Federico II di Svevia e Sala Baganza: differenze tra le pagine

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{{F|centri abitati dell'Emilia-Romagna|aprile 2014}}
{{nota disambigua|il duca di Svevia che regnò negli anni 1105-1147|[[Federico II di Svevia (duca)]]}}
{{Divisione amministrativa
{{Monarca
|Nome=Sala Baganza
| nome=Federico II
|Panorama=Rocca di Sala Baganza.JPG
| titolo=[[Imperatori del Sacro Romano Impero|Imperatore del Sacro Romano Impero]]
|Didascalia=La [[Rocca Sanvitale (Sala Baganza)|Rocca Sanvitale di Sala Baganza]]
| sottotitolo=(formalmente '''Imperatore dei Romani''')
|Bandiera=Sala Baganza-Gonfalone.png
| immagine=Palazzo Reale di Napoli - Federico II.jpg
|Voce bandiera=
| legenda=Statua di Federico II all'ingresso del [[Palazzo Reale di Napoli]]
|Stemma=Sala Baganza-Stemma.png
| inizio regno = 22 novembre [[1220]]
|Voce stemma=
| fine regno = 13 dicembre [[1250]]
|Stato=ITA
| incoronazione = 22 novembre [[1220]]
|Grado amministrativo=3
| altrititoli= Duca di Svevia
|Divisione amm grado 1=Emilia-Romagna
| stemma = Shield and Coat of Arms of the Holy Roman Emperor (c.1200-c.1300).svg
|Divisione amm grado 2=Parma
| predecessore=[[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]]
|Amministratore locale=Aldo Spina
| successore=''[[Grande Interregno]]'', poi [[Enrico VII di Lussemburgo]]
|Partito=[[lista civica]] "Solidarietà"
| titolo1= [[Regno di Sicilia|Re di Sicilia]]
|Data elezione=6-6-2016
| inizio regno1= 27 novembre [[1198]]
|Data istituzione=
| fine regno1= 13 dicembre [[1250]]
|Altitudine=
| incoronazione1= 17 maggio [[1198]]
|Abitanti=5669
| predecessore1= [[Costanza I di Sicilia|Costanza I]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 giugno 2018.
| successore1= [[Corrado IV di Svevia]]
|Aggiornamento abitanti=30-6-2018
| titolo2= [[Re di Gerusalemme]]
|Sottodivisioni=Case Marconi, Casino de' Boschi, Castellaro, Limido, Maiatico, [[San Vitale Baganza]], [[Segalara]], Talignano
| inizio regno2= 9 novembre [[1225]]
|Divisioni confinanti=[[Calestano]], [[Collecchio]], [[Felino (Italia)|Felino]], [[Fornovo di Taro]], [[Parma]], [[Terenzo]]
| fine regno2= 13 dicembre [[1250]]
|Zona sismica=3
| incoronazione2 = 18 marzo [[1229]]
|Gradi giorno=
| predecessore2= [[Jolanda di Brienne|Jolanda]]
|Diffusività=
| successore2= [[Corrado IV di Svevia]]
|Nome abitanti=salesi
| titolo3= [[Sovrani di Germania|Re di Germania]]
|Patrono=santi Stefano e Lorenzo
| sottotitolo3= (formalmente '''[[Re dei Romani]]''')
|Festivo=26 dicembre e 10 agosto
| inizio regno3= 25 luglio [[1215]]
|PIL=
| fine regno3= 22 novembre [[1220]]
|PIL procapite=
| incoronazione3 = 9 dicembre [[1212]] ([[Magonza]])<br />25 luglio [[1215]] ([[Aquisgrana]])
|Mappa=Map of comune of Sala Baganza (province of Parma, region Emilia-Romagna, Italy).svg
| predecessore3=[[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]]
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Sala Baganza nella provincia di Parma
| successore3=[[Enrico VII di Germania|Enrico di Svevia]] (co-reggente: [[1220]]-[[1234]])<br />[[Corrado IV di Svevia]] (co-reggente e successore: [[1237]]-[[1254]])
| titolo4= [[Re d'Italia]]
| coniuge 1=[[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]]
| coniuge 2=[[Jolanda di Brienne]]
| coniuge 3=[[Isabella d'Inghilterra]]
| coniuge 4=[[Bianca Lancia]]
| figli=[[Enrico VII di Germania|Enrico]]<br />[[Corrado IV di Svevia|Corrado]]<br />[[Margherita di Sicilia|Margherita]]<br />[[Costanza di Staufen|Costanza]]<br />[[Manfredi di Sicilia|Manfredi]]
| dinastia =[[Hohenstaufen]]
| padre =[[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]]
| madre =[[Costanza I di Sicilia|Costanza d'Altavilla]]
| data di nascita =26 dicembre [[1194]]
| luogo di nascita=[[Jesi]], [[Marche]]
| data di morte=13 dicembre [[1250]]
| luogo di morte=[[Castel Fiorentino]], [[Puglia]]
| luogo di sepoltura=[[Cattedrale di Palermo]]
| religione=[[Chiesa cattolica|Cristianesimo Cattolico]]
|}}
{{Bio
|Nome = Federico II
|Cognome = Hohenstaufen
|ForzaOrdinamento = Federico 02 del Sacro Romano Impero
|Sesso = M
|LuogoNascita = Jesi
|GiornoMeseNascita = 26 dicembre
|AnnoNascita = 1194
|LuogoMorte = Fiorentino di Puglia
|GiornoMeseMorte = 13 dicembre
|AnnoMorte = 1250
|Attività = sovrano
|Nazionalità = svevo
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[Regno di Sicilia|re di Sicilia]] (come '''Federico I''', dal [[1198]] al [[1250]]), [[Ducato di Svevia|Duca di Svevia]] (come '''Federico VII''', dal [[1212]] al [[1216]]), [[Regno di Germania|re di Germania]] (dal [[1212]] al [[1220]]) e [[Imperatore del Sacro Romano Impero]], e quindi precedentemente [[Re dei Romani]], (come '''Federico II''', eletto nel [[1211]], incoronato dapprima ad [[Aquisgrana]] nel [[1215]] e, successivamente, a Roma dal papa come ''Imperatore'' nel [[1220]]), infine [[Regno di Gerusalemme|re di Gerusalemme]] (dal [[1225]] per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa [[Gerusalemme]] nel [[1229]])
}}
'''Sala Baganza''' (''Säla'' in [[dialetto parmigiano]]<ref>Guglielmo Capacchi, ''Dizionario Italiano-Parmigiano. Tomo II M-Z'', Artegrafica Silva, pp. 895ss.</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:5669}}<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> abitanti della [[provincia di Parma]], circa 12&nbsp;km a sud del [[Parma|capoluogo provinciale]].
È sede di numerose aziende del comparto [[metalmeccanico]] e del settore [[agroalimentare]] (soprattutto lavorazione carne suina per produzione di salumi), dislocate tra [[Castellaro (Sala Baganza)|Castellaro]] e [[San Vitale Baganza]], sulla riva sinistra del [[torrente Baganza]]. L'offerta eno-gastronomica può essere considerata di pregio: il comune è infatti terra del [[Prosciutto di Parma]], del [[Parmigiano-Reggiano|Parmigiano Reggiano]] e zona di produzione del vino [[Malvasia]].
 
L'11 giugno 2011 una parte del paese di Sala Baganza e la frazione di Talignano (insieme ad alcune aree dei comuni vicini di [[Collecchio]] e [[Fornovo di Taro]]) sono state duramente colpite da un'[[alluvione]] dovuta all'esondazione del Rio Ginestra e del [[Scodogna|Torrente Scodogna]] a causa di intense precipitazioni. L'evento calamitoso ha causato la morte di una persona e feriti gravi. I danni ammontano a circa 7.200.000 euro per privati e aziende e circa 450.000 euro i danni pubblici. Sono 185 le famiglie e 50 le attività produttive colpite.
Apparteneva alla nobile famiglia [[Svevia|sveva]] degli [[Hohenstaufen]] e discendeva per parte di madre dalla dinastia [[normanna]] degli [[Altavilla]], regnanti di Sicilia.
 
== Toponimo ==
Conosciuto con gli appellativi ''[[stupor mundi]]'' ("[[meraviglia]] o stupore del mondo") o ''puer Apuliae'' ("fanciullo di [[Puglia]]")<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Antonino De Stefano (storico)|Antonino De Stefano]]|titolo=Fridericus, puer Apuliae|rivista=Archivio Storico Pugliese|anno=1951|volume=IV|numero=1 (Il convegno Federiciano di Foggia)|città=Bari|url=http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Archivio%20Storico%20Pugliese/1951/fasc.%201%20articoli/Fridericus,%20Puer%20Apuliae.pdf|formato=pdf|editore=provincia.brindisi.it|editore=Società di Storia Patria per la Puglia|accesso=20 dicembre 2010}}</ref>, Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.
Il [[toponimo]] ''Sala'' è di origine [[Longobardi|longobarda]] ed è attestato in molte regioni italiane, ad esempio: [[Sala Bolognese]], [[Sala Comacina]] (Como), [[Sala Biellese]], [[Sala Consilina]] (Salerno), [[La Sala]], a [[Lari (Italia)|Usigliano di Lari]], [[Pisa]], nonché in [[Svizzera]], a [[Sala Capriasca]]. La ''sala'' era la terra direttamente occupata dal presidio germanico e si contrapponeva alle terre tributarie degli altri abitanti, che corrispondevano ai longobardi in veste di tributo parte dei raccolti. Il termine deriva dal [[lingua longobarda|longobardo]] ''saliz'', che significa fattoria.
 
Il termine ''Baganza'', dal nome del torrente sulla cui sponda si trova il paese, fu aggiunto per decreto reale solo nel [[1862]]. Il nome è di etimo incerto, ma potrebbe derivare dalla radice celtica ''bagus'' (faggio), albero molto comune nella Val Baganza.
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Federico stesso fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in [[Regno di Sicilia|Sicilia]] e nell'[[Italia meridionale]] una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con una amministrazione efficiente.<ref>{{cita libro |lingua = en |autore = Donald S. Detwiler |titolo = Germany: A Short History |edizione = 3 |città = |editore = Southern Illinois University Press |anno = 1999 |pagina = 43 |isbn = 0-8093-2231-5}}</ref>
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo ====
{{Vedi anche|Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo (Sala Baganza)}}
Edificata tra il [[1582]] e il [[1586]] per volere dei conti [[Sanvitale]] quale oratorio del convento degli Agostiniani, la chiesa fu elevata a parrocchia nel [[1694]] in sostituzione della vicina cappella medievale intitolata a [[Stefano protomartire|santo Stefano]], oggi scomparsa; ampliata e decorata in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]] nel [[1801]] per volere del [[duca di Parma]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]], fu nuovamente modificata tra il [[1930]] e il [[1939]] con l'allungamento dell'abside, la costruzione delle cappelle laterali e la sopraelevazione della torre campanaria; il luogo di culto conserva gli affreschi staccati dell'antica cappella di Santo Stefano, realizzati tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVII secolo]] da [[Cesare Baglioni]], oltre a tre pregevoli dipinti settecenteschi e ottocenteschi di [[Enrico Bandini]], [[Domenico Muzzi]] e [[Gaetano Callani]].<ref>{{cita web|url=http://www.castellidelducato.it/castellidelducato/itinerario.asp?prop=itinerari-in-camper&el=itinerario-religioso-luoghi-danima-alla-scoperta-della-chiesa-parrocchiale-di-sala-baganza|sito=www.castellidelducato.it|titolo=Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta della chiesa parrocchiale di Sala Baganza|accesso=7 gennaio 2017}}</ref>
 
==== Pieve di San Biagio ====
Federico II parlava sei lingue ([[Lingua latina|latino]], [[Lingua siciliana|siciliano]], [[Lingua tedesca|tedesco]], [[Lingua francese|francese]], [[Lingua greca|greco]] e [[Lingua araba|arabo]])<ref>Cronica, [[Giovanni Villani]] [http://www.elfinspell.com/VillaniBk6a.html Book VI e. 1.]</ref> e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della [[Scuola siciliana]]. La sua corte reale siciliana a [[Palermo]], dal [[1220]] circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una [[lingua romanza]] (dopo l'esperienza [[Lingua occitana|provenzale]]), il [[Lingua siciliana|siciliano]]. La poesia che veniva prodotta dalla ''[[Scuola siciliana]]'' ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna [[lingua italiana]]. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da [[Dante Alighieri|Dante]] e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'[[Dialetto toscano|idioma toscano]] come lingua d'''élite'' letteraria d'Italia.<ref>{{cita libro |lingua = en |autore = |curatore = Gaetana Marrone |curatore2 = Paolo Puppa |curatore3 = Luca Somigli |titolo = Encyclopedia of Italian Literary Studies (A-J) |volume = 1 |città = |editore = Taylor & Francis |anno = 2007 |pagine = 780–82; anche 563; 571; 640; 832–36 |isbn = 1-57958-390-3}}</ref>
[[File:Pieve Talignano.jpg|thumb|left|Pieve di San Biagio]]
{{Vedi anche|Pieve di San Biagio (Sala Baganza)}}
Edificata a Talignano in stile [[Architettura romanica|romanico]] probabilmente agli inizi del [[XII secolo]], la pieve fu modificata tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]] con l'aggiunta di decorazioni [[architettura barocca|barocche]] e [[architettura neoclassica|neoclassiche]]; restaurata tra il [[1930]] e il [[1940]] riportando il luce la veste originaria, la chiesa conserva sul portale d'ingresso una pregevole lunetta contenente un bassorilievo del [[XIII secolo]], raffigurante la ''[[Psicostasia]]''.<ref>{{cita web|url=http://www.piazzaduomoparma.com/parma-e-provincia/percorsi-nel-romanico/il-romanico-in-provincia/la-via-francigena/talignano-pieve-di-san-biagio/|editore=piazzaduomoparma.com|titolo=Talignano, Pieve di San Biagio|accesso=6 gennaio 2017}}</ref>
 
