistenti, dal momento che il sottosuolo è privo di materie prime. Sia il carbone, sia il petrolio sono importanti; il petrolio proviene quasi esclusivamente dall'Egitto, Paese con cui Israele intrattiene rapporti privilegiati dal 1982. Un oleodotto lungo 260&nbsp;km collega Eilat con Ashkelon. Molto utilizzata è l'energia solare, che copre il fabbisogno del 27% della popolazione come fonte di riscaldamento.
 
Grazie alle ottime infrastrutture di ricerca scientifica è di buon livello anche l'industria chimico-farmaceutica.
 
=== Trasporti ===
Per quanto riguarda i trasporti e le comunicazioni, un'articolata rete di strade unisce le varie parti del Paese. I porti di Eilat sul Mar Rosso, di Ashdod e di Haifa sul mar Mediterraneo sono i più trafficati. L'[[aeroporto Ben Gurion]], vicino a Tel Aviv, assorbe tutto il traffico aereo del Paese.
 
La rete [[ferrovia]]ria israeliana si sviluppa attorno ad una dorsale nord - sud [[Naharia]] - [[Haifa]] - [[Tel Aviv]] - [[Beersheva]], con rami verso est ([[Gerusalemme]] via [[Latrun]] e [[Zin]], presso il [[Mar Morto]]). La rete è a trazione diesel; i treni sono frequenti e ragionevolmente confortevoli, ma la velocità operativa è piuttosto bassa. È in programma una linea ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme, attualmente in fase di progetto.
 
=== Turismo ===
Il turismo benché comprensibilmente ostacolato dalle condizioni geopolitiche, che inducono a protocolli di sicurezza sensibilmente elevata, in particolare quello religioso, è un cespite industriale di grande rilievo, anche per merito del clima gradevole e dell'importanza storica-artistica dei siti archeologici tuttora esistenti. In tale cornice, spicca la funzione strategica della compagnia di bandiera [[El Al]], sia come vettore internazionale, sia per i collegamenti interni.
 
== Politica ==
{{Vedi anche|Politica di Israele}}
Israele è una [[repubblica parlamentare]], basata sul [[multipartitismo]] e su elezioni a [[suffragio universale]] cui partecipano tutti i cittadini che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Non è previsto l'istituto [[referendum|referendario]].
 
La separazione dei poteri è assicurata nel modo seguente:
* Il potere legislativo spetta alla ''[[Knesset]]'' (Assemblea nazionale), composta da 120 deputati (''MK'') eletti ogni quattro anni con sistema [[Proporzionale#Il sistema proporzionale|proporzionale]] (con applicazione del [[metodo D'Hondt]]), nelle liste dei partiti. Alle elezioni legislative non è previsto il [[voto di preferenza]]. Il territorio costituisce un unico collegio elettorale ed è prevista una soglia di sbarramento (dal [[1996]] fissata al 2%).
Le elezioni parlamentari si tengono ogni quattro anni, ma la Knesset può essere sciolta anticipatamente in seguito ad una decisione assunta dalla maggioranza dei suoi componenti.
 
Il Presidente di Israele (in [[Ebraico]]: נשיא המדינה, ''Nesi HaMedina'', lett. "Presidente dello Stato") è il [[Capo dello Stato]] israeliano ed è eletto dalla Knesset per un mandato di sette anni non rinnovabile. La sua funzione è puramente rappresentativa, essendo l'esercizio del potere esecutivo delegato nella sua interezza al [[Primo Ministro israeliano|Primo Ministro]]. La sua residenza ufficiale è nella capitale di Israele, [[Gerusalemme]].<ref>La maggioranza degli Stati che non riconoscono legittima la designazione di Gerusalemme come capitale unica e indivisibile dello Stato d'Israele è quindi obbligata nelle occasioni protocollari in cui è richiesta la presenza del Presidente della repubblica israeliana (ad es. l'accredito come appartenenti al corpo diplomatico presso lo Stato d'Israele) a recarsi da [[Tel Aviv]] nella Città Santa per le tre religioni monoteistiche cosiddette "abramitiche".</ref>
 
* Il potere esecutivo è affidato al Primo ministro, che di regola è il leader del partito o della coalizione maggioritaria in Parlamento. Egli forma il governo grazie alla nomina dei ministri. Dal 1996 al 2003 il Primo ministro è stato scelto con elezione popolare diretta. La sua residenza ufficiale è nella capitale di Israele, [[Gerusalemme]].
 
* Il potere giudiziario è affidato a una Corte Suprema. I suoi 15 giudici sono nominati da una commissione di nove membri di cui 3 giudici, 4 politici e 2 avvocati. In pratica, questa commissione designa automaticamente i candidati scelti dai giudici stessi.
 
Israele non ha una "costituzione" redatta in unico documento, ma più leggi fondamentali. Le funzioni del governo sono basate sui regolamenti della Knesset, sulle convenzioni costituzionali e sulla Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele.
 
=== Elezioni ===
Il Parlamento israeliano ([[Knesset]]) ha 120 membri, eletti per quattro anni con [[sistema proporzionale]] in un unico [[collegio]] nazionale. Nel tempo è stata introdotta, e variata, una [[soglia di sbarramento]]. Sono [[elettore|elettori]] tutti i [[cittadinanza (diritto)|cittadini]] [[maggiore età|maggiorenni]] (18 anni). Il voto è per [[lista elettorale|lista]], senza [[voto di preferenza|preferenze]]. Determinato il numero di seggi spettanti ad ogni lista, i candidati risultano eletti secondo l'ordine in cui appaiono nella lista.
 
L'elezione diretta del Primo Ministro rappresenta un caso particolare negli ordinamenti dello Stato, distinguendosi generalmente tra le elezioni presidenziali e quelle parlamentari. <br />
Questo ordinamento è stato istituito in Israele nel 1996 ed è stato mantenuto fino al 2003.
 
Il Presidente nomina il Primo Ministro sulla base dei risultati elettorali, dopo essersi consultato con i leader della coalizione vincitrice; unica eccezione a questa prassi si è avuta tra il [[1996]] e il [[2001]], quando l'elezione del Primo Ministro è avvenuta disgiuntamente da quella del [[Knesset]].
 
Il termine ebraico utilizzato per designare il Primo Ministro è Rosh HaMemshala (in Ebraico: ראש הממשלה, letteralmente Capo del Governo), denominazione applicata anche per i Primi Ministri stranieri, occasionalmente sostituita dal termine inglese "premier".
 
L'attuale Presidente è [[Shimon Peres]]. Presso la Knesset (rinnovata con le elezioni del [[2009]]) si è formata una coalizione di partiti, guidata dal Primo ministro [[Benjamin Netanyahu]], esponente del [[Likud]].
 
=== Sistema legale ===
Israele non ha una Costituzione scritta, sebbene il punto B della Risoluzione 181 dell'Assemblea dell'ONU, che aveva sancito la divisione del Mandato Britannico in uno Stato ebraico e in uno arabo<ref>[http://www.yale.edu/lawweb/avalon/un/res181.htm Risoluzione 181 dell'ONU], dal sito dell'Università di Yale.</ref>, lo richiedesse. Hanno funzione di norme materialmente costituzionali la Dichiarazione d'Indipendenza del [[1948]] (sebbene non costituisca in senso tecnico una "legge") e le [[Leggi base israeliane|Leggi base]] della ''Knesset''. Nel 2003, a partire da queste, la Knesset ha iniziato a redigere una costituzione, che è comunque respinta per ragioni di principio dai partiti religiosi non sionisti.<ref>Non è affatto vero che in Israele non siano attive organizzazioni ebraiche non sioniste. Le organizzazioni religiose non sioniste sono radicalmente ostili all'esistenza stessa di uno Stato ebraico, per l'antica e irrisolta polemica tra chi era fautore della presenza a Gerusalemme del Tempio [[Salomone (profeta)|salomonico]], in cui si credeva fossero tradizionalmente conservate le tavole della legge ricevute da [[Mosè]] sul [[Monte Sinai]] e quanti considerano ancor oggi in modo ostile la sedentarizzazione del "Popolo Eletto" e addirittura blasfema la pretesa di quanti credono nella necessità di ricostruire il Tempio distrutto dai soldati romani dell'Imperatore [[Tito (imperatore)|Tito]], cozzando in tal modo non solo contro le traduzioni [[nomadi]]che più antiche degli israeliti, e su quanti pretendono in modo ritenuto blasfemo e contraddittorio che l'Onnipresente dimori in quel manufatto umano.</ref>
 
L'obiettivo del servizio sanitario nazionale, garantire uguali cure sanitarie a tutti i residenti del paese, è stato deciso in una legge base nel 1995.
 
