Preti operai e Ruiru: differenze tra le pagine

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{{S|centri abitati del Kenya}}
I '''preti operai''' sono quei [[presbitero|presbiteri]], soprattutto [[cattolicesimo|cattolico-romani]], che, a partire dal [[secondo dopoguerra]] prima in [[Francia]] e poi in molti altri paesi dell'[[Europa occidentale]], hanno lavorato in fabbrica come operai; in alcune nazioni, come in [[Italia]], questi preti si sono riuniti in associazione.
{{Divisione amministrativa
|Nome = Ruiru
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|Panorama = Ruiru.jpg
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|Stato = KEN
|Grado amministrativo = 2
|Divisione amm grado 1 = Kiambu
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}}
'''Ruiru''' è un centro abitato del [[Kenya]], situato nella [[contea di Kiambu]].
 
== StoriaAltri progetti ==
{{interprogetto}}
=== Nascita dell'esperienza in Francia ===
 
{{Controllo di autorità}}
Nel [[1943]], viene pubblicato in [[Francia]] un libro-inchiesta, scritto dall'abate Godin ed intitolato ''Francia: terra di missione?'' ''(France, pays de mission?)''.
{{portale|Africa Orientale}}
 
[[Categoria:Centri abitati della contea di Kiambu]]
Questo volume dimostra, con il metodo dell'indagine sociologica, che la religione cattolica in molti strati della popolazione francese, specialmente nella classe operaia, non è così diffusa se non in modo superficiale e non approfondito, e che la Chiesa cattolica è vista come lontana dalla propria esperienza di vita.
 
Questo studio colpisce alcuni preti francesi, che si accorgono all'improvviso di guidare una Nazione ormai lontana dalla fede: il cardinale di [[Parigi]] [[Emmanuel Suhard]] fonda così la ''[[Missione di Francia]]'', concedendo ad alcuni preti di lavorare nelle fabbriche per avvicinarsi al mondo operaio.
 
Questo tipo di presenza si colloca in continuità con le intuizioni di [[Joseph-Léon Cardijn]], che aveva fondato pochi anni prima in [[Belgio]] la [[Jeunesse Ouvrière Chrétienne]], che proprio in quel periodo si stava diffondendo anche in Francia.
 
Nasce quindi all'inizio degli anni cinquanta il movimento dei preti operai, che si estende nei principali paesi dell'[[Europa occidentale]] (in particolare in [[Belgio]], [[Italia]], [[Gran Bretagna]] e [[Germania Ovest]]). In Francia, dopo dieci anni di attività, la JOC contava 65.000 aderenti e pubblicava un giornale, “Jeunnesse Ouvrier” che tirava poco meno di 270.000 copie <ref> H.Godin, A.Michel, Priest and Worker, Catholic Book Club1964, p. 179</ref>.
 
Tra i più noti in Francia, il domenicano [[Jacques Loew]], che lavorò come scaricatore di porto a [[Marsiglia]] e fondò, nel [[1955]], la [[MOPP]] (''Mission Ouvrière saints Pierre-et-Paul'') e il prete Michel Favreau, che è morto in un incidente sul lavoro <ref>C. Loew, Modern Rivals to the Christian Faith, The Westminster Press 1956, passim</ref>.
 
=== Le accuse ai preti operai ===
 
L'esperienza dei preti operai francesi venne presto accusata da una parte delle gerarchie ecclesiastiche di essere pericolosa per l'integrità della [[fede]] e della testimonianza cristiana: alcuni preti vennero accusati di essere vicini al [[comunismo]].
 
Nel [[1954]] [[papa Pio XII|Pio XII]] ordinò a tutti i preti operai di tornare alla loro precedente attività pastorale o parrocchiale, o di entrare in comunità religiose che fossero presenti a fianco ai lavoratori, ma non all'interno delle fabbriche.
 
