Trachymetopon liassicum e Cima delle Saline: differenze tra le pagine

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{{Montagna
{{O|paleontologia|marzo 2017}}
|nomemontagna = Cima delle Saline
{{Tassobox
|immagine = CimaDelleSaline.jpg
|nome= ''Trachymetopon''
|image_text = La Cima delle Saline vista dall'alta [[Valle Ellero]]
|statocons= fossile
|sigla_paese = ITA
|immagine=[[File:Trachymetopon liasicum.JPG|230px]]
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<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|catenamontuosa = [[Alpi]]
|dominio=[[Eukaryota]]
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|regno= [[Animalia]]
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|sottoregno=[[Eumetazoa]] |ramo= [[Bilateria]]
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|superphylum=[[Deuterostomia]]
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|phylum= [[Chordata]]
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|grandesettore = [[Alpi Sud-occidentali]]
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|sezione = [[Alpi Liguri]]
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|sottosezione = [[Alpi del Marguareis]]
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'''''Trachymetopon liassicum''''' è un [[pesce osseo]] estinto e appartenente ai [[celacantiformi]]. Visse nel [[Giurassico]] inferiore ([[Sinemuriano]], circa 195 - 190 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in [[Germania]].
==Descrizione==
Questo animale doveva essere molto simile a un odierno celacanto (''[[Latimeria chalumnae]]''), e le dimensioni potevano oltrepassare il metro e mezzo di lunghezza. La testa era dotata di un muso più sottile e largo rispetto alla forma attuale. La forma generale del corpo, però, era molto simile a quella di ''Latimeria'', con la prima pinna dorsale alta e sostenuta da lunghi raggi e la seconda pinna dorsale dotata di una base carnosa. La coda era tipicamente dificerca, come in tutti i celacanti.
 
La '''Cima delle Saline''' è una cima delle [[Alpi Liguri]] alta 2612 m. È la terza vetta più alta delle Alpi Liguri.<ref name=provcn>[http://montagna.provincia.cuneo.it/alpinismo/normale.jsp?id=244 Provincia di Cuneo - Cima delle Saline].</ref>
Fra le caratteristiche distintive di ''Trachymetopon'' vi era la presenza di tre ossa estrascapolari incorporate nella volta cranica tra i sopratemporali; il sopratemporale, inoltre, era ristretto posteriormente alla porzione più larga dello scudo postparietale. Non vi era il processo discendente del sopratemporale, tipico invece di altri celacanti. Il palatoquadrato era più lungo che alto, con un ramo anteriore snello; il quadrato era largo e dotato di un margine anteriore convesso. L'osso dentale e lo spleniale erano allungati, mentre l'angolare era fortemente ornamentato e si estendeva anteriormente rispetto al processo a forma di uncino del dentale. La volta cranica e le ossa delle guance, infine, erano ornamentate da ampie rugosità.
 
[[File:Trachymetopon liassicum 2.JPG|thumb|230px|left|''Trachymetopon liassicum'': cranio, archi branchiali e cinto pettorale in vista ventrale.]]
==ClassificazioneCaratteristiche==
[[File:Cima delle Saline da anticima Pian Ballaur.jpg|thumb|left|Vista dall'anticima di [[Cima Pian Ballaur|Pian Ballaur]]]]
''Trachymetopon liassicum'' venne descritto per la prima volta da E. Hennig nel [[1951]], sulla base di fossili ritrovati nella zona di [[Ohmden]] ([[Baden-Württemberg|Baden-Wurttenberg]], Germania) risalenti al Sinemuriano (Giurassico inferiore). I fossili, inizialmente attribuiti da Aldinger al genere di celacanti ''[[Undina (pesci)|Undina]]'', furono attribuiti in seguito alla famiglia [[Laugiidae]], tipica del Giurassico e comprendente anche i più piccoli ''[[Laugia]]'' e ''[[Coccoderma]]''. Studi successivi compiuti nel [[2015]] hanno indicato che ''Trachymetopon'' sarebbe invece imparentato con i [[Mawsoniidae]], un gruppo di celacanti di grandi dimensioni noti per numerose forme vissute tra il [[Triassico]] e il [[Cretaceo]]. L'attribuzione di ''Trachymetopon'' a questa famiglia ha ridefinito l'evoluzione di questo gruppo: fino a quel momento, infatti, si pensava che i Mawsoniidae si fossero sviluppati in [[Nordamerica]] nel corso del Triassico per diffondersi in [[Europa]] solo nel Cretaceo. ''Trachymetopon'', mawsoniide europeo del Giurassico inferiore, attesterebbe la presenza di questi animali in Europa molti milioni di anni prima.
La montagna si trova nel complesso [[carsismo|carsico]] del [[Punta Marguareis|Marguareis]], sullo spartiacque tra la [[Valle Ellero]] e la [[Val Tanaro]]<ref name=provcn /> (per la precisione, la sottovalle del [[Negrone (torrente)|Negrone]]), ed è caratterizzata da notevoli fenomeni carsici. La roccia che la compone è un [[calcare]] del [[Giurassico]].<ref name=provcn /><ref name=geologica>[http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=91 Carta Geologica d'Italia 1:100.000 - foglio 91 - Boves] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120314161828/http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=91 |data=14 marzo 2012 }}.</ref> Il versante settentrionale è costituito da ripide pareti subverticali, mentre il versante meridionale è una lunga cresta digradante, ricca di [[dolina carsica|doline]] ed inghiottitoi. Vista dalla pianura, la sommità ha una caratteristica forma arrotondata.<ref name=provcn />
 
