Sacrario delle Bandiere e Loggia dei Cavalieri: differenze tra le pagine

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{{citazione|''maxima pars pulchritudinis civitatis Tervisii''|Statuto del Comune di Treviso, 1314|
{{Museo
|Nome = Sacrario delle Bandiere
|Tipologia = storico-militare
|Periodo storico = dal [[Risorgimento]] alla [[seconda guerra mondiale]]
|Collezioni= [[bandiera di guerra|bandiere di guerra]] italiane
|Immagine =
|Larghezza =
|Didascalia =
|Data di apertura = 1968
|Data di chiusura =
|Fondatori =
|Località = [[Roma]]
|Indirizzo = Via dei Fori Imperiali
|Latitudine = 41.894965
|Longitudine = 12.483711
|Direttore =
|Visitatori =
|Anno visitatori =
|Sito =
}}
{{Edificio civile
Il '''Sacrario delle Bandiere''' è uno dei musei delle [[forze armate italiane]]. Raccoglie e custodisce le [[bandiera di guerra|bandiere di guerra]] dei reparti disciolti, delle unità navali radiate dal quadro del naviglio dello Stato, nonché le bandiere degli Istituti militari e delle unità appartenenti ai [[corpi armati dello Stato]] ([[Esercito Italiano]], [[Aeronautica Militare]], [[Marina Militare]], [[Arma dei Carabinieri]], [[Polizia di Stato]], [[Corpo di polizia penitenziaria|Polizia penitenziaria]] e [[Guardia di Finanza]])<ref name=marina>{{cita web|url= http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/IlSacrariodellebandierealVittoriano.aspx|titolo= Il Sacrario delle Bandiere al Vittoriano|accesso= 12 marzo 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20170909005007/http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/IlSacrariodellebandierealVittoriano.aspx|dataarchivio= 9 settembre 2017}}</ref>.
|nome edificio = Loggia dei Cavalieri
|immagine = La Loggia dei Cavalieri.jpg
|didascalia = Loggia dei Cavalieri: Fronte sud-ovest
|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-VEN}}
|città = Treviso
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
|indirizzo =
|latitudine =
|longitudine =
|coord titolo =
|stato = <!-- di default è "in uso" -->
|periodo costruzione = [[1276]]-[[1276|77]]
|inaugurazione =
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}}
 
La '''Loggia dei cavalieri''' (in latino: ''lobia'' o ''loggia militum'') è un edificio tra i più rappresentativi del centro storico di [[Treviso]]. È situata all'incrocio tra via Martiri della Libertà e via Indipendenza (agli antichi ''[[decumano|decumanus]]'' e ''[[Cardine (storia romana)|cardo]]'' ''maximi''), probabilmente nel luogo dell'antico [[Forum (luogo)|foro]] della ''Tarvisium'' romana.
 
Simbolo del potere politico assunto dai nobili nel periodo del [[Comune medievale|Libero Comune]], fu costruita durante la [[Podestà di Treviso|podesteria]] di Giacomo (o Andrea) da Perugia ([[1276]]-[[1276|77]]) come luogo di convegni, conversazioni, giochi per la nobiltà, i ''Cavalieri'', appunto.
 
La Loggia è un esempio di [[Architettura romanica|romanico]] trevigiano, qui influenzato dall'[[architettura bizantina]].
Il sacrario si trova all'interno del [[Vittoriano]] a [[Roma]] e il suo ingresso è situato lungo [[via dei Fori Imperiali]], all'interno del [[Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano]].<ref>{{cita web|url= http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/default.aspx|titolo= Museo Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate al Vittoriano|accesso= 14 marzo 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180314175457/http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/default.aspx|dataarchivio= 14 marzo 2018}}</ref>. Dall'interno del Sacrario delle Bandiere si accede alla cripta del [[Milite Ignoto (Italia)|Milite Ignoto]], locale da cui è possibile vedere il lato del [[sacello]] della tomba del soldato sconosciuto che dà verso gli spazi interni del Vittoriano<ref name=Tobia102-103>{{Cita|Tobia|pp. 102-103}}.</ref>.
 
