San Gillio e Numa Pompilio: differenze tra le pagine

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{{Monarca
{{Divisione amministrativa
|nome = Numa Pompilio
|Nome=San Gillio
|titolo = [[Rex (storia romana)|Re di Roma]]
|Panorama=San gillio pan da cresta nordest del musinè.jpg
|immagine = Numa Pompilius and Ancus Marcius coin 1.gif
|Didascalia=Panorama dalla cresta NE del [[Musinè]]
|legenda = La moneta ritrae NVMAE POMPILI e [[Anco Marzio|ANCI MARCI]], nipote del primo. Sul retro la [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] sotto un arco ed una nave sotto la luna.
|Bandiera=San Gillio-Gonfalone.png
|regno = [[715 a.C.]] - [[673 a.C.]]
|Voce bandiera=
|incoronazione =
|Stemma=San Gillio-Stemma.png
|investitura =
|Voce stemma=
|nome completo =
|Stato=ITA
|altrititoli =
|Grado amministrativo=3
|data di nascita = [[754 a.C.]]
|Divisione amm grado 1=Piemonte
|luogo di nascita = ''[[Cures Sabini|Cures]]''<ref name="FloroI,2.1">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.1.</ref>
|Divisione amm grado 2=Torino
|data di morte = [[673 a.C.]]
|Amministratore locale=Maria Grazia La Monica
|luogo di morte =
|Partito=[[lista civica]]
|place of burial =
|Data elezione=25/05/2014
|luogo di sepoltura =
|Data istituzione=
|data di sepoltura =
|Latitudine gradi=45
|sepoltura =
|Latitudine minuti=9
|predecessore = [[Romolo]]<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 3.</ref><ref name="StraboneItaliaV3.2">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,2.</ref>
|Latitudine secondi=0
|erede =
|Latitudine NS=N
|successore = [[Tullo Ostilio]]<ref name="EutropioI.4">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 4.</ref><ref name="FloroI,3.1">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 3.1.</ref>
|Longitudine gradi=7
|consorte =
|Longitudine minuti=32
|consortedi =
|Longitudine secondi=0
|coniuge 1 = Tazia
|Longitudine EW=E
|coniuge 2 =
|Altitudine=320
|coniuge 3 =
|Superficie=8
|coniuge 4 =
|Note superficie=
|coniuge 5 =
|Abitanti=3035
|figli = [[Pompilia]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|casa reale =
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|dinastia = [[Prima monarchia di Roma|Re latino-sabini]]
|Sottodivisioni=
|motto reale =
|Divisioni confinanti=[[Alpignano]], [[Druento]], [[Givoletto]], [[La Cassa]], [[Pianezza]], [[Val della Torre]]
|padre =
|Codice postale=10040
|madre =
|Prefisso=[[011 (prefisso)|011]]
}}
|Fuso orario=+1
{{Bio
|Codice statistico=001243
|Nome = Numa
|Codice catastale=H873
|Cognome = Pompilio
|Targa=TO
|Sesso = M
|Zona sismica=4
|LuogoNascita = Cures Sabini
|Gradi giorno=
|GiornoMeseNascita =
|Diffusività=
|AnnoNascita = 754 a.C.
|Nome abitanti=sangilliesi
|LuogoMorte =
|Patrono=[[sant'Egidio abate|sant'Egidio]]
|GiornoMeseMorte =
|Festivo=1º settembre
|AnnoMorte = 673 a.C.
|PIL=
|Attività = re
|PIL procapite=
|Nazionalità = romano
|Mappa= Map - IT - Torino - Municipality code 1243.svg
|Categorie = no
|Didascalia mappa=Localizzazione del Comune di {{PAGENAME}} nella Provincia di Torino.
|FineIncipit = è stato il secondo [[Età regia di Roma|re di Roma]],<ref name="FloroI,2.1"/> il cui regno durò quarantatré anni<ref name="EutropioI.3"/>
|Sito=http://www.comune.sangillio.to.it
}}
 
== Leggenda ==
'''San Gillio''' (''San Gili'' in [[lingua piemontese|piemontese]]) è un [[comune italiano]] di 3035 abitanti <ref>[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Statistiche demografiche ISTAT<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> della [[provincia di Torino]].
{{Vedi anche|Età regia di Roma}}
 
