Enzo Tortora e Monte Honaz: differenze tra le pagine

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{{S|montagne della Turchia}}
{{Carica pubblica
{{Montagna
|nome = Enzo Tortora
|nomemontagna =Monte Honaz
|immagine = Enzo Tortora.jpg
|immagine =Mount Honaz Denizli Turkey.jpg
|didascalia =
|image_text =
|carica = Presidente del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]
|sigla_paese = TUR
|mandato = [[1981]] - [[1986]]
|sigla_paese_2 =
|predecessore = [[Marco Pannella]]
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|successore = [[Marco Pannella]]
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|carica2 = [[Eurodeputato]]
|div_amm_1 = [[Regione del Mar Egeo|Mar Egeo]]
|legislatura2 = [[Membri italiani del Parlamento europeo della II legislatura|II]]
|div_amm_2 = [[Provincia di Denizli|Denizli]]
|gruppo parlamentare2 = gruppo misto (non iscritti)
|altezza = 2571
|coalizione2 = [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa|ALDE]]
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|circoscrizione2 = [[Circoscrizione Italia nord-occidentale|Nord-occidentale]]
|collegio2diametrocratere =
|primaeruzione =
|incarichi2 = Membro della commissione giuridica e dei diritti dei cittadini
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|sito2 = http://www.europarl.europa.eu/meps/it/1724/ENZO_TORTORA_home.html
|latitudine_d = 37.678475
|partito = [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]
|longitudine_d = 29.284731
|tendenza =
|altrinomi =
|titolo di studio = [[Laurea]] in [[Giornalismo]]
|alma materdataprimasalita =
|alpinistaprimasalita =
|professione = [[Giornalista]], [[Conduttore televisivo]]
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Enzo Claudio Marcello
|Cognome = Tortora
|Sesso = M
|LuogoNascita = Genova
|GiornoMeseNascita = 30 novembre
|AnnoNascita = 1928
|LuogoMorte = Milano
|GiornoMeseMorte = 18 maggio
|AnnoMorte = 1988
|Attività = conduttore televisivo
|Attività2 = autore televisivo
|Attività3 = conduttore radiofonico
| AttivitàAltre = , [[attore]], [[giornalista]] e [[politico]]
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
}}
Il '''monte Honaz''' (in [[lingua turca|turco]] ''Honaz Dağı'') è una montagna della [[Turchia]] sud-occidentale. Raggiunge un'altitudine di 2.571 [[m s.l.m.]]
 
Tra i suoi lavori più importanti in televisione vi sono la conduzione de ''[[La Domenica Sportiva]]'' e l'ideazione e conduzione del fortunato programma ''[[Portobello (programma televisivo 1977)|Portobello]]''.
 
Il suo nome è ricordato anche per un caso di [[errore giudiziario|malagiustizia]] di cui fu vittima e che fu poi denominato "[[Enzo Tortora#Il .22caso Tortora.22|caso Tortora]]". Tortora fu accusato, su richiesta dei procuratori Francesco Cedrangolo e Diego Marmo, dal giudice istruttore, il magistrato Giorgio Fontana<ref name=fontana>[http://www.ilgiornale.it/news/tortora-22-anni-ecco-altra-ingiustizia.html ''Tortora, dopo 22 anni ecco un’altra ingiustizia'']. [[Lino Jannuzzi]]. Il Giornale. 27 febbraio 2011.</ref> di gravi reati, ai quali in seguito risultò totalmente estraneo, sulla base di accuse formulate da soggetti provenienti da contesti criminali; il 17 giugno 1983 fu per questo arrestato e imputato di [[Camorra|associazione camorristica]] e [[traffico di droga]]<ref>[http://www.misteriditalia.com/altri-misteri/tortora/ Misteri d'Italia: Il caso Tortora] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130803070309/http://www.misteriditalia.com/altri-misteri/tortora/ |data=3 agosto 2013 }}</ref>. Dopo 7 mesi di [[reclusione]] nel gennaio del 1984, fu liberato ma il 17 settembre 1985, i due pubblici ministeri del processo, Lucio Di Pietro e Felice di Persia<ref name=fontana /> fecero condannare Tortora a dieci anni di carcere. La sua innocenza fu dimostrata e riconosciuta il 15 settembre 1986, quando venne infine definitivamente assolto dalla [[Corte d'appello di Napoli]].
 
Durante questo periodo, Tortora fu eletto [[eurodeputato]] per il [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], di cui divenne anche presidente.
 
Tortora morì un anno dopo la sua definitiva assoluzione.
 
== Biografia ==
[[File:Tortora59.jpg|thumb|Enzo Tortora nel [[Carosello]] Durban's Adamo ed Eva [[1959]]]]
 
=== Gli inizi ===
Figlio di Salvatore Tortora e Silvia, entrambi di origini napoletane<ref>[http://www.sololibri.net/Enzo-Tortora-libri.html''Enzo Tortora: ''Per una giustizia giusta''' Edizioni Kaos]</ref>, collaborò sin da giovanissima età con la [[Compagnia goliardica Mario Baistrocchi]]<ref name="grasso">[[Aldo Grasso]], ''Storia della Televisione'', vol. 2, Garzanti, 1998 - ISBN 88-11-30544-6</ref>, con propri testi e insieme alla sorella [[Anna Tortora|Anna]], in seguito autrice televisiva.
 
Diplomatosi presso il liceo classico Cristoforo Colombo di Genova, nel [[1947]] entrò nell'Orchestra di [[Totò Ruta]] come [[percussionista]], esibendosi nei ''[[night club]]'' di tutta Italia<ref>Sorrisi e Canzoni, anno VII, n. 2, 12 gennaio 1958, pag. 12</ref>. Dopo aver conseguito la [[laurea]] presso l'[[Università degli studi di Genova]], lavorò per alcuni spettacoli con [[Paolo Villaggio]], prima di entrare in [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] a ventitré anni<ref name=grasso />. In quello stesso periodo facevano il loro ingresso nella radio di stato [[Piero Angela]] e [[Luigi Marsico]] (con cui Tortora lavorò in radio a [[Torino]]<ref name=minoli />) oltre a, come direttore del [[giornale radio]], [[Vittorio Veltroni]]. Tre anni dopo, al giovane Enzo fu affidato lo spettacolo radiofonico ''[[Campanile d'oro]]''.<ref name=grasso /><ref name="Tortoratv">[http://www.storiaradiotv.it/enzo%20tortora.htm Enzo Tortora, simbolo dell'ingiustizia]</ref> Il 26 dicembre [[1953]] Tortora si sposò a [[Rapallo]] con Pasqualina Reillo, dalla quale ebbe la figlia Monica. La coppia si separò nel marzo del [[1959]] e successivamente il loro matrimonio fu dichiarato nullo dalla [[Sacra Rota]].
 
La prima apparizione in video risale al [[1956]], come valletto di [[Silvana Pampanini]], ''[[Primo applauso (programma televisivo)|Primo applauso]]''<ref name=Tortoratv/>, di cui divenne poi conduttore<ref name=grasso />. Le sue prime trasmissioni di grande successo, andate in onda seconda metà degli [[anni 1950|anni cinquanta]], furono ''[[Telematch]]'' e soprattutto ''[[Campanile sera]]'', in cui era spesso inviato esterno<ref name="grasso" />. Insieme a [[Silvio Noto]] condusse nel [[1957]] il programma ''[[Voci e volti della fortuna]]'', gara musicale abbinata alla [[Lotteria di Capodanno]] che negli anni successivi diventerà un appuntamento fisso con i telespettatori con il nome di "''[[Canzonissima]]''".
 
Sul finire degli anni cinquanta fu anche interprete di [[fotoromanzo|fotoromanzi]] per il periodico femminile ''[[Grand Hotel (periodico)|Grand Hotel]]''<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.tortora.tv/album.php?n=5 Tortora.tv Alcune pose del fotoromanzo “Fedora”] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Nel 1957 e nel 1958 presentò il Festival della Canzone di Vibo Valentia, nel 1959 il Festival di Sanremo. Nel [[1962]] fu allontanato dalla RAI per un'imitazione che [[Alighiero Noschese]] fece di [[Amintore Fanfani]]<ref>Notizie Radicali, ''[http://notizie.radicali.it/articolo/2013-02-08/editoriale/tortora-una-rievocazione-banale Tortora, una rievocazione banale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160222083116/http://notizie.radicali.it/articolo/2013-02-08/editoriale/tortora-una-rievocazione-banale |data=22 febbraio 2016 }}'', di Alessandro Litta Modignani, 8 febbraio 2013</ref> e che secondo [[Aldo Grasso]] Tortora non avrebbe impedito andasse in onda<ref name=grasso />.
Dopo un triennio passato alla [[Televisione svizzera di lingua italiana|Televisione Svizzera]], in cui presentò il programma ''[[Terzo grado (programma televisivo)|Terzo grado]]'', tornò nell'emittente italiana di stato per condurre in radio ''[[Il gambero]]''<ref name="grasso" /><ref name="Tortoratv" />.
 