Il cardinale [[Giuseppe Pizzardo]] si distinse particolarmente nella repressione di questa esperienza: nominato ''Prefetto della Congregazione dei Seminari'', nel luglio del [[1954]] proibì a tutti i seminaristi di farsi assumere in fabbrica, per via del ''pericolo di contaminazione intellettuale e morale''<ref>{{collegamento interrotto|1=http://www.pretioperai.it/monograf/30_02cronologia.php |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. Cinque anni dopo fu l'autore della lettera ai preti operai in cui li si obbligava a scegliere tra vita operaia e vita presbiterale<ref>{{collegamento interrotto|1=http://www.pretioperai.it/editoriali/26_etica.php |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Alcuni preti abbandonarono il ministero, in rottura con queste decisioni del Vaticano; dopo il [[Concilio Vaticano II]], nel [[1965]], i preti operai vennero riabilitati e [[Paolo VI]] diede il consenso a quest'esperienza<ref>{{collegamento interrotto|1=http://www.pretioperai.it/monograf/30_01presentaz.php |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. Nella lettera apostolica ‘Octogesima adveniens' del maggio 1971, scriverà che «la Chiesa ha inviato in missione apostolica tra i lavoratori dei preti che, condividendo integralmente la condizione operaia, ambiscono di esservi i testimoni della sollecitudine della Chiesa» (n.48).
 
=== I preti operai in [[Italia]] ===
 
Il primo prete operaio italiano fu [[Bruno Borghi]] ([[1922]]-[[2006]]), amico di [[Don Milani]], che prese servizio alla Nuovo Pignone di Firenze nel 1950 nonostante il divieto di [[Pio XII]] e che in seguito ai numerosi attriti con la Curia toscana abbandonò il sacerdozio negli anni '70 <ref>http://www.adista.it/articolo/23099</ref>.
 
Nel 1956 fu la volta di [[Sirio Politi]] ([[1920]]-[[1988]]), che lavoro' al [[porto di Viareggio]] negli anni cinquanta e sessanta e pubblicò il suo diario di vita in fabbrica, dal titolo ''Uno di loro''<ref>Pubblicato nel 1989 dalle edizioni Gribaudi</ref>. All'inizio degli anni '60 gli fu imposto di scegliere tra fare il prete o l'operaio: lasciò il cantiere, ma continuò a mantenersi con il lavoro artigianale fino a quando, dopo il [[Concilio Vaticano II]], poté riprendere l'esperienza in fabbrica.
 
La fine del Concilio nel dicembre del 1965 fece rinascere in molti sacerdoti la voglia di riprendere l'esperienza. Nell'ottobre del 1966 (e fino al 1972) iniziò a lavorare in una piccola fabbrica di [[Casale Monferrato]] don [[Gino Piccio]].
 
