Relazioni bilaterali tra Etiopia e Israele e Oratorio del Rosario (Seneghe): differenze tra le pagine

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{{Edificio religioso
Le '''[[relazioni bilaterali]] tra [[Etiopia]] e [[Israele]]''' consistono nei rapporti esteri tra i due paesi presi in esame; entrambi hanno ristabilito i reciproci contatti diplomatici nel 1992. L'Etiopia possiede un'[[ambasciata]] a [[Tel Aviv]]; lo stesso [[ambasciatore]] è inoltre anche accreditato presso la [[Santa Sede]], la [[Grecia]] e [[Cipro]].
|Nome = Oratorio del Rosario
|Immagine = Seneghe - Oratorio del Rosario (02).JPG
|Larghezza =
|Didascalia =
|SiglaStato = ITA
|Regione = {{IT-SAR}}
|Città = {{simbolo|Seneghe-Stemma.png}} [[Seneghe]]
|Latitudine = 40.080744
|Longitudine = 8.612664
|Religione = [[Cattolicesimo|cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|DedicatoA = [[Madonna del Rosario]]
|Ordine =
|AnnoConsacr =
|StileArchitett =
|InizioCostr = 1647
|FineCostr =
|Sito =
}}
 
L''''oratorio del Rosario''' è un luogo di culto [[Chiesa cattolica|cattolico]] situato nel centro storico di [[Seneghe]], in corso Umberto, adiacente alla [[Chiesa di Santa Maria Immacolata (Seneghe)|chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata]]. È sede dell'omonima confraternita.
Lo [[Stato]] d'Israele a sua volta ha un'ambasciata ad [[Addis Abeba]] e il poprio l'ambasciatore è anche accreditato sia in [[Ruanda]] che in [[Burundi]]; sempre Israele è stato poi uno dei più affidabili fornitori di assistenza militare per gli etiopici, a sostegno dei loro diversi governi durante la [[Guerra d'indipendenza dell'Eritrea]]. Nel 2012 infine un cittadino [[israeliano]] di origine etiopica, [[Belaynesh Zevadia]], è stato nominato ambasciatore israeliano in Etiopia<ref>[http://www.haaretz.com/news/national/foreign-ministry-names-first-israeli-as-ethiopian-origin-as-ambassador-1.415405 Foreign Ministry names first Israeli of Ethiopian origin as ambassador]</ref>.
 
L'oratorio venne edificato a partire dal [[1647]], utilizzando pietra locale. La facciata, [[Timpano (architettura)|timpanata]] e con conci a vista, presenta [[paraste]] laterali e portale architravato sormontato da un arco a tutto sesto. Sul lato posteriore sinistro si erge il piccolo campanile, una torre a pianta quadrata di circa dieci metri di altezza. Interventi di ristrutturazione vennero eseguiti durante nell'Ottocento durante i quali avvenne anche la sostituzione dell'altare con quello in marmo tuttora presente.
== Storia ==
=== Epoca monachica ===
Durante l'era dell'[[Impero d'Etiopia]] i consiglieri israeliani addestrarono unità di [[paracadutismo]] e controinsurrezione appartenenti alla Quinta Divisione (chiamata anche Nebelbal, "Fiamma")<ref name="stud">''[http://www.country-data.com/cgi-bin/query/r-4541.html Ethiopia-Israel]''</ref>. Nel dicembre del 1960 una sezione dell'esercito etiope tentò un [[colpo di stato]] mentre [[Hailé Selassié]] si trovava in visita di stato in [[Brasile]]; a questo punto Israele intervenne, così che l'[[Imperatore d'Etiopia]] potesse comunicare direttamente con il proprio generale Abbiye. Questi e le sue truppe rimasero pertanto fedeli tanto che la ribellione venne schiacciata<ref name="isr">Pateman, Roy. ''[https://books.google.com/books?id=NGiDTqf5YYAC Eritrea: even the stones are burning]''. Lawrenceville, NJ [u.a.]: Red Sea Press, 1998. pp. 96–97</ref>.
 