Il 19 dicembre [[1964]], a [[Fiesole]], si unì in matrimonio a Miranda Fantacci, un'insegnante ventisettenne incontrata 3 anni prima a [[Firenze]]. Da questa unione nacquero [[Silvia Tortora|Silvia]], nel 1962, e nel [[1969]] [[Gaia Tortora|Gaia]] (in seguito giornalista e conduttrice del [[TG LA7]]).
[[File:BaudoBongiornoCorradoTortora.jpg|thumb|[[Pippo Baudo]], [[Mike Bongiorno]], [[Corrado Mantoni|Corrado]] ed Enzo Tortora a ''Sabato sera'' nel [[1967]].]]
 
=== ''La Domenica Sportiva'' ===
Dal febbraio [[1965]] e fino al [[1969]] condusse ''[[La Domenica Sportiva]]'', trasformandone radicalmente il ''[[Format televisivo|format]]'' in collaborazione col regista [[Gianni Serra]], anche attraverso l'introduzione degli ospiti, per la prima volta presenti in studio; secondo Grasso, ne ricavò "un brillante programma di intrattenimento"<ref name=grasso />. Nel maggio dello stesso 1965 tenne a battesimo la prima edizione di ''[[Giochi senza frontiere]]'', di cui fu il primo presentatore italiano.
 
Con [[Mike Bongiorno]], [[Corrado Mantoni|Corrado]] e [[Pippo Baudo]] divenne uno dei presentatori televisivi più noti e popolari di quegli anni. I quattro apparvero insieme in televisione una sola volta, in ''[[Sabato sera (programma televisivo)|Sabato sera]]'' del [[1967]], in un siparietto in cui [[Mina (cantante)|Mina]] li invitava a cantare e ballare con lei<ref name=Tortoratv/>.
 
In questo periodo Enzo Tortora fu anche il ''[[testimonial]]'' del detersivo [[Olà (detersivo)|Olà]] nei filmati realizzati per ''[[Carosello]]''<ref>[http://it.paperblog.com/mercoledi-19-febbraio-1969-1661549/ Mercoledì 19 febbraio 1969 - Paperblog] Carosello 1969</ref>.
 
=== Il secondo allontanamento dalla Rai ===
A fine [[1969]], Tortora era all'apice della sua popolarità: oltre a ''La Domenica Sportiva'', conduceva in contemporanea anche il gioco a premi ''[[Bada come parli! (programma televisivo)|Bada come parli!]]'' alla televisione e il quiz alla rovescia ''[[Il gambero]]'' alla radio. Improvvisamente fu licenziato in tronco dalla [[RAI]] a causa della pubblicazione di un'intervista sul settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]''<ref name="minoli">La Storia siamo noi, ''[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/il-caso-enzo-tortora/622/default.aspx Il caso Enzo Tortora - Un uomo innocente]''</ref> in cui definiva l'ente radiotelevisivo come «''un jet colossale pilotato da un gruppo di [[boy scout]] che si divertono a giocare con i comandi''»<ref name=grasso />.
[[File:Enzo-tortora.jpg|thumb|left|Tortora alla conduzione di ''Portobello'']]
Iniziò così a lavorare per alcune emittenti private e, come giornalista, per testate giornalistiche tra le quali ''[[La Nazione]]'' e ''[[Il Nuovo Quotidiano]]''. Fu nominato vicepresidente della prima TV via cavo italiana, [[Telebiella]], e partecipò alla fondazione di [[Telealtomilanese]], per la quale fu l'ideatore e il conduttore della trasmissione ''cult'' ''[[Il Pomofiore]]''<ref>Renzo Villa ''Ti ricordi quella sera'' p.25</ref> e di ''[[Aria di mezzanotte]]''. Lavorò pure per la TSI, la [[Televisione della Svizzera italiana]], dove condusse programmi seguitissimi come ''Si rilassi'' e ''La domenica sportiva''<ref name="Tortoratv" />.
 
Come giornalista de ''[[La Nazione]]'' e de ''[[Il Resto del Carlino]]'', seguì da cronista le fasi del processo a [[Lotta Continua]] e divenne amico del commissario [[Luigi Calabresi]], di cui fu l'unico a prendere le difese nei suoi articoli in contrasto con ampi settori del mondo intellettuale che conducevano una campagna contro il funzionario (sfociata in una famosa [[Lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli|lettera aperta]] avente 800 firme pubblicata a margine di un articolo di [[Camilla Cederna]]); Tortora, secondo il suo collega e amico Luciano Garibaldi, fu addirittura per questo reso oggetto di pestaggio da parte di alcuni estremisti<ref name="ticinot">Ticinonotizie.it, ''[Enzo Tortora, succedeva 30 anni fa...]'', di Fabrizio Provera, 17 giugno 2013<!-- finché non torna online, a breve, http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:lfdPuxV0bk4J:www.ticinonotizie.it/enzo-tortora-succedeva-30-anni-fa/+&cd=4&hl=it&ct=clnk&gl=it --></ref><ref>archiviostorico.info, ''[http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/6360-il-commissario-luigi-calabresi-medaglia-doro Il Commissario Luigi Calabresi, Medaglia d'Oro]''</ref>.
 
Tortora ebbe in quegli anni un ruolo anche in un altro fatto di cronaca: sempre il Garibaldi riferisce che, durante il sequestro del giudice [[Mario Sossi]], essendo stata silenziata la notizia dalla televisione e dai principali organi di stampa, il presentatore ottenne dalla televisione svizzera (vista anche dall'Italia) l'invio di una ''troupe'' che realizzò un'intervista alla moglie del rapito, riportando attenzione sul caso<ref name=minolisossi>La SToria siamo noi, ''[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/partita-a-tre-il-sequestro-sossi/645/default.aspx Partita a tre - Il sequestro Sossi - L`attacco delle BR allo Stato]''</ref>.
 
Negli [[anni 1970|anni Settanta]] scrisse anche sul giornale [[anticomunista]] ''Resistenza Democratica'', fondato da [[Edgardo Sogno]]<ref>[http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/Sogno_3.html Edgardo Sogno Bio]</ref>, a proposito del "''dittatore-attore [[Fidel Castro]]''"<ref>Società Civile, ''[http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/Sogno_3.html Edgardo Sogno - Doppio Sogno o doppio Stato?]''</ref><ref>Archivio 900, ''[http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=539 La figura e il ruolo di Edgardo Sogno]''</ref>.
 
=== Il ritorno e ''Portobello'' ===
Con la riforma della [[RAI]] del [[1976]] e la nascita delle reti concorrenti, a differente impronta politica, diversi personaggi fecero ritorno al piccolo schermo dopo anni di assenza. Tra questi, sulla socialista Rete 2, [[Dario Fo]] ed Enzo Tortora, voluto secondo Grasso dal suo direttore [[Massimo Fichera]]<ref name=grasso />.
 
Nella primavera del [[1977]] il presentatore genovese assunse la conduzione di ''[[Portobello (programma televisivo 1977)|Portobello]]''. La trasmissione, inizialmente prevista in seconda serata e successivamente spostata in [[prima serata|prima]] dato il gradimento del pubblico, batté ogni record di ''[[Audience#Share|share]]'' mai realizzato fino a quel momento<ref name=Tortoratv/>, sino alla soglia dei 26 milioni di spettatori<ref name=grasso />, pari a circa il 47% dell'intera popolazione italiana<ref>Nel 1977 la popolazione italiana era di [[Demografia d'Italia#Movimento naturale della popolazione|55.847.553 abitanti]].</ref>. Ispirata nel nome al [[Portobello Road|celebre mercatino londinese]], fu poi considerata la madre della televisione degli [[anni 1990|anni novanta]]; in essa si poteva già intravedere buona parte delle idee che saranno poi protagoniste dei successivi [[Format televisivo|format]] tv come ''[[Stranamore]]'', ''[[Carràmba che sorpresa]]'', ''[[I cervelloni]]'', ''[[Chi l'ha visto?]]'' e della "tv-verità". Il 3 novembre del [[1977]] Tortora tenne a battesimo l'emittente [[Antennatre]] Lombardia, di [[Legnano]], di cui fu cofondatore insieme all'amico [[Renzo Villa]]<ref name="Tortoratv" />.
 
