Enrico Cialdini e Týn nad Bečvou: differenze tra le pagine

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{{Divisione amministrativa
{{Carica pubblica
|Nome = Týn nad Bečvou
|nome = Enrico Cialdini
|Nome ufficiale =
|immagine = Paolo Calvi - ritratto di Enrico Cialdini - litografia - 1850-1860.jpg
|Panorama = Týn nad Bečvou, celkový pohled.jpg
|didascalia =
|Didascalia = Panorama dall'alto
|carica = [[Senato del Regno d'Italia|Senatore del Regno d'Italia]]
|mandatoinizioBandiera =
|mandatofineVoce bandiera =
|Stemma = Tyn nad Becvou CoA CZ.jpg
|legislatura = [[Senatori dell'VIII legislatura del Regno d'Italia|VIII]]
|gruppoVoce parlamentarestemma =
|coalizioneStato = CZE
|circoscrizioneNote stato =
|Grado amministrativo = 3
|collegio =
|tipo nominaTipo =
|Divisione amm grado 1 = Olomouc
|incarichi =
|Divisione amm grado 2 = Přerov
|sito =
|partitoCapoluogo =
|Amministratore locale =
|tendenza =
|Partito =
|titolo di studio =
|almaData materelezione =
|Lingue ufficiali =
|professione =
|Data istituzione =
|firma =
|Data soppressione =
|Latitudine decimale = 49.510833
|Longitudine decimale = 17.623333
|Altitudine =
|Superficie = 11.99
|Note superficie =
|Abitanti = 853
|Note abitanti =
|Aggiornamento abitanti = 2012
|Sottodivisioni =
|Sottosottodivisioni =
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Codice postale = 751 32, 753 54
|Prefisso =
|Codice ISO =
|Codice catastale =
|Zona sismica =
|Gradi giorno =
|Diffusività =
|Nome abitanti =
|Patrono =
|Festivo =
|PIL =
|PIL procapite =
|PIL PPA =
|PIL procapite PPA =
|Immagine localizzazione =
|Mappa =
|Didascalia mappa =
|Incipit =
|Categoria =
}}
'''Týn nad Bečvou''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Thein'') è un [[Comuni della Repubblica Ceca|comune]] della [[Repubblica Ceca]] facente parte del [[distretto di Přerov]], nella [[regione di Olomouc]].
{{Infobox militare
[[File:Helfstyn (2009).JPG|thumb|left|Il complesso di Helfštýn]]
|Nome = Enrico Cialdini
[[File:Helfst07.JPG|thumb|left|Il ponte sul fossato]]
|Immagine = Litografia ballagny, fine XIX sec. gen. enrico cialdini.JPG
== Il castello di Helfštýn ==
|Didascalia =
Si tratta di una [[fortezza]] edificata all'inizio del [[XIV secolo]] e ampliata, a più riprese, fino all'anno 1746.<ref>{{cita web|url=http://www.prerovmuzeum.cz/en/helfstyn-castle|titolo=Sito ufficiale del castello|lingua=en|accesso=7 novembre 2015}}</ref>
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 8 agosto [[1811]]
|Nato_a = [[Castelvetro di Modena]]
|Data_di_morte = 8 settembre [[1892]]
|Morto_a = [[Livorno]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita = {{Bandiera|ESP 1785-1931}} [[Restaurazione borbonica in Spagna|Regno di Spagna]]<br />{{SAR 1816-1848}}<br />{{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata = {{simbolo|Emblem of the Spanish Army.svg|25}} [[Esercito spagnolo]]<br />{{simbolo|Flag of the Kingdom of Sardinia (1848-1851).svg|25}} [[Regia Armata Sarda]]<br />{{simbolo|Flag of Italy (1860).svg|25}} [[Regio Esercito]]
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto=
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[Generale d'armata]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra d'indipendenza italiana]]<br />[[Seconda guerra d'indipendenza italiana]]<br />[[Terza guerra d'indipendenza italiana]]
|Campagne =
|Battaglie = [[Battaglia di Villata]]<br>[[Battaglia di Castelfidardo]]<br />[[Assedio di Gaeta (1860)]]
|Comandante_di =
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = Diplomatico
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Enrico
|Cognome = Cialdini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castelvetro di Modena
|GiornoMeseNascita = 8 agosto
|AnnoNascita = 1811
|LuogoMorte = Livorno
|GiornoMeseMorte = 8 settembre
|AnnoMorte = 1892
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Attività3 =
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =, tra le figure di maggior rilievo militare nel [[Risorgimento]], in particolare durante la [[campagna piemontese in Italia centrale]] del 1860, l'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]], la repressione del [[Brigantaggio postunitario italiano|brigantaggio postunitario]] e la [[terza guerra d'indipendenza italiana]]
}}
La sua figura è stata tuttavia, a partire dai primi anni del [[XXI secolo]], al centro di progressive critiche e controversie per i suoi duri metodi nelle fasi centrali della lotta al brigantaggio nel meridione d'Italia e, in particolare, per il cosiddetto [[massacro di Pontelandolfo e Casalduni]].
 