==== Chiesa di San Vitale ====
== Biografia ==
Edificata a [[San Vitale Baganza]] entro il [[X secolo]], la pieve [[architettura romanica|romanica]] fu gravemente danneggiata nel [[1834]] da una violenta scossa tellurica, che risparmiò soltanto il campanile settecentesco; ricostruita completamente in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]] tra il [[1835]] e il [[1841]] su disegno dell'architetto Lorenzo Raschi, fu completata con la facciata, progettata dall'architetto Luigi Bianchi, nel [[1868]] e arricchita delle statue di [[Agostino Ferrarini]] nel [[1885]]; lesionata nel [[2008]] da un nuovo terremoto, fu interamente restaurata e riaperta al culto nel [[2012]]; la chiesa ospita varie opere di pregio, tra cui due dipinti del [[1774]] del pittore [[Giuseppe Peroni]].<ref name="Chiesa di San Vitale">{{cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=55668|sito=www.chieseitaliane.chiesacattolica.it|titolo=Chiesa di San Vitale "San Vitale di Baganza, Sala Baganza"|accesso=6 gennaio 2017}}</ref>
=== La nascita ===
{{Hohenstaufen}}
[[File:Frederick is born in Jesi.JPG|thumb|left|upright=1.2|Nascita di Federico II a [[Jesi]], in una tenda, secondo una «fantasiosa tradizione».<ref name="Houben16">[[Hubert Houben]], ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', 2009, [[Il Mulino]], [[Bologna]], ISBN 978-88-15-13338-0 (p. 16)</ref> dovuta a [[Ricordano Malispini]].<ref>[[Ricordano Malispini]], in ''[[Cronica malispiniana|Istoria fiorentina]]'', [http://books.google.it/books?id=TG85AAAAcAAJ&pg=PA124#v=onepage&q&f=false LXXVI], colloca il parto in un padiglione nel mezzo di una piazza di Palermo. La tradizione del padiglione è anche in [[Giovanni Villani]], ''[[Nova Cronica]]'', [[:s:Nuova Cronica/Libro sesto#XVI|VI, 16]]</ref>]]
Federico nacque il 26 dicembre 1194 da [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] (a sua volta figlio di [[Federico Barbarossa]]) e da [[Costanza I di Sicilia|Costanza d'Altavilla]], figlia di [[Ruggero II di Sicilia]], detto ''Il Normanno''<ref>L'essere nato come nipote in linea diretta di due grandi sovrani quali [[Federico Barbarossa]] e [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero il Normanno]] segnò sin dall'inizio il destino di Federico.</ref>, a [[Jesi]], nella [[Marca anconitana]], mentre l'imperatrice stava raggiungendo a [[Palermo]] il marito, [[Incoronazione|incoronato]] appena il giorno prima, giorno di [[Natale]], [[re di Sicilia]]. Data l'età avanzata, nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la gravidanza di Costanza, perciò fu allestito un baldacchino al centro della piazza di [[Jesi]], dove l'imperatrice partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono.<ref>"Quando la 'mperatrice Costanza era grossa di Federigo, s'avea sospetto in [[Sicilia|Cicilia]] e per tutto il reame di [[Puglia]], che per la sua grande etade potesse esser grossa; per la qual cosa quando venne a partorire fece tendere un padiglione in su la piazza di Palermo e mandò bando che qual donna volesse v'andasse a vederla; e molte ve n'andarono e vidono, e però cessò il sospetto". [[Giovanni Villani]], ''[[Nova Cronica]]'', [[:s:Nuova Cronica/Libro sesto#XVI|VI, 16]]</ref>
 
=== Architetture militari ===
Costanza, che prima del battesimo del figlio lo avrebbe chiamato inizialmente col nome matronimico di Costantino<ref>Secondo uno dei massimi studiosi ''federiciani'', il tedesco [[Norbert Kamp]] (cfr.: N. Kamp, Federico II di Svevia ecc., op. cit.) la notizia sarebbe dovuta a ''fonti posteriori'', da ritenere poco attendibili; in realtà, come testimoniato sin dal 1195, i genitori si erano orientati verso i nomi di ''Ruggero'' o ''Federico'', portati dai celebri nonni del bimbo: prevalse alla fine il nome di casa [[Hohenstaufen]], anche se poi, durante il battesimo, a quello di ''Federico'' venne cumulato anche il nome di ''Ruggero''.</ref>, portò il neonato a [[Foligno]], città dove Federico visse i suoi primissimi anni, affidato alla duchessa di [[Urslingen]], moglie del [[duca di Spoleto]] [[Corrado di Urslingen|Corrado]], uomo di fiducia dell'imperatore. Poi partì immediatamente alla volta della Sicilia per riprendere possesso del regno di famiglia, poco prima riconquistato dal marito. Qualche tempo più tardi, nella [[battesimo|cerimonia battesimale]], svoltasi nella [[Cattedrale di San Rufino]] in [[Assisi]], in presenza del padre Enrico, il nome del futuro sovrano venne meglio precisato e definito in quello, "''in auspicium cumulande probitatis''", di '''Federico Ruggero'''; "Federico" per indicarlo come futura guida dei principi germanici quale nipote di [[Federico Barbarossa]], "Ruggero" per sottolinearne la legittima pretesa alla corona del Regno di Sicilia quale nipote anche di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero il Normanno]]. Quella fu la seconda e ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio.
==== Rocca Sanvitale ====
[[File:La Rocca tra il Cielo e l'Acqua.JPG|thumb|Rocca Sanvitale]]
{{Vedi anche|Rocca Sanvitale (Sala Baganza)}}
 
==== Castello di San Vitale Baganza ====
Federico nasceva già pretendente o erede di molte corone. Quella imperiale non era ereditaria ma elettiva, peraltro Federico era per nascita un valido candidato al titolo di [[Imperatore del Sacro Romano Impero]], che comprendeva le corone di Germania, d'Italia e di [[regno di Borgogna|Borgogna]]. Questi titoli assicuravano diritti e prestigio, ma non davano un potere effettivo, mancando in quegli stati una solida compagine istituzionale controllata dal sovrano: in pratica tali corone davano potere solo se si era forti, altrimenti sarebbe stato impossibile far valere l'autorità e i diritti ''del re'' sui feudatari e sui [[Comune medievale|Comuni italiani]]. Inoltre per via materna Federico aveva ereditato la corona di Sicilia, dove invece esisteva un apparato amministrativo ben strutturato a garantire che la volontà del sovrano venisse applicata, secondo la tradizione di un governo centralistico. L'unione dei regni di Germania e di Sicilia non veniva tuttavia vista di buon occhio né dai [[normanni]], né tantomeno dal papa, che, con i territori che a vario titolo componevano lo [[Stato della Chiesa]], governava su una grossa porzione dell'Italia centro-meridionale, che peraltro si sarebbe trovata proprio ''in mezzo'' a questo nuovo grande regno, e ciò -in qualche modo- avrebbe fatto sentire il pontefice ''accerchiato''..
{{vedi anche|Castello di San Vitale Baganza}}
Costruito a [[San Vitale Baganza]] in epoca imprecisata, il castello, appartenente nel [[1142]] all'[[abbazia di San Giovanni Evangelista]] di [[Parma]], passò in seguito al Comune di Parma; conquistato dai [[Rossi di Parma|Rossi]], fu successivamente assegnato ai conti [[Sanvitale]], che ne mantennero il possesso fino al [[1612]], quando a causa della presunta congiura dei feudatari tutti i loro beni furono assorbiti dalla Camera ducale di Parma; modificato e mutilato più volte nei secoli, il maniero conserva della struttura trecentesca la torre quadrata a sud e l'alto edificio principale a nord, collegati da un corpo centrale più basso; di pregio risultano un piccolo affresco seicentesco raffigurante la ''Madonna'', posto sulla parete meridionale del mastio, e una finestra quattrocentesca ad arco trilobato con cornice in cotto, affacciata sul lato est.<ref name="San Vitale Baganza">{{cita web|url=http://www.scuolasalabaganza.com/san-vitale-baganza.html|sito=www.scuolasalabaganza.com|titolo=San Vitale Baganza|accesso=6 gennaio 2017}}</ref>
 
==== InfanziaCastello eddi educazioneMonte in SiciliaPalero ====
{{vedi anche|Castello di Monte Palero}}
Il 28 settembre [[1197]] Enrico morì e Costanza affidò il figlio di tre anni a [[Pietro da Celano]] conte della Marsica (Abruzzo) . Costanza morì il 27 novembre 1198 cioè quando Federico ebbe quattro anni, dopo averlo posto sotto la tutela del nuovo papa, [[Innocenzo III]], e aver costituito a favore del papa un appannaggio di 30.000 talenti d'oro per l'educazione di Federico.
Costruito a Monte Palero nel [[1196]] dai [[Pallavicino]], il castello fu espugnato nel [[1267]] dal Comune guelfo di [[Parma]], che ne decretò la demolizione nel [[1295]]; riassegnato successivamente ai Marchesi, il feudo fu conquistato nel [[1405]] dal vescovo [[Giacomo de' Rossi (vescovo)|Giacomo de' Rossi]], che fece ricostruire sugli antichi ruderi una fortificazione difensiva, detta "Castel Palerio", che tuttavia fu abbandonata dopo pochi anni, quando i Rossi furono costretti a restituirla ai Pallavicino; assorbito dalla Camera ducale di Parma, il maniero fu assegnato nel [[1631]] al marchese Marcello Prati e successivamente ai conti Bondani, che lo mantennero fino all'abolizione [[Napoleone|napoleonica]] dei diritti feudali del [[1805]]; sprofondato già all'epoca in profondo degrado, l'edificio fu completamente demolito tra la fine del [[XIX secolo]] e gli inizi del [[XX secolo|XX]] e sulle sue rovine furono costruiti alcuni edifici a uso residenziale e agricolo, modificati dopo il [[1970]].<ref>{{cita web|url=http://salabaganza.progettidiimpresa.it/www.comune.sala-baganza.pr.it/-11relazione%20illustrativa.pdf|sito=salabaganza.progettidiimpresa.it|titolo=Relazione illustrativa con analisi storico-critica|accesso=6 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170107005408/http://salabaganza.progettidiimpresa.it/www.comune.sala-baganza.pr.it/-11relazione%20illustrativa.pdf#|dataarchivio=7 gennaio 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Castello di Segalara ====
[[Gualtiero di Palearia]], [[vescovo di Troia]] e [[cancelliere]] del regno, fu in quegli anni, a Palermo, il vero tutore di Federico. Il giovane sovrano risiedeva nel [[Palazzo dei Normanni]] e nel [[Castello di Maredolce]], il ''Castello della Favara'', seguito direttamente da Gentile di Manopello, fratello di Gualtiero. Suo primo insegnante fu frate Guglielmo Francesco, che ne rispondeva al vescovo Rinaldo di Capua, il quale, a sua volta, informava costantemente il papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico.
{{vedi anche|Castello di Segalara}}
{{Hohenstaufen (Sicilia)}}
Menzionato per la prima volta nel [[1141]], il castello di [[Segalara]] fu a lungo conteso tra varie famiglie, tra le quali i [[Sanvitale]]; conquistato e rinforzato dai [[Rossi di Parma|Rossi]] tra il [[XIII secolo|XIII]] e il [[XIV secolo]], fu assorbito nel [[1666]] dalla Camera ducale di Parma; assegnato nel [[1682]] al marchese Gian Antonio Canossa di [[Pontremoli]], fu in seguito trasformato in una villa, acquistata nel [[XIX secolo]] dalla famiglia Franceschi e successivamente frazionata in più unità.<ref>{{Cita web|url=http://www.scuolasalabaganza.com/segalara.html|sito=www.scuolasalabaganza.com|titolo=Castello di Segalara: un luogo tutto da riscoprire|accesso=6 gennaio 2017}}</ref>
Nell'ottobre [[1199]], [[Marcovaldo di Annweiler]]<ref>[[Marcovaldo di Annweiler]] (in tedesco ''Markwald von Annweiler'') non apparteneva alla nobiltà ma alla casta dei funzionari del governo.</ref>, per volere di [[Filippo di Svevia]], zio paterno di Federico, s'impadronì della Sicilia per averne la reggenza e prese su di sé anche la custodia del giovane, sottraendola a Gualtiero di Palearia e, quindi, al tutoraggio di Innocenzo III, in aperto contrasto col Papa e col suo paladino in Sicilia, [[Gualtieri III di Brienne]]; ciononostante, Marcovaldo non privò Federico della tutela dei suoi maestri. Il Papa accusò Gualtiero di Palearia di tradimento quando suo fratello Gentile di Manopello consegnò Federico, assieme alla città di Palermo, a Marcovaldo. Nel 1202 Gualtiero di Palearia guidò una spedizione, unitamente al conte [[Diopoldo di Acerra]], contro il pretendente al trono Gualtieri di Brienne, il quale, a sua volta, dopo la morte di Marcovaldo, consegnò Federico a [[Guglielmo di Capparone]], successore alla reggenza di Marcovaldo. Diopoldo liberò Federico da Capparone nel 1206 e lo riconsegnò alla custodia di Gualtiero di Palearia.
 
=== Architetture civili ===
Guglielmo Francesco, Gentile di Manopello e un [[imam]] musulmano, rimasto sconosciuto alla storia, furono i precettori di Federico sino al 1201, quando Guglielmo Francesco fu costretto ad abbandonare la Sicilia; tornò a essere il maestro di Federico dal 1206 al 1209, anno dell'emancipazione del giovane. Nel periodo tra il 1202 e il 1206, in cui fu sotto la custodia di Guglielmo, Federico II visse probabilmente nel [[Palazzo dei Normanni|Palazzo reale]]: è probabile che il giovane re abbia ricevuto nel palazzo dei suoi avi una buona educazione e un'istruzione adatta al suo rango. La tesi secondo la quale Federico II si sarebbe aggirato per i vicoli e i mercati di Palermo, che gli avrebbero offerto molteplici stimoli in una sorta di autoformazione, è invece frutto della fantasia di autori moderni<ref>Stürner, 1998, p. 109.</ref>; ugualmente non è attendibile la notizia del ''Breve Chronicon de rebus Siculis'', secondo la quale il giovane re avrebbe in questo periodo addirittura sofferto la fame, avrebbe vagato per le strade di Palermo ricevendo il sostentamento dai sudditi<ref>Stürner, 1998, p. 106.</ref><ref>"Che Federico II sotto la custodia di G. non si trovasse male risulta indirettamente dalla lettera che il pontefice gli indirizzò, esprimendo la propria gioia per il fatto che crescesse costantemente sia in età sia in sapienza e capacità. Il papa era ben informato sulla situazione a Palermo da Tommaso da Gaeta, giustiziere di corte altamente stimato dalla Curia pontificia, che nell'autunno del 1204 si trovava a Roma come inviato di Guglielmo. Nel settembre 1206 Innocenzo III scrisse di nuovo direttamente a Federico II mostrandosi molto contento del fatto che, avvicinandosi all'età della pubertà, crescesse così bene e ‒ come scriveva il papa ‒, per le sue virtù e la sua sapienza apparisse davanti a Dio e agli uomini molto più maturo di quanto la sua età anagrafica lasciasse presagire." (''Federiciana'', 2005).</ref>.
==== Casino dei Boschi ====
[[File:CasinoDeiBoschi.jpg|thumb|left|Casino dei Boschi]]
{{vedi anche|Casino dei Boschi}}
Edificato tra il [[1775]] e il [[1789]] in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]] sul luogo di un preesistente casino di caccia dell'[[Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega|immensa tenuta farnesiana]], il grande complesso fu commissionato all'architetto [[Ennemond Alexandre Petitot]] dalla duchessa [[Maria Amalia d'Asburgo-Lorena|Maria Amalia]], moglie del [[duca di Parma]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]]; acquistato nel [[1819]] dalla duchessa [[Maria Luigia]], che incaricò del suo ampliamento l'architetto [[Nicola Bettoli]], fu arricchito del [[parco all'inglese]] disegnato dal giardiniere Carlo Barvitius, concluso nel [[1832]]; donato nel [[1835]] dalla duchessa alla Camera ducale di Parma, passò ai duchi [[Borbone di Parma|Borbone]] e, dopo l'[[Unità d'Italia]], ai [[Casa Savoia|Savoia]], che nel [[1870]] lo cedettero all'ingegner [[Severino Grattoni]]; alienato nel [[1881]] ai principi Carrega di Lucedio, nella prima metà del [[XX secolo]] fu parzialmente adibito a residenza per circa 30 nuclei familiari; abbandonato dopo il [[1960]], cadde nel degrado, accentuato dal terremoto del [[1983]]. In parte alienato a partire dal [[1994]] al Consorzio Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, il complesso, esteso su una superficie complessiva di circa 13&nbsp;000&nbsp;m², comprende la villa ducale, la lunghissima "Prolunga" con colonnato [[ordine dorico|dorico]], il "Casinetto" centrale, sede del Consorzio e del museo dei Boschi e del Territorio, la "Corte rustica" o "Ghetto", la "Casa di Pietra" e le ghiacciaie; il "Giardino monumentale", solcato da due viali d'accesso delimitati da piante monumentali, è caratterizzato dall'alternanza di ampie praterie a fitte boscaglie di alberi ornamentali secolari, frammisti alla vegetazione spontanea.<ref>{{cita web|url=http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=196996|sito=bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it|titolo=Descrizione|accesso=5 febbraio 2017}}</ref>
 
=== LaAree corona imperiale a 18 anninaturali ===
==== Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega ====
Il 26 dicembre 1208 Federico compì il quattordicesimo anno di età e uscì dalla tutela papale assumendo il potere nelle sue mani. Su consiglio del pontefice nell'agosto del [[1209]] sposò la venticinquenne [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]], vedova del [[re d'Ungheria]] [[Emerico d'Ungheria (re)|Emerico]]: Federico non aveva ancora compiuto quindici anni.
{{Vedi anche|Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega}}
Parte del parco naturale regionale dei Boschi di Carrega si trova all'interno dei confini comunali di Sala Baganza.
 