L'attività lavorativa di Tortora proseguì fino al [[1983]] in RAI, con programmi come ''Portobello'' e ''[[L'altra campana]]'' ([[1980]]), e su Antenna 3 Lombardia; nel 1982 lavorò anche a [[Retequattro]] per condurre ''[[Cipria (programma televisivo)|Cipria]]''. Condusse infine con [[Pippo Baudo]] alcune puntate della rubrica ''[[Italia parla]]''.
 
== Il "caso Tortora" ==
{{citazione|Quando l'opinione pubblica appare divisa su un qualche clamoroso caso giudiziario - divisa in "innocentisti" e "colpevolisti" - in effetti la divisione non avviene sulla conoscenza degli elementi processuali a carico dell'imputato o a suo favore, ma per impressioni di simpatia o antipatia. Come uno scommettere su una partita di calcio o su una corsa di cavalli. Il caso Tortora è in questo senso esemplare: coloro che detestavano i programmi televisivi condotti da lui, desideravano fosse condannato; coloro che invece a quei programmi erano affezionati, lo volevano assolto.|[[Leonardo Sciascia]]<ref>Articolo su ''[[El País]]'', 5 maggio 1987</ref>}}
[[File:Enzo tortora arresto.jpg|thumb|L'[[arresto]] di Enzo Tortora, il 17 giugno [[1983]], a [[Roma]], presso il comando del Reparto Operativo dei [[Carabinieri]]]]
 
=== Le accuse e l'arresto ===
Venerdì 17 giugno 1983, Enzo Tortora viene svegliato alle 4 del mattino dai Carabinieri di Roma e arrestato per [[traffico di stupefacenti]] e [[Camorra|associazione di stampo camorristico]]<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/il-caso-enzo-tortora/622/default.aspx La Storia siamo noi: "Il caso Enzo Tortora - Un uomo innocente"]</ref>.
 
Le accuse si basavano sulle dichiarazioni dei pregiudicati Giovanni Pandico, Giovanni Melluso (soprannominato "Gianni il bello") e [[Pasquale Barra]], legato a [[Raffaele Cutolo]]; inoltre, altri 8 imputati nel processo alla cosiddetta ''[[Nuova Camorra Organizzata]]'', tra cui Michelangelo D'Agostino, pluriomicida detto "Killer dei cento giorni", accusarono Tortora. A queste accuse si aggiunsero quelle, rivelatesi anch'esse in seguito false, del pittore [[Giuseppe Margutti]], già pregiudicato per [[truffa]] e [[calunnia]], e di sua moglie [[Rosalba Castellini]], i quali dichiararono di aver visto Tortora spacciare [[droga]] negli studi di Antenna 3; si contarono così tredici false testimonianze<ref name="Tortora">[http://www.zonedombra.com/archivio/spunti-quotidiani/85-tortoracasoitaliano.html Tortora: un caso italiano]</ref> e, in totale, i pentiti che accusarono Tortora assommarono a 19<ref name=minoli />.
 
Gli elementi "oggettivi", di fatto, si fondavano unicamente su un'agendina trovata nell'abitazione di un [[camorrista]], Giuseppe Puca detto O'Giappone, recante scritto a penna un nome che appariva essere, inizialmente, quello di ''Tortora'', con a fianco un numero di telefono; il nome, ad esito di una perizia calligrafica, risultò non essere quello del presentatore, bensì quello di un tale ''Tortona''. Nemmeno il recapito telefonico risultò appartenere al presentatore.
 
Si stabilì, per giunta, che l'unico contatto avuto da Tortora con Giovanni Pandico fu a motivo di alcuni centrini provenienti dal carcere in cui era detenuto lo stesso Pandico, centrini che erano stati indirizzati al presentatore perché venissero venduti all'asta del programma ''Portobello''<ref name="Tortora" />. La redazione di ''Portobello'', oberata di materiale inviatole da tutta Italia, aveva smarrito i centrini ed Enzo Tortora scrisse una lettera di scuse a Pandico. La vicenda si era poi conclusa, o così pareva, con un assegno di rimborso del valore di 800.000 lire. In Pandico, [[schizofrenico]] e [[paranoico]], crebbero sentimenti di vendetta verso Tortora<ref name="minoli" />, e iniziò a scrivergli delle lettere che pian piano assunsero carattere intimidatorio con scopo di [[estorsione]]<ref name="Tortora" />.
 
Nella sua autobiografia, relativamente al suo periodo carcerario, raccontò di un suo sogno in cui assieme ai suoi compagni di cella diviene ladro di appartamenti<ref>[http://www.mnews.it/2013/05/il-caso-tortora-25-anni-fa-diventato-il.html Il caso Tortora 25 anni fa, diventato il classico esempio di malagiustizia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304115154/http://www.mnews.it/2013/05/il-caso-tortora-25-anni-fa-diventato-il.html |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
 
In un'intervista pubblicata sul settimanale [[L'Espresso]] il 25 maggio [[2010]], l'ex collaboratore di giustizia Gianni Melluso, uscito dal carcere nel 2009, chiese ufficialmente perdono ai familiari di Enzo Tortora per le dichiarazioni rese ai magistrati all'epoca dei fatti e reiterate nel 1992, sostenendo che il suo agire fosse stato condizionato dalla brama di vendetta dei due boss Barra e Pandico e ammettendo la falsità delle accuse<ref>{{cita web|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-mentii-su-tortora/2127631//1 |titolo=Gianni Melluso, "Così mentii su Tortora" | accesso=2 giugno 2010}}</ref>.
 
=== L'indagine ===
L'indagine nella quale fu coinvolto il presentatore era in realtà il frutto di una maxi-inchiesta che si concluse con una retata nella quale, compreso quello di Tortora, furono complessivamente 856 gli arresti eseguiti contemporaneamente in 33 province italiane fra [[Bolzano]] e [[Palermo]], oltre che in [[Sardegna]]<ref name=villoresi>La Repubblica, ''Un blitz da record, 856 in carcere'', di Luca Villoresi, 18 giugno 1983</ref>.
 
Fra gli altri destinatari più o meno noti degli ordini di arresto, dal presidente dell'[[Unione Sportiva Avellino 1912|Avellino calcio]] [[Antonio Sibilia]], ai terroristi di opposte fazioni [[Pierluigi Concutelli]] e [[Sante Notarnicola]], dal bandito settentrionale [[Renato Vallanzasca]] a politici meridionali come [[Giuseppe D'Antuono]] e Salvatore La Marca, sino alla [[cantante]] nota in arte come Alba Miglioretti<ref name=villoresi />. 337 degli 856 ordini di arresto colpirono soggetti già detenuti e l'operazione occupò in tutto circa 10.000 fra carabinieri e agenti di polizia, parte dei quali impiegati nell'occupazione pressoché militare del paese di [[Ottaviano (Italia)|Ottaviano]], centro degli interessi di [[Raffaele Cutolo]], capo della branca di [[camorra]] perseguita dall'operazione ([[Nuova Camorra Organizzata]]). La stessa giovane moglie di Cutolo, Immacolata Jacone, sposata qualche settimana prima nel [[carcere dell'Asinara]] ove il ''boss'' era detenuto, sfuggì alla cattura e rimase [[latitanza|latitante]]<ref name=villoresi />.
 
Il Procuratore Capo di Napoli, Francesco Cedrangolo, insieme agli investigatori, comunicò che le indagini avevano richiesto la redazione di un rapporto di 3.800 pagine, che la stampa riferisce fu subito ribattezzato "la Treccani della camorra"; fiorirono immediatamente numerose indiscrezioni circa il contenuto delle rivelazioni del Barra e del Pandico, anche a proposito del caso del sequestro di [[Ciro Cirillo]], e fu subito diffusa la notizia che il Barra aveva accusato Tortora di spacciare droga nel mondo dello spettacolo a ''tranche'' da 80 milioni di lire l'una<ref name=villoresi />. Cedrangolo, alla domanda diretta sulla certezza che Barra avesse detto la verità e che le sue accuse avessero tutte fondamento, rispose: «''Non abbiamo l'abitudine di emettere ordini di cattura senza motivo''» e «''Tutte le affermazioni raccolte sono state sottoposte in questi mesi a controlli accurati''»<ref>La Stampa, ''Tortora arrestato per droga'', 18 giugno 1983, di Giuseppe Zaccaria</ref>.
 
=== L'impatto sui [[Mezzo di comunicazione di massa|''media'']] ===
[[File:Enzo Tortora3.jpg|thumb|Enzo Tortora negli anni '80]]
{{citazione|È facile, scampanando retorica e solleticando un mai sopito plebeismo, fare apparire una vittima come un privilegiato.|Leonardo Sciascia sul Corriere della sera, 1985}}
Riferisce lo storico della televisione Grasso che "''le reti RAI mandarono in onda ininterrottamente e senza pietà le immagini del conduttore ammanettato''"<ref name=grasso />.
 