== Storia ==
Sebbene il cronista [[Bartolomeo Zuccato]] dichiari che la costruzione avvenne nel [[1194]], sotto la podesteria di [[Gigo Burro]] (incerta tra il [[1194]] e il [[1198]]-[[1199|99]]),<ref>Bartolomeo Zuccato, ''Cronaca'', p. 270.</ref> l'iscrizione trovata sotto il cornicione fa sorgere il dubbio che l'edificio sia stato costruito tra [[1276]] e il [[1277]], tempo della podesteria di Giacomo da Perugia.<ref>Molte fonti riportano in alternativa il nome "Andrea". Oltre ai luoghi di Marchesan, Bailo e Coletti richiamati nel periodo successivo, il nome "Giacomo" viene accettato anche da Renucci in ''La Loggia dei Cavalieri in Treviso'', p.26. e Manzato in ''Storia di Treviso'', II vol., p.445.</ref> Tale iscrizione, come sostiene [[Angelo Marchesan]],<ref>Angelo Marchesan, ''Treviso medievale'', voll. II, pp. 70-75.</ref> potrebbe invero riferirsi alla sola decorazione pittorica, ad avviso di [[Luigi Bailo]]<ref>Luigi Bailo, ''Guida della Città di Treviso'', p.21.</ref> e [[Luigi Coletti]],<ref>Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', p.35.</ref> invece, la generica espressione ''hoc opus factum est'' in una scritta che doveva occupare tutto un lato del monumento si riferirebbe all'intero edificio.
[[File:Sacello Milite Ignoto Roma.jpg|thumb|left|Il sacello del Milite Ignoto visibile dalla cripta interna al Vittoriano, il cui accesso si trova all'interno del Sacrario delle Bandiere]]
 
Già alla fine del Quattrocento la loggia, otturate le ampie arcate e chiusa da portoni, divenne magazzino, come dimostrano i numerosi contratti stipulati dai rappresentanti del Collegio dei nobili. Furono in seguito addossate numerose costruzioni.
Le premesse dell'istituzione di un "Sacrario delle Bandiere" si ebbero durante una manifestazione che avvenne il 24 maggio 1935, organizata al [[Vittoriano]], che era dedicata al ventennale dell'entrata in guerra dell'Italia nel [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]]<ref name=Tobia>{{cita libro|cognome=Tobia|nome=Bruno|titolo=L'Altare della Patria|editore=Il Mulino|anno=2011|ISBN=978-88-15-23341-7|p=101}}</ref>.
 
Andato sempre più in abbandono il monumento rischiò di scomparire prima, alla fine del [[XIX secolo]], quando ne fu proposta la demolizione per creare una piazza, quindi durante il [[bombardamento di Treviso]] del [[1944]].<ref>[https://www.flickr.com/photos/societa-iconografica-trivigiana/5936660609/in/photostream Foto] della loggia l'indomani del bombardamento.</ref>
Nell'occasione fu effettuato il trasferimento al Vittoriano delle bandiere di guerra dei reggimenti disciolti, che erano in precedenza conservate a [[Castel Sant'Angelo]]<ref name=Tobia/>. Lo spazio espositivo del Sacrario delle Bandiere fu poi inaugurato e aperto al pubblico decenni dopo, nel 1968<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/IlSacrariodellebandierealVittoriano.aspx|titolo=Il Sacrario delle Bandiere al Vittoriano|accesso= 16 gennaio 2017}}</ref>.
 
Il restauro è avvenuto in più fasi: nei primi anni del Novecento si provvide a demolire gli edifici aprendo le attuali piazza Carducci e piazza Crispi,<ref>[https://www.flickr.com/photos/societa-iconografica-trivigiana/5937446980/in/photostream Foto] di "piazza Esperia", oggi Crispi, vista attraverso un arco della loggia</ref> [[Ferdinando Forlati]] intervenne quindi dopo il bombardamento, un più radicale restauro fu affrontato alla fine degli anni ottanta.
Il Sacrario delle Bandiere accoglie e custodisce le [[bandiera di guerra|bandiere di guerra]] dei reparti disciolti, delle unità navali radiate dal quadro del naviglio dello Stato, nonché le Bandiere degli Istituti militari e delle unità appartenenti ai [[corpi armati dello Stato]] ([[Esercito Italiano]], [[Aeronautica Militare]], [[Marina Militare]], [[Arma dei Carabinieri]], [[Polizia di Stato]], [[Corpo di polizia penitenziaria|Polizia penitenziaria]] e [[Guardia di Finanza]])<ref name=marina />.
 