Al pianterreno del palazzo è possibile visitare una esposizione di opere di [[fucina]]. Nell'area del castello si svolge ogni anno il festival ''Hefaiston'', incontro internazionale dei [[fabbro|fabbri]] artigiani.<ref>{{cita web|url=http://www.prerovmuzeum.cz/en/helfstyn-castle/hefaiston/history-of-hefaiston|titolo=History of Hefaiston|lingua=en|accesso=7 novembre 2015}}</ref>
== Biografia ==
=== I primi anni e l'esilio ===
Nacque da Giuseppe, ingegnere, e Luigia Santyan y Velasco, di origine spagnola; si trasferì durante l'infanzia nella vicina [[Reggio Emilia]].
 
Studiò [[medicina]] fino al [[1831]] quando, coinvolto nei moti di rivolta dei ducati e della [[Romagna]], fu costretto ad emigrare prima in [[Francia]] poi in [[Portogallo]], dove iniziò la carriera militare.
 
In seguito combatté in [[Spagna]] nella [[guerre carliste|prima guerra carlista]] contro la fazione monarchico legittimista, come il conterraneo [[Manfredo Fanti]], col grado di [[colonnello]]. Sempre in Spagna conobbe e sposò, nel 1845, Maria Martinez de León.
 
=== Il rientro in Italia e le guerre di indipendenza ===
Rientrato in [[Italia (regione geografica)|Italia]] nel [[1848]], nel corso della [[Prima guerra d'indipendenza italiana|Prima guerra d'indipendenza]] servì sotto il generale [[Giacomo Durando|Durando]] e i pontifici alla [[battaglia di Monte Berico]] ([[Vicenza]]) dove venne ferito. Rimasto nell'esercito piemontese, partecipò al corpo di spedizione italiano alla [[guerra di Crimea]] col grado di generale.
 
Nel corso della [[Seconda guerra di indipendenza italiana|Seconda guerra d'indipendenza]] fu a [[battaglia di Palestro|Palestro]] nel [[1859]] e l'anno successivo all'[[Assedio di Ancona (1860)|assedio di Ancona]], venendo promosso a Generale d'armata il 6 ottobre [[1860]], dopo l'importante vittoria sui pontifici ottenuta a [[Castelfidardo]] il 18 settembre, transitando attraverso [[Porta Rimini]] a [[Pesaro]] l'11 settembre. Proseguendo verso sud, alla guida del IV Corpo d'Armata, prese parte alla [[battaglia del Macerone]], quindi alla [[Battaglia del Garigliano (1860)|battaglia del Garigliano]] e fu comandante all'[[assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]], al termine del quale gli venne conferito il titolo di [[Duca di Gaeta]].
 
