Diocesi di Belluno-Feltre e Numa Pompilio: differenze tra le pagine

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{{Monarca
{{diocesi della chiesa cattolica
|nome = Numa Pompilio
|immagine=Belluno 2007-12-22 FacciataCattedrale.JPG
|titolo = [[Rex (storia romana)|Re di Roma]]
|nome=[[Diocesi]] di [[Belluno]]-[[Feltre]]
|immagine = Numa Pompilius and Ancus Marcius coin 1.gif
|latino=Dioecesis Bellunensis-Feltrensis
|legenda = La moneta ritrae NVMAE POMPILI e [[Anco Marzio|ANCI MARCI]], nipote del primo. Sul retro la [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] sotto un arco ed una nave sotto la luna.
|titolo=[[vescovo]]
|regno = [[715 a.C.]] - [[673 a.C.]]
|titolare=[[Giuseppe Andrich]]
|incoronazione =
|emerito=
|investitura =
|vicario=Luigi Del Favero
|nome completo =
|stato=Italia
|altrititoli =
|ritoliturgico=[[rito romano|romano]]
|data di nascita = [[754 a.C.]]
|eretta=[[VI secolo]] (Belluno)<br />[[VI secolo]] (Feltre)
|luogo di nascita = ''[[Cures Sabini|Cures]]''<ref name="FloroI,2.1">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.1.</ref>
|unitaplena=30 settembre [[1986]]
|data di morte = [[673 a.C.]]
|stemma=
|luogo di morte =
|mappa=
|place of burial =
|mappacollocazione= Roman Catholic Diocese of Belluno-Feltre in Italy.svg
|luogo di sepoltura =
|mappaprovincia=Ecclesiastical province of Venice in Italy.svg
|data di sepoltura =
|suffraganeadel=[[patriarcato di Venezia]]
|sepoltura =
|regione=[[Regione ecclesiastica Triveneto|Triveneto]]
|predecessore = [[Romolo]]<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 3.</ref><ref name="StraboneItaliaV3.2">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,2.</ref>
|battezzati=187.300
|erede =
|popolazione=187.385
|successore = [[Tullo Ostilio]]<ref name="EutropioI.4">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 4.</ref><ref name="FloroI,3.1">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 3.1.</ref>
|proporzione=100,0
|consorte =
|sacerdotisecolari=168
|consortedi =
|sacerdotiregolari=32
|coniuge 1 = Tazia
|sacerdoti=200
|coniuge 2 =
|battezzatipersacerdote=936
|coniuge 3 =
|diaconi=6
|coniuge 4 =
|religiosi=38
|coniuge 5 =
|religiose=158
|figli = [[Pompilia]]
|vicariati=13
|casa reale =
|parrocchie=158
|dinastia = [[Prima monarchia di Roma|Re latino-sabini]]
|superficie=3.263
|motto reale =
|indirizzo=Piazza Duomo 3, 32100 Belluno, Italia
|padre =
|sito=www.diocesi.it
|madre =
|anno=2013
}}
|patroni=[[Martino di Tours|San Martino]]<br />[[Vittore e Corona|Santi Vittore e Corona]]
{{Bio
|cattedrale=[[Basilica cattedrale di San Martino|San Martino]]
|Nome = Numa
|concattedrali=[[Concattedrale di San Pietro Apostolo (Feltre)|San Pietro Apostolo]]
|Cognome = Pompilio
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cures Sabini
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 754 a.C.
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 673 a.C.
|Attività = re
|Nazionalità = romano
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il secondo [[Età regia di Roma|re di Roma]],<ref name="FloroI,2.1"/> il cui regno durò quarantatré anni<ref name="EutropioI.3"/>
}}
 
== Leggenda ==
[[File:Feltre 015.jpg|thumb|upright=1.3|La [[Concattedrale di San Pietro Apostolo (Feltre)|concattedrale di San Pietro Apostolo]] a [[Feltre]]]]
{{Vedi anche|Età regia di Roma}}
[[File:Basilica Santi Vittore e Corona - Innenhof.jpg|thumb|upright=1.3|Il chiostro della [[basilica santuario dei Santi Vittore e Corona]] a [[Feltre]]]]
[[File:CortinaDAmpezzo-edited.jpg|thumb|upright=1.3|Il campanile della [[basilica dei Santi Filippo e Giacomo]] a [[Cortina d'Ampezzo]]]]
 
'''Numa Pompilio''', di origine [[Sabini|sabina]], per la tradizione e la [[mitologia romana]], tramandataci grazie soprattutto a [[Tito Livio]] e a [[Plutarco]], che ne scrisse anche una biografia, era noto per la sua pietà religiosa<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="EutropioI.3"/> e regnò dal [[715 a.C.]] fino alla sua morte nel [[673 a.C.]] (ottantenne, dopo quarantatré anni di regno) succedendo, come re di [[Roma (città antica)|Roma]], a [[Romolo]].<ref name="FloroI,2.1"/><ref name="StraboneItaliaV3.2"/>
La '''diocesi di Belluno-Feltre''' (in [[lingua latina|latino]]: ''Dioecesis Bellunensis-Feltrensis'') è una sede della [[Chiesa cattolica]] suffraganea del [[patriarcato di Venezia]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Triveneto]]. Nel [[2012]] contava 187.300 battezzati su 187.385 abitanti. È attualmente retta dal [[vescovo]] [[Giuseppe Andrich]].
 
=== Regno (715 - 673 a.C.) ===
== Territorio ==
[[File:Ein Augur.jpg|upright=1.4|thumb|left|Numa Pompilio consulta gli dei]]
La diocesi si estende quasi totalmente entro i confini della [[provincia di Belluno]], con l'eccezione dei comuni di [[Sappada]] ([[arcidiocesi di Udine]]), [[Lentiai]], [[Mel]], [[Trichiana]] ([[diocesi di Vittorio Veneto]]), [[Alano di Piave]], [[Arsiè]], [[Fonzaso]] e di buona parte del comune di [[Quero Vas]]<ref>Nel [[1943]] la frazione di [[Carpen (Quero Vas)|Carpen]] è stata staccata dalla parrocchia di Quero (diocesi di Padova) e unita alla parrocchia di [[Sanzan]] (diocesi di Feltre).</ref> ([[diocesi di Padova]]).
{{Vedi anche|Rex (storia romana)|Lex regia}}
 
==== Ascesa al trono ====
Rientra nella diocesi anche il paese di [[Casso]], in [[provincia di Pordenone]], che appartiene alla parrocchia di [[Longarone]].
L'incoronazione di Numa non avvenne immediatamente dopo la scomparsa di Romolo, ma per un certo periodo i Senatori governarono la città a rotazione, alternandosi ogni dieci giorni, in un tentativo di sostituire la [[monarchia]] con una [[oligarchia]]<ref>[[Plutarco]], ''Vita di Numa'' II, 6-7</ref>. Però, incalzati dal sempre maggiore malcontento popolare causato dalla disorganizzazione e scarsa efficienza di questa modalità di governo, dopo un anno<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 57.1</ref> i Senatori furono costretti ad eleggere un nuovo re.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 57, 1-4.</ref>
 
La scelta apparve subito difficile a causa delle tensioni fra i senatori Romani che proponevano il senatore Proculo ed i senatori Sabini che proponevano il senatore Velesio.
Sede vescovile è la città di [[Belluno]], dove si trova la [[basilica cattedrale di San Martino]]. A [[Feltre]] si trova la [[Concattedrale di San Pietro Apostolo (Feltre)|concattedrale di San Pietro Apostolo]] e la [[basilica santuario dei Santi Vittore e Corona]].
 