[[File:Sala Baganza-Gonfalone.png|thumb|upright=0.7|Gonfalone comunale]]
In Germania, nel frattempo, dopo la morte di Enrico VI nessuno era più riuscito a farsi incoronare imperatore. Due erano i rivali che puntavano al titolo imperiale vacante: il primo era appunto Filippo di Svevia, fratello minore di Enrico VI, che fu eletto re dai principi tedeschi nel [[1198]] e incoronato a Magonza; il secondo era [[Ottone di Brunswick]], figlio minore del [[duca di Baviera]] e Sassonia [[Enrico il Leone]], che fu eletto anch’egli re da alcuni principi tedeschi che si opponevano all’elezione dello [[Staufer]] e incoronato ad Aquisgrana.<ref>Stürner 1998, p. 79.</ref> Ottone poteva contare sull’appoggio del [[re d'Inghilterra]] [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni I]], che era suo zio, e di [[Innocenzo III]], che voleva evitare di vedere uno svevo imperatore per scongiurare una rivendicazione di quest’ultimo del [[regno di Sicilia]]; Filippo, a sua volta, poteva contare sull’appoggio del [[re di Francia]] [[Filippo II Augusto]]. La situazione si risolse solo nel [[1208]] quando Filippo di Svevia fu assassinato per motivi personali e Ottone ebbe campo libero. Egli fece numerose concessioni al papato, in particolare la corona doveva rinunciare all’ingerenza nelle elezioni dei prelati e accettare senza limiti il diritto d’appello del pontefice negli affari ecclesiastici; inoltre si sarebbe posto fine ad abusi quali l’appropriazione delle rendite delle diocesi vacanti.<ref>Abulafia 1990, p. 87.</ref> Il 4 ottobre del [[1209]], a Roma, Innocenzo III incoronò imperatore [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]]. Nonostante le numerose promesse di Ottone IV, lo stesso imperatore, richiamandosi all’antiquum ius imperii, rivendicava il dominio sull’Italia intera; così egli sostò per circa un anno nell’[[Italia centrale]], cosa che preoccupò non poco Innocenzo III che proprio in quei territori stava cercando di estendere lo [[Stato della Chiesa]]. [[Riccardo di San Germano]] ci dice che:
 
== Società ==
''"Il detto imperatore Ottone, attratto da Diopoldo e da Pietro conte di Celano, […] gettatosi dietro le spalle il giuramento che aveva fatto alla chiesa di Roma, entra nel regno dalla parte di Rieti e sotto la guida di coloro che vi avevano prestato il giuramento di fedeltà, vi giunge attraverso la Marsia e quindi attraverso il Comino; […]Il papa Innocenzo lo scomunicò e pose l’interdetto alla chiesa di Capua, perché aveva osato celebrare alla sua presenza e nell’ottava di S. Martino scomunica anche tutti i suoi fautori."''<ref>[[Riccardo da San Germano]] ''Chronicon'',a.D. 1210, pp. 53-54</ref>
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Sala Baganza}}
 
== Amministrazione ==
[[Salimbene de Adam]] aggiunge:
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
''"Nell’anno del Signore 1209 l’imperatore Ottone fu ospitato sul Reno (è un torrente nel vescovado di Reggio) e fu pure ospitato a Salvaterra. E fu incoronato da papa Innocenzo III il giorno 11 di ottobre. […]Ma il suddetto Ottone, una volta incoronato, muove con molti sforzi contro il padre che lo aveva incoronato e la madre chiesa che lo aveva generato, e si armò rapidamente contro il piccolo re di Sicilia che non aveva altro aiuto eccetto la chiesa. Perciò l’anno seguente, cioè l’anno del Signore 1210, il venerabile padre Innocenzo potente in opere e in parole scomunicò il già detto imperatore Ottone. Ciò nonostante, costui mandò in Puglia un esercito cui era a capo il marchese Azzo d’Este. E poi passando per la Toscana, raccolto un grande esercito, prese alcune località con la forza, altre per resa; resistendogli soltanto Viterbo, Orvieto e poche altre. Infine avanzò e svernò a Capua."''<ref>[[Salimbene de Adam]], ''Chronicon'',a.D. 1209-1210, pp. 86-87.</ref>
{{ComuniAmminPrec |Nome = Antonio Rivara |Inizio = ottobre 1946 |Fine = ottobre 1949 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma>http://www.ilborgodiparma.it/archivio_900/sindaci_prov_pr/sindaci_prov_pr_4.htm</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gaetano Bandini |Inizio = ottobre 1949 |Fine = giugno 1951 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Remo Bussi |Inizio = giugno 1951 |Fine = luglio 1956 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Pierino Lambertini |Inizio = luglio 1956 |Fine = luglio 1970 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Renato Monica |Inizio = luglio 1970 |Fine = maggio 1978 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Paolo Carpena |Inizio = maggio 1978 |Fine = 15 agosto 1985 |Partito = |Note = <ref name=ilborgodiparma/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Paolo Carpena |Inizio = 15 agosto 1985 |Fine = 19 luglio 1990 |Partito = [[Partito Comunista Italiano|PCI]] |Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Paolo Carpena |Inizio = 19 luglio 1990 |Fine = 24 aprile 1995 |Partito = [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] |Note = <ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Mauro Carra |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 13 luglio 1996 |Partito = [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Ferdinando Cigala |Inizio = 18 novembre 1996 |Fine = 14 maggio 2001 |Partito = [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Ferdinando Cigala |Inizio = 14 maggio 2001 |Fine = 30 maggio 2006 |Partito = [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cristina Merusi |Inizio = 30 maggio 2006 |Fine = 16 maggio 2011 |Partito = [[lista civica]]: "Solidarietà" |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cristina Merusi |Inizio = 16 maggio 2011 |Fine = 6 giugno 2016 |Partito = [[lista civica]]: "Solidarietà" |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Aldo Spina |Inizio = 6 giugno 2016 |Fine = ''in carica'' |Partito = [[lista civica]]: "Solidarietà" |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Sport ==
Dopo la scomunica papale e a causa dell’ostilità di [[Filippo II di Francia|Filippo Augusto di Francia]], che incoraggiò la resistenza in Germania, la nobiltà, che aveva inizialmente appoggiato Filippo di Svevia e ora vedeva Ottone IV combattere proprio contro un [[Hohenstaufen]], si ribellò all'imperatore, che fu costretto a tornare in Germania. I feudatari ribelli cercarono allora l’aiuto di Federico, proponendolo come candidato da contrapporre a Ottone IV; nel frattempo, in Sicilia, dove lo svevo era appena divenuto padre del suo primogenito [[Enrico VII di Germania|Enrico]], che neonato venne incoronato [[re di Sicilia]] come ''coreggente'', si organizzò subito una rapida spedizione Oltralpe: partito a marzo del 1212 da Palermo, Federico giunse a Roma la domenica di Pasqua e prestò giuramento vassallatico al papa; a settembre entrò trionfalmente a Costanza, a ottobre indisse la sua prima dieta da [[re di Germania]] e a novembre stipulò gli accordi col futuro re di Francia [[Luigi VIII di Francia|Luigi VIII]] per combattere il rivale Ottone IV. Finalmente il 9 dicembre [[1212]] Federico veniva incoronato imperatore nel [[duomo di Magonza]] dal vescovo [[Sigfrido III di Eppstein]], ma la sua effettiva sovranità doveva ancora essere sancita. Il 12 luglio [[1213]], con la cosiddetta "Bolla d'Oro" (o "promessa di Eger"), Federico promise di mantenere la separazione fra Impero e Regno di Sicilia (dominio del Pontefice) e di rinunciare ai diritti germanici in Italia (promessa già fatta da Ottone IV e mai mantenuta). Si impegnò inoltre a intraprendere presto una crociata in Terrasanta, nonostante non ci fosse stata un'esplicita richiesta in tal senso da parte del papa.
È presente dal [[1971]] la società di [[baseball]], la [[Sala Baganza Baseball Club|A.S.D Sala Baganza baseball]] militante il [[campionato italiano di baseball]] di [[serie A Federale]] e di serie B, oltre le varie categorie giovanili e la squadra [[Campionato italiano di baseball|under 12]] di [[softball]].
 
In estate si svolge a Sala il "Torneo internazionale giovanile di baseball e softball" che nel 2016 giungerà alla 32 edizione.
[[File:Cagli - Archivio Storico Comunale - Sigillo dell'imperatore Federico II -13 febbraio 1240 -.jpg|thumb| left| Sigillo in cera 85&nbsp;mm della pergamena 13 febbraio 1240. Intorno al campo la legenda recita: [FRIDERICUS D(e) I GR(ati) A IMPE]RATOR ROMANOR(um)[SE]MP(er) AUGUST[US]. Al centro del campo affiancano il trono i due termini: REX IH(e) R(usa) L(e) M. [[Cagli]], Archivio Storico Comunale]]
 
=== Impianti sportivi ===
Federico II poté essere riconosciuto unico pretendente alla corona imperiale solo dopo il 27 luglio 1214 quando, nella [[battaglia di Bouvines]], [[Filippo II di Francia|Filippo Augusto]] [[re di Francia]], alleato di Federico, sbaragliò Ottone IV alleato degli [[Inghilterra|inglesi]]. In Germania resistevano al dominio di Federico soltanto [[Colonia (Germania)|Colonia]], la città più ricca e popolosa della Germania del tempo, i cui mercanti vantavano particolari diritti commerciali e di traffico con l'Inghilterra di [[Enrico II Plantageneto]] sin dal 1157, e [[Aquisgrana]], dove erano conservate le spoglie di [[Carlo Magno]]. Aquisgrana cadde nel 1215 e Federico vi ricevette una seconda e splendida incoronazione (25 luglio 1215) che completò quella di [[Magonza]].
* {{citazione necessaria|Golf Club La Rocca - Il comune vanta un campo da golf a 18 buche creato nel 1985 nelle vicinanze della Rocca Sanvitale.}}
L'11 novembre 1215 venne aperto da Innocenzo III il [[Concilio Lateranense IV|IV Concilio Lateranense]] (XII universale) cui anche Federico partecipò.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Finché fu in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico evitò di condurre una politica personale troppo pronunziata. Morto Innocenzo III e salito al soglio [[Papa Onorio III|Onorio III]] (18 luglio 1216), papa di carattere molto diverso rispetto al suo predecessore, Federico fu incalzato dal nuovo pontefice a dare corso alla promessa di indire la crociata. Il sovrano tergiversò a lungo e nel 1220 fece nominare dalla ''Dieta di Francoforte'', tenutasi nel medesimo anno, il figlio [[Enrico VII di Germania|Enrico]] "re di Germania". Onorio III ritenne allora che l'unico modo per impegnare Federico fosse quello di nominarlo imperatore, cosicché il 22 novembre 1220 lo [[Hohenstaufen|Svevo]] fu incoronato imperatore in [[San Pietro in Vaticano|San Pietro]] a [[Roma]]<ref>che, all'epoca aveva circa 30 mila abitanti - come Genova e Verona - mentre la città più popolosa d'Italia era Milano con circa 100 mila abitanti. Fonte: Federico II. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri. Editore Laterza, 2004, pag 52</ref> dallo stesso papa Onorio III.
Tra il [[1910]] e il [[1954]] Sala Baganza fu servita dalla [[tranvia Parma-Marzolara]].
 
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 350px
|titolo = ''Confoederatio cum principibus ecclesiasticis''
|contenuto =
[[File:Confoederatio cum principibus ecclesiasticis.jpg|250px|center]]
Il ''Trattato con i principi della chiesa'', o ''Confoederatio cum principibus ecclesiasticis'', del 26 aprile [[1220]] fu emanato da Federico II come concessione ad alcuni vescovi tedeschi per avere la loro collaborazione all'elezione del figlio Enrico come re di Germania. La Carta rappresenta una delle più importanti fonti legislative del [[Sacro Romano Impero]] nel territorio tedesco.
Con questo atto Federico II rinunciava a un certo numero di privilegi ''reali'' in favore dei [[Principe vescovo|principi-vescovi]]. Fu un vero stravolgimento nell'equilibrio del potere, un nuovo disegno che doveva portare a maggiori vantaggi nel controllo di un territorio vasto e lontano.
Fra i tanti diritti acquisiti, i vescovi assunsero quello di battere [[moneta]], decretare [[Tassa|tasse]] e costruire [[fortificazione|fortificazioni]]; inoltre ottennero anche la possibilità di istituire [[Tribunale|tribunali]] nelle loro signorie e di ricevere l'assistenza del re o dell'imperatore per far rispettare i giudizi emanati nei territori in questione. La condanna di un tribunale ecclesiastico equivaleva automaticamente a una condanna, con conseguente punizione, da parte del Tribunale Reale o Imperiale. Inoltre, l'emanazione di una [[scomunica]] si traduceva automaticamente in una sentenza che bollava lo scomunicato come fuorilegge da parte del tribunale del re o dell'imperatore. Il legame, quindi, fra il tribunale di Stato e quello locale del Principe Vescovo si saldò indissolubilmente.
L'emanazione di questa legge si ricollegava direttamente al più tardo ''Statutum in favorem principum'' che sanciva simili diritti per i principi laici. Il potere dei signori si accresceva, ma aumentava anche la capacità di controllo sul territorio dell'impero e sulle città. In questo modo, Federico II sacrificò la centralità del potere per assicurarsi una maggiore tranquillità nella parte continentale dell'Impero stesso, in modo da poter rivolgere la sua attenzione al fronte meridionale e mediterraneo.}}
 
Federico non diede peraltro alcun segnale di voler abdicare al Regno di Sicilia, pur mantenendo la ferma intenzione di tenere separate le due corone. Aveva anzi deciso di lasciare il Regno di Germania al figlio, conservando tuttavia, quale imperatore, la suprema autorità di controllo. Essendo stato educato in Sicilia è probabile che si sentisse più siciliano che tedesco, ma, soprattutto, egli conosceva bene le potenzialità del suo regno<ref>{{cita libro |cognome= Volpe |nome= Gioacchino |wkautore= Gioacchino Volpe |titolo= Il Medio Evo |anno= 1999 |editore= Laterza |città= Bari |volume= Collana ''Biblioteca storica Laterza'' |p= 250 |isbn= 88-420-5738-X }}</ref>, con una fiorente agricoltura, città grandi e buoni porti, oltre alla straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.
 
