Trofeo delle Alpi e Antoine-Louis Barye: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{coord|43.7448|7.40181|type:landmark|display=title|format=dms}}
|Nome = Antoine-Louis
[[File:La-Turbie-.jpg|upright=1.4|thumb|Il Trofeo di Augusto]]
|Cognome = Barye
Il '''Trofeo delle Alpi''' (detto anche '''Trofeo di Augusto''', in [[lingua latina|latino]] ''Tropaeum Alpium'' o ''Tropaeum Augusti''; in [[lingua francese|francese]]: ''Trophée des Alpes'', in [[lingua occitana|occitano]] ''Trophée dels Alpes'') è un imponente monumento romano che si trova a 480 metri di altitudine nel comune di [[La Turbie]], nel dipartimento [[Francia|francese]] delle [[Alpi Marittime (dipartimento)|Alpi Marittime]], a breve distanza dal [[Principato di Monaco]].
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parigi
|GiornoMeseNascita = 24 settembre
|AnnoNascita = 1796
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 25 giugno
|AnnoMorte = 1875
|Attività = scultore
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = celebre per la sua specializzazione nella rappresentazione di animali
|Immagine = Bonnat08.jpg
|Didascalia = Ritratto di Léon Bonnat
}}
 
==StoriaBiografia==
[[File:La Turbie BW 1.JPG|upright=1.4|left|thumb|Vista di La Turbie con il Trofeo di Augusto e la sottostante chiesa di San Michele]]
{{Vedi anche|Conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto}}
 
Barye iniziò la sua carriera come [[orafo]], come molti scultori del [[Romanticismo|periodo romantico]]. Dopo aver studiato con lo scultore [[Francois Joseph Bosio|Francois-Joseph Bosio]] ed il pittore [[Antoine-Jean Gros|Baron Antoine-Jean Gros]], nel 1818 venne ammesso alla [[École des Beaux-Arts]]. Ma soltanto nel 1823, mentre lavorava per Fauconnier, l'orafo, scoprì la sua vera predilezione guardando gli animali al [[Jardin des Plantes]]. Ed iniziò a fare vigorosi studi di disegno a matita comparabili a quelli di [[Eugène Delacroix|Delacroix]], riproducendoli poi in sculture su piccola e grande scala.
Il monumento venne eretto, sulla [[via Julia Augusta]], negli anni [[7 a.C.|7]]-[[6 a.C.]] in onore dell'imperatore [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] per commemorare le vittorie riportate dai suoi generali (tra cui i figliastri [[Druso maggiore]] e [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]]) e la definitiva sottomissione di 46 tribù alpine. Servì inoltre a demarcare la frontiera tra l'[[Italia romana]] e la [[Gallia Narbonese]] lungo la [[Via Aurelia|Via Julia Augusta]].
 
Antoine-Louis Barye, è il padre e il Maestro di [[Alfred Barye]], detto "Le Fils" (1839-1882), che diverrà anche lui uno scultore di grande fama internazionale, lavorando talvolta in coppia con lo scultore francese [[Emile Guillemin]], molto nota è la loro opera "Il guerriero arabo a cavallo".
Questo trofeo nel tempo segue, nelle Gallie, il [[trofeo di Pompeo]], in ''Summum Pyrenaeum'', quello di Briot (ora al museo di [[Antibes]] e altri<ref name = Frova>{{Cita|Frova|pp. 485-486}}</ref>.
 