Per trovare un accordo si decise di procedere in questo modo: i senatori romani avrebbero proposto un nome scelto fra i Sabini e lo stesso avrebbero fatto i senatori sabini scegliendo un romano<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', III, 1.</ref>. I Romani proposero Numa Pompilio, appartenente alla ''[[Gens Pompilia]]'', che abitava nella città sabina di ''[[Cures Sabini|Cures]]''<ref name="FloroI,2.2">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.2.</ref> ed era sposato con Tazia, l'unica figlia di [[Tito Tazio]]. Sembra che egli fosse nato nello stesso giorno in cui Romolo [[fondazione di Roma|fondò Roma]]. Numa, concittadino di Tito Tazio, era noto a [[Roma (città antica)|Roma]] come uomo di provata rettitudine oltreché esperto conoscitore di leggi divine, tanto da meritare l'appellativo di ''Pius''. I Sabini accettarono la proposta rinunciando a proporre un altro nome.<ref>Plutarco: vita di Numa; III, 3</ref>
=== Parrocchie, foranie e decanati ===
{{Vedi anche|Parrocchie della Diocesi di Belluno-Feltre}}
 
Furono dunque inviati a ''[[Cures Sabini|Cures]]'' Proculo e Velesio (i due senatori più influenti rispettivamente fra i Romani ed i Sabini) per offrirgli il regno<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 1</ref>. Inizialmente contrario ad accettare la proposta dei senatori, per la fama violenta dei [[civiltà romana|costumi di Roma]]<ref>Plutarco: vita di Numa; V, 2-5</ref>, Numa vi acconsentì solo dopo aver preso gli auspici degli dei, che gli si dimostrarono favorevoli; Numa fu quindi eletto re per acclamazione da parte del popolo<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 1</ref>.
Il territorio è suddiviso in 158 parrocchie, raggruppate in 11 foranie e 2 decanati; le foranie e i decanati sono a loro volta raggruppati in 4 zone pastorali.
 
==== Riforme politiche e religiose ====
== Storia ==
[[File:Giani, Felice - Numa Pompilio riceve dalla ninfa Egeria le leggi di Roma - center - 1806.jpg|upright=1.4|thumb|Numa Pompilio parla con la ninfa [[Egeria]] che gli dona le leggi di Roma (''[[mos maiorum]]'')<ref name="EutropioI.3"/>.]]
L'attuale diocesi è il frutto della ''plena unione'' delle diocesi di Belluno e di Feltre, già unite ''[[aeque principaliter]]'' dal [[1818]], stabilita dalla [[Congregazione per i vescovi]] il 30 settembre [[1986]] con il decreto ''Instantibus votis''.
{{Vedi anche|Commentarius (Numa Pompilio)|religione romana}}
 
La leggenda afferma che il progetto di riforma politica e religiosa di Roma attuato da Numa fu a lui dettato dalla ninfa [[Egeria]] con la quale, ormai vedovo, soleva passeggiare nei boschi<ref>T.Livio: Ad Urbe condita; I, 19: ''Qui cum descendere ad animos sine aliquo commento miraculi non posset, simulat sibi cum dea Egeria congressus nocturnos esse; eius se monitu quae acceptissima dis essent sacra instituere, sacerdotes suos cuique deorum praeficere''.</ref> e che si innamorò di lui al punto da renderlo suo sposo.<ref>Plutarco; vita di Numa; IV, 2-3</ref>
=== Diocesi di Belluno ===
Incerte sono le origini della diocesi di Belluno, benché i cataloghi episcopali diocesani, risalenti al [[XV secolo|Quattrocento]] e [[XVI secolo|Cinquecento]], attestino un'origine antica, fino al [[II secolo]].
 
A Numa non è ascritta alcuna guerra,<ref name="EutropioI.3"/><ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 60,4.</ref> bensì una serie di riforme tese a consolidare le istituzioni della nuova città, prime tra tutte quelle religiose, raccolte per iscritto nei [[Commentarius (Numa Pompilio)|commentarii Numae]] o [[Commentarius (Numa Pompilio)|libri Numae]], che andarono perduti nel [[Sacco di Roma (387 a.C.)|sacco gallico di Roma]] (387 a. C.)<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', I, 1</ref>.
Primo vescovo documentato è Felice, il cui nome, inciso su un [[sarcofago]] attribuito al [[VI secolo]], fu scoperto nel [[1762]] nella chiesetta di Valdenere, tra i villaggi di Bolago e Barp, in comune di [[Sedico]]. Qui se ne sarebbe trovato il sarcofago - poi nuovamente perduto - recante la scritta "Felix ep(iscopu)s". A lui si deve la prima costruzione della cattedrale della diocesi, dedicata all'antiariano [[Martino di Tours|San Martino di Tours]]; secondo la tradizione il vescovo, perseguitato dai [[Longobardi]], sarebbe morto in esilio.
 
Sulla base di queste norme di carattere religioso, i culti cittadini erano amministrati da otto ordini religiosi:<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 63, 4.</ref> i [[Curia (storia romana)|Curiati]], i [[Flamini]], i [[Celeres]], le [[Vestali]], gli [[Auguri]], i [[Salii]], i [[Feziali]] e i [[Pontefice (storia romana)|Pontefici]].
Non è attestato invece il vescovo Giovanni, che sarebbe stato perseguito dai [[Impero bizantino|bizantini]] per essersi opposto alla condanna dei [[Scisma tricapitolino|Tre Capitoli]]. Sul finire del VI secolo, la storia testimonia la presenza del vescovo Lorenzo tra i partecipanti ai concili del [[Patriarcato di Aquileia|patriarcato aquileiese]] del [[589]]/[[590]] e del [[591]]<ref>Lanzoni, ''op. cit. '', p. 907.</ref>, nei quali fu respinta la condanna dei Tre Capitoli decretata al [[Concilio di Costantinopoli II|secondo concilio di Costantinopoli]] ([[553]]).
 
Numa stabilì di unificare ed armonizzare tutti i culti e le tradizioni dei Romani e dei Sabini residenti a [[Roma (città antica)|Roma]] per eliminare le divisioni e le tensioni fra questi due popoli, riducendo l'importanza delle tribù e creando nuove associazioni basate sui mestieri<ref>Plutarco: vita di Numa; XVII, 3.</ref>
Con la fine del [[Regno longobardo|dominio longobardo]] ([[776]]) Belluno divenne sede di una contea carolingia, che in seguito venne collegata alla [[Marca del Friuli]]. A partire dall'[[VIII secolo|VIII]] e [[IX secolo]] prende forma e si consolida il potere temporale dei vescovi bellunesi, con l'acquisizione di terreni e la sottomissione di feudi e territori fino alla pianura veneta; questo potere temporale fu riconosciuto al vescovo Ezemano, con un diploma imperiale rilasciato nel [[1031]] dall'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]]<ref>Diploma ''Omnibus nostris fidelibus'' riportato in Cappelletti, [http://babel.hathitrust.org/cgi/pt?view=image;size=100;id=uc1.%24b480036;page=root;seq=131;num=115 ''op. cit.''], pp. 115-116.</ref>, cui seguì con [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] la concessione dell'''immunitas''.
 