Il sistema legale di Israele combina la [[civil law]] dell'Europa continentale, la [[common law]] inglese e le leggi religiose dell'[[Ebraismo]]. Si fonda sul principio del [[precedente]] (''stare decisis'') e del [[processo accusatorio]] e impiega (anziché [[giuria|giurie]]) [[giudice|giudici]] professionali e indipendenti, nominati da un comitato composto da giudici della Corte suprema, avvocati e parlamentari.
 
Il sistema giudiziario è articolato in tre livelli di giudizio: la maggior parte delle città ospita un tribunale, mentre in cinque dei sei distretti (vedi sotto) sono istituiti tribunali distrettuali (sia d'appello sia di prima istanza) e a Gerusalemme siede la [[Corte Suprema]] (sia di ultimo appello sia di cassazione e di fatto costituzionale).
==== Pena di morte ====
{{vedi anche|Pena di morte in Israele}}
La [[pena di morte]], dal [[1954]], non è più in vigore, tranne per [[genocidio]] e altri [[crimini contro l'umanità]], [[crimini di guerra]], [[alto tradimento]], crimini contro il popolo ebraico e tradimento militare<ref>[http://www.jlaw.com/Briefs/capital2.html Legge ebraica] Ira Kasdan</ref>, quando ritenuta giusta dal tribunale: è stata applicata solo una volta, nel [[1961]], nei confronti del criminale [[nazista]] [[Adolf Eichmann]], il cosiddetto "Architetto dell'[[Olocausto]]". Anche un altro nazista, [[John Demjanjuk]], fu condannato a morte nel [[1988]], ma il verdetto fu annullato nel [[1993]]. Questi due casi, tra l'altro di cittadini stranieri, sono le uniche sentenze pronunciate contro civili. Ci sono state alcune condanne di militari, ma nessuna è stata mai eseguita.
 
==== Matrimonio e cittadinanza ====
===== La disciplina matrimoniale =====
La disciplina dell'istituto matrimoniale è rimessa alle confessioni religiose cui gli sposi appartengono, le cui autorità esercitano la relativa giurisdizione, mentre non esiste il matrimonio civile<ref>[http://www.state.gov/g/drl/rls/irf/2007/90212.htm Rapporto 2007 sulla libertà religiosa in Israele], da parte del Dipartimento di Stato USA.</ref>. Il matrimonio religioso ha quindi validità automatica; in ambito ebraico sono possibili, ma rari, i matrimoni misti poiché sono ammessi dalla legge ebraica, anche se non in tutti i casi, e in genere solo dall'[[ebraismo riformato]] e [[ebraismo laico umanista|laico]]. L'[[ebraismo ortodosso]] prescriverebbe invece la [[ghiur|conversione]] del coniuge, ma essa è molto lunga e difficile e viene accordata solo per un profondo desiderio di unirsi spiritualmente al [[popolo d'Israele]], e non solo perché si vuole sposare un ebreo con il rito religioso.<ref>[http://www.morasha.it/tesi/fbbr/fbbr02.html#22 : : Il matrimonio ebraico : :<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Alcuni israeliani (in genere [[atei]] o [[gentili|non ebrei]]) che desiderano sposarsi con rito civile (solitamente poiché hanno un coniuge non ebreo, le coppie ebree atee usano la tradizionale cerimonia per appartenenza etnica) spesso si recano all'estero (la giurisdizione israeliana prevede il riconoscimento di tutti i matrimoni esteri a chi ne faccia richiesta), come ad esempio nella vicina [[Cipro]] o negli [[Stati Uniti]]. Anche i matrimoni cristiani e musulmani sono riconosciuti, e sono più facili da celebrare (ad esempio il cattolicesimo non chiede necessariamente la conversione per il coniuge di altra religione). Ci sono state alcune proposte di legge per il matrimonio civile.
Nella città di Tel Aviv sono possibili le [[unioni civili]], esibendo il solo certificato di residenza (compresi gli arabi): si tratta a tutt'oggi della forma giuridica più vicina al matrimonio civile.
È in vigore il [[divorzio]] e sono ammesse le [[unioni civili]] anche tra [[omosessuali]], le adozioni da parte donne lesbiche conviventi, ma non il [[matrimonio gay]].
===== Passaporto =====
Gli arabi che al 1948 risiedevano sui territori di costituzione dello Stato di Israele, ed i loro discendenti, sono cittadini israeliani a tutti gli effetti, allo stesso livello degli ebrei. Hanno il passaporto e possono liberamente espatriare, ma a causa del loro Stato di cittadinanza {{cn|hanno limitazioni a poter accedere in [[Cisgiordania]]}}. Sono circa {{TA|1 400 000.}}
Lo Stato di Israele finanzia, ai musulmani che hanno cittadinanza israeliana, il [[pellegrinaggio]] ([[Hajj]]) alla Mecca<ref>''[[La Voce di Romagna]]'', 12 febbraio 2009.</ref>.
 
Gli abitanti di [[Gerusalemme Est]], dopo l'occupazione israeliana del 1967, hanno ottenuto la carta d'identità israeliana come "residenti permanenti". Non sono però considerati cittadini israeliani, ma possono muoversi liberamente sia in Israele che in Cisgiordania. Nel gergo burocratico sono chiamati "arabi blu" (dal colore del documento) e sono circa {{TA|253 000.}}
 
Gli abitanti della [[Cisgiordania]] e della [[Striscia di Gaza]] hanno il passaporto palestinese, di colore verde. Il documento viene rilasciato dall'[[Autorità Nazionale Palestinese]] (ANP), {{cn|ma con l'autorizzazione israeliana}}. Non possono entrare in Israele, se non con uno speciale permesso rilasciato dalle autorità israeliane, come d'altronde tutti gli stranieri che necessitano del visto, europei e americani compresi. Le visite ai parenti detenuti in Israele sono state autorizzate ai palestinesi di Gaza nel luglio 2012, dopo che erano bloccate dal 2007 in seguito al sequestro di [[Gilad Shalit]] e allo Stato di guerra con la Striscia.<ref>[http://www.repubblica.it/esteri/2012/07/16/news/gaza_s_a_visite_a_detenuti_in_israele_e_la_prima_volta_in_cinque_anni-39137243/ Israele, autorizzate visite carcerarie da Gaza]</ref>
I palestinesi sotto l'ANP sono circa {{TA|1 980 000.}}
===== L'acquisizione della cittadinanza =====
[[File:IsrPass.jpg|thumb|right|200px|Un passaporto israeliano]]
Secondo la controversa legge contro i matrimoni misti del 2003, confermata dalla corte suprema, un/una ebreo/a israeliano/a che sposa un/una palestinese all'estero non può richiedere il riconoscimento né la cittadinanza per il coniuge (solo la residenza e solo in caso di motivi umanitari); il fine sarebbe evitare la crescita degli arabi con cittadinanza israeliana, ritenuti un pericolo dai movimenti conservatori, ma questa legge è stata paragonata ad una legge razziale dai detrattori.<ref>[http://donne.notizie.it/israele-no-a-cittadinanza-per-sposi-palestinesi/ Israele, no a cittadinanza per sposi palestinesi]</ref> Non esiste invece, a livello legale, alcun impedimento per un cittadino ebreo di sposare una [[arabo-israeliani|cittadina israeliana di etnia araba-palestinese]] e religione musulmana, e viceversa, e far riconoscere il proprio matrimonio; il figlio risulterà comunque cittadino israeliano.<ref>[http://www.mfa.gov.il/MFA/MFAArchive/2000_2009/2001/8/Acquisition%20of%20Israeli%20Nationality Acquisizione della cittadinanza sul sito del Ministero degli Esteri di Israele]</ref>
Occorre distinguere tra l'ebraicità della persona e il suo status di cittadino: benché Israele sia "stato ebraico" un cittadino non deve essere per forza ebreo per essere riconosciuto tale, poiché esso è comunque uno [[laicità|stato laico]].
La questione ha evidenti ricadute giuridiche, dal momento che la cittadinanza israeliana non viene data automaticamente al coniuge: tuttavia, a seguito della [[legge del ritorno]] (che assegna la cittadinanza a tutti gli ebrei), non viene applicata a livello di giurisdizione civile la regola religiosa secondo cui può essere data la qualifica automatica di ebreo al neonato dalla sola madre, secondo la [[halakhah|tradizionale regola ebraica]] (non applicata dall'[[ebraismo riformato]]), ma la cittadinanza può essere acquisita con un padre o un nonno di riconosciuta appartenenza ebraica.<ref name=autogenerato1>''ibidem''</ref> Il coniuge ottiene un [[permesso di soggiorno]] e la [[residenza]] permanente e deve richiedere poi la [[naturalizzazione]], per la quale occorre risiedere ufficialmente per tre anni dei cinque prima della richiesta sul suolo israeliano (tranne per gli ebrei e i convertiti, che la ottengono automaticamente). La cittadinanza può essere trasmessa anche da genitore non ebreo, a patto che abbia il passaporto israeliano. Tutti gli abitanti dello Stato a partire dalla fondazione (con eccezione dei palestinesi che se sono andati via come profughi), compresi gli arabi, e i loro discendenti, hanno diritto alla cittadinanza. I figli di cittadini israeliani e cittadini di qualunque altra nazionalità, ottengono quindi automaticamente la cittadinanza.<ref name=autogenerato1 /> Di solito è ammessa la doppia cittadinanza; se si è precedentemente cittadini di paesi che non l'ammettono, occorre rinunciare alla precedente nazionalità.<ref>[http://www.hakeillah.com/5_08_14.htm Comitato italiani all'estero d'Israele]</ref>
 