Nel 1831 espose la sua ''Tigre divorante un coccodrillo'' e nel 1832 aveva acquistato padronanza di uno stile tutto suo nell'opera ''Leone e serpente''. Da allora in poi Barye, anche se impegnato in una lotta perpetua con se stesso, espose anno dopo anno mirabili studi di gruppi di animali, che lo rivelarono come ispirato da uno spirito di romanticismo vero, come nel suo ''Ruggero e Angelica sull'ippogrifo'' (1840), tratto da un episodio dell'''[[Orlando furioso]]'', e una sensibilità per la bellezza delle cose antiche, come in ''Teseo e il Minotauro'' (1847), ''Lapiti e il Centauro'' (1848) e numerose opere minori ora molto apprezzate.
== Costruzione ==
La costruzione, parte in [[marmo lunense]] e parte in pietra locale<ref name=Bendinelli>Bendinelli, ''Tropaeum Alpium''</ref>, concepita secondo il modello architettonico [[Vitruvio|vitruviano]] sul modello del [[Mausoleo di Alicarnasso]], consisteva di un piedistallo quadrato misurante 38&nbsp;m di lato, sulla cui facciata occidentale era apposta un'iscrizione con la dedica ad Augusto. Ai lati dell'iscrizione c'erano dei trofei.
 
Barye fu altrettanto stimato per le sue sculture su piccola scala, ed eccelse nella rappresentazione degli animali nei loro più naturali atteggiamenti. Fra le sue opere di grandi dimensioni si ricorda il ''Leone della [[colonna di luglio]]'' di cui il modello in gesso venne fuso nel 1839, leoni e tigri nei [[giardini delle Tuileries]], e i quattro gruppi ''Guerra, Pace, Forza e Ordine'' (1854).
Il secondo ordine era composto da un basamento, anche questo quadrato ma di dimensione minore, su cui poggiavano 24 colonne, con capitelli [[ordine dorico|dorici]], poste in cerchio e adornate da un fregio dorico con alternanza di [[metopa|metope]] e [[triglifo|triglifi]].
 
Nel 1852 fuse il suo bronzo ''Il giaguaro che divora una lepre''. La fama lo raggiunse tardi nella sua carriera di scultore. Divenne professore di disegno al [[Muséum national d'histoire naturelle]] nel 1854, e venne eletto all'[[Académie des beaux-arts]] nel 1868. Non produsse più alcuna opera dal 1869.
All'interno del colonnato si trovava una torre cilindrica in cui, alternate alle colonne, si trovavano delle nicchie dove erano state collocate le statue dei comandanti militari che avevano partecipato alla spedizione, tra cui quella di Druso. Sulle colonne poggiava infine una copertura conica a gradoni, coronata da una imponente statua di Augusto in bronzo dorato raffigurato nell'atto di sottomettere due barbari inginocchiati ai suoi piedi. Nell'insieme la struttura, secondo le stime aveva un'altezza di quasi 50{{sp}}m<ref name=Bendinelli/>.
 
La massa di lavori ammirevoli lasciati da Barye gli dà diritto ad essere considerato come uno dei grandi artisti, che si dedicarono alla rappresentazione di animali, della scuola francese, e il capofila di un genere di arte che attirò uomini come [[Emmanuel Fremiet]], Peter, Caino e [[Georges Gardet]].
== L'iscrizione ==
La solenne iscrizione, di cui rimanevano solo alcuni frammenti, è stata ricostruita completamente durante il restauro del monumento curato da [[Jules Formigé]], grazie alla menzione fattane da [[Plinio il Vecchio]] nella sua ''[[Naturalis Historia]]'' (III, 133 segg.).
 
La sua opera ''Foresta di Fontainebleau'' è conservata alla [[National Gallery (Londra)|National Gallery]] di [[Londra]]<ref>{{Cita web|url = http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/antoine-louis-barye-the-forest-of-fontainebleau|titolo = The Forest of Fontainebleau|sito = www.nationalgallery.org.uk|lingua = en|accesso = 21 settembre 2015}}</ref>.
Il testo riporta tutti e 46 i nomi delle tribù sconfitte in ordine cronologico e geografico ed è affiancato da due bassorilievi della Vittoria alata. Parimenti visibile è il "trofeo" in senso stretto, ossia una raffigurazione delle armi conquistate ai nemici e appese ad un tronco d'albero. Ai due lati del trofeo sono raffigurati coppie di prigionieri galli in catene.
 