=== La repressione del brigantaggio ===
[[File:Cialdini2.jpg|miniatura|sinistra|Enrico Cialdini]]
{{Citazione|Enrico Cialdini, nel 1861 plenipotenziario a Napoli del re Vittorio II. In quel suo rapporto ufficiale sulla cosiddetta "guerra al brigantaggio", Cialdini dava queste cifre per i primi mesi e per il solo Napoletano: 8&#160;968 fucilati, tra i quali 64 preti e 22 frati; 10&#160;604 feriti; 7&#160;112 prigionieri; 918 case bruciate; 6 paesi interamente arsi; 2&#160;905 famiglie perquisite; 12 chiese saccheggiate; 13&#160;629 deportati; 1&#160;428 comuni posti in stato d'assedio. E ne traevo una conclusione oggettiva: ben più sanguinosa che quella con gli stranieri, fu la guerra civile tra italiani|Vittorio Messori, ''Le cifre del generale Cialdini''<ref>tratto da: La sfida della fede. Fuori e dentro la Chiesa: la cronaca in una prospettiva cristiana, Paoline, Milano 1993</ref>}}
Dopo la resa di Gaeta, nell'agosto [[1861]] Cialdini venne inviato a [[Napoli]], con poteri eccezionali per affrontare l'emergenza del cosiddetto [[Brigantaggio postunitario italiano|brigantaggio]] (pochi giorni prima, il 15 luglio, era stato nominato [[luogotenente]] del Re [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] nelle province continentali dell'ex [[Regno delle Due Sicilie]]). In questa fase, comandò una dura repressione del fenomeno attraverso un sistematico ricorso ad arresti in massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie, vaste azioni contro centri abitati.
[[File:Allegoria italia post1861.jpg|miniatura|Allegoria della situazione italiana postunitaria: l'Italia indica i suoi nemici al generale Cialdini.]]
L'obiettivo strategico consisteva nel ristabilire le vie di comunicazione e conservare il controllo dei centri abitati. Gli strumenti a sua disposizione venivano, nel frattempo, incrementati con l'istituto del [[domicilio coatto]] e la moltiplicazione delle [[taglia (ricompensa)|taglie]]. Le forze a sue disposizione consistevano in circa 22.000 uomini, presto passati a 50.000 nel dicembre del [[1861]]; in tali condizioni Cialdini poté mantenere l'iniziativa, giungendo ad eliminare le grandi bande a cavallo ed i loro migliori comandanti e, soprattutto, ad estinguere il cosiddetto "focolaio lucano".
 
Con l'azione di Cialdini la lotta contro il brigantaggio raggiunse il risultato strategico principale, cancellando le premesse per una possibile sollevazione generale delle province meridionali. Con estrema severità, non solo contro i briganti stessi, ma anche contro la popolazione accusata di appoggiarli, talvolta senza alcun fondamento, il generale ottenne lo scopo di annientare completamente il brigantaggio, sebbene l'attività brigantesca avesse perso, ormai, i connotati di azione collettiva e, al contempo, l'appoggio popolare, degenerando, vieppiù, in mero banditismo.
 
Cialdini fu responsabile del [[massacro di Pontelandolfo e Casalduni]], compiuto dal Regio Esercito ai danni della popolazione civile dei due comuni il 14 agosto 1861. Tale atto fu la conseguenza dell'uccisione di 45 militari dell'esercito piemontese (un ufficiale, quaranta bersaglieri e quattro carabinieri), avvenuta alcuni giorni prima ad opera di alcuni "briganti" e di contadini del posto che li avevano fatti prigionieri. I due piccoli centri vennero quasi rasi al suolo tramite fuoco, lasciando circa 3.000 persone senza dimora.
Il numero di vittime è tuttora incerto, ma compreso tra il centinaio e il migliaio. Furono violentate e uccise le donne, l'esercito saccheggiò tutti i beni, chi non morì fucilato fu arso vivo all'interno delle abitazioni dei due paesi.
 