=== L'attività nel Regno di Sicilia ===
{{vedi anche|Regno di Sicilia#Il periodo svevo}}
[[File:Augustale.jpg|thumb|left|upright=1.4|''[[Augustale]]'' di Federico II, [[1231]] circa. ''Museo di [[Foggia]]'']]
Tornato nel 1220 in Sicilia, che aveva lasciato otto anni prima, Federico poté dedicarsi a consolidare le istituzioni nel Regno, indicendo due grandi assise a [[Capua]] e a [[Messina]] ([[1220]]-[[1221]]). In quelle occasioni stabilì, rivendicando quanto accaduto in passato, che ogni diritto regio confiscato precedentemente a vario titolo dai feudatari venisse immediatamente reintegrato al sovrano. Introdusse inoltre il [[diritto romano]], nell'accezione giustinianea rielaborata dall'[[Università di Bologna]] su impulso di suo nonno il Barbarossa. A [[Napoli]] fondò l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università]] nel [[1224]], dalla quale sarebbe uscito il ceto di funzionari in grado di servirlo, senza che i sudditi a lui fedeli dovessero recarsi fino a [[Bologna]] per studiare. Favorì anche l'antica e gloriosa [[scuola medica salernitana]].<ref>Cardini-Montesano, ''Storia Medievale'', 2006, pag.285.</ref>
 
Il tentativo di Federico di accentrare l'amministrazione del Regno e ridurre il potere dei feudatari locali (soprattutto ordinando la distruzione delle fortificazioni che potessero rappresentare un potenziale pericolo per il potere centrale) incontrò molte resistenze nella parte continentale del regno, tra queste principalmente quella del conte di [[Bojano]], [[Tommaso da Celano (conte)|Tommaso da Celano]], la cui contea, unita con i possedimenti originali in [[Marsica]], rappresentava il feudo di maggiore estensione del regno.
Il conte Tommaso si rifiutò di smantellare i castelli come ordinato dallo svevo e organizzò la resistenza presso le fortificazioni di [[Ovindoli]] e [[Celano]] in Marsica, Civita di [[Bojano]] e [[Roccamandolfi]] in [[Molise]], dove affrontò a partire dal [[1220]] la forza d'urto dell'esercito imperiale. Le prime tre città caddero nel giro del primo anno di guerra, mentre il castello di Roccamandolfi, dove il conte da Celano aveva lasciato alla guida della resistenza la moglie Giuditta, si arrese all'assedio nel [[1223]] dopo essere stato danneggiato ma non preso. Il castello del capoluogo della contea, [[Bojano]], venne demanializzato e ricostruito; [[Ovindoli]] e [[Celano]] furono distrutte, [[Roccamandolfi]] dovette essere ricostruita più a valle lasciando il castello alla rovina; Tommaso da Celano, non avendo in seguito rispettato i termini della resa, fu espropriato della contea che cessò di essere la spina nel fianco nei possedimenti normanni di Federico.
 
[[File:Castello di melfi1.JPG|left|thumb|Il [[Castello di Melfi]] dove Federico II promulgò le [[Costituzioni di Melfi|costituzioni]].]]
{{vedi anche|Costituzioni di Melfi}}
 
Giunto a [[Melfi]], l'imperatore, accolto calorosamente dalla popolazione locale, pernottò nel [[castello di Melfi|castello]] costruito dai suoi ascendenti normanni, cui apportò in seguito alcuni importanti restauri<ref>Sulla cinta muraria del feudo (precisamente sulla ''[[Melfi#Porta Venosina|Porta Venosina]]'') fece apporre una lapide che glorificava la grandezza della città, anche se anni dopo questa lapide fu sostituita dal principe [[Giovanni Caracciolo]] con quella visibile al giorno d'oggi</ref>. Nella località melfitana (ma anche a [[Lagopesole]], [[Palazzo San Gervasio]] e [[Monticchio (Rionero in Vulture)|Monticchio]]), Federico II trascorse il suo tempo libero, dedicandosi alla caccia con il falcone, poiché le zone boschive del [[Vulture]] erano ideali per il suo passatempo preferito.
 
Nel [[Castello di Melfi]] Federico II, con l'ausilio del suo fidato notaio [[Pier delle Vigne]], emanò nel [[1231]] le ''Constitutiones Augustales'' (note anche come ''[[Costituzioni di Melfi]]'' o ''Liber Augustalis''), codice legislativo del Regno di Sicilia, fondato sul diritto romano e su quello normanno delle [[Assise di Ariano]], considerato tra le più grandi opere della storia del diritto per la sua importanza storica di recupero delle antiche leggi normanne, e di cui si sono conservati pochissimi documenti.
Queste norme miravano a limitare i poteri e i privilegi delle locali famiglie nobiliari e dei prelati, facendo tornare il potere nelle mani dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per quanto riguardava la successione dei feudi. Ne doveva nascere uno Stato centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche che gli storici hanno reputato "moderne".<ref>Cardini-Montesano, ''Storia Medievale'', 2006, pag. 287.</ref>
 
=== La crociata e la scomunica da parte di Gregorio IX ===
[[File:Al-Kamil Muhammad al-Malik and Frederick II Holy Roman Emperor.jpg|left|thumb|Federico incontra il sultano [[Ayyubidi|ayyubide]] [[al-Malik al-Kamil]], codice miniato.]]
Negli anni seguenti Federico si dedicò a riordinare il Regno di Sicilia, eludendo le continue richieste del [[papa Onorio III]] di intraprendere la crociata. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, Federico stipulò col papa un trattato ([[Dieta di San Germano]], nel luglio [[1225]]), con il quale si impegnava a organizzare la crociata entro l'estate del [[1227]], pena la [[scomunica]]. In realtà il vero obiettivo di Federico era l'unione fra Regno di Sicilia e Impero, nonché l'estensione del potere imperiale all'Italia. In questo disegno rientrò il suo tentativo di recuperare all'impero la [[marca di Ancona]] e il [[ducato di Spoleto]], rientranti nella sovranità papale. Inoltre in Sicilia procedette all'occupazione di cinque vescovadi con sede vacante, alla confisca dei beni ecclesiali e alla cacciata dei legati pontifici che si erano colà recati per la nomina dei vescovi, pretendendo di provvedere direttamente alle nomine. Il papa era molto adirato con Federico sia perché non aveva adempiuto ai patti di tenere separati Impero e Regno di Sicilia, sia perché non rispettava la libertà del clero nei suoi territori intromettendosi sistematicamente nell'elezione dei vescovi, sia, infine, perché non si decideva a partire per la crociata<ref>Cardini-Montesano, ''Storia Medievale'', 2006, pag. 286</ref>: durante la fallimentare crociata del [[1217]]-[[1221]] (la [[Quinta crociata|quinta]]) Federico si era ben guardato dal prestare assistenza ai crociati, avendo più a cuore la pace con il [[Sultano]] [[Ayyubidi|ayyubide]] d'Egitto [[al-Malik al-Kamil]], i cui territori erano molto vicini alla Sicilia e con il quale manteneva buoni rapporti, con frequenti contatti diplomatici.
 
Nel frattempo, a causa delle mire di controllo sull'Italia da parte di Federico, era risorta nel nord Italia la [[Lega Lombarda]]: nell'aprile [[1226]] Federico convocò la [[Dieta di Cremona]] con il pretesto di preparare la crociata ed estirpare le dilaganti eresie, ma questa non poté avere luogo per l'opposizione della Lega Lombarda, che impedì l'accesso ai delegati, mentre Federico non aveva al nord forze sufficienti per contrastare i Comuni ribelli.
 
Il 9 settembre [[1227]], pressato dal successore di Onorio, [[papa Gregorio IX]], molto più determinato contro l'imperatore e sotto la minaccia di scomunica, Federico tentò di onorare la promessa fatta al predecessore partendo per la [[sesta Crociata]], ma una [[pestilenza]] scoppiata durante il viaggio in mare che falcidiò i crociati lo costrinse a rientrare a [[Otranto]]: lui stesso si ammalò e dovette ritirarsi a [[Pozzuoli]] per rimettersi in sesto. Gregorio IX interpretò questo comportamento come un pretesto e, conformemente al [[Dieta di San Germano|trattato di San Germano]] del 1225, lo scomunicò il [[29 settembre|29 dello stesso mese]] nella [[Concattedrale di Bitonto|cattedrale]] di [[Bitonto]]. A nulla valse una lettera di giustificazioni inviata al papa da Federico nel novembre e la scomunica fu confermata il 23 marzo [[1228]]. Era evidente l'atteggiamento ostile del papa.
 
A questo punto, nella primavera 1228, Federico decise di partire per la Terrasanta, pur sapendo che durante la sua assenza il Papa avrebbe cercato di riunire tutti i suoi oppositori in Germania e in Sicilia, minacciando la Lombardia e il suo Regno Meridionale. Come riferito dal cronista Riccardo di San Germano, Federico celebrò a [[Barletta]] la Pasqua 1228 ''"in omni gaudio et exultatione"'' e ai primi di maggio del 1228, convocata sempre a [[Barletta]] un'assemblea pubblica, comunicò di persona le sue decisioni: nominò [[Rainaldo di Urslingen]], già [[Duca di Spoleto]], suo sostituto in Italia durante l'assenza; in caso di sua morte, nominò erede suo figlio [[Enrico VII di Germania|Enrico]] [[re dei Romani]] e in seconda istanza il piccolo [[Corrado IV|Corrado]], nato pochi giorni prima ad [[Andria]] il 25 aprile da [[Jolanda di Brienne]], che nel frattempo era morta in seguito al parto.
 
Quindi seppur scomunicato, partì da [[Brindisi]] il 28 giugno<ref>L'Enciclopedia Italiana Treccani riporta la data del 18 giugno, anche se [[Norbert Kamp]], nel suo importante articolo federiciano citato in bibl., non precisa la data, parlando di ''giugno 1228''.</ref> [[1228]] per la [[sesta Crociata]]. Federico ottenne un successo di un certo rilievo senza combattere una sola battaglia, ma grazie a un accordo diplomatico con il [[sultano]] [[Ayyubidi|ayyubide]] [[al-Malik al-Kamil]], nipote di [[Saladino]]: Gerusalemme venne ceduta, peraltro ridotta senza mura e indifendibile, e con l'esclusione dell'area della moschea di Umar (ritenuta dai cristiani il Tempio di Salomone), che era un luogo santo musulmano. Questa soluzione aveva evitato i combattimenti e aveva sollevato Federico dall'incombenza della crociata, ma consegnava alla cristianità una vittoria effimera e in balia dei musulmani, anche se, formalmente, con importanti risultati territoriali e, soprattutto, con la riconquista di Gerusalemme. Il 18 marzo [[1229]], nella [[basilica del Santo Sepolcro]], Federico si incoronò [[re di Gerusalemme]] (in quanto erede del trono per aver sposato nel [[1225]] [[Jolanda di Brienne]], regina di Gerusalemme, nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i feudatari).
 
Durante l'assenza di Federico, Rinaldo tentò di recuperare con le armi il [[ducato di Spoleto]], mentre truppe germaniche scesero in difesa della Sicilia. Il Papa assoldò altre truppe per contrastarle, bandendo la paradossale [[crociata contro Federico II]], e i territori di Federico subirono l'invasione delle medesime. Quando Federico ritornò in Italia dopo la crociata, trovò molte città che appoggiavano il Papa<ref>[[Andria]] invece, città natale di suo figlio [[Corrado IV|Corrado]], lo accolse, e sopra ''Porta Sant'Andrea'', una delle porte della città, fu scolpita la celebre frase dell'imperatore: « Andria fidelis, nostris affixa medullis; absit, quod Federicus sit tui muneris iners, Andria, vale, felix omnisque gravaminos expers», che in italiano, secondo la traduzione più nota, significa: ''Andria fedele, legata ai nostri precordi; non capiti che Federico venga meno alla tua custodia. Andria, ti saluto, fortunata e priva di qualunque preoccupazione''. La città di [[Andria]] fu liberata dal peso gravoso delle tasse e l'Imperatore la ricompensò con la costruzione di [[Castel del Monte]]</ref>: riuscì ad avere ragione delle forze papali ma ritenne opportuno, per quel momento, riconciliarsi col pontefice e con la [[Pace di San Germano]] del 23 luglio [[1230]], promise di rinunciare alle violazioni che avevano determinato la scomunica, di restituire i beni sottratti ai monasteri e alle chiese e di riconoscere il vassallaggio della Sicilia al papa. D'altro canto il papa non poteva non tener conto dell'obiettivo ottenuto da Federico in Terra santa e il 28 agosto successivo ritirò la scomunica: il 1º settembre papa e imperatore si incontrarono ad [[Anagni]].
 
Nella diatriba fra papa e imperatore intanto si erano inserite le città della [[Lega Lombarda]] ed era ripresa la secolare divisione fra [[guelfi e ghibellini]]<ref>Fra le famiglie più fedeli al partito ghibellino vanno ricordati gli [[Ordelaffi]], signori di [[Forlì]], città che Federico ricompensò per gli aiuti che ne ebbe con la concessione di notevoli privilegi e concedendo altresì di riportare l'aquila imperiale nello stemma della città.</ref>. Nel [[1231]] Federico convocò una Dieta a [[Ravenna]] nella quale fece riaffermare l'autorità imperiale sui Comuni, ma ciò ebbe poca influenza sugli eventi successivi.
 
=== In lotta col papato ===
[[File:Die deutschen Kaiser Friedrich II.jpg|thumb|L'imperatore Federico II]]
Nel periodo di pace e distensione che seguì gli eventi precedenti, Federico volle sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare riguardo a quello siciliano. Il rinnovato accordo fra il papa e Federico venne utile a quest'ultimo allorché nel [[1234]] suo figlio [[Enrico VII di Germania|Enrico]] si ribellò al padre: rivoltosi al papa, Federico ottenne la scomunica contro il figlio, lo fece arrestare e lo tenne prigioniero fino alla morte, avvenuta nel [[1242]]. Alla corona tedesca venne allora associato l'altro figlio [[Corrado IV]] (che non riuscì neppure lui a governare in pace per l'opposizione dei nobili che gli contrapposero bellicosamente alcuni ''[[antire|anti-re]]''<ref>Partendo dal presupposto che il titolo imperiale tedesco era elettivo, furono diversi, in quei decenni, i principi che gli [[Principi elettori|elettori]] tedeschi scelsero per il ruolo di [[Re dei Romani]] (era il titolo che spettava all'imperatore dopo l'elezione, ma prima di essere incoronato dal papa, quando sarebbe effettivamente divenuto [[Imperatore del Sacro Romano Impero]]) e in realtà vi furono due [[Re dei Romani]] contrapposti al sovrano svevo, [[Enrico Raspe]] e [[Guglielmo II d'Olanda]], ma nessuno dei due arrivò al titolo imperiale durante il regno di Federico, tanto che vennero definiti entrambi [[antire|anti-re]].</ref>).
 