== Note ==
{{citazione|All'[[Imperatori romani|imperatore]] [[Augusto]], figlio del [[Apoteosi|divo]] [[Giulio Cesare|[Giulio] Cesare]], [[Pontefice massimo (storia romana)|pontefice massimo]], acclamato imperatore per 14° volte<ref>Ci si riferisce alla funzione di Augusto come ''[[imperator]]'', con il significato originario di ''comandante in capo''.</ref>, essendo investito per la 17° volta della [[potestà tribunizia]], [[Senatus populusque romanus|il senato e il popolo romano]] [eressero] poiché sotto la sua guida e i suoi [[auspici]] tutte le genti [[Alpi|alpine]], che si trovavano tra il [[Mar Ligure|mare superiore]] e [[Mare Adriatico|quello inferiore]] sono state assoggettate all'[[Imperium|impero]]<ref>L'''[[imperium]]'', ovvero l'autorità e la sovranità.</ref> del popolo romano. Genti alpine sconfitte:<ref>{{AE|1973|323}}: L'iscrizione originale recita
<references/>
{{citazione|Imperatori Caesari divi filio Augusto / pont(ifici) max(imo) imp(eratori) XIIII trib(unicia) pot(estate) XVII / senatus populusque Romanus / quod eius ductu auspiciisque gentes Alpinae omnes quae a mari supero ad inferum pertinebant sub imperium p(opuli) R(omani) sunt redactae / gentes Alpinae devictae Trumpilini Camunni Vennonetes Vennostes Isarci Breuni Genaunes Focunates / Vindelicorum gentes quattuor Cosuanetes Rucinates Licates Catenates Ambisontes Rugusci Suanetes Calucones / Brixentes Leponti Viberi Nantuates Seduni Veragri Salassi Acitavones Medulli Ucenni Caturiges Brigiani / Sogiontii Brodionti Nemaloni Edenates (V)esubiani Veamini Gallitae Triullatti Ectini / Vergunni Egui Turi Nemeturi Oratelli Nerusi Velauni Suetri}}. [http://db.edcs.eu/epigr/bilder.php?bild=$CIL_05_07817_1.jpg;$CIL_05_07817_2.jpg;$CIL_05_07817_3.jpg;$CIL_05_07817_4.jpg;$CIL_05_07817_5.jpg;$CIL_05_07817_6.jpg;$CIL_05_07817_7.jpg;$CIL_05_07817_8.jpg Qui] la foto dell'iscrizione.</ref>}}
 
==Bibliografia==
{{col-begin}}
[[Image:Barye-Pere-Lachaise.jpg|thumb|upright|left|120px|Tomba e busto di Antoine-Louis Barye al [[Cimitero di Père Lachaise]]]]
{{col-4}}
[[File:Theseus Slaying Minotaur by Barye.jpg|thumb|''Teseo e il Minotauro'', 1843 ([[Baltimore Museum of Art]])]]
· I Trumpilini <br/>
· I [[Camunni]] <br/>
· I [[Venosti]] <br/>
· I [[Vennoneti]] <br/>
· Gli [[Isarci]] <br/>
· I [[Breuni]] <br/>
· I [[Genauni]] <br/>
· I [[Focunati]] <br/>
· Le quattro nazioni dei [[Vindelici]]: <br/>
·· Cosuaneti <br/>
·· Rucinati <br/>
·· Licati <br/>
{{col-4}}
·· Catenati <br/>
· Gli [[Ambisonti]] <br/>
· I Rugusci <br/>
· I [[Suaneti]] <br/>
· I [[Caluconi]] <br/>
· I [[Brixeneti]] <br/>
· I [[Leponzi]] <br/>
· Gli [[Uberi]] <br/>
· I [[Nantuati]] <br/>
· I [[Seduni]] <br/>
· I [[Veragri]] <br/>
· I [[Salassi]] <br/>
{{col-4}}
· Gli [[Acitavoni]] <br/>
· I Medulli <br/>
· Gli Ucenni <br/>
· I [[Caturigi]] <br/>
· I Brigiani <br/>
· I Sogionti <br/>
· I Brodionti <br/>
· I Nemaloni <br/>
· Gli Edenati <br/>
· I Vesubiani <br/>
· I Veamini <br/>
· I Galliti <br/>
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· I Triullati <br/>
· Gli Ecdini <br/>
· I Vergunni <br/>
· Gli Eguituri <br/>
· I Nematuri <br/>
· Gli Oratelli <br/>
· I Nerusi <br/>
· I Velauni <br/>
· I Seutri. <br/>
{{col-end}}
 
