Questa categoria raccoglie i diversi spazi espositivi dedicati alla cultura e alla storia del [[cloruro di sodio|sale]].
{{nd}}
{{Avvisounicodeinterprogetto}}
{{Stato
|nomeCorrente = Libia
|nomeCompleto = Stato della Libia
|nomeUfficiale = <big>دولة ليبيا</big>
|linkBandiera = Flag of Libya.svg
|paginaBandiera = Bandiera della Libia
|linkStemma = The emblem on the passport of Libya.svg
|paginaStemma = Stemma della Libia
|linkLocalizzazione = Libya (orthographic projection).svg
|linkMappa = Ly-map.png
|motto = <!-- il motto dello stato (se esiste) -->
|lingua = [[Lingua araba|arabo]]
|altrelingue = [[Lingua berbera|berbero]], [[Lingua italiana|italiano]]
|capitale = [[Tripoli]]
|capitaleAbitanti = 1.126.000
|capitaleAbitantiAnno = 2014
|governo = [[Repubblica parlamentare]] <small>(governo conteso)</small>
|presidente = [[Fayez al-Sarraj]]<br /><small>(presidente del Consiglio presidenziale, a Tripoli, riconosciuto dall'ONU)</small><br />[[Aguila Saleh Issa]]<br /><small>(presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk)</small><br />
|primoMinistro = [[Fayez al-Sarraj]]<br /><small>(Governo di accordo nazionale di Tripoli, riconosciuto dall'ONU)</small><br />[[Abdullah al-Thani]]<br /><small>(a Tobruk)</small><br /></small>
|elenco capi di governo = [[Primi ministri della Libia|Primo ministro]]
|elenco capi di stato = [[Capi di Stato della Libia|Capo dello Stato]]
|indipendenza = 24 dicembre [[1951]] da [[Regno Unito]] e [[Francia]]
|ingressoONU = 14 dicembre [[1955]]
|superficieTotale = {{M|1759840}}
|superficieOrdine = 17
|superficieAcqua = 0,5
|popolazioneTotale = {{formatnum:6293000}}
|popolazioneAnno = 2016
|popolazioneOrdine = 103
|popolazioneDensita = 3,9
|popolazioneCrescita = 0,9% (2012)<ref>Dati della Banca Mondiale</ref>
|nomeAbitanti = {{AggNaz|mp|LBY}}
|confini = [[Tunisia]], [[Algeria]], [[Niger]], [[Ciad]], [[Sudan]], [[Egitto]]
|continente = [[Africa]]
|orario = [[UTC+1]]
|valuta = [[Dinaro libico]]
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|TFT= 2,5 (2011)<ref>{{cita web|url=http://data.worldbank.org/indicator/SP.DYN.TFRT.IN/countries|titolo=Tasso di fertilità nel 2011|accesso=12 febbraio 2013}}</ref>
|energia = <!-- consumo di energia pro capite - non scrivere kW/ab. che viene scritto già dal template - (consumo annuo totale in kWh diviso gli abitanti/365gg/24h) -->
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|telefono = +218
|targa = LAR
|inno = [[Libia, Libia, Libia]]
|festa = 17 febbraio
|stato precedente = [[File:Flag of Libya (1977).svg|20px|border]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]
|note =
}}
La '''Libia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ˈlibja/|it}}<ref>• {{DOP|id=44733|lemma=Libia}}<br />• {{Dipi|Libia}}</ref>; {{arabo|ليبيا|Lībiyā}}), ufficialmente '''Stato della Libia'''<ref>{{cita web|url=http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=3093|titolo="Non più Libia, ma Stato della Libia", il Congresso Generale Nazionale libico|accesso=15 febbraio 2013}}</ref>, è uno [[Stato]] del [[Nordafrica]].
[[Categoria:Musei gastronomici| Sale]]
La Libia occupa la parte centrale del [[Nordafrica]], affacciandosi sul [[Mar Mediterraneo]] intorno al [[Golfo della Sirte]], tra il 10º e il 25º meridiano est; la Libia è il quarto paese dell'[[Africa]] per [[Stati per superficie|superficie]], il diciassettesimo del mondo. Confina a nord-ovest con la [[Tunisia]], a ovest con l'[[Algeria]], a sud con il [[Niger]] e il [[Ciad]], a sud-est col [[Sudan]], a est con l'[[Egitto]].
[[Categoria:Salgemma]]
[[Categoria:Cloruro di sodio]]
== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Libia}}
L'odierna Libia era abitata sin dal periodo [[neolitico]] da popolazioni indigene, antenate dei [[berberi]] odierni, dedite all'[[allevamento]] dei [[bovini]] e alla [[coltivazione]] dei [[cerealicoltura|cereali]].
=== Dominio egizio ===
Alcune di queste popolazioni (in particolare i [[Libu]]) entrarono nell'orbita egiziana nel corso dell'[[Antico Regno|Antico]] e del [[Medio Regno]], divenendo tributarie dei [[Faraone|Faraoni]]. I popoli libici, alleatisi coi [[popoli del mare]], vennero sconfitti dagli egizi e sottomessi, integrandosi nel regno fino a giungere al potere con [[Herihor]], governatore di un regno autonomo dell'[[Alto Egitto]] durante il [[Terzo periodo intermedio dell'Egitto|terzo periodo intermedio]], e con [[Hedjekheperra-setepenra]] fondatore delle dinastie libiche ([[XXI dinastia egizia|XXI]], [[XXII dinastia egizia|XXII]] e la [[XXIII dinastia egizia|XXIII dinastia]]). Di nuovo, la [[XXV dinastia egizia|Dinastia Nubiana]] che li sostituì era formata da discendenti libici di Herihor.
=== Dominio greco-fenicio ===
I [[Fenici]] di [[Tiro (città)|Tiro]] fondarono in seguito i porti di [[Leptis Magna|Leptis]], Oea ([[Tripoli]]) e [[Sabratha]], che in seguito caddero nell'orbita di [[Cartagine]], mentre i [[Greci]] si insediarono a [[Cirene]], [[Arsinoe (Cirenaica)|Arsinoe]], [[Berenice (Libia)|Berenice]], [[Apollonia (Cirenaica)|Apollonia]] e [[Barce]], costituendo così la cosiddetta [[Pentapoli Cirenaica]]. Nell'interno della Libia si sviluppò il regno dei [[Garamanti]]. Nel [[332 a.C.|332]]-[[331 a.C.]], infatti, [[Alessandro Magno]] conquistava l'Egitto, sottomettendo anche la confederazione di città greche sorte a occidente dei suoi confini. La [[Cirenaica]] entrò quindi nell'orbita dei [[Dinastia tolemaica|Tolomei]] d'[[Storia dell'Egitto greco e romano|Egitto]], che vi fondarono anche la nuova città di [[Tolemaide]].
=== Dominio romano, vandalo e bizantino ===
[[File:Leptis Magna Arch of Septimus Severus.jpg|thumb|sinistra|Arco di [[Settimio Severo]] a [[Leptis Magna]].]]
L'[[Impero romano]] acquisisce la [[Tripolitania]] nel [[146 a.C.]] dopo la definitiva distruzione di Cartagine, e la [[Cirenaica]] nel [[96 a.C.]], scontrandosi coi [[Garamanti]] dell'interno.
Lo stesso anno 146, nacque il futuro imperatore Settimio Severo, cui verrà dedicato l'omonimo arco ([[arco di trionfo]] in genere riservato ai conquistatori). I territori saranno organizzati nelle province di [[Africa Proconsularis]] e di [[Creta e Cirene]]. [[Leptis Magna]], divenuta una delle tre maggiori città di tutto il [[Nordafrica]], diede i natali alla dinastia dei [[Severi (dinastia)|Severi]].
[[Diocleziano]], nella spartizione dell'Impero, divise la Libia tra [[Tripolitania]], nell'occidentale [[Africa (diocesi)|Diocesi d'Africa]], e [[Libya superior]] e [[Libya inferior]] nell'orientale [[Egitto (diocesi)|Diocesi d'Egitto]]. Terremoti, invasioni delle popolazioni [[Sirte|sirtiche]] e declino delle città (Leptis e Cirene) causarono il declino della regione.
Nel 430 i [[Vandali]] di [[Genserico]], di religione [[arianesimo|ariana]], già conquistata Cartagine, occuparono i territori libici, arrivando a distruggere [[Tolemaide]]. Verso la fine del [[V secolo]] lo Stato vandalo cadde in declino, abbandonando la maggior parte dell'interno ai [[Mori (storia)|Mauri]] e ad altre tribù del deserto.
