Johann Friedrich Blumenbach e Raffaele Albertella: differenze tra le pagine

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Homo sapiens è una specie monotipica, non una razza monotipica. prima era scritto "razza monotipica".
 
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[[File:Blumenbach.jpg|thumb|Johann Friedrich Blumenbach]]
{{Bio
|Nome = Johann FriedrichRaffaele
|Cognome = BlumenbachAlbertella
|Sesso = M
|LuogoNascita = GothaMilano
|GiornoMeseNascita = 117 maggio
|AnnoNascita = 17521911
|LuogoMorte = GottingaGenova
|GiornoMeseMorte = 2220 giugno gennaio
|AnnoMorte = 18401961
|Attività = antropologopittore
|Epoca = 1700
|Epoca2Epoca = 18001900
|Nazionalità = tedescoitaliano
|Attività = antropologo
}}
|Attività2 = fisiologo
|Attività3 = naturalista
|Nazionalità = tedesco
|PostNazionalità = , autore di una [[classificazione]] [[craniologia|craniometrica]] delle razze umane che è stata accettata dai moderni fautori del cosiddetto "[[Razzismo#Il "Razzismo scientifico"|razzismo scientifico]]"
}}
 
== Biografia ==
Studiò all'[[Accademia di Brera]] sotto la guida di [[Aldo Carpi]].
{{Immagine multipla
| per riga = 2
| larghezza totale=300
| immagine1 = Johann Friedrich Blumenbach, Cranio in cartapesta di razza americana - Imago Animi 2018 07.jpg
| immagine2 = Johann Friedrich Blumenbach, Cranio in cartapesta di razza etiopica - Imago Animi 2018 01.jpg
| immagine3 = Johann Friedrich Blumenbach, Cranio in cartapesta di razza malese - Imago Animi 2018 03.jpg
| immagine4 = Johann Friedrich Blumenbach, Cranio in cartapesta di razza mongola - Imago Animi 2018 05.jpg
| sotto = Crani in cartapesta di Blumenbach delle "razze" americana, etiopica, malese e mongola
}}
Si laurea nel [[1775]] in [[Medicina]] presso l'[[Università di Gottinga]] con una tesi dal titolo ''De generis humani varietate nativa liber'' ("Della naturale varietà dell'Umanità"), considerata uno dei lavori che ha gettato le basi per lo sviluppo del razzismo scientifico. Nel [[1776]] viene nominato Assistente alla cattedra di Medicina presso l'Università di Gottinga. Nel [[1778]], diventa professore ordinario.
 
== Produzione artistica ==
Sulla base dei suoi studi "craniometrici" (ovvero basati sul [[cranio]] umano), divise l'umanità in cinque "razze":
Vincitore del Premio Durini per l'[[acquarello]]<ref name= carpi>{{Cita|Carpi||carpi}}</ref>, partecipò alla II [[Quadriennale di Roma]] nel 1935<ref>{{Cita web|url = http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web/index.php?sezione=artisti&id=20014&ricerca=|titolo = Raffaele Albertella|autore = |wkautore = |sito = http://www.quadriennalediroma.org/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = |accesso = 21 giugno 2014}}</ref> e alla [[Mostra dei sette di Brera]] nel 1937<ref name= carpi/>. In quell'occasione, contemporaneamente impegnato in un'altra personale a [[Cannobio]], poté esporre solo sei dipinti, tra cui la ben riuscita ''Famiglia del pittore''<ref>{{Cita|''s.a.''||popolo}}</ref>; per l'occasione, scrisse [[Leonardo Borgese]] sul [[Corriere della Sera]]: «Albertella, guardando i primitivi, risolve il suo lirismo in costruzioni formali di raffinata ingenuità»<ref>{{Cita|Borgese||borgese}}</ref>
* Caucasica o "razza bianca" (la razza "originaria" da cui sarebbero derivate le altre per effetto di pressioni ambientali e abitudini alimentari);
* Americana o "razza rossa";
* Malese o "razza olivastra";
* Mongola o "razza gialla";
* Africana o "razza negra".
 