'''Numa Pompilio''', di origine [[Sabini|sabina]], per la tradizione e la [[mitologia romana]], tramandataci grazie soprattutto a [[Tito Livio]] e a [[Plutarco]], che ne scrisse anche una biografia, era noto per la sua pietà religiosa<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3"/> e regnò dal [[715 a.C.]] fino alla sua morte nel [[673 a.C.]] (ottantenne, dopo quarantatré anni di regno) succedendo, come re di [[Roma (città antica)|Roma]], a [[Romolo]].<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="StraboneItaliaV3.2"/>
Situato a nord-ovest del capoluogo, il territorio del paese è attraversato dal torrente [[Casternone (torrente)|Casternone]], affluente della [[Ceronda (torrente)|Ceronda]].
 
=== Regno (715 - 673 a.C.) ===
Il toponimo nasce dalla italianizzazione di ''Saint Gilles'', corrispondente al latino [[Egidio]], santo al quale è ancor oggi dedicata la parrocchiale.
[[File:Ein Augur.jpg|upright=1.4|thumb|left|Numa Pompilio consulta gli dei]]
{{Vedi anche|Rex (storia romana)|Lex regia}}
 
==== Ascesa al trono ====
==Clima==
L'incoronazione di Numa non avvenne immediatamente dopo la scomparsa di Romolo, ma per un certo periodo i Senatori governarono la città a rotazione, alternandosi ogni dieci giorni, in un tentativo di sostituire la [[monarchia]] con una [[oligarchia]]<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Numa'' II, 6-7</ref>. Però, incalzati dal sempre maggiore malcontento popolare causato dalla disorganizzazione e scarsa efficienza di questa modalità di governo, dopo un anno<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 57.1</ref> i Senatori furono costretti ad eleggere un nuovo re.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 57, 1-4.</ref>
Il clima sul territorio sangilliese è [[clima temperato|temperato]] sub-[[clima continentale|continentale]], caratterizzato da inverni freddi, prevalentemente soleggiati con nevicate abbastanza abbondanti; rara presenza di nebbia, malgrado la posizione sulla pianura. Estati calde, con presenza di brezza proveniente dalla [[Valle di Susa]], poco distante.
 
La scelta apparve subito difficile a causa delle tensioni fra i senatori Romani che proponevano il senatore Proculo ed i senatori Sabini che proponevano il senatore Velesio.
*Classificazione climatica: zona E
*[[Classificazione dei climi di Köppen]]: clima Cfa.
 
Per trovare un accordo si decise di procedere in questo modo: i senatori romani avrebbero proposto un nome scelto fra i Sabini e lo stesso avrebbero fatto i senatori sabini scegliendo un romano<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', III, 1.</ref>. I Romani proposero Numa Pompilio, appartenente alla ''[[Gens Pompilia]]'', che abitava nella città sabina di ''[[Cures Sabini|Cures]]''<ref name="FloroI,2.2">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.2.</ref> ed era sposato con Tazia, l'unica figlia di [[Tito Tazio]]. Sembra che egli fosse nato nello stesso giorno in cui Romolo [[fondazione di Roma|fondò Roma]]. Numa, concittadino di Tito Tazio, era noto a [[Roma (città antica)|Roma]] come uomo di provata rettitudine oltreché esperto conoscitore di leggi divine, tanto da meritare l'appellativo di ''Pius''. I Sabini accettarono la proposta rinunciando a proporre un altro nome.<ref>Plutarco: vita di Numa; III, 3</ref>
==Storia==
Secondo un'ipotesi {{citazione necessaria|sostenuta dal Casalis e ripresa in seguito da diversi studiosi}}, nelle terre vicine all'attuale comune era situato un monastero dipendente dal priorato templare di Sant'Egidio a [[Testona]] (dal quale nacque poi [[Moncalieri]]). Di parere diverso era invece il teologo [[Giacone]] (autore di una breve storia di San Gillio) il quale ha sostenuto la tesi che fossero stati i monaci benedettini dell'[[abbazia di Casanova]] a costruirvi una chiesa dedicata a Sant'Egidio. Negli anni successivi alla costruzione dell'edificio, attorno ad esso si sarebbe sviluppato un insediamento urbano.
 