Nel [[533]], l'[[imperatore bizantino]] [[Giustiniano I|Giustiniano]], deciso ad attuare la sua vasta politica di riconquista dell'Occidente, mosse guerra in Africa, sino a che, dopo un anno di lotte, l'ultimo re vandalo, [[Gelimero]], si arrese nel [[534]] al generale bizantino [[Belisario]]. Giustiniano istituì la Prefettura del Pretorio d'Africa, formata da sette province, tra cui [[Tripoli]], difendendo i territori dalle incursioni dei berberi. Le province nordafricane, insieme alla [[Sardegna]] e ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'[[Esarcato d'Africa]] dall'imperatore [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]]. L'esarcato conobbe una certa prosperità e trovatosi, dopo il [[640]], a dover fronteggiare l'urto della conquista islamica, riuscì, pur con qualche battuta d'arresto, a tenere testa alla minaccia per qualche tempo. Già nel [[643]] gli arabi giunsero in Cirenaica, stabilendo nel [[644]] il governatorato della regione nella città di Barqa, già [[Barce|Barca]]. Ma nel [[698]] un esercito arabo proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.
=== Dominio arabo e ottomano ===
Nel IX secolo l'[[Ifriqiya]] [[Abbasidi|abbaside]] (che abbracciava una buona parte dell'attuale Libia, ma non la Tripolitania) fu assegnata in gestione autonoma all'[[Emiro]] [[Ibrahim ibn al-Aghlab]], eponimo della [[Aghlabidi|dinastia Aghlabide]], allo scopo di meglio combattere l'endemico insurrezionalismo religioso, economico e sociale dei locali [[Kharigismo|kharigiti]]. I [[Fatimidi]] [[Ismailismo|ismailiti]] sconfissero gli Aghlabidi nel [[990]], fondando un nuovo califfato (ufficialmente "Imamato") in Egitto, di cui le regioni che formeranno l'attuale Libia divennero tributarie.
La [[Seconda Crociata]] permise infine ai [[Normanni]] di [[Ruggero II di Sicilia]] di impadronirsi dell'intera costa libica, compresa tra [[Tripoli]] e [[Capo Bon]] ([[1135]]), pur venendo in breve tempo cacciati ([[1163]]) dagli [[Almohadi]] di [[al-Andalus]]. Dal 1350 sino alla metà del [[XV secolo]] furono i governatori [[Hafsidi]] di [[Tunisi]] a governare in autonomia la Libia finché le principali città si proclamarono autonome, arricchendosi con la "guerra di corsa" foraggiata anche dalle autorità hafsidi e che vide impiegato un buon numero di [[Corsari barbareschi|corsari]] che, nel mondo latino coevo, furono definiti "barbareschi".
La minaccia dei [[corsari barbareschi]] spinse nel [[1510]] gli [[Spagna|spagnoli]], padroni del Regno di Sicilia, a intervenire, affidando Tripoli e [[Malta]] ai [[Cavalieri di Malta|Cavalieri di San Giovanni]]. Infine, furono gli [[Ottomani]] a occupare Cirenaica ([[1517]]) e Tripolitania ([[1521]]-[[1551]]) in maniera stabile.
Con l'indebolimento dell'Impero ottomano, un nuovo regno autonomo si stabilì in Libia tra il [[1711]] e il [[1835]], sotto la dinastia [[Karamanli]], ufficialmente tributaria del Sultano, e prosperò per il [[commercio degli schiavi]] e la [[Corsari|guerra di corsa]]. La pirateria libica spinse gli [[Stati Uniti d'America]] a intervenire, per la prima volta fuori dal continente, nella [[Prima guerra barbaresca]] (1801-1805), occupando la città di [[Derna (Libia)|Derna]]. Maggiori pressioni degli europei spinsero il Sultano a sollevare i Karamanli dall'incarico e ristabilire il dominio ottomano ([[1835]]), mentre nel [[1843]] [[Muhammad ibn 'Ali al-Senussi|Muḥammad b. ʿAlī al-Sanūsī]], capo di un'importante [[Tariqa|confraternita]] [[Sufismo|mistica]], si stabilì in Cirenaica facendo proseliti in tutta la Cirenaica e nella Tripolitania.
=== La colonizzazione italiana e la seconda guerra mondiale (1911-1951) ===
{{Vedi anche|Libia italiana}}
[[File:Omar Shegewi.jpg|thumb|sinistra|L'impiccagione di libici che avevano attentato contro soldati italiani.]]
Nel [[1911]] l'[[Italia]] di [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] dichiarò guerra all'[[Impero ottomano]]<ref>[[Guerra Italo-Turca]].</ref> per ottenere il controllo della Libia con la [[Trattato di Losanna (1912)|pace di Losanna]]. Fino ai primi [[Anni 1930|anni trenta]], gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai [[Senussi]]<ref>[[Omar al-Mukhtar]], [[Idris I di Libia|Idris di Cirenaica]] ed [[Enver Pascià]].</ref>, fino all'impiccagione di al-Mukhtar, nel [[1931]], mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire, nel [[1939]], il 13% della popolazione.
Nel [[1934]], con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica, venne proclamato il ''Governatorato Generale della Libia''. Successivamente gli abitanti autoctoni poterono godere dello status di "''cittadini italiani libici''" con tutti i diritti che ne conseguivano. Mussolini dopo il 1934 iniziò una politica favorevole agli Arabi libici, definendoli "''[[Musulmani]] Italiani della Quarta Sponda d'Italia''" e costruendo villaggi<ref>Con [[Moschea|moschee]], scuole e ospedali.</ref> ad essi destinati. Il primo governatore fu [[Italo Balbo]], a cui si deve la creazione della Libia sul modello di quella dell'imperatore romano, nato in Libia, [[Settimio Severo]].
Nel 1937 Italo Balbo divise la [[Libia italiana]] in quattro province<ref>Nel 1939 annesse al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].</ref> e un territorio sahariano: la [[provincia di Tripoli]], la [[provincia di Bengasi]], la [[provincia di Derna]], la [[provincia di Misurata]] ed il [[Territorio Militare del Sud]] con capoluogo [[Hun (Libia)|Hun]]<ref>Sede di un comando militare che aveva il compito di governare il Sahara libico.</ref>. Nel gennaio [[1943]] la Libia fu occupata dalle truppe Alleate, nonostante ciò [[Italo-libici|gran parte degli italiani]] rimase nel paese.
Con il [[Trattato di Pace del 1947]], la Gran Bretagna amministrava la Tripolitania e la Cirenaica, la Francia il Fezzan, in [[Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite|gestione fiduciaria]] delle [[Nazioni Unite]], mentre la [[Striscia di Aozou]] (ottenuta da [[Mussolini]] nel 1935) fu riconsegnata alla colonia francese del [[Ciad]].
=== Indipendenza e Regno di Libia (1951-1969) ===
[[File:Flag_of_Libya_(1951-1969).svg|thumb|Bandiera del [[Regno Unito di Libia]] ([[1951]]-[[1969]], [[2012]]-in uso).]]
[[File:IdrisI3.jpg|thumb|upright=0.5|[[Idris I di Libia|Re Idris el-Senussi]].]]
Il 24 dicembre 1951, la Libia dichiara l'indipendenza come [[Regno Unito di Libia]], monarchia ereditaria e costituzionale sotto re [[Idris I di Libia|Idris]] al-Sanusi. [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Gran Bretagna]] vi mantennero due basi militari, data l'importanza strategica del paese nel controllo del [[mar mediterraneo|Mediterraneo]].
Tra il [[1947]] ed il [[1951]] vennero fondate le prime organizzazioni, sindacali e politiche, tra cui il ''Movimento Operaio Libico'' e ''l'Unione Sindacale dei Lavoratori Libici,'' che, radicati tra i lavoratori portuali condusse, nel luglio 1950 a diversi scioperi per i diritti immediati, normativi e salariali dei lavoratori.
Il Partito comunista libico, clandestino, fondato nello stesso periodo, operava sia nel sindacato che nell'Associazione Politica per il Progresso della Libia, un'organizzazione importante che si batteva per l'indipendenza del paese africano. Le organizzazioni, politiche e sindacali, del movimento operaio in Libia vennero chiuse nel dicembre [[1951]] dai britannici con la collaborazione della monarchia di re Idris I<ref>Vedi ''Diacronie. Studi di storia contemporanea'' n. 5/1/2011 di Chiara Loschi e articolo di Valentino Parlato da "il Manifesto" del 31 agosto 2010</ref>.