Nel maggio dello stesso anno alcuni violenti tumulti, organizzati in [[Roma]] dal [[Senatore di Roma|Senatore]] (cioè ''governatore'') di [[Roma]] [[Savelli (famiglia)|Luca Savelli]] e da varie famiglie [[ghibelline]] ostili a Gregorio IX, costrinsero quest'ultimo a fuggire in Umbria. Federico, cui faceva molto comodo politicamente apparire come il difensore della Chiesa, accorse in armi e si unì, a [[Montefiascone]] nell'agosto del [[1234]], alle milizie pontificie guidate dal cardinale [[Raniero Capocci]]. I due eserciti sconfissero alla fine l'armata dei romani, ma l'atteggiamento ambiguo tenuto dall'imperatore in questa circostanza gli alienò definitivamente le simpatie del Capocci, che divenne da quel momento un suo mortale nemico<ref>Si veda in proposito l'articolo di [[Norbert Kamp]]:''Raniero Capocci'' in ''Dizionario Biografico degli Italiani'' Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/raniero-capocci_%28Dizionario-Biografico%29/</ref>
 
Il sovrano svevo in effetti non era mai venuto meno ai suoi propositi di sottomettere l'Italia all'impero germanico, favorendo l'instaurarsi di signorie ghibelline a lui amiche (la più potente fu quella dei [[Da Romano]] che governava su [[Padova]], [[Vicenza]], [[Verona]] e [[Treviso]]). Nel novembre [[1237]] Federico colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a [[Battaglia di Cortenuova sull'Oglio|Cortenuova]], conquistando il [[Carroccio]] che inviò in omaggio al papa. L'anno successivo il figlio [[Enzo di Sardegna|Enzo]] (o Enzio) sposò [[Adelasia di Torres]], vedova di [[Ubaldo Visconti]], giudice di [[Giudicato di Torres|Torres]] e [[Gallura]] e Federico lo nominò [[Re di Sardegna]]. Ciò non poteva essere accettato dal papa, visto che la [[Sardegna]] era stata promessa in successione al papa dalla stessa Adelasia. Alle rimostranze del pontefice, Federico rispose nel marzo [[1239]] tentando di sollevargli contro la curia, ma il papa scagliò subito contro di lui la scomunica durante la [[settimana santa]]<ref>Sulla data esatta di questa scomunica gli storici sono in disaccordo tra il 20 marzo, [[domenica delle Palme]], indicato dal Kamp, e il 24 marzo, [[giovedì santo]], secondo il Pinzi; lo storico gesuita Hans Wolter sostiene, con una interessante indicazione, che Federico sarebbe stato scomunicato domenica 20 marzo e la scomunica sarebbe stata reiterata dal papa il successivo giovedì 24, durante i riti del giovedì santo. cfr. {{Cita libro|Hubert|Jedin|wkautore=Hubert Jedin|Storia della Chiesa|Jaka Book|1999}}, Civitas Medievale,vol.V/1, articolo di Hans Wolter S.I.</ref>, indicendo successivamente un concilio a Roma per la Pasqua del [[1241]]. Federico, per impedire lo svolgimento del Concilio che avrebbe confermato solennemente la sua scomunica, bloccò le vie di terra per [[Roma]] e fece catturare due cardinali e molti prelati, in viaggio per mare con navi della flotta genovese, da navi della flotta pisana guidate dal figlio Enzo, con una battaglia navale avvenuta presso l'[[isola del Giglio]] (3 maggio [[1241]]). Le truppe imperiali giunsero alle porte di Roma, ma il 22 agosto [[1241]] l'anziano papa Gregorio IX morì<ref>"Colui che rifiutò la pace e le trattative e solo intese alla discordia, non doveva oltrepassare i confini dell'agosto (''augustus'') vendicatore: egli che operò a offesa dell'Augusto". (Elogio funebre di papa Gregorio pronunciato da Federico II)</ref> e Federico, dichiarando diplomaticamente che lui combatteva il papa ma non la Chiesa (egli era sempre sotto scomunica), si ritirò in Sicilia.
 
Dopo la morte di Gregorio IX, venne eletto papa Goffredo Castiglioni, che prese il nome di [[Celestino IV]], ma che morì dopo soli diciassette giorni di pontificato. I molti ecclesiastici ancora prigionieri di Federico e l'incombente minaccia delle sue truppe alle porte di Roma provocarono una vacanza al soglio pontificio di un anno e mezzo, periodo durante il quale si svolsero frenetiche trattative. Infine l'[[conclave|elezione papale]] si tenne ad [[Anagni]] e fu eletto, il 25 giugno [[1243]], il genovese Sinibaldo Fieschi che prese il [[nome pontificale]] di [[Innocenzo IV]]. Innocenzo tentò inizialmente di trovare un accordo con Federico, ma la rivolta scoppiata in quei mesi contro l'imperatore in [[Viterbo]], preparata e portata avanti dal cardinale [[Raniero Capocci|Capocci]] e che si concluse con una clamorosa sconfitta dell'esercito imperiale, costrinse il sovrano svevo a trovare un'intesa con il papa, suo malgrado. Il 31 marzo [[1244]] fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico e Innocenzo IV che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la restituzione di tutte le terre pontificie occupate dall'imperatore, ma nulla diceva sulle pretese imperiali in Lombardia. L'accordo peraltro non fu mai ratificato. Tra il [[1243]] e il [[1246]] Federico II trascorse le stagioni invernali a [[Grosseto]], approfittando del [[clima]] mite e delle aree umide attorno alla città per praticare la caccia, suo passatempo preferito<ref>La permanenza nella città [[Maremma grossetana|maremmana]] indusse l'imperatore a concedere il riconoscimento imperiale al libero comune di Grosseto</ref>.
 
In quegli stessi decenni, circolarono in Italia diverse opere di impronta [[Escatologia (Bibbia)|apocalittica]], che attribuivano a Federico un ruolo di protagonista nella riforma della Chiesa. In particolare, il commento al [[profeta Geremia]] ''Super Hieremiam'' (attribuito [[pseudoepigrafia|pseudoepigraficamente]] a [[Gioacchino da Fiore]] ma prodotto forse entro ambigui ambienti [[cistercensi]] o [[florensi]] e rielaborato e aggiornato entro ambienti, egualmente poco affidabili, di [[Francescani spirituali#La dissidenza francescana prima degli Spirituali|francescani rigoristi]]) riconosceva a Federico II un ruolo incredibilmente e paradossalmente provvidenziale, proprio in quanto atteso persecutore apocalittico della Chiesa corrotta e in special modo dei [[cardinale|cardinali]].<ref>R.E. Lerner, "Federico II mitizzato e ridimensionato post mortem nell'escatologia francescano-gioachimita" in: Idem, ''Refrigerio dei santi: Gioacchino da Fiore e l'escatologia medievale'', Roma: Viella, 1995, pp. 147-167. G.L. Potestà, "Federico III d'Aragona re di Sicilia nelle attese apocalittiche di Dolcino" in: A. Rotondo ed., Studia humanitatis: Saggi in onore di Roberto Osculati, Roma: Viella, 2011, p. 233.</ref>
 
=== Il declino e la fine ===
[[File:Federico II Parma.jpg|thumb|upright=1.3|La disfatta di Vittoria, presso Parma (1248).]]
Papa Innocenzo IV decise che l'assoggettamento della Lombardia all'impero non poteva essere accettato: avrebbe significato l'accerchiamento dei domini pontifici da parte dell'imperatore. Perciò decise di indire un Concilio per confermare la scomunica a Federico e far nominare un altro imperatore, rivolgendosi ai suoi nemici che in Germania erano numerosi. Giunto a [[Lione]]<ref>Per eludere la sorveglianza delle truppe imperiali che stazionavano pericolosamente vicino a Viterbo, Innocenzo si recò travestito a [[Civitavecchia]] ove si imbarcò su galee genovesi, transitò da Genova, sua patria originaria, e quindi giunse a Lione, città sotto il controllo del re di Francia</ref> svolse un'intensa attività diplomatica presso i nobili tedeschi e indisse un [[Concilio di Lione I|Concilio]] che si aprì il 28 giugno [[1245]]. Inoltre, durante il concilio, il cardinale [[Raniero Capocci]], acerrimo nemico dell'imperatore che voleva allontanare ogni possibilità di accordo, fece circolare nella città francese due ''libelli'' da lui ispirati nei quali Federico veniva dipinto come un ''eretico'' e un ''anticristo''<ref>I titoli dei due ''libelli'' erano ''Aspidis nova'' e ''Iuxta vaticinium Ysaiae'' e in essi il Capocci si avvaleva di argomentazioni di difficile interpretazione e talora anche false; i libelli ebbero comunque grande successo tra i ''padri conciliari'' e contribuirono certo alla deposizione di Federico. V. [[Norbert Kamp]], ''Raniero Capocci'', op. cit.. Da notare come il Kamp, uno dei massimi studiosi ''federiciani'', attribuisca grande importanza alle azioni svolte da Raniero Capocci con autentico ''odio'', sia pure temperato da motivazioni mistiche, nei confronti di Federico: secondo lo studioso tedesco dietro la politica anti-sveva prima di [[Gregorio IX]], poi di [[Innocenzo IV]], vi sarebbe stato quasi sempre il cardinale viterbese.</ref>. Da notare che Lione, sebbene formalmente in [[Borgogna]], quindi di proprietà dell'imperatore, era fuori dal tiro del sovrano svevo ed era sotto la protezione del re di Francia.
 
Il concilio non solo confermò la scomunica a Federico, ma addirittura lo depose<ref>La ''deposizione'' dell'imperatore venne promulgata con una [[bolla papale]] e non con una ''deliberazione conciliare''.</ref>, sciogliendo sudditi e vassalli dall'obbligo di fedeltà, e invitò i nobili elettori tedeschi a proclamare un altro imperatore, bandendo contro Federico una nuova crociata. Non tutta la Cristianità però accettò quanto deliberato nel concilio, che si era tenuto in condizioni non troppo chiare. Il papa aveva finto fino all'ultimo di voler patteggiare con Federico e molti si domandarono se fosse giusto un provvedimento così grave contro l'imperatore in un momento in cui nuove minacce si affacciavano all'orizzonte (l'offensiva [[Mongoli|mongola]]).
 
L'imperatore subì il gravissimo colpo che ne appannò il prestigio e dal [[1245]] gli eventi iniziarono a precipitare. Gli Elettori tedeschi trovarono il nuovo imperatore (in realtà "re di Roma", titolo che preludeva alla nomina di imperatore) in [[Enrico Raspe]], [[margravio]] di [[Turingia]], che il 5 agosto [[1246]] sconfisse nella [[battaglia di Nidda]] il figlio di Federico, [[Corrado IV di Svevia|Corrado]]. Tuttavia, l'anno successivo, Enrico Raspe morì.
 
Nel febbraio del [[1248]] Federico subì una grave sconfitta nella [[Battaglia di Parma (XIII secolo)|battaglia di Parma]] ad opera di [[Gregorio da Montelongo]]. Dopo un assedio durato oltre sei mesi i parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era andato a caccia nella valle del [[Taro (fiume)|Taro]], uscirono dalla città e attaccarono le truppe imperiali, distruggendo la città-accampamento di Vittoria. L'imperatore riuscì a stento a rifugiarsi a [[Fidenza|San Donnino]], da dove raggiunse poi la fedele alleata [[Cremona]]. L'anno seguente il figlio Enzo, battuto nella [[battaglia di Fossalta]], fu catturato dai bolognesi che lo tennero prigioniero fino alla morte ([[1272]])<ref>Il palazzo bolognese in cui fu imprigionato porta il nome di [[Palazzo Re Enzo]].</ref>. Poco dopo Federico subì (o credette di subire) il tradimento di uno dei suoi più fidati consiglieri, [[Pier delle Vigne]] (rievocato da [[Dante Alighieri]] nel [[Inferno - Canto tredicesimo|tredicesimo canto]] dell<nowiki>'</nowiki>''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'').
 
La vittoria militare del figlio Corrado sul successore di Raspe, [[Guglielmo II d'Olanda]] avvenuta nel [[1250]], non portò alcun vantaggio per Federico, il quale nel dicembre dello stesso anno morì a causa di un attacco di [[dissenteria]]. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado, ma il papa non solo non riconobbe il testamento ma scomunicò pure Corrado (che morì quattro anni dopo di [[malaria]], nel vano tentativo di ricuperare a sé il [[Regno di Sicilia]]).
 
=== La morte in [[Torremaggiore|Fiorentino di Puglia]] ===
Federico cadde vittima di una grave patologia addominale, forse dovuta a malattie trascurate, durante un soggiorno in Puglia; secondo [[Guido Bonatti]], invece, sarebbe stato avvelenato. Egli, difatti, qualche tempo prima aveva scoperto un complotto, in cui fu coinvolto lo stesso medico di corte. Comunque, le sue condizioni apparvero immediatamente di tale gravità che si rinunciò a portarlo nel più fornito ''Palatium'' di [[Lucera]] e la corte dovette riparare nella ''domus'' di [[Fiorentino di Puglia|Fiorentino]], un borgo fortificato nell'agro dell'odierna [[Torremaggiore]], non lontano dalla sede imperiale di Foggia.
 
Leggenda vuole che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte, [[Michele Scoto]], la morte “sub flore”, ragione per la quale pare egli abbia sempre evitato di recarsi a Firenze. Allorché fu informato del nome del borgo in cui infermo era stato condotto per le cure necessarie, Castel Fiorentino per l'appunto, Federico, comprese e accettò la prossimità della fine.
[[File:Tomb of Frederick II, Holy Roman Emperor - Cathedral of Palermo - Italy 2015.jpg|thumb|left|upright|Il sarcofago di Federico II nella [[Cattedrale di Palermo]].]]
 
Stando al racconto del cronista inglese [[Matthew Paris]] († 1259) –non confermato però da altre fonti&nbsp;– l'imperatore, sentendosi in punto di morte, volle indossare l'abito [[cistercense]] e dettare così le sue ultime volontà nelle poche ore di lucidità. Il testamento, dettato alla presenza dei massimi rappresentanti dell'Impero, reca la data del 17 dicembre 1250. La sua fine fu rapida e sorprese i contemporanei, tanto che alcuni cronisti anti-imperiali diedero adito alla voce, storicamente infondata, secondo cui l'imperatore era stato ucciso da Manfredi, il figlio illegittimo che in effetti gli successe in Sicilia. Una nota miniatura (vedi sotto) raffigura persino il principe mentre soffoca col cuscino il padre morente.
 
La salma di Federico fu sommariamente imbalsamata, i funerali si svolsero nella sede imperiale di Foggia, per sua espressa volontà il cuore venne deposto in un'urna collocata nel Duomo, la sua salma omaggiata dalla presenza di moltitudini di sudditi venne esposta per qualche giorno e trasportata poi a Palermo, per essere tumulata in [[duomo di Palermo|Cattedrale]], entro il sepolcro di [[porfido rosso antico]], come voleva la tradizione normanno-sveva, accanto alla madre Costanza, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II.
 