Appena divenuto re nominò, a fianco del sacerdote dedito al culto di [[Giove (divinità)|Giove]] ed a quello dedicato al culto di [[Marte (divinità)|Marte]], un terzo sacerdote dedicato al culto del dio [[Quirino (divinità)|Quirino]]. Riunì poi questi tre sacerdoti in un unico collegio sacerdotale che fu detto dei [[flamini]] a cui diede precise regole ed istruzioni.<ref>Plutarco: vita di Numa; VII, 4-5</ref>
La prima testimonianza documentaria dell'esistenza di un [[capitolo (cristianesimo)|capitolo di canonici]] risale alla fine del IX secolo.
 
Proibì ai Romani di venerare immagini divine a forma umana e animale perché riteneva sacrilego paragonare un dio con tali immagini e, durante il suo regno non furono costruite statue raffiguranti gli dei<ref>Plutarco, ''vita di Numa'', VIII, 7</ref>. Istituì il collegio sacerdotale dei [[pontefice (storia romana)|Pontefici]]<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', IX, 1-4.</ref>, presieduti dal Pontefice Massimo, carica che Numa ricoprì per primo e che aveva il compito di vigilare sulle vestali (vedi sotto) e sulla moralità pubblica e privata e sull'applicazione di tutte le prescrizioni di carattere sacro<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', VII, 4.</ref>.
A partire dalla seconda metà del [[XII secolo]] le sedi di Belluno e di Feltre furono oggetto di continue scorrerie militari da parte del comune di Treviso. Per meglio difendersi, il papa stabilì che a capo delle due città vescovili vi fosse un unico vescovo pur restando le due diocesi indipendenti tra loro. L'unione ''[[aeque principaliter]]'' avvenne negli ultimi anni del XII secolo. Tale unione perdurò fino al [[XV secolo]], quando i bellunesi, gelosi della propria autonomia, con l'appoggio [[cardinale]] [[Nicola Cusano]], ottennero da [[papa Pio II]] la fine dell'unione, decisa nel [[1460]], ma attuata solo nel [[1462]], alla morte del vescovo [[Francesco de Lignamine]].
 
Istituì poi il collegio delle vergini [[Vestali]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 64, 5.</ref><ref>Plutarco, ''vita di Numa'', IX, 5</ref> assegnando a queste uno stipendio e la cura del tempio in cui era custodito il fuoco sacro della città;<ref name="FloroI,2.3">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 2.3.</ref> le prime furono Gegania, Verenia, Canuleia e Tarpeia (erano dunque quattro, Anco Marzio ne aggiunse altre due portandole a sei)<ref>Plutarco: vita di Numa; X, 1-7</ref>.
Nel primo [[XVI secolo|Cinquecento]] la diocesi dovette fare i conti con una situazione incresciosa, venutasi a creare per la nomina di due vescovi contemporaneamente, Antonio Barozzi da parte del governo della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] e [[Giambattista Casali]] da parte della [[Santa Sede]]. Il primo fu colpito da interdetto e da scomuniche, che ebbero conseguenze pratiche anche nella vita dei fedeli (per esempio l'impossibilità di accostarsi ai sacramenti o di ricevere l'estrema sepoltura); mentre al secondo, vescovo legittimo, fu impedito di prendere possesso della sede. La situazione si risolse con la nomina nel [[1536]] del vescovo e cardinale [[Gasparo Contarini]].
 
Istituì anche il collegio dei [[Feziali]] (i guardiani della pace) che erano magistrati - sacerdoti con il compito di tentare di appianare i conflitti con i popoli vicini e di proporre la guerra una volta esauriti tutti gli sforzi diplomatici<ref>Plutarco: vita di Numa; XII, 4-7</ref>.
Tra i vescovi di questo periodo si distinsero in particolare: [[Pietro Barozzi]] (1471-1487), annoverato dagli storiografi tra i grandi riformatori dell'epoca pretridentina, [[Gasparo Contarini]] (1536-1542) e [[Giulio Contarini]] (1542-1575), che si opposero all'avanzata delle idee evangeliche nella diocesi, [[Luigi Lollino|Alvise Lollino]] (1596-1625), studioso, uomo di cultura e fine umanista.
 
Nell'ottavo anno del suo regno istituì il collegio dei [[Salii]], sacerdoti che avevano il compito di separare il tempo di pace e di guerra (per gli antichi romani il periodo per le guerre andava da marzo ad ottobre)<ref>Plutarco: vita di Numa; XIII, 1-7</ref>. Era, questa funzione, molto importante per gli abitanti dell'[[antica Roma]], perché sanciva, nel corso dell'anno, il passaggio dallo stato di ''cives'' (cittadini soggetti all'amministrazione civile e dediti alle attività produttive) a ''milites'' (militari soggetti alle leggi ed all'amministrazione militare e dediti alle esercitazioni militari) e viceversa per tutti gli uomini in grado di combattere. Migliorò anche le condizioni di vita degli schiavi per esempio permettendo loro di partecipare alle feste in onore di [[Saturno (divinità)|Saturno]], i [[Saturnali]]a assieme ai loro padroni<ref>Plutarco, ''Vita di Numa'', 1.5.</ref>.
Nel corso del [[XVII secolo|Seicento]] e del [[XVIII secolo|Settecento]], in ottemperanza alle disposizioni del [[concilio di Trento]], i vescovi bellunesi compirono ripetutamente [[visita pastorale|visite pastorali]] alla diocesi, convocarono periodicamente i sinodi diocesani, istituirono e qualificarono progressivamente il [[seminario]].
 
La tradizione romana rimanda a Numa Pompilio la definizione dei confini tra le proprietà dei privati, e tra queste e la proprietà pubblica indivisa, statuizione che fu sacralizzata con la dedica dei confini a ''Jupiter Terminalis'', e l'istituzione della festività dei [[Terminalia (festività)|Terminalia]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 74, 1-4.</ref>.
Il vescovo Sebastiano Alcaini dovette assistere alla bufera [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] che comportò la chiusura di conventi, la spoliazione di chiese, la dispersione del patrimonio [[liturgia|liturgico]]. Alla sua morte nel [[1803]] seguirono sedici anni di sede vacante.
 
Nel [[Foro Romano|Foro]], fece costruire il [[tempio di Vesta]],<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 65,5.</ref>, e dietro di questo fece costruire la [[Regia (Roma)|Regia]]<ref>Plutarco: vita di Numa; XIV, 1</ref><ref name="TacitoXV41,1">{{cita|Tacito|Annali, XV, 41.1}}.</ref> e lungo la [[Via Sacra]] fece edificare il [[Tempio di Giano]], le cui porte potevano essere chiuse solo in tempo di pace (e rimasero chiuse per tutti i quarantatré anni del suo regno).<ref name="FloroI,2.3"/><ref>Plutarco: vita di Numa; XX, 1-3</ref><ref name="LivioPeriochae1.13">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.13.</ref>
Nel [[1816]] fu paventata la soppressione della sede di Belluno e la sua unione a quella di Feltre: il capitolo bellunese si oppose con fermezza. Tuttavia, il 1º maggio [[1818]], nel quadro del riordinamento ecclesiastico del Veneto previsto dalla [[Bolla pontificia|bolla]] ''De salute Dominici gregis'', le diocesi di Feltre e Belluno venivano nuovamente unite ''[[aeque principaliter]]'': entrambe conservavano le strutture di governo e avevano pari dignità; il vescovo era tenuto a risiedere sei mesi in una diocesi e altri sei nell'altra.
 