Celebre una frase dell'ordine dato da Cialdini al suo luogotenente [[Pier Eleonoro Negri|Negri]] prima dell'azione: "Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra".<ref>[https://books.google.it/books?id=I5naAAAAMAAJ&q=di+casalduni+e+pontelandolfo+non+rimanga+pietra+su+pietra&dq=di+casalduni+e+pontelandolfo+non+rimanga+pietra+su+pietra&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjizfrC8LjTAhWPYlAKHRR8Cf44ChDoAQgrMAI Giovanni De Matteo, ''Brigantaggio e Risorgimento: legittimisti e briganti tra Borbone e i Savoia'', A. Guida 2000]</ref> Al termine dell'operazione, il suo luogotenente inviò il seguente messaggio:
{{citazione|Giovedi 15 agosto 1861. Ieri mattina all'alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni. Essi bruciano ancora.|Messaggio telegrafico del Tenente colonnello [[Pier Eleonoro Negri]] inviato al Generale Enrico Cialdini. [[Fragneto Monforte]], 15 agosto 1861.<ref>[https://books.google.it/books/about/Difesa_del_duca_di_Modena_contro_le_accu.html?id=QRUvAAAAYAAJ&redir_esc=y Marchese di Norman: ''Difesa del Duca di Modena'']''edizione Emiliana'', [[Venezia]] [[1862]] (pagina 29)</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=mmTbCgAAQBAJ&pg=PT60&dq=essi+bruciano+ancora&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwif_Jmwis_TAhUiJMAKHZYHDAIQ6AEIHDAA#v=onepage&q=Essi%20bruciano%20ancora&f=false Angelo Del Boca: '' Italiani, brava gente?] Biblioteca Neri Pozza, Edizioni.</ref>}}
 
La feroce reazione contro la popolazione inerme ad opera del reparto inviato, fu la risposta all'uccisione di 45 militari (bersaglieri e carabinieri) del Regno d'Italia, che, nonostante si fossero arresi, furono comunque uccisi dagli antagonisti:
{{citazione|Il tenente Bracci fu torturato per circa otto ore, prima di venire ucciso a colpi di pietra. La testa gli fu tagliata e venne infilzata su d'una croce, posta nella chiesa di Pontelandolfo. Una sorte analoga toccò a tutto il suo reparto, i cui soldati finirono uccisi a colpi di scure, di mazza, dilaniati dagli zoccoli di cavalli ecc.
Sei militari, già gravemente feriti, furono massacrati a colpi di mazza. Un cocchiere si segnalò per il suo comportamento, facendo passare e ripassare dei cavalli al galoppo sopra i corpi dei soldati, alcuni moribondi, altri solo feriti ma impossibilitati a muoversi perché legati.
Fu allora inviato un altro reparto militare, questa volta di ben maggiore forza, comandato dal tenente colonnello Pier Eleonoro Negri e costituito da 400 bersaglieri.
Quando entrarono a Pontelandolfo, il 14 agosto del 1861, questi soldati, che già sapevano della strage dei propri commilitoni arresisi, videro che i loro stessi corpi erano stati smembrati ed appesi dai briganti come trofei in diverse parti della località, con il capo mozzo del tenente Bracci che era stato conficcato su d'una croce, come si è detto sopra.|da Il Nuovo Monitore Napoletano<ref>[http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1468%3Aconsiderazioni-sui-fatti-di-pontelandolfo-e-casalduni&catid=85&Itemid=28 Il Nuovo Monitore Napoletano - Considerazioni sui fatti di Pontelandolfo e Casalduni]</ref>.}}
 
=== La fine della luogotenenza e la terza guerra d'indipendenza ===
Alla fine del 1861 fu soppresso l'istituto della luogotenenza, e Cialdini fu nominato commissario straordinario in Sicilia; in tale veste ebbe un ruolo di primo piano nell'azione militare che fermò [[Giuseppe Garibaldi]] sull'[[Giornata dell'Aspromonte|Aspromonte]].
 