L'oratorio conserva un dipinto, eseguito sulla volta, opera del pittore ligure [[Giovanni Dancardi]] che operò a [[Sassari]] durante la seconda metà del diciannovesimo secolo.
Nel corso dei primi anni 1960 Israele iniziò ad aiutare il [[governo dell'Etiopia]] nelle sue campagne contro il [[Fronte di Liberazione Eritreo]] (ELF)<ref name="stud" /><ref name="isr" />; la ribellione fu descritta come una minaccia proveniete direttamente dal [[mondo arabo]] per l'intera regione del [[Corno d'Africa]], un argomento che ha convinto gli israeliani a schierarsi nel conflitto a fovore del governo legittimo<ref>Iyob, Ruth. ''[https://books.google.com/books?id=ee6nFgq4-TkC The Eritrean Struggle for Independence: Domination, Resistance, Nationalism, 1941–1993]''. African studies series, 82. Cambridge: Cambridge University Press, 1995. p. 108</ref>.
 
==Bibliografia==
Israele quindi addestrò le forze anti-insurrezioniiste e il [[Governatore]] generale dell'Eritrea, [[Asrate Kassa]], aveva al proprio fianco un esperto militare israeliano come suo consigliere personale. Un [[colonnello]] israeliano è stato poi messo a capo di una scuola militare a [[Decamare]] e dell'addestramento delle forze [[commando]] della [[marina etiopica]]<ref name="stud" /><ref name="isr" /> .
* Manlio Brigaglia (coordinamento), ''Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna'', Sassari, Carlo Delfino editore, 2006
 
Nel 1966 si trovavano già circa un centinaio di consiglieri militari israeliani all'interno dello Stato africano<ref name="isr" />. La cooperazione etiope-israeliana ha avuto un impatto notevole sul discorso di [[propaganda]] dei movimenti ribelli eritrei, che hanno così cominciato a utilizzzare sempre di più la [[retorica]] dell'[[antisionimo]]. Ciò ha anche permesso agli stessi di mobilitare a proprio favore il sostegno materiale arabo proveniente dal [[mondo islamico]] nella sua totalità<ref name="lata" />.
 
La percezione israeliana della guerra in Eritrea come parte del [[conflitto arabo-israeliano]] è stata poi rafforzata quando sono emersi rapporti di legami tra l'ELF e l'[[Organizzazione per la Liberazione della Palestina]] subito dopo la [[Guerra dei sei giorni]] avvenuta nel 1967<ref>Lefebvre, Jeffrey Alan. ''[https://books.google.com/books?id=dUFTh4UBC-sC Arms for the Horn: U.S. Security Policy in Ethiopia and Somalia, 1953–1991]''. Pitt series in policy and institutional studies. Pittsburgh, Pa: University of Pittsburgh Press, 1991. p.</ref>. Parallelamente alla guerra in Eritrea Israele fu anche accusato di aiutare il governo etiopico a schiacciare la resistenza di [[Oromo]]<ref name="lata">Lata, Leenco. ''[https://books.google.com/books?id=m_Ii4ViIdaUC The Ethiopian State at the Crossroads: Decolonisation and Democratisation or Disintegration?]'' Lawrenceville, N.J. [u.a.]: Red Sea, 1999. pp. 95–96</ref>.
Nel 1969 il [[governo di Israele]] aveva proposto la formazione di un'alleanza anti-[[panarabismo]] composta da [[Stati Uniti d'America]], dallo stesso Israele, dall'Etiopia, dall'[[Iran]] ed infine anche dalla [[Turchia]]. L'Etiopia però ha respinto la proposta. Nel 1971 il capo dello staff israeliano [[Bar Lev]] intraprese una visita al paese alleato e durante il viaggio presentò diverse proposte per approfondire la cooperazione bilaterale<ref name="spen" />.
 
Gli etiopi respinsero ancora una volta le proposte israeliane ma, tuttavia, l'Etiopia fu internazionalmente accusata di aver fatto troppe concessioni ad Israele e per aver permesso la creazione di loro proprie basi militari sulle isole etiopi affacciate nel [[Mar Rosso]]. L'Etiopia ha costantemente negato tutte queste accuse<ref name="spen" />.
 