=== Suddivisione amministrativa ===
{{vedi anche|Suddivisioni di Israele}}
Israele è suddiviso in sei distretti principali, conosciuti in [[ebraico]] come ''mehozot'' (singolare: ''mehoz'') e tredici sub-distretti conosciuti come ''nafot'' (singolare: ''nafa''). Schema dei sei distretti:
 
{| class="wikitable"
|-
! bgcolor="#CCF1FF" align="center" colspan=6 |Distretti di Israele
|-
!Distretto
!Capoluogo
!Abitanti nel<br />capoluogo
!Superficie<br />([[Chilometro quadrato|km²]])
!Abitanti<br /><small></small>
!Densità
|-
|[[Distretto Nord|Settentrionale]] o [[Galilea]]
|[[Nazaret]]
|align="right"|{{TA|73.658}}
|align="right"|{{TA|4.478}}
|align="right"|{{TA|1.279.200}}
|align="right"|285,66
|-
|[[Distretto di Haifa|Haifa]]
|[[Haifa]]
|align="right"|{{TA|271.000}}
|align="right"|864
|align="right"|{{TA|913.000}}
|align="right"|1.056,71
|-
|[[Distretto Centrale (Israele)|Centrale]] anche Piana o Valle di [[Sharon]]
|[[Ramla]]
|align="right"|{{TA|65.300}}
|align="right"|{{TA|1.293}}
|align="right"|{{TA|1.854.900}}
|align="right"|1.434,57
|-
|[[Distretto di Tel Aviv|Tel Aviv]]
|[[Tel Aviv]]
|align="right"|{{TA|1.295.000}}
|align="right"|176
|align="right"|{{TA|1.295.000}}
|align="right"|{{TA|7.357}}
|-
|[[Distretto di Gerusalemme|Gerusalemme]]
|[[Gerusalemme]]
|align="right"|{{TA|805.000}}
|align="right"|652
|align="right"|{{TA|945.000}}
|align="right"|1.449,39
|-
|[[Distretto Meridionale (Israele)|Meridionale]] o [[Idumea]]
|[[Be'er Sheva]]
|align="right"|{{TA|194.800}}
|align="right"|{{TA|14.231}}
|align="right"|{{TA|1.106.900}}
|align="right"|77,78
|-
|[[Giudea]] e [[Samaria]] o [[Cisgiordania]] ([[Stato di Palestina]])
|[[Ramallah]]
|align="right"|{{TA|118.400}}
|align="right"|{{TA|5.860}}
|align="right"|{{TA|2.163.000}}
|align="right"|369
|-
|[[Striscia di Gaza]] già [[Filistea]] ([[Stato di Palestina]])
|[[Gaza]]
|align="right"|{{TA|450.000}}
|align="right"|{{TA|360}}
|align="right"|{{TA|1.650.000}}
|align="right"|4.583
|}
'''Lista dei distretti con relativo capoluogo e relativi sub-distretti''':
 
'''Distretto di Gerusalemme''' (''Mehoz Yerushalayim'').
Capitale distrettuale: [[Gerusalemme]]
 
'''Distretto Settentrionale''' (''Mehoz HaTzafon''), o '''[[Galilea]]'''.
 
Capitale distrettuale: [[Nazaret]]
* Sub-distretti
* [[Zefat]].
* [[Kinneret]].
* [[Yizre'el]].
* [[San Giovanni d'Acri|Akko]].
* [[Alture del Golan|Golan]].
 
'''Distretto di Haïfa'''(''Mehoz Hefa'').
 
Capitale distrettuale: [[Haifa]]
* Sub-distretti.
* Haifa.
* [[Hadera]].
 
'''Distretto Centro''' (''Mehoz HaMerkaz''), anche Piana o Valle di '''[[Sharon]]'''.
 
Capitale distrettuale: Ramla
* Sub-distretti.
* [[Pianura di Sharon|Sharon]].
* [[Petah Tiqwa]].
* Ramla.
* [[Rehovot]].
 
'''Distretto di Tel Aviv''' (''Mehoz Tel-Aviv'').
 
Capitale distrettuale: [[Tel Aviv|Tel Aviv-Yafo]]
 
'''Distretto Meridionale''' (''Mehoz HaDarom''), o '''[[Idumea]]'''.
 
* Capitale distrettuale: [[Be'er Sheva]]
* Sub-distretti:
* [[Ashqelon]].
* Be'er Sheva.
 
'''Distretto di Giudea e Samaria''' (''Mehoz Yehuda VeShomron''), ovvero la '''[[Cisgiordania]]'''.
 
* Città principale: [[Ma'ale Adumim]].
 
=== Diritti umani ===
La legge base (di rango costituzionale) "Libertà e Dignità Umana" tutela i diritti umani, sociali, civili e politici. La maggiore organizzazione israeliana per i diritti umani è [[B'Tselem]].
 
{{citazione necessaria| Quando si analizzano i diritti umani in Israele, molte ONG concordano sul fatto che è importante mantenere la distinzione tra Israele e i territori sotto occupazione israeliana, ricordando comunque che si tratta di un teatro di guerra, in perenne emergenza.}}
 
Sono più di duecento le risoluzioni ONU che deplorano la deportazione di Palestinesi da parte di Israele.<ref>http://www.un.org/en/sc/documents/resolutions/index.shtml UN Resolutions</ref>
Tra queste, risoluzione 605 (deplora fermamente le politiche e le pratiche Israeliane neganti i diritti umani dei Palestinesi), 641 (deplora la continua deportazione di Palestinesi), 673 (deplora il rifiuto di Israele a cooperare con le Nazioni Unite), 681 (deplora la ripresa della deportazione di Palestinesi), 726 (condanna fermamente la deportazione d'Israele dei Palestinesi), 1435 (chiede l'interruzione delle misure Israeliane in ed attorno Ramallah, ed un ritiro alle posizioni occupate prima del settembre 2000)<ref>http://www.un.org/en/sc/documents/resolutions/index.shtml UN Resolutions</ref>
==== Diritti civili e politici in Israele ====
Israele è una democrazia in cui trovano riconoscimento i [[diritti civili]] e [[diritti politici|politici]], di [[Libertà di manifestazione del pensiero|libertà d'espressione]]<ref>{{en}} [http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=639 Annual Worldwide Press Freedom Index 2006], Reporters Sans Frontières.</ref> e di [[economia di mercato]].<ref>{{en}} [http://www.heritage.org/research/features/index/country.cfm?id=israel ''Index of Economic Freedom 2007 - Israel''], The Heritage Foundation.</ref>
 