Nel corso della [[Terza guerra d'indipendenza italiana|Terza guerra d'indipendenza]] ebbe il comando di una delle due armate italiane, quella schierata a sud del [[Po]] verso [[Mantova]] e [[Rovigo]]. Per tutta la prima parte della guerra non assunse alcuna posizione offensiva, limitandosi ad azioni dimostrative. Solo dopo che il [[capo di stato maggiore]] generale [[Alfonso La Marmora]] era stato sconfitto dagli austriaci a [[battaglia di Custoza (1866)|Custoza]], iniziò l'assedio della fortezza austriaca di [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]], a sud del Po; gli venne dunque affidato il grosso dell'esercito e guidò l'avanzata italiana dal Po da [[Ferrara]] fino all'[[Isonzo]].
 
=== La carriera politica ===
[[File:Enrico Cialdini.gif|miniatura|Primo piano di Cialdini nel 1860]]
Eletto deputato al primo ([[1860]]) ed al secondo ([[1861]]) parlamento italiano nella circoscrizione di [[Reggio Emilia]], il 13 marzo [[1864]] venne nominato senatore da [[Vittorio Emanuele II di Savoia]].
 
Nel [[1869]], venne nominato da Vittorio Emanuele II ambasciatore speciale in Spagna, al fine di favorire un esponente della Casa Savoia al trono vacante ([[successione spagnola del 1870]]). Il tentativo ebbe successo il 6 novembre del [[1870]], quando le ''cortes'' designarono Amedeo d'Aosta quale nuovo re di Spagna, con il titolo di [[Amedeo I di Spagna]]. All'abdicazione di Amedeo, l'11 febbraio del [[1873]], Cialdini passò ad ambasciatore italiano in [[Francia]] fino al [[1881]], quando prese definitivo congedo dalla vita politica.
 
== Revisione storica della figura di Cialdini ==
La figura di Enrico Cialdini, lungamente considerata eroica dalla storiografia risorgimentale, è stata più recentemente oggetto di un processo di [[Revisionismo storiografico|revisione storica]] che lo ha fatto diventare il centro di numerose critiche e disconoscimenti. In particolare, il paese di Pontelandolfo è stato riconosciuto come "luogo della memoria" per il massacro perpetrato ai danni di cittadini inermi<ref>[http://www.repubblica.it/rubriche/camicie-rosse/2010/08/27/news/il_massacro_dimenticato_di_pontelandolfo_quando_i_bersaglieri_fucilarono_gli_innocenti-6543288/ Il masstacro dimenticato di Pontelandolfo quando i bersaglieri fucilarono gli innocenti] repubblica.it</ref>, tanto che l'ex Presidente del Consiglio [[Giuliano Amato]] ha chiesto ufficialmente scusa alla "città martire" nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'unificazione italiana<ref>[http://www.corriere.it/unita-italia-150/11_agosto_16/stella_pontelandolfo_0226ea0a-c7f2-11e0-9dd1-bf930586114f.shtml Pontelandolfo, scuse per un massacro. Il Corriere della Sera, Accesso il 21 aprile 2017]</ref>. Alle scuse di Amato sono seguite anche quelle di [[Graziano Delrio]], nel 2011 sindaco di [[Reggio Emilia]] (città che oltre ad avere intitolato al generale una strada e il palazzo della questura, ospita anche un busto del generale nel porticato centrale del municipio), pronunciate alla presenza del vicesindaco di Pontelandolfo proprio sotto il busto di Cialdini, non senza qualche imbarazzo dell'amministrazione comunale.<ref>[http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2017/03/22/news/reggio-emilia-strade-caserma-e-un-busto-dedicati-allo-stragista-cialdini-eroe-diventato-scomodo-1.15072953 Reggio Emilia: strada, caserma e un busto dedicati allo stragista Cialdini] gazzettadireggio.gelocal.it</ref>
 