La città dove, numericamente, a partire dagli anni sessanta l'esperienza dei preti operai è stata più consistente è stata [[Torino]], dove si è legata ad altre esperienze come la [[Gioventù Operaia Cristiana|Gi.O.C.]] e le [[Comunità ecclesiale di base|comunità di base]] di corso Regina Margherita e via Vandalino, grazie anche alla spinta data in favore di questa scelta presbiterale dal cardinale [[Michele Pellegrino]] ed alla preesistente presenza dei [[cappellani del lavoro]] voluti dall'arcivescovo [[Maurilio Fossati]] (di cui il più noto è [[Esterino Bosco]]); il primo prete operaio torinese è stato, negli anni sessanta, [[Carlo Carlevaris]] <ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=10132346 Archivio - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> che decise di intraprendere questa strada dopo essere stato licenziato, come cappellano, dagli stabilimenti FIAT di Torino nel 1962 perché giudicato non funzionale alla politica dell'azienda <ref>Antonello Famà, http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/01/199422696a.htm</ref> e si impegnò per venti anni in fabbrica come operaio, militante sindacale nella Cisl, dal ‘67 all'86 <ref>La Stampa 1º ottobre 2002, http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=aa2b7d3621ca688371fc10773c8f8ce8f4c779dc</ref>. Nel [[1967]], a seguito di un appello fatto da Carlevaris al [[Seminario]] di [[Rivoli]], molti chierici iniziarono a lavorare in fabbrica: tra essi [[Gianni Fornero]], [[Silvano Bosa]] e [[Gianni Fabris]], che dopo l'ordinazione continueranno l'esperienza da preti. Altri seminaristi, come ad esempio [[Mario Operti]], con l'inizio del ministero presbiterale scelsero invece di interrompere il proprio lavoro in fabbrica <ref name = fio>{{cita libro|cognome= AA.VV. |titolo= I fiori di Mario |anno= 2012 |editore= Edizioni Solidarietà |città= Rimini }}</ref>. Tra i più noti preti operai torinesi (che numericamente raggiungeranno l'apice negli anni settanta), oltre a quelli citati, ricordiamo [[Carlo Demichelis]] <ref>Pretioperai n. 6, ottobre 1988, http://home.pretioperai.it/?p=98</ref>, [[Leo Paradiso]], [[Giacomo Garbero]] e [[Aldo D'Ottavio]] <ref>La Stampa 7 ottobre 2002, http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=3e9c0e2535829ee03ecbd5a8fc7e2c21575bc589</ref>. Quest'ultimo, operaio alla [[Lancia]] di [[Chivasso]], fu licenziato dall'azienda e denunciato per apologia del terrorismo <ref>La Stampa 7 ottobre 1981, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,1436_02_1981_0274_0006_20280643/</ref>; difeso dall'allora vescovo di Ivrea [[Luigi Bettazzi]] <ref>La Stampa 4 aprile 1981, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,19/articleid,1049_01_1981_0090_0020_14850352/</ref>, fu poi successivamente reintegrato al termine di una lunga vertenza <ref>La Stampa 23 febbraio 1982, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,1036_01_1982_0041_0015_14661907/</ref>.
 
Oltre a Torino altri importanti gruppi di preti operai si formarono a Viareggio attorno a don Sirio Politi, don Rolando Menesini <ref>http://www.fondazionetiamo.it/wordpress/?page_id=33</ref> e don Luigi Sonnenfeld; a Milano con don Cesare Sommariva, don [[Luigi Consonni]] (che lavorò ininterrottamente per trent'anni) <ref>Micromega 8 ottobre 2012, http://www.dongiorgio.it/28/10/2012/che-cosa-e-rimasto-della-esperienza-dei-preti-operai/</ref> e [[Luisito Bianchi]] <ref>Avvenire 12 novembre 2013, http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/don-luisito-bianchi-prete-in-fabbrica.aspx</ref> (che a partire dal 1968 si rifiutò di percepire la “congrua”) <ref>Adista on line, 20 gennaio 2012, http://temi.repubblica.it/micromega-online/addio-a-luisito-bianchi-prete-operaio-e-profeta-della-gratuita/</ref>; nello stesso decennio a [[Milano]] operò [[Ambrogio Valsecchi]] e, in Veneto a Spinea presso la chiesa dei SS. Vito e Modesto, ci furono don Umberto Miglioranza e don Roberto Berton; ad Empoli don Renzo Fanfani lavorò otto anni davanti ai forni della vetreria Savia <ref>La Nazione, 1º dicembre 2014, http://www.lanazione.it/empoli/empoli-prete-operaio-1.448926</ref>. A Lucca Don Beppe Giordano decise di essere sepolto con indosso una tuta da lavoro perché, scrisse nelle sue volontà, «è nella storia dei preti operai che io mi riconosco» <ref>Roberto Fiorini, Figlio del Concilio. Una vita con i preti operai, Edizioni Paoline, Milano 2015</ref>. Negli anni '70 sono in tutto circa trecento <ref>http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/8072.html</ref>.
 
I preti operai elaborarono il loro impegno in numerosi incontri nazionali, il primo dei quali si tenne a Chiavari il 6-7 luglio 1969, tema del convegno: «Vivere il nostro sacerdozio nel lavoro». Nel 1970 si tennero ben due incontri nazionali: nel primo, a Bologna il 25 e 26 aprile, una cinquantina di preti-operai si ritrovarono a discutere sul tema: «Che significato ha per te la preghiera e come preghi in concreto nella tua attuale situazione». Nel secondo, a Firenze il 7 e 8 novembre, il tema dell'incontro fu: «La nostra fede in Cristo vivente oggi». Ma fu nel novembre 1973 a Reggio Emilia col loro quarto convegno nazionale, dal tema: «Fedeltà alla classe operaia, fedeltà a Cristo e al Vangelo nella comunità dei credenti», che per la prima volta e in modo organico i preti-operai si presentarono all'opinione pubblica <ref>Antonello Famà, http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/01/199422696a.htm</ref>.
 