Secondo Dionigi di Alicarnasso Numa poi incluse nella città il [[Quirinale (colle)|Quirinale]], anche se questo a quell'epoca non era ancora cinto da mura.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', II, 62, 5.</ref>
Il 30 aprile [[1846]] le parrocchie cadorine dei distretti di [[Pieve di Cadore|Pieve]] e di [[Auronzo di Cadore|Auronzo]] furono staccate dalla [[Arcidiocesi di Udine|diocesi di Udine]] ed aggregate alla diocesi di Belluno con la bolla ''Universalis Ecclesiae regimen'' di [[papa Gregorio XVI]].
 
===== Calendario romano =====
Il 6 luglio [[1964]], nel contesto del riordino delle circoscrizioni diocesane di [[diocesi di Bolzano-Bressanone|Bressanone]] e di [[arcidiocesi di Trento|Trento]] stabilito dalla bolla ''Quo aptius'' di [[papa Paolo VI]], venivano aggregati alla diocesi di Belluno i decanati di [[Cortina d'Ampezzo]] e di [[Livinallongo del Col di Lana|Pieve di Livinallongo]], prima appartenenti alla diocesi di Bressanone.
{{Vedi anche|Calendario romano|festività romane}}
 
A lui viene ascritta anche una riforma del calendario, basato sui cicli lunari, che passò da 10 a 12 mesi di 355 giorni (secondo Livio inviece lo divise in 10 mesi, mentre in precedenza non esisteva alcun calcolo<ref name="EutropioI.3"/>), con l'aggiunta di [[gennaio]], dedicato a [[Giano]], e [[febbraio]] che furono posti alla fine dell'anno, dopo dicembre<ref>Plutarco: vita di Numa; XVIII, 1-4</ref> (l'anno iniziava con il mese di marzo, da notare tuttora la persitenza di somiglianze dei nomi degli ultimi mesi dell'anno con i numeri: '''sette'''mbre, '''otto'''bre, '''nove'''mbre, '''dice'''mbre).
Il 26 agosto [[1978]] fu giorno di particolare esultanza per la diocesi di Belluno, perché uno dei suoi figli, Albino Luciani, nativo di Canale d'Agordo, veniva elevato al soglio pontificio con il nome di [[papa Giovanni Paolo I]].
 
Il calendario conteneva anche l'indicazione dei giorni fasti e nefasti, durante i quali non era lecito prendere alcuna decisione pubblica. Anche in questo caso, come per tutte le riforme più difficili, la tradizione racconta che il re seguì i consigli della [[Ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Egeria]], sottolineando così il carattere sacrale di queste decisioni.<ref name="FloroI,2.3"/>
=== Diocesi di Feltre ===
{{Citazione|Giova riconoscere che l'unione religiosa con Feltre [...] fu vantaggiosa a Primiero ed in genere a tutta la Valsugana|[[Cesare Battisti]]}}
Benché la tradizione riconosca nel protovescovo [[Prosdocimo di Padova|Prosdocimo]] l'evangelizzatore di Feltre, Fonteio è il primo vescovo di Feltre di cui si abbia riscontro storico: partecipò al [[Concilio|sinodo]] di [[Grado (Italia)|Grado]] del [[579]] e, secondo [[Paolo Diacono]], al sinodo di Marano del [[590]] quale "vescovo della Santa Chiesa Feltrina".
 
{{Citazione|E divise l'anno in dodici mesi seguendo prima di tutto il ciclo della Luna; e poiché la Luna non lo completa con i singoli mesi di trenta giorni, ma avanzano sei giorni per un anno intero che completi il ciclo dei solstizi, stabilì di interporre mesi intercalari in modo che nel giro di 19 anni i giorni, tornando alla stessa posizione del sole dal quale erano partiti, collimassero in pieno con gli anni. Distinse poi i giorni in fasti e nefasti,<ref name="FloroI,2.2"/> perché in certi giorni non si dovessero prendere decisioni pubbliche. |[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I|''Atque omnium primum ad cursus lunae in duodecim menses discribit annum; quem quia tricenos dies singulis mensibus luna non explet desuntque sex dies solido anno qui solstitiali circumagitur orbe, intercalariis mensibus interponendis ita dispensavit, ut vicesimo anno ad metam eandem solis unde orsi essent, plenis omnium annorum spatiis dies congruerent. Idem nefastos dies fastosque fecit quia aliquando nihil cum populo agi utile futurum erat''.|lingua=la}}
Nel [[X secolo]] l'imperatore [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] concesse al vescovo ''pro tempore'' di Feltre, già feudatario dell'[[impero carolingio]], ampi poteri ed il titolo comitale; nell'[[XI secolo]] [[Corrado II il Salico|Corrado II]] lo investì del titolo principesco.
 
L'anno così suddiviso da Numa, non coincideva però con il ciclo lunare, per cui ad anni alterni veniva aggiunto come ultimo mese il [[mercedonio]], composto da 27 giorni, togliendo a febbraio 4 o 5 giorni; era il collegio dei pontefici a decidere queste compensazioni, alle volte anche sulla base di convenienze politiche<ref>Plutarco, Vita di Numa; XIX, 1-6</ref>.
Caduto in battaglia contro i [[Treviso|trevigiani]] il vescovo di Belluno Gerardo de' Taccoli nel [[1197]], [[papa Celestino III]] provvide ad unire, ''[[aeque principaliter]]'', la diocesi di Belluno alla diocesi di Feltre, affinché entrambe le sedi potessero meglio fronteggiare il nemico comune: primo vescovo delle diocesi unite fu così Drudo da Camino, già vescovo di Feltre.
 
===== Feste religiose =====
Nel [[1462]], alla morte del vescovo [[Francesco de Lignamine]], la diocesi di Belluno tornò ad avere un proprio vescovo, avendo [[papa Pio II]] decretato nel [[1460]], su richiesta dei bellunesi, la disgiunzione dalla diocesi di Feltre.
{{Vedi anche|Religione romana|Sacerdozio (religione romana)}}
 
Come sopra scritto, [[Floro]] racconta che Numa insegnò i sacrifici, le cerimonie<ref name="EutropioI.3"/> ed il [[Dei Consenti|culto degli Dei immortali]] a Romani.<ref name="LivioPeriochae1.12">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.12.</ref> Creò anche i [[Pontefice (storia romana)|pontefici]], gli [[augure|auguri]] ed i ''[[Salii]]''.<ref name="FloroI,2.2"/> La tradizione vuole che Numa abbia istituito, tra l'altro, anche la Festa di [[Quirino (divinità)|Quirino]] e la Festa di [[Marte (divinità)|Marte]]. La festa prima si celebrava a febbraio, mentre la festa dedicata a Marte si celebrava a marzo, e veniva officiata dai [[Salii]]. Numa partecipava di persona a tutte le feste religiose durante le quali era proibito lavorare.
Nel [[1593]] il vescovo [[Giacomo Rovellio]], applicando con convinzione i canoni tridentini, fondò a Feltre il primo seminario vescovile.
 