* Emile Lami, ''Les Sculpteurs d'animaux: M. Barye'' (Paris. 1856)
== Storia successiva ==
* Gustave Planche, “M. Barye,” ''[[Revue des deux mondes]]'' (July 1851)
Tra il [[XII secolo|XII]] ed il [[XV secolo]] il Trofeo delle Alpi venne trasformato in fortezza, soprattutto a scopo di avvistamento e di difesa dalle scorribande dei pirati saraceni.
* Théophile Silvestre, ''Histoires des artistes vivants'' (Paris, 1856)
 
* Arsène Alexandre, ''A. L. Barye, Les Artistes célébres'', ed. E. Muntz (Paris, 1889) (with a bibliog.)
Durante gli scontri tra gli eserciti del [[Regno di Francia]] e del [[Ducato di Savoia]], nell'ambito della [[Guerra di successione spagnola]], [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ordinò la distruzione di tutte le fortezze conquistate ed il Trofeo venne minato e fatto esplodere il 4 maggio [[1705]].
* Charles DeKay, ''Life and Works of A. L. Barye'' (1889), published by the Barye Monument Assoc. of New York
 
* Jules Arsène Arnaud Claretie, ''Peintres et sculpteurs contemporains'' (1882)
La distruzione del complesso aprì la strada al suo progressivo smantellamento per trarne [[materiale da costruzione]], nonostante l'originaria cava di epoca romana fosse ubicata a soli 500 metri di distanza. Dopo il ritorno di [[La Turbie|Turbia]] sotto l'autorità savoiarda, venne autorizzato il prelievo dei materiali dalle rovine, per la costruzione della sottostante chiesa di San Michele, iniziata nel [[1664]].
* Roger Ballu, ''L'œuvre de Barye'' (1890)
 
* Charles Sprague Smith, ''Barbizon Days'' (1903)
Prima del restauro parziale, effettuato agli inizi del [[XX secolo]] non rimanevano che quattro colonne intatte, e solo la facciata occidentale (con l'iscrizione) è stata ricostruita quasi completamente; ulteriori resti e frammenti sono esposti nel museo archeologico ricavato nel basamento.
* Joseph G. Reinis, ''The Founders and Editors of The Barye Bronzes'' (New York, 2007)
 