Il 28 marzo [[1953]] la Libia entra nella [[Lega degli Stati Arabi|Lega Araba]], il 14 dicembre 1955 nell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]. Negli anni cinquanta vennero scoperti i primi [[giacimenti di petrolio]]. Tuttavia la limitata sovranità politica ebbe l'effetto di far approvare nel [[1955]] una legge che concedeva l'uso dei giacimenti alle principali compagnie petrolifere mondiali, riservando al governo soltanto il 50 % degli introiti. Negli anni sessanta la quantità di petrolio estratta aumentò, ma l'indigenza a cui era relegato il popolo non subì variazioni.<ref name="eurasia-rivista.org">{{cita pubblicazione |autore = Matteo Pistilli |url = http://www.eurasia-rivista.org/8402/lo-sviluppo-della-libia-il-ruolo-di-gheddafi |titolo = Lo sviluppo della Libia: il ruolo di Gheddafi |pubblicazione = [[Eurasia (rivista)|Eurasia]] |data = 22 febbraio 2011 |accesso = 4 giugno 2015 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110617114903/http://www.eurasia-rivista.org/8402/lo-sviluppo-della-libia-il-ruolo-di-gheddafi/ |dataarchivio = 17 giugno 2011 }}</ref> Il 25 aprile [[1963]] un'importante riforma abolì il sistema di governo federale e il nome del paese fu modificato in ''Regno di Libia''.
=== Il regime di Gheddafi (1969-2011) ===
[[File:Flag of Libya (1969–1972).svg|thumb|Bandiera della [[Repubblica Araba di Libia]] ([[1969]]-[[1977]])]]
Il 1º settembre [[1969]] re Idris viene deposto da un gruppo di ufficiali [[nasser]]iani. Il paese fu ribattezzato ''Repubblica araba di Libia'' e [[Mu'ammar Gheddafi]] resse il governo provvisorio, che avviò un programma di [[nazionalizzazioni]] delle grandi imprese e dei possedimenti italiani, chiudendo inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.
La piena sovranità politica permise al governo di impiegare le entrate delle grandi imprese petrolifere nello sviluppo di infrastrutture nel paese. Nel [[1970]] i beni degli [[italo-libici]] furono confiscati, e gli stessi cittadini furono costretti a lasciare il paese entro il 15 ottobre del [[1970]].
La politica di sviluppo del territorio perseguita da Gheddafi permise di realizzare, oltre ai miglioramenti, in ogni campo, delle infrastrutture, tra cui il "''[[Grande fiume artificiale]]''", un'imponente opera idraulica che attraverso lo sfruttamento dell'acqua fossile, contenuta in laghi sotterranei, forniva acqua potabile a una popolazione in continua crescita. La prima fase di tale opera si concluse nel 1991 con il tratto che giunge fino a Bengasi, la seconda nel 1996 con il tratto che raggiunse Tripoli, la terza nel 2000, permettendo di raggiungere l'entroterra.<ref name="eurasia-rivista.org" />
[[File:Muammar al-Gaddafi, 12th AU Summit, 090202-N-0506A-534.jpg|thumb|upright=0.5|Gheddafi parla in qualità di Presidente dell'[[Unione Africana]] nel palazzo ONU di [[Addis Abeba]] alla sua elezione nel febbraio 2009.]]
In politica estera, la Libia rivoluzionaria appoggia i movimenti di liberazione nazionale, primo fra tutti l'[[OLP]] di [[Yasser Arafat]] nella sua lotta contro [[Israele]]. Volendosi erede di Nasser, tra il [[1971]] e il [[1977]] Gheddafi partecipa al tentativo di fondare una [[Federazione delle Repubbliche Arabe]] con Egitto e Siria. In seguito tenterà senza successo di creare federazioni con [[Tunisia]] (1974), [[Ciad]] (1981) e [[Marocco]] (1984). Gheddafi espliciterà la sua filosofia politica nel [[Libro verde (Mu'ammar Gheddafi)|Libro verde]] (1976).
[[File:Flag of Libya (1977).svg|left|thumb|Bandiera della Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista ([[1977]]-[[2011]]).]]
Il 2 marzo 1977 venne proclamata la ''[[Giamahiria]]'' (letteralmente "repubblica delle masse"). Nello stesso anno, grazie ai maggiori introiti derivanti dal [[petrolio]], Gheddafi poté dotare il suo Stato di nuove strade, ospedali, acquedotti e industrie. Sull'onda della popolarità, nel [[1979]] rinunciò a ogni carica politica ufficiale, pur rimanendo l'unico leader del paese con l'appellativo di "''guida della rivoluzione''". Le deboli organizzazioni libiche del movimento operaio, sindacali e politiche, dopo aver subito la repressione da parte della monarchia di re [[Idris I di Libia|Idris I]] al-Sanusi, vennero definitivamente eliminate attraverso gli assassini e incarcerazioni ordinate dalla dittatura nazionalista. Gli intellettuali<ref>Professori, scrittori, giornalisti, avvocati e sindacalisti.</ref> di orientamento [[marxista]] subirono nell'aprile [[1973]] e nel dicembre 1978 la feroce repressione del regime di Gheddafi<ref>Vedi John K. Cooley, ''Muʿammar Gheddafi e la rivoluzione libica'', pp. 384-385.</ref>.
Nello stesso periodo la Libia viene coinvolta in un conflitto di frontiera contro il [[Ciad]] per il possesso della [[striscia di Aozou]], un territorio ricco di risorse minerarie, contesa che viene risolta pacificamente solo nel [[1994]]. Sempre durante questo periodo, e per molti anni, Gheddafi fu uno dei pochi leader internazionali che continuarono a sostenere i dittatori [[Idi Amin Dada]] e [[Bokassa]].<ref>Quest'ultimo soltanto nel periodo in cui si dichiarò musulmano.</ref>
Negli [[Anni 1980|anni ottanta]], la Libia di Gheddafi si configurò come "[[Stato canaglia]]", sostenitore di gruppi terroristici quali l'[[Irlanda|irlandese]] [[Provisional IRA|IRA]] e il [[Palestina|palestinese]] [[Settembre Nero (organizzazione)|Settembre Nero]]. Gheddafi fu progressivamente emarginato dalla [[NATO]], e, in reazione all'[[attentato alla discoteca di Berlino del 1986]], il 15 aprile dello stesso anno, Tripoli venne bombardata dai [[Caccia intercettore|caccia]] americani, attraverso l'[[Operazione El Dorado Canyon]]. Per reazione la Libia rispose con uno sterile [[Attacco missilistico libico contro Lampedusa|attacco missilistico contro Lampedusa]].
Nel [[1988]], la Nazione venne accusata di aver organizzato l'attentato di [[Lockerbie]] sul volo [[Volo Pan Am 103]], che causò la morte di 270 persone. Con la risoluzione 748/92, l'ONU impose un [[embargo]] alla Libia, durato fino alla consegna degli imputati, avvenuta il 5 aprile 1999, e nel 2003 all'accettazione della responsabilità civile verso le vittime.
La Giamahiria si riavvicina alla comunità internazionale a partire dagli [[Anni 1990|anni novanta]]: nel 1990 con la condanna dell'[[Iraq]] nella [[Guerra del Golfo]], attraverso la mediazione tra [[Etiopia]] ed [[Eritrea]], e nel 1999 con l'opposizione ad [[al-Qa'ida]]. Il 15 maggio [[2006]] gli Stati Uniti riallacciano le relazioni diplomatiche interrotte 25 anni prima, togliendo la Libia dalla lista degli "stati canaglia". Nuove tensioni sono sorte dal [[2008]] tra la Libia e la [[Svizzera]] in seguito all'arresto a [[Ginevra]] del figlio di Gheddafi, [[Hannibal Gheddafi|Hannibal]], mentre nel 2008 le relazioni diplomatiche con l'Italia si sono stabilizzate, grazie al [[Trattato di Bengasi]]. Dal febbraio 2009 al gennaio 2010, Gheddafi è stato Presidente di turno dell'[[Unione Africana]].
=== Guerra civile (2011) ed eventi successivi ===
{{vedi anche|Prima guerra civile libica|Seconda guerra civile libica}}
[[File:Libyan Civil War.png|thumb|[[Seconda guerra civile in Libia|Guerra civile in Libia]] (2015):<br />{{simbolo|Location dot red.svg|11}} Governo di Tobruk {{simbolo|Location dot lime.svg|11}} Governo di Tripoli {{simbolo|Location dot grey.svg|11}} [[Stato Islamico]] (IS) e da ''[[Ansar al-Shari'a (Libia)|Anṣār al-Sharīʿa]]'' {{simbolo|Location dot yellow.svg|11}} [[Tuareg]]]]
Nel febbraio del [[2011]] scoppiano delle sommosse popolari a cui segue un conflitto armato che vede opposte le forze fedeli a Gheddafi agli insorti del [[Consiglio Nazionale Libico]]. Il 19 marzo 2011, dopo la [[risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite|risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni]], viene attivato un [[Intervento militare in Libia del 2011|intervento militare]] internazionale, con lo scopo di tutelare la popolazione civile libica tramite l'applicazione di una [[Zona d'interdizione al volo]].