Negli anni seguenti l'unità nazionale, non poche città intitolarono piazze o strade a Cialdini, esposero suoi busti o gli concessero la cittadinanza onoraria. Tuttavia, a partire dai primi anni del [[XXI secolo]] diverse città, come [[Venezia]]<ref>[http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2014/01/04/news/mestre-cambia-il-nome-di-piazzale-cialdini-1.8405968 Mestre, cambia il nome di piazzale Cialdini - Cronaca - La Nuova di Venezia]</ref>, [[Catania]], [[Palermo]]<ref>[http://www.inuovivespri.it/2016/02/23/palermo-si-sveglia-si-alla-mozione-contro-la-via-dedicata-allassassino-cialdini-al-suo-posto-giovanni-lo-porto/ Inuovivespri.it, ''Palermo si sveglia: sì alla mozione contro la via dedicata all’assassino Cialdini. Al suo posto, Giovanni Lo Porto]</ref>, [[Riposto]]<ref>[http://belsalento.altervista.org/cancellata-via-cialdini-a-riposto-catania/ Cancellata via Cialdini a Riposto, accesso 26 aprile 2017]</ref>, [[Casamassima]]<ref>[http://www.casamassimaweb.it/politica/3054-occhio-alle-strade-via-cialdini-cambia-nome.html OCCHIO ALLE STRADE: VIA CIALDINI CAMBIA NOME. Casamassima Web, accesso il 21 aprile 2017]</ref>, [[Barletta]]<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.barletta.bt.it/retecivica/avvisi17/170831_giunta_310817.html|titolo=Seduta di Giunta del 31 agosto 2017 - Comune di Barletta - La Città della Disfida|sito=www.comune.barletta.bt.it|accesso=2017-09-18}}</ref> e [[Lamezia Terme]] hanno rimosso il suo nome dalle strade precedentemente intitolategli. In quest'ultima città, via Cialdini è stata dedicata ad Angelina Romano<ref>[https://www.lamezialive.it/da-via-cialdini-in-via-angelina-romano-la-vittima-spodesta-il-carnefice/ Da Via Cialdini in via Angelina Romano, La Vittima spodesta il carnefice. Lamezia Live, accesso il 21 aprile 2017] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160403061542/http://www.lamezialive.it/da-via-cialdini-in-via-angelina-romano-la-vittima-spodesta-il-carnefice/ |data=3 aprile 2016 }}</ref>, una bambina di nove anni<ref>Pino Aprile (2016) Carnefici. Piemme Editore.</ref> fucilata nella strage di [[Castellammare del Golfo]]<ref>[http://www.vvox.it/2017/03/07/8-marzo-ricordiamo-angelina-romano-martire-siciliana «8 marzo: ricordiamo Angelina Romano, “martire” siciliana»] vvox.it</ref>, mentre [[Vicenza]] ha ridenominato la piazza dedicata al vicentino [[Pier Eleonoro Negri]], colonnello e luogotenente di Cialdini in occasione del massacro, in piazza Pontelandolfo.<ref>[http://www.ilmattino.it/benevento/piazza_pontelandolfo_vicenza-1791041.html A Vicenza adesso c’è «piazza Pontelandolfo»] il mattino.it</ref>
 
Il 26 dicembre 2016 il consiglio comunale di [[Napoli]] ha deliberato all'unanimità la mozione indirizzata al Sindaco De Magistris affinché sollecitasse la locale Camera di Commercio a rimuovere il busto di Cialdini dal salone delle contrattazioni<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/politica/16_dicembre_26/napoli-consiglio-all-unanimita-rimuovere-busto-cialdini-c2d29766-cb8b-11e6-b60a-090e8d92fa16.shtml Napoli, il Consiglio all’unanimità: «Rimuovere il busto di Cialdini». Il Corriere del Mezzogiorno, 26 dicembre 2016. accesso il 21 aprile 2017.]</ref> (busto tuttora nella sua posizione). Il 20 aprile 2017, inoltre, lo stesso comune di Napoli, «come atto di riconoscimento della memoria storica delle vittime delle stragi che il generale Cialdini ha perpetrato nel nostro territorio e nel Mezzogiorno d'Italia», ha ritirato la cittadinanza onoraria che era stata in passato concessa a Cialdini<ref>[http://www.ilmattino.it/napoli/politica/al_generale_enrico_cialdini_revocata_la_cittadinanza_onoraria_di_napoli-2391787.html Al generale Enrico Cialdini revocata la cittadinanza onoraria di Napoli. Il Mattino, 20 aprile 2017. Accesso il 21 aprile 2017]</ref>.
 