Tortora fu attaccato anche nell'ambiente giornalistico, furono pubblicate storie false per falsi ''scoop'', ne fu posta sotto attacco l'immagine umana e professionale<ref name=linkiesta>''[http://www.linkiesta.it/it/article/2013/05/18/tortora-come-un-innocente-fu-linciato-dai-giornali/14424/ Tortora: come un innocente fu linciato dai giornali]'',
30 anni fa l'arresto del popolare conduttore di Portobello
18 maggio 2013</ref>.
 
L'arresto era stato preceduto da una fuga di notizie e nel pomeriggio precedente diversi giornalisti avevano contattato un ignaro Tortora per chiedergli del suo coinvolgimento; fra questi [[Guglielmo Zucconi]], allora direttore de ''[[Il Giorno]]'' ed ex parlamentare della [[Democrazia Cristiana]], il quale fece telefonare un suo redattore, cui Tortora rispose ironicamente «''Sì, dica al suo direttore di metterci pure Tognazzi e Vianello, e il cast è fatto!''»<ref name=stampapoteri>La Stampa, ''[http://www.lastampa.it/2008/05/18/cultura/tortora-un-uomo-solo-fra-troppi-poteri-VhlCNTcuKrU5Q3ARbrftHM/pagina.html Tortora, un uomo solo fra troppi poteri]'', 18 maggio 2008</ref><ref>Tortora alluse in quella occasione a una nota sortita del settimanale satirico ''[[Il Male]]'', che qualche anno prima aveva realizzato finte copertine di quotidiani con la falsa notizia dell'arresto di [[Ugo Tognazzi]] e [[Raimondo Vianello]] indicati come capi delle [[Brigate Rosse]]; si veda ugotognazzi.com, ''[http://www.ugotognazzi.com/brigate_rosse.htm Ugo Tognazzi capo delle Brigate Rosse]''</ref>. Zucconi, in un successivo editoriale che quel redattore<ref>Non rivelato nella [http://www.lastampa.it/2008/05/18/cultura/tortora-un-uomo-solo-fra-troppi-poteri-VhlCNTcuKrU5Q3ARbrftHM/pagina.html citata fonte online]</ref> afferma fosse seguito a uno specifico contatto con [[Virginio Rognoni]] (allora [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|ministro dell'interno]]), concluse che «''L'arresto di Tortora e contemporaneamente di altri presunti 855 camorristi prova che non è vero che in questo paese non cambia nulla, non è vero che le leggi o sono sbagliate o se sono giuste non vengono applicate, non è vero che esistono gli intoccabili''»<ref name=stampapoteri />.
 
La giornalista [[Camilla Cederna]], che nel [[1969]] aveva difeso con decisione l'[[anarchico]] [[Pietro Valpreda]] ingiustamente accusato per la [[strage di Piazza Fontana]], si pronunciò per la colpevolezza: «''Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto.''»<ref name=linkiesta /><ref name=anni>{{collegamento interrotto|1=[http://www.tortora.tv/recensioni/87.php ''A 25 anni dall'arresto di Tortora''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, Quaderni Radicali, 2008</ref>
 
Qualche dubbio dopo l'arresto fu subito espresso da grandi firme della carta stampata come [[Enzo Biagi]], [[Giorgio Bocca]] e [[Indro Montanelli]], anche se poi lo difesero tutti e tre. Biagi, anzi, una volta formalizzata l'accusa, fu il primo giornalista a spendersi pubblicamente per Tortora<ref name=anni/> con una [[lettera aperta]] al presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]], pubblicata il successivo 4 agosto 1983 sul quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', che principiava così:
{{q|''Signor Presidente della Repubblica, non le sottopongo il caso di un mio collega, ma quello di un cittadino. Non auspico un suo intervento, ma non saprei perdonarmi il silenzio. Vicende come quella che ha portato in carcere Enzo Tortora possono accadere a chiunque. E questo mi fa paura.|[[Enzo Biagi]], 7 agosto 1983<ref name=biagi>La Repubblica, ''E io difendo Enzo Tortora'', di Enzo Biagi, 4 agosto 1983</ref>}}
 
In quella lettera, che ebbe una certa eco, Biagi entrò a pie' pari nella materia, sottolineando che dopo la maxioperazione già 200 dei 350 arrestati erano tornati in libertà, che il sindaco D'Antuono era stato liberato per assenza di indizi a suo carico, che i legali di Tortora non avevano potuto leggere neanche i verbali di [[interrogatorio]] del loro assistito mentre le deposizioni dei due accusatori erano state pubblicate da alcuni periodici; e segnalò che grazie a queste fughe di notizie la stampa poteva così diffondere le "notizie" sull'iniziazione camorristica del presentatore mediante taglio della vena, della mancata consegna ai ''boss'' di un incasso da spaccio per 80 milioni, del [[riciclaggio di denaro]] sporco, dell'amicizia fra Tortora e il criminale [[Francis Turatello]] (da poco ucciso proprio dal Barra), tutto ciò mentre la madre di Turatello smentiva ed era a disposizione il braccio destro privo di segni. Ma ci sarebbe stata una testimone, una "contessa", guarda caso morta. E per la vicenda dei centrini, del carteggio dell'ufficio legale della RAI non si teneva alcun conto: «''Conta, invece, la parola di due assassini''». O contava quello che, dovendolo uccidere per lo sgarro, si sarebbe segnato sulla sua agenda il nome di Tortora, «''che è come se [[Lee Harvey Oswald|Oswald]] avesse segnato sul calendario: 'Mercoledì, sparare a [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]]'''»<ref name=biagi />.
 
Tre giorni dopo, sullo stesso quotidiano, fu pubblicato un articolo di [[Stefano Rodotà]], intitolato ''Ai garantisti dell'ultima ora'', in cui il politico si associò alla richiesta di pronto chiarimento della vicenda di Tortora, ma si rivolse «''agli illustri firmatari di quella richiesta (3), molti dei quali appaiono come tardivi, ma benvenuti neofiti nella schiera (ahimè sempre esigua!) di coloro i quali hanno a cuore le sorti delle libertà in questo paese''»: il [[garantismo]] da poco fiorito era sì pienamente condiviso da Rodotà, ma questi ne sottolineava come in tante altre occasioni precedenti non avesse avuto mai modo di svilupparsi con «''consensi tanto larghi e "qualificati"''», prima che ad essere coinvolto fosse un personaggio noto e popolare: «''bisogna muoversi in tutti i casi, ci piacciano o no gli arrestati, e non solo per gli amici, i vicini di casa, i sodali di corporazione''»<ref name=rodotà>La Repubblica, ''Ai garantisti dell'ultima ora, di [[Stefano Rodotà]], 7 agosto 1983</ref>.
 
Tortora fu difeso, oltre che dai radicali, da [[Pippo Baudo]]<ref>[http://www.tvblog.it/post/272147/pippo-baudo-ricorda-a-tvblog-enzo-tortora-quella-volta-io-enzo-e-craxi-a-italia-parla ''Pippo Baudo ricorda a TvBlog Enzo Tortora: “Quella volta io, Enzo e Craxi a Italia Parla”'']</ref>, [[Piero Angela]]<ref>[http://questionedelladecisione.blogspot.it/2011/12/superquark-di-piero-angela-compie.html ''Superquark di Piero Angela compie trent'anni'' ]</ref>, [[Leonardo Sciascia]] e [[Massimo Fini]]<ref>[http://books.google.it/books?id=oXVOcgxnUjIC&pg=PT98&lpg=PT98&dq=massimo+fini+radio+radicale&source=bl&ots=RC8puFRhKH&sig=MoSO3zLnCj-E-g_06qBbo-SLKj0&hl=it&sa=X&ei=LKf4UpGTNsaZ4wTfloDQDw&ved=0CHUQ6AEwCQ#v=onepage&q=massimo%20fini%20radio%20radicale&f=false Anna Tortora, ''Fratello segreto'', estratto]</ref>. Piero Angela, con [[Giacomo Aschero]], promosse una raccolta di firme pro-Tortora sul quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', firmata da [[Eduardo De Filippo]], [[Enzo Biagi]], [[Giorgio Bocca]], [[Lino Jannuzzi]] e [[Rossana Rossanda]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.amnistiagiustizialiberta.it/rassegna/13486/angela-quell-errore-giudiziario-oggi-consiglierebbe-il-silenzio ''Angela: «Quell'errore giudiziario oggi consiglierebbe il silenzio»''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
=== La condanna ===
Nel giugno del [[1984]], a un anno esatto dal suo arresto, Enzo Tortora fu eletto deputato al [[Parlamento europeo]] nelle liste del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], che ne sostenne le battaglie giudiziarie.
 