Furono dunque inviati a ''[[Cures Sabini|Cures]]'' Proculo e Velesio (i due senatori più influenti rispettivamente fra i Romani ed i Sabini) per offrirgli il regno<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 1</ref>. Inizialmente contrario ad accettare la proposta dei senatori, per la fama violenta dei [[civiltà romana|costumi di Roma]]<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 2-5</ref>, Numa vi acconsentì solo dopo aver preso gli auspici degli dei, che gli si dimostrarono favorevoli; Numa fu quindi eletto re per acclamazione da parte del popolo<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 1</ref>.
Gli studiosi attuali, fra cui [[Tournour]], rifiutano tali ipotesi perché non suffragate da documenti. È probabile che un primo insediamento abitativo esistesse già nella seconda metà del [[XIII secolo]], ma allo stato attuale delle ricerche è impossibile dire quando esso abbia avuto origine. Le prime testimonianze dell'esistenza di San Gillio risalgono infatti all'inizio del [[XIV secolo]]: una vendita operata nel [[1306]] dai [[visconte|visconti]] di [[Baratonia]] e una convenzione stipulata nel [[1324]] tra [[Filippo I di Savoia-Acaia|Filippo di Savoia-Acaia]] e gli abitanti di San Gillio per la costruzione di una [[Villanova]], che nel [[1331]] risultava già ultimata.
[[Immagine:San gillio cappella san rocco.jpg|thumb|left|upright=0.6|La cappella di San Rocco]]
La nuova sede abitativa sorse distante dalla precedente. Quest'ultima si trovava infatti su un poggio diverso da quello ove sorge l'attuale abitato. Parrocchia del paese rimase comunque la piccola chiesa medioevale dedicata a [[Egidio abate|Sant'Egidio]] (architettonicamente rispondente alla tipologia della Mansio templare) tuttora esistente e in discreto stato di conservazione. All'interno della Villanova venne edificata un'altra chiesa, dedicata alla [[Vera Croce|Santa Croce]].
 
==== Riforme politiche e religiose ====
La storia feudale di San Gillio è abbastanza complessa. Nel [[1327]] (forse l'anno in cui venne ultimata la costruzione della Villanova) il [[principe]] [[Giacomo d'Acaia]] lo infeudò a [[Guillaume de Montbel]], dal quale nel [[1366]] giunse a [[Berardo Roero]]. Il centro non rimase a lungo in possesso della potente famiglia astigiana, poiché già nel [[1409]] passò ai [[Romanzone]] e da questi, nel [[1472]], a [[Domenico Ambrogio Vignati]], un celebre [[giurista]] di [[Lodi]] che aveva ricoperto importanti incarichi per il duca di Savoia. Il [[feudo]] di San Gillio rimase possesso dei suoi discendenti, trasferitisi stabilmente a Torino, sino alla loro estinzione avvenuta nel 1821. Nel 1835, per iniziativa di [[Carlo Alberto]], il titolo di [[conte]] di San Gillio venne attribuito a [[Felice Maffei]] (1790-1870), primo segretario di stato agli affari esteri.
[[File:Giani, Felice - Numa Pompilio riceve dalla ninfa Egeria le leggi di Roma - center - 1806.jpg|upright=1.4|thumb|Numa Pompilio parla con la ninfa [[Egeria]] che gli dona le leggi di Roma (''[[mos maiorum]]'')<ref name="EutropioI.3"/>.]]
{{Vedi anche|Commentarius (Numa Pompilio)|religione romana}}
 
La leggenda afferma che il progetto di riforma politica e religiosa di Roma attuato da Numa fu a lui dettato dalla ninfa [[Egeria]] con la quale, ormai vedovo, soleva passeggiare nei boschi<ref>T.Livio: Ad Urbe condita; I, 19: ''Qui cum descendere ad animos sine aliquo commento miraculi non posset, simulat sibi cum dea Egeria congressus nocturnos esse; eius se monitu quae acceptissima dis essent sacra instituere, sacerdotes suos cuique deorum praeficere''.</ref> e che si innamorò di lui al punto da renderlo suo sposo.<ref>Plutarco; vita di Numa; IV, 2-3</ref>
Dopo la [[seconda guerra mondiale]] parte crescente della popolazione ha trovato impiego nelle industrie di centri vicini e dalla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] la popolazione del comune ha conosciuto, in virtù soprattutto della vicinanza con [[Torino]], un forte incremento, giungendo sino a triplicare la propria entità numerica.
 