== Onorificenze ==
[[File:Enrico cialdini.png|miniatura|destra|Ritratto del tempo a piena immagine di Cialdini in divisa di gala con onorificenze]]
=== Onorificenze Italiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Most Holy Annunciation BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
|collegamento_onorificenza=Ordine Supremo della Santissima Annunziata
|motivazione=
|data=1867
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere di gran Croce Regno SSML BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione=
|data=1867
}}
{{Onorificenze
|immagine=MaltaBali.png
|nome_onorificenza=Balì di Gran Croce Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta
|collegamento_onorificenza=Sovrano Militare Ordine di Malta
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cavaliere di gran croce OMS BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=
|luogo=19 novembre [[1860]]<ref name= quirinale >[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3464 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Grande ufficiale OMS BAR.svg
|nome_onorificenza=Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=
|luogo=16 gennaio [[1860]]<ref name= quirinale />
}}
{{Onorificenze
|immagine=Commendatore OMS BAR.svg
|nome_onorificenza=Commendatore dell'Ordine militare di Savoia
|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=
|luogo=12 giugno [[1856]]<ref name= quirinale />
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'Argento al Valor Militare
|collegamento_onorificenza=Valor militare
|motivazione=
}}
[[File:Crimea1855.png|80px]] [[Medaglia piemontese della guerra di Crimea|Medaglia commemorativa della guerra di Crimea]]
 
[[File:Medaille commemorative de la Campagne d'Italie 1859 ribbon.svg|80px]] [[Medaglia francese commemorativa della campagna 1859]]
{{Onorificenze
|immagine=CampagneGuerreIndipendenza.png
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza
|collegamento_onorificenza=Médaille commémorative de la campagne d'Italie (1859)
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia
|motivazione=
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Legion Honneur Commandeur ribbon.svg
|nome_onorificenza=Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
|collegamento_onorificenza=Legion d'Onore
|motivazione=
}}
 
== Note ==
<references/>
 
==Altri Bibliografia progetti==
* {{DBI
|nome = CIALDINI, Enrico
|nomeurl =
|autore = Giuseppe Monsagrati
|anno = 1981
|pagine =
|volume = 25
|accesso = 10 aprile 2015
}}
* Roberto Vaccari, ''Enrico Cialdini - Il generale di ferro'', Modena 2017, ISBN 978-88-6509-169-2
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|titolo=Enrico Cialdini – Scheda senatore|url=http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/643aea4d2800e476c12574e50043faad/d2e4b94fccdeb6174125646f005a22e3?OpenDocument}}
 
{{Comuni del distretto di Přerov}}
{{Box successione
|tipologia = militare
|carica = [[Comando truppe alpine|Comandante generale delle truppe alpine]]
|immagine= CoA mil ITA cdo Comalp.jpg
|periodo = [[1861]] - [[1866]]
|precedente = [[Domenico Cucchiari]]
|successivo = [[Agostino Petitti Bagliani di Roreto]]
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico diplomatico
|carica = [[Hôtel de Boisgelin|Ambasciatore italiano in Francia]] {{bandiera|FRA|dim=30}}
|periodo = [[1876]] - [[1882]]
|precedente = [[Costantino Nigra]]
|successivo = [[Luigi Federico Menabrea]]
|immagine = Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
}}
 
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[[Categoria:Stragi commesse in Italia durante il Risorgimento]]
[[Categoria:Militari italiani nella battaglia di Magenta|Cialdini, Enrico]]