Il 17 settembre [[1985]] Tortora fu condannato a dieci anni di carcere, principalmente per le accuse di altri ''pentiti''<ref name=Tortora/>.
Il 13 dicembre [[1985]] si dimise da [[europarlamentare]] e, rinunciando all'[[immunità parlamentare]], si chiuse agli arresti domiciliari.
 
Il 15 settembre [[1986]] Enzo Tortora fu assolto con formula piena dalla [[Corte d'appello (Italia)|Corte d'appello]] di Napoli e i giudici smontarono in tre parti le accuse rivoltegli dai camorristi, per i quali iniziò un processo per [[calunnia]]<ref>Reato perseguibile d'ufficio</ref>: secondo i giudici, infatti, gli accusatori del presentatore - quelli legati a clan camorristici - avevano dichiarato il falso allo scopo di ottenere una riduzione della loro pena. Altri, invece, non legati all'ambiente carcerario, avevano il fine di trarre pubblicità dalla vicenda: era, questo, il caso del pittore Giuseppe Margutti, il quale mirava ad acquisire notorietà per vendere i propri quadri<ref name=Tortora/>.
 
[[File:Enzo Tortora 85.jpg|thumb|[[Roma]], [[1985]], Marcia della Pace: Enzo Tortora, [[Maria Adelaide Aglietta|Adelaide Aglietta]] (dietro), [[Giovanni Negri]], [[Loris Fortuna]], [[Flaminio Piccoli]], [[Giuseppe Zamberletti]]]]
 
=== L'assoluzione e il ritorno in TV ===
Dopo sette mesi di carcere e arresti domiciliari<ref>[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b3aa0519-44c9-4c0c-8029-76e8a6788718.html Archivio Rai.TV]</ref>, Tortora fu assolto dalla [[Corte d'appello di Napoli]].
 
Così, in una intervista concessa al programma ''[[La Storia siamo noi]]'', in una puntata dedicata specificamente al ''caso Tortora'', il giudice Michele Morello raccontò il suo lavoro d'indagine che avrebbe poi portato all'assoluzione del popolare conduttore televisivo:
 
{{Citazione|Per capire bene come era andata la faccenda, ricostruimmo il processo in ordine cronologico: partimmo dalla prima dichiarazione fino all'ultima e ci rendemmo conto che queste dichiarazioni arrivavano in maniera un po' sospetta. In base a ciò che aveva detto quello di prima, si accodava poi la dichiarazione dell'altro, che stava assieme alla caserma di Napoli. Andammo a caccia di altri riscontri in Appello, facemmo circa un centinaio di accertamenti: di alcuni non trovammo riscontri, di altri trovammo addirittura riscontri a favore dell'imputato. Anche i giudici, del resto, soffrono di simpatie e antipatie... E Tortora, in aula, fece di tutto per dimostrarsi antipatico, ricusando i giudici napoletani perché non si fidava di loro e concludendo la sua difesa con una frase pungente: ''«Io grido: “Sono innocente”. Lo grido da tre anni, lo gridano le carte, lo gridano i fatti che sono emersi da questo dibattimento! Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi.»''}}
 
Tortora tornò in televisione il 20 febbraio del [[1987]], ricominciando il suo ''Portobello''. Il ritorno in video fu toccante, il pubblico in studio lo accolse con una lunga ''[[standing ovation]]''. Tortora con evidente commozione pronunciò un breve discorso di cui fu noto il suo incipit:
[[File:Modugno_Tortora_Pannella.jpg|thumb|left|[[Domenico Modugno]], Enzo Tortora e [[Marco Pannella]] ad una manifestazione del Partito Radicale per il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati (1988)]]
{{Citazione|Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo "grazie" a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L'ho detto, e un'altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta.<ref>{{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=E2lbKaYdUcA|titolo=Il filmato del ritorno in tv di Enzo Tortora, il 20 febbraio 1987|accesso=5 luglio 2009}}</ref>}}
 
Tortora fu assolto definitivamente dalla [[Corte di Cassazione]] il 13 giugno [[1987]], a quattro anni dal suo arresto.
 
Una trasmissione di [[Giuliano Ferrara]], ''Il testimone'' del 1988, documentò per la prima volta la vicenda giudiziaria di Tortora, chiarendo l'infondatezza degli indizi che indussero gli inquirenti al suo arresto.
Tortora tenne in questa trasmissione il suo ultimo intervento pubblico, in collegamento telefonico dal letto d'ospedale dove era ricoverato. Alessandro Criscuolo, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, sosteneva che il caso Tortora era nato da un sistema processuale figlio di "tempi bui e autoritari", dal vecchio rito inquisitorio sbilanciato sull'accusa, e che l'imminente introduzione del nuovo codice avrebbe reso impossibile una cosa del genere. Tortora però gli rispose: ''«Io credo che voi siate impegnati in una difesa corporativa. Volevate difendere la vostra cattiva fede»''<ref>[http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/12/18/non-spero-che-stasi-sia-colpevole-spero-che-sia-innocente-chi-lha-condannato___1-v-136256-rubriche_c404.htm Guido Vitiello, ''Non spero che Stasi sia colpevole, spero che sia innocente chi l'ha condannato'']</ref>. I P.M. Lucio Di Pietro e Felice Di Persia, insieme al giudice istruttore Giorgio Fontana, querelarono per diffamazione Giuliano Ferrara, il quale poi fu assolto "perché il fatto non costituisce reato"<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/21/Non_diffamo_del_caso_Tortora_co_0_980421112.shtml Non diffamò i pm del caso Tortora, assolto Giuliano Ferrara<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
=== Effetti legali e connessi ===
Il ''caso Tortora'' portò in quello stesso anno al [[referendum]] sulla [[Referendum abrogativi del 1987 in Italia#Responsabilit.C3.A0 civile del giudice|responsabilità civile dei magistrati]], confermato dall'80,2% dei votanti che si espresse per l'abrogazione "degli articoli 55, 56 e 74 del codice di procedura civile", che escludevano la responsabilità. Poco tempo dopo, il Parlamento approvò la Legge 13 aprile 1988 n. 117 sul "Risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati", nota come «legge [[Giuliano Vassalli|Vassalli]]» (votata da Pci, Psi, Dc), il cui disposto faceva ricadere la responsabilità di eventuali errori non sul magistrato, ma sullo Stato, che successivamente poteva rivalersi, in ragione di un terzo di annualità dello stipendio, sullo stesso. La legge Vassalli conteneva anche il divieto di applicazione retroattiva. Nello stesso aprile 1988 Tortora agì dunque per il risarcimento, nella singolare condizione legale per cui, mentre non era ancora in vigore la legge Vassalli, il referendum aveva abrogato le norme previgenti, pertanto poté fare causa ai magistrati come se fossero stati normali cittadini, senza il filtro di valutazione della fondatezza delle pretese che normalmente avrebbe operato a tutela dei magistrati. La causa civile si aprì nel successivo mese di giugno, un mese dopo l'intervenuta morte del presentatore<ref>La Repubblica, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/19/quell-immagine-che-scosse-italia-la.html Quell'immagine che scosse l'Italia e la causa per danni va avanti]'', 19 maggio 1988</ref>, vertendo su ipotesi di ''inescusabili negligenze e a volontà consapevole di compiere gravi omissioni'', ''indebite sollecitazioni nei riguardi di pentiti'' e ''occultamento e inquinamento di elementi di prova''; solo quattro dei sei magistrati citati si costituirono in giudizio, richiedendo la trasmissione degli atti alla Procura di Roma per la denuncia dei legali degli eredi di Tortora (gli avvocati Giandomenico Caiazza e Vincenzo Zeno Zencovich) per il reato di [[calunnia]]<ref>La Repubblica, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/28/le-vostre-accuse-sono-solo-calunnie.html 'Le vostre accuse sono solo calunnie']'', di Franco Scottoni, 28 giugno 1988</ref>. Ma il Tribunale di Roma rinviò il caso alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte costituzionale]], la quale sentenziò<ref>Corte Costituzionale, sentenza del 22 dicembre 1990, n. 468</ref> che l'articolo della legge Vassalli riguardante l'irretroattività era incostituzionale nella parte in cui, facendo mancare il filtro dell'ammissibilità, violava il principio dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura<ref>Il Foglio, ''[http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/02/26/giustizia-responsabilit-civile-magistrat-enzo-tortora___1-v-126068-rubriche_c392.htm Tortora 2.0]'', di Marco Valerio Lo Prete, 26 febbraio 2015</ref>.
 