«Abile [[Affresco|affreschista]]»<ref name= carpi/>, Albertella affrescò la [[Volta (architettura)|volta]] della [[parrocchiale]] di Santa Maria a [[Cogoleto]] (1939)<ref>{{Cita web|url =http://nuke.cristoforocolombostoria.it/Home/Immagini/ChiesaParrocchialeSMaria/tabid/483/Default.aspx|titolo =Chiesa di Santa Maria|autore =|wkautore =|sito =http://nuke.cristoforocolombostoria.it/|editore =|data =|lingua =|pagina =|pagine =|cid =|accesso =21 giugno 2014|urlmorto =sì}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.cogoletoinfo.it/cultura/itinerari/parrocchia/parrocchia.htm|titolo = La Parrocchia di Santa Maria Maggiore|autore = |wkautore = |sito = http://www.cogoletoinfo.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = |accesso = 21 giugno 2014}}</ref> e l'[[abside]] della chiesa di Santa Maria Immacolata e San Marziano a [[Pegli]] (1944-45)<ref>{{Cita web|url =http://smipegli.altervista.org/notizie/14-parrocchia.html|titolo =Parrocchia S. M. Immacolata e San Marziano|autore =|wkautore =|sito =http://smipegli.altervista.org/|editore =|data =|lingua =|pagina =|pagine =|cid =|accesso =21 giugno 2014|urlmorto =sì}}</ref>. Eseguì inoltre alcuni affreschi nella [[Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Milano)|Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano]] (1946)<ref>{{Cita web|url = http://www.suffragio.it/storarte/arteinchiesa.html|titolo = Chiesa del Suffragio|autore = |wkautore = |sito = http://www.suffragio.it/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = |accesso = 21 giugno 2014}}</ref> e le [[Vetrata|vetrate]] del [[Palazzo del Governo (La Spezia)|Palazzo del Governo a La Spezia]] (1957)<ref>{{Cita web|url = http://guide.travelitalia.com/it/guide/la_spezia/pdf/|titolo = La Spezia|autore = |wkautore = |sito = http://guide.travelitalia.com/|editore = |data = |lingua = |pagina = |pagine = |cid = |accesso = 21 giugno 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150307042255/http://guide.travelitalia.com/it/guide/la_spezia/pdf/|dataarchivio = 7 marzo 2015|urlmorto = sì}}</ref>.
Il suo sistema di classificazione e il concetto stesso di "razza" rimase ampiamente accettato fino alla conclusione della [[Seconda guerra mondiale]]. Nella seconda metà del [[XX secolo]], tuttavia, la sua classificazione è stata rigettata dagli scienziati che hanno considerato l'[[Homo sapiens]] come specie monotipica (ovvero non divisibile in razze o sottospecie).
 
Dipinti di Albertella sono conservati a Milano presso la [[Pinacoteca di Brera]]<ref>{{Cita|Zeri|p. 27|zeri}}.</ref> e la [[Galleria d'arte moderna (Milano)|Galleria d'arte moderna]]<ref>{{Cita|Caramel|p. 13, tav. 14|caramel}}.</ref>.
In realtà va specificato che benché sia considerato il padre del razzismo scientifico Blumenbach non era affatto razzista, a maggior ragione secondo i canoni del '700. Anzi rigettò le teorie poligenetiche e fu un costante ammiratore (sia pure in maniera forse paternalistica) dei primi intellettuali afrostatunitensi, come la poetessa bostoniana [[Phillis Wheatley]], ex schiava di presunte origini senegalesi.
Sulla questione della schiavitù, Blumenbach fu un convinto abolizionista (peraltro cosa comune a molti "razzisti"), con posizioni particolarmente moderne e simpatetiche verso gli schiavi (moralmente e psicologicamente considerati superiori ai loro padroni).
 
== Note ==
Il razzismo di Blumenbach era essenzialmente di tipo classificativo: egli decise di dividere in 5 razze la specie umana utilizzando criteri di tipo estetico e anatomico.
<references/>
A differenza dei suoi successori non riteneva però che le razze potessero essere gerarchizzate su base intellettuale, stabilendo un determinismo biologico tra razza e cultura.
Postulò invece una discendenza per degenerazione somatica legata a fattori ambientali e alimentari (un concetto che per lui era di carattere evolutivo, e non incideva sul livello morale) delle razze umane da un originale unico modello (monogenesi) che definì "bianco" o caucasico (così chiamato poiché originario della regione del Monte Caucaso, considerata la "culla dell'umanità" forse in ricordo della tradizione biblica del diluvio universale: il monte Ararat è situato nel Caucaso meridionale).
Dalle origini caucasiche (bianche) sarebbero discese - per tappe intermedie - le ulteriori razze umane: i malesi (da cui sarebbero successivamente derivati i neri) e gli americani (da cui sarebbero successivamente derivati i gialli "mongolici").
 
La sua classificazione si basava su presupposti estetici conformi ai canoni dell'epoca (i bianchi, dai capelli castani, il volto ovale e le fattezze regolari presentavano "il tipo di aspetto che, in accordo con la nostra opinione della simmetria, consideriamo più bello e attraente") e la sua suddivisione delle razze avveniva su basi anatomiche, in particolar modo utilizzando le tavole dell'artista e teorico d'anatomia olandese Petrus Camper (la cui opera principale fu pubblicata nel 1791). Tutta l'opera di Blumenbach (che fu anche naturalista ed anatomista di genio) fu influenzata dal metodo di classificazione di [[Linneo]].
 
Blumenbach riteneva che le razze non fossero stabili e non avessero confini netti, e fu uno dei primi a considerare come le razze avessero delle forme "intermedie" tali da impedire nette distinzioni all'interno della specie umana che egli, concordemente con Linneo, considerava unica e indivisibile. Benché le sue divisioni non fossero "razzistiche", ma descrittive, furono però interpretate come normative e distintive dai suoi successori: [[Joseph Arthur de Gobineau]], tra coloro che posero le basi del razzismo ottocentesco, riprese parzialmente la classificazione di Blumenbach e la utilizzò nella gerarchia razziale delineata nel suo "Saggio sulla naturale ineguaglianza delle razze umane" (1853-54).
 