Nell'autunno 2013, nell'ambito di nuove operazioni di manutenzione e restauro, sono state scoperte porzioni di affreschi nell'infradosso delle volte.<ref>[http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/10/12/news/scoperti-ai-trecento-affreschi-medievali-1.7910918 Scoperti affreschi medievali ai Trecento], ''La Tribuna di Treviso'', 12 ottobre 2013.</ref>
Dall'interno del Sacrario delle Bandiere si accede alla cripta del [[Milite Ignoto (Italia)|Milite Ignoto]], locale da cui è possibile vedere il lato del [[sacello]] della tomba del soldato sconosciuto che dà verso gli spazi interni del Vittoriano<ref name=Tobia102-103 /> AL cripta si trova quindi in corrispondenza dell'Altare della Patria, da cui invece si può vedere il lato della tomba che dà verso l'esterno dell'edificio<ref name=Tobia103>{{Cita|Tobia|p. 103}}.</ref>. L'area intorno alla cripta del Milite Ignoto è stata adeguatamente valorizzata. All'interno di essa si può vedere, su uno schermo, il filmato originale che racconta il viaggio in treno del Milite Ignoto da [[Aquileia]] a [[Roma]], dove fu pi seppellito<ref name=marina />.
 
Nel corso dell'anno la Loggia dei Cavalieri viene utilizzata per mercatini di libri antichi, convegni, mostre artistiche, concerti e rassegne musicali.
== Le esposizioni ==
[[File:Flag from Vittoriano.jpg|thumb|left|Bandiera militare del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] con puntali, conservata al Sacrario delle bandiere del Vittoriano]]
[[File:Bandiera di Bompresso incrociatore Garibaldi (1899).jpg|thumb|[[Bandiera di bompresso]] dell'incrociatore ''Garibaldi'' (1899)]]
 
==Descrizione==
Il Sacrario delle Bandiere ha lo scopo di conservare le bandiere di combattimento delle unità militari disciolte e dei vessilli militari in uso dal [[Risorgimento]] fino al termine del [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]]. Al piano inferiore trovano posto le bandiere e gli stemmi di combattimento delle unità della [[Marina Militare]], mentre al piano superiore sono esposte le bandiere di guerra delle unità abolite dalle varie componenti delle forze armate<ref name=marina/>.
===Architettura===
[[File:La Loggia dei Cavalieri dietro.jpg|thumb|Fronte nord-est]]
La costruzione [[laterizio]], in parte intonacato, ad un unico vano a pianta trapezoidale dai lati quasi uguali, sorge sopra uno [[Zoccolo (architettura)|zoccolo]] con gradone in pietra viva.
 
La parete a nord-ovest è liscia e compatta; su ciascuna delle altre tre si aprono cinque grandi [[Arco (architettura)|archi]] a tutto sesto, sorgenti da colonne poggianti su basso parapetto interrotto, in corrispondenza degli archi centrali e di due laterali, per permettere l'accesso alla loggia. Le colonne in pietra viva, di un sol pezzo, hanno sezione quadrangolare, [[capitello]] a piramide tronca rovesciata liscio a collarino. Gli archi agli angoli si saldano a solide spalle in muratura.
La sezione al piano inferiore, quella che conserva i cimeli relativi alla Marina Militare, è conosciuta come ''Museo Sacrario della Marina Militare Italiana''<ref name=marina/>. È stata inaugurata il 14 giugno 1961 durante le celebrazioni del [[anniversario dell'Unità d'Italia|centenario dell'Unità d'Italia]], che corrispose anche al centenario di fondazione della [[Regia Marina]]<ref name=marina/>, Arma navale del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] fino al 18 giugno 1946, quando con la proclamazione della [[Repubblica Italiana|Repubblica]] assunse la nuova denominazione di [[Marina Militare]]<ref name=MMIdopoguerra>{{Cita web|titolo= La nostra storia - Dal dopoguerra agli anni '60|editore= Marina Militare italiana|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/storianavale/Pagine/daldopoguerra.aspx|accesso= 30 gennaio 2015}}</ref>. Grazie a questo ''escursus'' espositivo, è raccontata la storia della Marina Militare italiana<ref name=marina />.
 