A Numa non è ascritta alcuna guerra,<ref name="EutropioI.3"/><ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 60,4.</ref> bensì una serie di riforme tese a consolidare le istituzioni della nuova città, prime tra tutte quelle religiose, raccolte per iscritto nei [[Commentarius (Numa Pompilio)|commentarii Numae]] o [[Commentarius (Numa Pompilio)|libri Numae]], che andarono perduti nel [[Sacco di Roma (387 a.C.)|sacco gallico di Roma]] (387 a. C.)<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', I, 1</ref>.
==Monumenti e luoghi di interesse==
===Chiesa parrocchiale di Sant'Egidio===
Le prime attestazioni dell'esistenza della Parrocchiale di [[Egidio abate|Sant'Egidio]] risalgono al [[1323]]: si tratta però di un edificio differente dall'attuale, che sorge nel punto in cui sino al principio del [[XVIII secolo|Settecento]] era la [[chiesa della Santa Croce (San Gillio)|chiesa della Santa Croce]].
 
Sulla base di queste norme di carattere religioso, i culti cittadini erano amministrati da otto ordini religiosi:<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 63, 4.</ref> i [[Curia (storia romana)|Curiati]], i [[Flamini]], i [[Celeres]], le [[Vestali]], gli [[Auguri]], i [[Salii]], i [[Feziali]] e i [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]].
Le condizioni di quest'ultima dopo il passaggio dei [[francesi]] erano assai critiche: venne allora decisa la costruzione di una nuova chiesa da intitolare al santo patrono. I lavori, iniziati nel 1738, vennero affidati al [[Nicolis di Robilant]], il cui progetto però venne abbandonato per mancanza di fondi. Dopo un periodo di incertezza i lavori furono allora affidati al padre [Romualdo], priore della [[chiesa di San Pancrazio]], che aveva già realizzato altre opere nella zona (fra cui la facciata della chiesa di San Sebastiano a [[Druento]]). I lavori si svolsero sotto il patrocinio dei conti [[Vignati]], i quali fecero porre il loro stemma sull'altar maggiore.
 
Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a [[Roma (città antica)|Roma]] per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l'importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri<ref>Plutarco: vita di Numa; XVII, 3.</ref>
Nel [[1887]], per venire incontro alle esigenze della popolazione, la [[Chiesa (architettura)|chiesa]] venne ampliata con la costruzione di due [[cappelle]] laterali all'altar maggiore.
 
Appena divenuto re nominò, a fianco del sacerdote dedito al culto di [[Giove (divinità)|Giove]] ed a quello dedicato al culto di [[Marte (divinità)|Marte]], un terzo sacerdote dedicato al culto del dio [[Quirino (divinità)|Quirino]]. Riunì poi questi tre sacerdoti in un unico collegio sacerdotale che fu detto dei [[flamini]] a cui diede precise regole ed istruzioni.<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 4-5</ref>
Il campanile della parrocchia, originariamente torrione d'avvistamento parte della struttura difensiva della [[Villanova]], fu abbattuto per esigenze di viabilità negli [[anni 1960|anni sessanta]].
 
Proibì ai Romani di venerare immagini divine a forma umana e animale perché riteneva sacrilego paragonare un dio con tali immagini e, durante il suo regno non furono costruite statue raffiguranti gli dei<ref>Plutarco, ''vita di Numa'', VIII, 7</ref>. Istituì il collegio sacerdotale dei [[pontefice (storia romana)|Pontefici]]<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', IX, 1-4.</ref>, presieduti dal Pontefice Massimo, carica che Numa ricoprì per primo e che aveva il compito di vigilare sulle vestali (vedi sotto) e sulla moralità pubblica e privata e sull'applicazione di tutte le prescrizioni di carattere sacro<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', VII, 4.</ref>.
===Castello===
L'antico [[castello]], del quale negli [[Anni 1930|anni trenta]] era ancora visibile un [[torre|torrione]], a partire dal [[Cinquecento]] era stato progressivamente trasformato in dimora signorile, e si sa che nel [[XVIII secolo]] vi erano stati realizzati dei vasti giardini alla francese. Perso il carattere di dimora signorile dopo il 1870, nel [[Novecento]] è stato trasformato in casa privata frazionata in alloggi.
 