Nessuna [[azione penale]] o indagine di approfondimento fu mai avviata, né alcun procedimento disciplinare fu mai promosso davanti al [[Consiglio Superiore della Magistratura]] a carico dei pubblici ministeri napoletani, che proseguirono le proprie carriere senza ricevere censure per il loro operato nel caso Tortora<ref>[http://www.la7.it/omnibus/pvideo-stream?id=i32319 Omnibus La7 processo ad Enzo Tortora]</ref>. Il vecchio accusatore Gianni Melluso nel 1992 ebbe a ribadire le sue false accuse ma, querelato dalla figlia del presentatore, il GIP [[Clementina Forleo]] non ne dispose il giudizio con la seguente argomentazione: l'assoluzione di Tortora rappresenta "soltanto la verità processuale e non anche la verità reale"<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/04/Tortora_pentito_sentenza_choc_co_0_9502048826.shtml Diffamazione, prosciolto Melluso - Corriere della Sera]</ref>.
 
Nel [[2014]] Diego Marmo chiese scusa alla famiglia di Tortora, pur continuando a ritenere corretta la sua condotta dell'indagine<ref>[http://ilgarantista.it/2014/06/27/parla-il-pm-diego-marmo-su-tortora-ho-sbagliato-chiedo-scusa-alla-famiglia Pm Marmo: “Su Tortora sbagliai” - Il Garantista] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140711065840/http://ilgarantista.it/2014/06/27/parla-il-pm-diego-marmo-su-tortora-ho-sbagliato-chiedo-scusa-alla-famiglia/ |data=11 luglio 2014 }}</ref>.
 
Lucio Di Pietro, dopo annosi rifiuti di interviste, compose un racconto professionale della vicenda, in cui ribadiva "l'onestà e la limpidezza professionale del nostro lavoro" e che "con gli elementi a nostra disposizione, non potevamo fare altrimenti". L'arresto, affermò, era obbligatorio, non esistevano i domiciliari, e "c'erano, in quel momento, altri elementi d'accusa. Vanno sempre rispettati sentenze e processi. Da pm, ho solo fatto il mio lavoro in onestà e buona fede"<ref>[http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/il_magistrato_di_pietro_da_oggi_pensione_tortora_non_svista_arresto_inevitabile-1453778.html Il magistrato Di Pietro, da oggi in pensione: «Tortora? Non una svista l'arresto era inevitabile» - Il Mattino]</ref>.
 
== Attività politica ==
[[File:Pannella Tortora.jpg|thumb|Enzo Tortora con [[Marco Pannella]]]]
{{Citazione|Ero [[Partito Liberale Italiano|liberale]] perché ho studiato, sono radicale perché ho capito.<ref>[http://ritabernardini.it/roberto-saviano-e-gli-sbianchettamenti-radicali-oggi-lo-fa-con-enzo-tortora-ma-non-e-la-prima-volta/ Rita Bernardini, ''Roberto Saviano e gli sbianchettamenti radicali: oggi lo fa con Enzo Tortora ma non è la prima volta'']</ref>}}
 
Mentre era ai domiciliari, nel marzo del [[1984]] Tortora fu candidato nelle liste del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], e il 14 giugno fu eletto deputato al [[Parlamento europeo]], insieme a Pannella e alla Bonino, con oltre mezzo milione di preferenze.
 
I Radicali ne avevano sostenuto le battaglie giudiziarie, prima in segno di [[garantismo]], e poi perché la sua affermazione di innocenza e completa estraneità aveva profondamente convinto il movimento di [[Marco Pannella]].<ref name=Tortora/> Enzo Tortora ottenne il decreto di scarcerazione e lasciò così gli arresti domiciliari. La procura di Napoli chiese subito al Parlamento europeo l'autorizzazione sia al processo sia all'arresto. Enzo Tortora chiese che fosse concessa l'autorizzazione a procedere, che venne concessa, mentre venne invece negata l'autorizzazione all'arresto.
Nonostante l'elezione gli garantisse l'[[immunità parlamentare]], fu lui stesso a chiedere l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti<ref>[https://books.google.it/books?id=0i2JQwSNNhYC&pg=PT39&lpg=PT39&dq=enzo+tortora+eletto+presidente+del+partito+radicale&source=bl&ots=0wqRH1aXcU&sig=NqlrScwozvPrwqHLOILdPxzgiJU&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiXuoHAp43KAhUFqxoKHbDTBhYQ6AEIKzAF#v=onepage&q=enzo%20tortora%20eletto%20presidente%20del%20partito%20radicale&f=false Walter Vecellio, ''Marco Pannella, biografia di un irregolare'']</ref>. Fu invece negata da Strasburgo l'autorizzazione all'arresto.
Il 24 luglio Tortora si insediò al Parlamento europeo e fece parte della "Commissione giuridica e dei diritti dei cittadini"<ref>[http://www.europarl.europa.eu/meps/it/1724/ENZO_TORTORA_home.html Enzo TORTORA | Cronologia delle legislature | Deputati | Parlamento Europeo]</ref>.
 
Oltre a portare l'attenzione sul suo caso di malagiustizia, Tortora ebbe anche una consistente attività come eurodeputato nelle file del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]: visitò decine di carceri, si occupò di [[diritti umani]] e [[diritti civili|civili]] nell'apposita commissione parlamentare, e dell'organizzazione del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati<ref>[http://www.radicalparty.org/it/content/diritti-umani-italia-enzo-tortora ''Diritti umani - Italia: Enzo Tortora'']</ref>.
 
Si occupò altresì del caso di [[Toni Negri]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.radioradicale.it/scheda/202595 ''Faccia a faccia tra Enzo Tortora e Toni Negri''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, docente di filosofia, appartenente all'area dell'[[Autonomia Operaia]] e al gruppo di [[Potere Operaio]] ([[sinistra extraparlamentare]]), arrestato nel 1979 in seguito alle [[leggi speciali]] antiterrorismo poiché ritenuto collaboratore e ideologo delle [[Brigate Rosse]]. Negri fu eletto deputato nel 1983 con i radicali nell'ambito della campagna per la giustizia giusta come Tortora, ma a differenza sua, fuggì in [[Francia]] approfittando dell'[[immunità parlamentare]] e della [[dottrina Mitterrand]], anziché portare avanti la battaglia per la giustizia assieme al PR, dopo la sua condanna a 12 anni per associazione sovversiva e banda armata: sia Tortora, sia Marco Pannella e il segretario radicale [[Giovanni Negri]] lo criticarono aspramente<ref>[http://old.radicali.it/search_view.php?id=49137 ''Enzo sceglie la galera per sentirsi più libero'']</ref>.
 
Il 3 novembre 1985 Tortora fu eletto presidente del partito dal XXXI congresso radicale. Il 13 dicembre [[1985]] si dimise da [[europarlamentare]] e il 29 dicembre si consegnò a [[Milano]] alle forze dell'ordine<ref>''Il Foglio'', 11 giugno 2014</ref>.
 
In qualità di presidente del partito, sebbene agli arresti domiciliari a Milano, il 1º luglio [[1986]] fece parte della delegazione del partito che incontrò al Quirinale il presidente [[Cossiga]], durante la crisi del [[governo Craxi I|governo Craxi]]<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://archivio.agi.it/articolo/e6226c92725507a9cbc4caa9ad6096f7_19860701_consultazioni-partito-radicale-tortora-legge-la-dichiarazione/?query=enzo_tortora Agi] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
== La morte ==
[[File:Enzo Tortora1987.jpg|thumb|Enzo Tortora al suo ritorno in televisione]]
Conclusa in anticipo, causa malattia, la conduzione del suo ultimo programma televisivo intitolato ''[[Giallo (programma televisivo)|Giallo]],'' andato in onda nell'autunno [[1987]], Enzo Tortora morì a 59 anni la mattina del 18 maggio [[1988]] nella sua casa di Milano, stroncato da un [[Carcinoma del polmone|tumore polmonare]]. I funerali - cui parteciparono amici e colleghi tra i quali [[Marco Pannella]], [[Enzo Biagi]], [[Piero Angela]] - si tennero presso la [[Basilica di Sant'Ambrogio]] a Milano<ref name=Tortoratv/>.
 