Nel centro (non corrispondente però con il centro statico del tetto) una importante colonna in [[pietra d'Istria]] su triplice [[Dado (architettura)|dado]] in pietra e mattoni con capitello a piramide tronca ad angoli smussati.
La bandiera più antica custodita nel Museo Sacrario della Marina Militare Italiana è del 1860: apparteneva al [[piroscafo]] {{nave||Lombardo|nave|2}}, che partecipò insieme al {{nave||Piemonte|nave|2}} alla [[spedizione dei Mille]]<ref name=romartguide>{{cita web|url= http://www.romartguide.it/italiano/schedemusei/MuseoDelVittoriano.html|titolo= Museo centrale del Risorgimento - Complesso del Vittoriano|accesso= 2 marzo 2016|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160305105630/http://www.romartguide.it/italiano/schedemusei/MuseoDelVittoriano.html|dataarchivio= 5 marzo 2016}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Maiorino|nome= Tarquinio|coautori= Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami|titolo= Il tricolore degli italiani. Storia avventurosa della nostra bandiera|editore= Arnoldo Mondadori|città= Milano|anno= 2002|ISBN= 978-88-04-50946-2|p=285}}</ref>. Altra bandiera antica che risale al 1860 appartenne alla [[Garibaldi (pirofregata)|fregata Giuseppe Garibaldi]], un tempo facente parte della flotta del [[Regno delle due Sicilie]] con il nome di ''Borbone'', che fu poi acquisita dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] a [[Proclamazione del Regno d'Italia|unità nazionale compiuta]].
[[File:Maiale SLC.jpg|thumb|Il Siluro a lenta corsa conservato al ''Sacrario delle Bandiere'']]
[[File:Resti del sommergibile Scirè.jpg|miniatura|destra|Resti del sommergibile {{nave||Scirè|sommergibile|2}}]]
 
La copertura in [[Coppo (tegola)|coppi]] è sorretta da una complessa struttura di travi lignee. Il coperto sporge dai tre lati aperti sorretto da [[Modiglione|modiglioni]] in legno a profilo seghettato.
Tra i cimeli conservati al Museo Sacrario della Marina Militare Italiana è degno di menzione il [[motoscafo armato silurante]] [[MAS 15]] con il quale l'allora sottotenente di vascello [[Luigi Rizzo]] compì il 10 giugno 1918 l'audace [[Impresa di Premuda|impresa che gli valse la medaglia d'oro]]: da [[Ancona]] raggiunse l'isola di [[Premuda (isola)|Premuda]] e riuscì ad affondare la nave da battaglia austro-ungarica {{nave|SMS|Szent István||6}}. Vi è anche un ''[[siluro a lenta corsa]]'' (in gergo, ''maiale''), mezzo d'assalto molto diffuso nel secondo conflitto mondiale. Nel museo è conservata anche la torretta del sommergibile {{nave||Scirè|sommergibile|2}}, affondato in battaglia il 10 agosto 1942<ref name=marina/>. Lo ''Scirè'' partecipò, il 19 dicembre 1941, a una celebre azione di guerra, chiamata [[impresa di Alessandria]], durante la quale i siluri a lenta corsa della Regia Marina danneggiarono pesantemente due corazzate britanniche, la ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|Queen Elizabeth]]'' e ''[[HMS Valiant (02)|Valiant]]'', e una petroliera, la ''Sagona''<ref name=marina/>.
 
===Decorazione===
Presso il Museo Sacrario della Marina Militare Italiana sono poi custoditi anche cimeli relativi alle guerre, soprattutto risorgimentali, a cui hanno preso parte le unità militari e le unità navali della Regia Marina. Nei saloni si possono ammirare 272 bandiere di guerra, 82 stendardi navali e 220 [[Cofano portabandiera|cofani portabandiera]] dal 1861, anno della [[proclamazione del Regno d'Italia]], ad oggi<ref name=marina/>. Le bandiere sono spesso custodite in cofani che sono stati donati da associazioni e da città italiane<ref name=marina/>. Alcune bandiere sono state lacerate dai militari che le avevano in custodia durante le guerre con l'obiettivo di nasconderle e non farle cadere in mano al nemico. A conflitti terminati, queste bandiere sono state poi ricomposte<ref name=marina/>.
[[File:La Loggia dei Cavalieri interno.jpg|left|thumb|Interno]]
La loggia è stata decorata ad [[affresco]] in due momenti e gli starti di intonaco risultano oggi per lo più sovrapposti. La prima decorazione fu probabilmente realizzata tra [[1276]] e il [[1277]]. Il secondo starato di affreschi è databile [[1313]]-[[1314|14]], in seguito alla rivoluzione aristocratica che portò alla cacciata dei [[da Camino]].
 