A queste riforme di carattere religioso corrispose anche un periodo di prosperità e di pace che permise a [[Roma (città antica)|Roma]] di crescere e rafforzarsi, tanto che durante tutto il suo regno le porte del [[tempio di Giano]] non furono mai aperte.<ref name="EutropioI.3"/><ref>Plutarco, Vite Parallele: Licurgo e Numa; IV, 7</ref>
Tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]] la diocesi si caratterizzò per una fisionomia territoriale molto particolare in quanto si estendeva su tre entità statali differenti. Entro i confini della [[Repubblica di Venezia]], dove si trovava anche la sede vescovile, aveva giurisdizione sulle parrocchie del [[Feltrino (territorio)|Feltrino]] con l'esclusione delle [[pieve|pievi]] di [[Arsiè]] e [[Fonzaso]], sottoposte alla [[diocesi di Padova]], e di [[Sospirolo]] e [[San Gregorio nelle Alpi|San Gregorio]], dipendenti da Belluno. La [[Valsugana]], con le giurisdizioni di [[Caldonazzo]] ([[feudo|infeudato]] ai [[Trapp]]), [[Pergine Valsugana|Pergine]] e [[Levico Terme|Levico]], faceva parte dal [[principato vescovile di Trento]]. Infine, le giurisdizioni di [[Castel Telvana|Telvana]], [[Castellalto (Telve)|Castellalto]], [[Castel Ivano|Ivano]] e [[Primiero]] (quest'ultimo feudo dei [[Welsperg]]) costituivano un'[[enclave|exclave]] della [[contea del Tirolo]]<ref name=federico>{{cita libro | cognome= Federico | nome= Maria Albina | titolo= I confini difficili. La diocesi di Feltre tra Repubblica veneta e Impero nei secoli XVI-XVIII | editore= UNICOPLI | città= | anno= 2006 | pp= 22-24}}</ref>.
 
=== Morte e sepoltura ===
Nel [[1786]], su pressione dell'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], le parrocchie feltrine situate in [[Valsugana]] ([[Levico Terme|Levico]], [[Borgo Valsugana]], [[Strigno]], [[Grigno]], [[Novaledo|Masi di Novaledo]], [[Telve]], [[Pieve Tesino]], [[Roncegno Terme|Roncegno]], [[Torcegno]], [[Castelnuovo (Italia)|Castelnuovo]], [[Pergine Valsugana|Pergine]], [[Calceranica al Lago|Calceranica]], [[Vigolo Vattaro]], [[Lavarone]]) e nel [[Primiero]] (Primiero con [[Canal San Bovo]]) furono smembrate dalla diocesi di Feltre e aggregate alla [[Arcidiocesi di Trento|diocesi di Trento]]: il provvedimento ridusse la "Santa Chiesa Feltrina" ad esigue dimensioni<ref>{{cita libro | cognome= Stella | nome= Aldo | titolo= Storia dell'autonomia trentina | editore= edizioni UCT | città= Trento | anno= 1997 | p= 55 }}</ref>.
Morirà ottantenne e non di morte improvvisa ma consunto dagli anni (per malattia secondo Livio<ref name="EutropioI.3"/>), quando suo nipote, il futuro re [[Anco Marzio]], aveva solo cinque anni<ref>Plutarco: vita di Numa; XXI, 4</ref>, circondato dall'affetto dei romani, grati anche per il lungo periodo di prosperità e pace di cui avevano goduto. Alla processione funebre parteciparono anche molti rappresentanti dei popoli vicini ed il suo corpo non fu bruciato ma seppellito insieme ai suoi libri in un mausoleo sul [[Gianicolo]]<ref>Plutarco: vita di Numa; XXII, 1-2</ref>.
 
Dopo la bellicosa esperienza del regno di Romolo, Numa Pompilio seppe con la sua saggezza fornire un saldo equilibrio alla nascente città.
Il 1º maggio [[1818]] [[papa Pio VII]], con la bolla ''De salute Dominici gregis'', provvide nuovamente ad unirla ''[[aeque principaliter]]'' con la diocesi di Belluno, perché entrambe di ridotte dimensioni. Al contempo la parrocchia di [[Primolano]] fu aggregata alla [[diocesi di Padova]]<ref name=federico/>.
 
Durante il consolato di [[Marco Bebio Tamfilo]] e [[Publio Cornelio Cetego (console 181 a.C.)|Publio Cornelio Cetego]], nel [[181 a.C.]], due contadini ritrovarono il luogo della sua sepoltura, contenente sette libri in latino di diritto pontificale, ed altrettanti in greco di filosofia. Per decreto del senato i primi furono conservati con cura, mentre i secondi furono pubblicamente bruciati.<ref>[[Valerio Massimo]], [[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]], Lib I 1.1.12</ref>.
Il 7 novembre [[1847]] il vescovo [[Antonio Gava (vescovo)|Antonio Gava]] inaugurò la nuova sede del seminario vescovile.
 