Dopo la [[cremazione]], le ceneri di Enzo Tortora riposano al [[Cimitero Monumentale di Milano]], presso la Nicchia D dell'Edicola F di Levante Superiore, zona ospitante cellette con ceneri o resti esumati di "cittadini noti e benemeriti"<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|cognome=Giuseppe Lipera|data=2012-10-10|titolo=visita alla tomba di Enzo Tortora 15 luglio 2004|accesso=2017-05-08|url=https://www.youtube.com/watch?v=57LHelqUZGE}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Comune di Miano|titolo=App di ricerca defunti Not 2 4get|pubblicazione=|data=}}</ref>. Tra le sue disposizioni [[Testamento (ordinamento civile italiano)|testamentarie]] vi fu quella di porre le sue ceneri in una cassettina assieme a una copia del libro di [[Alessandro Manzoni]] ''[[Storia della colonna infame]]'' nell'edizione con [[prefazione]] di [[Leonardo Sciascia]], testo che tratta di uno dei primi casi documentati di giustizia sbagliata in Italia. La cassettina, in [[legno]], non è però tumulata in una delle cellette, bensì nella parte centrale in [[vetro]] di una particolare "[[colonna]] spezzata" [[marmo]]rea, riportante inciso sulla sua parte inferiore un [[epitaffio]] opera di Sciascia stesso: «Che non sia un'illusione»<ref name="Tortoratv" /><ref name=":0" />; la parte superiore della colonna termina invece con un [[capitello]] [[ordine corinzio|corinzio]]<ref>[http://farm1.staticflickr.com/196/503214622_c822b3633e_z.jpg?zz=1 Fotografia del sepolcro di Tortora]</ref>.
 
== Citazioni ed omaggi ==
[[File:Biblioteca Tortora 1120038.JPG|thumb|Interni della Biblioteca Enzo Tortora, a Roma.]]
[[File:Galleria Enzo Tortora a Genova.JPG|thumb|La Galleria Enzo Tortora a Genova]]
 
* A Tortora è stata dedicata la Biblioteca Enzo Tortora a [[Roma]] e la Fondazione per la Giustizia Enzo Tortora, presieduta dalla compagna, [[Francesca Scopelliti]].
* Gli è inoltre intitolata l'Associazione Radicale di [[Milano]], facente capo a [[Radicali Italiani]] e al [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] e alcuni club dei [[Riformatori Liberali]] (scissione di questi ultimi) sono intitolati a Tortora, che è ritenuto un simbolo dal mondo [[radicalismo|Radicale]] e [[liberalismo|liberale]] italiano. Il 17 giugno 2013, voluto dal Presidente [[Guido Podestà]], è stato inaugurato e dedicato ad Enzo Tortora l'Auditorium del "Polo Soderini" proprietà della [[Provincia di Milano]].
* A Enzo Tortora è intitolata la biblioteca comunale del [[Municipio Roma I|Municipio I]] a [[Testaccio]] ([[Roma]])<ref>{{cita web | url=http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=/Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Il_comune_per_argomenti/Arte,_Cultura_e_Sport/Biblioteche_di_Roma/Le_Biblioteche_ed_i_Centri_specializzati/Biblioteca_Enzo_Tortora/&flagSub= | titolo=Biblioteca Enzo Tortora | accesso=3 maggio 2010}}</ref>.
* Il 18 maggio 1998, a dieci anni dalla sua scomparsa, il Comune di Milano intitola al noto conduttore "Largo Enzo Tortora", un piazzale lungo Corso Magenta, nel cuore del centro storico della città.
* Nel [[2008]] il Comune di [[Genova]] ha intitolato a Enzo Tortora una galleria. La cerimonia d'inaugurazione<ref>{{cita web|url=http://www.fainotizia.it/2008/07/01/genova-27-giugno-inaugurazione-galleria-enzo-tortora|titolo=Cerimonia d'inaugurazione delle Galleria Enzo Tortora (FaiNotizia.it)|accesso=5 luglio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090621142928/http://www.fainotizia.it/2008/07/01/genova-27-giugno-inaugurazione-galleria-enzo-tortora|dataarchivio=21 giugno 2009|urlmorto=sì}}</ref> viene svolta il 27 giugno, alla presenza di [[Marco Pannella]], il sindaco [[Marta Vincenzi]], alcuni rappresentanti delle istituzioni comunali e il nipote di Enzo Tortora.
* Nel [[2009]] il comune di [[Napoli]] ha intitolato una strada a Enzo Tortora. Anche il [[comune di Roma]] gli ha intitolato una via, nel quartiere di [[Saxa Rubra]], vicino al centro Rai, così come accaduto in numerose città e comuni d'Italia<ref>[http://www.ivg.it/2014/04/albenga-apre-piazza-enzo-tortora-centro-pannunzio-chiede-una-cerimonia-per-ricordarlo/ ''Albenga, apre piazza Enzo Tortora: centro Pannunzio chiede una cerimonia per ricordarlo'']</ref>.
* Anche il comune di [[Mondovì]] gli ha dedicato una via, in particolare a ricordo della partecipazione della città, nell'anno [[1959]], alla trasmissione "Campanile Sera" nel quale Enzo Tortora fu l'inviato. A [[San Benedetto del Tronto]] per ricordarlo gli è stata invece intitolata "Piazza Enzo Tortora", sita in via [[Palmiro Togliatti]] di fronte al tribunale, lato ovest.
* Il 17 giugno [[2013]], a trent'anni di distanza dall'arresto del conduttore, la Provincia di Milano nella veste del suo Presidente Guido Podestà nel corso di una cerimonia dal titolo "In nome del Popolo Italiano! Anche se non è sempre così... - Giustizia e Media: un'anomalia italiana" ha dedicato l'auditorium del Polo Soderini che ospita il centro per l'impiego ad Enzo Tortora.
* Nel 2013 nel foyer del ''Teatro [[Rina Govi|Rina]] e [[Gilberto Govi]]'' di Genova [[Bolzaneto]] è stata posata una targa a ricordo di Enzo Tortora in occasione del centenario della fondazione della [[Compagnia Baistrocchi]], alla quale Enzo Tortora partecipò in qualità di attore e autore. Promotore dell'iniziativa il vice presidente Alberto Podestà.
* Il 16 settembre 2015 la città di [[Torino]] gli ha intitolato una galleria pedonale in Piazza Solferino, nel centro della città, alla presenza del sindaco [[Piero Fassino]] e di [[Piero Angela]]<ref>{{cita web |url=http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_635.shtml |titolo=Copia archiviata |accesso=17 settembre 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091002122304/http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_635.shtml |dataarchivio=2 ottobre 2009 }}</ref>.
* Il 28 settembre 2016 il Consiglio regionale della [[Lombardia]] gli ha intitolato la sala interviste di [[Palazzo Pirelli]] a Milano.
 
== Influenze nella cultura ==
* Sulla vicenda di Tortora nel 1999 è stato girato il film per la tv ''[[Un uomo perbene]]'', andato in onda su [[Canale 5]] e [[La7]] per la regia di [[Maurizio Zaccaro]] e con [[Michele Placido]] nel ruolo del protagonista. [[Silvia Tortora]] ha scritto il soggetto.
* Nel 2008 il giornalista [[Antonello Piroso]], con la partecipazione di [[Gaia Tortora]], ha realizzato uno speciale su La7, intitolato ''Dunque, dove eravamo rimasti? - Speciale Enzo Tortora''. Piroso ha portato poi nei teatri il monologo dedicato al conduttore scomparso, da lui recitato in tv portando un paio di manette agganciate al polso sinistro, in solidarietà con Tortora.
* Nel 2012 [[Ricky Tognazzi]] gira una [[Fiction televisiva|fiction]] per la [[Rai]] sul ''Caso Tortora'', con la sceneggiatura di [[Simona Izzo]], intitolata ''[[Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti?]]'', prendendo titolo proprio dalla prima frase detta da Tortora nel suo ritorno in tv. Il conduttore televisivo viene impersonato dallo stesso Tognazzi<ref>{{cita web|url=http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/01/28/foto/esclusiva_repubblica_napoli_ciak_si_gira_arrestano_enzo_tortora-28917761/1/|titolo=Ciak, si gira: arrestano Enzo Tortora|accesso=28 gennaio 2012}}</ref>. La miniserie è stata criticata aspramente dalle figlie Gaia e Silvia Tortora, che la definirono un "[[romanzo d'appendice]]"<ref>[http://www.ilmessaggero.it/spettacoli/televisione/fiction_enzo_tortora_figlia_attacca_rai_tognazzi/notizie/223408.shtml Enzo Tortora, la figlia attacca la Rai: «Fiction volgare e omertosa»] ne [[Il Messaggero]] del 4 ottobre 2012</ref><ref>[http://www.davidemaggio.it/archives/64078/enzo-tortora-la-figlia-gaia-polemizza-con-la-fiction-di-tognazzi-%E2%80%9Cnon-so-se-la-guardero%E2%80%99%E2%80%9D Il caso Tortora: polemiche sulla fiction RAI con Tognazzi]</ref>.
* Il 12 novembre [[2013]] su [[Canale 5]] a [[Matrix (programma televisivo)|Matrix]], dopo la polemica sull'esclusione del docufilm "Enzo Tortora - Una ferita italiana" di Ambrogio Crespi, va in onda lo speciale ''Il caso Enzo Tortora'' con ospite, tra gli altri, la compagna [[Francesca Scopelliti]]<ref>[http://www.digital-sat.it/ds-news.php?id=35265 Speciale Matrix su Canale 5 dedicato ad Enzo Tortora, una ferita italiana]</ref>.
 