Prende il nome dal vicino ''Passo delle Saline'', cosiddetto perché posto sulla via un tempo percorsa per il commercio del sale tra [[Piemonte]] e [[Liguria]].<ref name=vallicn>[http://www.vallidicuneo.net/passo_delle_saline.htm vallidicuneo.net - Passo delle Saline] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080509095753/http://www.vallidicuneo.net/passo_delle_saline.htm |data=9 maggio 2008 }}.</ref>
 
==Accesso alla vetta==
L'accesso è di tipo [[escursionismo|escursionistico]], con [[escursionismo#Scala delle difficoltà escursionistiche|difficoltà]] valutata in '''E'''.<ref name=provcn /><ref name=gullivercarnino>{{collegamento interrotto|1=[http://www.gulliver.it/2007/index2.php?modulo=itinerari&template=dettaglio&n_area=1&id_gita=8779 gulliver.it - itinerario da Carnino] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>
 
L'itinerario tipico prevede di partire da [[Briga Alta|Carnino Inferiore]], in [[Alta Val Tanaro]]. Si segue il sentiero [[Grande Traversata delle Alpi|GTA]] '''A5''', passando vicino al [[Rifugio Ciarlo-Bossi]], fino a dei ruderi a quota 1962, dove si danno due possibilità.
 
Un itinerario prevede di abbandonare il sentiero A5 per risalire verso NO fino alla colletta posta tra la Cima delle Saline e la ''Cima degli Arpetti''; da qui si risale la cresta meridionale in direzione NNE fino alla croce di vetta.<ref name=provcn />
 
Un altro itinerario prevede invece di proseguire fino al ''Passo delle Saline''; da qui si volge a sinistra (Ovest), e si risale per traccia di sentiero poco sotto la cresta orientale fino alla vetta.<ref name=gullivercarnino />
 
I due itinerari possono essere uniti per creare un giro ad anello.<ref name=provcn />
 
Il ''Passo delle Saline'' può essere raggiunto anche dalla [[Valle Ellero]], partendo dalla ''Porta di Pian Marchisio'', passando vicino al [[Rifugio Havis De Giorgio]] e seguendo quindi il sentiero '''G3''' fino al passo.
 
La salita alla vetta può essere abbinata a quella alla vicina [[Cima Pian Ballaur]].<ref name=gullivercarnino /><ref name=ballaur>{{collegamento interrotto|1=[http://www.gulliver.it/2007/index2.php?modulo=itinerari&template=dettaglio&n_area=1&id_gita=6427 gulliver.it - concatenamento Saline - Pian Ballaur] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cicloalpinismo.com/2017/06/saline-pianballaur-serpentera.html|titolo=Saline (2612 m) - Pian Ballaur (2604 m) - Serpentera (2358 m)|lingua=it|accesso=2019-06-20}}</ref>
 
<br />
 
===Punti d'appoggio===
* in [[Val Tanaro]]:
** [[Rifugio Mongioie]]
** [[Rifugio Ciarlo-Bossi]]
** [[Rifugio don Barbera]]
* in [[Valle Ellero]]:
** [[Rifugio Havis De Giorgio]]
** [[Rifugio Garelli]]
 
In Val Tanaro è presente anche la [[Capanna Saracco-Volante]], che però, essendo [[Rifugio alpino#Capanna speleologica|capanna speleologica]] non è da considerare come punto d'appoggio per un'escursione, ma solo come eventuale riferimento d'emergenza.
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
*Bruno Michelangelo, ''In Cima, 90 normali nelle Cozie Meridionali'', seconda edizione, Blu Edizioni.
*Hennig, E. 1951. Trachymetopon liassicum, Ald., ein Riesen-Crossopterygier aus Schw€abischem Ober-Lias. Neues Jahrbuch f€ur Geologie und Pal€aontologie, Abhandlungen 94:67–79.
*Parodi Andrea, ''Vette delle Alpi, dalla Liguria al Monviso'', Andrea Parodi editore.
*Hugo Dutel, Marc Herbin & Gaël Clément (2015): First occurrence of a mawsoniid coelacanth in the Early Jurassic of Europe, Journal of Vertebrate Paleontology, DOI: 10.1080/02724634.2014.929581
*''Carta dei sentieri e dei Rifugi 1:25.000'' n° 112 – [[Istituto Geografico Centrale]].
 
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