=== Discendenza ===
== Cronotassi dei vescovi ==
Il senatore sabino Marcio, che aveva sposato la figlia [[Pompilia]], si candidò alla successione ma fu superato da [[Tullo Ostilio]] e si lasciò morire di fame per la delusione. Dal matrimonio fra Pompilia e Marcio era nato [[Anco Marcio]] che diverrà re dopo Tullo Ostilio<ref>Plutarco: vita di Numa; XXII, 7</ref>. Alcune fonti raccontano di un secondo matrimonio di Numa Pompilio con una certa Lucrezia da cui sarebbero nati quattro figli: Pompone, Pino, Calpo e Memerco dai quali avrebbero avuto origine le casate romane dei Pomponi, dei Pinari, dei Calpurni e dei Marci<ref>Plutarco: vita di Numa; XXI, 1-4</ref>.
=== Vescovi di Belluno ===
* Felice † ([[VI secolo]])
* Giovanni I? † ([[564]] ?)<ref>Sulla figura di questo presunto vescovo bellunese, non c'è accordo tra gli storici; per Gams e Cappelletti sarebbe morto esule nel 364; per Lanzoni, che dubita comunque della sua storicità, sarebbe stato esiliato invece nel 564 in epoca bizantina.</ref>
* Lorenzo † (prima del [[589]]/[[590]] - dopo il [[591]])<ref>Tra Lorenzo e Odelberto I, le cronotassi tradizionali inseriscono i vescovi Alboino, Arimberto, Alteprando, Lotario, Rinaldo, Valfranco e Airoldo. Secondo Cappelletti e Coletti questi vescovi «voglionsi nominare piuttosto ad empiere i larghi vuoti, di quello che a continuare con sicurezza la serie» (Cappelletti, ''op. cit.'', p. 110).</ref>
* Odelberto I † (menzionato nell'[[827]])
* Aimone † (prima dell'[[877]] - dopo il [[923]])
* Giovanni II † (prima del [[963]] - dopo il [[998]])
* Ludovico † (prima del [[1015]] - dopo il [[1021]])
* Ernefredo? †<ref>Menzionato nelle cronotassi tradizionali, secondo le quali sarebbe deceduto attorno al [[1026]], ma non documentato da nessuna fonte storica.</ref>
* Alboino o Alboniano † (menzionato nel [[1027]])
* Odelberto II? †<ref>Menzionato nelle cronotassi tradizionali, dove è indicato nel 1029 e nel 1030.</ref>
* Ezemanno † (menzionato nel [[1031]])
* Mario o Marino † (prima del [[1048]] - dopo il [[1049]])
* Volfrano (o Vualfranco, o Lanfranco, o Vulfarido) † (prima del [[1057]] - dopo il [[1075]])
* Reginaldo † (prima del [[1080]] - dopo il [[1081]])
* Rainaldo † (menzionato nel [[1116]])<ref>Secondo Gerhard Schwartz, Reginaldo e Rainaldo sarebbero lo stesso vescovo; cfr. ''op. cit.'', p. 45.</ref>
* Ottone I † ([[1118]] - [[1130]])
** Alteprando † (? - [[1139]] deposto) (antivescovo)
* Bonifacio † ([[1139]] - [[1156]])
* Ottone II † ([[1156]] - dicembre [[1183]] deceduto)
* Gerardo de Taccoli † ([[1184]] - circa [[1197]] deceduto)
** ''Sede unita a Feltre (1197-1462)''
* [[Lodovico Donà]] † (2 aprile [[1462]] - 9 gennaio [[1465]] nominato vescovo di [[diocesi di Bergamo|Bergamo]])
* Mosè Buffarello † (9 gennaio [[1465]] - dopo il 26 marzo [[1471]] deceduto)
* [[Pietro Barozzi]] † (4 settembre [[1471]] - 14 marzo [[1487]] nominato vescovo di [[diocesi di Padova|Padova]])
* [[Bernardo de' Rossi]] † (4 aprile [[1487]] - 16 agosto [[1499]] nominato vescovo di [[diocesi di Treviso|Treviso]])
* Bartolomeo Trevisan † (26 agosto [[1499]] - 4 settembre [[1509]] deceduto)
* Galeso Nichesola † (19 settembre [[1509]] - 2 agosto [[1527]] deceduto)
* [[Giambattista Casali]] † (18 settembre [[1527]] - 21 ottobre [[1536]] deceduto)
** Antonio Barozzi † ([[1527]] - [[1537]] deposto) (antivescovo)
* [[Gasparo Contarini]] † (23 ottobre [[1536]] - 24 agosto [[1542]] deceduto)
* [[Giulio Contarini]] † (11 settembre [[1542]] - 9 agosto [[1575]] deceduto)
* Giovanni Battista Valier † (9 agosto [[1575]] succeduto - [[1596]] dimesso)
* [[Luigi Lollino|Alvise Lollino]] † (29 luglio [[1596]] - 28 marzo [[1625]] deceduto)
* Panfilo Persico † ([[1625]] - [[1625]] deceduto)<ref>Vescovo ignoto sia al Gams che all'Eubel.</ref>
* Giovanni Dolfin † (9 febbraio [[1626]] - [[1634]] dimesso)
* Giovanni Tommaso Malloni, [[Chierici regolari di Somasca|C.R.S.]] † (26 giugno [[1634]] - 7 febbraio [[1649]] deceduto)
** ''Sede vacante (1649-1653)''
* [[Giulio Berlendis]] † (6 ottobre [[1653]] - 21 ottobre [[1693]] deceduto)
* [[Giovanni Francesco Bembo]], C.R.S. † (1º marzo [[1694]] - 21 luglio [[1720]] deceduto)
* Valerio Rota † (16 settembre [[1720]] - 8 settembre [[1730]] deceduto)
* Gaetano Zuanelli † (11 dicembre [[1730]] - prima del 21 gennaio [[1736]] deceduto)
* Domenico Nicola Condulmer † (27 febbraio [[1736]] - 14 marzo [[1747]] deceduto)
* Giacomo Costa, [[Chierici regolari teatini|C.R.]] † (29 maggio [[1747]] - 19 agosto [[1755]] deceduto)
* Giovanni Battista Sandi † (24 maggio [[1756]] - 12 agosto [[1785]] deceduto)
* Sebastiano Alcaini, C.R.S. † (25 settembre [[1785]] - 4 marzo [[1803]] deceduto)
** ''Sede vacante (1803-1819)''
 