La minoranza araba residente in Israele lamenta discriminazioni ai suoi danni, sia nella quotidiana pratica amministrativa sia nel mantenimento in vigore di normative formalmente neutrali ma di fatto discriminatorie. A giudizio degli assertori del concetto di [[democrazia etnica]], Israele costituirebbe un esempio della stessa.<ref>S. Smooha,''[http://img2.tapuz.co.il/CommunaFiles/32398285.pdf Ethnic democracy: Israel as an archetype]'' Israel, 1997</ref>
{{cn|Per quanti riguarda i non ebrei che vivono entro i confini di Israele del 1948, i diritti umani sono garantiti: sono presenti in parlamento numerosi partiti arabi, ci sono ministri arabi nel governo e un giudice della corte suprema è arabo.}}
 
===== Diritti degli omosessuali =====
{{vedi anche|Diritti LGBT in Israele}}
Israele è l'unico paese del [[vicino oriente]] e uno dei due in [[Asia]] (l'altro è la [[Cambogia]]) dove le unioni [[omosessuali]] sono riconosciute (oltre a non essere reato dal [[1988]]), come "Coabitazione non registrata" (simile al [[matrimonio omosessuale]] e ai [[PACS]] di altre nazioni). Le donne omosessuali sposate possono accedere all'[[adozione]].
 
==== Territori occupati ====
Diversa la situazione per i territori palestinesi occupati sotto amministrazione Israeliana, cioè parte della [[Cisgiordania]] ("West Bank"), [[Gerusalemme est]] e fino, al 2005, la [[Striscia di Gaza]]. Qui vengono riportate violazioni dei [[diritti umani]] a causa della continua espansione degli [[insediamenti israeliani]], l'aumento delle restrizioni per l'economia palestinese a causa della [[barriera di separazione israeliana]] nella Cisgiordania, {{cn|gli attacchi dei coloni israeliani contro i civili palestinesi, l'embargo imposto dall'esercito israeliano}}, e le continue incursioni e operazioni militari degli ultimi anni da parte di Israele.<ref>http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=22&year=2009&country=7748 The Israeli-occupied territories received a downward trend arrow due to the continued expansion of Israeli settlements, increased restrictions on Palestinian economic activity because of the West Bank security barrier, settler attacks on Palestinian civilians, and the Israeli military’s economic blockade.</ref><ref>[http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=363&year=2008&country=7534 Freedom in the World 2008 | Freedom House<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=22&year=2007&country=7317 Israeli-Occupied Territories | Freedom House<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Per quanto riguarda i circa 1,8 milioni palestinesi che vivono nei territori occupati nel 1967, e tuttora governati in maggioranza da Israele (Gerusalemme est e West Bank) i diritti sono quelli di un popolo sotto occupazione militare<ref>Uri Davis, ''Israel, an Apartheid State'', Zed Books Ltd., London 1987; Ed. A.W. Kayyali, ''Zionism, Imperialism and Racism'', Croom Helm, London, 1979; Roselle Tekiner, ''Jewish Nationality Status as the Basis for Institutionalized Racism in Israel. The International Organisation for the Elimination of All Forms of Racial Discrimination (EAFORD)'', Washington, 1985</ref> anche se bisogna notare che, a partire dagli Accordi di Oslo, circa il 98% della popolazione palestinese vive sotto la giurisdizione diretta dell'[[Autorità Nazionale Palestinese]].
 
L'[[arcivescovo]] [[Anglicanesimo|anglicano]] [[Desmond Tutu]], una delle figure di maggiore spicco nella lotta contro l'[[apartheid]] in [[Sudafrica]], ha criticato ripetutamente il trattamento dei palestinesi da parte di Israele, definendo anche questo una forma di apartheid.<ref>{{en}}[http://www.guardian.co.uk/world/2002/apr/29/comment Apartheid in the Holy Land], articolo del 29 aprile 2002 di Desmond Tutu sulle condizioni dei palestinesi nello stato d'Israele, pubblicato dal sito del quotidiano ''The Guardian''</ref><ref>{{en}}[http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1957644.stm Tutu condemns Israeli apartheid], articolo del 29 aprile 2002, sulle critiche da parte Desmond Tutu sul trattamento dei palestinesi da parte di Israele, dal sito della [[BBC]]</ref> Lo stesso paragone è stato fatto nel novembre 2008 anche dal presidente dell'assemblea dell'ONU [[Miguel d'Escoto Brockmann]], durante un incontro nell'ambito della ''Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese''. D'Escoto Brockmann ha anche definito la non esistenza di uno Stato palestinese e la continua situazione di tensione in medio oriente "''Il più grande fallimento nella storia delle Nazioni Unite''".<ref>{{en}}[http://www.haaretz.com/hasen/spages/1040955.html Top UN official: Israel's policies are like apartheid ], articolo di [[Haaretz]], del</ref><ref>''L'ONU accusa israele di politiche razziste'', lancio di agenzia della ''Missionary International Service News Agency'' (www.misna.org), 25/11/2008 12.31</ref>
 
[[File:Huwwara Checkpoint July 2005.jpg|thumb|left|250px|Un checkpoint israeliano.]]
[[File:RamallahCheckpoint.JPG|thumb|left|250px|Checkpoint vicino alla città di [[Ramallah]].]]
 
In Cisgiordania, utilizzando leggi diverse, in particolare ottomane, e la possibilità stabilita dopo il 1967 di dichiarare statale il territorio occupato da nazioni "nemiche", Israele ha ottenuto il controllo di parte dei terreni, che usa per costruire ed ampliare colonie.<ref>{{en}}[http://www.btselem.org/English/Publications/Summaries/200205_Land_Grab.asp Land Grab: Israel's Settlement Policy in the West Bank], report dal sito ufficiale di [[B'Tselem]], del maggio 2002</ref>
 
{{P|Evidente unilateralità e documentazione faziosa e poco affidabile.|Asia|aprile 2007|[[Utente:Sicilgolem|Sicilgolem]]}}
 
{{cn|Il ministro degli Interni israeliano, Ophir Pines-Paz, ha dichiarato nel 2005 che la politica verso i cittadini arabi è caratterizzata da 'discriminazione istituzionale'. Buona parte del territorio intorno a paesi e villaggi arabi israeliani è stato confiscato o dichiarato 'zona verde', in cui è vietato costruire}}; le case costruite senza permesso vengono distrutte ({{cn|questo non avviene invece nel settore ebraico del Paese}}). Da quando lo Stato di Israele è sorto, sono stati istituiti 700 paesi e villaggi per ebrei; {{cn|non uno per i cittadini arabi. Decine di villaggi arabi, che già esistevano nel 1948, non sono riconosciuti dallo Stato di Israele; non ricevono quindi acqua, elettricità, fognature, non sono collegati alla rete fognaria e a quella stradale, e sono sotto la continua minaccia di essere demoliti.}} Questa minaccia è particolarmente concreta per i beduini del Negev<ref>[http://www.icahd.org/eng/news.asp?menu=5&submenu=1&item=408 Israeli Committee Against House Demolitions]</ref>, le cui coltivazioni sono state distrutte con prodotti chimici nel 2003.
 
I fondi destinati alle scuole per bambini arabi sono, in rapporto alla popolazione, molto inferiori a quelli destinati alle scuole per bambini ebrei<ref>[http://www.hrw.org/reports/2001/israel2/ Human Rights Watch: Second Class: Discrimination Against Palestinian Arab Children in Israel's Schools]</ref>.
 
Molto peggiore è la situazione dei palestinesi dei Territori Occupati. Israele accorda un trattamento preferenziale agli abitanti ebrei delle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme Est per quanto riguarda la costruzione di case ed i servizi municipali. A Gerusalemme Est, questo avviene malgrado i palestinesi paghino le medesime imposte<ref>[http://www.btselem.org/english/Jerusalem/Infrastructure_and_Services.asp Neglect of Infrastructure and Services in Palestinian Neighborhoods | B'Tselem]</ref>.
 