In realtà l'intervento si concretizza nel bombardamento delle truppe governative, di infrastrutture civili e militari e nell'appoggio alle truppe antigovernative. All'intervento hanno preso parte gli Stati appartenenti alla NATO tra cui [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Francia]], [[Regno Unito]], [[Italia]] e [[Canada]], e alcuni paesi [[mondo arabo|arabi]]: [[Qatar]] e [[Emirati Arabi Uniti]].
Dal marzo 2011 molti Stati, a partire dalla [[Francia]], hanno riconosciuto il [[Consiglio nazionale di transizione]] come unico rappresentante del popolo libico. Altri Stati hanno stabilito legami diplomatici con il Consiglio, mantenendo un rapporto con il governo di Gheddafi.
Il 17 ottobre 2011 cade l'ultima città lealista a favore di Gheddafi: Bani Walid. Le forze del regime sono ormai bloccate in poche zone nei dintorni di Bani Walid e di Sirte. La Libia si poteva pertanto considerare quasi interamente libera dal regime di [[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]].
Il 20 ottobre 2011 Mu'ammar Gheddafi viene catturato e ucciso nella sua città natale di [[Sirte]], uccisione che di fatto porta alla caduta del suo regime e alla fine della guerra.
Dopo la caduta di Gheddafi la Libia è divenuta ostaggio degli scontri fra le numerose milizie tribali che formavano la coalizione dei ribelli. I diversi governi che si sono succeduti hanno tentato di imporre l'autorità del potere centrale su questi gruppi, cercando di disarmarli o di integrarli nell'esercito nazionale, ma hanno sostanzialmente fallito, in quanto le amministrazioni centrali si sono sempre dimostrate troppo deboli e il parlamento troppo diviso.
Dopo il 18 maggio [[2014]] la situazione è precipitata in seguito al colpo di stato del generale [[Khalifa Belqasim Haftar]] e con l'occupazione del palazzo del Parlamento a Tripoli da parte di soldati a lui fedeli. Il generale aveva lanciato due giorni prima un attacco contro alcune milizie islamiche nella [[Cirenaica]], non autorizzato dal governo centrale. Tuttavia, il 30 luglio 2014, una di queste milizie, ''[[Ansar al-Shari'a (Libia)|Anṣār al-Sharīʿa]]'' ha occupato [[Bengasi]] proclamando l'emirato islamico. Nella stessa Tripoli sono in corso violenti scontri, in particolare nella zona dell'aeroporto fra una milizia islamica chiamata ''Fajr Lībiyā'' (Alba della Libia) e altre milizie laiche; entrambe sono favorevoli al governo, ma non si conosce la loro posizione nei riguardi del generale Haftar<ref>{{Cita pubblicazione |url = http://www.ilpost.it/2014/08/03/libia-caos |titolo = La Libia è nel caos |pubblicazione = [[Il Post]] |data = 3 agosto 2014 |accesso = 3 agosto 2014}}</ref>.
Il 17 dicembre 2015, a [[Skhirat]], in [[Marocco]], i rappresentanti del Congresso di Tripoli e della Camera di Tobruk hanno firmato un accordo per la formazione di un "governo di accordo nazionale", sotto l'egida delle Nazioni Unite<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Vincenzo Nigro |url = http://www.repubblica.it/esteri/2015/12/17/news/libia_firmato_accordo_onu_per_governo_di_unita_nazionale-129680815/|titolo = Libia: firmato l'accordo tra le due fazioni per governo di unità nazionale |editore = <!--Gruppo Editoriale L'Espresso--> |giornale = [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data = 17 dicembre 2015 |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>.
== Geografia ==
[[File:Libya Topography.png|thumb|upright=0.8|Mappa fisica della Libia]]
{{vedi anche|Geografia della Libia}}
I confini della Libia sono frutto di trattati e convenzioni stipulati nel tempo da vari Stati fra cui l'[[Italia]], la [[Francia]], il [[Regno Unito]] e l'[[Egitto]] e seguono principalmente riferimenti artificiali quali [[parallelo (geografia)|paralleli]] e [[meridiano (geografia)|meridiani]] e quasi mai riferimenti naturali quali fiumi o montagne.
=== Morfologia ===
La Libia è dotata di una lunga costa mediterranea ed il suo territorio è prevalentemente piatto. A ovest, l'altopiano raggiunge il mare, creando scogliere e insenature profonde. Ad est, la costa è bassa, ornata da dune, fino al golfo di un'insenatura ampia e profonda, oltre la quale ricominciano le scogliere a picco. È dotata di una pianura costiera abbastanza estesa, che si rialza man mano che ci si inoltra verso [[Fezzan]]. Questa pianura corrisponde al [[bacino della Sirte]], un [[bacino sedimentario]] caratterizzato, in alcuni punti, da altitudini anche inferiori al livello del mare e dall'abbondanza di giacimenti di idrocarburi sfruttati industrialmente. Al contrario, in [[Cirenaica]] è presente un altopiano già in vicinanza del mare. L'interno è basso, fino ai 250 metri, con l'eccezione del massiccio del [[Tibesti]], caratterizzato da [[deserto]] roccioso e sabbioso, punteggiato di [[oasi]]. Il rilievo maggiore è il '''Bikku Bitti''' che raggiunge i {{M|2267||m}} [[Livello del mare|s.l.m.]], ma sono inoltre noti anche altri rilievi quali ad esempio il '''Gebel Auenat'''.
=== Idrografia ===
Il territorio libico ospita principalmente [[uadi]] [[Sahara|sahariani]] che canalizzano l'acqua della [[stagione delle piogge]]. Gli unici fiumi perenni sono il [[Ki'am]], il [[Ramla]], in [[Tripolitania]], e il [[Derna (fiume)|Derna]], in [[Cirenaica]].
La falda acquifera, poco profonda in vicinanza del mare<ref>Appena 3 metri nell'[[oasi di Tripoli]] e 30-35 metri nella piana della [[Gefara]].</ref>, diventa più profonda inoltrandosi nel [[Fezzan]]. L'[[altopiano della Cirenaica]] è dotato di una rete di [[acque sotterranee]] che riaffiorano in [[carsismo|sorgenti carsiche]]. Le depressioni del deserto,<ref>[[Giarabub]], [[Cufra]], e i solchi del [[Fezzan]].</ref> danno luogo a piccoli laghi, spesso salati.
Per supplire al grande bisogno di acqua potabile, è stato costruito il ''[[grande fiume artificiale|grande fiume]]'', un acquedotto che conduce sulla costa le acque delle falde preistoriche situate all'interno del paese.<ref>[http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inlavorazione/visualizza_new.html_2057532869.html www.ansa.it]</ref>
=== Clima ===
Il clima libico è fortemente influenzato dal [[deserto]] a sud e dal [[Mediterraneo]] a nord. Sulla regione costiera, la temperatura è piuttosto temperata: a Tripoli la media è di circa 26 °C d'estate e 14 °C d'inverno<ref>Cfr. il sito [http://www.worldclimate.com/cgi-bin/data.pl?ref=N32E013+1102+6201007G1 Worldclimate]</ref>, mentre le precipitazioni annue raggiungono i 380 mm, concentrate soprattutto nei mesi invernali. In estate, occasionalmente, in presenza di venti provenienti dal deserto, la temperatura nella capitale può raggiungere o superare i 45 °C. Nelle pianure centrali domina un clima semiarido, mentre il deserto a sud è soggetto a lunghi periodi di siccità. Sulla fascia costiera, generalmente più umida, soffia a volte in primavera e in autunno il [[Scirocco|ghibli]], un vento secco, caldo e carico di sabbia.
== Popolazione ==
=== Demografia ===
[[File:Libya-demography.png|left|upright=1.4|thumb|Crescita demografica in Libia dal 1961 al 2003]]
Nel 2010, prima dei conflitti, la Libia si collocava tra i paesi ad [[Indice di Sviluppo Umano]] medio - alto; all'epoca la speranza di vita media della popolazione era di 73 anni e la mortalità infantile era del 17‰. La densità di popolamento rimane ancor oggi molto bassa, con una media di tre abitanti per km<sup>2</sup>, con una popolazione che si addensa sopratutto lungo la costa, dove si contano oltre 200 abitanti per km², nella piana di [[Gefara]] e in alcune oasi.