Istituì poi il collegio delle vergini [[Vestali]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 64, 5.</ref><ref>Plutarco, ''vita di Numa'', IX, 5</ref> assegnando a queste uno stipendio e la cura del tempio in cui era custodito il fuoco sacro della città;<ref name="FloroI,2.3">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.3.</ref> le prime furono Gegania, Verenia, Canuleia e Tarpeia (erano dunque quattro, Anco Marzio ne aggiunse altre due portandole a sei)<ref>Plutarco: vita di Numa; X, 1-7</ref>.
==Evoluzione demografica==
{{Demografia/San Gillio}}
 
Istituì anche il collegio dei [[Feziali]] (i guardiani della pace) che erano magistrati - sacerdoti con il compito di tentare di appianare i conflitti con i popoli vicini e di proporre la guerra una volta esauriti tutti gli sforzi diplomatici<ref>Plutarco: vita di Numa; XII, 4-7</ref>.
==Economia==
La principale risorsa economica del centro è stata sempre rappresentata dall'agricoltura, a proposito della quale va segnalata la scomparsa delle vigne nel [[decennio]] precedente l'[[Seconda guerra mondiale|ultimo conflitto mondiale]].
 
Nell'ottavo anno del suo regno istituì il collegio dei [[Salii]], sacerdoti che avevano il compito di separare il tempo di pace e di guerra (per gli antichi romani il periodo per le guerre andava da marzo ad ottobre)<ref>Plutarco: vita di Numa; XIII, 1-7</ref>. Era, questa funzione, molto importante per gli abitanti dell'[[antica Roma]], perché sanciva, nel corso dell'anno, il passaggio dallo stato di ''cives'' (cittadini soggetti all'amministrazione civile e dediti alle attività produttive) a ''milites'' (militari soggetti alle leggi ed all'amministrazione militare e dediti alle esercitazioni militari) e viceversa per tutti gli uomini in grado di combattere. Migliorò anche le condizioni di vita degli schiavi per esempio permettendo loro di partecipare alle feste in onore di [[Saturno (divinità)|Saturno]], i [[Saturnali]]a assieme ai loro padroni<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', 1.5.</ref>.
== Amministrazione ==
[[Immagine:San gillio municipio.jpg|thumb|upright=0.8|Il municipio]]
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2004]]
|[[2009]]
|Stefano Cavallero
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2009]]
|[[2014]]
|Stefano Cavallero
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|II mandato
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2014]]
|in carica
|Maria Grazia La Spina
|[[lista civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|I mandato
}}
 
La tradizione romana rimanda a Numa Pompilio la definizione dei confini tra le proprietà dei privati, e tra queste e la proprietà pubblica indivisa, statuizione che fu sacralizzata con la dedica dei confini a ''Jupiter Terminalis'', e l'istituzione della festività dei [[Terminalia (festività)|Terminalia]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 74, 1-4.</ref>.
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
Nel [[Foro Romano|Foro]], fece costruire il [[tempio di Vesta]],<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 65,5.</ref>, e dietro di questo fece costruire la [[Regia (Roma)|Regia]]<ref>Plutarco: vita di Numa; XIV, 1</ref><ref name="TacitoXV41,1">{{cita|Tacito|Annali, XV, 41.1}}.</ref> e lungo la [[Via Sacra]] fece edificare il [[Tempio di Giano]], le cui porte potevano essere chiuse solo in tempo di pace (e rimasero chiuse per tutti i quarantatré anni del suo regno).<ref name="FloroI,2.3"/><ref>Plutarco: vita di Numa; XX, 1-3</ref><ref name="LivioPeriochae1.13">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.13.</ref>
 
Secondo Dionigi di Alicarnasso Numa poi incluse nella città il [[Quirinale (colle)|Quirinale]], anche se questo a quell'epoca non era ancora cinto da mura.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 62, 5.</ref>
 
===== Calendario romano =====
{{Vedi anche|Calendario romano|festività romane}}
 
A lui viene ascritta anche una riforma del calendario, basato sui cicli lunari, che passò da 10 a 12 mesi di 355 giorni (secondo Livio inviece lo divise in 10 mesi, mentre in precedenza non esisteva alcun calcolo<ref name="EutropioI.3"/>), con l'aggiunta di [[gennaio]], dedicato a [[Giano]], e [[febbraio]] che furono posti alla fine dell'anno, dopo dicembre<ref>Plutarco: vita di Numa; XVIII, 1-4</ref> (l'anno iniziava con il mese di marzo, da notare tuttora la persitenza di somiglianze dei nomi degli ultimi mesi dell'anno con i numeri: '''sette'''mbre, '''otto'''bre, '''nove'''mbre, '''dice'''mbre).
 