Recentemente il sepolcro è stato riaperto. Federico giace sul fondo sotto altre due spoglie (quelle del padre [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] e della madre [[Costanza I di Sicilia|Costanza d'Altavilla]]). La tomba era stata già ispezionata nel tardo [[XVIII secolo]]: il corpo, nel Settecento, era mummificato e in buone condizioni di conservazione; ne risulta che l'imperatore sia stato inumato con il globo dorato, la spada, calzari di seta, una dalmatica ricamata con iscrizioni [[cufico|cufiche]] e una corona a cuffia.
 
La tomba imperiale custodita nella Cattedrale era destinata in origine al nonno [[Ruggero II]] che l'aveva voluta come suo sarcofago per il [[Duomo di Cefalù]]. Il sepolcro inoltre reca i simboli dei quattro [[evangelisti]] e la corona regia.
 
== L'eredità culturale ==
[[File:Frederick II and eagle.jpg|miniatura|Ritratto di Federico II con il falco dal suo trattato ''[[De arte venandi cum avibus]]'']]
 
Federico fu chiamato dai suoi contemporanei ''Stupor Mundi'' (Stupore del Mondo), appellativo che deriva dalla sua inestinguibile curiosità intellettuale, un eclettismo che lo portò ad approfondire la [[filosofia]], l'[[astrologia]] (consigliere molto ascoltato fu l'astrologo [[Guido Bonatti]]), la [[matematica]] (ebbe corrispondenza e fu in amicizia con il matematico pisano [[Leonardo Fibonacci]], che gli dedicò il suo ''Liber quadratorum''), l'[[algebra]], la [[medicina]] e le [[scienze naturali]] (impiantò a Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che conteneva); scrisse anche un libro, un manuale sulla [[falconeria]], il ''[[De arte venandi cum avibus]]'' che fu uno dei primi manoscritti con disegni in tema naturalistico. Si dice che Federico conoscesse ben nove lingue e che fosse un governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favorì la [[scienza]] e professò punti di vista piuttosto avanzati in [[economia]].
 
Alla sua corte soggiornarono uomini di gran cultura di quei tempi quali [[Michele Scoto]], che tradusse alcune opere di [[Aristotele]], [[Teodoro da Antiochia]], un arabo cristiano, e [[Juda ben Salomon Cohen]], grande enciclopedista ebreo.
 
=== L'attività legislativa ===
Federico condusse un'intensa attività legislativa: a [[Capua]] e a [[Catania]] nel [[1220]], a [[Messina]] nel [[1221]], a [[Melfi]] nel [[1224]], a [[Siracusa]] nel [[1227]] e a [[San Germano dei Berici|San Germano]] nel [[1229]], ma soltanto ad agosto del [[1231]], nel corso di una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulgò la raccolta organica e armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di un gruppo di giuristi quali [[Roffredo di Benevento]], [[Pier delle Vigne]], l'[[arcivescovo]] [[Giacomo di Capua]] ed [[Andrea Bonello da Barletta]]. Questo corpo organico, preso lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno, è passato alla storia col nome di [[Costituzioni di Melfi]] o Melfitane anche se il titolo originale ''[[Constitutiones Regni Utriusque Siciliae]]'' rende più esplicita la volontà di Federico di riorganizzare il suo stato, il [[Regno di Sicilia]]: quest'ultimo, infatti, fu ripartito in undici distretti territoriali detti [[giustizierato|giustizierati]], poiché erano governati da funzionari di propria nomina, i [[giustiziere (funzionario)|giustizieri]], che rispondevano del loro operato in campo amministrativo, penale e religioso a un loro superiore, il [[maestro giustiziere]], referente diretto dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di tipo piramidale. Abolì i [[dazio (economia)|dazi]] interni e i freni alle [[importazione|importazioni]] all'interno del suo impero.
 
=== L'Università ===
Il 5 giugno [[1224]], all'età di trent'anni, Federico istituì con editto formale, a [[Napoli]], la prima ''[[Università degli Studi di Napoli Federico II|universitas studiorum]]'' statale e laica della storia d'Occidente, in contrapposizione all'[[Università di Bologna|ateneo di Bologna]], nato come aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale.<ref>Fu tuttavia Federico che inviò all'Università di Bologna e ad altre Università le opere del filosofo arabo [[Averroè]], che lui stesso aveva fatto tradurre.</ref> L'università, polarizzata intorno allo ''studium'' di diritto e retorica, contribuì all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica. Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la scelse per la sua posizione strategica e il suo già forte ruolo di polo culturale e intellettuale di quei tempi.<ref>L'università fredericiana, che non ha mai interrotto la sua attività, è stata intitolata al suo fondatore nel [[1987]], assumendo la denominazione di [[Università degli studi di Napoli "Federico II"]], allorché iniziarono i lavori per l'istituzione della [[Seconda Università degli studi di Napoli]], dallo scorporo della prima [[facoltà universitaria|facoltà]] di [[Medicina]] e [[chirurgia]] della prima, decretata nel [[1989]] e attuata nel [[1991]].</ref>
 
=== La poesia siciliana ===
{{vedi anche|Scuola siciliana}}
[[File:Diemer Hofhaltunga.jpg|thumb|upright=1.4|Il ''Cancelliere Aulico'' ricevuto da Federico II, Re di Sicilia, a [[palazzo della Favara]] di [[Palermo]] con letterati, artisti e studiosi siciliani.]]
Contribuì a far nascere la [[letteratura italiana]] e in questo senso ebbe importanza fondamentale la ''[[Scuola siciliana]]'' o anche Scuola poetica siciliana che nacque tra il 1230 e il 1250, che ingentilì il [[Latino volgare|volgare]] siculo con il [[Lingua occitana|provenzale]], e i cui moduli espressivi e tematiche dominanti furono successivamente ripresi dalla lirica della [[Scuola toscana]]. Gli sono inoltre attribuite quattro canzoni. Appassionato della cultura araba, fece tradurre molte opere da quella lingua e fu quasi sempre in ottimi rapporti con gli esponenti di quella cultura al punto da guadagnarsi il soprannome (fra i tanti) di "sultano battezzato".
 
Nella corte era presente un gruppo di poeti, per lo più funzionari, che scrivevano in volgare meridionale. Nella corte di Federico si costituì una [[scuola siciliana|scuola poetica siciliana]] al quale si deve l'invenzione di una nuova metrica, il [[sonetto]].
 
Federico è stato individuato come l'autore delle cinque questioni poste ai sapienti del suo tempo, a cui rispose nelle [[Questioni siciliane]] il filosofo arabo [[Ibn Sab'in]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ibn-sabin_(Federiciana)/ Ibn Sabin in “Federiciana” – Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
=== ''De arte venandi cum avibus'' ===
[[File:De Arte Venandi com Avibus.jpg|thumb|upright=1.4|Particolare del folio 16 ''recto'' del trattato ''[[De arte venandi cum avibus]]''.]]
 
Federico II non fu solo un mecenate, ma anch'egli si cimentò in un'opera letteraria: ''[[De arte venandi cum avibus]]''.
La traduzione letterale del titolo di quest'opera di Federico II è: "L'arte di cacciare con gli uccelli", e di essa molte copie, illustrate nel [[XIII secolo|XIII]] e [[XIV secolo]], ancora sopravvivono.
 
Il ''De arte venandi'' è un [[Trattato (opera)|trattato]] nato innanzitutto dall'osservazione, che non ha nulla delle enciclopedie zoologiche fino ad allora redatte (i [[bestiari]] intrisi di mitologia, teologia e superstizione). In esso i problemi di [[ornitologia]], di allevamento, di addestramento e di [[caccia]] sono trattati con attenzione al principio dell'osservazione diretta e dell'esperienza, con assoluto spirito di indipendenza rispetto alla trattatistica precedente, per questo lo scritto rappresenta un fondamentale passo verso la scienza "moderna".
 
Federico era un cacciatore appassionato. Le battute di caccia erano in quei tempi un modo per socializzare con persone dello stesso rango, per esercitarsi nell'uso delle armi e per rappresentare il potere. Il suo hobby preferito era la caccia con il falco addestrato, attività molto costosa e quindi elitaria: un falco addestrato veniva a costare infatti quasi quanto un intero podere. La caccia con i falchi per Federico non era un passatempo vero e proprio ma una scienza. Egli si procurò trattati di [[ornitologia]] e caccia, e, in base ad ordini dell'imperatore, questi testi furono raccolti in un codice miscellaneo, concepito come un libro sulla [[falconeria]]. Le fonti non sono certe se Federico abbia scritto personalmente il libro, ma sicuramente egli partecipò alla sua redazione esponendo i propri punti di vista: il ''[[De arte venandi cum avibus]]'' rappresenta pertanto una trattazione molto moderna sia sui metodi di cattura e addestramento dei falchi, sia sulle tecniche di caccia della selvaggina con l'uso dei falchi addestrati.
 
=== Le arti figurative ===
[[File:Busto di Federico II di Svevia.jpg|thumb|left|Presunto busto di Federico II<ref>[[Hubert Houben]], ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', 2009, tav. 12 (pp. 96-97) e p. 132</ref>, al [[Castello di Barletta]].]]
 
Federico II, essendo un generoso [[mecenatismo|mecenate]], ospitò alla sua corte numerosi artisti che ebbero probabilmente modo di spostarsi con lui nei suoi soggiorni in Germania (a più riprese tra il [[1212]] e il [[1226]]): ci fu infatti un contatto con le novità del gotico tedesco, che proprio in quegli anni produceva opere di rinnovato naturalismo come il ''[[Cavaliere di Bamberga]]'' del [[Duomo di Bamberga]] (ante [[1237]], alto 267&nbsp;cm), dove era raffigurato un ritratto dell'Imperatore stesso riprendendo l'iconografia delle statue equestri antiche. Inoltre Federico II invitò nel sud-Italia i [[cistercensi]] già nel [[1224]], i quali diffusero il loro sobrio stile gotico nell'architettura (abbazie laziali [[abbazia di Fossanova|di Fossanova]] e [[abbazia di Casamari|Casamari]] che probabilmente costituiscono i primi esempi di applicazione italiana dello [[architettura gotica|stile gotico]]).
 
Oltre alla ricezione delle novità gotiche, Federico promosse anche attivamente il recupero di modelli classici, sia riusando opere antiche, sia facendone fare di nuove secondo i canoni romani: per esempio le monete auree da lui fatte coniare (gli [[augustale|augustali]]) presentano il suo ritratto idealizzato di profilo, e numerosi sono i rilievi che ricordano la ritrattistica imperiale romana (al già citato Duomo di Bamberga, alla distrutta [[Porta di Capua]], eccetera). In queste opere si nota una robustezza che ricorda l'arte romana provinciale, una fluente [[Plasticità (arte)|plasticità]], come nei realistici panneggi, e gli intenti ritrattistici. Tra i rilievi superstiti della [[Porta di Capua]] esiste anche un ''Busto di imperatore'': se si trattasse delle vere fattezze del sovrano saremmo di fronte al primo ritratto pervenutoci dell'arte post-classica, un primato altrimenti stabilito dal ''[[Ritratto di Carlo d'Angiò]]'' di [[Arnolfo di Cambio]].<ref>Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999.</ref>
 
La seconda corrente predominante all'epoca di Federico, dopo quella classicista, fu quella naturalistica. Lo stesso Federico II nel ''[[De arte venandi cum avibus]]'' scriveva come si dovesse rappresentare le cose che esistono così come sono (''ea quae sunt sicut sunt''), un suggerimento che si può per esempio riscontrare nell'originalissimo capitello attribuito a [[Bartolomeo da Foggia]] e conservato al [[Metropolitan Museum]] di [[New York]] ([[1229]] circa). In questa opera quattro testine spuntano dagli angoli, ma la loro raffigurazione è così realistica (nelle scavature degli zigomi, nelle rughe, nelle imperfezioni fisiche) da sembrare un calco da maschera mortuaria.
 
I frequenti movimenti di Federico, seguito dalla corte e dagli artisti, permisero la diffusione di uno stile sovraregionale, con opere di sorprendente similarità stilistica anche in aree molto distanti, come testimoniano, per esempio, gli ingressi di alcuni castelli fredericiani: i leoni scolpiti nel settentrionale [[castello dell'Imperatore]] di [[Prato]] sono identici a quelli di [[Castel del Monte]] in [[Puglia]]. [[Nicola Pisano]], citato nei documenti più antichi come Nicola ''de Apulia'', probabilmente arrivò in Toscana proprio con Federico II, alla cui corte potrebbe aver trovato la sintesi tra gli stimoli classici e transalpini che caratterizzarono la sua rivoluzione figurativa.
 
=== Le architetture ===
[[File:Barletta- panoramica del castello.jpeg|thumb|[[Castello di Barletta]], una delle sue architetture più imponenti.]]
[[File:Castel del Monte giu06 001.jpg|thumb|[[Castel del Monte]], in [[provincia di Barletta-Andria-Trani]]]]
 
Nei pressi di [[Andria]] è presente la costruzione più affascinante voluta dall'imperatore ma ancora incompiuto al momento della sua morte, [[Castel del Monte]], dichiarato [[Patrimonio dell'Umanità]] dall'[[UNESCO]]. Dal punto di vista architettonico il castello è una sintesi tra le tendenze europee e quelle arabo-musulmane (presentando soluzioni innovative, quali torri sporgenti, feritoie ed elementi anticipatori del [[gotico]])<ref>Ad [[Andria]] si conserva anche Porta Sant'Andrea o Arco di Federico II ([[XI secolo]]) sulla quale fu scolpita la celebre frase dell'imperatore: ''«Andria fidelis, nostri affixa medullis; absit, quod Federicus sit tui muneris iners, Andria, vale, felix omnisque gravaminos expers»''.</ref>.
[[File:Arco Federico II.jpg|thumb|Porta della Reggia Imperiale a [[Foggia]]]]
A [[Foggia]], residenza imperiale, aveva fatto costruire un magnifico ''Palatium'', edificato da [[Bartolomeo da Foggia]], su cui vi era un'iscrizione (oggi conservata nel Portale di Federico) che recitava: ''"Hoc fieri iussit [[Federicus]] Cesar ut urbs sit Fogia regalis sede inclita imp(er)ialis"'' (''Ciò comandò Federico Cesare che fosse fatto affinché la città di Foggia divenisse reale e inclita sede imperiale''). Federico II considerava la Capitanata un luogo ideale anche per la caccia e perciò fece costruire altre due importantissime dimore a [[Foggia]]. La prima, la ''Domus/Palacium Solatiorum San Laurencii'' o ''Pantani'', in località Pantano, tra gli attuali quartieri Salice Nuovo, San Lorenzo e Ordona Sud, dove il Guiscardo aveva fatto edificare la chiesa di San Lorenzo in Carmignano, testimonianza visiva, insieme alla ''Regia Masseria Pantano'', della vasta area che occupava la struttura federiciana; essa includeva una residenza signorile, con giardini, vivarium con animali acquatici ed esotici, padiglioni per il solacium. L'altra dimora del grande imperatore svevo era il ''Palacium'' dell'Incoronata, nei pressi dell'omonimo Bosco/Santuario: in merito a questo edificio, testimonianza importante della struttura federiciana è la ''Regia Masseria Giardino'', nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria [[Foggia]] - [[Potenza (Italia)|Potenza]]; anche questo complesso viene descritto dalle cronache di quel tempo, come tra le dimore più belle e sontuose dello "Stupor Mundi".
 