Gli affreschi sono stati riprodotti in acquarello da [[Enrico Stummel]], [[Enrico Nono]] e soprattutto da [[Antonio Carlini]] il quale mise in luce l'iscrizione sottostante il cornicione e ipotizzò un modello ricostruttivo del monumento.
Altri cimeli della Marina Militare degni di nota sono le bandiere della [[pirofregata]] ''[[Re di Portogallo (pirofregata)|Re di Portogallo]]'', della [[Nave da battaglia|corazzata]] ''[[Caio Duilio (nave da battaglia 1876)|Caio Duilio]]'', della [[nave scuola]] ''[[Cristoforo Colombo (veliero)|Cristoforo Colombo]]'', dell'[[incrociatore]] ''[[Carlo Alberto (incrociatore)|Carlo Alberto]]'', del [[cacciatorpediniere]] ''[[Nicoloso da Recco (cacciatorpediniere)|Nicoloso da Recco]]'', della corazzata ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', della corazzata ''[[Littorio (nave da battaglia)|Italia]]'', della corazzata ''[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]]'', nonché dei [[Dirigibile|dirigibili]] ''[[Città di Jesi]]'' e ''[[Città di Ferrara]]''<ref name=marina/>. L'incrociatore ''Carlo Alberto'' fu usato negli esperimenti di [[Guglielmo Marconi]], che portarono all'invenzione della [[Radio (apparecchio)|radio]]<ref name=marina/>. Sono presenti anche bandiere appartenenti a [[Sommergibile|sommergibili]]<ref name=marina/>.
 
Della decorazione più antica è ancora visibile l'iscrizione in grandi caratteri [[Onciale|onciali]] romanici neri su bianco:
Come già accennato, al Museo Sacrario della Marina Militare Italiana è affiancato, al piano superiore, un altro spazio espositivo del Sacrario delle Bandiere che conserva le bandiere degli Istituti militari e delle unità appartenenti agli altri [[corpi armati dello Stato]], ovvero [[Esercito Italiano]], [[Aeronautica Militare]], [[Arma dei Carabinieri]], [[Polizia di Stato]], [[Corpo di polizia penitenziaria|Polizia penitenziaria]] e [[Guardia di Finanza]]<ref name=marina />.
{{citazione|''Hoc opus factum est tempore nobili[s dni d]ni Andreae de dno Iacobo de Perusio Pot. T...''}}
Il rimanente di tale decorazione doveva essere a finti mattoni con qualche stemma<ref>Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', p. 32.</ref>.
 
== Tarantola e il Nano della Loggia ==
== Note ==
 
Negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, nell'edificio erano presenti un gran banco di libri usati ed antichi gestito dalla famiglia Tarantola, librai ambulanti originari di [[Pontremoli]], e il vicino banco di Tiziano Torzo, il "Nano della Loggia", che vendeva fiori, giocattoli ed antiquariato, "con una indovinata varietà di generi".<ref>Giovanni Netto, ''Guida di Treviso'', p. 254.</ref> "Tarantola" è divenuta in seguito una normale libreria in attività fino al [[2015]], mentre la bancarella di giocattoli, spostata in seguito al restauro nell'adiacente piazza Crispi, aveva già chiuso definitivamente nel 2005.<ref>''C'era una volta il Nano della Loggia'', [https://leisole.blogspot.it/2005/02/cera-una-volta-il-nano-della-loggia.html blogspot.it]</ref>
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Luigi Bailo, ''Guida della città di Treviso'', 1872.
* {{cita libro|cognome= Tobia|nome= Bruno|titolo= L'Altare della Patria|editore= Il Mulino|anno= 2011|ISBN= 978-88-15-23341-7|cid= Tobia}}
*Angelo Marchesan, ''Treviso medievale, Istituzioni, usi, costumi, aneddoti, curiosità'', Treviso, 1923, 3<sup>a</sup> ristampa anastatica con presentazione e aggiornamento bibliografico di L. Gargan, Bologna, Atesa, 1990. ISBN 88-7037-022-4
 
*Luigi Coletti, ''Catalogo delle cose d'arte e di antichità di Treviso'', Libreria dello Stato, Roma, 1935.
== Voci correlate ==
*Giovanni Netto, ''Guida di Treviso'', Edizioni LINT, Trieste, 1988.
* [[Bandiera di guerra]]
*AA.VV., ''Storia di Treviso'', 4 volumi, a cura di Ernesto Brunetta, Marsilio, 1993.
* [[MAS 15]]
*Gianni Anselmi, a cura di, ''La Loggia dei Cavalieri in Treviso'', Treviso, 2000.
* [[Impresa di Premuda]]
* [[Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano]]
* [[Vittoriano]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul|etichetta=Sacrario delle Bandiere}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.marina.difesa.it/storiacultura/ufficiostorico/musei/sacrario/Pagine/IlSacrariodellebandierealVittoriano.aspx|''Il Sacrario delle Bandiere'' sul portale web della Marina Militare}}
 
{{Architetture di Treviso}}
{{Forze armate italiane}}
{{portale|architettura|Treviso}}
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[[Categoria:Logge del Veneto|Treviso]]