Il 20% della popolazione risiede nella capitale,Tripoli, con {{formatnum:1063571}} abitanti. Altri centri importanti sono: [[Bengasi]], capoluogo della Cirenaica e seconda città del paese, [[Al Bayda]], terza città più grande della Libia, tutte sulla fascia costiera. Al 2014, l'86% della popolazione abita in città. La popolazione libica parla l'[[Lingua araba|arabo]] e il [[Lingua berbera|berbero]] e usa come moneta il [[dinaro libico]].
[[File:Libya ethnic (it).svg|thumb|Mappa della composizione etnica della Libia.]]
=== Etnie ===
I libici sono principalmente [[arabi]], [[berberi]] e [[tuareg]]. I limitati gruppi tribali [[Hausa (popolo)|Hausa]] e [[Tebu]] di stanza nel sud della Libia conducono vita [[nomade]] o seminomade. La maggioranza degli stranieri presenti nel paese proviene da altri paesi africani, specialmente dall'[[Egitto]]<ref>{{Cita web |url = http://www.allbusiness.com/government/employment-regulations-foreign-employees/1099229-1.html |titolo = African immigrants flee Libya |data = 1º novembre 2000 |accesso = 13 gennaio 2016 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110829122035/http://www.allbusiness.com/government/employment-regulations-foreign-employees/1099229-1.html |dataarchivio = 29 agosto 2011 }}</ref>. Più di un milione di immigrati irregolari risiede in Libia<ref>{{Cita web |url = http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/7194544.stm |titolo = Marching orders for migrants in Libya? |editore = [[BBC News]] |data = 23 gennaio 2008 |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>. Permane una piccola minoranza di [[Italiani]] ([[Italo-libici]]), nonostante la maggioranza sia emigrata negli anni cinquanta o sia stata espulsa nel [[1970]]<ref>{{Cita web |url = http://www.britannica.com/EBchecked/topic/339574/Libya/46562/Italian-colonization |titolo = Libya – Italian colonization |editore = Encyclopædia Britannica |accesso = 13 gennaio 2016}}</ref>.
Dei {{formatnum:64570}} [[ebrei]] presenti nel paese nel [[1948]]<ref>Stillman, 2003, pp. 155-156.</ref>, {{formatnum:50000}} emigrarono in [[Israele]], a seguito di vari [[pogrom]], entro l'indipendenza libica nel [[1951]]<ref>Stillman, 2003, p. 145.</ref><ref>Harris, 2001, pp. 149-150.</ref>. A seguito della [[guerra dei sei giorni]], i {{formatnum:4000}} ebrei rimasti in Libia subirono un nuovo [[pogrom]]. Il governo senussita ingiunse loro di lasciare "temporaneamente" il paese. Dei {{formatnum:4000}} sbarcati in [[Italia]], {{formatnum:2200}} vi rimasero, {{formatnum:1300}} optarono per [[Israele]] e la maggior parte degli altri per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Solo poche famiglie restarono in Libia<ref>Harris, 2001, pp. 155-156.</ref><ref>Simon, 1999, pp. 3-4.</ref>. Nel [[1970]] i beni degli ebrei libici furono confiscati, e successive compensazioni furono negate dal governo di [[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]<ref>Harris, 2001, p. 157.</ref>. La sinagoga di [[Tripoli]], restaurata nel [[1999]], è stata rasa al suolo da estremisti islamici<ref>{{cita web |url=http://sunsite.berkeley.edu/JewsofLibya/LibyanJews/thejews.html |titolo=Copia archiviata |accesso=5 febbraio 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060718035942/http://sunsite.berkeley.edu/JewsofLibya/LibyanJews/thejews.html |dataarchivio=18 luglio 2006 }} [http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/anti-semitism/libyajews.html Jews of Libya | Jewish Virtual Library]</ref>.
=== Culture e rapporti tra i popoli libici ===
{{F|Libia|aprile 2013}}
La Libia, durante la sua storia, venne sempre considerata un'unica regione, ma ha sempre visto l'esistenza di due territori importanti come la Tripolitania, e la Cirenaica con culture ed ideologie completamente diverse. Nella storia ufficiale invece, la Libia è sempre stata considerata come una nazione unita a causa di invasioni, sottomissioni e dittature che hanno trovato comodo considerarla come una unica entità.
Il conflitto tra la popolazione della regione di Tripoli nei confronti di quella di Bengasi e delle regioni limitrofe, e viceversa, è sempre stato accentuato. I tripolitani sono attaccati culturalmente al potere politico centrale della capitale, legame reso ancor più forte durante la dittatura di Gheddafi, mentre i Cirenaici sono molto legati alla loro tradizione locale, non si vedono rappresentati da Tripoli e si sentono soffocati dagli ideali centralistici della Tripolitania, sempre al centro della politica libica, sia se diretta da diktat internazionali, o autonomamente libica.
L'ultimo avvenimento che ha visto gli abitanti della Cirenaica scontrarsi con quelli della capitale si è verificato nel luglio 2012, quando il governo di transizione ha indetto le elezioni del Parlamento. Tali elezioni non furono, secondo i Cirenaici, organizzate correttamente, come anche le suddivisioni dei seggi parlamentari. Questo evidenzia di fatto la condizione di conflitto e di sfiducia tra i due popoli diversi.
=== Religioni ===
{{vedi anche|Chiesa cattolica in Libia}}
Dal [[1970]] la confessione [[islam]]ica è stata proclamata religione di Stato.
I [[Islam|musulmani]] (per lo più [[sunnismo|sunniti]], ma anche [[ibaditi]], cioè [[kharigiti]]) sono circa il 97%, i [[cristiani]] sono circa il 3%, e di questi circa {{formatnum:56000}} sono [[Cattolicesimo|cattolici]]. La maggioranza della popolazione araba e arabo-berbera è [[sunnismo|sunnita]], mentre la maggioranza dei berberi del [[Gebel Nefusa]] è [[ibaditi|ibadita]].
=== Lingue ===
L'[[lingua araba|arabo]] è la lingua ufficiale del paese. La [[lingua berbera]] è parlata, ma senza alcun riconoscimento ufficiale, da circa {{formatnum:160000}} persone, soprattutto nel [[Gebel Nefusa]] ([[Lingua nefusi|"nefusi"]]), a [[Zuara]] sulla costa, e in vari centri dell'interno, come [[Ghat (Libia)|Ghat]], [[Gadames]], [[Sokna]] e [[Augila]]. La [[lingua italiana]] (residuo dell'epoca coloniale) e quella [[lingua inglese|inglese]] sono utilizzate a livello economico per i commerci.
== Ordinamento ==
Nel 2011, allo scoppio della [[prima guerra civile libica|guerra civile]] due diverse autorità politiche affermavano di rappresentare il legittimo governo libico. La prima era l'[[Comitato Generale Popolare di Libia|esecutivo]] guidato da [[Mu'ammar Gheddafi]], la seconda era il [[Consiglio nazionale di transizione]] (CNT), che si opponeva decisamente alla dittatura, quasi quarantennale, di Gheddafi.
Il CNT, organo politico che guidava gli insorti, intendeva eleggere un'assemblea costituente per la definizione di un ordinamento democratico basato sullo svolgimento di elezioni libere e sulla separazione dei poteri<ref>{{Cita news|url = http://ntclibya.org/english/libya/ | titolo = A vision of a democratic Libya | pubblicazione = Ntclibya.org | data = 29 marzo 2011 | accesso = 30 marzo 2011}}</ref>. Il governo di Gheddafi, al potere dal [[1969]], corrispondeva, in termini [[scienza politica|politologici]], a un [[autoritarismo|regime autoritario]] [[militare]], con la presenza di una [[leadership]] forte, un'[[ideologia]] incompiuta, e la mancanza di [[pluralismo]] e di una qualsiasi parvenza di uno [[stato di diritto]].
=== Suddivisioni storiche e amministrative ===
[[File:Un-libya.png|thumb|upright=1.6|Mappa della Libia con le città principali e le strade]]
{{vedi anche|Distretti della Libia|Città della Libia}}
La Libia è composta da tre regioni geografiche e storiche:
* la [[Cirenaica]], che occupa tutta la fascia orientale del territorio libico, lungo il confine con l'[[Egitto]], dal [[mar Mediterraneo]], al confine con il [[Sudan]] e il [[Ciad]];
* la [[Tripolitania]], che occupa la fascia settentrionale, lungo il Mediterraneo, dal confine con la [[Tunisia]], fino alla fine del [[Golfo della Sirte]];
* il [[Fezzan]], che occupa la parte sahariana a sud della Tripolitania, dal confine con l'[[Algeria]] fino alla Cirenaica, lungo il confine con [[Niger]] e [[Ciad]].