{{cn|Per ammissione stessa della municipalità, molte delle politiche attuate a Gerusalemme, fin dal 1967, hanno lo scopo di ridurre la popolazione non ebraica}}; come mostrano le organizzazioni per i diritti umani, palestinesi e israeliane, ciò avviene riducendo le zone in cui ai palestinesi è permesso costruire, confiscando loro terreni e demolendo loro le case.<ref>{{en}}[http://www.state.gov/g/drl/rls/irf/2004/35499.htm Israel and the Occupied Territories], dal ''International Religious Freedom Report 2004'' del ''Bureau of Democracy, Human Rights, and Labor'' statunitense</ref>
 
Nei primi tre anni della seconda intifada, {{cn|Israele ha distrutto più di {{TA|3 000}} case e centinaia di edifici pubblici e di negozi palestinesi, oltre a vaste aree di terreno agricolo. Decine di migliaia di palestinesi sono rimasti senza casa o privi di una fonte di reddito.}} Molte distruzioni sono causate dal costruire, la cosiddetta 'barriera di separazione', sita per il 90% in territorio palestinese, onde facilitare il passaggio tra Israele e le colonie {{cn|(illegali, in base alla legge internazionale). Nei [[Territori Occupati]], i palestinesi non possono costruire su terra dichiarata 'statale'; nessuna restrizione, viceversa, è imposta ai coloni israeliani.}}
 
Nei Territori Occupati valgono leggi diverse per i coloni e per i palestinesi. {{cn|L'uso di sistemi legali differenti, a seconda della nazionalità, ricorda il sistema dell'apartheid sudafricano.}} Se i coloni commettono reati sono sottoposti alla legge penale israeliana per i civili; {{cn|se li commettono i palestinesi, i tribunali di Israele applicano la legge penale giordana}} o quella militare israeliana.
 
Nel 1999 la Corte Suprema israeliana ha vietato l'uso della forza fisica negli interrogatori. {{cn|Secondo il Public Committee Against Torture in Israel (PCATI), un'organizzazione israeliana per i diritti umani, l'uso della tortura è tuttavia continuato anche negli anni successivi.}}
 
Nei Territori Occupati i soldati israeliani hanno ripetutamente usato civili palestinesi, minori compresi<ref>[http://www.btselem.org/english/Human_Shields/20070225_Human_Shields_in_Nablus.asp 8 March 07: Israeli soldiers use two Palestinian minors as human shields | B'Tselem]</ref>, come scudi umani<ref>[http://www.btselem.org/english/Human_Shields/20060720_Human_Shields_in_Beit_Hanun.asp 20 July 2006: Israeli Soldiers use civilians as Human Shields in Beit Hanun | B'Tselem]</ref>, ciò che è esplicitamente vietato dall'articolo 28 della Quarta Convenzione di Ginevra.
 
Con le uccisioni e le distruzioni di case compiute a Gaza durante la seconda intifada, secondo l'organizzazione israeliana per i diritti umani Adalah l'esercito israeliano ha compiuto crimini di guerra<ref name="haaretz.com">[http://www.haaretz.com/hasen/spages/848293.html High Court to start hearing Adalah petition on possible IDF war crimes in Gaza ]</ref>. Distruggere case viola l'articolo 147 della Quarta Convenzione di Ginevra<ref>[http://www.adalah.org/eng/pressreleases2007.php Adalah - The Legal Center for Arab Minority Rights in Israel]</ref>,<ref name="haaretz.com"/>.
 
Migliaia di detenuti palestinesi presenti nelle carceri israeliane sarebbe trattenuti per motivazioni politiche (circa {{TA|5 600}} stimati nel 2003), in parte (circa 530 sempre nel 2003 e 817 nel 2008<ref name=onu>Relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, A/HRC/7/17, 21 gennaio 2008.</ref>) sono in regime di "[[detenzione amministrativa (Israele)|detenzione amministrativa]]", vale a dire senza che sia stato fissato un processo. Il fatto che spesso Israele, nell'ambito dei colloqui di pace, liberi alcune decine o centinaia di questi prigionieri come "gesto di buona volontà", è stato indicato come una prova del fatto che queste detenzioni avvengono senza un reale motivo.<ref name="onu"/> In alcuni casi gruppi umanitari come [[Amnesty International]] hanno ricevuto segnalazioni di maltrattamenti, torture e negazione di assistenza legale.<ref>{{en}}[http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/3130623.stm Palestinians languish in Israeli jails], articolo della [[BBC]], dell'8 agosto 2003</ref><ref>[http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/837#595ab6 Israele e Territori Palestinesi Occupati], nel rapporto annuale 2008 di [[Amnesty International]]</ref> Nell'aprile 2008, il Vice-Presidente del Parlamento Europeo, [[Luisa Morgantini]], ha definito quello nelle carceri un «trattamento umiliante e degradante. Gli interrogatori sono svolti in modo inumano e talvolta costituiscono una forma di tortura. Il cibo scarseggia e vi sono gravi problemi di sovraffollamento».<ref>[[Consiglio europeo]], [http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=OQ&reference=O-2008-0041&language=IT Interrogazione del Vicepresidente Morgantini sui "Detenuti palestinesi nelle carceri israeliane", discussione], 15 aprile 2008, Strasburgo</ref>
 
Un rapporto ufficiale israeliano ha riconosciuto che i servizi segreti hanno torturato detenuti palestinesi durante la prima intifada, fra il [[1988]] e il [[1992]].<ref>{{en}}[http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/637293.stm Israel admits torture], articolo della [[BBC]], del 9 febbraio 2000</ref> Uno dei metodi è lo scuotimento, {{cn|che nel 1995 ha causato la morte di un detenuto}}. {{cn|Secondo [[Yitzhak Rabin]], questo metodo è stato usato contro {{TA|8 000}} prigionieri<ref>{{en}}[http://www.btselem.org/English/Publications/Summaries/199701_Legitimizing_Torture.asp Legitimizing Torture: The Israeli High Court of Justice Rulings in the Bilbeisi, Hamdan and Mubarak Cases], report del 1997 del ''The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories''</ref>}} Il 4 dicembre 2008 il Consiglio per i diritti umani dell'ONU, dopo due anni di ricerche sul territorio israeliano, ha prodotto un rapporto in cui si chiedeva a Israele di sospendere le "pratiche di tortura fisica e mentale" sui detenuti palestinesi e di rimuovere il blocco alla Striscia di Gaza.<ref>"Diritti umani: consiglio ONU accusa Israele di torture", lancio di agenzia della ''Missionary International Service News Agency'' (www.misna.org), 10 dicembre 2008 12.32</ref><ref>{{en}}[http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7774988.stm UN official slams Israel 'crimes'], articolo della BBC online del 10 dicembre 2008</ref><ref>{{en}}[http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5hhGQc7lmGzIhg93isxMnmc98JdQg UN rights advocates consider Israel, Colombia on anniversary eve] agenzia dell'Agence France-Presse, del 9 dicembre 2008, ospitato da google</ref> Pochi giorni dopo la presentazione del rapporto, il 15 dicembre, Israele ha negato il rinnovo del visto di ingresso a [[Richard A. Falk|Richard Falk]], docente di diritto internazionale all'Università di Princeton e rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi. Falk, uno degli autori del rapporto, era stato criticato dalle autorità israeliane (che avevano fin da allora preannunciato il non rinnovo del visto di ingresso) già nella primavera del 2008, dopo la sua assegnazione all'incarico (che doveva durare 6 anni), quando aveva paragonato la situazione tra israeliani e palestinesi a quella tra nazisti ed ebrei.<ref>[http://www.osservatoriosullalegalita.org/08/int/12/142palestina.htm Auguri da un muro : a Ramallah...], articolo di osservatoriosullalegalita.org, del 21 dicembre 2008</ref><ref>"Diplomatico ONU espulso per aver denunciato 'crimini contro l'umanità'", agenzia della ''Missionary International Service News Agency'' (www.misna.org), 15 dicembre 2008 22.48</ref><ref>[http://notizie.alice.it/notizie/esteri/2008/12_dicembre/16/m_o_onu_attacca_israele_per_espulsione_emissario_diritti_umani,17253900.html M.O./ Onu attacca Israele per espulsione emissario diritti umani], articolo di APCOM, del 16 dicembre 2008, riportato da Virgilio Notizie</ref>
 