== Filmografia ==
=== Cinema ===
* ''[[Il campanile d'oro]]'', regia di [[Giorgio Simonelli]] ([[1955]])
* ''[[Italia piccola]]'', regia di [[Mario Soldati]] ([[1957]])
* ''[[Pugni pupe e marinai]]'', regia di [[Daniele D'Anza]] ([[1961]])
* ''[[In ginocchio da te]]'', regia di [[Ettore Maria Fizzarotti]] ([[1964]])
* ''[[Enzo Tortora - Una ferita italiana]]'', regia di Ambrogio Crespi (2013)
 
=== Televisione ===
* ''[[Primo applauso (programma televisivo)|Primo applauso]]'' ([[Rai 1|Programma Nazionale]], 1956)
* ''[[Telematch]]'' (Programma Nazionale, 1957-1958)
* ''[[Festival di Napoli]]'' (Programma Nazionale, 1957-1958)
* ''[[Campanile sera]]'' (Programma Nazionale, 1958-1961) ''Inviato nelle località del nord''
* ''[[Festival di Sanremo]]'' (Programma Nazionale, 1959)
* ''[[Terzo grado (programma televisivo)|Terzo grado]]'' ([[RSI LA1|TSI]])
* ''[[La trappola cifrata]]'' (RSI LA1)
* ''[[Gibigianna show]]'' (RSI LA1)
* ''[[Giochi senza frontiere]]'' ([[Rai 2|Secondo Programma]], 1965-1966)
* ''[[La Domenica Sportiva]]'' (Programma Nazionale, 1965-1969)
* ''[[Bada come parli (programma televisivo)|Bada come parli!]]'' (Programma Nazionale, 1969)
* ''[[L'Identiquiz]]'' (RSI LA1, 1969)
* ''[[I cari bugiardi]]'' (RSI LA1, 1972-1973; [[Antennatre]], 1981-1982)
* ''[[Aria di mezzanotte]]'' ([[Telealtomilanese]], 1976-1977; Antennatre, 1977-1980)
* ''[[Contropelo]]'' (Antennatre)
* ''[[Portobello (programma televisivo 1977)|Portobello]]'' ([[Rai 2|Rete 2]], 1977-1983; [[Rai 2]], 1987)
* ''[[Il piramidone]]'' (Antennatre, 1978)
* ''[[L'altra campana]]'' (Rete 2, 1980)
* ''[[Italia parla]]'' ([[Rete 4]], 1982)
* ''[[Cipria (programma televisivo)|Cipria]]'' (Rete 4, 1982-1983)
* ''[[Caccia alle stelle]]'' (Rete 4, 1983)
* ''[[Giallo (programma televisivo)|Giallo]]'' (Rai 2, 1987)
 
=== Radio RAI ===
* ''Doccia scozzese'', gustometro per gli ascoltatori di [[Dino Verde]] presentano Enzo Tortora e Lidia Pasqualini, realizzazione di Dante Raiteri [[1957]]
* ''Io, il signor Bianchi. Antirotocalco n. 7: Al buio, seduti'', a cura di Enzo Tortora con la Compagnia di Prosa di Torino orchestra di [[Riccardo Vantellini]], regia di [[Giacomo Colli]], trasmesso il 28 maggio [[1961]], programma nazionale<ref>Il [[Radiocorriere]] n. 22/1961</ref>
 
== Opere ==
* ''[[Le Forche caudine]]'', Milano, Bietti, 1967.
* ''O tivù dal cuore acceso'', Milano, L'alfiere, 1973.
* ''Cara Italia ti scrivo'', Milano, A. Mondadori, 1984.
* ''Se questa è Italia'', Milano, A. Mondadori, 1987.
* ''Cara Silvia. Lettere per non dimenticare'', Venezia, Marsilio, 2003.
* ''Per una giustizia giusta'', [[Kaos Edizioni]], 2006
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Lanfranco Palazzolo (a cura di), ''Enzo Tortora. Per una giustizia giusta'', Milano, Kaos, 2006
* [[Silvia Tortora]] (a cura di), ''Lettere dal carcere. Un carteggio inedito'', Milano, A. Mondadori, 1993.
* Giacomo Ascheri, ''Tortora. Storia di un'accusa'', Milano, A. Mondadori, 1984.
* Giacomo Ascheri (a cura di), ''Il processo. Tortora'', Roma, Corso, 1985.
* [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] (a cura del), ''Il processo di Napoli contro la N.C.O. e il "caso Tortora"'', Roma, Partito Radicale, 1985.
* [[Bruno Rubino]], ''Enzo Tortora mille giorni'', Napoli, Dick Peerson, 1986.
* [[Bruno Rubino]], ''Parola di Pandico'', Napoli, JN, 1985.
* [[Sergio De Gregorio]], ''Tortora. Morire d'ingiustizia'', Napoli, N. De Dominicis, 1988.
* [[Anna Tortora]], ''Fratello segreto'', Milano, Sperling & Kupfer, 1996.
* [[Giancarlo Dotto]], con [[Sandro Piccinini]], ''Il mucchio selvaggio. La strabiliante, epica, inverosimile ma vera storia della televisione locale in Italia'', Milano, A. Mondadori, 2006.
* Vittorio Pezzuto, ''Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora'', Milano, Sperling & Kupfer, 2008.
* Maria Rita Stiglich, ''Come volevano le stelle. Enzo Tortora: giustizia dimenticata'', Torino, Seneca, 2008.
* [[Renzo Villa]], Roberta Villa ''Ti ricordi quella sera? La storia delle prime televisioni private in Italia nei ricordi di uno dei protagonisti'' edizione Televideo3 (2010) ISBN 978-88-905616-0-3.
* Luca Steffenoni, ''Il caso Tortora'', Milano, Chiarelettere, 2018.
 
== Voci correlate ==
* [[Portobello (programma televisivo 1977)]]
* [[L'altra campana]]
* [[Partito Radicale (Italia)]]
* [[Marco Pannella]]
* [[Silvia Tortora]]
* [[Gaia Tortora]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Enzo Tortora}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Imdb}}
* {{cita web|http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9028/902813.htm|Scheda nell'archivio di Rai Uno}}
* {{cita web|url=http://www.comune.roma.it/was/wps/portal/!ut/p/_s.7_0_A/7_0_21L?menuPage=/Area_di_navigazione/Sezioni_del_portale/Il_comune_per_argomenti/Cultura,_Sport_e_Turismo/Biblioteche_di_Roma/Le_Nostre_Biblioteche/Biblioteca_Enzo_Tortora/|titolo=Scheda della Biblioteca Enzo Tortora}}
* {{cita web|http://www.radicalimilano.it|Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano}}
* {{cita web|url=http://www.radioradicale.it/schede/view/id=175302/dallarchivio-il-caso-tortora-tortora-a-catania-1987-tortora-a-congresso-pr-1984-tortora-pannella-marrazzo-in-rai-1984-3|titolo=Materiale audio video sul sito di Radio Radicale}}
* {{cita web|http://www.ilcasoenzotortora.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-13d0bacb-66f8-461d-87e5-e7c8336a1865.html?homepage|Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti? La miniserie completa trasmessa su Rai 1}}
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/il-caso-enzo-tortora/622/default.aspx "Il caso Enzo Tortora: un uomo ucciso dall'ingiustizia" di Caterina Stagno] [[La Storia siamo noi]]
* {{cita web|http://www.tortora.tv/|Sito Ufficiale del Libro "Applausi e Sputi"}}
* {{cita web|http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-mentii-su-tortora/2127631//1|"Così mentii su Tortora" - Intervista a Gianni Melluso che racconta "la verità ufficiale" sul caso Tortora, da L'Espresso del 25 maggio 2010}}
* [http://www.la7.it/programmi/omnibus/omnibus_speciale/video-i32319 "Dunque, dove eravamo rimasti?"] Speciale [[La7]] di [[Antonello Piroso]]
* {{cita web|http://www.giustiziagiusta.net|Associazione per la Giustizia e il Diritto "Enzo Tortora" Onlus}}
* {{cita web|http://www.lundici.it/2013/05/enzo-tortora/|Il caso Enzo Tortora e la sua eredità professionale}}
* {{cita web|http://www.docufilmenzotortora.net/|Docufilm Enzo Tortora Una Ferita italiana}}
 
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