A seguito dell'occupazione britannica, tale ripartizione assunse altresì una valenza amministrativa, con la contestuale soppressione delle 4 province e del Territorio Militare del Sud istituiti da Italo Balbo. Successivamente, nel [[1963]], il Paese fu suddiviso in [[governatorati della Libia|governatorati]] (''muhafazat''); questi sarebbero rimasti sino al [[1983]], quando fu introdotto il sistema basato sulle municipalità (''baladiyat''), a loro volta sostituite dai [[distretti della Libia|distretti]] (''sha'biyat'') nel [[1995]].
=== Città principali ===
{| class="wikitable sortable"
! Città
! Popolazione
! Provincia
! Regione
! Sorge su
|-
| bgcolor=violet| [[Tripoli]]
| {{M|1063571}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Tripoli]]
| bgcolor=yellow|[[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Bengasi]]
|{{M|660147}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Bengasi]]
| bgcolor=yellow| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Misurata]]
| {{M|400000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Misurata]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[El-Azizia]]
| {{M|318170}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Gefara]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Tarhuna]]
| {{M|226554}}
| [[Distretto di al-Murgub]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Beida]]
| {{M|206108}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Jabal al-Akhdar]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Homs (Libia)|Homs]]
| {{M|202000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Murgub]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Zawiya (città)|Zawiya]]
| {{M|198567}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Zawiya]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Zuara]]
| {{M|192159}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Nuqat al-Khams]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Agedabia]]
| {{M|140000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Wahat]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Sirte]]
| {{M|135451}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Sirte]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Sebha]]
| {{M|126400}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Sebha]]
| bgcolor=yellow| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[al-Marj]]
| {{M|120000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Marj]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Tobruch]]
| {{M|110000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Butnan]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Sabrata]]
| {{M|105000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Sabrata e Sorman]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Zliten]]
| {{M|100000}}
| [[Distretto di al-Murgub]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Garian]]
| {{M|91047}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di al-Jabal al-Gharbi]]
| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
|-
| [[Nalut]]
| {{M|74432}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Nalut]]
| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
|-
| [[Iefren]]
| {{M|72663}}
| [[Distretto di al-Jabal al-Gharbi]]
| [[Tripolitania]]
| Alture del Gebel
|-
| [[Ben Gascir]]
| {{M|65776}}
| [[Distretto di Tripoli]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[Derna (Libia)|Derna]]
| {{M|62179}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Derna]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Gubba]]
| {{M|60610}}
| [[Distretto di Derna]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[Bani Walid]]
| {{M|50824}}
| [[Distretto di Misurata]]
| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Birak]]
| {{M|42382}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Wadi al-Shatii]]
| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Murzuch]]
| {{M|41500}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Murzuch]]
| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Awbari]]
| {{M|40075}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Wadi al-Hayaa]]
| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Sugh el Giumaa]]
| {{M|40000}}
| [[Distretto di Tripoli]]
| [[Tripolitania]]
| Costa
|-
| [[el-Abiar]]
| {{M|33390}}
| [[Distretto di al-Marj]]
| [[Cirenaica]]
| Costa
|-
| [[El-Giof]]
| {{M|31007}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Cufra]]
| [[Cirenaica]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Mizda]]
| {{M|28939}}
| [[Distretto di al-Jabal al-Gharbi]]
| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Hun (Libia)|Hun]]
| {{M|20388}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Giofra]]
| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Ghat (Libia)|Ghat]]
| {{M|18000}}
| bgcolor=lightgreen| [[Distretto di Ghat]]
| [[Fezzan]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Giarabub]]
| {{M|17750}}
| [[Distretto di al-Butnan]]
| [[Cirenaica]]
| Oasi Desertica
|-
| [[Gadames]]
| {{M|16080}}
| [[Distretto di Nalut]]
| [[Tripolitania]]
| Oasi Desertica
|}
* '''Viola''': Capitale libica
* '''Giallo''': Capoluogo di regione
* '''Verde''': Capoluogo di municipalità
<!--
=== Istituzioni ===
Spiegazione...
==== Ordinamento scolastico ====
==== Sistema sanitario ====
==== Forze armate ====
-->
== Politica ==
=== Politica interna ===
Dopo la caduta di Gheddafi, salì al potere un governo di transizione, che secondo i pensieri e le valutazioni popolari, non eseguì il lavoro di restaurazione richiesto.{{cn}} Dopo le elezioni per l'assemblea nazionale costituente del luglio 2012, nell'aprile 2013 quest'ultimo indisse le nuove elezioni per eleggere il parlamento. Il popolo libico fu chiamato a partecipare ad un appuntamento democratico che mancava da ben 48 anni. Anche se quest'elezioni si svolsero in un clima opprimente, promossero a pieno titolo i [[Liberalismo|liberali]], capeggiati da [[Jibril|Mahmoud Jibril]], e il partito del Fronte Nazionale<ref>Una forza anti-Gheddafi nata negli anni Ottanta.</ref>, portati avanti da Mohamed el-Magariaf. In queste elezioni delusero gli islamisti, che furono sconfitti, anche se avevano l'appoggio del braccio libico dei [[Fratelli Musulmani]], che poco tempo prima, aveva trionfato nel vicino [[Egitto]]. L'unica e concreta svolta positiva di queste elezioni fu la campagna elettorale, anch'essa mancante da molto tempo in Libia, che si fece sentire soprattutto a Tripoli. Coloro che si proposero come una vera alternativa al modello politico contemporaneo furono i liberali, che per questo, dopo tante fatiche e persecuzioni, vinsero.
=== Politica estera ===
[[File:Ambassador christopher stevens.jpg|thumb|Christopher Stevens]]
La Libia è parte dell'[[ONU]] (dal 1955), della [[Lega Araba]] (dal 1953), dell'[[OPEC]] (dal 1962) e dell'[[Unione Africana]] (dal [[1963]]). Le istituzioni di cui la Libia fa parte sono: ABEDA, AfDB, AFESD, AMF, AMU, AU, CAEU, COMESA, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, IMSO, [[Interpol]], IOC, IOM, IPU, ISO, ITSO, ITU, LAS, MIGA, NAM, OAPEC, OIC, OPCW, [[Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio|OPEC]], PCA, UN, UNCTAD, [[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], UNIDO, UNWTO, UPU, WCO, WFTU, WHO, WIPO, WMO, [[Organizzazione Mondiale del Commercio|WTO]] (osservatore).
Il 12 novembre [[2011]], è stato ripreso dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], con l'invio a [[Tripoli]], nel maggio [[2012]], di un [[ambasciatore]] di [[pace]], [[Christopher Stevens (diplomatico)|Christopher Stevens]],<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Guido Olimpio |url = http://www.corriere.it/esteri/12_settembre_13/amico-americano-capiva-gli-arabi-olimpio_94898414-fd63-11e1-ae02-425b67d1a375.shtml |titolo = L'amico americano che capiva gli arabi |giornale = [[Corriere della Sera]] |data = 13 settembre 2012 |accesso = 31 gennaio 2016}}</ref> che credeva nella creazione di [[Democrazia|istituzioni democratiche]] nel mondo [[islam]]ico. L'11 settembre 2012, in seguito ad un assalto di manifestanti, infiltrati da elementi terroristi che hanno incendiato la rappresentanza di [[Bengasi]] con il pretesto di vendicare la realizzazione di un filmato provocatorio su [[Maometto]], l'ambasciatore fu una delle vittime degli scontri.
== Economia ==
Prodotto Nazionale Lordo,<ref>A parità di potere d'acquisto.</ref> 76,5 miliardi di $<ref>81º posto della classifica mondiale.</ref>, corrispondente a quasi {{formatnum:12000}} $ pro capite<ref>79º posto della classifica mondiale.</ref>.
<!--
Bilancia dei pagamenti: 000 milioni di $.
Inflazione: 00,0%.
Disoccupazione: 0,00%.
Punti di forza.
Punti di debolezza.
-->
[[File:Tripoli CBD.JPG|thumb|La capitale [[Tripoli]].]]
Fino agli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]] considerata uno dei paesi più poveri del mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la Libia registrava già nel [[1977]] il [[reddito]] annuo [[pro capite]] più elevato del continente africano<ref>Nel 2012 è di {{formatnum:11936}} [[dollaro statunitense|dollari]].</ref>, grazie allo sfruttamento dei grandi giacimenti di [[petrolio]], iniziato nel [[1959]] e nazionalizzato dopo il [[1970]].