Dal 2003, Israele vieta l'unificazione famigliare agli israeliani<ref name="web.amnesty.org">{{en}}[http://web.amnesty.org/library/index/engmde150632004 Israel and the Occupied Territories: Torn Apart: Families split by discriminatory policies], report di [[Amnesty International]], del 13 luglio 2004</ref> (in grandissima maggioranza cittadini arabi dello Stato), e ai palestinesi che abitano a Gerusalemme Est, se il coniuge risiede in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza.<ref name="web.amnesty.org"/>
 
In Cisgiordania ci sono ora più di 500 posti di blocco.<ref>[http://www.juragentium.unifi.it/it/surveys/palestin/doc14/dugard.pdf Comunicato] stampa dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] sui diritti umani in Palestina</ref><ref>[http://www.amnesty.org/en/library/asset/MDE15/033/2007/en/dom-MDE150332007en.pdf Rapporto] di [[Amnesty International]] sulle condizioni degli abitanti delle terre occupate in Palestina</ref> Anche le ambulanze sono talvolta soggette a controlli di sicurezza: secondo fonti palestinesi riprese dal WHO, tra il 2000 ed il 2005 61 donne avrebbero partorito presso dei posti di blocco, il che avrebbe contribuito a causare la morte di 28 neonati<ref name="UN Fears over checkpoint births">[http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/4274400.stm UN Fears over checkpoint births], articolo della BBC, del 23 settembre 2005</ref>, prevalentemente tra il 2000 ed il 2001.<ref name="UN Fears over checkpoint births"/> {{cn|Occorre dire tuttavia che questi blocchi sono stati motivati dal fatto che le ambulanze sono state utilizzate anche per trasportare esplosivi e terroristi suicidi in territorio israeliano.}}
 
La condizione di disagio creata dai posti di blocco è il riflesso diretto dello Stato di conflitto tra arabi ed israeliani, che ognuna delle due parti usa anche come strumento politico.
Da un lato lo Stato di conflitto e rischio giustifica, e costringe, lo Stato di Israele a tenere in piedi un complesso e costoso sistema di controllo, dall'altra il sistema di controllo grava sulla popolazione palestinese, e non solo per le ambulanze, (notizia chiaramente di impatto nell'immaginario propagandistico, e un po' meno del reale), ma anche (e soprattutto) per il costante logorio di rallentamento delle funzioni civili ed economiche della comunità palestinese, che viene così tacitamente ricambiata, in pieno, dei costi che il governo di Israele è costretto a subire.
 
== Politica estera ==
{| align="right"
| [[File:Foreign relations of Israel Map.png|380px|thumb|<center>'''Relazioni diplomatiche con Israele'''</center> {{legend|#0077B9|relazioni diplomatiche}}
{{legend|#FF8040|mai nessuna relazione diplomatica}}
{{legend|#FFF200|relazioni diplomatiche sospese e l'anno di sospensione}}]]
|}
Lo Stato d'Israele è riconosciuto da una forte maggioranza degli Stati del mondo (161 su 192 nel 2007), in coerenza con la risoluzione 181 delle [[Nazioni Unite]] del [[29 novembre]] [[1947]]. Israele è membro dell'ONU ma non di altre organizzazioni internazionali come la [[NATO]].
 
A causa della questione palestinese, Israele è in uno Stato di costante tensione con una grande maggioranza di Stati arabi. Israele, come stato, non viene riconosciuto da nessuno dei paesi islamici, ad esclusione della [[Turchia]], della [[Giordania]], dell'[[Egitto]] e della [[Mauritania]] con i quali intrattiene normali relazioni diplomatiche; le relazioni diplomatiche con la [[Turchia]] si sono però molto inasprite nel [[2010]] e con l'espulsione dell'ambasciatore nel [[2011]]. Alcuni paesi arabi (p.es. [[Marocco]], [[Qatar]]) intrattengono relazioni diplomatiche a basso livello o informali, {{cn|così come la [[Costa Rica]] (dal [[2010]])}}. [[Cuba]] ha interrotto i rapporti a causa dell'alleanza stretta di Israele con gli [[Stati Uniti]], i quali mantengono l'[[embargo]] contro l'isola, sostenuto anche dallo Stato ebraico.
 
Le seguenti 34 nazioni non hanno relazioni diplomatiche ufficiali con Israele (al 2011):
* [[Africa]]: [[Algeria]], [[Ciad]], [[Comore]], [[Gibuti]], [[Guinea]], [[Libia]], [[Mali]], [[Niger]], [[Somalia]], [[Sudan]]
* [[Americhe]]: [[Bolivia]] (dal [[2009]]), [[Cuba]] ([[1981]]), [[Venezuela]] ([[2009]])<ref>il Venezuela e la Bolivia riconoscono l'esistenza di Israele ma non hanno relazioni ufficiali e ne hanno espulso l'ambasciatore, a causa della questione palestinese (il Venezuela e la Bolivia riconoscono e appoggiano lo [[Stato di Palestina]])</ref>
* [[Asia Orientale]]: [[Nord Corea]],
* [[Asia del Sud]]: [[Afghanistan]], [[Bangladesh]], [[Bhutan]], [[Maldive]], [[Pakistan]]
* [[Sud-est asiatico]]: [[Brunei]], [[Indonesia]], [[Malaysia]]
* [[Asia occidentale]]: [[Iran]] ([[1979]]), [[Iraq]], [[Libano]], [[Kuwait]], [[Oman]], [[Arabia Saudita]], [[Siria]], [[Emirati Arabi Uniti]], [[Yemen]], [[Bahrain]]
* La [[Repubblica Araba Saharawi Democratica]] e [[Taiwan]] non riconoscono Israele, né sono membri delle Nazioni Unite. Taiwan ha rapporti molto informali e ufficiosi con Israele.
 
Alcuni esponenti politici e alcuni partiti europei hanno proposto che Israele venga ammessa, qualora lo desideri, all'interno dell'[[Unione Europea]].
 
== Forze armate ==
{{Vedi anche|Forze di Difesa Israeliane}}
 
I militari di Israele consistono nelle forze unificate della difesa d'Israele ('''IDF''' Israel Defense Forces), conosciute in ebraico con l'acronimo [[Tzahal]] (צה"ל).
 
Diversamente dall'organizzazione delle forze armate in altri paesi la marina militare e l'aeronautica sono subordinati all'esercito. Ci sono altre agenzie governative [[paramilitare|paramilitari]] che si occupano di differenti aspetti della sicurezza d'Israele (quali, il [[MAGAV]] e lo [[Shin Bet]]) e civili con compiti di difesa quali [[Aman (IDF)|Aman]] e il [[Mossad]], i [[servizi segreti]] esterni di Israele.
 
L'IDF è considerato una delle forze militari più forti nel [[Medio Oriente]] ed è quella che ha maggior esperienza pratica avendo difeso il proprio paese in più di cinque conflitti. Punti di forza dell'IDF sono l'alta qualità dell'addestramento e l'uso di armamenti [[tecnologia|tecnologicamente]] avanzati, tra i quali anche la [[bomba atomica]], prodotti in Israele o importati dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
 
La maggior parte degli [[Israeliano|israeliani]], maschi e femmine, sono chiamati alle [[Arma|armi]] all'età di 18 anni. Il servizio obbligatorio è di tre anni per gli uomini e di 20 mesi per le donne. A seguito del servizio obbligatorio, gli uomini israeliani diventano parte delle forze di riserva dell'IDF e solitamente sono tenuti a servire per parecchie settimane ogni anno da riservisti, fino ai loro 40 anni.
 