Il calendario conteneva anche l'indicazione dei giorni fasti e nefasti, durante i quali non era lecito prendere alcuna decisione pubblica. Anche in questo caso, come per tutte le riforme più difficili, la tradizione racconta che il re seguì i consigli della [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Egeria]], sottolineando così il carattere sacrale di queste decisioni.<ref name="FloroI,2.3"/>
 
{{Citazione|E divise l'anno in dodici mesi seguendo prima di tutto il ciclo della Luna; e poiché la Luna non lo completa con i singoli mesi di trenta giorni, ma avanzano sei giorni per un anno intero che completi il ciclo dei solstizi, stabilì di interporre mesi intercalari in modo che nel giro di 19 anni i giorni, tornando alla stessa posizione del sole dal quale erano partiti, collimassero in pieno con gli anni. Distinse poi i giorni in fasti e nefasti,<ref name="FloroI,2.2"/> perché in certi giorni non si dovessero prendere decisioni pubbliche. |[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I|''Atque omnium primum ad cursus lunae in duodecim menses discribit annum; quem quia tricenos dies singulis mensibus luna non explet desuntque sex dies solido anno qui solstitiali circumagitur orbe, intercalariis mensibus interponendis ita dispensavit, ut vicesimo anno ad metam eandem solis unde orsi essent, plenis omnium annorum spatiis dies congruerent. Idem nefastos dies fastosque fecit quia aliquando nihil cum populo agi utile futurum erat''.|lingua=la}}
 
L'anno così suddiviso da Numa, non coincideva però con il ciclo lunare, per cui ad anni alterni veniva aggiunto come ultimo mese il [[mercedonio]], composto da 27 giorni, togliendo a febbraio 4 o 5 giorni; era il collegio dei pontefici a decidere queste compensazioni, alle volte anche sulla base di convenienze politiche<ref>Plutarco, Vita di Numa; XIX, 1-6</ref>.
 
===== Feste religiose =====
{{Vedi anche|Religione romana|Sacerdozio (religione romana)}}
 
Come sopra scritto, [[Floro]] racconta che Numa insegnò i sacrifici, le cerimonie<ref name="EutropioI.3"/> ed il [[Dei Consenti|culto degli Dei immortali]] a Romani.<ref name="LivioPeriochae1.12">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.12.</ref> Creò anche i [[Pontefice (storia romana)|pontefici]], gli [[augure|auguri]] ed i ''[[Salii]]''.<ref name="FloroI,2.2"/> La tradizione vuole che Numa abbia istituito, tra l'altro, anche la Festa di [[Quirino (divinità)|Quirino]] e la Festa di [[Marte (divinità)|Marte]]. La festa prima si celebrava a febbraio, mentre la festa dedicata a Marte si celebrava a marzo, e veniva officiata dai [[Salii]]. Numa partecipava di persona a tutte le feste religiose durante le quali era proibito lavorare.
 
A queste riforme di carattere religioso corrispose anche un periodo di prosperità e di pace che permise a [[Roma (città antica)|Roma]] di crescere e rafforzarsi, tanto che durante tutto il suo regno le porte del [[tempio di Giano]] non furono mai aperte.<ref name="EutropioI.3"/><ref>Plutarco, Vite Parallele: Licurgo e Numa; IV, 7</ref>
 
=== Morte e sepoltura ===
Morirà ottantenne e non di morte improvvisa ma consunto dagli anni (per malattia secondo Livio<ref name="EutropioI.3"/>), quando suo nipote, il futuro re [[Anco Marzio]], aveva solo cinque anni<ref>Plutarco: vita di Numa; XXI, 4</ref>, circondato dall'affetto dei romani, grati anche per il lungo periodo di prosperità e pace di cui avevano goduto. Alla processione funebre parteciparono anche molti rappresentanti dei popoli vicini ed il suo corpo non fu bruciato ma seppellito insieme ai suoi libri in un mausoleo sul [[Gianicolo]]<ref>Plutarco: vita di Numa; XXII, 1-2</ref>.
 
Dopo la bellicosa esperienza del regno di Romolo, Numa Pompilio seppe con la sua saggezza fornire un saldo equilibrio alla nascente città.
 