Oltre a nazionalizzare sia le principali risorse del Paese,<ref>Il petrolio e il gas naturale in primo luogo.</ref> che le attività produttive, il nuovo [[regime (politica)|regime]] investì anche nello sviluppo dell'[[industria leggera]] e delle infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura, favorendo nel contempo l'immigrazione, per sopperire alla scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio negli [[anni 1980|anni ottanta]] ha poi ridimensionato le possibilità di sviluppo del Paese, al punto che il [[Prodotto interno lordo|PIL]] ha fatto segnare in quel decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni novanta il quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche imposte alla Libia dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nel [[1991]], revocate nel 1997. Nel 2006 gli Stati Uniti hanno cancellato la Libia dall'elenco degli stati canaglia. La moneta è il [[dinaro libico]].
=== Risorse ===
==== Primario ====
L'agricoltura riveste scarsa importanza, sia per la limitatissima superficie coltivabile (1,2% del territorio), sia per la scarsità di acqua, anche se il governo ha investito molto sulla [[bonifica agraria|bonifica]] dei terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di [[Acqua fossile|acque fossili]], convogliate verso la costa da un sistema di tubature. I principali prodotti agricoli sono: [[cereali]], [[grano]] e [[orzo (alimento)|orzo]], coltivati nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite e [[olivo]], [[agrumi]] e alberi da frutta.
Nelle zone pre-desertiche cresce lo [[Poaceae|sparto]] utilizzato sia per la [[cellulosa]], sia per farne corde, [[stuoia|stuoie]] e altri lavori d'intreccio; e inoltre tabacco, arachidi, patate, [[ricino]]; dalla [[palma da dattero]] si ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto praticato l'[[allevamento]] caprino e ovino. Poco importante la [[pesca (attività)|pesca]] (rilevante quella delle [[spugne]]).
==== Secondario ====
La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentata dal [[petrolio]]: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla strategia dell'[[OPEC]]. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo produttore del continente africano dopo la [[Nigeria]], contribuisce per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e rappresenta la quasi totalità delle esportazioni.
I principali giacimenti petroliferi, Mabruk, [[Hofra]], [[Zelten]], Beda, Raguba, Ora, Samah, [[Gialo]], Waha, [[Magid]], Amal, [[Serir]], Augila, sono collegati da [[oleodotti]]; le principali [[raffineria di petrolio|raffinerie]] sono a [[Marsa El Brega]], Tobruch, [[Ras Lanuf]], al-Zawiya. Esistono, inoltre, cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche [[Salina|saline]], e da alcune zone lacustri del [[Fezzan]] si estrae il [[natron]], il [[carbonato di sodio]].
L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con impianti tessili, alimentari, del tabacco, della [[concia]] del pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei tappeti, a [[Misurata]], e i ricami in seta e argento.
Dagli [[anni 1970|anni settanta]] ha avuto un notevole impulso l'edilizia, con la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle grandi città, che ha determinato il sorgere di [[cementificio|cementifici]] e di fabbriche di [[laterizi]].
==== Settore Terziario ====
Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona. Poco a poco le reti stradali si sviluppano, mentre la rete aerea è poco utilizzata.
=== Esportazioni e importazioni ===
Le sanzioni economiche in vigore dal [[1991]] al [[1999]] hanno fortemente ridotto gli scambi commerciali della Libia, la cui bilancia commerciale è sempre stata in forte attivo, grazie all'esportazione di [[Greggio (petrolio)|greggio]], destinato innanzitutto all'[[Italia]] (che in parte lo inoltra via oleodotto verso la Svizzera e la Germania) e quindi a [[Spagna]], [[Turchia]], [[Francia]]. Vengono in cambio importati beni industriali e alimentari, anche in questo principalmente dall'[[Unione europea|UE]], Italia in testa.
=== Trasporti ===
I maggiori porti sono [[Tripoli]], [[Bengasi]], [[Marsa El Brega]], relativamente recente e destinato unicamente all'imbarco di petrolio, [[Misurata]] e [[Tobruk]]. La rete stradale, sviluppata soprattutto lungo la costa ([[via Balbia]]), è asfaltata per un terzo. Un'autostrada costiera è in progetto. È stata invece smantellata la [[:Categoria:Linee ferroviarie dismesse in Libia|rete ferroviaria dei tempi coloniali]].
=== Turismo ===
Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha scoraggiato l'afflusso turistico, una posizione che solo nei primi anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono l'antico nodo carovaniero di [[Gadames]], lo spiccato carattere di Tripoli con le sue ricche [[moschea|moschee]] e importanti resti archeologici, dai celebri resti della [[fenici]]a e poi romana città di [[Sabratha]], a quelli romani di [[Leptis Magna]] a quelli ellenici e romani di [[Cirene]].
=== Risorse minerarie ===
Buona parte delle ricchezze del Paese si basa sui proventi dell'esportazione di [[petrolio]] e [[gas naturale]].
== Ambiente ==
[[File:Libyan Desert - 2006.jpg|thumb|Deserto libico]]
<!--Il 00,0% del territorio è totalmente/parzialmente protetto.-->
=== Flora e fauna ===
La vegetazione, a causa dell'aridità del clima, è scarsa: macchia mediterranea lungo la costa, con [[Olea europaea|olivi]], [[Vitis vinifera|viti]], [[lentischi]], [[Myrtus communis|mirti]], [[Ceratonia|carrubi]], [[ginepri]], [[cipressi]], mentre verso l'interno prevalgono la [[steppa]] semidesertica e poi il [[deserto]] vero e proprio. Nelle [[oasi]] crescono palme da [[datteri]], [[Olea europaea|ulivi]] e [[Citrus × sinensis|aranci]]
La fauna è ridotta: [[dromedari]], [[roditori]] del deserto, [[iene]], [[Vulpes vulpes|volpi]], [[Sciacallo (mammifero)|sciacalli]]; nelle zone meno aride vivono [[Gazella|gazzelle]] e [[Lynx lynx|linci]]. Abbondano gli [[insetti]] (in particolare [[locusta migratoria|locuste]] e [[farfalla|farfalle]]), gli [[uccelli]] e, nelle zone desertiche, [[scorpioni]] e [[rettili]] ([[serpenti]] e [[lucertole]]). Nel [[deserto libico]] si trova una fauna sahariana. Gli [[erg (deserto)|erg]] ospitano [[fennec]], [[Varano del deserto|varani del deserto]], [[Pesce della sabbia|pesci della sabbia]], [[rettili]] e le pericolose [[vipera della sabbia|vipere della sabbia]], mentre negli [[uadi]] si trovano [[gazzelle]] dorcas e [[scorpioni]] velenosi della sabbia. Le palme delle oasi danno rifugio a [[tortora selvatica|tortore]], [[rondine|rondini]] e [[rondoni]], [[rapaci]], [[mantide verde]] e [[Colubro di Mojla|colubri di Mojla]].
== Arte ==
=== Pittura e scultura ===
Numerose sono le pitture e le [[incisione rupestre|incisioni rupestri]], una interessante testimonianza sulla fauna e sui popoli che un tempo abitarono il [[deserto]]. Il nascere della pittura rupestre si può collocare nel Neolitico e si può distinguere in due fasi, l'una pre - camelica (anteriore all'introduzione del [[dromedario]]), naturalistica e assai raffinata, l'altra di epoca camelina schematica e scadente. Successivi elementi artistici [[punici]], [[greci]], [[impero romano|romani]], [[arabi]], [[ottomani]] e coloniali, oltre che moderni, sono custoditi nei musei delle maggiori città.
<gallery caption="Arte libica">
File:Libya 5041 Petroglyphs Tadrart Acacus Luca Galuzzi 2007.jpg|Incisione rupestre nella regione libica del Tadrart Acacus
File:Gazelle and the beauty Fountain Tripoli,Libya.jpg|Fontana della Gazzella e della Bellezza, Tripoli
File:BardiaMural.jpg|Murales di Bardia ([[Tobruk]])
</gallery>
=== Letteratura ===
Nella letteratura libica contemporanea, i generi prevalenti sono la [[poesia]] e il [[racconto]] breve. [[Fuad Kaabazi]] e [[Khalifa Tillisi]] sono tra i letterati che maggiormente si sono spesi per la traduzione e l'interscambio tra la letteratura italiana e la letteratura libica.<ref>{{Cita libro |autore = Elvira Diana |titolo = La letteratura della Libia. Dall'epoca coloniale ai nostri giorni |serie = Lingue e letterature |numero = 93 |città = Roma |editore = Carocci |anno = 2008 |isbn = 978-88-430-4779-6}}</ref><ref>{{Cita libro |autore = Pietro Ferrari |capitolo = Preambolo sulla letteratura libica contemporanea |titolo = Storiografia e fonti occidentali sulla Libia (1510-1911) |curatore = Salvatore Bono |url = http://books.google.it/books?id=rCuPTZTz8AUC&lpg=PA125&ots=mVs-cdIWvX&dq=letteratura%20libia&pg=PA125#v=onepage&q=letteratura%20libia&f=false |città = Roma |editore = L'Erma di Bretschneider |anno = 1982 |pagine = 125-130 |isbn = 88-7062-522-2 |accesso = 3 aprile 2016}}</ref> Tra gli scrittori libici che si sono affermati maggiormente nel XXI secolo vi sono [[Ibrahim Kuni]] e [[Hisham Matar]].