Per gli [[Arabo-israeliano|Arabo-israeliani]] il servizio militare è facoltativo. I [[Circassi]] e [[Beduini]] si arruolano attivamente nell'IDF. Dal [[1956]], i [[Drusi]] vengono considerati come israeliani sotto [[coscrizione]], su richiesta della comunità drusa. Gli uomini che studiano a tempo pieno nelle istituzioni religiose possono ottenere un rinvio della leva; la maggior parte degli ebrei [[Haredi]], i cosiddetti ultraortodossi estendono questi rinvii fino a raggiungere un'età in cui sono troppo vecchi per la coscrizione. Israele non dispone nel suo ordinamento di una legge sull'obiezione di coscienza. Sono esonerati i [[pacifista|pacifisti]] dichiarati solo se giudicati tali da una speciale commissione non militare e le donne che si dichiarano religiosamente osservanti. I ''refusenik'' sono coloro i quali rifiutano di prestare servizio per motivi politici legati all'occupazione della West Bank. Vengono giudicati dalla Corte marziale e rischiano pene detentive fino a un massimo di tre anni.
Alcuni gruppi di protesta, ad esempio di militari di leva o ex arruolati, e il partito di destra [[Israel Beytenu]] hanno proposto un [[servizio civile]] obbligatorio per chi non è arruolato nelle forze armate, in particolare un lavoro svolto in ospedali, fra i vigili del fuoco, o nella protezione dell'ambiente (come il "Servizio civile nazionale" facoltativo dell'[[Italia]]). In tale veste servirebbero il periodo di leva gli arabo-israeliani, gli ebrei haredim e altri esonerati. Tale proposta ha suscitato le proteste dei sionisti religiosi e degli stessi arabi in Parlamento.<ref>[http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/israele-servizio-civile-anche-per-arabi-e-ortodossi-1211034/ Israele: servizio civile anche per arabi e ortodossi? | Blitz quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=45417 Abraham Yehoshua ''Arabi israeliani arruolati in Tzahal'']</ref>
 
== Armi nucleari israeliane ==
{{Vedi anche|Trattato di non proliferazione nucleare}}
Israele è il sesto paese al mondo ad aver sviluppato armi nucleari<ref>[http://www.nti.org/e_research/profiles/Israel/Nuclear/index.html NTI Israel Profile] Retrieved July 12, 2007.</ref><ref name="McGreal">{{Cita news
|titolo=Revealed: how Israel offered to sell South Africa nuclear weapons
|url=http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/23/israel-south-africa-nuclear-weapons
|editore=The Guardian|data=24 maggio 2010
|città=London
| nome=Chris
| cognome=McGreal
| accesso=24 maggio 2010}}</ref><ref name="guardian.co.uk">[http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/23/israel-south-africa-nuclear-documents The memos and minutes that confirm Israel's nuclear stockpile | World news | guardian.co.uk<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>; non ha sottoscritto il [[trattato di non proliferazione nucleare]] (TNP), insieme ad altri paesi in possesso dell'arma atomica: [[India]], [[Pakistan]] e [[Corea del Nord]]<ref>{{Cita web|accesso=2 luglio 2006|titolo=Background Information, 2005 Review Conference of the Parties to the Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons|editore=United Nations|url=http://www.un.org/events/npt2005/background.html}}</ref>. L'Ex Direttore generale dell'AIEA [[Mohamed ElBaradei]] considera Israele come uno Stato in possesso di armi nucleari<ref>{{Cita web|url=http://www.iaea.org/NewsCenter/Transcripts/2004/alahram27072004.html|titolo=Transcript of the Director General's Interview with Al-Ahram News|autore=[[Mohamed ElBaradei]]|editore=[[International Atomic Energy Agency]]|data=27 luglio 2004|accesso=3 giugno 2007}}</ref>, ma Israele mantiene una politica nota come "l'ambiguità nucleare". Israele non ha mai ammesso ufficialmente di avere armi nucleari, mentre ha sempre dichiarato che non sarà il primo paese a "introdurre" armi nucleari in Medio Oriente, lasciando ambiguo il significato di "introdurre" potrebbe significare che non costruirà o che non userà.
Nel 2006 il primo ministro [[Ehud Olmert]] ammise l'esistenza di armi nucleari Israeliane in un'intervista alla televisione tedesca<ref>[http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/23/israel-nuclear-capability-strategic-ambiguity Israel's nuclear capability and policy of strategic ambiguity | World news | The Guardian<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nel maggio 2010 il Guardian ha pubblicato documenti rilasciati dal governo Sud Africano che confermano l'esistenza dell'arsenale nucleare Israeliano e rivelato che Israele tentò di vendere missili a testata nucleare al [[Sudafrica]]<ref name="guardian.co.uk"/><ref>[http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/23/israel-south-africa-nuclear-weapons Revealed: how Israel offered to sell South Africa nuclear weapons | World news | The Guardian<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. L'unico sospetto test nucleare condotto da Israele è conosciuto come l'[[incidente Vela]].
 
Israele ha iniziato a svilupparsi sulla tecnologia nucleare appena un anno dopo la sua fondazione nel 1948 e con il sostegno francese iniziò segretamente la costruzione di un reattore nucleare e un impianto di raffreddamento alla fine del 1950. Anche se Israele ha costruito un'arma nucleare nel 1967-68, questo non è mai stato confermato pubblicamente, fino a quando [[Mordechai Vanunu]], un ex tecnico nucleare israeliano, rivelò i dettagli del programma nucleare militare alla stampa britannica nel 1986<ref>[http://www.peacelink.it/pace/a/13728.html Intervista esclusiva a Mordechaï Vanunu<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Israele si stima possa attualmente possedere tra le 75 e le 400 testate nucleari con la possibilità di equipaggiarle su missili balistici intercontinentali, aerei e sottomarini nucleari<ref name="FAS">[http://www.fas.org/nuke/guide/israel/nuke/ Israel - Nuclear Weapons], [[Federation of American Scientists]]. Retrieved 1 July 2007</ref>.
 
== Sport ==
=== Calcio ===
Il principale sport nazionale è il [[calcio (sport)|calcio]]. Il [[campionato israeliano di calcio]] è gestito dalla [[Federazione calcistica d'Israele]] (IFA), la quale, per quanto il Paese sia geograficamente collocato in [[Asia]], è affiliata dal [[1994]] all'[[UEFA]]. Conseguentemente, le squadre calcistiche israeliane partecipano alle [[Coppe calcistiche europee|coppe europee]], e la [[Nazionale di calcio d'Israele]] disputa le qualificazioni al [[Campionato mondiale di calcio|Campionato mondiale]] con le altre selezioni europee, oltre a prendere parte alle qualificazioni al [[campionato europeo di calcio]].
 
L'IFA fu istituita nel [[1928]], venti anni prima della fondazione dello Stato di Israele e durante il [[Mandato britannico della Palestina]], come "Associazione calcistica della Palestina/Eretz Israele". Nel [[1929]] si affiliò alla [[FIFA]] e dal [[1954]] al [[1974]] fu iscritta all'[[Asian Football Confederation|AFC]], prima della sua espulsione, su pressione dei Paesi arabi.
 
Durante il periodo di iscrizione dell'IFA all'AFC, la Nazionale israeliana vinse la [[Coppa delle nazioni asiatiche 1964|Coppa d'Asia 1964]]. Successivamente, si è qualificata, per la prima (e finora unica) volta ai mondiali di calcio, nell'[[Campionato mondiale di calcio 1970|edizione]] del [[1970]] in [[Messico]], dove fu eliminata al primo turno.
 
=== [[Krav Maga]] ===
Un sistema di combattimento ormai diffuso in tutto il mondo, che trae origine in Israele è il Krav Maga (che significa combattimento a contatto). Il Krav Maga non è uno sport, anche se la sua pratica può consentire al praticante di trarre benefici, dal punto di vista psicofisico, né una vera e propria arte marziale. Va considerato, in sostanza, come un metodo di difesa personale, che trae origine da altre arti marziali, tant'è che è abbastanza utilizzato, in Israele e ormai in vari Paesi del mondo, anche da operatori della sicurezza, Forze Armate e di Polizia.
 
=== Pallacanestro ===
Molto popolare in Israele è anche la [[pallacanestro]]. Analogamente all'IFA, anche la [[Federazione cestistica d'Israele]] (IBBA), iscritta alla [[Federazione Internazionale Pallacanestro|FIBA]] dal [[1939]], è affiliata alla [[FIBA Europe]].
 