Federico aveva però sparso castelli e palazzi imperiali in tutta la regione, amata anche per le possibilità di esercitarvi la caccia, di cui era appassionato: tra questi, il [[Castello di Lucera]], che affidò ai [[Saraceni]] deportati dalla [[Sicilia]].
Altre fortificazioni importanti, sono sorte con l'edificazione del [[castello svevo di Trani]], caratteristico per la sua cortina sul mare e recentemente restaurato, e il [[Castello di Barletta]], risultato architettonico di una serie di successioni al potere.
Altre strutture fortificate sveve sono conservate a [[Bari]], [[Bisceglie]], [[Porto Recanati]], [[Manfredonia]], [[Lucera]], [[Gravina di Puglia]], [[Brindisi]], [[Mesagne]], [[Oria]], Termoli, ecc.
 
Sono attualmente in corso nel sottosuolo del centro storico della città di [[Foggia]], scavi archeologici nell'area in cui sorgeva il ''palatium'' dell'imperatore, ad ora si è in presenza di una notevole presenza di ipogei.
 
Infine va menzionata la [[Porta di Capua]], che doveva esprimere visivamente la maestà imperiale e [[Castello Ursino]] a Catania
==== Residenze federiciane ====
* [[Castello dell'Imperatore]]
* [[Castel del Monte]]
* [[Castello Ursino]]
* [[Rocca di Federico II]]
* [[Palazzo della Favara]]
* [[Palazzo dei Normanni]]
* [[La Zisa]]
 
== Antenati e discendenti ==
=== Albero genealogico ===
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="16" align="center"| '''Federico II di Svevia'''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Enrico VI di Svevia]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />[[Federico Barbarossa]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Federico II duca di Svevia]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Federico I di Svevia]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Agnese di Waiblingen]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br /> [[Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia|Giuditta di Baviera]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Enrico IX di Baviera]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Wulfhild di Sassonia]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />[[Beatrice di Borgogna]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />[[Rinaldo III di Borgogna]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Stefano I di Mâcon]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Beatrice di Lorena]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />[[Agata di Lorena]]
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Simone I di Lorena]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />[[Adelaide di Lovanio]]
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />[[Costanza I di Sicilia]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />[[Ruggero II di Sicilia]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Ruggero I di Sicilia]]
| align="center" | '''Trisnonno materno:'''
<br />[[Tancredi d'Altavilla]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br /> [[Muriella di Normandia]]
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Adelasia del Vasto]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Manfredo Incisa del Vasto|Manfredi Del Vasto]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Agnese di Vermandois]]
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Beatrice di Rethel]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br /> [[Gunther di Rethel]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Eudes di Vitry]]
|-
| align="center" | '''Trisnonna materna:'''
<br /> Matilda
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />[[Beatrice di Namur]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />[[Goffredo I conte di Namur]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />[[Ermesinda di Lussemburgo (contessa di Namur)|Ermesinda di Lussemburgo]]
|}
 
=== Le mogli di Federico e i suoi figli legittimi e naturali ===
[[File:Isabela Fridrich2.jpg|thumb|Federico e Isabella d'Inghilterra.]]
Federico ebbe tre mogli e diverse relazioni.
 
La prima moglie fu [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]] e - come ogni grande regnante - l'unione fu frutto di un preciso progetto diplomatico del tutore imperiale [[papa Innocenzo III]]. Costanza, infatti, era già alle seconde nozze ed era di circa dieci anni più anziana del quasi quindicenne Federico.
 
Spentasi Costanza, Federico, probabilmente adottando la medesima politica e mantenendo l'avallo papale, si unì in matrimonio prima con [[Jolanda di Brienne|Jolanda (o Isabella) di Brienne]] e poi, morta questa, con [[Isabella d'Inghilterra]].
 
Ma fu [[Bianca Lancia]] probabilmente il vero amore dell'imperatore. Di Bianca, appartenente alla famiglia dei Lancia (o Lanza), molto in vista nella corte di Federico, non sono rimaste notizie storiche e la stessa sincerità del sentimento dell'imperatore fu messa spesse volte in discussione da alcuni critici. Comunque è certo che da questa unione, forse tramutata in matrimonio negli ultimi anni di vita, nacque a [[Venosa]] [[Manfredi di Sicilia]], il figlio prediletto di Federico.
 
{| class="wikitable"
| colspan=2 align="center" | Matrimoni o unioni
| colspan=2 align="center" | Figli
|-
| colspan=2 | '''[[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]]''' (1184c. - 1222)<br /> o=o [[Messina]], 15 agosto 1209
| colspan=2 width="50%" |
# [[Enrico VII di Germania|Enrico]] (1211 - 1242)
|-
| colspan=2 | [[Adelaide di Urslingen]]
| colspan=2 width ="50%" |
# [[Enzo di Sardegna|Enrico o Enzio]] (c1220 - 1272)
# [[Caterina da Marano|Caterina]] (?- ?)
|-
| colspan=2 | [[Maria di Antiochia]]
| colspan=2 width="50%" |
# [[Federico di Antiochia|Federico]] (c1224 - 1256)
|-
| colspan=2 | ''Nome sconosciuto''
| colspan=2 width="50%" |
# [[Biancofiore di Svevia|Biancofiore]] (1226 - 1279)
|-
| colspan=2 | [[Richina di Wolfs'oden]]
| colspan=2 width ="50%" |
# [[Margherita di Svevia|Margherita]] (1227 - 1298)
|-
|colspan=2 | '''[[Iolanda di Brienne|Isabella di Brienne]]''' (1212 - 1228)<br />o=o [[Brindisi]], 9 novembre 1225
| colspan=2 width ="50%" |
# Margherita, morta appena nata (+ 1227)
# [[Corrado IV di Svevia|Corrado]] (1228 - 1254)
|-
| colspan=2 | '''[[Bianca Lancia]]''' o Lanza (1213 - 1246)<br /> o=o prob. 1246
| colspan=2 width ="50%" |
# [[Costanza di Staufen|Costanza (Anna)]] (1230 - 1307) ''legittimata''
# [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] (1232 - 1266) ''legittimato''
# [[Violante di Svevia|Violante]] (1233 - 1264) ''legittimata''
|-
|colspan=2 | '''[[Isabella d'Inghilterra]]''' (1214 - 1241)<br /> o=o [[Worms]], luglio 1235
| colspan=2 width="50%" |
# [[Margherita di Sicilia|Margherita]] (1237 - 1270)
# [[Enrico Carlotto di Sicilia|Enrico Carlo Otto]] (1238 - 1253)
# figlia (1241 - 1241)
|-
| colspan=2 | ''Nome sconosciuto''
| colspan=2 width="50%" |
# [[Selvaggia di Staufen|Selvaggia]] (+ 1244)
|-
| colspan=2 | ''Manna de Castanea''
| colspan=2 width="50%" |
# [[Riccardo di Chieti|Riccardo]] (1224/25 - 1249)
|-
| colspan=2 | ''Nome sconosciuto''
| colspan=2 width="50%" |
# Gherardo
|-
| colspan=2 | ''Probabilmente Maria o Matilde di Antiochia''
| colspan=2 width ="50%" |
# [[Federico di Pettorana|Federico]] de Antiochia (1213 - dopo il 1240)
|-
| colspan=2 | ''Nome sconosciuto''
| colspan=2 width ="50%" |
# [[Artensio di Pettorana|Artensio]] (1240 - 1243)
|}
 
== Fra mito e leggenda ==
{{Citazione|Qui con più di mille giaccio:<br />
qua dentro è 'l secondo Federico|parole di [[Farinata degli Uberti]], posto nel girone degli eretici o degli epicurei, [[Dante Alighieri]], [[Inferno - Canto decimo|Inf. X]] 118-119}}
La intensa attività politica e militare, l'innovazione portata nella sua legislazione del Regno di Sicilia, l'interesse per scienze e letteratura fecero di Federico un personaggio mitico, talvolta attirando una serie di leggende che in parte resistettero alla sua scomparsa. L'amicizia praticata nei confronti degli [[arabi]] (ebbe a lungo una Guardia personale costituita da guerrieri arabi, e lui stesso parlava correntemente tale lingua) unitamente alla lotta contro il [[papa Gregorio IX]], che arrivò perfino a definirlo anticipatore dell'[[Anticristo]], fecero crescere attorno a lui un alone di mistero e di leggende.
 
I ghibellini vedevano in lui il ''[[Reparator Orbis]]'', il sovrano illuminato che avrebbe punito i preti indegni e restaurato la purezza della Chiesa.
 
La propaganda [[guelfa]] invece lo definì come un [[ateo]], autore del libro ''[[Trattato dei tre impostori|De tribus impostoribus]]'' o un eretico [[epicureo]] ([[Dante]] stesso lo citò nel girone degli eretici vicino a [[Farinata degli Uberti]]), o addirittura come un convertito all'[[Islam]].
 
Fu forse il suo essere stato definito l'[[Anticristo]] (o il suo anticipatore, secondo la tradizione profetica derivata da [[Gioacchino da Fiore]]) a dare origine, dopo la sua morte, alla leggenda di una profezia secondo la quale egli sarebbe ritornato dopo mille anni. Federico fu definito l'Anticristo anche in virtù di una leggenda medievale che sosteneva che questo sarebbe nato dall'unione fra una vecchia monaca e un frate: si diceva infatti che il padre Enrico VI in gioventù aveva pensato di intraprendere la vita monastica, mentre Costanza d'Altavilla aveva 40 anni quando partorì Federico e, prima del matrimonio, contratto all'età di 32 anni, sarebbe vissuta in un convento.
Tale leggenda si collega anche al personaggio di [[Fra Pacifico]], al secolo Guglielmo Divini, il quale, prima di divenire uno dei più intimi compagni di Francesco d'Assisi, fu cavalier servente di Costanza, alla quale, secondo alcune testi, fu legato da un amore segreto il cui frutto potrebbe essere stato proprio Federico.<ref>Cesare Catà, ''Con l’alloro sotto il saio. Ipotesi su Fra Pacifico, Re dei Versi'', in “Picenum Seraphicum. Rivista di studi storici e francescani”, n. XXV (2006-2008), pp. 355-395.</ref>
 
[[File:Villani1.jpg|thumb|upright=1.3|left|Manfredi soffoca il padre, secondo una leggenda accreditata dal Villani.]]
Naturalmente la sua morte non poteva non dar origine a leggende. Si narra che una volta fu fatta all'Imperatore Federico II una profezia riguardante la sua morte: egli sarebbe deceduto in un paese contenente la parola "fiore". Per questo Federico II evitò di frequentare Florentia ([[Firenze]]), ma non sapeva che nell'agro dell'odierna [[Torremaggiore]], si ergeva un borgo di origine bizantina, chiamato appunto Castel Fiorentino; le sue rovine, affioranti da una collina detta dello Sterparone (m. 205), ancora testimoniano la presenza di alcuni locali, di una torre di avvistamento e della Domus (palazzo nobiliare) all'interno della quale morì Federico il 13 dicembre 1250.
 
La stessa leggenda racconta pure che, secondo la profezia, egli non solo sarebbe morto appunto ''sub flore'', ma anche nei pressi di una porta di ferro. Secondo la tradizione Federico, riavutosi leggermente dal torpore, chiese alle guardie che lo vegliavano dove si trovasse e dove portasse una porta chiusa che stava vedendo dal proprio letto. Quando la guardia gli rispose che si trovava a Castel Fiorentino e che quella porta, murata dall'altra parte, non era che un vecchio portone di ferro, l'imperatore sospirò: «Ecco che è giunta dunque la mia ora», ed entrò in agonia.
 
=== Appellativi ===
Federico veniva definito ''[[Stupor mundi]]'' (meraviglia del mondo).
 
Dai suoi coevi fu detto anche ''Puer Apuliae'' ("Fanciullo di [[Puglia]]")<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Antonino De Stefano (storico)|Antonino De Stefano]]|titolo=Fridericus, puer Apuliae|rivista=Archivio Storico Pugliese|anno=1951|volume=IV|numero=1 (Il convegno Federiciano di Foggia)|città=Bari|url=http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Archivio%20Storico%20Pugliese/1951/fasc.%201%20articoli/Fridericus,%20Puer%20Apuliae.pdf|formato=pdf|editore=provincia.brindisi.it|editore=Società di Storia Patria per la Puglia|accesso=20 dicembre 2010}}</ref>.
 
== Media ==
=== Letteratura ===
Fra [[Salimbene de Adam]], nella sua ''Chronica'', una delle fonti storiche più interessanti per il [[secolo XIII]], parla anche delle opere da lui scritte, andate tutte perdute. Tra queste, si segnalano i ''XII scelera Friderici imperatoris'', opera che doveva avere carattere polemico, essendo servita anche come opuscolo di propaganda anti-imperiale, dopo la sconfitta di Vittoria nel [[1248]].
Nella ''Chronica'' Federico II è dipinto come uomo avaro, che combatté la Chiesa solo perché voleva impadronirsi dei beni ecclesiastici. E la stessa ''Chronica'' è ricca di aneddoti - per lo più negativi - riguardanti episodi della vita di questo imperatore.
 
Anche [[Dante Alighieri|Dante]] nella ''[[Divina Commedia|Commedia]]'' menziona Federico II ben cinque volte: tre nell'''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', una nel ''[[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]'' e una nel ''[[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]]'':
 
* ''Inferno''
 
** {{Citazione|Qui con più di mille giaccio:<br />qua dentro è 'l secondo Federico,<br />e 'l cardinale ….|Divina Commedia, [[Inferno - Canto decimo|Inf. X]] (eretici ed epicurei) 119-120, [[Farinata degli Uberti]]}}
Il poeta, accogliendo le voci sull'ateismo di Federico, assegna all'imperatore la pena che egli attribuisce agli eretici (gli ''epicurei''): trascorrere l'eternità in bare infuocate.
 
** {{Citazione|Io son colui che tenni ambo le chiavi<br />del cor di Federigo, e che le volsi,<br />serrando e disserrando, sì soavi<br />……<br />e l'infiammati infiammar sì Augusto,<br />che' lieti onor tornaro in tristi lutti.|Divina Commedia, [[Inferno - Canto tredicesimo|Inf. XIII]] 58-60, 68-69, [[Pier delle Vigne]]}}
Qui a parlare è l'anima di Pier delle Vigne, segretario e uomo di fiducia dell'imperatore; si suicidò dopo esser stato accusato di aver tramato contro Federico.
 
** {{Citazione|...ma dentro tutte piombo e gravi tanto,<br />che Federico le mettea di paglia.|Divina Commedia, [[Inferno - Canto ventitreesimo|Inf. XXIII]] 65-66}}
Dante riprende una leggenda secondo la quale Federico II sottoponeva a tortura i rei di lesa maestà coprendoli di piombo e facendoglielo fondere addosso.
 