<!--
==== Poesia ====
==== Romanzo ====
==== Teatro ====
=== Musica ===
-->
== Sport ==
{{vedi anche|Campionato libico di calcio|Federazione calcistica della Libia|Libia ai Giochi olimpici|Comitato Olimpico Libico}}
La Libia ha partecipato per la prima volta ai [[giochi olimpici]] nel [[1964]], senza mai vincere una medaglia. Non ha mai partecipato alle [[Olimpiadi invernali]]. Il principale sport seguito in Libia è il [[calcio (sport)|calcio]]. Le principali squadre sono: l'[[Al Ittihad Tripoli]] e l'[[Al Ahly Tripoli]]. La [[Libyan Arab Basketball Federation]] gestisce il campionato di [[pallacanestro]].
== Gastronomia ==
La cucina libica presenta elementi misti di cultura araba e mediterranea, con forti influssi italiani che risalgono al passato coloniale. La popolazione libica predilige mangiare in casa, tranne al venerdì, quando vengono preparati [[picnic]] sulla costa, in cui i commensali si servono, usando mani e pane come posate, da un grande piatto comune.
I pastori nomadi [[berberi]] hanno lasciato la consuetudine della cottura a fuoco lento di zuppe e carni in pentole di terracotta (''[[tajine]]''), oltre al [[couscous]], tradizionalmente di [[Panicum miliaceum|miglio]] o di grano, condito con carne (principalmente [[Ovis aries|montone]]), pesce o verdure.
La ''[[shorba]]''<ref>Dalla radice araba <sh-r-b>, "bere, sorbire".</ref> è invece una zuppa di verdure speziata al peperoncino e condita con pezzi di [[Gallus gallus domesticus|pollo]], [[tacchino]] o montone.
La [[pasta]] al [[pomodoro]] è un lascito della cucina italiana, reinterpretata con l'uso delle spezie.
La tradizione ebraica ha lasciato in eredità l'uso delle [[frattaglie]] e la marinatura della carne e del pesce.
Il popolo libico utilizza principalmente queste spezie: [[coriandolo]], [[cumino]] e [[cannella]], ai quali si aggiungono per dare colore [[zafferano]] e [[cardamomo]]. Orzo e [[frumento]] sono i principali cereali coltivati. Pomodori e [[patate]] sono le verdure più apprezzate; [[datteri]], [[banane]], [[cocco]], [[arance]] e [[fichi]] identificano la frutta. Il [[tè alla menta]], servito in piccoli bicchieri, è la principale bevanda. Gli alcolici sono banditi per motivi religiosi.
== Festività ==
La Libia segue il [[calendario islamico]] lunare, e ne celebra le principali festività.
Tra le festività civili si segnalano:
* [[17 febbraio]]: February 17th Revolution: "giornata della collera", contro le forze lealiste del militare libico [[Gheddafi]], nel 2011
* [[23 ottobre]]: festa nazionale: Giorno della Liberazione: fine della [[Prima guerra civile libica]], nel 2011
* 24 dicembre, Giorno dell'Indipendenza (riferito al 1951).
Alcune sono state abolite:
* 28 marzo, Giornata del ritiro dei britannici.
* 11 giugno, Evacuazione delle basi militari straniere.
* 7 ottobre, Giorno dell'Amicizia (fino al 2008: "Giorno della Vendetta", in ricordo dell'espulsione degli italiani nel 1970).
* 26 ottobre, Giornata del Ricordo delle deportazioni del 1911.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |lingua = fr |autore = [[Nora Lafi]]<!-- |url = http://www.harmattan.fr/index.asp?navig=catalogue&obj=livre&no=4980 -->|titolo = Une ville du Maghreb entre ancien régime et réformes ottomanes. Genèse des institutions municipales à Tripoli de Barbarie (1795-1911) |città = Parigi |editore = L'Harmattan |anno = 2002 |isbn = 2-7475-2616-X}}
* {{Cita libro |autore = Giovanni Buccianti |titolo = Libia. Petrolio ed indipendenza |città = Milano |editore = Giuffrè |anno = 1999 |isbn = 88-14-08063-1}}
* {{Cita libro |autore = Massimiliano Cricco |titolo = Il petrolio dei senussi. Stati Uniti e Gran Bretagna in Libia dall'indipendenza a Gheddafi (1949-1973) |altri = prefazione di Ennio Di Nolfo |città = Firenze |editore = Polistampa |anno = 2002 |isbn = 88-8304-480-0}}
* {{Cita libro |autore = |titolo = Quaderni di archeologia della Libia |numero= 1-13 |città = Roma |editore = Ufficio studi del Ministero dell'Africa italiana |anno = 1950-1983 |issn = 0079-8258 |sbn = IT\ICCU\RMS\0111458}}
** {{Cita libro |autore = |curatore = Pietro Romanelli |curatore2 = Sandro Stucchi |titolo = Quaderni di archeologia della Libia (Cirene e la Grecia) |volume = 8 |città = Roma |editore = L'Erma di Bretschneider |anno = 1976 |sbn = IT\ICCU\MIL\0175342}}
** {{Cita libro |autore = |curatore = [[Alfonso de Franciscis]] |titolo = Quaderni di archeologia della Libia |numero = numeri 6 (1971)-7 (1975) |città = Napoli |editore = Gaetano Macchiaroli |anno = 1976 |sbn = IT\ICCU\RML\0211410}}
* {{Cita libro |autore = Anthony Ham |titolo = Libia |edizione = 4 |città = Torino |editore = EDT |anno = 2007 |isbn = 978-88-6040-152-6}}
* {{Cita libro |autore = Roberta Ruocco |titolo = Le antiche civiltà del Sahara libico. Un viaggio nel passato per scoprire l'alba dell'uomo |città = Londra |editore = Darf Publishers |anno = 2006 |isbn = 1-85077-995-3}}
* [[Luigi Visintin]], ''La Libia:cenni geografici generali'' in A.A.V.V. Limpero coloniale fascista, 1936 IGDA, pp. 363-374
== Voci correlate ==
* [[Libia italiana]]
* [[Censimento Libia del 1939]]
* [[Italo-libici]]
* [[Regno Unito di Libia]]
* [[Forze armate libiche]]
* [[Campagna del Nordafrica (1915-1916)]]
* [[Affare Maltese]]
* [[Ali Abd-al-Aziz al-Isawi]]
* [[Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya]]
* [[Rotte dei migranti africani nel Sahara]]
* [[Rotte dei migranti africani nel Mediterraneo]]
* [[Geografia della Libia]]
* [[Mezzaluna Rossa libica]]
* [[Grande fiume artificiale]]
* [[Prima guerra civile libica]]
* [[Seconda guerra civile libica]]
;Altro
* [[Egitto]]
* [[Tunisia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla|b|wikt=Libia|n=Categoria:Libia|s=Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|s_etichetta=Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|s_oggetto=il testo|s_preposizione=del}}
== Collegamenti esterni ==
* [https://web.archive.org/web/20070310154714/http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?libia Scheda della Libia dal sito Viaggiare Sicuri] - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* {{cita web|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ly.html|CIA factbook}}
* [http://aleph.ub.tuwien.ac.at/F/4J7ID2RYMG9P3BR8RI2MFAU7KI86T1I7C9S36IL1HI79V1YFUV-32430?func=find-a&find_code=WRD&request=capresi&request_op=AND&find_code=WRD&request=&request_op=AND&find_code=WRD&request=Diss&adjacent=N&request_op=AND&find_code=wzy&request=&request_op=AND&find_code=WSP&request=&request_op=AND&find_code=WZX&request=&x=0&y=0 TUW Bibl.Katalog - Einfache Suche] - dottorato di ricerca di vittoria capresi "l'architettura dei centri rurali di fondazione costruiti in Libia - colonia italiana - durante il fascismo (1934-1940)", 2007
* {{cita web|url=http://www.nessunotocchicaino.it/chisiamo/index.php?iddocumento=10317160|titolo=Dossier di Nessuno Tocchi Caino sulla pena di morte e sui diritti umani in Libia (NessunoTocchiCaino.it)}}
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[[Categoria:Libia| ]]
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