* William R. Johnston, Simon Kelly, ''Untamed'' (New York, 2006)
I lavori di riduzione in pristino sono stati resi possibili dagli studi dell'architetto [[Jules Formigé]] e dal generoso finanziamento del [[mecenatismo|mecenate]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Edward Tuck]]. L'altezza del monumento misura oggi 35 metri, mentre originariamente, grazie alla statua, raggiungeva i 50 metri. Dalla sua terrazza panoramica è possibile godere d'un punto d'osservazione che, in giornate limpide, consente di spaziare visivamente dalla [[riviera ligure di ponente]] al golfo di [[Saint-Tropez]].
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Image:Trofeo delle Alpi 29.JPG|Resti del monumento.
Image:Museo del Trofeo - Resti.JPG|Elementi dell'architettura.
Image:Trofeo delle Alpi 30.JPG|L'iscrizione in latino.
Image:Trofeo delle Alpi ricostruzione.JPG|Ricostruzione in scala.
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [[Goffredo Bendinelli]], [http://www.treccani.it/enciclopedia/tropaeum-alpium_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ Tropaeum Alpium] in [[Enciclopedia dell'arte antica]], Roma, 1966
* {{fr}} Jules Formige: ''Le Trophée des Alpes''. Centre National de la Recherche Scientifique, Paris 1949. (Gallia, Suppl. 2)
* {{cita libro|titolo= L'Arte di Roma e del mondo romano|autore= [[Antonio Frova]]|editore= [[Utet]]|anno= 1961|pp= 485-486|città= Torino| cid= Frova}}
* {{de}} [[Nino Lamboglia]]: ''Das Tropaeum des Augustus in La Turbie''. 3ª ed. Inst. Intern. de Studi Liguri, Bordighera 1965.
** {{fr}} ''Le trophée d'Auguste à la Turbie'', Institut international d'études ligures, 1983, 80 p.
* {{fr}} Philippe de Beauchamp: ''La Provence et la Corse pre-romaines et romaines''. Beauchamp, Spéracédes 1993. ISBN 2-85744-734-5
* {{de}} Marcus Junkelmann: ''Die Legionen des Augustus''. 9ª ed. Zabern, Magonza, 2003. ISBN 3-8053-0886-8
* {{cita libro|titolo=La construction du trophée d'Auguste à la Turbie: l’étude de l’organisation et des rythmes du chantier|opera=Arqueología de la construcción|url=http://books.google.it/books?id=MuQSojivaV8C&pg=PA89#v=onepage&q&f=false|editore= |autore=Sophie Binninger|lingua=francese|anno=2008|città= }}
* {{cita libro|titolo=Le trophée d'Auguste à la Turbie |editore= Éditions du Patrimoine|autore=Sophie Binninger|lingua=francese|anno=2008|città= Parigi|cid=Binninger (2009)}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://bronze-gallery.com/special/exhibits.cfm?exhibitID=3|titolo=A Gallery Rotation of 50 bronze sculptures by Antone Louis Barye}}
* {{lingue|fr|en|de}}[http://la-turbie.monuments-nationaux.fr/ Trophée d'Auguste à La Turbie] - sito dei Monumenti nazionali Francesi
* {{cita web |1=http://www.hillstead.org/collection/sculpture.html |2=Antoine-Louis Barye at Hill-Stead Museum, Farmington, Connecticut |accesso=8 dicembre 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061208192944/http://www.hillstead.org/collection/sculpture.html |dataarchivio=8 dicembre 2006 |urlmorto=sì }}
* {{lingue|fr}}[http://www.culture.gouv.fr/public/mistral/merimee_fr?ACTION=RETROUVER&FIELD_1=cmer1&VALUE_1=La%20Turbie&FIELD_2=cmer4&VALUE_2=&FIELD_3=cmer5&VALUE_3=&FIELD_4=AUTR&VALUE_4=&FIELD_5=TOUT&VALUE_5=&FIELD_6=titre%20courant&VALUE_6=&FIELD_7=date%20protection&VALUE_7=&FIELD_8=DOSURLP&VALUE_8=%20&NUMBER=26&GRP=0&REQ=%28%28La%20Turbie%29%20%3aLOCA%2cPLOC%2cINSEE%20%29&USRNAME=nobody&USRPWD=4%24%2534P&SPEC=9&SYN=1&IMLY=&MAX1=1&MAX2=100&MAX3=100&DOM=Tous Ruines du Trophée d'Auguste] - scheda descrittiva nel database dei [[Monumento_storico_(Francia)|monumenti storici francesi]]
* R. W. Norton Art Gallery: [https://web.archive.org/web/20081214164201/http://www.rwnaf.org/antoine-louis_barye.html Antoine-Louis Barye's Biography]
* [http://www.rehs.com/Antoine-Louis_Barye_Bio.html Antoine-Louis Barye] - Rehs Galleries' biography on the artist.
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{{Portale|antica Romaarte|archeologia|architettura|Età augusteabiografie}}
 
[[Categoria:Architetture romane della Francia]]