== La critica storico-archeologica ==
=== Vescovi di Feltre ===
La reale esistenza di Numa Pompilio, come accade per quella di [[Romolo]], è discussa. Per alcuni studiosi la sua figura sarebbe principalmente simbolica; un re per metà filosofo e per metà santo, teso a creare le norme e il comportamento religioso di Roma, avverso alla guerra e ai disordini, diametralmente opposto al suo predecessore, il re guerriero Romolo. L'origine stessa del nome (''Numa'' da ''Nómos'' = "legge"; ''Pompilio'' da ''pompé'' = "abito sacerdotale"<ref>{{cita libro | nome=Antonio | cognome=Brancati | titolo=Civiltà a confronto, Vol. I | editore=La Nuova Italia | città=Firenze | anno=1984 | pagina=293}}</ref>) indicherebbe l'idealizzazione della sua figura.
* Fonteio (o Fronteio) † (prima del [[579]] - dopo il [[591]])
* Endrighetto della Corte † (menzionato nel [[781]])
* Aurato (o Amato) † (menzionato nell'[[827]])
* Teuperto † (menzionato nel [[967]])
* Benedetto †<ref>Di questo vescovo «non si conosce che il nome» (Cappelletti, ''op. cit.'', p. 136). Tradizionalmente, l'inizio del suo episcopato è posto nel 973 o nel 990 (Schwartz, ''op. cit.''. p. 52).</ref>
* Regizone o Richizzone † (prima del [[1015]] - dopo il [[1031]])
* Macilino (o Marcellino) † (menzionato nel [[1046]])
* Odorico de Fallero † (menzionato nel [[1047]])
* Thiemone † ([[1070]])
* Arpone † (prima del [[1095]] - dopo il [[1117]])
* Guberto † (prima del [[1135]] - dopo il [[1140]])
* Enrico † (menzionato nel [[1152]])
* Adamo † (prima del [[1160]] - dopo il [[1070]])
* Drudo da Camino † (prima del [[1177]] - [[1200]] deceduto)
* Anselmo di Braganza (circa [[1200]] - [[1204]] deceduto)
* Torresino da Corte † ([[1204]] - 30 aprile [[1209]] deceduto)
* Filippo da Padova † ([[1209]] - [[1225]] deceduto)
* Ottone da Torino † (prima del 6 settembre [[1225]] - circa [[1234]])
* Eleazaro da Castello † (prima del 16 febbraio [[1235]] - [[1241]])
* Alessandro de Foro † ([[1241]] - [[1246]])
** Tisone da Camino † (15 gennaio [[1247]] - [[1257]] deceduto) (vescovo eletto)
* Adalgerio da Villalta † (6 dicembre [[1257]]<ref>Gams riporta come data di elezione settembre 1257.</ref> - 30 settembre [[1290]] deceduto)
* Giacomo Casale, [[Ordine dei frati minori conventuali|O.F.M.Conv.]] † (13 marzo [[1291]] - [[1298]] deceduto)
* [[Alessandro Novello]], [[Ordine dei frati minori|O.F.M.]] † (20 aprile [[1298]] - febbraio [[1320]] deceduto)
* Manfredo da Collalto † (17 marzo [[1320]] - 20 maggio [[1321]] deceduto)<ref>Gams e Eubel riportano come data di decesso aprile [[1321]].</ref>
* Gregorio de Tauri, [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]] † (6 giugno [[1323]] - 20 febbraio [[1327]] deceduto)
* Gorgia de Lusa † (20 febbraio [[1327]] - [[1349]] deceduto)
** Belvederio de' Rambaldoni † ([[1349]]) (amministratore apostolico)
* Enrico di Waldech, [[Ordine teutonico|O.T.]] † (7 ottobre [[1349]] - [[1353]] deceduto)
* Giacomo Goblin † (21 novembre [[1354]] - aprile [[1369]] deceduto)
* Antonio de Nasseri † (29 maggio [[1370]] - 19 settembre [[1393]]<ref>Eubel e Gams riportano come data di decesso il 18 settembre [[1392]].</ref> deceduto)
* Alberto di San Giorgio, O.F.M. † (11 febbraio [[1394]] - 28 aprile [[1398]] deceduto)
* [[Giovanni Capogallo]], [[Ordine di San Benedetto|O.S.B.]] † (12 giugno [[1398]] - 4 agosto [[1402]] nominato vescovo di [[Diocesi di Novara|Novara]])
* ''Beato'' Enrico Scarampi † (10 aprile [[1403]] - 29 settembre [[1440]] deceduto)
* Tommaso Tomasini, [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]] † (10 ottobre [[1440]] - 24 marzo [[1446]] deceduto)
* Giacomo Zeno † (26 aprile [[1447]] - 26 marzo [[1460]] nominato vescovo di [[diocesi di Padova|Padova]])
* [[Francesco de Lignamine]] † (26 marzo [[1460]] - 11 gennaio [[1462]] deceduto)
* [[Teodoro de Lellis]] † (15 febbraio [[1462]] - 17 settembre [[1464]] nominato vescovo di [[diocesi di Treviso|Treviso]])
* [[Angelo Fasolo]] † (17 settembre [[1464]] - [[1490]] deceduto)
* Giovanni Robobello † (6 gennaio [[1491]] - 19 dicembre [[1494]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di Zara|Zara]])
* Andrea Trevisano † (28 novembre [[1494]] - [[1504]] deceduto)
* [[Antonio Pizzamano]] † (23 agosto [[1504]] - [[1512]] deceduto)
[[File:Veneto, medaglia di tommaso campeggi, vescovo di feltre.JPG|thumb|Tommaso Campeggi]]
* [[Lorenzo Campeggi]] † (12 novembre [[1512]] - 1º giugno [[1520]] dimesso)
* Tommaso Campeggi † (1º giugno [[1520]] - 17 aprile [[1559]] dimesso)
* Filippo Maria Campeggi † (17 aprile [[1559]] succeduto - 9 aprile [[1584]] deceduto)
* [[Giacomo Rovellio]] † (9 aprile [[1584]] succeduto - febbraio [[1610]] deceduto)
* [[Agostino Gradenigo]] † (29 marzo [[1610]] - 26 gennaio [[1628]] succeduto patriarca di [[Patriarcato di Aquileia|Aquileia]])
* [[Giovanni Paolo Savio]] † (29 maggio [[1628]] - 19 dicembre [[1639]] nominato vescovo di [[diocesi di Adria-Rovigo|Adria]])
* Zerbino Lugo † (9 gennaio [[1640]] - gennaio [[1647]] deceduto)
* [[Simeone Difnico]] † (10 maggio [[1649]] - 24 maggio [[1661]] deceduto)
* Marco Marchiani † (13 marzo [[1662]] - 31 luglio [[1663]] deceduto)
* [[Bartolomeo Gera]] † (11 febbraio [[1664]] - 7 aprile [[1681]] deceduto)
* [[Antonio Polcenigo]] † (24 aprile [[1684]] - aprile [[1724]] deceduto)
* [[Pietro Maria Trevisan Suarez]] † (26 giugno [[1724]] - 20 novembre [[1747]] nominato vescovo di [[diocesi di Adria-Rovigo|Adria]])
* [[Giovanni Battista Bortoli]] † (18 dicembre [[1747]] - 20 marzo [[1757]] dimesso)<ref>Nominato [[Vescovo titolare|arcivescovo titolare]] di [[diocesi di Nazianzo|Nazianzo]] il 28 marzo successivo.</ref>
* [[Andrea Antonio Silverio Minucci]] † (28 marzo [[1757]] - 15 dicembre [[1777]] nominato vescovo di [[diocesi di Rimini|Rimini]])
* Girolamo Enrico Beltramini-Miazzi † (15 dicembre [[1777]] - 24 marzo [[1779]] deceduto)
* [[Andrea Benedetto Ganassoni]] † (12 luglio [[1779]] - 29 marzo [[1786]] deceduto)
* [[Bernardo Maria Carenzoni]], [[Congregazione olivetana|O.S.B.Oliv.]] † (24 luglio [[1786]] - 20 agosto [[1811]] deceduto)
** ''Sede vacante (1811-1819)''
 
=== Vescovi di Belluno e Feltre o di Feltre e Belluno<ref>I titoli si alternavano di vescovo in vescovo, secondo quanto stabilito dalla bolla ''De salute Dominici gregis''.</ref> ===
* Luigi Zuppani † (23 agosto [[1819]] - 26 novembre [[1841]] deceduto)
* [[Antonio Gava (vescovo)|Antonio Gava]] † (22 giugno [[1843]] - 3 novembre [[1852]] dimesso)
** Vincenzo Scarpa † (7 aprile [[1854]] - 5 maggio [[1854]] deceduto) (vescovo eletto)
* [[Giovanni Renier]] † (17 dicembre [[1855]] - 12 aprile [[1871]] deceduto)
* [[Salvatore Giovanni Battista Bolognesi]], [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|C.O.]] † (27 ottobre [[1871]] - 29 gennaio [[1899]] deceduto)
* [[Francesco Cherubin]] † (19 giugno [[1899]] - 2 luglio [[1910]] deceduto)
* [[Giuseppe Foschiani]] † (2 luglio [[1910]] succeduto - 5 ottobre [[1913]] deceduto)
* [[Giosuè Cattarossi]] † (21 novembre [[1913]] - 3 marzo [[1944]] deceduto)
* [[Girolamo Bartolomeo Bortignon]], [[Ordine dei frati minori cappuccini|O.F.M.Cap.]] † (9 settembre [[1945]] - 1º aprile [[1949]] nominato vescovo di [[diocesi di Padova|Padova]])
* [[Gioacchino Muccin]] † (19 maggio [[1949]] - 1º settembre [[1975]] ritirato)
* [[Maffeo Giovanni Ducoli]] † (7 ottobre [[1975]] - 30 settembre [[1986]] nominato vescovo di Belluno-Feltre)
 
=== Vescovi di Belluno-Feltre ===
* [[Maffeo Giovanni Ducoli]] † (30 settembre [[1986]] - 2 gennaio [[1996]] ritirato)
* [[Pietro Brollo]] (2 gennaio [[1996]] - 28 ottobre [[2000]] nominato arcivescovo di [[arcidiocesi di Udine|Udine]])
* [[Vincenzo Savio]], [[Società salesiana di San Giovanni Bosco|S.D.B.]] † (9 dicembre [[2000]] - 31 marzo [[2004]] deceduto)
* [[Giuseppe Andrich]], dal 29 maggio [[2004]]
 