* ''Purgatorio''
** {{Citazione|In sul paese ch'[[Adige]] e [[Po]] riga,<br />solea valore e cortesia trovarsi<br />prima che Federigo avesse briga:| Divina Commedia, [[Purgatorio - Canto sedicesimo|Purg. XVI]] 115-117, [[Marco Lombardo]]}}
 
* ''Paradiso''
** {{Citazione|Quest'è la luce della [[Costanza d'Altavilla|gran Costanza]]<br />che del secondo vento di [[Hohenstaufen|Soave]]<br />generò il terzo e l'ultima possanza.| Divina Commedia, [[Paradiso - Canto terzo|Par. III]] 118-120, [[Piccarda Donati]]}}
Dante si riferisce al fatto che Federico fu il terzo e ultimo imperatore appartenente alla Casa di Svevia.
=== Cinema ===
* [[Stupor Mundi]]
 
== Note ==
{{<references |2}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Fonti antiche ===
{{Vedi anche|:Categoria:Fonti storiche sull'età federiciana}}
* [[Riccardo da San Germano]], ''Chronicon'', introduzione e traduzione a cura di G. Sperduti, Cassino, Ciolfi editore [[1999]].
* [[Salimbene de Adam]], ''Chronicon'', introduzione a cura di M., Lavagetto, traduzione a cura di C.S., NOBILI, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato [[2002]].
* {{de}} [http://ri-regesten.adwmainz.de Versione online] dei ''[[Regesta Imperii]]''
 
=== Principali biografie e studi generali ===
* {{de}} [[Eduard Winkelmann]], ''Kaiser Friedrich II.'', Bd 1. Leipzig 1889; Bd. 2. Leipzig [[1897]]
* {{de}} Odilo Engels, ''Die Staufer'', Berlin [[1927]]
* {{de}} [[Ernst Kantorowicz]], ''Kaiser Friedrich der Zweite'', Berlino [[1927]]-[[1928]] e successive edizioni.
** [[Ernst Kantorowicz]], ''Federico II di Svevia'', Garzanti, Milano [[1939]] e successive edizioni dal [[1976]] col titolo ''Federico II imperatore''
* {{de}} Franz Kampers, ''Kaiser Friedrich II. Der Wegbereiter der Renaissance'', Leipzig [[1929]]
* [[Eucardio Momigliano]], ''Federico II di Svevia'', Milano [[1933]].
* {{fr}} Henri de Ziegler, ''Vie de l'empereur Frédéric II de Hohenstaufen'', Paris [[1935]]
* {{en}} Georgina Masson, ''Frederick II of Hohenstaufen'', London [[1957]], ISBN 88-452-9107-3
** Georgina Masson, ''Federico II di Svevia'', Rusconi, Milano [[1978]] e successive ed.
* {{de}} ''Stupor Mundi. Zur Geschichte Friedrichs II. von Hohenstaufen'', raccolta di scritti a cura di Gunther Wolf, Darmstadt [[1966]]
* {{de}} Bruno Gloger, ''Kaiser, Gott und Teufel. Friedrich II. von Hohenstaufen in Geschichte und Sage'', Berlino [[1970]]
* {{en}} Thomas Curtis Van Cleve, ''The Emperor Frederick II of Hohenstaufen, Immutator Mundi'', Oxford [[1972]]
* {{de}} [[Eberhard Horst]], ''Friedrich der Staufer. Eine Biographie'', Düsseldorf [[1975]]
** [[Eberhard Horst]], ''Federico II di Svevia'', Rizzoli, Milano [[1981]]. ISBN 88-17-11621-1
* {{en}} [[David Abulafia]], ''Frederick II. A Medieval Emperor'', London [[1988]]
** [[David Abulafia]], ''Federico II. Un imperatore medievale'', Einaudi, Torino [[1990]]
* {{de}} Hans Martin Schaller, ''Kaiser Friedrich II. Verwandler der Welt'', Goettingen-Zuerich [[1991]]
* {{de}} [[Wolfgang Stürner]], ''Friedrich II.'', 2 voll., Darmstadt [[1992]]-[[1997]]
** Wolfgang Stürner, ''Federico II: il potere regio in Sicilia e in Germania, 1194-1220'', De Luca ed., Roma [[1998]]
** Wolfgang Stürner, ''Federico II e l'apogeo dell'impero'', presentazione di [[Ortensio Zecchino]], [[Salerno Editrice]], Roma [[2009]]
* {{de}} Ernst Wilhelm Wies, ''Friedrich II von Hohenstaufen: Messias oder Antichrist?'', Esslingen [[1994]]
** Ernst Wilhelm Wies, ''Federico II: Messia o Anticristo?'', ECIG, Genova [[1997]]. ISBN 88-7545-747-6
* Claudio Rendina, ''Federico II di Svevia, Lo specchio del mondo'', Newton Compton, Roma [[1995]]
* {{de}} ''Das Staunen der Welt. Das Morgenland und Friedrich II. (1194-1250)'', a cura di Michael Meinecke, Berlino [[1995]]
* {{de}} ''Friedrich II. Tagung des Deutschen Historischen Instituts in Rom im Gedenkjahr 1994'', a cura di [[Arnold Esch]] e [[Norbert Kamp]] (Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom; 85), Tübingen [[1996]].
* {{Cita libro|Hubert|Jedin|wkautore=Hubert Jedin|Storia della Chiesa|Jaka Book|1999}}, Civitas Medievale,vol.V/1, articolo di Hans Wolter S.I.
* Ornella Mariani, ''Federico II di Hohenstaufen'', Controcorrente, Napoli [[2003]]
* Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, ''Federico II: ragione e fortuna'', Laterza, Roma-bari [[2004]]. ISBN 88-420-7426-8
* Daniele Vessella, Pierluigi De Iulio, ''Federico II, stupor mundi'', Cosenza [[2005]]. ISBN 88-88343-50-4
* Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, ''Federico II. Ragione e fortuna'', Laterza, Roma-Bari [[2006]]. ISBN 978-88-420-8091-6
* {{de}} ''Kaiser Friedrich II. (1194–1250). Welt und Kultur des Mittelmeerraums'', Catalogo della mostra a cura di Mamoun Fansa e Karen Ermete, Mainz [[2008]]. ISBN 978-3-8053-3886-8.
* {{de}} Knut Görich, ''Die Staufer'', 2ª ed., München [[2008]], ISBN 978-3-406-53593-2.
* {{de}} [[Hubert Houben]], ''Kaiser Friedrich II. (1194–1250). Herrscher, Mensch, Mythos'', Kohlhammer, Stuttgart [[2008]]. ISBN 978-3-17-018683-5.
** [[Hubert Houben]], ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', Il Mulino, Bologna [[2009]]. ISBN 978-88-15-13338-0
* {{de}} Olaf B. Rader, ''Friedrich II. Der Sizilianer auf dem Kaiserthron. Eine Biographie'', Monaco [[2010]]. ISBN 978-3-406-60485-0
* Benedetto Ligorio, ''Federico II. Ebrei castelli e ordini monastici in Puglia nella prima metà del XIII secolo'', Artebaria, Taranto [[2011]] ISBN 978-88-96711-12-5.
* Fulvio Delle Donne, ''Federico II: la condanna della memoria. Metamorfosi di un mito'', Viella, Roma 2012 ISBN 978-88-8334-761-0
 
=== Sintesi enciclopediche ===
* [[Norbert Kamp]], [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000205.xml ''Federico II''], da ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol I, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]
* [[Raoul Manselli]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ ''Federico II di Svevia imperatore''], da ''[[Enciclopedia dantesca]]'', Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* [[Raffaello Morghen (storico)|Raffaello Morghen]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii_res-d24ffd4a-8bae-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/ ''Federico II''], da ''[[Enciclopedia Italiana]]'' (1932), Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* Marina Di Berardo, [http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/ ''Federico II''], ''Enciclopedia dell'Arte Medievale'' (1995), Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* [[Giuseppe Galasso]], [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000515.xml ''Regno di Sicilia''] da ''Enciclopedia Federiciana'' dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* Stefano Rapisarda, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000206.xml ''Federico II, poetica''] da ''Enciclopedia Federiciana'' dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000207.xml ''Federico II, figli''] da ''Enciclopedia Federiciana'' dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
 
=== Studi sullo sviluppo della storiografia federiciana ===
 
* [[Lidia Capo]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/cronachistica_%28Federiciana%29/ ''Cronachistica''], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. I, (2005), Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* [[Francesco Tateo]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/fino-all-illuminismo-storiografia_%28Federiciana%29/ ''Storiografia, fino all'Illuminismo''], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, (2005), Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
* Roberto Delle Donne, [http://www.treccani.it/enciclopedia/storiografia-dell-ottocento-e-del-novecento_%28Federiciana%29/ ''Storiografia dell'Ottocento e Novecento''], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, (2005), Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
 
=== Cultura, diritto e letteratura alla corte di Federico II ===
* [[Antonino De Stefano (storico)|Antonino De Stefano]], ''La cultura alla corte di Federico II imperatore'', Palermo [[1938]]
* [[Ortensio Zecchino]] ''Medicina e sanità nelle Costituzioni di Federico II di Svevia (1231)'', Avellino [[2002]].
* ''Federico II di Svevia, De Arte venandi cum avibus. Fonti e Studi'', a cura di [[Annalaura Trombetti Budriesi]], Laterza, Roma–Bari [[2000]].
 
=== Architettura federiciana ===
* Ferdinando Maurici, ''Federico 2. e la Sicilia: i castelli dell'imperatore'', Catania [[1997]]. ISBN 88-7751-111-7
* {{de}} Alexander Knaak, ''Prolegomena zu einem Corpuswerk der Architektur Friedrichs II. von Hohenstaufen im Königreich Sizilien 1220–1250'', Marburg [[2001]].
 
=== Studi su aspetti particolari ===
* [[Antonino De Stefano (storico)|Antonino De Stefano]], ''L'idea imperiale di Federico II'', Palermo [[1927]]
* {{de}} P. E. Schramm, ''Kaiser Friedrichs II. Herrschaftszeichen'', Goettingen [[1955]]
* {{de}} ''Kaiser Friedrichs II. in Briefen und Berichten seiner Zeit'', a cura di Klaus Heinisch, Darmstadt [[1978]]
* {{de}} Reinhold Zippelius, ''Kleine deutsche Verfassungsgeschichte'', Monaco [[1994]] (Sulla ''Confoederatio cum principibus ecclesiasticis'')
* Carlo Fornari, ''Federico II. Un sogno imperiale svanito a Vittoria'', Parma [[1998]].
* {{cita libro| Ruggiero | Rizzi | Federico I e Federico II Hohenstaufen. Genesi di due personalità alla luce della storia, della medicina e della psicologia| 2009| Barbieri Editore s.r.l. | Manduria|isbn= 978-88-7533-045-3}}
* [[Marco Brando]], ''Lo strano caso di Federico II di Svevia. Un mito medievale nella cultura di massa'', Palomar, Bari [[2008]]
* Venturi Nazzareno "Federico II, il Sufismo e la Massoneria" Acireale 2013, Tipheret ([[Bonanno]]) editore. ISBN 978-88-6496-103-3
 
== Voci correlate ==
* [[Rocca Sanvitale (Sala Baganza)]]
* [[Enciclopedia Fridericiana]]
* [[Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega]]
* [[Regno di Sicilia]]
* [[ElencoLista deidi contialluvioni e deiinondazioni re diin SiciliaItalia]]
* [[Costituzioni di Melfi]]
* [[Giustizierato]]
* [[Scuola siciliana]]
* [[Crociata contro Federico II]]
* [[Sesta crociata]]
* [[Castra exempta]]
* [[Otto Abel]]
* [[Poteri universali]]
* [[Cesaropapismo]]
* [[Guelfi e ghibellini]]
* [[Comune medievale]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogettointerprogetto}}
{{wikilibro|Scuola siciliana}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/in_aula/storia/federico_II/mainArea.html ''Federico II e il Liber augustalis''], a cura di Giulia Pezzella, dal ''Portale Treccani scuola''
* Saura Rabuiti, [http://www.treccani.it/scuola/lezioni/in_aula/storia/federico_II/rabuiti.html Federico II] dal ''Portale Treccani scuola''
* [http://www.cesn.it Centro Europeo di Studi Normanni]
* [http://www.stupormundi.it Stupormundi.it]
* [[Franco Cardini]], ''[http://www.emsf.rai.it/aforismi/aforismi.asp?d=369 La politica di Federico II]'', EMSF-''Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche'' della [[RAI]]
* [http://www.italiamedievale.org/sito_acim/personaggi/frate_pacifico.html Federico II e Fra Pacifico]
* {{de}} Klaus Graf, ''[http://archiv.twoday.net/stories/6412734/ Mythos Staufer]'', da ''[http://archiv.twoday.net/ Archivalia]''. 2010-07-15
* {{de}} Hannes Obermair, ''[http://cma.gbv.de/dr,cma,011,2008,a,04.pdf Der Staufer Friedrich II. und die Geschichtsschreibung des 19. und 20. Jahrhunderts]'', in «Concilium Medii Aevi», 11, Göttingen 2008, pp.&nbsp;79–100 [http://cma.gbv.de/dr,cma,011,2008,a,04.pdf PDF, 571 KB]
* {{la}} [http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/quellen/const_2_73.html ''Confoederatio cum principibus ecclesiasticis'', testo in versione originale]
* [[Eugenio Di Rienzo]], [http://www.nuovarivistastorica.it/?p=1314 Federico II di Svevia e il demone della politica] tratto dal sito di [[Nuova Rivista Storica]] (da ''[[Il Giornale]] del 30 dicembre 2009)
* [[Norbert Kamp]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/raniero-capocci_%28Dizionario-Biografico%29/ Raniero Capocci], in [[Dizionario Biografico degli Italiani]], Treccani-on-line
 
{{Box successione
|tipologia=regnante
|carica=[[Imperatori del Sacro Romano Impero|Imperatore del Sacro Romano Impero]]
|immagine = Armoiries Saint-Empire monocéphale.svg
|periodo = [[1212]] – [[1250]]<br /><small>[[Re dei Romani]] fino all'incoronazione nel [[1220]]</small>
|precedente = [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]]
|successivo = [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]]<br /><small>Soltanto Re dei Romani</small>
}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Re di Sicilia]]
|immagine = Armoiries Manfred de Sicile.svg
|periodo = [[1198]] – [[1250]]
|precedente = [[Costanza I di Sicilia|Costanza I]]
|successivo = [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]]
}}
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Re di Gerusalemme]]
|immagine = Armoiries de Jérusalem.svg
|periodo = [[1225]] – [[1234]] <br />(con [[Jolanda di Brienne|Jolanda]])
|precedente = [[Maria del Monferrato|Maria]] e [[Giovanni di Brienne|Giovanni I]]
|successivo = [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]]
}}
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Ducato di Svevia|Duca di Svevia]]
|immagine = Armoiries Famille Hohenstaufen.svg
|periodo = [[1212]] – [[1216]]
|precedente = [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]]
|successivo = [[Enrico VII di Germania|Enrico II]]
}}
 
{{ReComuni della provincia di SiciliaParma}}
{{ScuolaSiciliana}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|crociate|Due Sicilie|letteratura|medioevo}}
 
{{portale|Parma}}
[[Categoria:Morti in provincia di Foggia]]
[[Categoria:Federico II di Svevia| ]]
[[Categoria:Poeti della scuola siciliana]]
[[Categoria:Sepolti nella cattedrale di Palermo]]
 
[[Categoria:Sala Baganza| ]]
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