Durante il consolato di [[Marco Bebio Tamfilo]] e [[Publio Cornelio Cetego (console 181 a.C.)|Publio Cornelio Cetego]], nel [[181 a.C.]], due contadini ritrovarono il luogo della sua sepoltura, contenente sette libri in latino di diritto pontificale, ed altrettanti in greco di filosofia. Per decreto del senato i primi furono conservati con cura, mentre i secondi furono pubblicamente bruciati.<ref>[[Valerio Massimo]], [[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]], Lib I 1.1.12</ref>.
 
=== Discendenza ===
Il senatore sabino Marcio, che aveva sposato la figlia [[Pompilia]], si candidò alla successione ma fu superato da [[Tullo Ostilio]] e si lasciò morire di fame per la delusione. Dal matrimonio fra Pompilia e Marcio era nato [[Anco Marcio]] che diverrà re dopo Tullo Ostilio<ref>Plutarco: vita di Numa; XXII, 7</ref>. Alcune fonti raccontano di un secondo matrimonio di Numa Pompilio con una certa Lucrezia da cui sarebbero nati quattro figli: Pompone, Pino, Calpo e Memerco dai quali avrebbero avuto origine le casate romane dei Pomponi, dei Pinari, dei Calpurni e dei Marci<ref>Plutarco: vita di Numa; XXI, 1-4</ref>.
 
== La critica storico-archeologica ==
La reale esistenza di Numa Pompilio, come accade per quella di [[Romolo]], è discussa. Per alcuni studiosi la sua figura sarebbe principalmente simbolica; un re per metà filosofo e per metà santo, teso a creare le norme e il comportamento religioso di Roma, avverso alla guerra e ai disordini, diametralmente opposto al suo predecessore, il re guerriero Romolo. L'origine stessa del nome (''Numa'' da ''Nómos'' = "legge"; ''Pompilio'' da ''pompé'' = "abito sacerdotale"<ref>{{cita libro | nome=Antonio | cognome=Brancati | titolo=Civiltà a confronto, Vol. I | editore=La Nuova Italia | città=Firenze | anno=1984 | pagina=293}}</ref>) indicherebbe l'idealizzazione della sua figura.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Fonti primarie:
* [[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane''.
* [[Eutropio]], [[Wikisource:la:Breviarium historiae romanae|''Breviarium historiae romanae'' (testo latino), I]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* [[Tito Livio|Livio]],
:* [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|''Ab Urbe condita libri'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}};
:* [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|''Periochae'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* [[Plutarco]], ''Vita di Numa''.
 
;Fonti storiografiche moderne:
* {{cita libro|cognome=V.V.|nome=A.A.|titolo=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Roma in Italia, vol.13|editore=Einaudi|città=Milano|anno=2008}}
* {{cita libro|cognome=Brizzi|nome=Giovanni|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1.Dalle origini ad Azio|editore=Pàtron|città=Bologna|anno=1997}}
* {{cita libro|cognome=Carandini|nome=Andrea|titolo=Roma il primo giorno|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2007}}
* {{cita libro|cognome=Gabba|nome=Emilio|titolo=Dionigi e la storia di Roma arcaica|editore=Edipuglia|città=Bari|anno=1996}}
* {{cita libro|cognome=Matyszak|nome=Philip|titolo=Chronicle of the roman republic: the rulers of ancient Rome from Romulus to Augustus|editore=Thames and Hudson|città=Londra & New York|anno=2003|lingua=inglese|isbn=0-500-05121-6}}
* {{cita libro|cognome=Mommsen|nome=Theodor|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|editore=Sansoni|città=Firenze|anno=1972}}
* {{cita libro|cognome=Pallottino|nome=Massimo|wkautore=Massimo Pallottino|titolo=Origini e storia primitiva di Roma|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1993|isbn=88-18-88033-0}}
* {{cita libro|cognome=Piganiol|nome=André|titolo=Le conquiste dei Romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|isbn=88-04-32321-3}}
* {{cita libro | cognome=Scullard | nome= Howard H. | titolo=Storia del mondo romano | editore=Rizzoli |città=Milano | anno=1992 | isbn=88-17-11903-2 }}
 
== Voci correlate ==
* [[Gens Pompilia]]
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* [[Età regia di Roma]]
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* [[lex regia]]
* [[Flamini]]
* [[Salii]]
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