Tra la gerarchia cattolica italiana ci fu un generale atteggiamento di diffidenza verso i preti operai con le eccezioni dei vescovi Michele Pellegrino a Torino, Enrico Bartoletti a Lucca, Alfredo Battisti a Udine.
 
Anche in Italia, negli ultimi anni, l'esperienza si è molto ridotta dal punto di vista numerico. Nel 1993 sono circa 110: ogni anno tengono un convegno, spesso a Viareggio, ed hanno una rivista, ''Pretioperai'' <ref>http://www.pretioperai.it</ref>, nata nel 1986 e diretta da don [[Roberto Fiorini]].
 
== Note ==
 
<references />
 
== Bibliografia ==
 
* Autori vari - ''Uomini di frontiera. "Scelta di classe" e trasformazioni della coscienza cristiana a Torino dal Concilio ad oggi'' - Edizioni Cooperativa di cultura Lorenzo Milani, Torino 1984.
* Alberto Belletti - Indifferenti mai. l'ARCA di Viareggio da don Sirio Politi a don Beppe Socci - Pezzini Editore, Viareggio 2013
* Luisito Bianchi - ''Salariati'' - Edizioni Ora Sesta, Roma 1968
* Luisito Bianchi - ''Come un atomo sulla bilancia'' - Edizioni Morcelliana, Brescia 1972
* Claudio Cesa - ''Apostolato cattolico e condizione operaia'', Torino-Firenze, Edizioni De Silva - La Nuova Italia, 1955
* Marguerite Fièvez e Jacques Meer - ''Cardijn: una vita per i giovani operai'' - Editrice LDC, Torino 1983
* Roberto Fiorini - ''Figlio del Concilio. Una vita con i preti operai'' - Edizioni Paoline, Milano 2015
* Marta Margotti - ''Preti e operai. La Mission de Paris dal 1943 al 1954'' - Edizioni Paravia, Torino 2000
* Marta Margotti - ''Lavoro manuale e spiritualità: l'itinerario dei preti operai'' - Edizioni Studium, Roma 2001
* Marta Margotti - ''La fabbrica dei cattolici. Chiesa, industria e organizzazioni operaie a Torino (1948-1965) '' - Edizioni Angolo Manzoni, Torino 2012
* Sirio Politi - ''Uno di loro. Pensieri ed esperienze di un prete operaio'' - Edizioni Gribaudi, Milano 1989
* Sirio Politi - ''Una zolla di terra'' - Edizioni Dehoniane, Bologna 2008; ristampa (prima edizione: 1961)
* [[Émile Poulat]] - ''I preti operai (1943-1947)'' - Edizioni Morcelliana, Brescia 1967
* Filippo Raimondi - ''Joseph Cardijn: un prete tra i giovani operai'' - Editrice LDC, Torino 1997
* Vito Vita - ''Chiesa e mondo operaio a Torino 1943-1948'' - Edizioni Effatà, Cantalupa 2003
* Marco Sambruna - ''I preti operai in Italia'' - Intermedia Edizioni, Orvieto 2014
 
== Voci correlate ==
 
* [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica]]
* [[Gioventù Operaia Cristiana]]
* [[Movimento dei lavoratori cattolici]]
* [[Comunità ecclesiale di base]]
* [[Preti di strada]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.pretioperai.it/index.php|Sito ufficiale dei preti operai italiani}}
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web|http://www.gioc.org|Sito ufficiale della GiOC italiana}}
{{Portale|cattolicesimo|lavoro}}
 
[[Categoria:Associazioni cattoliche]]
[[Categoria:Sociologia del lavoro]]