Israele ha quindi offerto assistenza militare in caso di un tentativo di acquisizione delle isole da parte dello [[Yemen]], ma l'Etiopia ha rifiutato l'offerta temendo una forte reazione politica sfavorvole; eppure nonostante ciò è stata attaccata dal vertice dell'[[OAU]] del 1973 svoltosi proprio ad [[Addis Abeba]] direttamente dalla delegazione della [[Libia]], la quale l'ha accusata di permettere l'accumulo di basi israeliane sul suo territorio. Al vertice il [[presidente dell'Algeria]] [[Houari Boumédiène]] ha chiesto all'Etiopia di rompere i suoi rapporti con Israele; in cambio si è offerto di usare la sua influenza politica per congelare il supporto arabo all'ELF<ref name="spen">Spencer, John H. ''[https://books.google.com/books?id=w5q7NV-vSPwC Ethiopia at Bay: A Personal Account of the Haile Selassie Years]''. [S.l.]: Tsehai Pub, 2006. pp. 322–323</ref><ref name="revo">Tiruneh, Andargachew. ''[https://books.google.com/books?id=n5tgdpDwFKMC The Ethiopian Revolution, 1974–1987: A Transformation from an Aristocratic to a Totalitarian Autocracy]''. LSE monographs in international studies. Cambridge: Cambridge University Press, 1993. pp. 31–32</ref>.
 
Le accuse di possibili basi militari israeliane sulle isole della costa dell'[[Eritrea]] sono quindi riemerse subito dopo, in un vertice dei ministri degli Esteri dei paesi islamici tenutosi a [[Bengasi]];la riunione internazionale ha condannato la cooperazione tra Etiopia ed Israele impegnandosi a sua volta a sostenere l'ELF<ref name="spen" /><ref>''[https://www.state.gov/documents/organization/67404.pdf Situation in the Horn; HIM's Visit]''</ref>. Il [[primo ministro dell'Etiopia]] [[Aklilu Habte-Wold]] ha iniziato a cercare un sostegno politico per rompere i rapporti con Israele poco dopo il vertice dell'OUA. A seguito di lunghe discussioni il governo ha quindi votato per tagliare i legami diplomatici; la decisione fu tuttavia censurata da un [[veto]] dell'Imperatore in persona.
 
All'epoca della [[guerra del Kippur]] nell'ottobre del 1973 molti stati africani interruppero le loro relazioni con Israele. Questo fatto, assieme alle minacce arabe di un possibile paralizzante [[embargo]] delle forniture di [[petrolio]]<ref>Getachew Metaferia, ''Ethiopia and the United States: History, Diplomacy, and Analysis'' p. 72.</ref>, fecero pressione sull'Imperatore per far ritirare il proprio veto, tanto che il 23 ottobre seguente l'Etiopia interruppe le sue relazioni diplomatiche con Israele. La rottura fece sì che gli Stati Uniti riducessero nel prosieguo il loro appoggio al dominio imperiale in Etiopia<ref name="revo" />.
 
=== Era Menghistuu ===
Anche dopo che l'Etiopia interruppe gli scambi e le relazioni reciproche con lo Stato ebraico a partire dal 1973, gli aiuti e i contatti militari israeliani proseguirono a seguito della salita al potere della [[dittatura militare]] capeggiata dal [[Derg]] (il "[[governo provvisorio (politica)|governo provvisorio]] d'ispirazione [[comunista]]") e questi inclusero pezzi di ricambio e [[munizioni]] per [[armi]] oltre che forniture di servizi americani per l'[[aereo a reazione]] [[Northrop F-5]]<ref name="stud"/>. Israele ha inoltre continuato a mantenere un ridotto gruppo di consiglieri militari stanziati nella [[capitale (città)|capitale]] Addis Abeba<ref name="stud"/>.
 
Nel 1978, tuttavia, quando il ministro degli Esteri israeliano [[Moshe Dayan]] ammise che il proprio paese aveva fornito assistenza alla sicurezza interna ed esterna all'Etiopia, [[Menghistu Hailè Mariàm]] finì cn l'espellere tutti i cittadini israeliani ancora presenti entro i confini in modo da preservare i suoi rapporti con gli stati del [[mondo arabo]] più radicale come ad esempio la [[Libia]] di [[Gheddafi]] e la [[Repubblica Democratica Popolare dello Yemen]]. Sebbene il rapporto ufficiale emesso per l'occasione abbia affermato di aver interrotto le relazioni militari, la cooperazione in tale campo continuò in una modalità ufficiosa.
 