== Statistiche ==
La diocesi al termine dell'anno 2012 su una popolazione di 187.385 persone contava 187.300 battezzati, corrispondenti al 100,0% del totale.
{{tabella dati diocesi}}
|-
| 1950 || 196.785 || 196.785 || 100,0 || 263 || 208 || 55 || 748 || || 89 || 474 || 125
|-
| 1970 || 204.643 || 204.723 || 100,0 || 343 || 257 || 86 || 596 || || 129 || 596 || 167
|-
| 1980<br /><ref>I dati si riferisco alla sola diocesi di Belluno.</ref> || 150.000 || 150.800 || 99,5 || 221 || 184 || 37 || 678 || || 45 || 358 || 126
|-
| 1990 || 187.680 || 188.186 || 99,7 || 283 || 231 || 52 || 663 || 1 || 65 || 363 || 158
|-
| 1999 || 184.100 || 184.602 || 99,7 || 250 || 204 || 46 || 736 || 5 || 52 || 260 || 158
|-
| 2000 || 184.100 || 184.602 || 99,7 || 245 || 199 || 46 || 751 || 5 || 52 || 255 || 158
|-
| 2001 || 184.100 || 184.602 || 99,7 || 242 || 196 || 46 || 760 || 5 || 52 || 251 || 158
|-
| 2002 || 183.782 || 184.207 || 99,8 || 232 || 189 || 43 || 792 || 5 || 49 || 248 || 158
|-
| 2003 || 181.402 || 181.822 || 99,8 || 221 || 185 || 36 || 820 || 4 || 40 || 247 || 158
|-
| 2004 || 181.402 || 181.882 || 99,7 || 221 || 187 || 34 || 820 || 4 || 38 || 217 || 158
|-
| 2006 || 184.000 || 185.400 || 99,2 || 214 || 184 || 30 || 859 || 5 || 36 || 209 || 158
|-
| 2012 || 187.300 || 187.385 || 100,0 || 200 || 168 || 32 || 936 || 6 || 38 || 158 || 158
|}
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== FontiBibliografia ==
;Fonti primarie:
* [[Annuario pontificio]] del 2013 e precedenti, riportati su [http://www.catholic-hierarchy.org www.catholic-hierarchy.org] alla pagina [http://www.catholic-hierarchy.org/diocese/dbefe.html Diocese of Belluno-Feltre]
* [[Dionigi di Alicarnasso]], ''Antichità romane''.
* [http://www.diocesi.it/ Sito ufficiale] della diocesi
* [[Eutropio]], [[Wikisource:la:Breviarium historiae romanae|''Breviarium historiae romanae'' (testo latino), I]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* {{catholic encyclopedia|Belluno-Feltre}}
* [[Tito Livio|Livio]],
* {{en}} [http://www.gcatholic.org/dioceses/diocese/bell4.htm Scheda della diocesi] su [http://www.gcatholic.org/ www.gcatholic.org]
:* [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|''Ab Urbe condita libri'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}};
* Francesco Lanzoni, ''[http://www.archive.org/stream/MN5017ucmf_0#page/n945/mode/2up Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604)]'', vol. II, Faenza 1927, pp.&nbsp;905–907
:* [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|''Periochae'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
* {{de}} Gerhard Schwartz, [http://www.archive.org/stream/diebesetzungderb00schwuoft#page/42/mode/2up ''Die besetzung der italienischen bistümer 951-1122''], Leipzig 1913, pp.&nbsp;43–45 (Belluno) e 52-53 (Feltre)
* [[Plutarco]], ''Vita di Numa''.
* [[Giuseppe Cappelletti]], [http://books.google.it/books?id=Pzo8AQAAIAAJ&pg=PA105 ''Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni''], vol. X, Venezia 1854, pp.&nbsp;105–220
* {{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA36 Bolla ''De salute Dominici gregis''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae 1853, pp.&nbsp;36–40
* {{la}} [http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-79-1987-ocr.pdf Decreto ''Instantibus votis''], AAS 79 (1987), pp.&nbsp;665–668
 
;Fonti storiografiche moderne:
=== Per la sede di Feltre ===
* {{cita libro|cognome=V.V.|nome=A.A.|titolo=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Roma in Italia, vol.13|editore=Einaudi|città=Milano|anno=2008}}
* {{la}} Pius Bonifacius Gams, [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], Leipzig 1931, pp.&nbsp;776–777
* {{cita libro|cognome=Brizzi|nome=Giovanni|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1.Dalle origini ad Azio|editore=Pàtron|città=Bologna|anno=1997}}
* {{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002716&mediaType=application/pdf vol. 1], pp.&nbsp;132–133; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p.&nbsp;103 e 153; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], p.&nbsp;195; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002719&mediaType=application/pdf vol. 4], pp.&nbsp;185; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/199/mode/1up vol. 5], p.&nbsp;199; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/213/mode/1up vol. 6], pp.&nbsp;213–214
* {{cita libro|cognome=Carandini|nome=Andrea|titolo=Roma il primo giorno|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2007}}
 
* {{cita libro|cognome=Gabba|nome=Emilio|titolo=Dionigi e la storia di Roma arcaica|editore=Edipuglia|città=Bari|anno=1996}}
=== Per la sede di Belluno ===
* {{cita libro|cognome=Matyszak|nome=Philip|titolo=Chronicle of the roman republic: the rulers of ancient Rome from Romulus to Augustus|editore=Thames and Hudson|città=Londra & New York|anno=2003|lingua=inglese|isbn=0-500-05121-6}}
* Florio Miari, [http://books.google.it/books?id=GqkBAAAAQAAJ&pg=PA443#PPA1,M1 ''Cronache bellunesi inedite''], Belluno, Tipografia Deliberali, 1865
* {{cita libro|cognome=Mommsen|nome=Theodor|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|editore=Sansoni|città=Firenze|anno=1972}}
* Giorgio Piloni, [http://books.google.it/books?id=NaRSAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false ''Historia di Georgio Piloni dottor bellunese,''] ''nella quale, oltre le molte cose degne, avvenute in diverse parti del mondo di tempo in tempo, s'intendono, et leggono d'anno in anno, con minuto raguaglio, tutti i successi della città di Belluno. Con quattro tavole. L'una de' vescovi di essa città di Belluno; una de gli autori, de' quali s'e servito nell'opera; una de' rettori, podesta, e suoi vicarij, che l'hanno retta fin l'anno 1600 e l'altra delle cose notabili, che si comprendono in essa'', Venezia, Giovanni Antonio Rampazetto, 1607
* {{cita libro|cognome=Pallottino|nome=Massimo|wkautore=Massimo Pallottino|titolo=Origini e storia primitiva di Roma|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1993|isbn=88-18-88033-0}}
* {{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p.&nbsp;103; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], p.&nbsp;131; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002719&mediaType=application/pdf vol. 4], pp.&nbsp;112; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/117/mode/1up vol. 5], p.&nbsp;117; [http://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/120/mode/1up vol. 6], p.&nbsp;120
* {{cita libro|cognome=Piganiol|nome=André|titolo=Le conquiste dei Romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|isbn=88-04-32321-3}}
* {{la}} [http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_19640706_tridentinae-et-aliarum_lt.html Bolla ''Quo aptius'']
* {{cita libro | cognome=Scullard | nome= Howard H. | titolo=Storia del mondo romano | editore=Rizzoli |città=Milano | anno=1992 | isbn=88-17-11903-2 }}
 
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