La [[Nazionale di pallacanestro d'Israele]] vanta una partecipazione ai [[Pallacanestro ai Giochi olimpici|Giochi olimpici]] (17º posto a [[Pallacanestro ai Giochi della XV Olimpiade|Helsinki 1952]]), due ai [[Campionato mondiale maschile di pallacanestro|mondiali]] (8º posto nel [[Campionato mondiale maschile di pallacanestro 1954|1954]] e 7° nel [[Campionato mondiale maschile di pallacanestro 1986|1986]]), nonché 25 presenze all'[[FIBA EuroBasket|Europeo]] (miglior risultato, il secondo posto conquistato nel [[FIBA EuroBasket 1979|1979]]).
 
La principale società cestistica israeliana è il [[Maccabi Tel Aviv B.C.|Maccabi Tel Aviv]], che, oltre a dominare da sempre il [[Campionato israeliano di pallacanestro|campionato nazionale]] (di cui ha vinto 49 delle 57 edizioni finora disputate), ha vinto 5 volte l'[[Euroleague Basketball|Eurolega]] e una volta la [[Coppa Intercontinentale (pallacanestro)|Coppa Intercontinentale]].
 
=== Vela ===
Importanti risultati sono stati colti dallo sport israeliano nella [[Vela (sport)|vela]], grazie, soprattutto, alle imprese di [[Gal Fridman]]. Dopo la medaglia di bronzo ottenuta ad [[Vela ai Giochi della XXVI Olimpiade|Atlanta 1996]], Fridman è divenuto il primo atleta israeliano a vincere una medaglia d'oro olimpica, conquistata ai [[Vela ai Giochi della XXVIII Olimpiade|Giochi]] di [[Atene]] nel [[2004]].
 
== Riferimenti ==
=== Note ===
{{references|3}}
 
== Bibliografia ==
=== Libri ===
* Sergio Della Pergola, ''Israele e Palestina: la forza dei numeri. Il conflitto mediorientale fra demografia e politica'', Il Mulino, Bologna, 2007.
* Eli Barnavi, ''Storia d'Israele. Dalla nascita dello Stato all'assassinio di Rabin'', Bompiani, 2001.
* Tania Groppi, Emanuele Ottolenghi, [[Alfredo Mordechai Rabello]] (a cura di), ''Il sistema costituzionale dello Stato d'Israele'', Giappichelli editore, 2006, Torino.
* Beniamino Irdi Nirenstein,''Israele e la guerra al terrorismo'', Luiss University Presso 2006
* Theodor Herzl, ''Lo stato ebraico'', Il Melangolo, 2003, Genova.
* Vittorio Dan Segre, ''Le metamorfosi di Israele'', Utet, 2008.
* David Grossmann, ''Con gli occhi del nemico'', 2008
* Claudio Vercelli, ''Breve storia dello Stato di Israele (1948-2008)'', Carocci, Roma 2008.
* Claudio Vercelli, ''Israele. Storia dello Stato (1881-2008).'' Giuntina, Firenze 2008.
* Claudio Vercelli, ''Storia del conflitto israelo-palestinese'' Laterza, Roma-Bari 2010.
 
=== Saggi e articoli ===
* Pasquale Amato, ''Unità socialista in Israele, Intervista con Victor Shemtov'', in "Mondoperaio", Roma, gennaio 1981, pp.&nbsp;47–51
* Aldo Baquis, ''Regno di Giudea vs. Stato d'Israele'', in "Limes" n. 3, 2005
* Emanuele Ottolenghi, ''Ebrei e Israeliani: due identità in una?'', in "Limes" n. 4, 1995
* Charles Urjewicz, ''La nuova aliyà: se gli israeliani parlano russo'', in "Limes" n. 4, 1995
* Alberto Castaldini, ''Il ruolo dell'ortodossia religiosa in Israele alla luce delle recenti elezioni'', "Aggiornamenti Sociali", 7-8 (1999), pp.&nbsp;557&nbsp;– 568
* Matteo Miele, ''L'identità di Israele tra laicità e religione'', in "Mondoperaio", numero 2, marzo-aprile 2008
 
== Voci correlate ==
{{div col|3}}
*[[Antisemitismo]] (cfr [[Sem (Bibbia)]])
* [[Aziende israeliane|Aziende]]
* [[Città israeliane|Città]]
* [[Cronologia della storia ebraica]]
* [[Diaspora ebraica]]
* [[Dodici tribù di Israele]]
* [[Ebrei]], [[Ghiur]] e [[Non-ebrei]]
* [[Era Messianica]] e [[Neviim]]
* [[Eretz Israel]]
* [[Grande Israele]]
*[[Kibbutz]] o Kibbutzim
* [[Letteratura israeliana|Letteratura]]
* [[Neturei Karta]], [[Sionismo]] ed [[Antisionismo]]
*[[ONU]]
* [[Passaporto israeliano]]
* [[Pena di morte in Israele]]
* [[Prostituzione in Israele]]
* [[Religione ebraica]], [[Patriarchi ebrei]], [[Amore per la Terra d'Israele]]
* [[Scrittori israeliani|Scrittori]]
* [[Storia degli Ebrei]] e [[Torah]]-[[Tanakh]]
* [[Tempio di Gerusalemme]], [[Monte del Tempio]] e [[Sion]]
* [[Terra d'Israele]]-[[Terra Santa]]
 
* Conflitti:
** [[Conflitti arabo-israeliani]]
** [[Proposte per uno Stato di Palestina]]
** [[Territori palestinesi]]
 
* Esponenti:
** [[Israeliani illustri|Personaggi illustri]]
** [[Presidenti di Israele]]
** [[Primi ministri di Israele]]
:** [[Politici Israeliani]]
 
* Geografia della Terra d'Israele:
* Fiumi
** [[Giordano (fiume)|Giordano]]
** [[Qishon]]
** [[Yarmuk]]
** [[Yarkon]]
* Mari
** [[Mare Mediterraneo]]
** [[Mar Rosso]]
** [[Rotte dei migranti africani nel Mediterraneo]]
* Montagne
** [[Gebel al-Maqrah]] ({{M|1 206||m}})
** [[Gebel Asur]] {{TA|(1 073 m)}}
** [[Gebel Germaq]] {{TA|(1 200 m)}}
** [[Gebel Heidel]] {{TA|(1 049 m)}}
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Israel|n=Categoria:Israele|wikt|q=Israele|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?israele Scheda di Israele dal sito Viaggiare Sicuri]
:Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* [http://www.mfa.gov.il/mfa/home.asp Ministry of Foreign Affairs]
* [http://www.info.gov.il/eng/mainpage.asp Israel Government Gateway]
* [http://www.pmo.gov.il/PMOEng Prime Minister's Office]
* [http://www.goisrael.com/ Ministry of Tourism]
* [http://www.education.gov.il/ Ministry of Education]
* [http://www.mot.gov.il/ Ministry of Transportation]
* [http://www.cbs.gov.il/engindex.htm Bureau of Statistics]
* [http://www.knesset.gov.il/ The Knesset (Parliament)]
* [http://www.idf.il/ Israel Defense Forces site]
* [http://www.israele.net/ israele.net (in italiano)]
* www.israelnationalnews.com/tv/[http://www.israelnationalnews.com/tv/]
* [http://www.letteratura.rai.it/categorie/nuovi-narratori-israeliani/348/1/default.aspx Speciale ''Nuovi narratori israeliani'' su RAI Letteratura]
 
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==Collegamenti esterni==
[[Categoria:Israele| ]]
*{{cita web|url=http://www.lovevda.it/turismo/prima_di_partire/informazioni/pagina_ricerche_i.asp?tipo=scheda&pk=922&nomesch=sch_patrimonio&ts=patrimonio|editore=Regione Valle d'Aosta|titolo=Castello giudiziario di Derby|accesso=21 agosto 2013|urlmorto=sì}} (fonte)
*[http://www.fenisweb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=290%3Aaltri-castelli-minori-valle-daosta&catid=46%3Aapprofondimenti&Itemid=266&lang=en Altri castelli minori > La Salle > Castello giudiziario di Derby] su www.fenisweb.it
 
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