Sulla persona di Blumenbach il biologo [[Stephen Jay Gould]] ha dato il seguente giudizio:
{{Citazione|...senza dubbio Blumenbach merita il nostro plauso come il meno razzista, il più egalitario e il più benevolo fra tutti gli scrittori illuministi che trattarono l'argomento della diversità umana. È veramente singolare che un uomo così consacrato a sostenere l'unità degli esseri umani e l'irrilevanza delle differenze morali e intellettuali fra i gruppi, debba aver cambiato la geometria mentale che descrive l'ordine umano convertendola in uno schema che da allora ha promosso il razzismo convenzionale. Eppure, a ripensarci, questa situazione non dovrebbe essere considerata tanto singolare o insolita, giacché da sempre moltissimi scienziati sono stati inconsapevoli dei meccanismi mentali, e in particolare delle implicazioni visive o geometriche, alle spalle delle loro particolari teorie (e alla base di tutto il pensiero umano in generale))| [[Stephen Jay Gould]], ''I Have Landed'', op. cit. p. 395}}
 
== [[Taxa]] classificati ==
{{vedi categoria|Taxa classificati da Johann Friedrich Blumenbach}}
 
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|titolo = Mostra personale dei pittori Umberto Rognoni, Delia Rossi Pasotti, Carlo Martini, Raffaele Albertella, Dino Pasotti, Leo Spaventa Filippi, Amedeo Angilella|autore = [[Aldo Carpi]]|curatore = |altri = |url = |editore = |città = Milano|anno = 1937|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = carpi}}
* J. F. Blumenbach, ''«''Contributi alla storia naturale», A cura di Mario Marino, Prefazione di Giulio Barsanti, Milano.Udine, Mimesis, Edizioni, 2018, ISBN 9788857550671
*{{cita news|autore= [[Leonardo Borgese]]|url= |titolo= Le mostre d'arte a Milano. Sette giovani pittori|pubblicazione= [[Corriere della Sera]]|data= 25 dicembre 1937|accesso= |lingua= |formato= |cid= borgese}}
*J. F. Blumenbach, «Impulso formativo e generazione», a cura di A. De Cieri, Salerno, Edizioni 10/17, 1992
*{{cita news|autore= ''s.a.''|url= |titolo= Le mostre d'arte a Milano. Sette giovani|pubblicazione= [[Il Popolo d'Italia]]|data= 28 dicembre 1937|accesso= |lingua= |formato= |cid= popolo}}
*«Il geometra della razza». In: [[Stephen Jay Gould]], ''[[I Have Landed]], Riflessioni di un naturalista sull'evoluzione''; a cura di [[Telmo Pievani]], traduzione di Isabella Blum, Torino, Roma: Codice Edizioni-Le Scienze, 2010, pp. 390-412, ISBN 978-88-7578-121-7
*{{Cita libro|titolo = Galleria d'arte moderna. Opere del Novecento|autore = [[Luciano Caramel]]|autore2= Carlo Pirovano|curatore = |altri = |url = |editore = Electa|città = |anno = 1974|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = caramel}}
* G.L. Mosse, ''Il razzismo in Europa'', Bari, 1985.
*{{Cita libro|titolo = Pinacoteca di Brera: Dipinti dell'Ottocento e del Novecento|autore = Federico Zeri|curatore = |altri = |url = http://books.google.it/books?ei=nJ-lU-X0J7OZ0QWRtYHACA&hl=it&id=2MvqAAAAMAAJ&dq=raffaele+albertella+pittore&focus=searchwithinvolume&q=raffaele+albertella|editore = Electa|città = |anno = 1993|annooriginale = |volume = |edizione = |capitolo = |url_capitolo = |p = |pp = |ISBN = |cid = zeri}}
* V. Pisenty, ''La difesa della razza'', Milano, 2007.
*S. Fabbri Bertoletti, «Impulso, formazione e organismo. Per una storia del concetto di ''Bildungstrieb'' nella cultura tedesca», Firenze, Olschki, 1990.
*R. Bonito-Oliva, G. D'Alessandro, M. Marino, ''Storia naturale e antropologia nei 'Beyträge zur Naturgeschichte','' in: «Studi Filosofici», xxxix, 2016, pp. 309.324.
*R. Mazzolini, «Albinos, Leucoaethiopes, Dondos, Kakerlakken:sulla storia dell'albinismo dal 1609 al 1812» in: «La natura e il corpo. Studi in memoria di Attilio Zanca», a cura di G. Olmi e G. Papagno, Firenze, Olschki, 2003, pp. 161-203.
 
== Voci correlate ==
* [[Storia dei concetti razziali nella specie umana]]
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:RazzismoStudenti scientificodell'Accademia di belle arti di Brera]]