Nel 1983, ad esempio, Israele fornì il proprio aiuto all'addestramento per le comunicazioni e nell'anno immediatamente seguente i consulenti israeliani cooperarono per addestrare la [[guardia presidenziale]] ed il suo personale tecnico servì in collaborazione con la [[polizia]]. Alcuni osservatori occidentali credettero che Israele avesse compiuto tutto ciò in cambio della tacita cooperazione di Mengistu durante l'[[operazione Mosè]] avviata nel 1984, in cui 10.000 "Beta Israel" [[Falascia]] (ebrei etiopici) vennero evacuati per salvarli dalla grave crisi di [[siccità]] in corso<ref>[https://www.nytimes.com/1989/11/05/world/ethiopian-israeli-accord-eases-jewish-emigration.html Ethiopian-Israeli accord eases Jewish emigration]</ref>.
 
Nel 1985 poi Israele avrebbe venduto ad Addis Abeba almeno 20 milioni di dollari in munizioni di fabbricazione sovietica oltre che pezzi di ricambio catturati durante la [[guerra civile in Libano]]; secondo il Fronte di liberazione popolare dell'Eritrea (EPLF), il [[regime]] di Mengistu ricevette più di 83 milioni di dollari di aiuti militari solo nel 1987, ed Israele schierò circa 300 consiglieri militari in Etiopia. Inoltre sempre l'EPLF affermò che trentotto piloti etiopi si erano recati in Israele per completare il proprio l'addestramento<ref name="stud"/>.
 
Mentre gli alleati di Mengistu presenti nel [[Blocco orientale]] si apprestavano ad entrare in uno stato di crisi e sempre più profonda divisione, l'Etiopia cominciò a porre maggiormente l'accento sul riallacciamento delle relazioni estere e diplomatiche reciproche<ref>''[http://www.pcr.uu.se/database/conflictSummary.php?bcID=28 Africa - Ethiopia - General Information]''</ref>. Nel 1989 vennero ripristinati in modo ufficiale i rapporti bilaterali<ref>Tiruneh, Andargachew. ''[https://books.google.com/books?id=n5tgdpDwFKMC The Ethiopian Revolution, 1974-1987: A Transformation from an Aristocratic to a Totalitarian Autocracy]''. LSE monographs in international studies. Cambridge: Cambridge University Press, 1993. p. 360</ref>. Verso la fine di quell'anno, secondo quanto riferito, Israele avrebbe concluso un accordo segreto per fornire una maggiore assistenza militare in cambio della promessa strappata a Mengistu di consentire ai rimanenti "Beta Israel" ancora preseti in Etiopia di poter emigrare (fare [[Aliyah]]).
 
Inoltre le due nazioni concordarono di ripristinare definitivamente le relazioni diplomatiche e di aumentare la cooperazione in fatto d'[[intelligence]]; sembra che il [[dittatore]] etiope credesse che Israele, diversamente da quanto già fatto e sperimentato con l'[[Unione Sovietica]], i cui consiglieri militari enfatizzavano le tattiche di [[guerra convenzionale]], poteva invece fornire l'addestramento e il materiale necessari per trasformare l'[[esercito etiopico]] in una forza anti-[[insurrezione]]<ref name="stud"/>.
 
Nel corso del 1990 le relazioni israelo-etiopi si rafforzarono sostanzialmente; secondo ''[[The New York Times]]'' Israele rifornì di 150.000 fucili, [[bombe a grappolo]], da dieci a venti consiglieri militari per addestrare la Guardia presidenziale di Mengistu e un numero imprecisato di istruttori per lavorare con unità di commando etiopiche. Rapporti non confermati hanno anche suggerito che Israele aveva fornito alla [[Ye Ithopya Ayer Hayl]] [[televisione a circuito chiuso]] di sorveglianza e aveva accettato di addestrare i loro piloti<ref name="stud"/>.
 
== Relazioni commerciali ==
 
== Ebrei etiopi ==
 
{{vedi anche|Operazione Salomone}}
 
== Note ==
 
<references/>
 
== Voci correlate ==
 
* [[Relazioni internazionali di Israele]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Portale|architettura|Sardegna}}
== Collegamenti esterni ==
 
* [https://web.archive.org/web/20120325095640/http://www.mfa.gov.et/Foreign_Policy_And_Relation/Bilateral.php Ethiopian Ministry of Foreign Affairs about relations with Israel]
* [http://addisababa.mfa.gov.il/mfm/web/main/missionhome.asp?MissionID=27& Israeli embassy in Addis Ababa]
 
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